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Autore: AndreMCPro    29/06/2022    0 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
Tempo fa, io e mio fratello ci siamo trovati coinvolti nel compimento di una delle nostre stesse storie. Ma il nostro viaggio non è ancora finito, e così, dieci mesi dopo, qualcosa succede... e siamo richiamati in quel mondo per intervenire.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Herobrine, Notch, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
La Guerra del Cosmo

Cap.6 – Guariamo Enderia
 
Tre di notte o poco più. Ci siamo messi a letto… la seconda notte in questo mondo. Decisamente meglio del nostro primo arrivo tramite il Dottore, anche se pensavo che almeno la mia, anzi nostra seconda notte avremmo dormito nelle nostre stanze, ma Angelo ci ha portati qui. Avrà avuto dei buoni motivi per farlo, ma qualunque siano stati non credo si aspettasse un furto.
Sento dei rumori. Mi sveglio e mi tiro su, mi guardo intorno e mio fratello è già in piedi.
«Abbiamo visite. Scendi subito e vediamo cosa succede»
Mi metto all’angolo buio della stanza e Massimo dietro l’angolo del mobile. Prima però sistema i cuscini come se sotto le coperte ci fossimo noi.
Quando la porta si apre tre uomini vestiti di nero si piazzano tra i letti, estraggono le spade e le piantano sopra i letti. Due lame per letto li penetrano  fino a toccare il pavimento.
«Ma che calda accoglienza!» esordisce Massimo attirando la loro attenzione. I tre si voltano verso di lui, ma nemmeno il tempo di reagire che con una fulminata li stendo tutti e tre.
«Ok volere le nostre spille, ma ucciderci… che comunque non è possibile, in questo mondo»
Massimo mi guarda fisso negli occhi «Un modo l’avevano trovato, ricordi? Comunque non è finita…»
Apre la finestra. Uno dei suoi piccoli amici gli indica una direzione, poi scompare nella sua ombra.
«Cosa succede qui?» urla Angelo impugnando la sua fedele spada e con Ezio al suo seguito. «Assassini fin qui… Maledizione, contavo di avervi portato in un luogo sicuro…»
«Assassini? Vorresti dire che adesso hanno trovato un modo di uccidere?»
«Si, alcuni incantesimi proibiti lo permettono. se poi si incantano, spade e armi di qualsiasi genere possono farlo, e questi vermi hanno insoldi per pagare. Massimo dov’è?»
 «Ne sta seguendo uno sui tetti, immagino» rispondo affacciandomi alla finestra.
«Da solo? ma è pazzo?» risponde Ezio facendosi strada sul davanzale e partendo all’inseguimento.
«E tu che fai li impalato?» mi chiede Angelo, apprestandosi a fare lo stesso.
«Hai dimenticato di cosa è capace mio fratello. Nonostante siano dieci mesi che non usa i suoi poteri sembra che non abbia mai smesso di usarli. Non corre rischi»
Prendo i tre a terra, li lego e imbavaglio controllando che non abbiano altre sorprese sotto i vestiti.
Dopo circa cinque minuti rientra Ezio. Dietro di lui arriva anche Massimo, con in spalla il quarto uomo primo di sensi.
«Questo è il quarto. Svegliatene uno e interrogateli tutti uno alla volta. Voglio il nome del mandante»
Un’ora dopo uno dei quattro confessa, merito di qualche mio fulmine e della semi trasformazione di mio fratello in un signore oscuro. Come immaginavamo, era un ordine del Reggente.
«Ecco, lo sapevo. Non mi piaceva il suo atteggiamento da superiore, ed è proprio lui la pecora nera» esordisco dopo aver stordito il reo confesso.
«Adesso che facciamo? Non possiamo restare in città, proveranno nuovamente ad ucciderci!» replica Ezio preoccupato.
«Prendete i loro vestiti. Credo si aspetti un rapporto, e glielo faremo avere. Sono esattamente quattro, fatevi andare bene i loro vestiti»
Cinque di notte. Per le strade non c’è nessuno. Tramite vie traverse raggiungiamo il palazzo, superiamo le guardie senza farci notare ed entriamo nelle stanze private del Reggente, guidati da Angelo. Entrati in quello che sembra un salotto con camino troviamo il Reggente seduto davanti al fuoco che legge un libro.
«Vi aspettavo, signori. Come è andata la missione?»
«Missione compiuta, signore. Morti entrambi» risponde Massimo prontamente con voce roca. Il Reggente chiude il libro e ci guarda con sospetto. Il tentativo di simulare la voce di uno dei quattro non ha funzionato, forse.
«Avete con voi le spille reali?» aggiunge allungando una mano.
«Quelle solo il Re ce le può togliere, ancora non l’hai capito?» rispondo io seccato, e tiro giu il cappuccio.
«Uomini! A me! Stanno attentando alla vita del Reggente!»
Una squadra di dieci uomini entra dalle porte e da una porta laterale.
«Fermatevi tutti! Ho le prove del tradimento del Reggente!» urla Angelo, ma gli uomini non lo ascoltano e ci attaccano. Con le armi degli assassini ci difendiamo senza mai affondare un colpo, e il Reggente ne approfitta per scappare.
«Ezio, prendilo!» ordina Massimo, e lui non se lo fa' ripetere due volte.
«Adesso basta!» urlo, e in quel momento mio fratello e Angelo si buttano a terra. Per un istante la stanza si illumina di rosso. Quando si rialzano io sono un po’ fiacco, ma nessuno è in piedi per approfittarne.
«Ezio!» sussulta Angelo, che scatta verso l’uscita seguito da noi due. Lo troviamo con spada puntata alla gola del reggente, che è sdraiato a terra disarmato.
«Tutto bene voi tre? Per un attimo ho visto una luce rossa, cos’era?»
«Andrea che si arrabbiava. Legalo, noi andiamo da Spark» risponde Massimo, e insieme raggiungiamo le sale private del re. Ci aggiriamo per le stanze e i corridoi. Non c’è nemmeno una guardia, come se sperasse che qualcuno lo eliminasse al suo posto. Raggiunta la camera da letto apro la porta, e nell’entrare Massimo mi si para davanti.
«Occhio a non toccare niente»
«Perché?»
«Ci sono oggetti corrotti, qui dentro, e sono parecchi. Ne sento la presenza»
«Voi chi siete? Cosa ci fate in camera mia?»
Una voce ci richiama dalla poltrona laterale immersa nel buio, che per un attimo si illumina grazie alla luna che fa’ capolino tra le nuvole.
«Ciao, vecchio mio. Hai proprio una brutta cera, lo sai?»
Una freccia sfiora la testa di Massimo.
«Rispondete, o vi elimino subito»
«Calmati, siamo amici… vecchi amici del passato! Siamo Andrea e Massimo, siamo tornati!»
«Hah! Non fatemi ridere! Vorreste farmi credere ai fantasmi, adesso? Se volete la mia pelle venite a prenderla!» ed estrae la sua spada, pronto a colpire.
«Cosa direbbe Marco se ti vedesse adesso?» risponde Massimo secco e serio. Quel nome lo fa’ barcollare tanto da dover usare la spada come appoggio.
«Ho… ho rovinato tutto… lui credeva in me, e io l’ho deluso…» risponde con la tristezza nel cuore. Massimo attiva un cerchio, Lux, ed accende alcune luci nella stanza generandone anche di nuove. Spark ci guarda meglio, e inizia a riconoscerci.
«Ma… non è possibile…. vi ho cercati in lungo e in largo senza trovarvi! Dove eravate finiti…?» e crolla in ginocchio, esausto. Faccio per afferrarlo ma Massimo mi ferma prendendo il mio posto.
«È una lunga storia. Ora usciamo da qui. Andrea, cerca dell’acqua calda, devo subito dargli una sciacquata. E non guardarmi cosi! È pieno di Flux, sia su di lui che sui vestiti. Ti avrebbe infettato, mentre io sono immune»
Faccio quel che mi chiede. Lui nel frattempo usa Sano per dargli una prima guarigione, poi con una saponetta inizia a dargli una rinfrescata.
«Siete proprio voi. Ragazzi… Siete tornati… Perché siete andati via…?»
«Siamo tornati a casa, non potevamo restare qui per sempre…» risponde Massimo, sorridendo.
«Anche questa è casa vostra… Perché dieci anni senza nemmeno un messaggio? E poi guardatevi, non siete invecchiati di un giorno…» replica, guardandoci meglio il viso.
«Ti spiegheremo quello che possiamo, ma ora stai tranquillo» rispondo io, vedendo poi arrivare Angelo e Ezio.
«Cosa succede qui? Come sta il re?» interviene Angelo preoccupato, mentre Ezio probabilmente un po’ gode nel vederlo così sofferente, il che non da fastidio solo a me.
«Portatelo fuori, io disinfesto la sua stanza. Non è più infetto ma sta ancora male»
Entra nella stanza, e dopo qualche minuto ne esce lasciando dietro di se’ una scia nera e violacea ed è visibilmente affaticato.
«Che hai fatto li dentro?» gli chiedo, facendo attenzione a in quale stanza stanno portando il Re.
«Ho assorbito tutto: distorsione, flux e oggetti corrotti che erano lì dentro, ed erano parecchi. Spark?»
Alla sua domanda gli faccio strada e il Re è straiato su di un divano, sotto l’occhio vigile di Angelo, mentre Ezio e dietro la porta di ingresso con braccia conserte.
«Perché tanta pena per un re fantoccio?» subito ci interroga.
«Perché quello prima di tutto è un nostro amico, e in più è una persona migliore di quanto tu potrai mai essere, stupido ragazzino!» risponde seccato Massimo, che quasi lo prende per il collo. Sarebbe la seconda volta in 3 giorni e forse se lo merita anche. «L’hanno incastrato! L’hanno avvelenato e lo abbiamo salvato appena in tempo! Possibile che non lo capisci?»
«No, ha ragione il ragazzo… Mi hanno raggirato come volevano, e ora sto morendo…» prosegue Spark a fatica. «Amico mio, prendi il mio posto… Riporta ordine nel regno… Lo so che sei un guerriero, ma ora ci vuole mano dura per riportare ordine e legalità… Poi potrai fare nuove elezioni e farti da parte…»
Angelo alle sue parole fa’ un passo indietro, spaventato sia all’idea della sua morte che a quella di governare. Ma Massimo lo tranquillizza.
«No, tranquillo, Angelo, non sta morendo. Va solo curato nel modo giusto, e tornerà a governare il regno con giustizia, ma ha bisogno di un appoggio leale. L’esercito è corrotto»
«So chi chiamare. Non gli piacerà, ma se glielo ordino non potranno farsi indietro» e si allontana lasciandoci lì.
Ezio si avvicina a testa bassa. Forse inizia a capire quello che sta succedendo, mentre alcuni rumori ci mettono in allerta.
«Ragazzo… ci conosciamo…?» riprende Spark fissando Ezio.
«No, sire, non sono della città. Non ci siamo mai incontrati»
«Sei sicuro…? hai un viso familiare…» incalza, ma è troppo stanco. Posa la testa sul divano e si addormenta.
«Sicuro che non vi siete mai incontrati?» Insisto io fissandolo. Lui scuote la testa e torna vicino alla porta.
Qualche minuto dopo ecco entrare Angelo, con Marco e altri cinque dei suoi guardiani.
«Proteggere il Re dopo tutto quello che ci ha fatto passare? Non ci avrei mai creduto» interviene Marco guardando Massimo che risponde subito.
«Non è sua la colpa. Portatelo al sicuro. Nel palazzo, però, non fuori, o vi accuseranno di rapimento. Mettete in carcere il Reggente e prendete possesso di tutto il castello. Angelo penserà alle guardie»
«E noi invece?» chiede Ezio.
«Noi…» puntualizza Massimo indicando me e lui «…andiamo al fronte ad avvisare il secondo generale così da anticipare qualsiasi notizia falsa. Andrea viaggia molto più in fretta di chiunque. Tu invece resti in città. Resta appiccicato al Re e aspetta che si riprenda prima di fargli qualsiasi domanda»
«Ma io voglio venire con voi! Me lo dovete!»
«No. Ci hai fatto tornare e ci hai chiesto di cercare Ettore e mettere fine alla guerra. Manterremo la parola, ma a modo nostro. Non possiamo farti da babysitter» rispondo seccato.
«Sono molto abile con la spada, e non ho paura di niente!» replica lui con sguardo fiero.
«È proprio questo il problema. La paura ti fa' stare attento. Ti salva la pelle. Tu resti qui, discorso chiuso» lo zittisce Massimo. poi si avvicina a me e mi posa la mano sulla spalla.
«Angelo, contiamo su di te, fagli fare i bagni con i sali che ti ho dato e fagli bere la medicina» che gli lancia in quel momento mio fratello
«Se il ragazzo ti da' noie, mettilo dentro» Concludo, e con un lampo ci facciamo circa un giorno di cammino in una decina di secondi.
  
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