Scosto la pesante tenda in velluto e mi si para davanti il teatro, deserto. Muovo cauti passi attraverso l’imponente stanza ma, per quanto mi sforzi di essere silenziosa, è come se rimbombassero, come se stessi in qualche modo turbando una quiete a cui non mi era consentito assistere.
I primi spettatori cominceranno ad arrivare fra poco più di un’ora, ho ancora tempo. Questo è in assoluto il momento della giornata che preferisco: rimanere sola a tu per tu con questa enorme sala, le cui sole pareti e il pavimento sembrano trasudare arte.