Ad ogni passo dell'uomo, nel terreno arido, il marrone spariva per lasciare posto al verde rigoglioso dell'erba e ai fiori che si tingevano dei colori dell'arcobaleno.
In pochi istanti, quel luogo logorato da mesi di guerra, germogliava come se nulla fosse mai accaduto.
Delle liane robuste legavano i corpi di due uomini stanchi e sconfitti.
I due ufficiali di Kaido, King e Queen, giacevano sul prato fresco davanti ad un uomo mai visto prima.
I capelli lunghi e scuri incorniciavano il viso spigoloso e dall'incarnato olivastro, gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali da sole.
Le labbra carnose ispiravano ed espiravano il fumo di una sigaretta, il petto scolpito era attraversato da un tatuaggio particolare, una scritta 死川心中 (patto del suicidio al fiume della morte).
La schiena nuda, invece, era coperta da un cappotto familiare.
Era un marine e non un marine qualsiasi, ma un ammiraglio.
Quello doveva essere il mio toro verde, Ryokugyu il cui vero nome era Aramaki.
Nella mano sinistra teneva un lumacofono e la voce che proveniva da quell'oggetto era autoritaria e familiare.
Queen era sicuro che stesse parlando con Sakazuki, il Grand Ammiraglio.
L'uomo gli aveva ordinato di non farsi notare troppo, di essere cauto. Ma Aramaki non sembrava essere il tipo a cui piaceva seguire gli ordini.
Dopo che ebbe finito di parlare con Sakazuki, Aramaki sorrise ai due pirati e si allontanò da loro.
"Mai avrei potuto lasciarmi sconfiggere da due ufficiali" disse sicuro della sua forza.
Gettò la sigaretta a terra e proseguì dritto.
"Devo trovare Monkey D. Rufy e portare la sua testa a Sakazuki, sarà fiero di me" pensò tra sé e sé.
Ryokugyu era un individuo particolare, difficile da capire.
Non rispettava mai gli ordini eppure ci teneva all'approvazione di Sakazuki. Voleva fare bella figura, voleva dimostrare di essere il migliore tra gli ammiragli.
Doveva mostrare a Sakazuki che lui era più forte di Borsalino.
"Ah, Borsalino" disse con disprezzo.
"Cosa c'è di speciale in te?! Perché sei così vicino a Sakazuki, perché si fida così tanto di te?! Sei solo un imbecille" lo insultò.
Sin dal primo giorno che era stato nominato ammiraglio ed era arrivato a New Marineford, Aramaki aveva preso in simpatia Sakazuki, in lui era nata una strana sensazione.
In qualche modo si era sentito attratto da quell'uomo severo e sempre nervoso.
La sua dedizione alla giustizia lo affascinava ma non capiva come potesse essere così legato al famoso Kizaru.
Un uomo troppo sbadato, troppo sciocco per la sua fama, per la sua forza e soprattutto per l'affetto che Sakazuki nutriva nei suoi confronti.
Erano due anni che cercava di ottenere le attenzioni di Sakazuki, ma non ci era mai riuscito.
Dopo qualche giorno dal suo arrivo, fu nominato anche l'altro ammiraglio: Issho detto Fujitora, la tigre glicine.
Uno strano uomo cieco ma di cuore. Subito avevano fatto amicizia fino a diventare qualcosa di più.
Le loro chiacchiere alla pausa pranzo si erano trasformate in effusioni di affetto nei ripostigli, lontani da occhi indiscreti.
Baci fugaci, carezze veloci e taglienti, sguardi maliziosi fino a divenire lunghe notti calde e passionali.
Un piacere mai provato prima.
Non volendo si era innamorato di Issho e lui ricambiava quel sentimento scomodo, ma dentro di lui Aramaki combatteva anche per quello strano legame con Sakazuki.
A volte sognava di passare le notti con lui, e la mattina dopo si sentiva in colpa nei confronti di Issho.
Lui lo amava davvero e desiderava stare con lui ma non poteva iniziare una relazione stabile finché c'era Sakazuki nei suoi pensieri.
Non poteva amare due persone contemporaneamente, lui amava Issho e di quello ne era certo.
Ma allora cos'era quel sentimento che lo tormentava, lo logorava dentro e lo legava così ossessivamente a Sakazuki?!