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Autore: Calowphie    27/06/2022    1 recensioni
[Harry Potter AU]
Una semplice lettera apparentemente innocua, complicherà la vita di un gruppo di ragazzi con nulla in comune tra loro iniziando la ricerca di qualcosa perduta ricordata solo da quel fumo rosso sgargiante che brillava all'interno di una vecchia ricordella.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il pallido sole dell’inverno cercava di infilarsi tra le nuvole grigiastre che a volte passavano davanti a lui. Hogwarts sembrava essere intrisa di una strana e tesa atmosfera, come se tutti sapessero che sarebbe successo, di li a poco, qualcosa di brutto. Sophie stava tornando dal campo da Quidditch con la scopa in mano e ancora la divisa di Tassorosso addosso. Era affranta e non era per nulla soddisfatta della sua partita, avevano perso e lei si sentiva in colpa per quelle pluffe che non era riuscita a scacciare e che per poco non avevano colpito i suoi compagni di squadra. La ragazza sbuffò calciando un sasso che si trovava lungo il percorso che la portava all’entrata del castello per poi voltarsi appena, notando che nessuno la stava seguendo come sperava: “Sophie” sentì soavemente una voce qualche attimo dopo, provenire davanti a lei.

Sophie strinse appena gli occhi dato che la penombra coprì il volto del giovane dai capelli color caramello che l’aveva chiamata, la ragazza corse da lui come se tutta la tristezza che aveva provato fino a quel momento fosse sparita nell’istante in cui la voce  l’aveva raggiunta: “ Come è andata?” chiese non appena l’aveva tra le braccia stringendola forte fregandosene della scopa che aveva appoggiato alla schiena: “Per nulla bene” sostenne lei inspirando quel profumo che da sempre la calmava.
Sophie chiuse gli occhi percependo le grandi mani del ragazzo giocare con i suoi capelli corti e ondulati sentendo le sue dolci parole che la rincuoravano come nessuno mai riusciva a fare: il suo cuore sembrava sciogliersi ad ogni sillaba, il tono di voce calmo di lui sembrava miele ma perché, per qualche strano motivo, non riusciva a ricordare come si chiamava quel ragazzo che sentiva di amare? La Tassorosso alzò di scatto il viso riaprendo gli occhi venendo inondata dall’oscurità, non riuscendo a delineare bene il volto di chi le stesse parlando: “Va tutto bene?” la voce risultava ovattata e lei iniziò ad andare nel panico, ansimò guardandosi attorno disperata mentre lui cercava di calmarla e di capire che cosa le stesse succedendo. Sophie scosse la testa velocemente, coprendo le orecchie con le mani lasciando cadere la scopa sul percorso di ghiaia in cui si trovava: non voleva sentire più la sua voce, aveva paura. Perché non vedeva gli studenti? Cosa le stava succedendo?
 
 
Con il respiro affannato e il sudore che le imperlava la fronte, Sophie si alzò di scatto a sedere sul letto spostando le coperte che sembravano bloccarle l’aria. Immediatamente si guardò attorno cercando di capire se vedeva i volti delle sue compagne di stanza e, con suo grande sollievo, li vide tranquilli e sereni che ancora dormivano soavemente dato che l’orologio segnava le tre di notte. La ragazza sospirò cercando di recuperare il respiro passando le mani davanti al volto e asciugandosi appena il sudore: come mai quell’incubo le sembrava così reale come se fosse qualcosa successo nel suo passato?

Sophie appoggiò la testa al cuscino sentendolo leggermente bagnato a causa delle lacrime che aveva versato durante il sonno, lo girò per poi nascondere la mano sotto la guancia cercando di riaddormentarsi chiudendo a forza gli occhi anche se il suo cuore batteva velocissimo: l’unica cosa che le tornava alla mente era il volto annebbiato e la voce di quel ragazzo che stranamente la stavano calmando anche ora che non lo aveva accanto,  mentre la ricordella che aveva appoggiato sul comodino qualche ora prima non smetteva di brillare di un forte rosso accesso.
 
 
La mattinata non era iniziata nei migliori dei modi nella sala comune di Serpeverde dato che qualcosa stava disturbando la quiete di tutti i ragazzi che si svegliarono di soprassalto correndo fuori dalle loro stanze trovandosi faccia a faccia con i loro prefetti, anch’essi spaesati da quei rumori decisamente non quotidiani; quei suoni facevano venire la pelle d’oca, sembravano degli ululati dati dal soffio forte del vento che passava tra gli spifferi del castello.  Emy teneva le mani lungo i fianchi stringendo l’orlo della camicia da notte mentre aspettava, come tutti gli altri, una qualche spiegazione di quei suoni che la facevano sobbalzare ogni volta che si sentivano: “ Sarà qualche strano scherzo di quei ragazzi del terzo anno” sbuffò una ragazza più grande di Emy che si trovava accanto a lei, aveva le braccia incrociate al petto e picchiettava il piede sul pavimento irritata dal fatto di essere stata svegliata di soprassalto: “Lisa abbassa la voce, è pur sempre mattina presto” ammise la sua amica dai capelli mogano che si trovava affianco: “Pensate davvero che sia uno scherzo?” chiese un prefetto avendola sentita, facendogli alzare un sopracciglio zittendosi immediatamente dopo come tutti gli altri, percependo nuovamente quell’agghiacciante sibilo che fece venire la pelle d’oca a tutti e un lungo brivido freddo che gli percorse la schiena, come se qualcuno gli sussurrasse dietro l’orecchio.

Emy abbassò lo sguardo stringendo ancora di più le mani cercando di scacciare via il pensiero di sua madre che stava iniziando a torturarla; qualcuno le mise la mano attorno alla spalla stringendola appena facendole alzare lo sguardo incrociando gli occhi verdi della ragazza di poco prima: “Tranquilla, vedrai che non è nulla di strano, a volte ad Hogwarts si sentono rumori particolari ma poi sappiamo che non è niente di grave” ammise con un dolce sorriso, rasserenando appena il cuore della minore: “Lisa ha ragione! Mi ricordo che l’anno scorso alcuni studenti del coro hanno perso i loro rospi e li sentivi gracidare ovunque” affermò un ragazzo dai capelli arancioni sbucando dietro di lei: “Sono Jimin, piacere” sostenne con un gran sorriso, allungando la mano verso di lei che ricambiò il gesto: “Io sono Emy e sono del secondo anno” si presentò vedendolo sorridere di più: “Io sono Lisa e lei è la mia amica Christie e siamo all’ultimo anno. Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere” sorrise mentre la rossa salutò muovendo la mano, mentre mentalmente Emy li ringraziò per averla distratta da quei pensieri ostili che stavano riaffiorando.

Mentre il piccolo gruppo appena creato stava chiacchierando tranquillizzandosi a vicenda, gli strani rumori sembravano essere scomparsi dal nulla così come erano arrivati: “Sembra che il problema sia stato risolto” iniziò uno dei prefetti alzando la voce attirando l’attenzione di tutti: “ Tornate pure nelle vostre camer-“ la voce fu fermata da un ragazzo del primo anno che urlò  indicando il lago nero fuori dalla finestra che si stava gelando, sulle finestre iniziarono a crearsi dei piccoli ghiaccioli e il vetro era pieno di crepe congelate, il fuoco si spense e la  luce svanì e rimase quella flebile di qualche bacchetta che, prontamente, venne accesa con Lumos: “ State vicini!” esclamò un prefetto mentre Emy si avvicinò a Jimin che la prese per il polso e la portò dietro di lui per proteggerla: “Non può essere vero” sussurrò Lisa mentre scuoteva il capo notando una piccola nuvoletta uscire dalla sua bocca a causa della temperatura calata nella stanza. Christie cercava di calmare l’amica rassicurandola sentendo gli strani rumori tornare ma, velocemente, qualcuno entrò dalla porta urlando “Expecto patronus” creando un’abbagliante luce bluastra che formò un gatto nero scacciando tutto ciò di brutto che si trovava attorno a loro.
 
La colazione quella mattina fu silenziosa e nemmeno gli studenti più grandi ricordavano una volta in cui la sala grande era stata così quieta. La preside McGranitt osservava gli studenti turbati dall’avvenimento di poco prima e decise di prendere parola una vola che li vide tutti all’interno della stanza, non voleva mentire a nessuno di loro così decise semplicemente di dire la verità: “Cari studenti” ammise ad alta voce davanti al leggio dorato: “ So che siete tutti turbati e preoccupati per quello che è successo qualche ora fa, ma voglio rassicurarvi che abbiamo già preso le precauzioni necessarie e non succederanno altri eventi simili. Non sappiamo con esattezza quello che è successo ma abbiamo aumentato la protezione attorno al castello e tra le mura di Hogwarts, per questo l’anno proseguirà tranquillamente. Ora rilassatevi e godetevi la giornata” sorrise battendo le mani facendo comparire dei deliziosi dolci sui tavoli degli studenti che, piano piano, iniziarono a chiacchierare e rianimare la sala grande.

Seohyun era seduta accanto a Namjoon ed entrambi non potevano far alto che sospettare qualcosa di brutto e che forse avrebbero voluto evitare di pensare: “Credi davvero che potessero essere dei dissenantori?” domandò la ragazza bevendo un bicchiere di latte tiepido: “Se no come lo spiegheresti i vetri congelati e le candele spente? Non conosco altre creature magiche capaci di fare una cosa del genere al loro solo passaggio” sostenne il ragazzo sottovoce, non voleva che altri sentissero le sue supposizioni. Seohyun annuì impercettibilmente appoggiando il bicchiere al tavolo pensando alle parole di Namjoon mentre cercava con lo sguardo Emy che faceva lo stesso dal suo tavolo di Serpeverde. La Corvonero sorrise ed Emy la salutò, mimando con le labbra il saluto per poi ricambiare indicandole il loro ritrovo fuori dalla porta principale, appena prima di iniziare le lezioni: “Mi stai ascoltando?” chiese Namjoon con un sopracciglio alzato, ridestando la ragazza che rise spontaneamente, seguita da lui ringraziando che quel momento avesse smorzato un po’ il clima teso che si stava creando.

Finita la colazione, ogni studente, con un po’ di timore nel cuore, aveva iniziato a camminare verso le proprie classi cercando di non pensare più a quel momento inquietante che si era venuto a creare qualche istante prima. Emy corse immediatamente da Seohyun e le diede un forte abbraccio: “ È andata bene? c’era qualcuno con te?” chiese l’amica preoccupata sentendola annuire: “ Ho conosciuto due ragazze del settimo anno e un metamorfomago del sesto che mi hanno distratta” spiegò allontanandosi dall’abbraccio: “E tu?” concluse osservandola: “Ero con Namjoon, sto bene ero più preoccupata per te e… per la situazione di tua mamma” sostenne vedendo Emy sorridere amara: “Sto bene davvero, grazie” ammise abbracciandola di nuovo, per poi incamminarsi scherzando verso la prossima lezione.
 

 
Sophie sospirò per l’ennesima volta mentre teneva strette le pergamene degli esercizi svolti per quella giornata, non sapeva cosa stava succedendo ma quei rumori della mattina, quelle strane lettere e i suoi sogni bizzarri, la stavano facendo impazzire e non riuscire a stare quieta. Guardava i suoi piedi mentre mille pensieri la turbavano e non si rese nemmeno conto che Hoseok le si era avvicinato preoccupato avendola vista, sia a colazione che nei corridoi, giù di morale. Il maggiore la osservò silenzioso vedendo il suo sguardo pensieroso ma triste e a sua volta anche lui si ritrovò preoccupato ma decise comunque di mettere il suo grande sorriso sulle labbra per cercare di tirarle su il morale: “Uno zellino per conoscere i tuoi pensieri” ammise Hobi spaventando la ragazza che sobbalzò appena e colpì un quadro che si lamentò vedendola immediatamente scusarsi, rubando una sincera risata al suo amico: “Non prendere in giro la mia goffaggine” sostenne lei ridendo colpendolo appena sul braccio: “È  stata una reazione inaspettata” ammise lui tenendosi la pancia dal ridere mentre camminavano per il corridoio che dava sul centro del castello in cui si intravedeva il giardino.

Sophie rise nuovamente ringraziandolo con il pensiero, dato che era riuscita finalmente ad allontanare, anche se per poco, quelle preoccupazioni che la attanagliavano… o così pensava: “Sophie” la chiamò Hoseok quando la vide bloccarsi davanti all’insegnante di incantesimi che teneva in mano una lettera simile a quella che aveva ricevuto lei ma sulla parte visibile si poteva notare l’inconfondibile stemma del thestral: “Anche lui ha ricevuto quella strana lettera” sottolineò il maggiore notando lo sguardo di Sophie rabbuiarsi: “ Ma la sua non sembra vuota” notando lo sguardo di Seokjin muoversi velocemente tra le righe della carta giallastra che aveva tra le mani: “Oh no!” esclamò una voce alle loro spalle che li fece voltare velocemente: “Mio fratello ha fatto un altro scherzo con quella lettera?” borbottò un ragazzo di Grifondoro con le braccia lungo i fianchi decisamente rassegnato: “Taehyung non credo proprio che sia uno scherzo” lo rimbeccò Jungkook mettendogli una mano sulla spalla notando il professore incamminarsi verso di loro con passo svelto prendendo Sophie dal polso stringendo appena: “ L’hai scritta tu?” domandò lui sventolando la lettera davanti a lei: “No!” esclamò guardandosi attorno notando Hoseok con i pugni chiusi : “E perché c’è la tua firma sul foglio?” sostenne facendogli osservare la lettera.
Tutti i diretti interessati si affacciarono in avanti: Jungkook mise una mano sulla spalla dell’amica vedendola pallida, mentre Hoseok prese la lettera leggendola ad un tono di voce sostenuto in modo che tutti loro potessero sentire quello che l’inchiostro bluastro stava per spiegare loro:
 
Si illumina di nuovo
Si illumina ancora,
il ricordo era bandito
il ricordo non è svanito,
non pensare di barare
vieni a controllare
la ricordella ha funzionato
e il sigillo è stato slegato.
Tu ceri sempre stato
E io lho ricordato.
Sophie Hatter
 
 
 
Il silenzio che si creò tra loro era opprimente, il respiro di Sophie era accelerato e non smetteva di fissare quella firma così simile alla sua ma così distante da lei dato che non aveva mai scritto qualcosa del genere: “Non è mio” balbettò piano mentre Seokjin la osservava preoccupato con gli occhi lucidi volendole accarezzare la mano ma tirandola indietro immediatamente.

 “Attenzione!” esclamò d’un tratto Taehyung notando l’angolo del foglio prendere fuoco da solo, un attimo dopo che il  ragazzo Tassorosso finì la lettura. Immediatamente Hoseok gettò il foglio sul pavimento mentre il professore, con una prontezza mai vista prima, estrasse la bacchetta esclamando: “Aqua Eructo” facendo uscire dalla punta della stessa un getto d’acqua che fece spegnere il fuoco lasciando, al posto della lettera, una spilla a forma di thestral sul pavimento.
  
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