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Autore: holls    28/06/2022    3 recensioni
Cinque giorni a Brighton, tra pranzo della Vigilia e novità inaspettate... Cosa potrà mai andare storto? Alan conosce già la risposta, ed è per questo che la direttiva è solo una: basso profilo!
Dal primo capitolo: "Lo cerca in cucina, nelle camere, in bagno - non c’è. Eppure, pensa, non è possibile che la casa se lo sia inghiottito. (...) Prova ad annusare l’aria, in cerca di quell’odore di Marlboro che però sembra come svanito."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Nathalan'
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Piccole confessioni

 

Nathan sa che non riuscirà a evitarlo in eterno - non può. Ma ecco che nel frattempo intrattiene una discussione con Stuart - o Stu, come si fa chiamare - sulla colazione inglese e le differenze tra il bacon inglese e quello americano. Nathan prova un sincero fascino mentre il padre di Alan prepara intanto le uova strapazzate e gli spiega i trucchi del mestiere, ma l’attenzione svanisce non appena il suo ragazzo entra in cucina.

È tranquillo, Nathan, perché sa che Alan non parlerebbe mai di quanto accaduto poco prima davanti a suo padre; ma quello che non sa è che il suo ragazzo non vuole trascinare quella situazione troppo a lungo, tanto che di lì a poco lo afferra per un polso e lo porta fuori dalla cucina, liquidando suo padre con un “Te lo rubo” che non lascia spazio a domande.

Nathan posa gli occhi sul pigiama blu scuro di Alan, ma sa che lui sta cercando il suo sguardo, senza successo. Così lascia che trovi le sue mani, che Nathan intreccia in quelle dell’altro, di cui avverte subito il calore sulle sue dita gelide.

«Mi dispiace per prima, non volevo spaventarti.»

«Non preoccuparti, è tutto ok», risponde, poi abbozza un sorriso.

«Nathan, non sono cieco. È mezz’ora che mi stai evitando.»

Nathan prova ad allentare la presa sulle dita di Alan, ma l’altro prontamente le stringe per evitare che scivolino via.

«È solo che…», e qui alza gli occhi verso quello che è il suo ragazzo da nemmeno un giorno, «non me l’aspettavo.»

Si vergogna a confessare che è la prima volta che qualcuno glielo dice, visto che le sue “storie-durate-meno-di-un-anno” non si sono mai sprecate nell’impresa - e sì, quella definizione che Alan gli ha rifilato appena conosciuti gli brucia ancora.

«Hai ragione, avrei dovuto aspettare un altro po’. Ma sai, era da almeno un paio di mesi che quelle parole volevano uscire e…»

«Oh», risponde lui con leggerezza, «hai capito che mi amavi mentre ero via?»

Nathan finalmente lo guarda e piega le labbra in un sorriso, senza rendersi conto che per Alan quei sentimenti sono tutt’altro che una leggerezza.

«No, da quando abbiamo fatto l’amore la prima volta.»

Il sorriso sul volto di Nathan si spegne con la stessa rapidità con cui capisce che Alan fa sul serio, e che quel Ti amo che gli ha rivolto poco prima va oltre il voler essere semplicemente una coppia, ma è molto, molto di più.

«Anzi», prosegue, con lo sguardo che ruota alla ricerca di un pensiero, e che si ferma solo quando lo ha trovato, «forse anche da prima.»

«“Da prima” quando, scusa?»

Lo sguardo di Alan ruota ancora, ma stavolta non cerca alcun pensiero, no, ma solo un posto dove rifugiarsi da quella domanda indiscreta. Le guance gli si colorano appena, e Nathan sorride con un filo di imbarazzo per quella consapevolezza del tutto nuova per lui.

«Allora?», lo incalza.

«Be’, ti ricordi quando abbiamo parlato da soli in centrale la prima volta e mi hai lasciato il tuo numero? Ecco… Dai, non fare quella faccia!»

«Sei serio?», chiede Nathan mentre si lascia scappare un risolino.

«Per favore, è già abbastanza imbarazzante così. E comunque all’inizio era solo un’infatuazione, ovviamente.»

Ride, Nathan, e senza volere stringe ancora di più la sua mano in quella del suo ragazzo.

«Ah be’, se la metti così, alcune cose acquistano più senso ora. Io l’avevo detto che alla festa la tua era gelosia!»

Le guance di Alan ora sono di un bel rosso rubino, così imbarazzate che cominciano a fargli male.

«Nathan…»

«Quella sera hai fatto il fidanzatino offeso per tutto il tempo!»

«Credo che la colazione sia pronta…»

Di fronte a quella reazione non può non ridere ancora, perché Alan imbarazzato è uno spettacolo del tutto inedito per lui. Si avvicina allora al suo viso e col naso gli sfiora la guancia, dove gli lascia un piccolo bacio.

«Ora che ci penso, da quel giorno non hai fatto altro che provarci con me», sussurra.

Alan si gira, rosso come un semaforo, a pochi centimetri di distanza dalle labbra del suo ragazzo.

«Te l’hanno mai detto che parli troppo?»

«E a te–», ma non fa in tempo a finire la frase, perché le labbra di Alan sono già sulle sue.

 

 

   
 
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