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Autore: Shichan    30/06/2022    3 recensioni
Atsumu crede nel suo fascino magnetico e diffida di ogni singola persona (suo fratello. Suna. Molte orribili persone che costellano la sua vita senza che lui possa lanciarle via in maniera definitiva) che sostiene i suoi fallimenti anziché i suoi immensi risultati. Atsumu Miya non fallisce, lui sceglie di non eccellere, è diverso.
[AtsuHina, liberamente ispirata (vedi note)]
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Atsumu Miya, Shouyou Hinata
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Note: è successo che mi è apparsa questa in home e qualcuno ha detto "atsuhina" allora io ho risposto "che tentazione fortissima di scriverla". E purtroppo non solo non mi hanno fermata, ma mi hanno pure incoraggiata. E' una cosa talmente stupida che non sapevo nemmeno che avvertimenti mettere, non so se ci rendiamo conto.



Atsumu crede nel suo fascino magnetico e diffida di ogni singola persona (suo fratello. Suna. Molte orribili persone che costellano la sua vita senza che lui possa lanciarle via in maniera definitiva) che sostiene i suoi fallimenti anziché i suoi immensi risultati. Atsumu Miya non fallisce, lui
sceglie di non eccellere, è diverso. 

Il suo fascino magnetico ha mietuto vittime su vittime e non solo negli ultimi anni, quando ha capito di avere tutto ciò che un’altra persona potesse desiderare, ma fin dalla tenera età. Osamu può dire quello che vuole, ma la maestra Ayumi si era chiaramente innamorata di lui quando fu l’unico di tutta la classe Pesca all’asilo a portarle un buquet di denti di leone. Solo perché il vento glielo ha distrutto prima che lo consegnasse non significa nulla, anzi, rese il suo dono speciale. Come lui d’altronde. E’ sicuro che la maestra Ayumi non si sia mai sposata, incapace di dimenticarlo.

Comunque, checché ne dicano gli invidiosi (e i fratelli traditori) lui rimorchia. Tanto. Forte. A volte nemmeno vorrebbe, come questa sera, eppure succede perché la bellezza è un peccato mortale e lui ne è un sano portatore da quando ha memoria. Purtroppo quando si è così belli si deve imparare a essere selettivi ma il ragazzo di questa sera ha un suo perché, un suo grande perché – Suna sostiene, quando Atsumu gli fa un cenno molto discreto di stare per andare via con la conquista della serata e che lo ucciderà nel sonno alla prima occasione se Suna oserà seguirlo, che l’unico neurone funzionante di Atsumu sia morto vedendo il tipo muoversi in pista. Glielo dice via messaggio, una notifica che Atsumu legge a metà perché è un uomo impegnato okay.

Stavolta non si è nemmeno applicato, a riprova del fatto che la sua sia senza ombra di dubbio una dote naturale; il ragazzo in questione si chiama Shouyo, cognome non pervenuto, non si sono propriamente presentati. A meno che una mano sul culo non sia presentarsi. Atsumu pensa di sì, lui sarebbe felice di fare la conoscenza del proprio culo sodo se fosse nei panni di un’altra persona. A ogni modo, Shouyo ha tutto al posto giusto, anche la risata. Di solito Atsumu non nota le risate ma visto che è un gentiluomo e non crede nei limoni dati nel cesso di un locale, si è dovuto abbassare alla comunicazione umana che ha previsto parole e battute a cui Shouyo ha riso.

L’appartamento di Atsumu non è così distante e non saprebbe nemmeno dire bene come ci sono arrivati, solo che ha aperto la porta e non è sicuro di averla chiusa in tempo prima di cominciare a limonare. Duro. Durissimo. Così tanto che se la porta non si è chiusa potrebbe aver turbato la signora Miura dell’appartamento di fianco che, benedetta sia sempre, fa un curry che è la fine del mondo ma la poverina ha avuto una brutta separazione e ripete sempre ad Atsumu che suo marito era bello come lui da giovane - ora, Atsumu rispetta le persone adulte, però non si capisce mai se l’ex marito della signora Miura sia solo finito da qualche altra parte del globo o sotto terra, quindi ogni tanto una toccatina Atsumu se la dà. Così, per sicurezza. Comunque magari se la signora Miura scopre che limona uomini non lo penserà nemico dell’intero genere femminile.

Sono lì contro la porta e la bocca di Shouyo è sulla sua, potrebbe essere romantico se la mano intanto non fosse anche nei suoi pantaloni ma Atsumu non si lamenta. Insomma, per una volta che succede di non dover cercare di capire che aria tira nella testa dell’altra persona ma ha una situazione ovvia tra le mani (e tra i pantaloni) non bisogna chiedere la luna. Shouyo muove le mani sul suo corpo come se lo avesse fatto altre mille volte e Atsumu fa lo stesso. I vestiti volano via uno dopo l’altro, un po’ in base a come riescono a muoversi alla cieca nel corridoio: un passo, la maglietta, un altro passo e via quella di Shouyo. Poi c’è un momento dalla dinamica complessa - nel buio generale sospetta che Shouyo abbia stretto la sua mano per potersi tenere mentre toglieva i calzini ma nel mentre Atsumu stava pensando di fare lo stesso e quindi niente, sono quasi finiti faccia a terra. Pensa di essersi frenato con una spallata al muro, poco importa se poi Shouyo ha riso e ha cercato il suo corpo con le mani e con la bocca.

«Vieni, la camera è di qua.» gli dice e non aspetta di guidarlo nella direzione giusta né di trovare a tentoni l’interruttore; se lo tira addosso, porta le braccia altrui attorno al proprio collo e quando lo sente cingerlo il tanto che basta lo tira su. Shouyo gli allaccia le gambe attorno alla vita e okay non aveva considerato il sottile dettaglio di situazioni nei pantaloni a contatto ma ormai è andata. Ha due mani, Shouyo ha due natiche, che fai? Te ne privi? Atsumu Miya no, mai, lui può avere e quindi prende. Il vento gli ha fottuto i denti di leone una volta, a questo giro sarà lui a fottere il vento (e Shouyo, ma soprattutto il vento). 

Riconosce il piccolo angolo che fa il corridoio prima di tuffarsi in quella che è la sua camera da letto. Varca la soglia come un re entra nella sua sala del trono, come per anni ha varcato la porta di una palestra e il pubblico è impazzito - trombe, tamburi, Miya-samaaaa e lui lì col suo pugno d’acciaio in aria a pretendere il silenzio, l’attenzione, il fiato sospeso mentre faceva il suo jump serve. 

Sa che il letto è a pochi passi, la bocca di Shouyo è sulla sua, manca poco e si gira appena per potersi lasciare andare così da finire seduto sul letto e avere Shouyo sopra di lui perché, poco ma sicuro, quel ragazzo può cavalcarlo fino a domani mattina e quanto è vero che è cresciuto a riso e regno del terrore di Kita-senpai Atsumu glielo lascerà fare e ringrazierà pure.

Poi arriva. Veloce, terrificante, agghiacciante: un ricordo come quelli che ti passano davanti agli occhi un attimo prima della morte. La consapevolezza dell’errore, di tutto ciò che avresti potuto fare di diverso. 

Tentenna, e Shouyo lo percepisce.

«Che succede?»
«Oddio…»
«Che succede?» ripete Shouyo ma non è una situazione salvabile ormai, con Atsumu sbilanciato indietro e Shouyo avvinghiato al suo corpo. Ci sono solo due cose che può fare: ripetere «Oddio» a metà tra un avviso e una preghiera (o una maledizione) e abbandonarsi al destino.

Cadono. Nessun materasso pieno di petali di rosa ad attenderli ma solo il duro pavimento perché Suna ha detto «Ma il materasso non è vecchio?» e Osamu è rimasto a dormire, ha dormito di merda e mentre gli faceva comunque la colazione gli ha detto «Tanto dovrai uscire per andare da qualche parte prima o poi e quando tornerai quel letto di merda sarà sparito

Per una volta che rimorchia senza tante storie, cazzo.

(Shouyo cade con lui, sopra di lui, rotola sul pavimento, dice «Ahia!» e poi scoppia a ridere. Atsumu immagina che questo lo renda quello giusto, ma ciò non gli impedirà di vendicarsi. Presto. Quando meno se lo aspettano. Perché solo lui decide quando non eccellere.)
   
 
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