THAT’S SUPPOSED TO BE MY THING!
“Perché
rendere così triste l’essere gay?
Fare
ciò che vuoi è okay.
Il
corpo è solo nostro, quindi lasciateci stare.
Ed
oggi con te stesso mettiti a giocare.”
JOHN
LENNON
N.B: Il titolo
è la frase che Simon urla a Martin nel
film “Tuo, Simon”, quando scopre quello che
l’altro ragazzo ha fatto. Inoltre,
le frasi in corsivo vengono dette attraverso il linguaggio dei segni.
Avvertenze:
linguaggio volgare e omofobo (non volevo
inserirlo, però poi ho pensato ai termini che noi
adolescenti usiamo,
soprattutto quando si vuole offendere qualcuno) e omofobia
Sapeva che
tenerlo
nascosto per così tanto avrebbe finito per rovinarlo,
avrebbe dovuto
prevederlo. Ma chi se lo sarebbe mai aspettato che qualcuno andasse in
giro a
raccontare quello che aveva fatto? Così, sperando di non
essere visto da
qualcuno – la vergogna sarebbe stata troppa –
Kristofer si diresse velocemente
nel suo dormitorio, sperando di sparire in un buco nero.
Era cominciato
tutto
quella mattina quando, entrando nella Sala Grande per colazione, si era
ritrovato tutti gli occhi degli studenti, più alcuni
insegnanti, puntati
addosso. Ovviamente si era stranito, ma iniziò a capire
solamente quando alcuni
suoi compagni di casa, del sesto e del settimo anno, si avvicinarono a
lui con
sguardi schifati.
-È
vero che ti piace succhiare cazzi negli spogliatoi?
– gli chiese un Serpeverde del settimo anno, che Kristofer
riconobbe essere uno
dei suoi compagni di squadra Esteban Ramirez. Accanto a lui, Lucas
Sanders gli
diede corda, avanzando per intimidirlo.
- Oltre che
sordo pure frocio? C’è qualcosa in cui sei
normale? – a quelle parole, Kristofer sentì una
picconata al cuore e ringraziò
infinitamente di non sentire niente, perché sapeva che la
gente in Sala Grande
stava parlando di lui. Di colpo, spostò lo sguardo verso il
tavolo dei
Corvonero e sgranò gli occhi impietrito, quando
trovò Emily, sua sorella, che
lo fissava dispiaciuta. In quel momento, la sua testa iniziò
a vorticare e
corse fuori dalla Sala Grande, ringraziando di essere sordo per non
sentire le
risate di scherno degli altri ragazzi.
…
Non appena
entrò nel suo dormitorio, Kristofer si buttò
immediatamente sul suo letto, lasciando finalmente che le lacrime
bagnassero il
suo viso. Come aveva potuto essere così stupido?
All’improvviso,
una mano si poggiò sulla sua spalla e
lui sussultò, voltandosi poi per vedere sua sorella
osservarlo preoccupato.
Mi dispiace
molto per quello che è successo,
non ne avevano assolutamente il diritto. disse Emily
sedendosi di
fianco a lui. A quelle parole, gli occhi di Kristofer si riempirono
nuovamente
di lacrime.
Perdonami per
non avertelo detto, Em.
Hanno ragione, io non sono normale… Il ragazzo
abbassò lo
sguardo, non avendo il coraggio di guardare la gemella negli occhi, ma
la
Corvonero gli prese il viso tra le mani.
-Non devi starli
a sentire, Kris. Tu sei normale, sei
un ragazzo come gli altri che ha la capacità di amare. E
chissenefrega se non
me l’hai detto, probabilmente non ti sentivi ancora
pronto… -
Doveva essere
una mia scelta e me l’hanno
portata via.
Replicò il Serpeverde e, messa di fronte
a quelle parole, Emily si spinse ad abbracciarlo, lasciando che il
fratello si
sfogasse. Passarono così dieci minuti, prima che Kristofer
si calmasse completamente.
Grazie. Disse alla
sorella ma quella scosse la testa.
-Kris, qualunque
cosa accada, sappi che io ci sarò
sempre per te. Ora devo andare, o faccio tardi per la punizione.
– rispose e
Kristofer la guardò incuriosito.
Punizione?
-Sì.
Presente Jacob Nicholson, il ragazzo che ti ha
fatto outing? – a quella domanda, il Serpeverde
annuì.
-
Ecco… diciamo che per qualche settimana dovrà
camminare con la scritta “sfigato” sulla fronte
fatta con le verruche. -