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Autore: ClostridiumDiff2020    28/06/2022    0 recensioni
Quando ogni certezza sembra andare in frantumi Alex decide di ritirarsi nella vecchia casa di sua nonna, isolata in montagna dove ha vissuto un'infanzia felice e spensierata.
Karen ha rotto con lui il fidanzamento all'improvviso e John il suo migliore amico è morto in un incidente dopo aver rifiutato di essere suo testimone di nozze.
Niente sta andando come previsto, troverà nel passato le risposte che cerca?
Tra la polvere emergeranno rimpianti e sogni perduti in cui Alex rischierà di smarrirsi.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 05





 



 

Alex sollevò lo sguardo sul fratello che sorseggiava una birra al bancone e gli fu grato di averlo accompagnato.
Frugò nella borsa e ne estrasse il suo vecchio blocco logoro.
Lo sfogliò, era da quando aveva vissuto la sua avventura in quella stessa città, a Barcellona che non lo sfogliava con vero interesse.

Se tutti ti vedono come un mostro non impeghi molto tempo a diventarlo veramente...

Monostatos...

Sentiva di aver racchiuso in lui tutta la sua paura del mondo reale, di vivere e condividere con gli altri per paura di essere ferito.
Osservò l'orologio e ticchettò nervosamente sul quadrante.
Iúil aveva visto il suo messaggio dove lo invitava nel bar che aveva frequentato in quel periodo che avevano passato assieme, Alex osservò di nuovo la doppia spunta azzurra, lo aveva visto ma non aveva risposto.
Dopotutto era passato un anno e non si erano separati nel migliore dei modi.
Era fuggito come un ladro nella notte lasciandogli delle violette sul cuscino.
Gettato il telefono e sparendo dai radar per mesi.
John lo aveva maledetto e poi si era rifiutato di fargli da testimone.
In quel momento avrebbe voluto chiedergli consiglio, faceva male rammentare quell'ultimo in contro, il dolore e la delusione nello sguardo del suo migliore amico non se lo sarebbe mai scordato.

"Dovresti ricordare quanto ti voleva bene invece, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per te, esattamente come tuo fratello..."

Alex sentì il sangue gelarglisi nelle vene, davanti a lui se ne stava seduta Rose.
"Ciao Al, è bello vederti"

Lui deglutì consapevole che se avesse risposto agli occhi di tutti sarebbe stato un matto che si era messo a parlare a una sedia vuota. Soprattutto suo fratello lo avrebbe visto, era davvero diventato Monostatos? Chiuso nella sua follia, nel suo mondo immaginario, incapace di relazionarsi con il mondo esterno? Per questo lo aveva inventato?

Rose sorrise e si indicò l'orecchio "Mettiti l'auricolare, così non ti prenderanno per matto"
Alex deglutì lentamente e con mani tremanti prese il telefono, srotolò gli auricolari e se li mise alle orecchie.
"Rose... tutto questo è folle..." sussurrò sperando che suo fratello non lo stesse guardando.
Era lontano, ma la sua parte irrazionale continuava a temere che lo sentisse e decidesse di portarlo di corsa da uno strizzacervelli.
"Sai perché sono qua..."
Alex annuì "Quando sono spaventato dalla realtà... Tu arrivi..."
"Quando è morta tua sorella, avevate solo giocato in terrazza, non potevi sapere che si sarebbe ammalata e nessuno te ne ha mai fatto una colpa... Eppure..."
"Eppure non ho mai smesso di sentirmene responsabile... era... lei era parte di me, eravamo nati assieme vivendo ogni respiro... Pensavo fosse impossibile che potesse lasciarmi da solo... Trovo la vita troppo fredda da allora... Come se potessi percepire il gelo della morte attraverso di lei..."
Ora ricordava, era stato al funerale di sua sorella che era apparsa Rose, la piccola Amie giaceva nella bara, aveva avuto paura a guardarla senza sentire il gelo afferrargli l'anima e poi una piccola mano lo aveva stretto e Rose gli aveva sorriso per la prima volta.
"Alex, Iúil è reale... A un anno dalla vostra prima volta assieme lo ami ancora, qualunque cosa accada, promettimi che non rinuncerai più a vivere"
Alex scosse la testa
"Alex... Non dovresti rinchiuderti in un mondo di fantasia rinunciando a vivere..."
Alex continuava a vedere il freddo volto di sua sorella, mentre il gelo stritolava.
Era rimasto bloccato in quel momento scordando di vivere?
Una mano gli si poggiò sul braccio, una mano calda, viva.
"Scusa il ritardo..."
Alex scacciò una lacrima e rimosse l'auricolare, Rose era sparita, forse per sempre e la dove un tempo vi era stato lo spettro della sua paura adesso sedeva Iúil. 



 

"Hai i capelli biondi..."
Borbottò Alex prima di tornare a concentrarsi sul suo caffè. Sentendosi maledettamente a disagio in quel bar.
"Non hai più presentato il tuo libro alle case editrici vero? Troppo impegnato con i preparativi per il matrimonio?"
Alex sussultò e sollevò lo sguardo sbattendo le palpebre.
Non tanto le parole di Iúil lo ferirono ma l'apparizione di quelle fossette che tanto aveva adorato su un sorriso amaro, quasi sofferto. "Credevi che non sapessi cosa mi stavi nascondendo? L'ho capito quasi subito... Ma ero troppo preso da te, da noi... Dalla nostra piccola fuga... E quando ti addormentavi stretto a me io mi illudevo che prima o poi mi avresti detto che quella storia era finita, che non ti saresti sposato perché tra noi era nato qualcosa di speciale... Ma poi John ha infranto la magia... Il tuo testimone... è per lui che sei scappato così veloce? Se lo rivedi ricordami di ringraziarlo, mi ha mostrato la verità che cercavo di ignorare..."

John...

Quel nome lo colpì come uno schiaffo.
Ricordava la chiamata, l'arrivo in aeroporto e John che gli correva incontro per stringerlo in un abbraccio.

Diavolo mi sei mancato Al... Spero che questo viaggio ti abbia portato ispirazione...

Alex sbattè rapidamente le palpebre cercando di ricacciare le lacrime. "Lui è... Lui è morto... Karen... mi ha lasciato e... Io..."
"Tu sei venuto qua dopo tutto questo tempo per? Svagarti mentre cerchi di rimettere in piedi la tua esistenza? Per poi fuggire ancora?"
Alex scosse la testa mentre la voce di Rose gli riecheggiava nella mente.

Non dovresti rinchiuderti in un mondo di fantasia rinunciando a vivere

Ma non ci riusciva, la realtà faceva maledettamente male. La realtà dove sua sorella Alina era morta come anche John. Dove Karen lo odiava per le sue menzogne e i suoi sogni si sgretolavano in una manciata di fogli stropicciati... Assiema ai ricordi di lei... La sorella perduta...
"Scusa se ti ho fatto perdere tempo..." sussurrò alzandosi in piedi.
Poi una mano invisibile lo afferrò, trattenendolo, Rose lo guardava, supplicandolo di restare, di parlare con Iúil. Ma Alex si liberò dalla presa dello spettro e si allontanò rapido.
Una volta fuori annaspò e per poco non cadde.
Ricordava i lineamenti si Alina, occhi scuri come i suoi, la sua risata, macchie di colore sul viso e tra i capelli mentre se ne stavano sdraiati a terra circondati dagli arcobaleni.
Da quando era morta quell'argomento era diventato tabù, non era permesso parlarne... Forse perché era troppo doloroso, ma Alex avvertiva quel vuoto più di tutti loro. Ogni momento della sua vita lo aveva passato con lei da quando erano nati a pochi respiri di distanza e mai aveva messo in dubbio che avrebbero cessato di esistere assieme.
Si appoggiò alle ginocchia sentendo un'insopportabile fame d'aria e si pentì di aver chiesto a suo fratello tanto spazio.

Qualunque cosa accada, non starmi addosso ok?

Ansimò cercando di catturare ogni soffio d'aria.
Oscillò e fu certo di precipitare giù quando due braccia lo afferrarono.
"È morta... per colpa mia... Ero nato poco prima di lei io... Dovevo prendermene cura... E invece... Dovevamo restare assieme... E poi John e..."
Chiuse gli occhi e avvertì una goccia di pioggia scivolare sulla sua guancia mescolandosi alle sue lacrime.
Iúil lo strinse a sé mentre la pioggia avvolgeva quell'abbraccio.
"Mi dispiace..." singhiozzò mentre l'altro lo stringeva con forza.


Iúil lo spinse sotto la doccia senza smettere di baciarlo, rimuovendo ogni barriera, lasciando scivolare le dita. Mentre Alex ricambiava e l'acqua li avvolgeva calda, spazzando via ogni dubbio, ogni domanda, tutte quelle ore perdute nella lontananza.
Iúil sorrise quando lo assaporò nuovamente, perché quei sapori gli riportavano alla mente il loro primo bacio e i suoi capelli odoravano ancora della notte, della foresta.


Alex prese il cellulare e scrisse veloce un messaggio

SONO CON LUI, SCUSA SE SONO SPARITO – Al

La risposta del fratello non tardò ad arrivare

PRENDETEVI TUTTO IL TEMPO NECESSARIO – Matt.

Alex riappoggiò il telefono e raggiunse Iúil in camera. Lo aspettava seduto sul letto.
Gli sedette accanto e chiuse gli occhi cercando di radunare i pensieri.
L'altro gli passò la mano sulla clavicola sorridendo. "Questa maglia è decisamente troppo grande per te... sai... sembri dimagrito molto più magro di come ti ricordavo..."
Alex sorrise e inarcò un sopracciglio.
"Iúil devo spiegarti molte cose, ma soprattutto voglio assicurarti che non voglio usarti, non l'ho mai voluto io..."
Ma Iúil lo interruppe per baciarlo. "Ti porego... adesso voglio vivere nel presente... Possiamo parlare più tardi del passato? Possiamo assaporare l'adesso?" chiese affondando le dita tra i capelli ancora umidi dell'altro.
Alex annuì baciandolo con rinnovato trasporto.



 

...



 

Iúil si appoggiò alla ringhiera, si voltò per osservare il mare alle sue spalle, mentre le onde cariche di schiuma si infrangevano sulla spiaggia. Una profonda distesa grigia, un abisso che assorbiva la luce. Profonda e inscrutabile come i suoi timori.
Si riscosse e si voltò verso la sua luce, ogni volta che distoglieva lo sguardo a lui temeva che potesse svanire. Non voleva dar voce ai suoi timori.
Alex stava gesticolando in modo goffo cercando di mostrare i gusti gelato che volevano.
Poi sul suo volto si allargò un gigantesco sorriso che a Iúil parve rischiarare il cielo.
Incrociò le braccia cercando di riscuotersi da quella magia.

Non lo ricordava così magro e pallido, le gambe asciutte che spuntavano dai suoi pantaloni corti, la maglia troppo grande eppure, nonostante si sforzasse di osservare ogni minimo difetto di quell'uomo non riusciva a non adorarlo, forse persino amarlo.
Per quello aveva continuato a sperare di rivederlo, e quando lo aveva visto crollare fuori dal bar non era riuscito a impedirsi dal correre da lui.
Lo aveva atteso, dandosi dell'idiota ogni singolo minuto eppure, quando lo aveva baciato aveva compreso il perché, aveva capito che non avrebbe mai desiderato baciare altre labbra.
Quando Alex si avvicinò a lui lo afferrò per i polsi per trarlo a se e baciarlo, avvertendo il sapore di menta e cioccolato sulla sua lingua.

"prendi..." borbottò con Alex con un mezzo sorriso.
Camminarono in silenzio e Iúil osservò l'altro divorare il gelato con gusto macchiandosi naso e mento.
Iúil rise e una volta terminato il suo cono con due morsi si protese verso l'altro per ripulirlo da quelle macchiette scure.
Alex si fermò mentre le prime gocce di pioggia iniziavano a cadere.
Iúil gli sollevò il mento e iniziò a baciare lentamente ogni parte di quel volto tanto adorato, soffermandosi sulle palpebre chiuse, là dove le lacrime iniziavano a mescolarsi alla pioggia.

Le labbra di Alex si dischiusero ma prima che potesse parlare Iúil lo bloccò sigillando quelle parole con un bacio.
"Non devi darmi alcuna spiegazione... Io sono qua e ascolterò ogni cosa... Sia le tue parole che il tuo silenzio... Ti aspettavo e..." Alex abbassò lo sguardo sull'oggetto che Iúil aveva posto sul palmo della sua mano. Una maschera a mezzaluna su cui era inciso in nome MONOSTATOS a cui erano appese delle chiavi. "Ti aspetterò sempre..."
I grandi occhi scuri di Alex parvero emanare la gratitudine a cui non riusciva a dare voce.
Le lunghe dita di Alex si chiusero sulle chiavi e Iúil si portò quella mano alle labbra baciandone le nocche soffermandosi sull'anulare della sua mano a suggellare quella promessa.

 

 

   
 
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