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Autore: ValeDowney    28/06/2022    3 recensioni
Stephanie Strange , brillante laureanda in Medicina alla New York University, comincia a sentire strette le maglie del camice bianco da neurochirurgo che il padre vorrebbe farle indossare. E se il padre è il famoso Doctor Stephen Strange, allora la faccenda si complica
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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UNA VITA IN GABBIA
 


  Capitolo V: Scompiglio a Kamar-Taj


 

Kamar-Taj era sempre stata origine e patria delle arti mistiche e di potenti stregoni. Tutt’ora, dopo secoli, continuava dare casa a tutti coloro che volevano cimentarsi in questa sacra cultura.
Stephanie osservava i vari apprendisti mentre imparavano dagli insegnanti, camminando sotto uno dei porticati, sperando che né suo padre e nemmeno Wong fossero nei paraggi.
Irwin non si trovava da nessuna parte, ma forse avrebbe potuto attirarlo con qualcosa. Normalmente, i demoni erano attratti dall’oscurità. Probabile che lì nel tempio avesse trovato un qualsiasi oggetto che facesse al caso suo.
Stava per entrare, quando sentì urlare. Non le ci volle molto per capire la fonte: senza farsi vedere, si andò a nascondere dietro una delle colonne, per vedere gli apprendisti attaccati da Irwin. Il ragazzo saltava addosso a chiunque, strappando loro gli indumenti e lacerando le carni.
Stephanie voleva intervenire, cercando di proteggere il ragazzo, qualora lui stesso – o qualcun altro- gli facesse del male.
In quel momento, però, venne sollevato a mezz’aria e imprigionato da vari scudi di energia. Stephanie vide arrivare di corsa Wong e suo padre. Quest’ultimo teneva le mani tese verso Irwin.
“State tutti bene?” domandò Wong, rivolto agli apprendisti, i quali c’è chi annuì e chi era ancora scosso dall’avvenuto. Poi guardò Irwin: “Ma chi diavolo è?”
“L’ho visto l’altro giorno nel gruppetto di mia figlia. Ma come ci sia finito qui, non saprei. Per il momento meglio metterlo dietro le sbarre e poi penseremo cosa farne di lui” rispose Stephen e si incamminò, continuando a tenere le mani tese verso Irwin, seguito da Wong.
Stephanie li seguì a debita distanza. Entrarono nel tempio e, successivamente, Irwin venne messo dentro una piccola gabbia. Appena Stephen lo liberò, questi cercò di aggredirli: “Cavolo, se tutti i ragazzi che frequenta Stephanie sono così, dovrò andare a scuola con lei e tenerla d’occhio ad ogni lezione”
“Temo possa essergli accaduto qualcosa” disse Wong, osservando meglio il ragazzo.
“I ragazzi d’oggi sono degli esagitati. Vogliono sempre fare colpo sull’altro sesso. Ho visto come l’altro giorno guardava Stephanie. Non le toglieva gli occhi di dosso. Giuro che se l’ha toccata…” disse Stephen.“Non credo che le abbia fatto qualcosa” disse Wong.
“E lo giudichi dall’espressione indemoniata che ha? Guardalo come è vestito: impermeabile; stivali gialli; un’acconciatura che sembra che gli sia esploso un phon in faccia ed occhiali spessi come il fondo di una bottiglia. Per non parlare della ridicola camicetta a scacchi che gli spunta da sotto. Spero solamente che mia figlia non lo stia frequentando, se no la rinchiuderò in camera sua finché non deciderò quando sarà ora del suo matrimonio” replicò Stephen e Stephanie lo guardò stranamente.
Wong si abbassò, osservando Irwin negli occhi; questi lo osservò a sua volta. Poi lo stregone supremo, una volta rialzatosi, disse: “Credo sia stato impossessato”
“E lo hai capito perché mi si è rivoltato contro?” chiese Stephen, guardandolo. Wong lo guardò malamente. Entrambi rivolsero gli sguardi al ragazzo e Strange aggiunse: “Oh, vero: allo stregone supremo basta un’occhiata per intuire come stanno le cose”
“I suoi occhi sono gialli. Quanti ragazzini vanno in giro con quel colore?” domandò Wong.
“Ti stupirai, ma c’è parecchia gente. Avere gli occhi gialli significa che soffrono di una malattia epatica” rispose Stephen. Wong continuò a guardarlo malamente e Strange disse: “Riconosco una persona quando è impossessata. Santo cielo, ma dove è finito il tuo humor?” Poi a bassa voce aggiunse: “Non che ne avessi mai avuto anche prima”
“Dobbiamo trovare il contro incantesimo per aiutarlo” disse Wong.
“Be’, per il momento lasciamolo qui. Prima finisco con le lezioni e prima posso ritornare a casa da Stephanie e chiederle perché frequenta certi tipi di ragazzi” disse Stephen, incamminandosi.
“Non possiamo lasciarlo incustodito” ribatté Wong. Stephen si fermò e, voltando lo sguardo, disse: “Lì è innocuo. Al massimo potrà mordere le sbarre fino a rompersi i denti”
“Ti voglio ricordare che è impossessato da un demone” disse Wong.
“Lo so, non ho la memoria corta. Ma che ti aspetti da uno conciato così? Se il demone avesse impossessato uno come Hulk, allora sì che avremmo dovuto preoccuparci” disse Stephen. Voltandosi si incamminò nuovamente. Wong osservò il ragazzo, per poi seguire l’amico.
Accertatasi di avere campo libero, Stephanie uscì dal suo nascondiglio, andando di fronte alla gabbia. Guardò il lucchetto che la chiudeva: “Accidenti, questa non ci voleva ma, dopotutto, potevo immaginarmelo, anche se da papà e Wong mi sarei aspettata più un incantesimo di protezione”. Alzò lo sguardo verso il ragazzo, che se ne stava in un angolo della gabbia. Quindi aggiunse: “Mi dispiace molto, Irwin per come siano andate le cose. Devo trovare la chiave. Oppure…”
Si distanziò un po' dalla gabbia. Cercando di ricordare come faceva suo padre, mosse le mani, creando un incantesimo ma, in quel momento, venne contornata da numerosi specchi. Volse lo sguardo per vedere Wong e Stephen correre verso di lei.
“Ciao” disse semplicemente loro Stephanie.
“Wong ti libererà; poi ti sculaccio e infine ti metterò in punizione a vita” disse Stephen.
“Un semplice “cosa ci fai qui, invece di essere a casa” sarebbe bastato. Comunque, ho diritto a difendermi” disse Stephanie.
“Non ci vuole un genio a capire come è arrivato qua quel ragazzo. O, tutto ad un tratto, ha rubato lo sling ring che ti avevo sequestrato ed ha imparato ad aprire un portale che, guarda caso, lo ha portato proprio qua? E poi come ti salta in testa di liberarlo?!” replicò Stephen. 
“Se mi liberate, vi spiegherò tutto” disse Stephanie.
Stephen guardò Wong, il quale liberò Stephanie. La ragazza prese fiato e poi spiegò: “Il Professor Thompson ha assegnato diversi progetti: io ed Irwin, il ragazzo che vedete in gabbia, siamo stati messi insieme. Ma io non lo volevo come partner. Lui voleva venire al Sanctum Sanctorum, ma gli ho mentito dicendogli che era tutto allagato e che papà non voleva avere estranei in casa. Poi però lui è venuto lo stesso. Così abbiamo continuato la ricerca che io e te papà avevano già iniziato. Irwin voleva andare in bagno ma, molto probabilmente, deve aver prima sostato in camera mia, dove ha trovato un libro di arti mistiche che avevo nascosto sotto il cuscino. Avrà letto qualche cosa riguardanti i demoni e, il suddetto demone, lo ha posseduto. Mi ha attaccata. Mi sono difesa. Lui ha distrutto metà Sanctum Sanctorum. Sono andata in camera di papà, riprendendomi il mio sling ring. Ho aperto un portale e ci siamo ritrovati qua”
Calò il silenzio. Poi Stephen disse, puntando un dito contro la figlia: “Tu sei in un mare di guai!”; poi spostò il dito su Irwin: “Lui, una volta guarito, lo voglio lontano dal nostro continente” e, infine, spostando il dito su Wong, disse: “E tu smettila di invogliare mia figlia a diventare un’apprendista qua a Kamar-Taj! Lei diventerà una neurochirurga e nient’altro!”
“Ne deduco che sei un tantino arrabbiato, vero?” disse Stephanie.
“Sono furioso!” replicò Stephen.
“Il che ti rende ancora di più irascibile” aggiunse Stephanie.
“Tu non dovresti neanche aprire bocca, visto che tutto ciò è capitato per causa tua! Credevo di averti messo sotto chiave tutti i tuoi libri di arti mistiche, invece questo imbranato di ragazzo vestito come un pescatore, ne ha trovato uno sotto il cuscino nella tua camera!” ribatté Stephen.
“Forse ti sarà sfuggito” disse Stephanie, ricevendo un’occhiataccia da parte del padre.
“Ormai quel che è fatto è fatto. Ora dobbiamo solo trovare il contro incantesimo per salvarlo, prima che sia troppo tardi” disse Wong.
 “Cosa significa?” chiese Stephanie.
“Più il demone rimarrà dentro al corpo di questo ragazzo e più si impossesserà di tutto il corpo ed anche la mente. Non rimarrà nemmeno un briciolo di umanità in lui” rispose Wong.
“In poche parole è spacciato” aggiunse Stephen.
“Oh, Irwin, mi dispiace tanto. È tutta colpa mia. Non avrei mai dovuto lasciarti andare da solo a cercare il bagno” disse Stephanie.
“E magari potevi anche stendergli il tappeto rosso” disse Stephen. Stephanie lo guardò malamente. Poi il padre aggiunse: “La colpa è solo della tua disubbidienza. Se solo mi avessi consegnato tutti i tuoi libri di arti mistiche, ora…” “Ma non lo vuoi capire che, forse, le arti mistiche mi interessano ancora?! Ne sono attratta!” replicò Stephanie.
“No, tu devi essere attratta solamente dalla neurochirurgia! Nient’altro ti dovrà distrarre!” ribatté Stephen.“Basta! Smettetela entrambi! Litigherete dopo! Ora dobbiamo pensare a questo ragazzo” li interruppe Wong. Padre e figlia non dissero altro. Tutti e tre guardarono Irwin e Wong, mettendo le mani davanti a lui, praticò un incantesimo. Dietro al ragazzo comparve uno specchio.
Stephanie si avvicinò un po' di più, quando dallo specchio comparve il riflesso di un demone, che le ringhiò contro. Per lo spavento, urlò ed indietreggiò, finendo contro il padre, che le mise le mani sulle spalle.
“Quello è uno specchio riflettente” disse Wong.
“Che fantasia. Potevano dargli nome diverso” disse Stephanie.
“Anche tuo padre disse la stessa cosa” disse Wong, adocchiando Strange, che fece un piccolo sorriso beffardo. Poi Wong continuò: “Egli mostra la parte più oscura di noi. Secondo te, Stephanie, di che demone si tratta?”
Stephanie osservò meglio ciò che era comparso nello specchio. Poi rispose: “Sembrerebbe un Mu. È fatto perlopiù di fumo e si ciba delle paure di ognuno di noi. Come lo si sconfigge?”
“Il tuo amico è coraggioso?” chiese Wong.
Stephanie scosse negativamente la testa: “Non credo. Se ne sta sempre in disparte e gli altri lo prendono in giro per come si veste e per la sua intelligenza. Strano che non prendano in giro anche me”
“Ci devono solo provare, che li faccio diventare sterili” disse Stephen.
“Se al tuo amico manca il coraggio, il Mu lo divorerà piano piano dall’interno, fino a fare diventare del tutto oscuro il suo cuore e la sua anima. L’unico modo, per ora, è cercare il contro incantesimo. Venite con me: troveremo, di sicuro, qualcosa in biblioteca” disse Wong e si incamminò.
“Vieni, cucciola” disse Stephen, seguendo lo stregone supremo, ma Stephanie se ne stette ferma di fronte alla gabbia. Strange si fermò e, guardando la figlia, la richiamò. Stephanie lo guardò: “Vorrei rimanere qua con lui, se non vi dispiace”
“Sei impazzita?! È pericoloso! Potrebbe farti del male” replicò Stephen.
“Sono sicura, invece, che Irwin sia ancora lì dentro e, se ci parlo, potrebbe ascoltarmi. Tu vai pure con Wong in biblioteca: in due farete prima a trovare il contro incantesimo” disse Stephanie.
“Stephanie ha ragione: il demone non si è ancora del tutto impossessato del suo corpo. Probabile che ci sia del briciolo di umanità in lui e, ascoltando la voce di tua figlia, potrebbe ritornare per un breve tempo in sé” spiegò Wong.
Stephen si avvicinò a Stephanie e, dopo averle messo una mano sulla guancia, disse: “Mi raccomando, non ti avvicinare troppo a lui e, se prova a farti del male o, ha dei cambiamenti improvvisi, vieni subito a chiamarci. Non fare di testa tua, promettimelo”
“Te lo prometto” disse Stephanie. Stephen fece un piccolo sorriso, per poi stringerla a sé. Irwin si avvicinò alle sbarre, osservandoli e spostando di lato la testa.
Padre e figlia si staccarono. Poi Stephen, anche se un po' restio, seguì Wong. Una volta sola, Stephanie si voltò verso la gabbia, dicendo: “Irwin, se sei ancora lì dentro, ti prego cerca di combattere il demone. Non fare in modo che si impossessi del tuo corpo e della tua anima. Tira fuori il coraggio”
Il ragazzo ringhiò. Quindi Stephanie ci riprovò: “Senti…mi dispiace, ok? Mi dispiace per tutto. Tu volevi solo avere qualcuno accanto come amico, invece tiravo fuori qualsiasi scusa pur di allontanarti. Nessuno ti ha mai capito. Nemmeno io. Ti sarei dovuta stare vicino. Ti prego, perdonami”
Irwin si avvicinò e disse, con flebile voce: “Stephanie…Stephanie…” 
“Sì. Sì, sono io” disse Stephanie, sorridendo e facendo qualche passo verso la gabbia. Il ragazzo la continuò a chiamare e Stephanie avanzava sempre di più. Finché non gli fu di fronte e, anche lui a lei. Irwin allungò una mano fuori dalle sbarre, quasi a toccarle la guancia; poi però, le prese il braccio sinistro, graffiandoglielo. Stephanie urlò ed il ragazzo le rubò lo sling ring dalla mano, per poi allontanarsi dalle sbarre.
Stephanie si toccò il braccio dolorante e, con tre profondi graffi che le sanguinavano. Riguardò Irwin che stava mordendo lo sling ring, aprendo inavvertitamente un portale.
“No! Irwin non farlo!” ribatté Stephanie, ma il ragazzo attraversò il portale, che si chiuse.
“Devo andare ad avvertire papà e Wong, anche se papà mi ucciderà perché non sono andata subito da loro” disse Stephanie e corse fuori dal tempio.
Si fece largo tra gli apprendisti che stavano facendo lezione quando, in quel momento, si aprì un portale. Ne uscì Irwin, che attaccò gli apprendisti uno dopo l’altro. Chi poteva si difendeva lanciandogli degli incantesimi.
“No, non fategli del male” disse Stephanie, correndo verso di loro e, contemporaneamente, schivando gli incantesimi che non lo colpivano. Li raggiunse e si voltò verso Irwin, chiamandolo. Il ragazzo la guardò. Balzò, pronto ad attaccarla ma, in quel momento, arrivarono Stephen e Wong. Quest’ultimo gridò: “Difendete la ragazza!” e gli apprendisti, mettendosi intorno a Stephanie, crearono degli scudi.
Irwin cercava di oltrepassarli, passando da un portale all’altro: “Come ci riesce?” domandò Wong. Stephen guardò la figlia, per poi correre verso di lei, prima che l’amico potesse fermarlo. Si creò un buco tra gli apprendisti, andando accanto a lei. La ragazza lo guardò. Stava per aprire bocca, ma il padre, furente, replicò: “Non provare a discolparti! Chissà come ci sta riuscendo a spostarsi da un portale all’altro” Poi spostò lo sguardo sui tre graffi sul suo braccio ed aggiunse: “E quei graffi? Te li ha fatti lui, vero?”
“Pensavo che Irwin fosse, per un po', ritornato in sé. Mi ha chiamata e, così, mi sono avvicinata, poi però lui mi ha presa il braccio e mi ha graffiata” spiegò Stephanie. Stephen riguardò malamente il ragazzo: “Non la passerà liscia! Pagherà per averti fatto del male!”
“No, ti prego papà, possiamo ancora parlarci!” disse Stephanie.
“E hai visto le conseguenze che ha avuto su di te?! Ora si fa come dico io, visto che hai pensato bene di non venirci ad avvisare! Ti avevo detto di farlo, qualora avessi visto cambiamenti in lui! Invece no, hai voluto fare di testa tua!” replicò infuriato Stephen e, facendosi largo tra gli apprendisti, corse verso Irwin. Creò una catena dorata e lo immobilizzò. Poi guardò Wong: “Wong! Sbrigati con quel contro incantesimo!”
Wong iniziò a pronunciare il contro incantesimo. Il ragazzo si contorse dal dolore. Vedendo ciò, Stephanie si fece largo tra gli apprendisti. Raggiunse il padre, rimanendo dietro di lui, e implorandogli di smettere: “Ti prego, non vedi che sta soffrendo?”
“E’ l’unico modo che abbiamo” ribatté Stephen. Stephanie guardò Irwin. Non voleva vederlo in quello stato. Poi le venne in mente qualcosa: “Possiamo elettrizzarlo. Fargli venire un attacco epilettico”
“Tesoro, mi piace molto quando parli di medicina, ma non credo sia il momento più adatto” disse Stephen.
“Potrebbe funzionare. Mentre Wong continua con il contro incantesimo, contemporaneamente noi gli praticheremo una bella scossa” spiegò Stephanie.
“Noi?! Tu te ne rimarrai lì! Hai già rischiato troppo prima!” replicò Stephen, guardandola. Poi, riguardò avanti e, tirando a sé la catena dorata, in uno scatto veloce mise la mano destra sul petto di Irwin, praticandogli una forte scossa. Poi urlò: “Wong! Grida più forte il contro incantesimo”
Con Wong che pronunciava il contro incantesimo e Stephen che gli praticava forti scosse, Irwin incominciò a tremare. Poi si irrigidì e cadde a terra. Stephanie stava per fare qualche passo verso di lui, ma il padre la bloccò, mettendole un braccio davanti.
C’era silenzio. Stephen stava per tirare via la catena dorata, quando dal corpo di Irwin uscì il demone. Soffermò lo sguardo sugli Strange. Ringhiò e volò verso di loro, cercando di attaccarli. Stephen si mise davanti alla figlia, cercando di proteggerla e pronto a scagliargli un qualsiasi incantesimo. Quando, al suo posto, intervenne Wong, che imprigionò il demone dentro a degli scudi di magia. Stephen aprì un portale che conduceva in un ambiente isolato ed ostile. Wong lanciò dentro ad esso lo scudo e Strange richiuse il portale.
Stephanie stava per correre verso Irwin, ma Stephen la fermò nuovamente, girandola verso di sé e guardandola da capo a piedi: “Papà, smettila. Sto bene”
“Poco fa sei stata attaccata da un ragazzo che non ti toglie gli occhi di dosso da quando hai iniziato l’Università. Un ragazzo che è così stupido che ha pensato bene di leggere da un antico libro di arti mistiche, invece di farsi i fatti suoi, così da essere impossessato da un demone che, se non ti avesse rubato lo sling ring, ti avrebbe scorticato. Sei fortunata che te le sei cavata solo con questi tre graffi e tu dici di stare bene? E vuoi correre da lui? Noi ora ce ne andremo dritti a casa” disse Stephen.
Irwin riprese i sensi. Stephanie spostò il padre e corse da lui. Il ragazzo si sedette, guardandosi intorno spaesato: “Dove sono? Dove mi trovo?”
“Ben tornato tra noi, Irwin” disse Stephanie e, senza rendersene conto, lo abbracciò. Irwin rimase sorpreso da questo gesto, mentre Stephen roteò gli occhi.
“Non ti ricordi nulla di quello che ti è successo?” gli domandò Stephanie.
“So che ti avevo chiesto dove si trovasse il bagno. Però, poi, me ne sono andato in camera tua ed ho iniziato a leggere da un libro che avevi nascosto sotto il cuscino. Da lì non mi ricordo più nulla” rispose Irwin. Poi si guardò intorno: “Wow. Ma qua non ci troviamo più a casa tua”
“Alla fine ci sei arrivato, ragazzino. Certo che se al Sanctum Sanctorum ci fosse tutto questo spazio, vuol dire che ho dovuto abbattere un sacco di pareti” disse Stephen. Irwin si voltò verso di lui e, alzandosi velocemente, divenne rosso in viso.
“Non badare a lui. Gli piace stuzzicare le altre persone” disse Stephanie.
“Soprattutto quelle che entrano in posti a loro proibiti. Senti ragazzino, sarò schietto con te: non mi sei mai piaciuto dal primo momento che hai puntato gli occhi su mia figlia e ora sei diventato del tutto odioso, soprattutto dopo che hai tentato di ammazzarla” replicò Stephen.
“Non era in lui” disse Stephanie, guardandolo.
“La cosa non mi interessa. Ti è stato troppo vicino, mentre ora ti sta appiccicato! Ti avevo detto che, una volta guarito, lo volevo fuori dal nostro continente. Che ne dici del Polo Nord? Dicono che in questo periodo ci sia molto freddo, così magari ti si congela il cervello e pensi meno a mia figlia” ribatté Stephen.
 “Ecco…io…” disse imbarazzato Irwin.
“Non starlo a sentire. Senti, facciamo così: quando ti sarai ripreso del tutto, vieni al Sanctum Sanctorum dove potremo finire con la ricerca” propose Stephanie.
“Cosa non ti è stato chiaro in ciò che ho detto prima? Lui non ce lo voglio più a casa nostra!” replicò Stephen.
“Forse dovremmo dar retta a tuo padre. Finiremo la ricerca da un’altra parte” disse Irwin.
“Ecco, hai detto una cosa mezza sensata. E ora saluta mia figlia e va con Wong” ribatté Stephen.
“Perché devo andare io con lui?” chiese Wong.
“Tranquillo, gli apprendisti non moriranno se lo stregone supremo si assenterà per poco e, sono sicuro che non sentiranno nemmeno la sua mancanza” rispose Stephen, guardandolo e facendo un piccolo sorriso. Wong lo guardò, invece, malamente, per poi avvicinarsi a Irwin: “Su, coraggio andiamo. Dimmi dove abiti” Il ragazzo gli disse luogo e via e Wong aprì un portale. Poi Irwin guardò Stephanie: “Allora…ci vediamo”
“Sicuramente. Abbiamo sempre la ricerca da finire” disse Stephanie. Irwin sorrise, quando Stephen si mise tra i due e spinse il ragazzo dentro al portale. Sia Wong, che Stephanie lo guardarono malamente, ma poi lo stregone supremo lo seguì ed il portale si richiuse.
“Era proprio necessario?” domandò Stephanie.
“Non sono ritenuto a rispondere. Ora, vieni con me: devo curarti quei graffi e, se vuoi, potremo finire la ricerca” rispose Stephen, mettendole un braccio intorno ed iniziando a camminare.
“Non è che invece…ecco…” iniziò col dire Stephanie, ma venne subito interrotta dal padre: “Ti prego, non aggiungere altro. Non è del perché sei finita qua a Kamar-Taj ti dia la possibilità di studiare con gli altri apprendisti. Sai già qual è la tua strada da seguire”
“Vorrei che fosse diversa” sussurrò Stephanie.






Note dell'autrice: Eccomi qua con il nuovo capitolo. Grazie a tutti/e per le bellissime recensioni. Siete davvero molto gentili.
Stephanie si trova sempre nei guai e Stephen, da padre molto prottetivo che è, ovviamente si arrabbia parecchio quando la vede in pericolo (o con qualche ragazzo)
Irwin lo adoro (stephen invece no da come avete potuto capire. Lo vuole lontano il più possibile da sua figlia)
Grazie ancora per tutte le bellissime recensioni e grazie anche a chi sta seguendo la storia e l'ha messa tra le preferite e seguite. Scusatemi se ci impiego tanto ad aggiornarla, ma grazie per la fiducia e per la pazienza
Grazie alla mia carissima amica Lucia
Ci sentiamo al prossimo capitolo
Vi auguro un buon proseguimento di giornata
Un forte abbraccio
Valentina

 
 
 

 
  
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