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Autore: Il Demone Inesistente    27/06/2022    1 recensioni
[Hazbin Hotel]
[Helluva Boss]
Un destino infausto.
Senza ricordi, in questo inferno fluttuante, una giovane anima dannata si risveglia in un corpo che non è più il suo.
Il cielo qui è rosso, come il sangue che verserà. Ma in qualche modo, il rosso è anche il colore dell'amore.
Un qualcosa di prezioso che non muore mai. Neanche all'inferno.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Violenza
Capitoli:
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« Mi chiamo Mantis »
Dicendo così, la ragazza che poco fa mi ha letteralmente salvato la vita mi porge la mano. Rispondo al suo gesto, ma non apro bocca. Non per timidezza o altro, ma solo perchè ho difficoltà a ricordare il mio nome.
Mantis mi guarda perplessa. « Quindi? Il tuo nome? »
Non riuscendo a trovare una risposta alla sua domanda mi limito a scuotere la testa, come per dire no. Lei sembra non seguirmi, ma poco dopo mi fa capire di aver compreso e riprende a parlare. « Non mi dire che sei appena arrivato?! » Così dice, con un tono stupito e allo stesso tempo allarmato. Annuisco, e lei in risposta rompe il contatto visivo per spostare lo sguardo altrove.
Si guarda un po' intorno scrutando l'orizzonte con lo sguardo per poi riallacciare il contatto visivo con me. « Se è davvero così hai scelto il momento peggiore per morire. Sei finito all'inferno proprio nel giorno della purga. E mi stupisce ancora di più che tu sia riuscito a sconfiggere un angelo nel tuo primo giorno all'inferno »
Stupito e allarmato dalle sue parole mi decido a parlare. « Aspetta! iNFERNO?! Angeli!? di che cosa stiamo parlando?! ma poi.. sbaglio o hai appena detto ''hai scelto il momento peggiore per morire?'' » Le rivolgo l'ultima domanda con un tono molto preoccupato.
« Stammi a sentire. Le tue domande sono comprensibili, ma sono tante e non è il momento di rispondere, quindi se vuoi sopravvivere stammi bene a sentire. Rimandiamo a dopo il dove ti trovi e il perchè ti trovi. Dimentica subito tutte queste cose e seguimi. Sei in grado di volare? »
Non rispondo e mi limito a guardarla con uno sguardo incerto, non sapendo dare una risposta. Lei sembra ormai già abituata a capire il significato dei miei silenzi, e così riprende a parlare.
« Giusto! che domanda stupida, sei appena arrivato, non puoi saperlo » Dopo una breve pausa di riflessione riprende. « Però posso dirti una cosa. Per quanto tu non lo conosca posso dirti che quel corpo che ti sei ritrovato sembra avere molto potenziale. Ora, cercherò di dirtelo con parole il più comprensibili possibile. Quello che hai fatto poco fa è qualcosa di straordinariamente difficile per chiunque qui. Il fatto che tu ci sia riuscito significa che se riesci a conoscere il tuo nuovo corpo sarai capace di qualsiasi cosa qui. Ora.. sei in grado di spiegarmi come sei arrivato fin qui e quali sono le circostanze che ti hanno permesso di attivare la tua forma FULLDEMON? »
« FULLDEMON? questa parola non mi è nuova » Rispondo per poi pensare a dove l'ho sentita. « Intendi la forma che ho assunto prima per affrontare quegli esseri?».
« Angeli » mi corregge lei.« Quelle creature, come tu le chiami, sono Angeli, e qui saranno tra i tuoi nemici peggiori, e c'è anche di peggio. Comunque si, la forma che hai assunto è quella che chiamiamo FULLDEMON ». Detto ciò si allontana di qualche passo per poi girarsi nuovamente verso di me. « Sta a vedere ». Detto questo inala una gran quantità d'aria e distende completamente il suo corpo, come a lasciarlo alla merce del vento. Punta lo sguardo in alto, come in uno stato di trance, e subito dopo percepisco qualcosa appesantirsi nell'atmosfera, e le ragioni di questo fenomeno si presentano immediatamente davanti i miei occhi.
La forma relativamente umana della ragazza che fino a pochi secondi fa era davanti a me cambia radicalmente in meno di un secondo. Il corpo sinuoso di pochi secondi fa si allunga in una maniera disumana, e ad esso si aggiungono 4 braccia aggiuntive a quelle presenti da prima la trasformazione. Ma i dettagli più inquietanti riguardando le sue braccia primarie che si traspormano in raccapriccianti lunghi uncini di colore verde, ma la cosa peggiore è il suo volto. I lineamenti umani lasciano spazio ad un inquietante volto che sembra una via di mezzo tra quello di un essere umano e quello di una.. mantide! Come il suo nome.
Completata la raccapricciante trasformazione mi rugisce contro, e per quanto sia palese che lo stia facendo per fare scena, il ruggito è terrificante. Indietreggio terrorizzato, ma mi fermo non appena vedo che ha ristabilito in un istante la sua forma originale. L'azione tuttavia non è sufficiente per impedirmi di cadere all'indietro.
 « Di cosa ti stupisci? ti aspettavi che mi traspormassi in una bella figa in abito da sera? » Mi dice ciò con uno sguardo divertito e provocatorio, « E poi, hai fatto lo stesso poco fa »
« O no! non credo proprio » Rispondo « La mia forma non era così.. come dire..» Prima che possa rispondere riprende lei la parola.
« Mostruosa? puoi dirlo, non mi offendo mica. Qui tutti sono cosi. Siamo tutti delle anime dannate, e i nostri corpi una volta giunti qui assumono una forma le cui caratteristiche sono legate a vari elementi, tra cui il tipo di persone che eravamo in vita, ma sopratutto il modo con cui siamo morti. E poi se la tua forma non era così mostruosa come dici allora significa semplicemente che non l'hai attivata completamente. Le forme FULLDEMON non sono mai piacevoli da vedere. Mai! credimi »
Con queste sue parole inizio a mettere insieme i pezzi, e la cosa non mi rassicura.
« Qui siamo tutti dei mostri. Le persone che incontrerai saranno nella maggior parte dei casi molto affascinanti. Questo miscuglio di caratteristiche umane e caratteristiche non umane rappresenta la nostra forma base. Un equilibrio tra la nostra forma dannata, o demoniaca se vuoi, e la parte umana ormai perduta che mai più rivedremo. Non puoi tornare umano, ma se vuoi puoi abbandonarti completamente al tuo lato demoniaco, riducendo quel poco di umano che ci è rimasto. Abbandonarci alle nostre emozioni negative per accrescere il nostro potere. Dovrai farci l'abitudine, anche perchè sarai più volte costretto a farlo se vuoi sopravvivere qui ».
Mentirei a me stesso se dicessi di non aver capito. Sono morto, come tutti qui, a quanto pare, e per quanto sia molto diverso da come me lo aspettavo, questo luogo in cui mi trovo dovrebbe essere quello che è conosciuto come l'inferno.  « Ho capito, Mantis » Rispondo con un tono rattristato e sconfitto. « Se quello che dici è vero allora, io sono morto no? »Annuisce, senza mostrare la minima emozione, come non  fosse la prima volta che da questa brutta notizia a qualcuno. Dopo ciò continuo « Cosa dovrei fare qui adesso? »
Dopo le mie parole il suo sguardo si trasforma in un sorriso serio. « Spiegami tutto ciò che hai visto e che cosa hai fatto fino ad ora »
Dopo queste parole, ci dirigiamo all'interno di un buco nell'edificio, per evitare altri attacchi da parte di questi ''angeli''. Ci sediamo quindi in quella che sembra essere stata una grossa soffitta, e dopo essersi accesa una sigaretta Mantis mi fa cenno di iniziare a raccontare.
*
Dopo circa 10 minuti ho raccontato a Mantis per filo e per segno tutto ciò che è successo fino ad ora. Cercando anche di spiegarle con precisione  le circostanze emotive e fisiche che mi hanno portato ad attivare quella che loro chiamano FULLDEMON.
 « Capisco, ha perfettamente senso. Quindi sei un demone Bumblebee, e questo spiegherebbe le circostanze di attivazione della tua FULLDEMON. Può capitare effettivamente che quando non si conoscono ancora le caratteristiche del proprio corpo demoniaco questo può attivarsi in base a circostanze come quella che tu hai vissuto poco fa. Non penso sarà difficile per te apprendere come attivarla. Per quanto riguarda la tua mancanza di ricordi non devi preoccuparti, capita a molti dopo essere arrivati qui. Riavrai presto il tuo nome e i tuoi ricordi »
Detto questo schiaccia l'ennesima di una lunga serie di sigarette e si alza in piedi.
« Andiamo fuori. Le mie ali sono presenti anche nella mia forma demoniaca standard, ma a quanto pare nel tuo caso si tratta di una caratteristica che esula dalla tua forma base. Ciò significa che dobbiamo riattivare la tua FULLDEMON »
L'idea non mi alletta per niente, ma a quanto pare non abbiamo altra scelta.
« Attivarla è più semplice di quanto tu possa pensare. Rilassa il corpo, ripensa a quanto ti è successo, e ricordati che stai facendo tutto questo per sopravvivere. In futuro ti verrà naturale e potrai attivarla in qualsiasi situazione »
Faccio come mi dice, ma non succede nulla. Senza quindi aspettare mi limito a riprovare. Nel mentre lei continua a parlare.
« Comunque è molto curiosa l'altra abilità che hai ricevuto. La rigenerazione è una caratteristica piuttosto utile. Ti sarà utilissima per sopravvivere, ma ti causerà molte sofferenze. Non so come tu l'abbia avuta, ma in qualche modo potrebbe essere legata a chi eri quando eri in vita, o forse al modo con cui sei morto »
Ciò che dice non necessità di una risposta e mi limito a continuare ciò che stavo facendo. Rimango lì fermo, mentre Mantis imbraccia il fucile sorvegliando il cielo per evitare sorprese improvvise. Dopo circa 3 minuti inizio a vedere qualcosa, o meglio, a sentire qualcosa.
Vengo inondato da una valanga di sensazioni, miste a ricordi sbiaditi e distorti come il film di una vecchia videocassetta la cui pellicola ha subito l'effetto del tempo.
Non riesco a soffermarmi abbastanza su questi ricordi da poterli visualizzare, ma sento che qualcosa sta arrivando, perchè il mio corpo sta cambiando.
Apro gli occhi e mi giro verso Mantis, noto che è più piccola rispetto a prima, quando presentava un'altezza superiore alla mia, e questo può significare solo che sono io ad essere cresciuto.
Mi accorgo successivamente che il suo sguardo è completamente stravolto, come se avesse visto qualcosa di terrificante. Il che è ironico visti i discorsi fatti fino a poco prima. Si ricompone e riprende a parlare « È Meglio che non ti giri. Ci sono un sacco di vetri rotti in cui potresti specchiarti dietro di te, e questa è la tua vera FULLDEMON. Per ora penserei ad allontanarmi da qui. Non tutti rimangono sani mentalmente dopo aver visto la loro FULLDEMON. Non voglio spaventarti, ma sei davvero terrificante. Però.. ti dirò.. la tua forma ha anche un suo fascino in qualche modo. Non sperare però che questo possa aiutarti più di tanto » Detto questo apre le ali e mi fa cenno di seguirla.
*
Voliamo per circa 10 minuti. Mantis mi ha detto di volare più in alto possibile, in quanto i demoni capaci di volare sono in numero nettamente inferiore rispetto a quelli che non possono farlo. Questo fa si che gli angeli si concentrino nelle zone basse dell'inferno, e raramente volano, se non per tornare da dove sono venuti o, nel mio caso, per inseguire un demone capace di volare.
« Siamo arrivati! possiamo iniziare a scendere » Mi dice Mantis iniziando ad abbassarsi di quota. La seguo e giungiamo su un enorme terrazza piena di vegetazione, che seppur devastata mantiene comunque un certo fascino. L'entrata all'edificio su questa terrazza ha una grossa insegna. Sembra una sorta di locale. La scritta recita ''Babylon Nest''.
« Che posto è questo Mantis? »
« Vedrai » Senza dire altro scosta le tende facendo cenno di entrare.
Entro, non prima di essere tornato alla mia forma base.
Una volta dentro ciò che mi trovo davanti riesce piacevolmente a stupirmi, nonostante il disordine. Sembra essere un pub, molto ben arredato. Nei materiale c'è una prevalenza di legno, il tutto dipinto con dei colori che fanno risaltare un atmosfera di verde nelle sue varie sfumature. Quà e là sono presenti statue e quadri. Alcune rappresentano riproduzioni di insetti in miniatura, altri spaziano dal demoniaco al religoso e creano un piacevole  contrasto che aggiunge ulteriore colore all'arredamento. « Il proprietario ha buon gusto vedo »
 « Pff! A me personalmente fa solo venir voglia di vomitare » mi risponde Mantis senza limitarsi nel nascondere il suo pensiero. Dopo ciò si toglie il fucile dalle spalle per gettarsi su uno dei tanti divani presenti nell'ampia area del locale.  « Fergus non si arrabbierà se stiamo qui per un po', credo. In ogni caso posto più sicuro di questo non esiste per noi in questo momento. Gli angeli vanno a caccia si, ma di solito non penetrano mai dentro  gli edifici. Anche se hanno l'entrata a portata di mano »
 « Chi è Fergus? »
 « Il proprietario del locale, non è forse ovvio? » Mi risponde con tono quasi seccato, accendendosi un'altra sigaretta.
Dal tono con cui ha risposto deduco che deve essere stanca, il che non mi stupirebbe dopo una giornata così. Mi diriggo leggermente verso l'uscita, guardando l'esterno.
Mantis mi ha spiegato che qui una volta all'anno gli angeli invadono la città facendo stragge di anime. Aveva proprio ragione, direi ho scelto il giorno sbagliato per morire.
Questo posto in generale a primo impatto non mi trasmette molta speranza. Il cielo è rosso, così come il sole e la luna. Ovunque qui prevale il rosso. Non mi interrogo molto sulle mie possibilità di sopravviverere o morire, quanto piuttosto su come dovrò ridimensionare la mia quotidianità, in questo mondo cosparso di sangue.
Mi giro nuovamente verso l'interno del locale per vedere che Mantis non è più sopra il divano e guardandomi intorno noto diverse porte aperte che fino a poco fa erano chiuse.
*
Passati circa 5 minuti vedo Mantis uscire da una delle porte con in mano quelli che sembrano dei vestiti.
« Hai addosso solo un paio di pantaloni stracciati, dovresti cambiarti» Dice porgendomi una pila di vestiti. « Inoltre dovresti farti una doccia. Anche se non sei ferito puzzi tremendamente di sangue e di vomito»  A pensarci non posso darle torto.
« Se vai verso quella porta troverai uno spogliatoio. Lo usano i camerieri. per ogni evenienza hanno sempre lasciato qualche vestito di riserva. Inoltre, nella stessa stanza c'è un altra porta, lì troverai il bagno con una doccia »
Questo cambio di atmosfera è molto piacevole, ma una domanda mi sorge comunque spontanea.
« Perchè mi stai aiutando Mantis? » A questa domanda mi guarda con un'espressione confusa, tendendo ancora una sigaretta accesa nella bocca. Alzando il braccio mi fa cenno di dare un'occhiata intorno.
Seguendo il suo consiglio mi accorgo delle varie foto sparse per il locale, letteralmente ovunque, a volte anche attaccate ai portatovaglioli presenti sui tavoli. Una cosa hanno in comune tutte queste foto, i soggetti in esse sembrano essere tutti dei demoni insetto, e tra loro è presente anche Mantis.
« Sei un mio simile. Non lascio mai indietro i miei simili. Nemmeno quando sono dei ragazzini appena arrivati che sarebbero solo di peso » Mi dice tutto questo senza un minimo accenno di sorriso. Mantiene una faccia seria, mentre continua a fumare la sua sigaretta. « E poi, sei il primo caso che vedo di demone bumblebee. Ne ho visti tanti di demoni insetto, formiche, farfalle, scarabei, addirittura una volta vidi qui nel locale una bellissima demone falena. Ma fidati, non ho mai visto un demone con le tue caratteristiche. Qualche vespa forse, ma un bumblebee.. mai »
« Ti ringrazio Mantis, non so come ringraziarti »
Senza aggiungere neanche un sorriso mi butta in mano la serie di vestiti che mi aveva prima mostrato.
« Spero ti stiano bene, sono andata un po' a occhio con le misure. Sei piuttosto magro, probabilmente ti starebbero bene anche i miei vestiti» Dice scherzosamente. Aggiunge poi « Se non dovessero starti cerca nello spogliatoio. Ce ne sono diversi »
Senza aggiungere altro, la ringrazio nuovamente e mi dirigo alla porta da lei indicata.
Noto con mio grande piacere che lo spogliatoio presenta la stessa cura nell'arredamento che aveva la sala principale del locale, il che è molto piacevole. Identifico velocemente quella che sembra essere la porta del bagno. Entro chiudendomi la porta alle spalle. Sono contento di notare che anche il bagno è ben arredato e in linea con le altre stanze, ma a questo punto lo stupore lascia spazio al desiderio di ripulirmi, e vedendo che nel bagno c'è tutto il necessario non perdo tempo e mi tolgo ciò che indosso per entrare nella doccia.
*
Con il getto caldo dell'acqua che mi cade sulla testa riesco a trovare un momento per pensare.
I miei ricordi sono ancora molto confusi, eppure mi sembra di vedere qualcosa. Vaghi ricordi dove riesco ad inquadrare elementi che posso ricondurre soltanto ad un ambiente scolastico, un college nello specifico.
Si, adesso ricordo.. ero uno studente, tanto brillante quanto lento nei miei studi. Prima di entrare al collegge avevo diversi amici, ma poi una volta entrato ho iniziato la mia discesa verso un vortice di autodistruzione.
Prima di ciò sono sempre stato molto negligente nel prendere in mano la mia vita, e non mi sono mai concentrato veramente sul futuro. Vedevo il mondo come un immenso ammasso di nichilismo che nulla aveva da offrirmi. Neanche tra i miei pensieri riuscivo in qualche modo a sentirmi attivo. Ma da quanto vedo non ero un misantropo solitario, tutt'altro, ma anche nei vari rapporti che caratterizzavano la mia vita sociale non riuscivo a trovare ciò che stavo cercando. Ma esattamente cosa cercavo? forse non l'ho mai capito nemmeno io. Neanche nella mia vita sentimentale sono riuscito a sentire di aver trovato qualcosa, anzi questo è probababilmente il tasto più dolente della mia vita. Non riesco ancora a vedere bene i dettagli, ma ciò che riesco a sentire in questo momento sono le frustrazioni di anni di maltrattamenti e anaffettività da parte di una persona che tutt'altro era che affettuosa.
Le uniche volte in cui mi sembrava di avvicinarmi a ciò che ho sempre cercato era tramite le arti, con i libri sopratutto, ma anche in questo caso ho vissuto il tutto passivamente. Non sono mai stato creatore, solo fruitore.
Chiudo l'acqua e esco dalla doccia. Allo specchio riesco ora a vedere il mio corpo nudo per intero. Quando sono arrivato qui questa era l'unica cosa che a malapena riuscivo a ricordare, e adesso è effettivamente qui, proprio come lo ricordavo, ma solo nelle caratteristiche umane che ha conservato. Tali caratteristiche soffocano di fronte all'invasione di qualcosa che ha turbato profondamente la loro umanità. Il corpo magro, moderatamente tonico, dalla pelle pallida lascia ormai spazio ad un corpo bianco-grigiastro e lievemente muscoloso dove alcune zone sono coperte da questa peluria che ricorda il pelo di un bumblebee. Per non parlare dei colori innaturali dei miei capelli e degli occhi. Dovrei essere  turbato forse, ma a ben pensarci, non mi dispiace poi più di tanto.
Dopo essermi asciugato provo i vestiti che Mantis mi ha dato, ma mi accorgo subito che la maglietta che mi ha dato mi sta troppo larga. Come mi aveva consigliato mi metto quindi a cercare tra i vestiti dello spogliatoio, e trovo una bella camicia verde della mia misura, che abbinata al pantalone nero datomi da Mantis genere una bella combinazione di colore.
Metto un paio di stivali presenti nella stanza e sono pronto, ma ho notato una cosa curiosa. Alcuni di questi sono in tutto e per tutto vestiti di fabbricazione umana, e si capisce dal nome delle marche sull'etichetta, il che è piuttosto curioso.
*
Torno nella sala principale del locale  per  trovare Mantis seduta davanti al bancone intenta a bere qualcosa da un grosso boccale fumando la sua solita sigaretta.
Non appena si accorge di me sorride alzando un sopracciglio, per poi togliersi la sigaretta dalla bocca.
« Ah però! ottima scelta, ti sta bene. Potrei quasi dire che ora sei davvero un bel demone » Ciò che dice mi imbarazza, ma non abbastanza da farmi distogliere lo sguardo. «Comunque sul serio, bell'abbinamento»  e io rispondo
« Bhè si, quelli che mi hai dato non mi stavano proprio bene, così ho scelto qualcos'altro basandomi sui colori del locale ma.. hey aspetta un attimo! non avevi detto che il locale ti faceva vomitare?! » detto questo lei scoppia a ridere
« Non lo negherò, non apprezzo questi colori sul locale, ma devo dire che su di te stanno piuttosto bene. Devi cavartela bene con gli abbinamenti, eri forse un pittore? » Chiede scherzosamente
« Apprezzavo le opere darte, ma non sono mai stato un creatore, solo fruitore. è stata una cosa molto passiva »
« Capisco » Detto questo, Mantis si appoggia con il mento al bancone fissando le bottiglie davanti a lei.
« Se ricordi questo direi che hai recuperato la memoria no?» continua lei.
« Non esattamente. È tutto molto confuso, ma ho ricordato alcune cose »
« Il tuo nome? lo hai ricordato? » mi chiede, riportando lo sguardo verso di me.
« Si » guardo verso la finestra e mi diriggo in quella direzione, fissando l'esterno. « Elias. Il mio nome era Elias »
Mantis sorride sorpresa.
« Nome raro, una variante del nome Elijha. Mi piace. E sai da dove vieni? »
« Americano »
« Uh, come me »
« Naturalizzato Americano. Sono di origine europea, nello specifico italiana. I miei genitori volevano costruirsi una vita negli Stati Uniti, lo volevano da tanto tempo. Il nome che mi hanno dato non è certamente italiano. Probabilmente la loro scelta rispecchia questo loro desiderio.
Ma adesso, nonostante le incertezze che ho davanti penso che forse dovrei ricominciare da capo. Mi serve un nuovo nome »
« Hey! siamo all'inferno. Non è il luogo ideale dove ricominciare »
« Non ho mai pensato che lo fosse, però vedi.. Non riesco a capire se ho davvero perso o guadagnato qualcosa. Si lo vedo, questo posto non è di certo quello che molti definirebbero un'occasione per ricominciare, ma vedi.. Non so quanto la vita che ho condotto prima di finire qui mi abbia portato a qualcosa. Ovunque io sia, nel fuoco dell'inferno, o tra le nuvole del cielo devo trovare il modo di adattarmi e trovare ciò che prima non ho trovato »
Mantis sgrana gli occhi incuriosita dalle mie parole. « E che cosa stai cercando? »
« Me stesso, niente di più »
Lo sguardo di Mantis si fa ancora più serio.
« Questo è l'inferno, la priorità è sopravvivere. Si è vero, se ti impegni, se diventi forte puoi anche avere qualche possibilità di vivere un po' di tranquillità, ma siamo pur sempre all'inferno. Quando andrai a dormire la notte, che tu sia solo o dolcemente accompagnato non potrai mai avere la certezza che ti sveglierai per poter vivere il giorno successivo. Credi veramente di poter trovare ciò che cerchi in tutto questo? »
« Forse non so neanche io cosa sto cercando. Il mio obiettivo di prima è solo una supposizione »
Allo sugardo serio di Mantis si aggiunge una nota interrogativa, e nel mentre io continuo il mio discorso.
« Dico di star cercando me stesso, ma vedi Mantis, questo può significare molte cose. Ora sul momento l'unica cosa che mi viene da pensare è cercare quella vita che quando ero vivo non ho mai avuto, ma anche allora non ho mai capito cosa volessi veramente. Ma sai una cosa? »
Mantis alza la testa, con un certo interesse nella mia risposta.
« Forse tutto questo è proprio l'occasione per scoprirlo. Inizierò un passo alla volta, da adesso. Da oggi avrò un nuovo nome »
Mantis sorride con un espressione mista tra il divertito e l'approvazione.
« Da oggi non sarò più Elias. Il mio nome ora è Silas »
« Nome biblico » Mantis si sorpende della scelta « Lo hai scelto per qualche motivo in particolare? »
« Non esattamente. O meglio, solo per assonanza. Somiglia al mio vecchio nome. Mi servirà per ricominciare, ma senza scordarmi chi sono stato. Tutto qui »
Mantis ha ascoltato con attenzione ogni mia parola dall'inizio alla fine, ma dopo la mia ultima affermazione cambia espressione. Da prima sembrava avesse un espressione curiosa, quasi compiaciuta, e forse, in qualche modo, anche di ammirazione. Ma ora l'espressione che vedo sul suo volto è completamente seria.
« Mi sembri molto sicuro di te, e questo non può che tornare a tuo vantaggio, ma sai come si dice, è più facile a dirsi che a farsi » Ciò che dice Mantis suona severo, eppure non sembra essere intenzionata a tarparmi le ali, ma piuttosto a lanciarmi un avvertimento. « So che non sei stupido, ma te lo ripeterò. Ti trovi all'inferno, la quotidianità qui è morte e distruzione » Detto questo fa una piccola pausa, girandosi a guardare fuori dalla finestra con un'aria rattristata. « Lo hai anche visto poco fa. Hai rischiato grosso, lo hai capito? E anch'io. Prima di salvarti, durante il mio tentativo di tirarti fuori da quella situazione e volando con te fin qui » Mantis si volta nuovamente, guardandomi con uno sguardo diverso. « Ma lo riconosco. Hai le palle ragazzino»
Trovo piuttosto strano che mi dia del ragazzino come se fosse più grande di me quando sembra avere esattamente la mia età. Eppure, a pensarci, da come parla a volte mi sembra di interagire con una donna molto più grande di me.
« Forse con la tua determinazione e i poteri che ti ritrovi potresti avere una possibilità, ma ti servirà una guida » Termina la frase con un sorriso compiaciuto. « Non lo faccio con tutti, ma tu sei un caso speciale » Allunga una mano verso di me, come per offrirmela.  « Lascia che ti insegni come non farti ammazzare. Sono qui da molto tempo sai? »
L'espressione di Mantis è cambiata nuovamente, mostrando un accenno di fiducia nei miei confronti. Mi stupisce come questa ragazza abbia la capacità di mostrare inaspettatamente tutti questi volti, questo la rende quasi imprevedibile, ma credo di potermi fidare di lei. Dopotutto, mi ha salvato la vita.
Ricambiando il sorriso mi avvicino a lei, e dandole la mano accetto la sua proposta. « Tutto questo è impagabile Mantis, davvero. Ti ho già ringraziato molto e probabilmente suonerò ripetitivo. Grazie di tutto, e spero di potermi rendere utile anch'io. Dovrò pur ricambiarti in qualche modo »
Ci scambiamo un'intensa stretta di mano con entrambi un sorriso di approvazione stampato in faccia. A quel punto, afferra un boccale e me lo passa.
« Direi che possiamo suggellare il tutto con una bevuta » Dice Mantis alzando il suo boccale, ma guardando all'interno di esso noto che si tratta solo di acqua.
« Un brindisi con dell'acqua? » Le lancio uno sguardo divertito e perplesso.
« Iniziamo da subito a imparare qualcosa allora. Avrai molte occasioni per bere qui all'inferno, sempre che tu gradisca la cosa » Proprio come prima, passa da un sorriso ad uno sguardo molto serio « In certe situazioni devi evitare qualsiasi cosa possa offuscare la tua mente e il tuo istinto » appoggia con decisione il boccale sul bancone « Qui bevono tutti come le merde! Vuoi unirti a loro? bene! Ma fallo al momento giusto, quindi non durante il giorno della purga, non mentre sei inseguito, e sopratutto cerca sempre di moderarti. Se sviluppi una dipendenza avrai delle spese in più da affrontare. Sta alla larga dalle droghe, sopratutto da quella merda di angeldust! è molto simile a quella che nel mondo umano chiamiamo cocaina. Quindi non sarà difficile riconoscerla. Se diventi un tossico, sei fottuto. Salvo che tu non abbia il denaro per sopperire alla tua dipendenza. E non mi sembra proprio il tuo caso »
Dopo aver ascoltato con attenzione tutto ciò che Mantis la mia faccia si fa seria, e le faccio cenno di aver capito. Detto questo sorride e riprende il boccale riproponendo il brindisi, ma non rispondo. Mi limito a guardare l'acqua presente nel mio boccale, finchè non alzo lo sguardo nuovamente verso di lei. « C'è del caffé qui per caso? »
Alla mia richiesta Mantis risponde istantaneamente con un sorriso di approvazione, per poi prendere il boccale dalla mia mano e dirigersi dietro il bancone.
*
Dovrebbe essere passata una mezz'ora circa, non di più. Mi trovo ad uno dei tavoli sorseggiando ancora il caffè con cui io e Mantis abbiamo brindato. Intanto ho anche dato un'occhiata tra i vari scaffali, così da poter curiosare tra i vari libri presenti nel locale. Tra questi c'è Delitto e Castigo di Dostoevskij. Non ricordo quante volte l'ho letto, ma non mi stanco mai di farlo, per quanto trovi un po' sgradevole il fatto che a volte sembra sia il libro a leggere me.
« Posso essere sincero? »

« Spara! » mi dice Mantis con la sua solita espressione incuriosita

« Questo caffè fa davvero schifo » le dico ridendo

« A chi lo dici » risponde ridendo a sua volta, per poi continuare « Se vuoi bere un buon caffè non farlo qui. Questa roba la compra fergus non so dove, ma conoscendolo su una cosa come il caffè andrà completamente a risparmio. Non mi stupirei se fossero fondi di caffè già usati messi ad essiccare per essere riutilizzati » Con questa battuta scoppiamo a ridere entrambi, finché Mantis non riprende la parola
« Hai alti standard vedo comunque. Scegli bene i vestiti, bevi chissà quale raffinato tipo di caffè e hai anche in mano un libro di Dostoevskij »

Sorridendo come per dirle che ci è solo andata vicino le rispondo « No non è così. Sul caffè di solito bevevo del semplicissimo espresso italiano. Sui vestiti mi sono sempre limitato con la spesa, è solo che quando sai vestirti bene automaticamente ciò che indossi sembra più costoso. Per quanto riguarda i libri sono io che dovrei farti una domanda » concludo tornando serio.

« Sarebbe? »
« Dostoevskij?» Le dico alzando il libro che ho in mano per portarlo nel suo campo visivo. «È un autore umano, e non è l'unico che ho visto tra questi libri. Inoltre  tra i vestiti ci sono delle marche proveniente dal mondo degli umani. Come arriva qui questa roba? »

Mantis mi guarda come a volermi dire che la risposta è ovvia  «Con i 2 metodi più vecchi della storia. Il contrabbando e la falsificazione »

La cosa mi sorprende

 « Qualcuno ha i suoi metodi per fare avanti e indietro dal nostro mondo a quello degli umani. Alcuni possono farlo legalmente, le succubi per esempio. Ma oltre loro c'è qualche furbetto che sfrutta questa cosa per  fare soldi. Ci sono molti modi per farlo. Il contrabbando è tra questi. A volte invece c'è qualcuno che si diletta a riprodurre ciò che conosceva nel mondo degli umani. Conosco dei demoni che qui si sono guadagnati da vivere facendo i sarti. Evidentemente alcuni di loro cercheranno di copiare marchi di successo che conoscevano nel mondo umano. Per quanto riguarda i libri alcuni topi di biblioteca si sono dilettati nel ricopiare, riscrivere e diffondere all'inferno alcune opere che in vita ritenevano importanti. Opere come quella che hai in mano » Conclude l'ultima frase indicando il libro.

Guardo meglio il libro ed effettivamente per quanto sia ben fatto mi accorgo che la rilegatura sembra cucita completamente a mano. E il titolo, anch'esso ben fatto, presenta comunque le imperfezioni  che rivelano la presenza della mano libera, e non una macchina da stampa.

« Qui comunque le opere che vanno per la maggiore sono 2. La divina commedia e la Bibbia. Alcuni credono di poter trarre da quest'ultimo libro importanti informazioni per poter raggiungere il paradiso »

L'ultima cosa suscista in particolar modo il mio interesse.
« E ci sono prove che avessero ragione? »

Risponde immediatamente ridacchiando « Niente di niente. L'unica cosa che mi viene in mente è quella pazza della principessa che pensa di poter aiutare le anime a redimersi. Gira voce che voglia aprire un hotel per dare supporto alle anime dannate e aiutarle a raggiungere il paradiso»

« Principessa? Hotel? » la prima in particolare mi stupisce. « C'è una monarchia qui? »

Mantis mi fa segno come per dirmi di rallentare « C'è molto che devi sapere e ti insegnerò tutto, ma andiamo con calma, con ordine, ma sopratutto.. » fa una pausa prima di completare la frase « per priorità » un'altra pausa. « Nemmeno il tuo o il mio passato è una priorità per ora amico mio. Ti ho chiesto il tuo nome solo per avere un appellativo con cui poterti chiamare, ma la nostra conoscenza la approfondiremo quando avremo tempo e garanzia di non essere uccisi »

Parla come se fossimo ancora in pericolo. « Ma ora siamo al sicuro no? »

« Solo perché la purga è quasi terminata, ma anche se uscissi da quella finestra affronteresti comunque un serio rischio »

Faccio cenno di aver capito col capo.

Sentiamo un forte boato provenire da quella stessa  finestra che Mantis aveva indicato poco prima. Lei alza velocemente lo sguardo e si dirige con cautela a vedere.
Scruta l'esterno con attenzione per poi girarsi verso di me.
« Come non detto, la purga è appena finita »

con ciò corre nuovamente verso l'interno per prendere il fucile che aveva lasciato sul divano « seguimi »

Eseguo quanto mi viene chiesto e ci ritroviamo sulla terrazza, e ciò che mi trovo davanti è uno spettacolo tanto affascinante quanto inquietante.
Una cifra incalcolabile di angeli è in volo diriggendosi verso un punto specifico del cielo.

Guardare il cielo rosso come il sangue sorvolato da questi immensi stormi di angeli mi ricorda dove sono finito, e mi fa prendere coscienza di come il tempo passato con Mantis fino ad ora sia stato un lusso incalcolabile.
Questo non è il paradiso, e può essere solo due cose in questo momento. La mia tomba oppure la mia casa.
Ho affrontato uno di quegli esseri, e probabilmente prima o poi dovrò rifarlo nuovamente. Per quel giorno, dovrò essere pronto.

I miei pensieri vengono però improvvisamente interrotti da un colpo di fucile che mi distrugge le orecchie, ma prima che possa girarmi vedo davanti a me un angelo cadere esanime. Solo dopo ciò mi giro verso Mantis, che piazza in rapida successione altri 2 colpi, e i versi provenienti dal cielo in risposta mi fanno pensare che i colpi siano andati a segno.

« Sei impazzita!?! Ci vedranno! Non hai visto quanti sono!? »  Quando Mantis si gira verso di me mi accorgo di aver parlato troppo.
È visibilmente seccata e da quel poco che so su di lei sento che sta per fare una mossa imprevedibile, e infatti mi si avvicina continuando a guardarmi seccata, per poi mettermi il fucile tra le mani.


« Parli come se fossi qui da più di me mi sembra. Forza fammi vedere come si spara. Sai come si usa no? »
Non ho mai amato le armi e l'idea di usarle non mi piace. Cerco di assumere il tono più rispetto possibile e le rispondo.
« Non ho messo in dubbio le tue capacità di tiro sto solo dicendo che il cielo è pieno di quei » mi interrompe « pensi davvero che sia così stupida? » fermandomi a rifletterci, effettivamente non mi aspetterei da lei una mossa così stupida, ma è troppo tardi per dirlo.
« Detesto gli angeli, con tutta me stessa. La fine di ogni purga è un momento in cui posso svuotare i caricatori su di loro senza alcun freno. Quando tornano da dove sono venuti non si girano neanche se gli spari. Ora forza! Prendi la mira e spara » conclude spingendomi ulteriormente il fucile in mano.

« Non sono un amante delle armi, onestamente non so come usarlo » prima che possa aggiungere altro mi prende le braccia per posizionarmele sul fucile.
« Così. Appena hai allineato le mire sul bersaglio premi il grilletto e hai fatto. È come usare una macchinetta fotografica. Apparte il rinculo ovviamente. Dopo che hai sparato tira questa leva per espellere il bossolo e sei di nuovo pronto a sparare »

Faccio come mi dice. Punto un angelo che mi sembra particolarmente più lento degli altri. Allineo le mire e premo il grilletto.
Il rinculo mi prende alla sprovvista, è più alto di quanto pensassi, e questo influisce sulla mia presa sull'arma, e come se non bastasse il forte suono dello sparo mi spiazza nuovamente influendo ulteriormente sulla precisione del colpo.
Manco il bersaglio.

« Riprova! » mi dice Mantis
Tiro la leva per ricaricare l'arma e riprovo. Il risultato è lo stesso. Dopo 3 tentativi però perforo di netto l'ala dell'angelo, facendolo precipitare al suolo.
La sua caduta è accompagnata da un urlo terrificante. Mi è difficile dire se fosse di rabbia, o di dolore. A seguirlo circa un centinaio di piume nere, che come a tracciare una scia alla sua caduta, lo precedono lentamente.

Sento da dietro una pacca sulla spalla
« Ben fatto. Non tanto per il tiro, sprecare 4 colpi per un solo nemico è inaccettabile, e dovrai restituirmi le munizioni sprecate » mi dice con tono a metà tra il severo e il soddisfatto. « Sei stato intelligente a scegliere il bersaglio più lento. Un angelo ferito probabilmente. Una decisione da stronzi » Mi da un'altra pacca sulla spalla «È così che si sopravvive all'inferno. Ben fatto, forse hai qualche possibilità» Detto questo si dilegua tornando dentro il locale, lasciandomi in mano il fucile.
«Fai un po' di pratica se vuoi. Dovrebbero esserci ancora 5 colpi dentro. Ma tieni il conto dei proiettili sprecati» Essendo girato non riesco a vederla, ma indurisce il tono per poi probabilmente girarsi verso di me « non sono una spesa accettabile » detto ciò, torna dentro.

Lì, da solo, con il fucile in mano, e nella mia testa l'immagine di quell'angelo che precipita al suolo mi danno da pensare.
Non provo niente per quella creatura, ciò che ho visto mi è sufficiente per odiarle. Ciò che mi disturba  è il modo con cui ho agito come fosse naturale. Mi sto già adattando all'inferno forse? Tutto ciò che vorrei evitare è di diventare un freddo assassino disposto anche a mettere in atto mosse discutibili pur di sopravvivere. Ma ciò non dipende da me.
Quando ci si trova con le spalle al muro si può capire veramente quanto la nostra etica abbia per noi valore. Ma poco fa non ero con le spalle al muro. Tutt'altro..
La mia paura non è orientata verso chi abita l'inferno, quanto piuttosto su chi abita dentro di me.

*

Rientro nel locale per vedere Mantis sdraiata sul divano intenta a fumare. Mi avvicino e appoggio il fucile argentato vicino a lei.
« che razza di arma è? Di certo questo non viene dal mondo umano »

Si gira verso di me e guarda il fucile per poi riportare su di me lo sguardo. « Non è neanche originaria dell'inferno se è per questo »

La cosa mi colpisce, e mi rende infinitamente curioso di sapere di più. Mantis sembra accorgersene e mi risponde.

« Per questo abbiamo tempo. È importante conoscere tutte le armi disponibili qui. Si tratta di un'arma da fuoco a punta benedetta. Viene dal paradiso »

« Come fai ad averne uno? »

« Circolano sul mercato nero più di quanto tu possa pensare. Sono molto comode a chi si trova ai piani alti. Non sono solo armi molto potenti, ma sono anche le uniche in grado di eliminare alcuni bersagli, per esempio i demoni reali »

Vorrei riaprire quest'argomento, ma non voglio rischiare di farla arrabbiare. Per quanto trovi maggiormente una perdita di tempo starsene seduti ad attendere. Forse è semplicemente stanca.

« Con i loro vari intrighi tra nobili evidentemente si troveranno spesso a dover eliminare alcuni dei loro oppositori. Ma come fai senza un'arma del genere? »

La cosa ha perfettamente senso.

Prima che Mantis possa aggiungere altro sentiamo la porta del locale aprirsi.
Per un attimo mi irrigidisco, ma vedendo che Mantis non sembra preoccupata do per scontato che non sia il caso di agitarsi.
Dalla porta esce un uomo molto alto e robusto. Presenta una pelle bianco giallastra, squamosa e umida, e sulla sua testa, priva di caratteristiche umane sono presenti due lunghe antenne. Un demone lumaca? Certamente si. Non posso dire che sembri totalmente innucuo, ma di certo ispira più fiducia di qualsiasi altro essere incontrato fino ad ora. Forse anche più di Mantis stessa.
Poco dopo essere entrato mi nota. Le sue caratteristiche facciali non mi consentono di
capire la sua reazione. Almeno non finché non apre la sua bocca di lumaca.
« Mantis!! Ho capito che eravamo nel bel mezzo della purga, ma mi sembra di averti già detto di non portare i trovatelli qui al locale! » aa? Quindi non è la prima volta che Mantis porta qui qualcuno appena arrivato all'inferno? Non pongo la domanda, ma Mantis prende subito la parola.
« Questo è un caso a parte Fergus. Se per una volta decidessi di chiudere quella tua bocca da vecchia lumaca e aprissi un attimo gli occhi forse capiresti cosa, o meglio, chi hai davanti »
Mantis usa un tono di voce piuttosto aggressivo, ma sembra funzionare.
Quell'uomo designato con il nome di Fergus si avvicina a me e inizia a scrutarmi profondamente con lo sguardo, e lo capisco dal modo con cui dirige le sue antenne, o meglio, i suoi occhi, verso di me, guardandomi dalla testa ai piedi.
Mantis interviene, stavolta rivolta a me

« Silas, tirati su le maniche »
Credo di aver capito cosa abbia in mente, e obbedisco. Tiro su le maniche esponendo la folta peluria sui miei avambracci. Fergus la nota subito.
Emettendo quello che definirei un sorriso sorpreso a 32 denti di lumaca, Fergus riprende a parlare con un tono sorpreso e pieno di entusiasmo, ma non quello di un bambino, quanto piuttosto quello di uno scienziato con una nuova scoperta davanti ai suoi occhi.
 « Wow! Incredibile! Bombus terrestris eh? »
Mi accorgo subito che il nome che ha appena usato è l'appellativo scientifico con cui si designa il bumblebee, nello specifico quella famiglia delle varie specie a cui io dovrei appartenere.
Fergus continua « Sei il primo che vedo ragazzo »

 « Il primo demone Bumblebee? »

« Esattamente! » Continua per avvicinarsi ulteriormente per osservarmi meglio.
« È semplicemente incredibile. Dimmi un po' di te figliolo, cosa hai fatto in vita per diventare ciò che sei adesso? »

Sento dietro di noi Mantis che sbuffa, attirando lo sguardo. « Sei sempre il solito. Appena incontri un demone di una nuova specie delle nostre famiglie parti sempre per la tangente. Anche se 2 secondi prima mi hai rimproverata per ''Aver portato nel mio locale qualche trovatello'' » Dice Mantis cercando di imitare la voce di Fergus con fare provocatorio.

Vedo che Fergus sbuffa a sua volta con fare di sconfitta, per poi rivolgermi nuovamente la parola.« Mi chiamo Fergus. Devi scusarmi, come ha sottolineato Mantis.. » Allunga lo sguardo per guardare male la diretta interessata, suscitando in lei una risata di scherno « Tendo a essere molto diretto nel mio interesse quando incontro persone come te » Conlude la frase allontanandosi da me, camminando verso la parte del locale opposta al bancone, dove i muri sono tempestati di centinaia di foto di tutte le dimensioni. Si ferma lì davanti, guardando la parete. « Vedi, ragazzo, questo posto è qui in piedi da tanto tempo, ma le persone ad essere rimaste in piedi per altrettanto tempo sono poche » si gira per guardarmi di nuovo « Io e Mantis siamo tra queste persone »

Con queste parole oltre a comprendere meglio molte parole di Mantis mi accorgo anche di un altro dettaglio su tutte queste foto. In molte di esse sono effettivamente presenti Fergus e Mantis, ma del resto non riesco a capire quanti siano effettivamente presenti in un numero significativo di foto.

« Anche oggi con la purga probabilmente alcuni non torneranno » In quest'ultima frase percepisco una certa malinconia, ma allo stesso modo anche una sorta di accettazione.
« Ma non è la prima volta che succede, e la frequenza con cui molti dei nostri ci lasciano varia. E nonostante tutto, anche per loro, dobbiamo restare in piedi e andare avanti » Con queste ultime parole conferma quanto ho pensato.
« Questo non è solo un locale ragazzo, questo è il nostro luogo di ritrovo, un posto dove possiamo aiutarci a vicenda. Siamo una comunità »
« Risparmiati queste frasi motivazionali da 4 soldi per favore! » Mantis prende la parola « Taglia corto, ogni momento è prezioso qui. Lascia che tagli corto anche per quello che lui dovrebbe dirti. Si chiama Silas, e senza che tu glielo chieda, si, è forte. È     qui da qualche ora e ha eliminato da solo un angelo » Con queste parole Fergus sembra come non percepire l'aggressività di Mantis, e come nulla fosse torna da me « È vero ciò che dice? Silas? »

« Si » mi limito a rispondere.

Fergus sorride ancor più sorpreso di prima. « Puoi raccontarmi i dettagli ragazzo? » con queste parole Mantis fa per zittirlo nuovamente ma questa volta Fergus la precede « Eh no Mantis! Di questi dettagli ne ho bisogno, anzi, tutti ne abbiamo bisogno. E dopo, anche Silas lo capirà » Mantis si rassegna e si dirige fuori dalla finestra in procinto di accendere una sigaretta. Subito dopo Fergus sposta una sedia offrendomela per sedermi. Dopo aver accettato si mette seduto dall'altra parte del tavolo, ma non prima di chiedermi se gradisco qualcosa da bere. Al mio cortese rifiuto, a cui aggiungo il fatto che abbiamo già bevuto un caffè poco fa, Fergus stringe gli occhi, alternando lo sguardo da me alla finestra. « Cosa ti ha detto Mantis mentre bevevate il mio caffè? » A questa domanda non posso non trattenermi dal farmi uscire una piccola risata, e Fergus in risposta mi dice scherzosamente di lasciare perdere.
Dopo ciò inizio a raccontargli la mia storia, dal mio arrivo all'inferno fino allo scontro con l'angelo.

*
Fergus ha ascoltato ogni mia parola con attenzione dall'inizio alla fine.
« Ciò che hai detto ha senso. La tua trasformazione preceduta da quelle scosse di adrenalina che sono venute in tuo soccorso ricalcano il comportamento del bombus terrestris, o meglio, di tutti i bumblebee, con qualche piccola differenza » Annuisco « Vanno tranquillamente in giro in cerca dei fiori, e non attaccano nessuno se non vengono attaccati direttamente. Ma la parte più importante è l'uccisione di quell'angelo da parte tua » detto questo Fergus si alza per cercare qualcosa dietro il bancone. Torna dopo neanche 1 minuto con un grande barattolo, che appoggia davanti a me.
È vuoto, e lo spesso tappo di sugero che lo chiude è enorme.
« Ho bisogno che tu mi dia un po' del tuo veleno Silas, vedilo come un contributo alla comunità » passa poi da un volto serio ad un sorriso sincero « Non preoccuparti, se nè farà buon uso. è molto potente se è davvero riuscito a contribuire all'eliminazione di quell'angelo ».
Incuriosito decido di parlare « Non è un problema per me, ma posso sapere esattamente come pensi di utilizzarlo? e poi non so come produrlo, e dovrei assumere la mia forma FULLDEMON. Rischio di fare qualche danno al locale » concludo assumendo un sorriso insicuro.
Fergus non perde tempo per rispondere «Non preoccuparti per la seconda, ti aiuto io. Per quanto riguarda la prima, non nascondiamo nulla a nessuno qui. Probabilmente userò il tuo veleno per fabbricare qualche freccia avvelenata. Non prima di averlo testato però.
Molti di noi sono dotati di veleno, ma ognuno di questi ha caratteristiche differenti. Non posso sapere se il tuo manterrà la sua efficacia fuori dal tuo corpo. Potrebbe anche avere una scadenza entro il quale l'effetto potrebbe sparire o affievolirsi »

Non ho più dubbi, e credo di potermi fidare di Fergus. Sembra un brav'uomo, ed sembra molto più comprensivo di Mantis nonostante si sia mostrato severo appena entrato nel locale.
« Va bene Fergus » mi alzo la manica, nonostante la zona di nostro interesse sia la mano. Il gesto è venuto naturale come fossero degli esami del sangue. « Come intendi estrarlo senza che usi la forma FULLDEMON? »

Fergus prende la mia mano tra le sue e inizia a osservarla « IMmagino che prima Mantis ti avrà tarpato le ali dicendoti che alcune caratteristiche sono uniche di una o dell'altra forma. in generale è vero, ma di solito quasi tutti possiamo fare delle vie di mezzo portando nella nostra forma base alcune caratteristiche della FULLDEMON » dal modo con cui parla posso scommettere che avrà fatto questa cosa già 1000 molte. Preme leggermente sui miei polpastrelli «Hai detto che i pungiglioni escono fuori dagli spazi tra le tue nocche no? » Annuisco « Chiudi gli occhi, e cerca di visualizzare la struttura del tuo corpo. Da qui prova ad immaginare un'estensione di te stesso che parta dalle mani. Immagino che la sensazione che hai provato quando ti sei trasformato sia simile. Limitati però alle mani, e al corpo per intero pensaci solo all'inizio, o rischi di entrare nella forma FULLDEMON »

Faccio come mi dice, non prima di avergli chiesto di togliere le sua mani dalla mia, per la sua sicurezza.
Cerco di concentrarmi sul mio corpo, visualizzando tutta la mia struttura scheletrica partendo dalla testa ai piedi. Come farebbe uno scanner, passo ripetutamente dall'alto al basso, per poi dimenticarmi di questa struttura e passare per le mie braccia, arrivando in fine alle mani.
Passano i minuti mentre cerco di analizzare ed estendere la struttura delle mie mani, ma senza successo, ma ho un 'idea e cambio strategia. Mi dimentico anche della struttura delle mie mani, e cerco di immaginare solo le nocche. Questo mio spostamento si rivela utile, e inizio a percepire qualcosa all'interno delle mie mani, come delle nuove dita che attendono di uscire.
Mi sforzo di spostare verso l'esterno queste ''dita'' e d'un tratto percepisco un suono simile a delle lame che vengono sguainate. Sembra averlo sentito anche Fergus, perchè ha emesso una risatina vittoriosa.
« Ce l'hai fatta SIlas, puoi aprire gli occhi »
Faccio come mi dice e mi trovo davanti agli occhi i pungiglioni come me li ricordavo. portando la mia mano destra sul tavolo noto con mio grande sollievo che anche i pungiglioni su quella mano sono ricomparsi. Evidentemente richiedono più tempo per rigenerarsi rispetto alle ferite. Fergus lo nota.
« Sei fortunato ragazzo. Il tuo inspiegabile potere rigenerativo si estende anche sui tuoi pungiglioni »
Me lo dice con un sorriso che può essere ricolleggato solo a quello di un nonno che gioisce per la guarigione dei suoi nipoti. A ben pensarci Fergus porta molta positività nell'ambiente. Questo contrasta ancora di più con il modo con cui si è presentato.

Mi indica il barattolo con gli occhi e intuitivamente affondo i pungiglioni della mano nel tappo di sughero finchè non li vedo uscire dal lato opposto all'interno del barattolo.
Istantaneamente inizia a schizzare dai pungiglioni un liquido arancione in grande quantità, fermandosi solo a circa metà barattolo.

« Ho visto nostri simili produrre quantità spaventosamente superiori con un solo tentativo, ma non è male. Prova con l'altra mano »

Faccio come dice e ripeto l'azione con la mano destra, ma la quantità di veleno in questo caso è anche inferiore alla prima.
Guardo Fergus con uno sguardo di intesa prima di porgli una domanda « È possibile che che debbano ancora rigenerarsi e per questo producono una minor quantità di veleno? »

Fergus si mette le dita sul mento. « Potrebbe, ma può anche darsi che si siano danneggiate le ghiandole velenifere. E non mi stupirebbe visto che da come mi hai raccontato oltre allo spezzamento dei pungiglioni dopo l'impatto ti si sono rotte anche le osse della mano » lo sguardo di Fergus si fa molto serio, quasi severo. In totale contrasto con gli sguardi apprensivi di poco fa « Da oggi in poi devi stare molto attento. Questi danni potrebbero essere permanenti. Puoi rigenerarti si, ma se resti senz'armi è un problema »

Ciò che dice mi da da pensare. Da oggi in poi dovrò stare attento. In risposta a quanto detto guardo Fergus facendogli capire con lo sguardo che farò tesoro del suo avvertimento. Ma prima che uno dei due possa parlare veniamo interrotti da Mantis, appena rientrata.

« Per quello ci sono io » Ci giriamo entrambi verso di lei. « Ciò che dice Fergus è incompleto. In generale nessun demone dovrebbe mai fare affidamento su un solo tipo di armi, che siano esterne o interne al proprio corpo » Dicendo ciò riprende in mano il suo fucile come a volerlo portare alla mia vista « I colpi sono ancora tutti nel caricatore. Perchè non hai sparato prima? Quando ti ho detto di esercitarti prima era si un consiglio, ma avresti dovuto prenderlo come un ordine» Dopo questa frase si mette una mano dietro la schiena, come in cerca di qualcosa, e dopo circa 15 secondi tira fuori una fondina con dentro una pistola, che avvicinandosi mette sul bancone.
« Ti insegnerò a usare le armi, e inizierai con questa. Una beretta è perfetta per iniziare. Ottima per imparare e ancor di più per uccidere »

Fergus sembra approvare quanto dice, e sposta lo sguardo verso di me. « Su questo è lei l'esperta Silas e ti affido a lei. Del resto ha perfettamente ragione. Detta in altri modi devi sempre avere un asso nella manica. Anzi, possibilmente dovresti tenere sempre la tua arma più forte per ultima »

Queste ultime frasi di Mantis e Fergus chiudono per me un capitolo di questa mia nuova vita. Prendo la pistola con la fondina tra le mani, soppesandola. È pesante, come tutto ciò che ho appreso fino ad ora.
Mi alzo, senza dire una parola, dirigendomi verso il terrazzo. Da Mantis e Fergus, nessuna parola.

Mi fermo fuori, a guardare l'orizzonte con la pesante rivoltella in mano.
Gli angeli sono andati completamente e il cielo ora è libero. Guardando in basso noto che le strade si sono riempite di demoni, molti dei quali stanno raccogliendo i cadaveri di altri. È solo una sensazione ma.. non credo che lo stiano facendo per seppellirli.

Ad ogni passo sto prendendo coscienza di quanto sarà difficile la vita qui, ma non posso farci nulla. Per quanto io sia determinato le difficoltà non cambieranno.
Sono stato molto più fortunato di altri per aver trovato delle persone come Mantis e Fergus. Sembrano rare da queste parti.
Devo impegnarmi, non solo per me stesso, ma anche per loro, e per i nostri simili che non sono sopravvissuti.
Mi accorgo d'un tratto che nei miei pensieri ho pensato ''i nostri'', non ''i loro''. Mi sento già parte della loro comunità forse?
Questo è un motivo in più per rimboccarmi le maniche.
Ho anche altri obiettivi, devo ricordarmi chi ero. Ora sono Silas, e Silas rimarrò. Ma devo ricomporre i frammenti dei ricordi di Elias se voglio lasciarmi tutto completamente alle spalle.
Mentre penso questo mi accorgo che il sole rosso dell'inferno è sorto completamente, illuminandomi con un'intensa luce cremisi.
Mi slaccio la cintura per infilarla nella fondina della pistola, accettando tutto ciò che ho appreso fino ad ora. Dopo ciò, rientro nel locale.












   
 
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