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Autore: Batckas    30/06/2022    0 recensioni
Dopo gli eventi di Hoover Dam, il Corriere deve affrontare una nuova minaccia che sconvolge l'intera Zona Contaminata del Mojave.
(Ispirato da Red Dead Redemption: Terrore dall'Oltretomba)
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corriere uomo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nella notte senza stelle del Mojave il silenzio veniva squarciato dall’ululato di un coyote. Manny Vargas, nella bocca del dinosauro, stava divorando un piatto di spiedini di scoiattolo, aveva con sé una birra, ma voleva evitare di bere in servizio, purtroppo aveva dimenticato l’acqua e la gola gli ardeva dalla calura. Da quando Boone se ne era andato con il Corriere, Manny faceva i doppi turni.
Pensava di dover addestrare qualcuno al posto di Boone. Chris Haversam? Era strano, Manny non si fidava di lui. Sorrise al pensiero di vedere No-Bark armato fino ai denti. Inghiottì l’ultimo boccone. L’ululato del coyote fu stroncato da un guaito sommesso.
Insolito.
Manny lasciò perdere il piatto, afferrò il fucile di precisione, controllò l’area circostante: sul ponte c’era una figura incappucciata. Inizialmente il cecchino pensò dovesse trattarsi di uno dei seguaci di Bright. Sebbene Novac non fosse un obiettivo prioritario per la Legione, molti dei suoi cittadini morirono in sua difesa. Nelle settimane seguenti alla battaglia di Hoover Dam, alcuni Seguaci di Bright tornarono a Novac per aiutare a ricostruirne le difese e restare indipendente dalla NCR.
La figura incappucciata era un ghoul, da come si muoveva verso la città Manny comprese che non si trattava di un ferale. Qualcosa gli faceva accapponare la pelle. Il ghoul solitario avvolto nell’oscurità avanzava verso Novac, si fermò al centro del ponte. Sollevò entrambe le mani. Manny ricordò di quella volta quando aveva ucciso un ghoul splendente.  
Inizialmente sembrò il rumore di un motore. Dopo qualche secondo, diventò più forte, ma privo di contorni delineati, poteva essere un animale che ronfava. Si tramutò nel graffiante suono di un ringhio quando era già troppo tardi.
Ferali.
Centinaia.
Manny mirò alla testa del ghoul al centro del ponte, giurò di scorgere da sotto al cappuccio un sorriso sadico e crudele. Premette il grilletto, svegliò la città, mancò il bersaglio. Il ghoul si allontanò camminando piano mentre era superato dalla mandria di ferali che invadevano Novac. Manny tentò nuovamente di fare fuoco, ma i proiettili si conficcavano nella carne dei ghoul che attorniavano lo sconosciuto.
Manny si precipitò nel negozietto sotto la bocca del dinosauro, i ghoul ferali battevano alla porta, l’uomo tirò fuori pistola e coltello. Doveva pensare ad un piano. Scorse la radio di Cliff Briscoe. Uno dei ferali aveva sfondato l’entrata con un pugno. Manny vide gli occhi iniettati di sangue e la carne umana che pendeva dalla bocca del mostro. Fece fuoco, si lanciò alla radio.
La porta fu abbattuta.
I ferali sciamarono nel piccolo negozio di souvenir.
Manny si pentì di non aver bevuto quella birra.

Era una notte senza stelle nella zona contaminata del Mojave.

L’NCR aveva ricevuto una richiesta di soccorso da Novac. Il colonnello Moore non aveva uomini disponibili. Tutte le forze della Repubblica erano impegnate nel dare la caccia ai legionari rimasti nella zona. Per questo motivo decise di rivolgersi al Corriere e alla sua squadra di mercenari. Il colonnello inviò un messaggio all’ambasciatore Crocker che a sua volta si occupò di mandare al Lucky 38 un soldato. Questi giunse al casinò, si avvicinò al Securitron di guardia, chiese di parlare col Corriere. Il robot lo informò che presto avrebbe ricevuto una risposta. Dopo circa tre minuti le porte del Lucky 38 si aprirono e dal buio dell’interno emersero il Corriere, un cane cibernetico, un robot fluttuante e una ragazza dai capelli rossi e lo sguardo assonnato.
Il soldato con mano tremante consegnò al Corriere il messaggio dell’ambasciatore. L’uomo lo lesse rapidamente, ringraziò, lanciò due tappi al soldato e lo superò. Il giovane lo vide mettersi in viaggio. Aveva sentito storie sul suo conto, tutti conoscevano la leggenda del Corriere che aveva ingannato la morte a Goodspring.
Il soldato tornò all’ambasciata.

“Uno schermo gigante da cui Yes Man può spiarci mentre dormiamo… non mi sembra una buona idea. Conoscendo Veronica è possibile che sia stata lei proprio a montare la telecamera.”, si lamentava Cass.
“È molto probabile.”, confermava il Corriere.
“Appena torniamo copro il monitor con un panno, così Yes Man, o Veronica, non possono vedermi mentre mi spoglio.”
“E chi ti dice che guardino te.”, ammiccò il Corriere.
“Continua a sognare.”
I quattro si misero in viaggio verso Novac.
Giunsero in città, scorsero la bocca del dinosauro. Dalle fauci colavano sangue e pezzi di carne. Il silenzio era surreale. Il Corriere inviò Ed-E in perlustrazione, sul Pip-Boy non apparvero segnali nemici. Rex aveva le orecchie abbassate e digrignava i denti.
“Vedi qualcosa?”, domandò il Corriere a Cass.
“Non c’è anima viva.”
L’uomo si raccomandò di tenere gli occhi aperti e stringendo “Luce nelle Tenebre”, la pistola che gli aveva regalato Joshua Graham, penetrò in città guardingo. Controllarono casa per casa, ma non c’era nessun sopravvissuto. Un tappeto di cadaveri di ghoul ferali ricopriva l’intera città. Il Corriere giunse nei pressi del dinosauro, dovette forzare la porta perché innumerevoli corpi bloccavano l’ingresso. Camminò sui corpi flaccidi, salì le scale, seguì una striscia di sangue, aprì la porta che dava alle fauci.
Manny Vargas, faccia insanguinata, coltello tra le mani, parte sinistra del volto maciullata, allungò una mano disperata. Il Corriere gliela strinse, gli somministrò un Med-X, poi uno Stimpak, ma le sue condizioni erano pessime, non sarebbe sopravvissuto a lungo. Il Corriere chiamò a gran voce Cass, la ragazza arrivò dopo pochi attimi, si portò una mano alla bocca più per la sorpresa che per lo spavento. Il Corriere le disse di cercare tra le riserve della dottoressa Strauss altri Med-X e Stimpak. Lei fischiò, Rex fu al suo fianco, si allontanò.
Manny cercava di parlare, ma il dolore era troppo. L’uomo sentiva la vita scivolare via da lui, tentava di aggrapparla con forza, con la stessa energia con cui stava stringendo il polso del Corriere. Aprì bocca. Voleva articolare le parole, ma la sua trachea era stata sfondata. Lasciò il coltello e si portò la mano alla guancia, nonostante avesse le labbra serrate fu in grado di toccarsi i denti. Scoppiò a ridere, il corpo ebbe le convulsioni, del sangue fiottò dalle ferite; il Corriere gli disse di restare fermo, ma Manny aveva visto la guerra e la morte e comprendeva che era giunta anche per lui. Voleva sapere il destino della città, ma temeva che la risposta avrebbe soltanto appesantito il viaggio all’altro mondo. Manny disegnò qualcosa, col sangue, sul Pip-Boy del Corriere.
Poi spirò.
Cass tornò con tutto ciò che aveva trovato, vide gli occhi spenti di Manny, abbassò il capo, maledisse la sua lentezza, il Corriere si alzò dal cadavere, le accarezzò una spalla per confortarla.
“Non potevamo fare niente, siamo arrivati troppo tardi.”
Guardò la scritta sul Pip-Boy: “non ferale”.
“Cosa pensi che significhi?”, gli domandò Cass. “Abbiamo trovato solo ghoul ferali in giro.”
“Forse un ghoul non ferale guidava la mandria”, ipotizzò. “Non ho mai visto così tanti ghoul ferali tutti insieme.”, aggiunse.
“Neanche io.”
“E se facevano parte di un’orda ancora più grossa, che fine hanno fatto?”, si domandò.
“Dovremmo controllare il vecchio sito Repconn.”, propose Cass.
“Facciamo solo una ricognizione.”, puntualizzò il Corriere.
“Sei un guastafeste.”, lo ammonì la donna.
I due, insieme al cane e al robot, si mossero in direzione del vecchio impianto Repconn. Il Corriere aveva liberato la zona dai ferali tanto tempo prima quando aveva permesso ai seguaci di Bright di viaggiare verso il Far Beyond. Sulla strada non incontrarono nessuno, giunti a destinazione la situazione non era cambiata. Per scrupolosità si fecero un giro negli uffici: vuoti. Delusi tornarono fuori, Ed-E emise un suono lungo e prolungato, dopo qualche secondo il Corriere udì la voce di Sunny Smiles.
“Ferali! A decine! Abbiamo bisogno di aiuto!”

I sopravvissuti di Goodspring si erano radunati nel Prospector Saloon, decine e decine di ferali si avvicinavano minacciosamente. Il Corriere inviò Ed-E a New Vegas per avvisare tutti. Con Cass e Rex, poi, raggiunse la città. Erano alle spalle della mandria, attirarono l’attenzione dei ghoul nelle retrovie e ne abbatterono una decina, la mandria rivolse la sua attenzione ai nuovi arrivati. Il Corriere prese per mano la ragazza e la trascinò verso la scuola. Si barricarono.
“Porca troia, sono troppi.”, disse Cass.
“Lo so, qualcosa non va, ma dobbiamo liberare la città.”
Il Corriere inserì un nuovo caricatore nella pistola.
“Andiamo alla casa sulla collina.”, aggiunse l’uomo. Cass annuì.
I due uscirono dalla scuola sparando, un gruppo di ghoul li aveva raggiunti, si mossero rapidamente. Il Corriere esaminò la mandria. I loro movimenti erano troppo organizzati, quasi precisi, non si comportavano come i ferali che aveva sempre visto e nessuno nella zona contaminata del Mojave poteva avere una tecnologia simile. L’unico detentore di tale sofisticati meccanismi era lui, protettore del Big Empty.
Rex restava al suo fianco abbaiando e ringhiando. Il gruppo raggiunse la casa del dottor Mitchell. Sbarrarono la porta alle loro spalle. Esaminarono la casa, non c’era nessuno. Il Corriere sperava che il dottore si fosse salvato, gli doveva la vita. Uscirono da una delle finestre.
“Cass, tu coprimi dal tetto.”, disse il Corriere. La ragazza voleva protestare, ma si limitò a raccomandarsi con lui di fare attenzione. Il Corriere sorrise.
Cass era sul tetto, da lì aveva una linea di tiro su tutta Goodspring. Il Corriere si fece largo tra i ferali fino a raggiungere il Prospector Saloon. I sopravvissuti sparavano dalle finestre. SI udiva Cheyenne abbaiare.
Altre ondate di ghoul infestavano la piccola cittadina. Il Corriere capì che far aprire le porte del Saloon sarebbe stato troppo pericoloso, doveva uccidere i ferali. Guardò verso la cisterna d’acqua e il cimitero, gli parve di scorgere una figura incappucciata. L’attimo dopo questo fantasma era scomparso. Si fece un appunto mentale, ma c’erano urgenze più immediate di cui prendersi cura. Uno dopo l’altro, con maestria e precisione, il Corriere eliminò i ferali che minacciavano Goodspring. Quando cadde l’ultimo con un buco in fronte, le porte del Saloon si aprirono. La prima ad emergere fu Sunny Smiles.
“Sai dirmi cosa sta succedendo?”, domandò al Corriere.
“Temo di no.”
“Sono comparsi all’improvviso dal cimitero, nel giro di pochi minuti sono arrivati in città. Easy Pete è stato il primo ad avvistarli, mi ha mandato a raccogliere tutti e portarli al Saloon mentre lui ha tentato di fermarli con la dinamite… non è sopravvissuto. Ci ha dato il tempo di radunarci, se non...”
Sul volto di Sunny si leggevano rabbia e rassegnazione.
“Gli altri stanno bene?”, chiese il Corriere.
“Sì. Trudy è ferita, il dottor Mitchell si sta occupando di lei. I soldati NCR di stanza qui sono stati uccisi subito dopo Pete… cosa diavolo sta succedendo? Cazzo…”
Il Corriere non aveva una risposta. Propose loro di spostarsi verso New Vegas dove la presenza dell’NCR era più forte. Domandò se avessero notizie dal Primm. Sunny negò col capo. Il Corriere capì che quella sarebbe stata la sua prossima meta. Entrò nel Saloon, accarezzò Cheyenne. Vide Mitchell che si prendeva cura dei vari feriti.
“Ragazzo.”, salutò Mitchell. “Sempre coinvolto nei guai.”
“E questa città sembra non riposarsi mai.”, rispose.
Trudy si alzò con fatica, aveva una gamba squarciata, con voce rotta dal dolore disse: “Ci hai salvato di nuovo.”
“Continuiamo a salvarci a vicenda.”, il Corriere sorrise, con lui anche la donna. “Ho sentito quello che hai detto a Sunny, ma no, restiamo qui. Inviaci qualche soldato o qualche Securitron. Non potremmo sostenere un viaggio.”
Cass entrò nel bar insieme a Rex. Rex e Cheyenne si annusarono.
“Avete notato qualcosa di strano?”, investigò il Corriere. I presenti ci pensarono per qualche istante. Il dottor Mitchell prese la parola.
“Forse sono le visioni di un vecchio, ma mi è parso di vedere qualcuno al cimitero, poco prima dell’attacco, per un attimo ho pensato fossi tu. Mi è sembrata una figura incappucciata, un uomo sicuramente. Ma gli occhi mi tradiscono, quindi potrei aver visto male.”
Sunny anche aggiunse: “Prima dell’attacco Cheyenne era intrattabile, nervosa e irritata, non l’ho mai vista così.”
“È come se tutti i ferali della zona si fossero radunati.”, commentò Trudy.
“Ma ora dovrebbero essere finiti, no?”, domandò qualcuno. “Siamo salvi.”
Il Corriere aveva i suoi dubbi, ma li tenne per sé.
“Dov’è Chet?”, domandò.
“Nel suo negozio come sempre, quel viscido bastardo.”, rispose Sunny. “Andiamo a fargli una visita.”
La porta del negozio era chiusa, udirono dei grugniti. Il Corriere entrò guardingo con l’arma alta. Un ferale. Un colpo alla testa. Un rumore sordo. Si avvicinarono al bancone, guardarono oltre. Chet era riverso in una pozza di sangue. Sunny sputò sul cadavere.
“È la punizione giusta per te, stronzo, non hai voluto aiutarci con i rifornimenti. Neanche le munizioni… infame fino alla fine.”
Il Corriere prese armi e munizioni dal negozio e aiutò Sunny a distribuirle ai sopravvissuti.
“Invierò qui dei rinforzi.”, disse. “Per qualsiasi cosa usate la radio e siate prudenti.”
“Ci proveremo, tu vedi di salvare di nuovo la Zona Contaminata.”

Sulla strada per il Primm la radio gracchiò. Un attimo dopo il sergente McGree sbraitava ordini. Il tenente Hayes si imbatté nel Corriere.
“Vieni con me.”, disse il tenente. “Prendiamo i ferali dal fianco, la città è infestata.”
“Merda.”, commentò Cass a denti stretti.
I due, Rex e il tenente si mossero spediti. I ferali stavano uccidendo i civili sfortunati che si erano ritrovati all’eterno. Il sergente McGree e alcuni soldati NCR lottavano furiosamente per mantenere la posizione. Un tappeto di cadaveri era srotolato ai loro piedi, ma i ferali non sembravano avere fine. Uno dei soldati fu afferrato da due ferali e trascinato oltre la barricata, i mostri scavarono nelle sue viscere. Il sergente lanciò una granata, brandelli di carne piovvero dal cielo. Il Corriere si lanciò all’assalto. Molti abitanti del Primm si erano uniti alla sua difesa. Il Corriere, Cass e Rex aiutarono il tenente Hayes a liberare la zona.
“Merda, tenente, menomale che è arrivato in tempo.”, commentò il sergente, poi ringraziò anche il Corriere e il suo gruppo. Erano famosi e tutti li conoscevano.
Il Corriere fece la domanda di rito se avessero notato qualcosa di particolare prima dell’attacco.
“Ho notato uno straniero che parlava con Johnson Nash.”, disse il tenente. “Non l’ho mai visto qui in giro, ma il Primm accoglie spesso mercanti vagabondi, perciò non l’ho fermato.”
Il Corriere ringraziò e seguì quella pista, rintracciò il responsabile della Mojave Express, il vecchio fu felice di rivederlo. Gli chiese di parlargli dell’uomo misterioso.
“Un tipo tutto particolare, devo essere sincero. Mi ha chiesto di te, ragazzo. Voleva sapere se tu avessi mai visitato questa città, se avessi… ha parlato di legami, in questa città. Gli ho detto ciò che hai fatto per noi, ha sorriso ed è andato via, dopo qualche minuto sono arrivati i ghoul.”
“La signora sta bene?”
“Sì, ti ringrazio, ci vuole ben altro per farci fuori.”
Il Corriere gli augurò di restare al sicuro. Aiutò i soldati a rinforzare la posizione. Il tenente andò alla radio, contattò l’avamposto.
“Ferali in arrivo!”, udì il Ranger Ghost che annunciava su tutte le frequenze.
“Ma che cazzo.”, Cass era esasperata.
Da lontano si udirono i tuoni del fucile di precisione della Ranger.
Il tenente Hayes supplicò il Corriere di intervenire, dopo aver salvato l’avamposto doveva anche ottenere, di nuovo, rinforzi per il Primm. Il gruppo del Corriere si mosse rapidamente verso l’avamposto del Mojave. I ferali erano tenuti a bada da una linea di fuoco organizzata dal Ranger Jackson sotto le due statue monumentali. Per Cass era strano tornare lì. Ricordava il giorno in cui aveva incontrato il Corriere e come la sua vita era cambiata. Pressati dalle squadre di fuoco davanti e dal Corriere e i suoi da dietro, tutti i ferali furono uccisi nel giro di poco.
“Cosa cazzo sta succedendo? Abbiamo rapporti da numerose città, i ferali sono impazziti, stanno attaccando ovunque!”, comunicò Jackson.
“Merda, dove?”
Il Ranger scortò il ragazzo negli uffici, il maggiore Knight era stato ferito.
“Hanno colpito duramente, ma ti giuro, qualcuno ha guidato il loro assalto. Era organizzato e non hanno mai voluto conquistarci. È più come se… come se avessero voluto attirarti qui.”, il Ranger uscì di corsa seguito dagli altri.
Un mare di ghoul ferali avanzava sulla loro posizione.
I soldati NCR ripresero immediatamente posizione. Il Ranger Ghost chiedeva via radio che le portassero delle munizioni.
Il Corriere guardò verso l’orizzonte.
Quella volta era sicuro. C’era una figura incappucciata che osservava la scena. Il misterioso sconosciuto sollevò le braccia. E l’orda attaccò ringhiando.
Il Corriere salì alla posizione di Ghost, le rubò il fucile di precisione.
“Ma che cazzo fai!”, protestò sbigottita la donna, ma lui guardò attraverso il mirino telescopico.
“No…”, disse a denti stretti.
Cass era rimasta con i soldati a mantenere la linea.
I ferali assalivano con vigore.
Il Corriere domandò a Ghost se riuscisse a fare un tiro del genere, ma quando gli indicò la posizione dell’incappucciato quello era già scomparso. La Ranger, alterata, si riprese il fucile e gli intimò di allontanarsi. Il Corriere affiancò Cass nella difesa dell’avamposto. Lo scontro andò avanti per ore, la prima linea fu travolta, i soldati dovettero ripiegare, numerosi militari e civili furono uccisi, il Ranger Jackson fu ferito, il sergente Kilborn morì mentre cercava di scappare. Rinforzi NCR erano in arrivo, con loro anche diversi Securitron che Ed-E aveva incontrato nel suo viaggio di ritorno e che aveva reindirizzato all’avamposto.
Via radio giunsero numerose richieste di soccorso in tutta la Zona Contaminata del Mojave.
L’invasione dei ferali fu respinta solo la sera dopo sei ore di estenuanti combattimenti. A Cass tremavano le mani, Rex era ferito ad una zampa, il visore dell’elmo del Corriere era scheggiato, la sua armatura sporca di sangue, la scorta di munizioni a secco. La Ranger Ghost non era sopravvissuta. Quando i ferali avevano invaso l’avamposto lei era rimasta indietro per coprire la ritirata e aveva pagato il sacrificio supremo. Il Ranger Jackson aveva perso un braccio, il maggior Knight era stato ferito alla testa ed era diventato cieco. Il Corriere si ergeva su quella distruzione. Era sfinito. Anche l’arrivo dei rinforzi non aveva rallentato l’avanzava dei ferali. Una ventina di Securitron erano stati distrutti. Oltre cinquanta soldati NCR erano morti per difendere l’avamposto. Il maggiore, nonostante avesse perso la vista, continuava a dare ordini sensati e rigorosi che sia durante l’assedio che dopo permisero all’avamposto di sopravvivere.
“Passiamo qui la notte, sono distrutta.”, disse Cass fingendo spavalderia. Il Corriere si sedette al suo fianco, si tolse l’elmo, si massaggiò le tempie.
“Sta andando tutto di merda.”, disse.
“Siamo vivi, ottimo risultato visto il casino. Domattina ci occupiamo di tutte le richieste di soccorso.”
Il Corriere annuì. Rex si accoccolò tra i due. Cass lo accarezzò dietro le orecchie.
“Cosa pensi?”, domandò la donna.
“L’ho visto in faccia. Il tizio incappucciato di cui hanno parlato. Lo conosco. Credo proprio che si stia vendicando di me. Devo parlare con Veronica.”
“Mi spieghi che sta succedendo?”
Il Corriere la guardò negli occhi azzurri.
“Ti amo.”
“Lo so. Ma raccontami.”
“Hai mai sentito parlare della leggenda del Sierra Madre?”

“Porca troia…”, commentò Cass alla fine del racconto. “La tipa di Veronica è rimasta indietro?”
“Sì, per questo devo andare a trovarla. Le promisi di non dire niente a Veronica, ma ora… le cose sono cambiate.”
“Potrebbe essere morta se Elijah è arrivato fin qui.”
“Lo so.”
“Vengo con te.”
“No, ho bisogno che resti qui a gestire le cose al posto mio.”
“Che palle. All’alba partiamo. Ora si dorme.”, Cass parlava veloce e nervosamente.
Appoggiò la testa alla spalla del compagno, ma non chiudeva occhio.
“Sai che non è colpa tua, vero?”, gli disse in un bisbiglio.
Il Corriere non rispose.
“Dovevo ucciderlo.”
“Non potevi sapere che sarebbe tornato. E non sappiamo comunque come fa a controllare i ferali.”
“Deve aver trovato qualcosa… qualcuno…”
“Ehi! Ci pensiamo domani. A dormire. Ora!”
La spossatezza fu tale che dopo quindici minuti entrambi ronfavano.
Sopraggiunse l’alba.
“Ehi, piccioncini, sveglia.”, li chiamò una voce femminile.
La scriba della Confraternita giocherellava con Rex.
“Veronica…”, chiamò il Corriere. “Com’è la situazione?”, domandò. Non aveva il coraggio di affrontare la vicenda del Sierra Madre con lei.
“Confraternita d’Acciaio, NCR e Securitron tutti uniti per combattere i ferali. Abbiamo ricevuto anche supporto da Jacobstown; Marcus manda i suoi saluti, è rimasto a difendere la città, ma ci ha inviato qualche Nightkin e supermutante per darci una mano.”
“Ottimo.”
Cass sbadigliò, si stiracchiò.
“Veronica!”, disse euforica.
Guardò il Corriere, poi l’amica.
“Deve dirti qualcosa di molto importante.”
Veronica squadrò il Corriere.
“Non ti sei mai fatto problemi, perché iniziare ora?”, sorrise l’amica.
Il Corriere non la guardava negli occhi.
Veronica capì che dovesse trattarsi di qualcosa di grave.  
Le raccontò per filo e per segno tutto ciò che era successo al Sierra Madre, di Christine e di padre Elijah. Il volto di Veronica mutò come il giorno e la notte. Strinse la mandibola, gli occhi persero luce.
Lo colpì con uno schiaffo.
“Come ti sei permesso?”, piangeva. Anche il Corriere aveva le lacrime agli occhi. “Come hai potuto decidere per me?”, disse a denti stretti. “Era… tu l’hai… e ora potrebbe… Dio…”
Si allontanò.
“Dove vai?!”, chiamò Cass.
“Vado a cercarla.”
“Non andare da sola!”, la ammonì la ragazza. “Lui viene con te.”
“Non lo voglio tra i piedi.”
“Veronica, ti prego, ascoltami!”, Cass la raggiunse. “Non essere sciocca. Conosci Christine, conosci lui. Pensi che l’avrebbe lasciata lì di sua spontanea volontà? Se conosci Christine quanto la ami, sai bene che la scelta è stata solo sua, anche di tenerti all’oscuro. Se siamo salvi, se quelle… persone fantasma… non ci hanno ancora raggiunto è solo grazie a lei. Possiamo, dobbiamo sperare che sia ancora viva. Ma se vai da sola morirai.”
Veronica ascoltò in silenzio. Vedere il volto del Corriere la faceva infuriare. Lo stomaco le si contorceva e infiammava. Lo odiava. Lei si era sempre fidata ciecamente di lui, era stato il Corriere ad aiutarla a capire cosa farne della sua vita. Gli doveva molto. In lui aveva sempre visto un po’ di Christine: entrambi così sicuri di sé, sensibili e lontani.
“Non sei solo un paio di belle chiappe, Cass, sei una vera amica.”, disse Veronica.
Cass le diede una pacca sui glutei.
“Non farmelo morire.”
“Dipende.”
Veronica guardò il Corriere: “Partiamo.”, disse.

Il Corriere salutò Cass con un bacio, Rex con una carezza.
“Per come guardi il cane alle volte penso che tu voglia fare il contrario.”, commentò la ragazza nascondendo il magone. Il Corriere, invece, non riuscì a contenere le lacrime. “Torna da me.”, si raccomandò Cass.
Il Corriere e Veronica partirono per il Sierra Madre.
Ma come aveva già imparato il Corriere sulla propria pelle. Il problema non era arrivarci, ma andare via.

Nel frattempo, alla Crimson Caravan Company le guardie e Boone, che si era ritrovato lì per caso, dovettero affrontare un’orda di ferali in arrivo. I primi mercanti furono trucidati fuori le mura. L’ex tiratore scelto NCR prese il comando della difesa del campo. Chiunque poteva combattere fu reclutato. Grazie all’acume di Boone e alla sua efficienza come tiratore le vittime furono contenute. Boone si arrampicò sulle mura e da lì fece piovere morte sui nemici. Blake rifornì tutti di armi. Alice si rifugiò nel suo ufficio. Ad aiutare la Crimson Caravan sopraggiunse Lily alla guida dei supermutanti inviati da Marcus. Con l’arrivo dei rinforzi, i ferali non resistettero a lungo.
Cass compì il viaggio di ritorno con Rex, sul tragitto si imbatterono in Raul che stava aiutando una famiglia di contadini a scappare da una mandria inferocita, a cui si erano aggiunti anche dei Radscorpion.
“Tutta la storia dei ferali ci ha fatto dimenticare che la Zona Contaminata è ricca di pericoli di ogni tipo!”, rise Raul mentre abbatteva i nemici vicini con colpi precisi e veloci.  
Raul, Cass e Rex tennero a bada i ferali per un po’ mentre il carro della famiglia veniva guidato dal padre il più lontano possibile. Cass, Raul e Rex si rifugiarono in un capanno poco lontano, i ferali continuavano ad incalzare la loro posizione. Un’esplosione eruppe in lontananza, il rumore tipico dei fucili laser squarciò l’aria e si levò sopra le grida dei ferali. Il Paladino Ramos della Confraternita d’Acciaio guidò una squadra di pattuglia, avvisata dalla famiglia in fuga, e salvò Cass, Rex e Raul.
New Vegas era, al momento, una zona sicura. I rifugiati si affollavano in ogni angolo. Arcade e Julie Fargas controllavano le operazioni dei Followers of the Apocalypse.
Il loro operato salvò innumerevoli vite.
I Great Khans, a Red Rock, fecero onore al loro nome respingendo una monumentale ondata di ferali senza l’aiuto di nessuno. Secondo alcune voci dopo aver finito tutte le munizioni, papa Khan aveva ordinato ai suoi di lanciarsi all’attacco all’arma bianca. Jack e Diane rimisero in piedi i loro feriti. Melissa guidò una piccola squadra di spedizione sul fianco della montagna per farla precipitare sulla testa dei ferali eliminandone un troncone alleviando il peso sul campo. Regis, contrariamente a papa Khan, ordinò ai suoi di ritirarsi verso l’alto e lanciare bombe a mano e molotov contro gli ostili.
Era stata una battaglia epica, le leggende avrebbero raccontato di loro.
Reso sicuro Red Rock, squadre di Great Khans si dispersero nella Zona Contaminata del Mojave.

Due ragazzini stavano scappando da un gruppo folto di ghoul ferali, il fratellino aveva visto morire la madre e il padre, sapeva che, se anche lui fosse stato preso dai mostri, la sorellina, la cui manina era salda nella sua, sarebbe rimasta sola. Le gambe gli facevano male.
Inciampò.
Il fanciullo tornò indietro. Privo di un piano e di speranze, si gettò sulla sorella facendole scudo con il suo corpo. Continuava a ripetere che gli dispiaceva di non essere stata in grado di salvarla.
Il cielo sui loro corpicini si oscurò.
Il distinto rumore di un Vertibird.
“Stai bene, giovane?”, domandò al ragazzo un omone in armatura atomica.
Il ragazzino non credeva ai suoi occhi. Quella creatura di metallo brandiva una Gatling laser come se fosse un giocattolo. Sterminò i ghoul che erano alle calcagna dei due giovani.
“Moreno, falli salire su.”, udì dire il ragazzino.
Quelle reliquie di un tempo antico salvarono molte vite quei giorni.  

L’NCR teneva saldamente tutte le sue posizioni, i soldati della Repubblica pagarono con il sangue la difesa degli innocenti. Molti di loro avevano creduto di poter essere in pace dopo aver sconfitto la Legione, ma la realtà aveva infranto i loro sogni. Nonostante la minaccia dei ferali, però, le perdite tra le fila dell’NCR furono l’ottanta percento inferiori delle morti per mano della Legione. Un enorme aiuto fu dato dai Boomers. I ferali non ebbero neanche la possibilità di avvicinarsi a Nellis, saltarono in aria a duecento metri dai cancelli. Come da accordi stipulati dopo la seconda battaglia di Hoover Dam, i Boomers inviarono i loro pezzi d’artiglieria all’NCR e si unirono alla lotta. Il bombardiere che aveva seminato il terrore ad Hoover Dam fece tremare i cieli e i cuori dei Boomers. Pearl aprì le porte di Nellis ai rifugiati quando New Vegas non potette più accoglierli per la mancanza di risorse.
Il colonello Hsu guidò la coordinazione delle diverse forze sotto il suo comando. Questi aveva ricevuto l'ordine dal genere di brigata Cassandra Moore, che si era resa conto di non fidarsi ancora dei Khans e della Confraternita. La donna aveva temuto che i suoi pregiudizi le impedissero di sfruttare a pieno il potenziale di quell’alleanza; quindi, aveva lasciato che Hsu si occupasse di tutto.
Gli sforzi di un Mojave unito garantirono alla durissima lotta per la sopravvivenza di avere qualche possibilità di riuscita.

Nel frattempo, il Corriere e Veronica raggiungevano le rovine spettrali del Sierra Madre
“Vedo gli incubi nei tuoi occhi. Cosa è successo qui?”, domandò Veronica.
“Tutto ciò che ti ho raccontato.”
“Tu!”, disse una voce cavernosa.
Veronica si preparò al combattimento. Il Corriere le fece abbassare il guanto pneumatico.
“Dog? God?”, domandò il Corriere.
“Nessuno dei due. Tu ci hai salvato e sei andato via.”
“Cosa fai qui?”
“Ho incontrato una persona come te, una donna. Lei… è stata rapita.”
Veronica si agitò.
“Dove si trova?”
“Venite con me, vi porterò da lei.”
I tre attraversarono il villaggio del Sierra Madre animato dalla popolazione fantasma e dagli ologrammi. Si mossero circospetti e in silenzio, furono ombre nella foschia, spettri tra gli ologrammi. Raggiunsero il Sierra Madre. Dog si muoveva rapidamente e guardandosi continuamente alle spalle per essere sicuro di essere seguito dai due nuovi compagni. L’agitazione di Veronica cresceva sempre di più, era impaziente, ricordava ogni dettaglio del corpo di Christine, il suo profumo, i suoi occhi, la sua voce, tutto.
All’interno del Sierra Madre furono costretti a combattere contro il popolo fantasma.
Raggiunsero il caveau.
“Lei è qui?”, domandò Veronica.
“Sei sicuro, Dog?”, incalzò il Corriere. “Qui è dove ho imprigionato Elijah.”, spiegò a Veronica.
“Sì, sì. Venite.”
Dog aprì la porta del caveau, la stessa che il Corriere credeva dovesse restare sigillata per sempre secondo un diabolico piano nato dalla gelosia e dall’ossessione.
“C-Christine…”
Era lì, giaceva riversa al suolo. la testa era ricoperta di cicatrici, indossava una tuta della sicurezza del Sierra Madre. Veronica la raggiunse, si gettò su di lei, la prese tra le braccia, la pulì dalla fuliggine sul volto. La scosse per farla svegliare.
“Ti prego, ti prego…”, disse a denti stretti.
Il Corriere restava sulla soglia. Il terrore di restare intrappolato lì dentro lo perseguitava. Aveva incubi ricorrenti su ciò che era successo al Sierra Madre.
Christine, lentamente, allungò una mano verso il volto di Veronica.
Temette di star sognando.
“Sei proprio tu?”, disse con immenso sforzo.
“Questa… questa voce…”
Veronica sprofondò in un incubo: quella non era Christine.
“Sono io… anche se la voce non mi appartiene.”, rispose, però, lei, facendo riemergere la compagna dall’oscurità della disperazione. “Baciami.”
Veronica poggiò le sue labbra a quelle della donna come se fosse di creta e potesse rompersi da un momento all’altro.
Le due si abbracciarono.
Il Corriere si commosse.
Dog guardava ora gli uni ora il suo liberatore con sguardo interrogativo.
Veronica guardò il Corriere.
“Grazie.”, gli disse.
“Mi dispiace di averti mentito.”, si scusò lui.
“Lo ha fatto per me.”, intervenne Christine. “Sapevo che mi avresti cercato, non potevo permettertelo.”
“Potevo… non dovevi…”
“Elijah.”, il volto di Christine diventò serissimo. “Durante la prigionia il caveau si è riempito di radiazioni. È diventato un ghoul. Le stesse radiazioni hanno danneggiato la struttura, si è liberato. Ha cercato di sviluppare una tecnologia che gli desse il controllo sul popolo fantasma. Grazie a Dio ha fallito in quello, ma il suo progetto ha avuto risvolti imprevisti: il controllo dei ghoul. Mi ha sopraffatto. Poteva uccidermi, ma non lo ha fatto.”
“Perché è una trappola.”, disse il Corriere l’attimo prima che dei ferali giungessero dalle piattaforme laterali. “Dobbiamo andare via di qui.”
Christine non riusciva a muoversi, Veronica la prese in braccio.
“Lasciala a me, tu proteggi il mio liberatore.”, le disse Dog.
Veronica si fidò dello sguardo stranamente dolce del Nightkin e lasciò la compagna alle cure del mutante dopo averle dato un bacio che voleva durasse per sempre.
“Io sono al sicuro con lui.”, la assicurò Christine.
Il Corriere e Veronica combatterono fianco a fianco facendosi largo fino all’ascensore. Il casinò brulicava di quei mostri.
“Che palle!”, inveì Veronica.
Dog lasciò Christine e caricò i ferali aprendo un varco per gli altri.
“Voi andate! Io li trattengo!”, disse il Nightkin.
Veronica prese Christine in braccio e raggiunse la fine del corridoio. Il Corriere era rimasto indietro.
“Andate, mettetevi in salvo!”, gridò.
“Anche tu, liberatore.”
Dog afferrò di peso il Corriere e lo lanciò al sicuro prima di essere sepolto sotto un mare di ferali che gli divorarono le carni. Dog, però, era felice di aver potuto finalmente saldare il debito nei confronti di quello straniero che tempo prima gli aveva donato la pace.
“No!”, gridò Christine.
Veronica la portò via. Il Corriere scortò le due all’esterno impedendo a qualsiasi ferale di avvicinarsi. Raggiunsero il villaggio sottostante, ma i ferali si erano radunati anche lì.
“Pronti per la festa!”, disse una voce dagli altoparlanti.
Degli ologrammi di sicurezza si attivarono e aprirono il fuoco contro i ferali, i quali furono trucidati da quegli eterei nemici.
Dead Domino apparve dalla foschia come in una delle sue migliori entrate, mancavano soltanto gli applausi. Si mise in posa, si fece guardare per qualche lungo secondo e solo dopo salutò i presenti.
“Non mi piace avere debiti, ragazzo, consideriamoci pari. Questi ferali non mi attaccheranno, quindi andate pure avanti. Il mio show deve continuare.”
Il Corriere ricordò il momento in cui gli risparmiò la vita.
I tre scapparono a stento dal Sierra Madre e intrapresero il viaggio di ritorno.
“Dove credi possa essere andato Elijah?”, domandò Veronica.
“Io ho un’idea.”, rispose il Corriere. “Appare e scompare a piacimento. Credo sia tornato nel Big Empty.”
“Se mette le mani sulla tecnologia lì presente…”, aggiunse Christine.
“Cos’è il Big Empty?”, chiese Veronica, ma non le risposero.
“Devo andare. Tu porta Christine in salvo.”, disse frettoloso il Corriere. “La farò finita una volta per tutte.”
“Stai attento.”
“Anche voi.”

Il Corriere attivò il trasponder per Big Mountain.
I ferali erano ovunque. Elijah aveva trucidato i dottori, i cui schermi per sempre spenti giacevano in un ammasso di liquami. Il Corriere attivò il Sink.
“Signore, è finalmente tornato.”
“Dov’è Elijah?”
“Dal dottor Mobius.”
“Grazie, riattiva gli altri.”
“Sì, signore.”
Il vociare confuso fu confortante per il Corriere.
“Va a caccia, signore?”, domandò Sink.
“Sì.”
“Le potrebbe servire questo, signore, lo ha lasciato qui l’ultima volta.”
Apparve Muggy con il fucile laser LAER avanzato.
“Credo tu abbia ragione.”
“Distrugga tutto!”, gridò il tostapane.
Il Corriere si mise in viaggio.
E così il Corriere che tempo prima aveva ingannato la morte fuori Goodspring ingannò la morte ancora una volta, superò i ferali che lo separavano al suo nemico e si ritrovò faccia a faccia con Elijah.
“È finita.”, gli disse.
“Questo è solo l’inizio. Ora che il mio dispositivo è finalmente compiuto posso finalmente controllare la popolazione fantasma.”
“Forse non ti sei accorto che Dead Domino ha scatenato sui tuoi schiavi una punizione antica quanto il tuo piano. Il Sierra Madre è una distesa deserta come dovrebbe essere stato da secoli.”
“Poco importa. I miei ferali potranno conquistare l’intera Zona Contaminata del Mojave.”
“Sei un folle disilluso. Forse il Mojave che conoscevi tu era facile preda delle intenzioni di un pazzo. Ma questo Mojave, nato dal sangue di coloro che sono morti per la pace, è in grado di tenere testa anche a te, Elijah. Tu vivi in un mondo di desolazione, contrasto e disperazione. Oggi gli abitanti del Mojave hanno trovato una spalla su cui poggiarsi, un volto che possono chiamare amico. La guerra non cambia mai, ma gli uomini che ne sono testimoni sì. Oggi il Mojave ha scelto di unirsi contro di te.”

Cass e Raul avevano quasi finito le munizioni. I ferali erano arrivati alle porte del Freeside, presto sarebbe caduto. I Kings lottavano furiosamente dando tutto ciò che avevano. Un King cadde al suolo, un ferale gli si avventò contro, ma prima che potesse raggiungerlo morì con la testa spappolata.
“In piedi, soldato, Dio è nostro testimone.”
Il King vide un uomo ricoperto di bende che faceva a pezzi, da solo, decine e decine di ghoul. Al suo seguito scorse uomini e donne tribali armati.
Cass si accorse della confusione, aiutò i tribali a liberarsi dei ghoul. Si incontrò con l’uomo bendato.
“Chi sei?”, gli domandò.
“Il mio nome è Joshua Graham. Sono qui per colui che chiamano Corriere. Oggi ripago il mio debito. Dio mi è testimone, non lascerò i miei alleati privi di aiuto.”
Come una furia divina il Burned Man si avventò contro i ferali sterminandoli.
“Quante cose non mi hai detto?”, si domandò Cass pensando al Corriere.

“Impossibile!”, sbraitò Elijah.
“È finita, hai perso.”, ribatté il Corriere.
“No.”
Elijah svelò un detonatore.
“Avrò la mia vendetta. Anche se non potrò vederla realizzata. Tu morirai con me!”
Il Corriere sapeva di non poter scappare. Avrebbe potuto uccidere Elijah, ma ormai l’esplosivo era stato innescato, non c’era più tempo. Era felice di morire sapendo che il Mojave sarebbe stato al sicuro. I suoi avrebbero dovuto ricostruire senza di lui. Sapeva che Cass non glielo avrebbe mai perdonato. Sorrise. Aveva vissuto una buona vita. Poteva andarsene senza rimorsi. Il debito che aveva nei confronti della vita era stato pienamente ripagato. Era tempo che si ricongiungesse con colei dalle cui braccia era stato strappato via.
Chiuse gli occhi.

“Sei sveglio… è una buona cosa. Piano, piano, sei rimasto in coma per un paio di settimane.”
Conosceva quella voce.
“Mitchell…”
Ebbe un déjà-vu.
Ma quella volta non era solo.
Il dottor Mitchell.
Veronica e Christine.
Boone.
Rex.
Ed-E.
Raul.
Lily.
Cass.
Erano lì con lui.
Cass lo abbracciò e lo baciò.
“Come ho fatto a salvarmi?”, domandò.
“Il destino del Corriere Sei non si è ancora concluso.”, disse una voce.
“Ulysses.”
“Tu hai salvato me. Ora siamo pari.”, gli rispose l’uomo. Senza aggiungere altro gli diede le spalle e se ne andò.
“Non voglio neanche sapere da dove è uscito quel tipo strano.”, disse Raul.
“È finita?”, domandò il Corriere.
“Per ora.”, rispose Boone.
“Vacanza?”, domandò Veronica.
“Vacanza.”, accettò il Corriere.
“Vacanza un corno. Abbiamo incontrato un sacco di strana gente.”, lo ammonì la ragazza a metà tra le lacrime e il sorriso. “Tutti sembrano avere un debito con te.”
Il Corriere fu pensieroso.
Cass gli si strinse al collo.
“Me lo dirai un’altra volta.”, bisbigliò.

E così il Corriere ingannò la morte una seconda volta. Non per un caso fortuito o una coincidenza, ma per una conseguenza. Sul suo cammino aveva incontrato occhi piangenti, aveva teso una mano, aveva ascoltato, aveva perdonato, compreso, compianto, punito, ucciso, vendicato.
La missione del Corriere non avrebbe mai avuto termine perché la guerra non cambia mai, ma per il momento, nell’abbraccio affettuoso della compagna e sotto gli occhi vigili di coloro che lo volevano bene, poteva essere in pace.
 

 
 
   
 
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