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Autore: Galletas    01/07/2022    0 recensioni
“la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato."
Ma era davvero così? Forse in alcune situazioni era più facile a dirsi che a farsi
pensò Martín.
Genere: Avventura, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Berlino, Palermo
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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 Era pomeriggio e lui stava assistendo ad un momento di pura pace,
questo il pensiero di Martín mentre seduto su una sedia nel patio vedeva la banda mentre si divertiva o rilassava, sarà stata complice la bella giornata, infatti nel cielo splendeva un sole caldo e luminoso di quelli che scaldano le ossa e i cuori, o anche il fatto che quella convivenza forzata in giornate come quelle sembrava non essere più tanto una costrizione,
guardava Denver e Rio giocare ad un gioco probabilmente appena inventato, Nairobi parlare con Tokio e rimase stupito nel vedere quest'ultima con un piccolo agnellino in braccio intenta a dargli da mangiare e poi scorse il professore con Lisbona su delle sdraio rudimentali a prendere il sole,
era una vera benedizione piena di quiete e calma, e visto che quando stai elaborando un piano per rubare l'oro di un intero paese non ne vivi molti di momenti come quelli Martín aveva intenzione di goderselo a pieno.


“Che giornata meravigliosa"
qualcuno aveva appena detto sedendosi su una delle sedie accanto a lui, Martín solo in quel momento si rese conto di aver visto tutti in giardino tranne lui,
“Già,dovresti prendere una sedia e metterti al sole, ti farà bene"
Martín non aveva voltato la testa verso il suo interlocutore
“È un modo carino per dirmi di andarmene?"
a quel punto Martín girò la testa verso Andrés, Martín continuava a stupirsi di quanto la presenza dello spagnolo gli facesse effetto, di quanto nonostante gli anni passati insieme continuasse a sentire un brivido ogni volta che Andrés gli stava vicino,
"tu puoi fare quello che vuoi, e lo sai, se vuoi allontanarti vai se vuoi rimanere rimani, decidi tu ovviamente,come sempre Andrès"
disse tutto questo con tono calmo, non era un'accusa, non era un pretesto per litigare, era semplicemente un dato di fatto, il libero arbitrio di prendere qualsiasi tipo di decisione per sé stessi, Martín però si rese conto immediatamente che le sue parole avevano colpito troppo affondo e così aggiunse
“Oggi è una splendida giornata, ed è raro, voglio godermi questa pace ancora per qualche istante, non voglio litigare o discutere tanto meno con te, quindi fai ciò che vuoi" Andrés lo guardò e sulle sue labbra apparve un sorriso
“«tanto meno con te» perché tanto meno con me?"

Era scontato che Andrés, lo sfacciato e egocentrico Andrés, facesse una domanda del genere, non tanto per sapere la risposta, perché lui sapeva, sapeva tutto anche troppo bene, ma solo per sentire la risposta,
per  sentire il perché un litigio con lui sarebbe stato molto più grave rispetto ad una discussione con qualsiasi altra persona della banda, per nutrire il suo smisurato ego.

Così Martín lo guardò e senza dare troppo peso alle parole che stava per dire, perché alla fine era una cosa che entrambi sapevano,non era una verità tenuta nascosta, era una risposta scontata che Martín stava dando per semplice cortesia perché sapeva quanto ad Andrés piacesse essere idolatrato, disse
“non voglio litigare con te perché una discussione con te mi rovinerebbe l'intera giornata, ed oggi con questo meraviglioso cielo azzurro e questo sole splendente non voglio essere triste"
Martín diede la risposta come si danno le spiegazioni ai bambini, usando frasi semplici e dirette, Andrés rimase a guardare Martín per qualche istante,
“Dì qualcosa Andrés, non ho voglia di decifrarti lo sguardo stavolta"  

“stavo pensando di prendere le mie tele e di venire a dipingere, perché hai ragione è davvero una bella giornata, e sarebbe un peccato non immortalarla"
Martín rimase in silenzio, il modo in cui Andrés cambiava argomento e umore gli faceva venire mal di testa, nonostante la convivenza forzata li avesse costretti a passare di nuovo molto tempo insieme Martín doveva ancora riprendere la mano con quei suoi cambiamenti repentini, Andrés si alzò dalla sedia deciso a rientrare per prendere le sue tele e tutto l'occorrente, quando, come se avesse scordato qualcosa si ri avvicinò al tavolo
“Martín quando è stata l'ultima volta che ti ho dipinto?"
sul volto un'espressione seria come se stesse facendo una domanda cui la risposta era di vitale importanza

“l'ultima volta anni fa ormai"
“bisogna rimediare, è un incanto vederti così rilassato e sereno, sarebbe uno spreco non catturare questo momento"
e detto questo scomparve all'interno della casa.  


Nonostante l'ultima frase di Andrès vagasse ancora nei pensieri di Martín quel giorno non ci fu nessun ritratto,
E Martín anche se non volendo, dovette ammettere a sé stesso la delusione che provava,
allo stesso tempo però pensandoci bene e in maniera razionale si rendeva conto che tutta quella situazione era  ridicola,
seduto intorno al tavolo aveva gli occhi fissi sulla figura di Andrés che era di schiena davanti alla tela con matite e pennelli in mano,
intento a ritrarre non si capiva bene cosa,
e lui era lì, dietro di lui, mentre si sentiva un completo idiota e sentiva risvegliarsi la strana nonché vecchia abitudine di bere, fino ad allora rimasta latente,
così senza pensarci due volte fissò il bicchiere davanti a lui, allungò la mano e prese la bottiglia di vino rosso dimenticata sul tavolo dopo pranzo e versò quel liquido rosso sangue fino quasi a farlo trasbordare fuori dal bicchiere, e mentre piano appoggiava le labbra sull'orlo di quel vetro freddo e il sapore del vino cominciava a farsi strada sul suo palato, pensò che non era così che aveva pensato sarebbe andata a finire quella giornata così calda e luminosa,
con gli occhi persi nel vuoto si portò distrattamente per la seconda volta il bicchiere alla bocca,
nelle orecchie la voce dell'unica persona che con una semplice frase riusciva a distruggerlo riducendolo in quello stato

<<è un incanto vederti così rilassato e sereno..>> 

soppresse una risata amara, si alzò dalla sedia con un sospiro, il bicchiere in una mano e la bottiglia nell'altra
«Fanculo Andrès»
sussurrò con voce stanca e silenziosamente si girò e sparì nell'oscurità di quella casa diretto in camera sua,
Andrés era così preso dalla sua tela che non si accorse di nulla.


Quando finalmente arrivò la sera tutti si sentirono quasi sollevati, quella giornata sembrava fosse durata molto di più che semplicemente ventiquattro ore e tutti erano pronti a porvi fine cenando e ritirandosi nelle proprie stanze,
nonostante non volessero darlo a vedere quel giorno anche Sergio era piuttosto stanco così come Andrès che con gesti eleganti e delicati si stava massaggiando le tempie con i polpastrelli delle dita, tutti si misero seduti intorno al tavolo, Nairobi con entusiasmo parlava con Monica di Cincinnati e di come avrebbero organizzato una specie di festa di compleanno per quel bambino ormai considerato la mascotte della banda, quando distolse lo sguardo e lo focalizzò verso Berlino o meglio verso la sua sinistra

Fu in quel momento che disse
“Scusate ma dov'è Palermo?"
Tutti tacquero per un momento e diressero lo sguardo verso la sedia vuota accanto a Berlino, Sergio istintivamente lanciò uno sguardo ad Andrés dell'altro capo del tavolo, Andrès poteva perfettamente vedere due punti interrogativi nelle sue iridi, Andrès scosse leggermente la testa come per fargli capire che non sapeva dove fosse ed effettivamente era così perché l'ultima volta che l'aveva visto quel giorno era quando aveva portato fuori dal suo studio tutto il necessario per dipingere la sua tela, a quel punto fu Raquel che guardando Sergio disse
“perché non vai a vedere? Magari si è addormentato nella sua stanza."
Sergio avrebbe preferito di gran lunga evitare e far andare Andrès al suo posto, non era un mistero che il rapporto tra lui e Martín non era dei migliori, in effetti fu da subito abbastanza evidente, fin dall'inizio della loro conoscenza tra i due si percepì una tensione, che non era propriamente odio ma che in alcune occasioni protendeva verso l'astio, chiaramente il loro rapporto peggiorò notevolmente quando Sergio si intromise nella strana relazione che coinvolgeva lui e suo fratello e si distrusse completamente quando Martín venne a sapere della morte di Andrés dai notiziari, che in realtà non era mai accaduta, era una copertura, 

ma lui non poteva saperlo,
La notizia l'aveva distrutto rendendolo lo spettro di se stesso, quindi se analizzava tutta la situazione da un punto di vista esterno ed oggettivo era più che comprensibile l'odio che Martín provava nei suoi confronti, era quasi giustificabile dopo tutto quello che aveva passato a causa sua, guardò Raquel che aveva un sorriso sulle labbra e dolcezza riflessa negli occhi, non poteva dirle di no, così si sistemò gli occhiali sulla punta del naso, un gesto che faceva ogni volta che era nervoso e si alzò dalla sedia
“Non aspettatemi cominciate pure a mangiare"
i membri della banda non se lo fecero ripetere due volte cominciandosi a riempire i piatti, solo Andrès rimase fermo, gli occhi fissi sulla figura di Sergio che lentamente, quasi con incertezza, si stava incamminando verso le scale per dirigersi al piano di sopra, dove erano situate le camere da letto,
dove supponeva si trovasse Martín.

Sergio attraversò tutto il corridoio fino ad arrivare davanti alla porta in questione, dei flashback di una scena simile continuavano a fare capolino nella sua mente, l'ultima volta che Sergio aveva bussato alla porta dell'argentino la tensione si poteva tagliare con un coltello, però questa volta era più ottimista in fondo era passato qualche tempo da quel fatidico giorno e la situazione era totalmente differente,
chiaramente l'ottimismo di Sergio venne spento nel momento stesso in cui entrò nella stanza di Martín, Sergio non era minimamente pronto alla scena che gli si parò davanti gli occhi,
Martín era sdraiato sul pavimento, una mano chiusa in un pugno l'altra che stringeva il collo di una bottiglia ormai quasi vuota, gli occhi lucidi rivolti verso il soffitto  il volto rigato da lacrime ormai secche, Sergio si avvicinò lentamente, come se fosse davanti ad un animale selvatico e non volesse fare movimenti che potessero spaventarlo
“Ma-Martìn?" Il tono di voce pieno di incertezza e incredulità,

“Sergio, non mi sembra di aver sentito bussare"
Martín parlava con un tono piatto, distante
“Hai ragione scusami, ero venuto a chiamarti perché non ti ho visto a tavola pensavo ti fossi addormentato, ero pronto a svegliarti.."
si sentiva distintamente la cautela nella sua voce

“Premuroso da parte tua, però come vedi non c'è n'è bisogno, sono sveglio"
“Sì questo lo vedo"
Sergio non era famoso per la sua loquacia o per le sue abilità nei rapporti  sociali, diciamo che era più il tipo di persona che durante una festa se ne stava in disparte a guardare gli altri invitati, ad analizzarli per vedere cosa li facesse  ridere, di cosa chiacchieravano, quali erano gli argomenti che li appassionavano, insomma tutta la parte sociale, che riguardava le interazioni con gli altri esseri umani era sempre stato più che sollevato a lasciarla ad Andrés, suo fratello era totalmente il suo opposto, era l'anima di tutte le feste alcune volte anche senza doversi sforzare, riusciva sempre ad attirare l'attenzione anche quando non faceva assolutamente nulla, attirava la curiosità delle persone che senza rendersene conto cominciavano ad orbitargli intorno come pianeti intorno al sole, lui sapeva sempre cosa dire quando dirla e quando tacere, ecco perché in quella determinata circostanza avrebbe preferito ci fosse Andrés lì al suo posto, però sfortunatamente non era così, c'era lui lì, e in qualche modo doveva risolvere la situazione o per lo meno dire qualcosa, qualsiasi cosa pur di far cessare quel silenzio che lo stava mettendo sempre più a disagio, nervosamente si sistemò gli occhiali, stava per aprire bocca deciso a far uscire la prima cosa che gli venisse in mente, però Martín fu più veloce
“deve essere un incubo per te questa situazione, puoi andare se vuoi, non ho fame, e sto bene"

“Stai bene sicuro?"
Domandò timido come un bambino che non sa bene come comportarsi davanti ad un adulto che soffre

“Sono ubriaco, ma con una bella dormita mi passerà"
“Perché sei disteso sul pavimento?"
La domanda uscì dalla bocca di Sergio in maniera del tutto non intenzionale,ed è questo che fece ridere Martín
“sono sdraiato a terra perché a volte bisogna cambiare prospettiva, vedere le cose da un punto di vista diverso"

Sergio lo guardò confuso
“Cosa devi guardare da un punto di vista diverso?"
“tutto mi querido Sergio, il mondo, la vita, te, anzi sai che sei molto più bello visto da questa angolazione?"
Disse con un tono tra il provocante e la presa in giro, Sergio arrossì leggermente

Martín sorrise come si sorride ad un fratello minore, perché alla fine era un po' questo Sergio per lui, aveva imparato a volergli bene nello stesso modo in cui gli voleva bene Andrés e nonostante a volte avrebbe solo voluto dargli un pugno in faccia alla fine lui era la cosa più vicino ad un parente che avesse, così lo guardò, con lo sguardo cercò di trasmettergli dolcezza e rassicurazione
“Va' Sergio tranquillo, sto bene, vai giù, anche perché gli altri cominceranno a chiedersi perché ci metti tanto"

Sergio aveva lo sguardo incerto, Martín sapeva che stava decidendo se credergli o no, il tempo di decidere durò tre minuti netti,
Martín vide perfettamente quando Sergio prese la sua decisione, perché rilassò le spalle e con un gesto
questa volta dettato dall'abitudine e non dal nervosismo si sistemò gli occhiali,
era stato abbastanza convincente pensò,

“Allora ci vediamo domani"
disse infatti Sergio mentre si voltava per uscire dalla stanza

“Sì, a domani Hermanito"
Sergio fece un mezzo sorriso per il nomignolo e si chiuse la porta alle spalle,
la stanza ripiombò nel silenzio.


Sergio riscese le scale e silenziosamente si rimise a sedere al suo posto, nessuno sembrava particolarmente interessato a sapere cosa era successo di sopra,
tutti mangiavano,ridevano e parlavano  interrompendosi gli uni con gli altri ottenendo come risultato un insieme di voci
e una conversazione che non aveva né capo né coda,
nonostante quindi il delirio intorno a quel tavolo Sergio fu sollevato di non dover spiegare com'era andato l'incontro che aveva avuto con l'argentino,
sollevato di non dover inventare bugie a riguardo, il sollievo durò relativamente poco però,
perché intorno a quel tavolo c'era qualcuno che in verità era estremamente interessato a sapere cos'era successo al piano di sopra,
Andrés era lì all'altro capo del tavolo di fronte a Sergio, chiacchierava con Marsiglia di armi probabilmente e anche se Andrès sembrava molto preso dalla conversazione Sergio sentiva in maniera discreta il suo sguardo addosso
lo guardava per tre quattro secondi massimo e poi si rifocalizzava sulla conversazione e su Marseglia, sapeva che stava cercando di capire perché l'Argentino non li avesse raggiunti a tavola e perché Sergio si era rimesso seduto in silenzio cercando di passare il più inosservato possibile per evitare di dare spiegazioni,
sapeva anche che Andrès avrebbe trovato un modo per farli rimanere da soli e che lui a quel punto gli avrebbe detto tutto, anche perché mentire a suo fratello era uno spreco di forze inutile visto che lo conosceva meglio del palmo della sua mano era inutile anche solo provarci,
e sapeva anche che suo fratello sarebbe andato nella camera dall'argentino una volta saputo cos'era successo, per vederlo con i suoi occhi,
quindi Sergio sapendo già come sarebbe andata a finire tutta la storia stava lì, con la forchetta in mano e la testa bassa sul piatto, e mangiava,
senza azzardarsi ad alzare lo sguardo aspettando come un martire che quella faticosa giornata finisse.


Ovviamente gli eventi si susseguirono esattamente nell'ordine in cui Sergio li aveva elencati nella sua mente,
per cominciare Andrés aveva trovato un modo per farli rimanere da soli, lui tentò di fare il finto tonto ma poi confessò tutto
e esattamente come aveva previsto adesso Andrés si stava dirigendo nella stanza dell'argentino per vedere con i suoi occhi le sue condizioni,
Per un momento Sergio si domandò se Martín fosse ancora sdraiato sul pavimento,
Fu sollevato al pensiero di non doverlo scoprire. 

 


 
   
 
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