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Autore: MayaPatch    01/07/2022    0 recensioni
Un'antica minaccia attacca il villaggio dei Patch. Sta cercando qualcosa e vuole ottenerla a tutti i costi. La tribù è alle strette e lo Shaman King, per evitarne l'estinzione, richiama i guerrieri più forti e li resuscita. Gli undici Officianti hanno un nuovo incarico: proteggere la loro gente e affrontare la nuova minaccia. A dargli una mano, una vecchia conoscenza.
(Versione alternativa al sequel di Shaman King)
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hao Asakura, Nuovo personaggio, Silva
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sk3 by MayaPatch

«Quindi c’è anche mia sorella» constatò Maya mentre si incamminava verso il luogo del rendez vous. Aveva ricevuto anche lei il messaggio da parte di Samari. Non vedeva l’ora di incontrare Rutherfor e il resto del gruppo.

«Ovviamente» le rispose Magna.

La sciamana recuperò parte della sua vitalità, rivedere sua sorella la rendeva felice «Sarà stranissimo incontrarla ora. All’epoca ero anche più bassa di lei!»

«Già, ti nascondevi dietro Chrom, quando cantavi nel coro. E, se ricordo bene, ti nascondevi anche dietro il bancone della panetteria»

«Oh, quello» bofonchiò Maya con grande imbarazzo, le sue guance si tinsero di rosso e le coprì con le mani «Non ricordarmelo»

Magna rise «Consolati, sembra che tu abbia risolto il problema. Mi stai parlando senza scavarti un fosso con i piedi. E sei anche più alta di quanto mi aspettassi»

«Che dire? A quanto pare, la maggiore età ha fatto magie» esclamò Maya muovendo le dita delle mani come per scagliare un incantesimo.

«In un team che ho seguito, le Hana Gumi, dicevano di essere delle streghe. Mi chiedo che fine abbiano fatto. Facevano parte del seguito del Maestro Hao, lo Shaman King. Oh, aspetta, ero anche il supervisore di un altro team le cui componenti assomigliavano molto di più a delle streghe. Erano tre vecchie che volevano tornare giovani. Si chiamavano Magical Princess» disse lo sciamano.

Maya scoppiò in una sonora risata «Cosa? Ma che razza di soggetti vi sono capitati per mano?»

Magna scrollò le spalle «È il nostro lavoro. Sono le doti dello sciamano che dobbiamo valutare, non il nome dei team»

«Sì, okay, però… Magical Princess» la ragazza non poteva non ridere. Aveva sentito solo vaghe notizie riguardanti il torneo. Quando i partecipanti giunsero al villaggio, non ebbe l’opportunità di curiosare in giro. Il regolamento vietava l’interazione dei Patch regolari con gli esterni, soprattutto per motivi di sicurezza. Così Maya fu costretta a spostarsi con la famiglia in uno dei villaggi minori, lontano dal luogo sacro. Quello che stava sentendo in quel momento la lasciava senza parole per la bizzarria. Probabilmente, avrebbe approfittato per chiedere più informazioni, aveva a disposizione le fonti dirette, dopo tutto. Tuttavia un modo per informarsi sugli scontri nei plant lo aveva trovato, a suo tempo. Così era riuscita a seguire lo svolgersi degli eventi.

Magna interruppe improvvisamente il discorso, si era fermato e guardava Maya con attenzione «Parlando di doti sciamaniche. Gli aggressori sembrano avere molti assi nella manica. Non è da tutti superare i Totem od occultare la propria presenza nel luogo sacro. Hanno anche attaccato la Sala dei Cimeli. Hai idea del motivo?»

La sciamana lo guardò incuriosita «Uh? La Sala dei Cimeli? Oh, sì. Successe una cosa molto strana. E credo che non sia stata una coincidenza»

«Ovvero?» incalzò l’uomo.

Maya portò le mani dietro la schiena e volse lo sguardo al Grande Spirito, ricordava quel giorno. «Uno dei cimeli fu rubato qualche giorno prima dell’attacco. La persona incaricata di pulire il posto trovò la teca centrale vuota. Cercammo ovunque, ma niente. Poi fummo attaccati. Per il resto, mia madre mi barricò in casa per oltre una settimana. L’unica cosa che so è che i Cinque Guerrieri erano intervenuti.»

«La teca centrale custodiva il fermaglio, me lo ricordo»

Maya si strinse nelle spalle «Non ne abbiamo più notizia da allora. Dubito, però, che sia stato rubato da questi Seminoa»

«Anche se lo avessero loro, non potrebbero utilizzarlo. È un banalissimo fermaglio nelle mani di chi non è il Custode Spirituale. So che sei a stretto contatto con quella persona, non hai notato cambiamenti?» le chiese Magna.

La ragazza scosse il capo «No, tutto normale. La sua famiglia è ancora preoccupata. Ma fintanto che i Seminoa non sanno chi è il Custode, non abbiamo da temere» Si fermò improvvisamente e valutò la possibilità di parlare di una sua teoria, consapevole che sarebbe stata presa in giro. Si voltò verso lo sciamano e soppesò le parole «Io credo che qualcuno fosse a conoscenza di quell’attacco. È sospetto che il cimelio sia sparito qualche giorno prima. Non so, ha ricevuto una soffiata ed è corso ai ripari?»

Magna non sembrava sorpreso «Ciò implica che ci sia stata una spia, un infiltrato o perfino un traditore. Magari si è pentito e ha cantato.»

«O qualcuno che predice il futuro» aggiunse Maya con determinazione.

A questa affermazione, lo sciamano esibì un sorriso carico di perplessità. Poi strinse il ponte del naso tra pollice e indice e parlò: «Il futuro non può essere previsto con precisione. Anzi, direi che si tratta della tecnica sciamanica più inaffidabile»

Maya se lo aspettava, del resto neanche Goldva nutriva una buona considerazione a riguardo. Cercò di ricordare tutto ciò che aveva studiato, ma sapeva bene che non stava parlando con un idiota  «Certo, ma lascia che ti spieghi una cosa, visto che ho studiato un po’ con la nostra Veggente»

«Vana? La vecchia stramba?»

La sciamana cambiò idea sul fatto che non fosse un idiota, ma tenne per sé questo commento. Doveva aspettarselo, dopo tutto. In effetti, Vana la Veggente non aveva mai mostrato di essere completamente a posto con la testa, neanche quando era più giovane. Ciò aveva inficiato sulla sua credibilità anche se godeva di profondo rispetto per la sua veneranda età. Si morse il labbro inferiore e parlò di nuovo: «Quella stramba aveva un dono che le permetteva di leggere i punti fissi nel tempo»

«Punti fissi?»

Maya incrociò le braccia al petto. Non sapeva se spiegargli la differenza tra l’uso della divinazione e la chiaroveggenza perché il fulcro del problema era quello. Ma decise comunque di provarci: «Chi effettua una divinazione non riesce sempre a carpire i segnali che riceve. Spesso sceglie le variabili, quelle che rendono il futuro così imprevedibile. Il Veggente ha delle visioni che gli mostrano i punti fissi, è infallibile, sa distinguerli»

A giudicare dalla sua espressione, Magna non era ancora del tutto persuaso.

La sciamana continuò il discorso: «L’evento principale non può essere impedito, ma le variabili di cui è composto sì, come le conseguenze. Ti spiego: Hao Asakura doveva diventare Shaman King. Era scritto, aveva un potere incontrastabile, tra i vivi. So che voleva sterminare gli umani e creare un regno solo di sciamani, ma non è successo. Qual è stata la variabile che ha cambiato le carte in gioco?»

«Suo fratello gemello. Ha voluto aiutarlo» rispose l’Officiante con semplicità.

Maya ghignò «E probabilmente neanche lui se lo aspettava. Ma torniamo all’attacco di dodici anni fa. Ipotizziamo che sia un punto fisso in questa ragnatela temporale, la variabile può essere stato il furto del fermaglio. L’attacco è avvenuto ma con esiti inaspettati. È un po’ come quando si prevede un’eruzione vulcanica e si cerca di salvare quanta più gente possibile oppure…»

Magna la interruppe «Ho inteso il concetto. Ma non capisco come tu abbia sospettato una cosa simile. Ma, soprattutto, perché non dirlo ed evitare queste morti?»

La ragazza fece per parlare ma si bloccò. Era ovvio il motivo: «Vana era ritenuta stramba e non affidabile, era normale che non ne parlasse. Ormai aveva capito che nessuno l’avrebbe ascoltata, a parte pochi di noi»

A questa frase, l’espressione dello sciamano mutò: era incuriosito «Quindi tu non sospetti di qualcuno, sei certa che sia lei» affermò con sicurezza.

Maya annuì «Vana aveva le chiavi della Sala. Era “stramba” ma aveva un grande senso di responsabilità. Il Consiglio le affidò le chiavi senza indugi. Potrebbe averle date lei a qualcuno, quel giorno. Oppure hanno rubato anche quelle. Ma le chiavi sono state trovate in casa sua, ora le ha Samari»

«E nessuno ha avuto questo sospetto?»

«Beh, era da un po’ che aveva problemi a camminare ed era quasi mezza cieca. Inoltre sulla teca non erano state trovate impronte digitali. Avranno usato un Over Soul per sollevarla, ne sono sicura» rispose lei con serietà. Si concesse qualche secondo per riflettere, ormai aveva deciso di riferire quanto più possibile, era pur sempre una pista; inoltre, non sarebbe rimasta a lungo al villaggio. Magna avrebbe potuto parlarne con il resto del gruppo in sua assenza. Così iniziò a parlare con tono sommesso: «La mia sicurezza viene anche da una cosa che Vana mi riferì poche ore prima di morire. Non era la prima volta che mi aveva messa al corrente delle sue visioni. Ma quella volta era stato molto diverso, inquietante, direi»

Lo sciamano la guardava con curiosità e attenzione, ma non la interruppe. Così la ragazza proseguì. Si sentiva a disagio a parlare di quello che aveva visto e sentito e non riusciva a nasconderlo, aveva i brividi «Come ho detto, era mezza cieca. Ma quando mi parlò, mi afferrò il polso con una forza straordinaria, aveva lo sguardo annebbiato e parlava con voce atona. Immagino che accada questo quando un veggente è colto da una visione. Ad ogni modo, quelle parole si sono avverate proprio in questi giorni. E temo che la storia sia tutto fuorché finita»

«Cosa ti ha detto?» il tono dell’Officiante era calmo, non aveva più traccia di ilarità. Forse la ragazza era riuscita a sradicare un po’ di incredulità.

Maya si morse le labbra e spiegò: «Non ricordo tutto il discorso. Ammetto di essermi spaventata un bel po’, ma le informazioni più importanti ero riuscita a immagazzinarle. Mi aveva parlato di un antico nemico, che sarebbe tornato con i suoi figli per avvinghiare nelle sue spire le anime innocenti e trascinarle nell’oblio. Mi disse che si sarebbe mosso come un’ombra, impercettibile e silenzioso.  E se le anime innocenti fossero proprio le vittime marchiate? Vana morì un anno dopo il primo attacco, quindi non poteva che riferirsi a questo evento. E l’affidabilità delle sue visioni l’ho sperimentata sulla mia pelle, in questi anni»

Magna si strofinava il mento con l’indice, stava pensando «Inizialmente mi sono chiesto perché lo Shaman King non ci abbia resi al corrente della cosa, visto che i ricordi di questa donna sono nel Grande Spirito. Ma mi sono ricordato che ha bisogno di un punto di partenza. Cercare tra infiniti ricordi è un lavoro lungo e noi di tempo non ne abbiamo tantissimo. Forse…»

La ragazza lo osservava speranzosa, avere anche un piccolo supporto da parte di uno degli Officianti sarebbe stato fantastico. Effettivamente, tanto idiota non era «Cosa stai pensando?»

L’Officiante lanciò uno sguardo al Grande Spirito e rispose: «Potrei informarlo a riguardo. Potrebbe  parlare direttamente con Vana. Sì, lo so, ho detto che è stramba, ma tu non mi sembri una stupida. E assomigli davvero molto a Rutherfor. Se hai il suo stesso cervello, non credo ci sia da dubitare. Avere dubbi è sacrosanto, ma crogiolarsi in essi è un errore. Chiedere allo Shaman King di cercare più dettagli non è una brutta idea, magari hai dimenticato qualcosa»

Maya sorrise entusiasta e lo abbracciò con foga «Oh, sarebbe magnifico! Grazie!»

«Va bene, va bene» rispose lo sciamano con tono spazientito «Meglio andare. Non ci è stato dato un orario, ma non amo far aspettare»

La ragazza lo lasciò andare, percependo l’imbarazzo di lui. Promise a se stessa di non esagerare con quelle dimostrazioni di affetto, almeno non nei suoi riguardi. Per esperienza, ricordava l’imbarazzo provato in situazioni in cui non sapeva come reagire, era stressante. Tuttavia si concesse una domanda: «Mi sei sembrato parecchio dubbioso nei riguardi di Vana, come tutti; ma hai mai ricevuto qualche previsione da parte sua? So che tendeva a rivelarle a caso e all’improvviso. Mi stupirei se non l’avesse fatto a tutti»

A questa domanda, Magna si schiarì la voce «Se bussare alla mia porta in piena notte per dirmi di far attenzione alle saponette è una previsione, sì»

Maya trattenne una risata e prese il suo iPatch «Immagino che queste saponette fossero una pericolosissima variante che ti avrebbe portato a una terribile morte. Comunque, ti aggiungo alla rubrica. Non rimarrò qui per molto, quindi mi farebbe piacere rimanere in contatto»

Al che lo sciamano fece lo stesso e le chiese «Parti?»

«Non vivo più qui da quando ho compiuto diciotto anni. Ho studiato fuori e trovato lavoro. Solite cose, insomma» spiegò lei mentre controllava distrattamente la lista dei contatti disponibili. C’erano anche gli altri Officianti. Li avrebbe aggiunti quanto prima. Trovava quella funzione molto utile. Essendo tutto collegato al Grande Spirito, era possibile trovare le persone che si volevano contattare, queste ricevevano la notifica e potevano accettare o declinare la richiesta.

«Siamo arrivati» annunciò Magna.

I due entrarono e trovarono il gruppo di Silva. Il cuore di Maya batté all’impazzata per la gioia «Ragazzi!»

I tre si voltarono, colti di sorpresa.

«Maya?» chiese Chrom con una punta di insicurezza nella voce.

«Chrom!» rispose Maya. Corse ad abbracciarlo, ricambiata con altrettanto calore. Lo percepiva dal modo in cui le braccia la stringevano e il suono della risata.

«Accidenti, quanto sei alta! Mi arrivi praticamente all’orecchio!» esclamò Chrom, squadrandola da capo a piedi con evidente meraviglia «Silva, a momenti ci supera!»

La ragazza continuò a sorridere, non riusciva a smettere. Corse ad abbracciare anche il discendente di Hao.

«Che bello rivederti!» esclamò Silva mentre ricambiava l’abbraccio.

Maya abbracciò anche Nichrome. Sulle prime, il ragazzino rimase lì rigido come un pezzo di legno, poi parve sciogliersi ed esibì un piccolo sorriso. Un leggero rossore gli tinse le guance.

Appena finirono di scambiarsi i saluti, arrivò anche l’ultimo gruppo, quello più numeroso. Maya ripeté il rituale di abbracci e sorrisi, ricambiati con molto affetto. Bron la chiamava “usignolo”, come aveva sempre fatto in passato, in nome della passione per il canto che l’aveva sempre caratterizzata. Namari le promise che le avrebbe cucinato il suo piatto preferito. Kalim le diede l’abbraccio più delicato di tutti ma colmo di affetto. Thalim, come Namari, le promise di farle assaggiare la sua Moka speciale, bevanda preferita di Maya. Tutti conoscevano la bravura di Thalim come barista, Maya poteva finalmente provare qualcosa di preparato da lui, visto che sua madre le aveva sempre vietato di bere caffè quando era piccola. Renim ricambiò altrettanto affettuosamente e le assicurò che le avrebbe regalato un braccialetto, prima di tornare dal Grande Spirito. Radim le chiese una sfida amichevole al karaoke, non appena si sarebbero liberati.

Il saluto più sentito fu quello con Rutherfor. Maya non poté controllare le lacrime che le rigarono il viso subito dopo l’abbraccio più lungo che lei avesse mai dato. Quanto le era mancata sua sorella. La consapevolezza che sarebbe rimasta lì solo per quell’emergenza la faceva piangere, sia per la gioia che per la tristezza. Per questo motivo stentava a staccarsi da lei. Quando lo fece, la guardò negli occhi del suo stesso colore e le sorrise con dolcezza «Sono così contenta di riabbracciarti. Ma non riesco a smettere di piangere» bofonchiò mentre si asciugava occhi e guance con la manica. La sua emotività era imbarazzante.

Rutherfor ricambiò il sorriso, sembrava divertita, e disse: «Sei sempre la solita. Anche se sono qui per lavoro, spero avremo occasione di passare del tempo insieme»

Una persona si schiarì la voce alle loro spalle e batté le mani una volta sola «È un onore incontrarvi di persona ed è bellissimo vedervi ancora così legati»

Maya si voltò, non lo aveva notato, concentrata com’era sui suoi amici «Scusami, Samari. Non ti ho proprio visto»

Samari era il nuovo capo tribù. Aveva all’incirca una quarantina di anni e la sciamana sapeva che aveva ereditato Big Chief da Goldva non appena aveva ricevuto la carica. I lunghi capelli neri erano coperti dal copricapo in piume, era di bell’aspetto e dal fisico robusto. Sul volto aveva una pittura da battaglia color rosso e sul petto due tatuaggi rappresentanti delle zampe di un rapace. Attorno alle spalle era avvolto un mantello multicolore tipico della tribù, i pantaloni erano simili a quelli della tenuta da combattimento di Silva.

Fino a quel momento aveva amministrato la tribù in modo impeccabile, riuscendo a bilanciare severità e bontà. Ma questo era uno dei motivi per cui il Consiglio degli Offcianti non era ancora al completo. Solo Alumi, figlia di Silva, e lei, Maya, ricoprivano il ruolo della nuova generazione. Se Chrom non fosse morto durante le prime fasi del torneo, probabilmente anche Nichrom sarebbe stato lì, in quel ruolo.

Solitamente, la carica era affidata al parente più vicino, un fratello o un cugino, per garantire la linea di sangue. Le famiglie degli Officianti erano il non plus ultra in termini di Furyoku e doti combattive, oltre che di rispetto delle regole e autocontrollo. Maya era consapevole di non essere esattamente un modello, emotivamente parlando, ma per questo era contenta che non sarebbe toccato a lei il ruolo effettivo di Officiante nel prossimo torneo.
La ragazza sapeva che Samari stava temporeggiando. La tribù aveva ottimi potenziali Officianti, ma accettarli significava passare il testimone ad una famiglia diversa. E la tribù non amava tantissimo i cambiamenti. Quindi il nuovo capo stava valutando con estrema cautela le scelte più appropriate, basandosi sul comportamento della famiglia di origine e il valore di Furyoku.

Samari sorrise «Non preoccuparti. Ho aspettato che finiste i convenevoli. È da tanto che non vi vedete»

«Ti ringrazio. Ma credo che sia il momento di arrivare al punto. Una volta fuori di qui, possiamo dedicarci al resto» rispose Maya.

Poco prima di iniziare a parlare, il capotribù le volse uno sguardo carico di apprensione che la ragazza non seppe decifrare. Samari parlò: «Vorrei sapere a che conclusioni siete arrivati. Se siete qui è perché le vostre indagini sono finite. Dopodiché, vi aggiornerò sulla situazione attuale»

Il primo a prendere la parola fu Magna. Raccontò di cosa aveva visto e scoperto, appoggiato dalla testimonianza di Maya. Al momento, omise il particolare della visione, forse non voleva esporsi troppo. La ragazza ascoltava e osservava le reazioni degli altri. Poteva aspettarselo, molti erano arrabbiati, altri preoccupati. Rutherfor era inorridita.

«Ultimo ma non meno importante- concluse Magna- Pare che siano Seminoa»

Gli Officianti borbottavano tra loro. La notizia doveva averli sorpresi. Samari, invece, non si era scomposto «Ho combattuto contro alcuni di loro. E, sì, sembrano proprio dei Seminoa. Ma il loro Over Soul era particolare»

Tutti si voltarono a guardarlo.

Il capotribù continuò: «Era una massa scura, informe, simile ad un’ombra, attaccata al braccio. Non ero capace di colpirlo e distruggerlo. Cambiava forma a piacimento, in base alla necessità. Non ho idea se ci siano dei limiti e delle variazioni. L’Over Soul è la manifestazione della nostra mente, quindi immagino che ci siano infinite possibilità. L’unica cosa che ho visto è che lo sciamano non può utilizzare forme diverse contemporaneamente. Ciò può giocare a nostro favore, ma c’è ancora il problema dell’intangibilità»

«Beh, se qui per raccontarcelo. Te la sei cavata» disse Radim.

Samari sospirò «Non me la sono cavata. Sono stato trascinato via prima che potessero uccidermi. La nota positiva è che non mi sono beccato quel marchio. Ma ero ridotto uno straccio»

Maya rifletté sulla visione. Il nemico era silenzioso e si muoveva come un’ombra. E quell’Over Soul era impalpabile come un’ombra. Era sempre più convinta che quella visione si riferisse a quell’evento.

«Comunque, voi? Solitamente avremmo controllato le entrare e il sistema di sicurezza, ma l’emergenza ha avuto la priorità» disse Samari guardando gli altri due gruppi.

Silva riferì dei totem abbattuti ai due ingressi. Il gruppo che si era occupato delle gallerie e degli ingressi rimanenti riportò che qualcosa aveva interferito con le difese.

«Se sono capaci di individuare visivamente la barriera dei totem, dobbiamo inventarci qualcos’altro. E hanno eluso l’intercettazione, probabilmente grazie a questo Over Soul così versatile» commentò Namari, pensieroso «Piazziamo delle Patch-Cam, ripariamo i totem e potenziamo la sensibilità. Testeremo con Clear Coat»

«Sempre a disposizione. Quando volete!» rispose Renim con determinazione «Non metteranno più piede qui!»

«E i Cinque Guerrieri?» azzardò Maya all’improvviso, attirando l’attenzione degli altri. Si affrettò a spiegare: «Dodici anni fa intervennero e risolsero la questione senza troppi sforzi. Collaborando, potremmo essere più efficienti. Loro pattugliano e noi ci occupiamo del resto»

Ancora una volta, Samari le volse quel sorriso apprensivo «Non credo sia possibile. La vita va avanti per tutti, loro inclusi. Credo che sia necessaria la loro presenza, viste le notizie che ho ricevuto»

«E qui arriviamo al nocciolo della questione, giusto?»

Lo sciamano annuì e si schiarì la voce «Ho due notizie. Come da copione: una positiva e una negativa. Stando a ciò che i nostri spiriti sentinella mi hanno riferito, la notizia positiva è che la tribù non è più in zona. Ha lasciato l’area poco dopo l’attacco. Li hanno visti prepararsi»

«E quella negativa?» chiese Maya, quasi temendo il motivo di quei sorrisi apprensivi. Il suo sesto senso le fece volgere il pensiero a casa.

Samari la guardò e temporeggiò nella risposta: «Gli spiriti li hanno seguiti facendo attenzione a non essere visti. Sono andati in Florida»

«Cosa?» esclamò Maya con una voce acuta che non sembrava sua. Spalancò gli occhi e fissò il capotribù. Le mani le tremavano. Sentiva il respiro accelerare, farsi pesante. L’aria attorno le sembrava soffocante e i suoni attorno a lei erano ovattati. Qualcuno le stava parlando. Ma non le interessava cosa stesse dicendo. Il pensiero che quella gente fosse andata in Florida la terrorizzava, doveva partire subito. Sentì un’altra voce che la stava chiamando. Quando provò a camminare, le girò la testa, la sua vista si oscurò e sentì il suo corpo cadere.

  
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