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Autore: Fiore di Giada    02/07/2022    0 recensioni
[[La revancha/Vendetta d\\\'amore]]
Sono ritornata a scrivere su questa telenovela.
Ovviamente, su cosa? Sulla morte di Rinaldo.
In questa breve flash fic, cerco di indagare i pensieri di Alessandro, quando vede il suo fratello maggiore morire in uno dei suoi (pochi) atti d'eroismo.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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La detonazione della pistola echeggia, lugubre.
Corro, angosciato. Ne sono sicuro, è accaduto qualcosa di terribile a mio fratello Rinaldo.
No, non può abbattersi l'ennesima, dolorosa sciagura sulla famiglia Maldonado.
Nostro padre, con tutti suoi crimini, si sta avviando verso una strada senza ritorno.
Presto, la realtà si tinge di colori sanguinari e conferma i miei timori.
Marcella stringe a sé il corpo privo di vita di mio fratello in un abbraccio palpitante d'amore disperato.
Quasi mi sembra di vedere il dolore distorcere il suo viso e le lacrime bagnare il suo viso.
Mi blocco, quasi incapace di respirare. Mi sembra che il peso del mondo sia caduto sulle mie spalle.
Per un istante, le mie gambe tremano, ma riesco a non crollare.
Poi, un senso di irrealtà si fa strada in me. Mi sembra di essere prigioniero in una bolla.
Soffoco in questa cappa di silenzio, ma non riesco a liberarmi.
So che Isabella è dietro di me, ma, se mi parlasse, non la riconoscerei.
Le mie gambe, tuttavia, non si fermano e proseguono il loro cammino.
Presto, giungo da te, fratello mio.
La vista del tuo corpo inerte, straziato da proiettili e rosso di sangue, mi riporta all'ineluttabile e mi strazia l'anima.
Tu sei morto e, ora, giaci tra le braccia di Marcella.
E Brigida, sopraffatta dal dolore materno, stringe il tuo capo contro il suo seno.
Le guardo, gli occhi già velati di lacrime. Loro, per quanto disperate, sono innocenti.
Non hanno gravi mancanze verso di te e, nei limiti delle loro possibilità, hanno cercato di aiutarti.
Su di me, invece, cade il peso della colpa.
Io e Rinaldo siamo cresciuti insieme, anche se le nostre madri erano diverse.
Io, in quanto fratello maggiore, avrei dovuto impedirgli di percorrere la strada della violenza.
Invece, mi sono lasciato catturare dai lacci del mio egoismo.
Mi lascio cadere a terra e sfioro il tuo braccio, fratello mio.
Mi giunge al naso l'odore del tuo sangue e, a stento, trattengo un conato di nausea.
Perché? Perché non mi sono accorto prima della realtà della nostra famiglia?
Sfioro il tuo petto, immobile e dilaniato dai proiettili, e sento su di me l'umido calore del tuo sangue.
Rinaldo... Come è potuto accadere... Non avrei voluto che succedesse... Ho cercato di impedirlo, ma, come vedi, non sono arrivato in tempo... Tu non puoi negarlo, ho sempre fatto di tutto perché non accadesse... – sussurro.
Cerco di scusarmi per i miei errori, ma non riesco.
In queste parole sconnesse è racchiuso il mio senso di colpa, fratello mio.
Vorrei dirti tante cose, ma non ci riesco e maledico il mio carattere silenzioso e taciturno.
Mi sembra di avere le labbra piene di colla e le parole non dette rimbombano nella mia mente.
Rimorsi e rimpianti opprimono il mio petto e mi impediscono di respirare.
Come ho potuto essere così stupido?
Il mio cuore, ormai ridotto a pezzi, cade nell'abisso del silenzio.


   
 
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