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Autore: Fiorentinasara    26/06/2022    0 recensioni
Hilary una ragazza di 25 anni scrittrice eredita alla morte della nonna Camille la casa dove abitava a Wako in Texas. Lei non ci è più voluta tornare in Texas a Wako da quando era morta la nonna ma con le insistenze della madre decide di tornarci e lo farà a pochi giorni dal Natale perché aveva sempre amato Wako sotto le feste ed era un modo per sentire la nonna più vicina visto che adorava il Natale a Wako Hilary farà nuove amicizie tra cui conoscerà Zac un bel professore della Baylor univerity e suo figlio Tommy di quattro anni che si affezionerà a lei cosa accadrà tra i due se ve lo state chiedendo leggete questa storia
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sinceramente, non aveva molta voglia di sorbirsi l’interrogatorio da parte della signora. Quell’arzilla vecchietta era la più pettegola delle amiche della nonna, ma non poteva di certo abbandonarla lì in caffetteria ad aspettarla inutilmente. Per cui, Hilary si fece coraggio ed entrò, raggiungendola al tavolo dove era seduta.
“Signora Morrison quanto tempo che non ci si vede. Come va?” 
“Io bene cara, e tu? Come sei cresciuta! Ho anche sentito che hai scritto un libro. Come mai sei da queste parti?” Chiese sorridendo la signora Morrison. 
“Sì signora Morrison, ho scritto un libro e sto iniziando a scriverne un altro. Sto bene, anche se la morte di nonna mi ha provato parecchio, e come sa eravamo molto unite. Sono qui per esaudire un desiderio di nonna trasformare la sua casa in un bed & breakfast.” sorrise Hilary in direzione della signora Morrison. 
Si avvicinò a loro una cameriera per prendere le ordinazioni. 
“Salve cosa volete ordinare?” chiese sorridente la cameriera. 
“Salve, io vorrei un caffè bello forte.” ordinò Hilary. 
“Ciao Caroline io prendo un caffè con un bicchiere di acqua mia cara.”  l’anziana signora sorrise alla cameriera. 
“Torniamo a noi Hilary dove stai adesso? Visto che a casa di tua nonna non puoi starci. E per caso hai un fidanzato? Sai, ci sarebbe un mio nipote che vorrei tanto presentarti.” buttò lì con nonchalance la vecchietta. 
Hilary rimase interdetta. La signora Morrison non aveva perso il vizio di presentarle ogni familiare in età da moglie. Quando era viva la nonna un paio di volte le era capitato di uscire con un nipote della signora Morrison, per non farla restare male., ma non aveva funzionato e non si erano più sentiti.
Arrivarono le loro ordinazioni che consumarono continuando a parlare. 
“Signora Morrison mi ha fatto piacere rivederla e parlare con lei, ma ora devo andare. Ho altre cose da fare.” Hilary si alzò dal tavolo facendo un sorriso alla signora ed uscì dalla caffetteria.
Salendo in auto, si ricordò che aveva deciso di andare al cimitero a trovare sua nonna e si diresse nella direzione indicata dai cartelli stradali. Aveva il cuore a mille e non era ancora pronta per vedere la tomba di sua nonna.
Come era successo con suo padre due anni prima, arrivò al cimitero e parcheggiò la macchina ma non ebbe il coraggio di scendere. Non ci riusciva proprio. 
Coraggio, devi scendere prima o poi e dovrai andare alla tomba di tua nonna.  Ora scendi e vai, pensò Hilary. 
Si fece coraggio e si incamminò a cercare la lapide, ma non la trovò non ricordando dove fosse collocata. Visto che non ci era mai stata dovette cercare il custode, trovandolo nel suo piccolo ufficio all’entrata del cimitero. 
“Buongiorno. Mi scusi, sto cercando la tomba di Camille Grey Word. Mi può dire dove si trova per favore? “ Hilary chiese gentilmente. 
“Salve. Certo che glielo dico subito.”  il custode rispose prendendo il libro dove erano riportate le ubicazione delle tombe con i nomi delle persone, cercando quanto richiesto da Hilary 
“Signorina Word venga. La porto dove è situata la tomba di sua nonna.” il custode si alzò dalla sua scrivania, facendo segno a Hilary di seguirlo fuori alla ricerca della tomba. 
Nel momento in cui la trovarono, Hilary ebbe un brivido. Non l’aveva mai vista, a parte il giorno del funerale. 
“Signorina Word io andrei, se non ha più bisogno di me. “ Disse il custode. 
“Si, certo può andare. Se avrò bisogno di lei ancora so dove trovarla. Grazie. “ rispose Hilary 
Una volta sola, la ragazza si avvicinò tremante alla tomba della nonna, sedendosi sulla fredda lastra di marmo e rivolgendo il suo sguardo alla fotografia della nonna, accarezzandola dal freddo vetro della cornice.“Mi manchi tantissimo, e mi consola il fatto che sei insieme a papà e che entrambi vegliate sempre su me e la mamma. Sai, un paio di giorni fa ho sognata. Mi sei apparsa con papà, visto che ero riluttante a venire a Waco, e proprio tu mi hai dato la spinta per venire. Mi hai detto che avevi il desiderio di trasformare la tua casa in un bed & breakfast, e per realizzare il tuo desiderio ora mi trovo qui. E' stato un po’ difficile, ma piano piano ci sto riuscendo, anche grazie al fatto che vegli su di me, so andrà bene.“
Dopo aver raccontato il sogno a sua nonna, Hilary si sentì meglio. Deponendo i fiori sulla lapide le scesero alcune lacrime, baciò la foto della nonna e se ne andò, diretta al bed & breakfast. Salì in camera e mise quello che aveva comprato nel frigorifero, per poi chiamare sua madre. 
“Mamma ciao come va? Come sta andando con le idee che ti ho dato?” volle sapere Hilary. 
“Ciao tesoro. Va tutto bene e abbiamo già messo in pratica le tue idee, cominciando dalla lettura delle storie per i bambini la sera dopo cena. Devo essere sincera non mi aspettavo un così grande riscontro ed entusiasmo. Ci stiamo attivando anche per fare i laboratori delle decorazioni Natalizie sia per i bambini che per gli adulti.“ spiegò la madre, facendo trasparire dal tono di voce la sua soddisfazione e contentezza.
“Molto bene, sono contenta che tu ce l’abbia fatta anche senza di me e che la cittadina abbia preso bene queste novità, nonostante sia rimasta così tradizionalista.“ rispose Hilary. 
“Vero tesoro. E Sally mi ha dato una grande mano preparando qualche stuzzichino per le serate di lettura con i bambini e non solo mi ha aiutato con i manifesti per pubblicizzare l’evento e ha avuto l’idea di fare scegliere ai bambini quale favola leggere ogni sera. Ci sa davvero fare con i più piccoli. E tu come te la stai passando?“ raccontò ancora la madre ad Hilary.  
“Io me la sto passando bene. Pensavo che venendo qui mi sarei depressa ancora di più, ed invece qui sono come rinata, se la vogliamo mettere così. Sono andata anche alla tomba della nonna. Finalmente ho trovato il coraggio e le ho raccontato che sto per realizzare il suo più grande desiderio. Mamma, indovina chi ho incontrato in in negozio! Ti ricordi la signora Morrison, una delle più care amiche di nonna?” chiese Hilary alla madre. Tua nonna. Non la sopportavo per questo motivo.” Rispose la madre ad Hilary.  
“Nemmeno io la sopporto. Appena l’ho vista ho fatto finta di nulla, sperando che non mi avesse vista, ma è andata male. Mi ha visto e mi ha invitato alla caffetteria accanto al negozio a prendere un caffè e mi ha fatto il terzo grado. Speravo le fosse passata questa mania di volermi a tutti i costi appioppare uno dei suoi nipoti, ma invece le si è accentuata ancora di più. Non sapevo come fare per andarmene e togliermela di mezzo, ma poi ci sono riuscita.“ raccontò Hilary.  
Si salutarono e Hilary promise alla madre di mandarle le foto della casa trasformata in bed & breakfast appena fosse stata finita.  
Si sedette alla scrivania ed accese il pc per incominciare a scrivere, anche se non sapeva come andare avanti col capitolo. La salvò la chiamata della sua manager Angie, per così dire, perché quando chiamava lei non erano mai buone notizie. Hilary osservò il numero sul cellulare è sbuffò.  
“Ci mancava solo lei a rovinare la giornata” urlò dalla frustrazione. 
“Pronto? Ciao Angie, qual buon vento. Perché mi hai chiamato?” chiese Hilary, anche se sapeva bene il perché.  
“Ciao Hilary, tutto bene? Spero tu sia a buon punto con il primo capitolo del romanzo. La casa editrice sta scalpitando più che mai per volerlo leggere e io non so più che scusa inventare ogni volta.“ Disse la manager sperando in una risposta positiva. 
“Angie, sai che la risposta è sempre la stessa. Ho iniziato a scriverlo e sono a buon punto, ma non so come andare avanti.“ rispose rassegnata Hilary.  
“Lo so, ma ti prego sbrigati! Che sennò non so più che scuse inventare.“ Pregò Angie. 
“Non ti preoccupare, avrai il capitolo quanto prima.“ la rassicurò Hilary.
Si salutarono, e Hilary ebbe un'illuminazione. Prese la tracolla, ci infilò dentro il portatile ed uscì per dirigersi alla biblioteca comunale. Sicuramente lì sarebbe riuscita a scrivere qualcosa. Le erano sempre piaciute le biblioteche, con la loro pace e tranquillità che vi regnava all’interno si sarebbe rilassata.
Al suo arrivo, salutò la bibliotecaria e prese posto in un tavolo, accanto ad una grande vetrata da dove filtra a parecchia luce naturale. Si sedette, prese il computer e come aveva pensato la sua idea funzionò. Scrisse talmente tanto che non si accorse del tempo che passava, rendendosene conto solo  quando sentì suonare il cellulare che la avvisava dell'arrivo di un messaggio. Prese il telefono e lesse rapidamente le parole da parte di Zac, sorridendo. Quel ragazzo aveva un tempismo al quanto straordinario per portarla alla realtà.  
“Ciao Hilary tutto bene? Cosa stai facendo? Scusa se oggi non ti ho chiamato, ma sono stato molto indaffarato. Tra le lezioni all’università e il piccolo Tommy non ho avuto un attimo libero. “ 
Hilary sorrise a quel messaggio. Aveva voglia di vederli, ma non osava chiedere di poter andare da lei. 
“Ciao a te Zac. Oggi è andata bene, sono stata da mia nonna al cimitero ed ora sono alla biblioteca comunale a scrivere.“ scrisse il messaggio è lo inviò.  
Alzò gli occhi, notando solo in quel momento di quanto fosse tardi sull’orologio appeso alla parete davanti all’entrata.  
Appena ricevette il messaggio di Hilary, Zac non ci pensò due volte. Prese Tommy e gli mise il cappotto con cappello e sciarpa.  
“Dove andiamo papà?“ chiese il piccolo.  
“Andiamo a fare una sorpresa a Hilary, non sei contento? “ 
“Sì,  sì. Andiamo!“ Disse Tommy, saltando e battendo le mani da quanto non stava più nella pelle.
   
 
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