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Autore: Clodie Swan    26/06/2022    2 recensioni
Questa storia partecipa al contest “Manuale di Sopravvivenza Vol.2” indetto da Spettro94 sul forum di Efp
In un lontano impero, da secoli regna incontrastata la dinastia Attlan, avvalendosi dei servigi delle leggendarie guerriere danzatrici, le Onirjn, in grado di uccidere i loro nemici evocando un fuoco dolce e letale. Gokan, uno studioso della Reticenza Ausurpa, la famosa e più antica università dell’Impero, ha maturato la ferrea volontà di scrivere una tesi sul misterioso legame tra le Onirjn e la casata reale Attlan. Da dove hanno avuto origine queste donne? E perché sono totalmente asservite all'imperatore? Gokan sa bene che questa ricerca potrebbe costargli la vita, ma guidato dal suo ingegno, è disposto a rischiare tutto per scoprire la verità in nome dell'amore per la conoscenza e... per Aryn, un'Onirjn di cui è innamorato, destinata ad una vita che non vuole.
La storia, secondo le regole del contest, termina con un cliffhanger. Sarà il giudice a decidere il finale e a decretare se il protagonista sopravvivrà alla prova.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8


 

La Sala delle Cerimonie era addobbata a festa. Dal soffitto a cassettoni, rivestito d'oro, scendevano lampadari scintillanti, con centinaia di candele. Festoni tempestati di gemme preziose decoravano le colonne di marmo rosso. I presenti, nei loro abiti più eleganti dai vari colori, circondavano in gruppi perfettamente ordinati il palco, su cui era posato il trono dell'imperatore. Tutt'intorno vi erano le Onirjn con indosso la loro tenuta da cerimonia: un abito lungo e attillato di seta rossa ricamato in oro. Seduta accanto al trono imperiale vi era Aryn, talmente bella da offuscare ogni altra cosa. Anche il suo abito era rosso ed oro, ma aveva un taglio principesco, dalla gonna ampia che si allargava fino a terra, e dalle maniche lunghissime a farfalla. Portava una corona d'oro sulla testa e un trucco vistoso che ne esaltava i lineamenti delicati. I suoi occhi però erano vuoti e le sue dolci labbra erano immobili. Sembrava una perfetta statua priva di vita.

Gokan aveva assistito amaramente alla sua entrata trionfale al braccio dell'imperatore, cercando inutilmente di incrociare il suo sguardo. Il pubblico aveva esultato quando era stata proclamata Onirjn Suprema mentre Sawda non era riuscita a nascondere molto bene la sua delusione per aver perso quel titolo tanto ambito. Diverse volte Gokan si era sentito addosso il suo sguardo accusatorio.

Teso come una corda di violino, assistette al saluto rivolto alle Onirjn in partenza per l'esilio, ricordando che subito dopo sarebbe stato il suo turno di parlare.

Sistemò le carte che aveva preparato, ripassò il suo piano mentalmente e quando fu chiamato per nome si diresse in modo calmo e controllato davanti al leggio sui cui erano puntati gli occhi di migliaia di persone. L'imperatore lo scrutava compiaciuto, con l'aria sicura di sé, arrivando perfino a sorridergli mentre Aryn, col capo basso, non osava guardarlo. Gokan si schiarì la voce e cominciò a leggere. Espose a grandi linee gli argomenti della sua tesi: ripercorse la storia delle Onirjn, delle loro grandi gesta, ne esaltò la dedizione, il coraggio, lodando anche l'imperatore e la sua saggia guida. In pratica disse esattamente quello che Wang Jong Attlan voleva sentirsi dire e che l'uditorio apprezzò immensamente, affascinato dalla sua abilità narrativa, nonostante fossero discorsi triti e ritriti.

Quando ebbe terminato, gli fu rivolto un applauso scrosciante che non gli provocò il minimo piacere. Gokan si limitò a sorridere e accennò un inchino mentre osservava l'espressione trionfante dell'imperatore. “Credevi di poter cambiare la cose.” sembrava dire il suo sguardo. “Ce ne sono stati altri prima di te e nessuno ci è mai riuscito.”

Subito dopo Wang Jong si alzò e con un gesto della mano fece calare il silenzio. Gokan lo sentì complimentarsi con lui anche a nome delle Onirjn e diede ordine di portare i rinfreschi. Decine e decine di servitori fecero il loro ingresso portando vassoi d'argento colmi di ogni prelibatezza e carrelli carichi di bottiglie e bicchieri di cristallo. Alle Onirjn vennero serviti i calici che lui aveva donato loro. Perfetto. Gokan trattenne il fiato e attese mentre anche a lui venne versato del vino pregiato.

“Propongo un brindisi alle mie Onirjn: alle più anziane per il loro rispettato servizio, alle nuove leve per la loro futura carriera, alla mia nuova prescelta che metterà al mondo il mio erede.”Aryn trasalì quando si sentì chiamare e fece solo un cenno col capo.

“E un brindisi a questo brillante studioso che ci ha onorato con la sua tesi. Confido di poter vedere altri suoi lavori.”

Tutti alzarono i calici e bevvero. Gokan controllò che tutte le Onirjn avessero bevuto almeno un sorso da quel bicchiere e preso coraggio, si rivolse direttamente all'imperatore.

“Mio signore.” esordì tradendo nervosismo nella propria voce. Wang lo guardò, alzando un sopracciglio ma gli diede il permesso di parlare.

“Desidero ringraziarVi per avermi fatto discutere la tesi qui nel Vostro Giubileo d'Argento.” cominciò Gokan usando il tono più umile e ossequioso che poté. Wang annuì soddisfatto. I ringraziamenti erano appropriati. “E a tal proposito, con il Vostro permesso, se avete apprezzato le mie doti letterarie... “ un mormorio d'approvazione seguì le sue parole. L'imperatore sembrò insospettirsi invece, ma non lo interruppe.

“Vorrei concludere leggendovi una poesia, un poema per l'esattezza, un antico poema della mia terra che ritengo appropriato per l'occasione.”

Alla parola poesia Wang sembrò rilassarsi, e con la mano gli fece segno di proseguire. Gokan estrasse le carte che teneva in fondo al suo plico ed anche se ormai aveva imparato a memoria quel testo, prese a narrare la storia che aveva appreso dal rimpianto Wei.

 

In un tempo lontano, all'alba della civiltà, in una regione prospera e verdeggiante, vivevano delle creature misteriose chiamate draghi. Avevano immensi poteri, erano forti e aggraziati, volavano leggiadri e dominavano il mondo con il loro fuoco mortale, dolce quanto letale. I loro corpi erano ricoperto di scaglie color oro o di color rubino ed i loro occhi erano verdi come gli smeraldi.
Gli esseri umani ne erano terrorizzati e vivevano nascosti, ma un giorno, un coraggioso giovane, Talon Shingan, decise di tentare un contatto con loro. Sua convinzione era che fossero esseri dotati di raziocinio e con un animo simile al suo.
Il re dei Draghi ascoltò le parole di Talon e gli rispose che mai avrebbero vissuto in pace perché avevano visto la malvagità nel cuore degli uomini. Talon non si arrese e continuò a studiare i draghi e i loro usi, da lontano finché un giorno assistette ad un incidente in cui il Re dei Draghi, rimase ferito e si ritrovò in pericolo di vita.
Il giovane offrì il proprio sangue per salvarlo e grazie a lui il drago si riprese in fretta. Colpito dalla generosità del giovane che aveva risposto con amore alla sua durezza, il re dei Draghi con voce commossa, dichiarò che lo avrebbe servito fedelmente, lui ed i suoi discendenti. Insegnò al ragazzo un rituale, “il nodo di fiamme” con cui avrebbe potuto assoggettare i draghi e scioglierli dal loro legame quando lo avesse voluto, pregandolo di non abusare di quel potere, e di non adoperarlo per scopi malvagi.

Talon era un uomo di buon cuore e mantenne la promessa. Fu un capo saggio e giusto, imparò a cavalcare i draghi, creò un regno prospero e forte. Costruirono città imponenti, edifici maestosi dove statue ed immagini di draghi spiccavano. La popolazione aveva imparato ad amarli ed i draghi cominciarono a mescolarsi con le persone rivelando un altro dei loro poteri: potevano assumere sembianze umane.

Ma ben presto tutto finì. Un popolo di guerrieri era invidioso dell'alleanza degli Shingan con i draghi perché li aveva resi invincibili e decise di ricorrere all'inganno. Fingendo di voler stringere amicizia, il loro capo Shou Jong entrò in confidenza con Talon e organizzò un matrimonio tra i loro rispettivi figli.Una volta imparentati, riuscì a strappargli il segreto del rituale e dopo aver assassinato Talon, fece bere di nascosto il suo sangue ai draghi e li sottomise al suo dominio. Ma non si limitò a questo: Shou Jong fece uccidere tutti i maschi e obbligò le femmine a restare nella loro forma umana.

La maggior parte di esse fu sterminata, Shou ne tenne un numero ristretto solo per sé facendole diventare le sue guerriere e concubine. Proibì loro di avere relazioni al di fuori della famiglia reale per non avere nemici abbastanza potenti da sfidarlo. Col tempo si accorsero che dall'unione delle donne drago con gli umani, soltanto le figlie femmine ereditavano il potere del fuoco e che superati i trent'anni cominciavano a perderlo del tutto. Le generazioni successive non furono più in grado di trasformarsi in draghi, né di eruttare fuoco: potevano solo evocarlo sulla punta delle dita.
Non poterono più neanche volare e da quel momento cominciarono a danzare.

Shou Jong Attlan diede vita ad un impero ma cancellò ogni traccia del suo crimine. Fece abbattere le immagini dei draghi. Fece togliere dai libri la storia degli Shingan, il cui nome rimase soltanto su una vallata. Le donne drago venivano tolte alle madri fin da piccole affinché perdessero il ricordo delle loro origini. Passarono i secoli e tutti se ne dimenticarono. Solo la famiglia imperiale tramandò il segreto, per poter continuare a tenerle soggiogate.

Il loro nome divenne quello di Onirjn.

 

Gokan concluse il suo discorso e alzò gli occhi per vedere la reazione dei presenti. Le persone in sala erano incuriosite e perplesse, e mormoravano tra loro. Le Onirjn sembravano sconvolte. Sawda era furiosa. Aryn sembrava sul punto di vomitare. L'imperatore non era arrabbiato, sembrava al contrario deluso ma non dava l'impressione di sentirsi minacciato da quanto aveva appena sentito. Bene. Gokan aveva ancora una carta da giocare.

“Una storia interessante.” esordì Wang Jong. “Peccato che non abbia un briciolo di autenticità. Non esiste alcuna prova di questa fiaba. Apprezzo la tua bella immaginazione, tuttavia.” Un coro di risate seguì le parole dell'imperatore.

Gokan non si scompose. “Le prove, a dire il vero, le ho.” estrasse il libricino rosso aprendone le pagine. “Immagino che Sua Maestà riconosca la calligrafia di suo fratello.”

Gokan si godette per un attimo il brusio confuso della folla e il viso impallidito dell'imperatore.

“Wei Li, era il legittimo imperatore e apprese tutta la storia come voleva la tradizione.” cominciò a spiegare Gokan rivolto a tutta la sala. “Ma lui amava una Onirjn e aveva deciso di liberarle tutte. Ha scritto tutto in questo quaderno e ha spiegato come deve essere compiuto il rituale. Quando le Onirjn giurano fedeltà devono bere del vino da una coppa in cui viene messa una goccia di sangue dell'imperatore. Nello stesso luogo deve essere presente un'ampolla con il sangue del Re Drago, per rievocare l'antico rito di Talon. Non potrebbe funzionare senza, altrimenti l'ampolla sarebbe stata distrutta molto tempo fa. Per rompere il legame basta compiere il processo inverso, bere anche una minuscola parte del sangue di drago alla presenza dell'imperatore. Ma la famiglia imperiale non voleva perdere le Onirjn e fece assassinare Wei Li.
Lo hanno ucciso prima che potesse agire e suo fratello ha preso il suo posto. Nessuno ha mai provato a sciogliere il Nodo di Fiamme. Fino a stasera.”
Wang Jong stava fremendo ma si conteneva senza alcun segno di volerlo interrompere o farlo arrestare. Forse, non voleva insospettire nessuno con una reazione violenta. Gokan prese fiato e concluse il suo discorso.
“Nei bicchieri che ho donato alle Onirjn, vi era nascosta una piccola capsula che conteneva il sangue di drago. Si confondeva con le perline della decorazione, solo che si trovava all'interno. Si scioglie con qualsiasi liquido e nel corso dei secoli stando alle istruzioni di Wei, non dovrebbe aver perso il suo potere. Adesso le Onirjn sono libere. Se vogliono continuare a servire l'imperatore posso farlo. Se vogliono andarsene e cominciare una nuova vita possono farlo. Saranno loro a decidere della loro vita. Quanto a me, ho solo voluto fare la cosa giusta, e come ha detto lo stesso Wei se ci sarà un prezzo da pagare per quello che ho fatto, lo pagherò. Ma tutti sapranno questa storia. In questo momento la mia vera tesi viene stampata e distribuita in tutto lo Shingan. Ne stanno facendo copie su copie. L'ho spedita pochi giorni fa. La verità non potrà più essere nascosta.”

Gokan concluse il suo discorso mentre la sala era piombata in un silenzio di tomba. Si concentrò solo su Aryn che lo stava guardando piena di riconoscenza, ma con il volto rigato di lacrime. Piangeva per lui, forse?
Gokan le sorrise, con un groppo in gola. Adesso lei era libera. Qualsiasi cosa valeva quel momento. Qualsiasi cosa stesse per accadere. Respirò a fondo e si preparò ad incontrare il suo destino.

 

 

Fine

 

  
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