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Autore: Ghost Writer TNCS    02/07/2022    2 recensioni
Da sempre le persone hanno vissuto sotto il controllo degli dei. La teocrazia del Clero è sempre stata l’unica forma di governo possibile, l’unica concepibile, eppure qualcosa sta cambiando. Nel continente meridionale, alcuni eretici hanno cominciato a ribellarsi agli dei e a cercare la verità nascosta tra le incongruenze della dottrina.
Nel frattempo, nel continente settentrionale qualcun altro sta pianificando la sua mossa. Qualcuno mosso dalla vendetta, ma anche dalla volontà di costruire un mondo migliore. Un mondo dove le persone sono libere di costruire il proprio destino, senza bisogno di affidarsi ai capricci degli dei.
E chi meglio di lui per guidare i popoli verso un futuro di prosperità e progresso? Chi meglio di Havard, figlio di Hel, e nuovo dio della morte?
Questo racconto è il seguito di AoE - 1 - Eresia e riprende alcuni eventi principali di HoJ - 1 - La frontiera perduta.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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17. La sicaria spettro

Era notte fonda e la piccola città era ancora molto tranquilla. In cielo si vedevano le stelle e le due lune, mentre fra le strade era raro incontrare più di due orchi allo stesso tempo, quasi tutti guardie.

Una figura avvolta in un logoro mantello apparve dal nulla in un angolo buio vicino alla palizzata. Gli occhi rosa di Tenko luccicarono appena attraverso le fessure dell’elmo mentre si guardava intorno.

Nessun nemico in vista, poteva avanzare.

Muovendosi rapida e attenta, si diresse verso il centro della città.

Udì un rumore di passi e si affrettò a nascondersi in un vicolo. Gli orchi non erano soliti avvolgersi in mantelli o simili, ma quella cappa scura di pelli animali l’avrebbe aiutata a mimetizzarsi tra le ombre.

Tenko portò la mano sulla spada e rimase immobile mentre la guardia attraversava la strada davanti a lei con una torcia in mano. L’orco non sembrava essersi accorto di lei, infatti avanzò oltre senza fermarsi.

La demone, che aveva inconsciamente smesso di respirare, trasse un sospiro di sollievo. Il suo compito era molto chiaro e non intendeva fallire. Era pronta a combattere nel caso l’avessero scoperta, ma la sua priorità doveva essere quella di non farsi vedere: se davano l’allarme, il suo obiettivo sarebbe diventato pressoché irraggiungibile.

Riprese a camminare guardinga, muovendosi tra i vicoli più stretti e cercando di evitare il più possibile qualsiasi orco, fosse un guerriero o un civile.

Quando finalmente raggiunse la canonica, l’alba era ancora lontana: aveva tutto il tempo per agire con il favore delle tenebre. La struttura dell’edificio era molto diversa dalle canoniche del continente meridionale: questa era molto più massiccia, e anche un po’ rozza. Gli orchi magari non avevano la raffinatezza di altre specie, ma non poteva negare che quella canonica fosse molto imponente. E lo stesso valeva per i templi costruiti a poca distanza: avevano meno decorazioni di quelli a cui era abituata, ma riuscivano comunque a sottolineare tutta la potenza e l’autorità del Clero.

Al contrario del resto della città, la canonica era piuttosto ben sorvegliata, con ben quattro guardie a piantonare l’ingresso. Ma questo non sarebbe stato un problema per Tenko: la demone evocò i poteri delle tre donne misteriose e il mondo intorno a lei si fece distorto e oscuro. Attraversò lo spesso muro di pietra come se non esistesse, si guardò intorno per controllare che non ci fossero altre guardie, dopodiché ritornò tangibile.

Si era allenata molto nelle ultime settimane per imparare a padroneggiare quella versatile abilità. Sentiva di aver fatto grandi progressi, ma ancora non aveva la confidenza di dire che ne aveva il pieno controllo. In ogni caso sapeva come sfruttarla, e per il momento questo le bastava.

Aveva attaccato numerose canoniche in passato, quindi per esperienza sapeva che i priori avevano le loro stanze al primo piano o più in alto. Si trattava sempre di stanze ampie e lussuose, con una bella vista su piazze, giardini o templi. In realtà non poteva affermare con certezza che le stesse regole valessero anche per gli orchi, ma era meglio che andare alla cieca.

Così come aveva fatto in città, si mosse per la canonica in modo cauto e circospetto. I corridoi all’inizio le sembravano tutti uguali, poi cominciò a notare che le statue erano diverse – probabilmente raffiguravano varie divinità locali –, i dipinti fatti su grandi pelli di animali immortalavano scene di miti che non conosceva, e in alcune aree c’erano tappeti di pelliccia che attutivano il rumore dei suoi passi.

Vide una luce muoversi dietro un angolo. Valutò rapidamente se c’erano dei nascondigli, ma non ne trovò. Con la mano sulla spada evocò nuovamente i suoi poteri e con sollievo vide l’aria farsi tetra intorno a lei. Le guardie, due in tutto, voltarono l’angolo e camminarono nella sua direzione. Tenko rimase immobile, pronta ad attaccare, ma soprattutto concentrata sul mantenere attivi i suoi poteri.

Gli orchi sfilarono al suo fianco, attraversandola come se non esistesse. Tenko avvertì l’impulso di ucciderli alle spalle, così da non doverli affrontare successivamente, ma non poteva farlo: se qualcuno avesse trovato i cadaveri sarebbe scattato l’allarme, e lei non era abbastanza forte per nascondere i corpi di quei possenti guerrieri, né ne aveva il tempo.

Quando i due voltarono in un altro corridoio, finalmente la demone si decise a tornare tangibile. Aveva il fiato corto, ma riprese subito ad avanzare.

Una volta raggiunta quella che sembrava l’ala delle stanze private, cominciò a controllare le porte: le apriva lentamente, implorando che non cigolassero, e poi lanciava un rapido sguardo all’interno. Trovò diversi orchi addormentati su comodi letti di pelliccia, segno che era nel posto giusto, ma quale di loro era il priore?

In ogni caso i suoi ordini erano piuttosto chiari a riguardo.

«Devi uccidere il priore, i capi delle guardie e tutti gli inquisitori che trovi» le aveva detto Havard. «Se non sei sicura su chi siano, uccidili lo stesso. Ne sei in grado?»

«Ucciderò tutti i servi degli dei che serve.»

Sebbene gli orchi fossero quasi tutti alti e robusti, ucciderli nel sonno non era diverso dal togliere la vita ai membri di altre specie. Che fossero sacerdoti o sacerdotesse, non si fece alcuno scrupolo a eliminarli prima di chiudere la porta e muoversi verso la stanza successiva. Doveva solo sperare che non trovassero un cadavere prima che il suo compito fosse finito.

Superata l’ennesima porta si trovò in una stanza più ampia delle altre, con tanto di balconata al posto della consueta finestra. Notò anche alcuni abiti particolarmente ricercati disposti su dei manichini, segno che finalmente era arrivata nel posto giusto.

Si avvicinò al letto, più ampio di quelli nelle altre stanze, e questa volta vi trovò non uno, ma ben tre orchi addormentati, tutti senza vestiti. Non aveva idea di quale di loro fosse il priore, ma si trovavano tutti e tre in quella stanza, quindi erano suoi nemici.

Sguainò lentamente la spada e con un colpo netto tagliò la gola al primo, che non si accorse di nulla.

Fece il giro del letto e sgozzò l’orco dal lato opposto, ma questi ebbe un sussulto improvviso.

Il terzo uomo, quello al centro, aprì gli occhi. Sebbene fosse ancora mezzo addormentato riuscì a distinguere la sagoma di Tenko, poi sbarrò le palpebre nel riconoscere la spada insanguinata. Indietreggiò e aprì la bocca per urlare. La demone balzò in avanti e gli tagliò la gola con un tondo immediato. Il sangue dell’orco cominciò a colare sul cadavere sotto di lui, il volto deformato dal terrore, ma Tenko non ci fece caso, troppo impegnata a placare il palpitare del suo cuore: aveva rischiato grosso, ma aveva portato a termine la prima parte della sua missione.

Guardò verso il balcone, da dove arrivavano i raggi flebili delle stelle. Le due lune erano quasi tramontate, segno che presto sarebbe arrivata l’alba. E lei doveva ancora uccidere il capo delle guardie, più gli eventuali inquisitori che probabilmente si trovavano in città.

Si affrettò a lasciare la canonica e, sempre senza abbassare la guardia, raggiunse la caserma poco distante. Stando alle informazioni che le avevano dato, c’erano almeno altre due caserme più piccole all’interno delle mura, ma con ogni probabilità il capo delle guardie si trovava lì. O magari c’era un suo vice: le avevano spiegato infatti che il Clero aveva aggiunto dei turni di notte per le guardie di alto rango così che ci fosse sempre qualcuno in grado di coordinare le difese contro i ribelli. Ci sarebbe voluto troppo tempo per trovare la casa del capo delle guardie e ucciderlo nel suo letto come aveva fatto con il priore, ma eliminare l’ufficiale in carica in quel momento avrebbe comunque ostacolato i difensori.

Evocò ancora la sua abilità spettrale e si intrufolò nell’edificio, ma appena ebbe attraversato il muro si sentì come svuotata e tornò improvvisamente tangibile.

Soffocò un’imprecazione: aveva usato troppo i suoi poteri e si erano scaricati. O forse era solo uno scherzo di cattivo gusto delle tre donne, non poteva escluderlo. Ma non intendeva ritirarsi: aveva ancora tutte le sue armi e l’effetto sorpresa. Avrebbe ucciso il capo delle guardie e avrebbe dimostrato a Havard di cosa era capace.

Con passo silenzioso cominciò a muoversi per l’edificio, che per sua fortuna era più piccolo della canonica. Decise di cominciare a cercare dai piani superiori: da lì la visuale sulla città era migliore, quindi l’ufficiale in carica avrebbe potuto osservare più agevolmente la situazione.

Si nascose dietro una scalinata in legno e attese nell’ombra che un paio di guardie scendessero, dopodiché salì in fretta i gradini.

Si guardò intorno, indecisa su quale direzione seguire.

«Ehi, tu! Che ci fai qui?!»

Tenko si voltò di colpo e scagliò un fulmine dalla bacchetta celata. L’orco venne colpito in pieno e rimase paralizzato. La demone scattò verso di lui e lo trafisse al cuore. Provò a sorreggerlo per attutire la caduta, ma la guardia era troppo pesante e dovette scansarsi per non venire schiacciata. Il tonfo non fu particolarmente rumoroso, ma Tenko si affrettò comunque a lasciare il corridoio.

Con il cuore che batteva all’impazzata salì un’altra rampa di scale, quasi di corsa. Si guardò rapidamente intorno, notò una luce in movimento e si affrettò ad andare nella direzione opposta.

Sgusciò dietro l’angolo giusto in tempo per evitare i guerrieri di ronda, poi continuò a muoversi spedita: non aveva più molto tempo, doveva sbrigarsi a trovare e uccidere il capo delle guardie.

All’improvviso udì delle voci provenire dal piano inferiore: avevano trovato il corpo.

In un attimo la voce si diffuse e ben presto un rumore di passi svelti e pesanti la raggiunse. Sbirciò dietro un angolo e vide un orco correre su per la scala da cui era arrivata. Stava forse andando a informare il suo capo? Non poteva saperlo con certezza, ma doveva rischiare: se restava lì l’avrebbero trovata comunque.

Senza pensarci due volte partì all’inseguimento. Il rumore dei passi dell’orco copriva quasi completamente il suo, ma doveva stare molto attenta: altri guerrieri potevano accorrere per capire cosa stesse succedendo.

Per fortuna l’inseguimento si concluse prima del previsto: dopo aver percorso appena un paio di sale, la guardia spalancò una pesante porta e fece praticamente irruzione in una stanza di medie dimensioni con un’ampia balconata. All’interno c’era solo una persona: un orco particolarmente muscoloso che in quel momento stava osservando la città.

«Signore, hanno trovato una guardia morta al secondo piano!»

L’ufficiale si voltò verso di lui, rivelando una barba scura raccolta in varie trecce. «Avete trovato il colpevole?»

«Non ancora, lo…»

La lama di Tenko spuntò dal petto della guardia, spezzandone la frase. La bocca dell’orco si riempì di sangue, ma lui non intendeva arrendersi. Si voltò di scatto, provò a colpirla con un braccio, ma la demone era già scattata all’indietro.

La guardia barcollò per qualche istante e poi stramazzò sul pavimento, inzuppando di sangue il tappeto di pelliccia.

Invece di preoccuparsi per il suo subordinato, il capo delle guardie andò a prendere la sua arma – un pesante palo di legno e metallo – e poi rivolse a Tenko un ghigno bellicoso.

«Tu devi essere il colpevole. Ah! Che vergogna essere ucciso da uno sgorbietto come te!»

La demone si tolse la cappa e la gettò verso il nemico. La guardia menò un ampio fendente con il suo palo, certa di intercettare l’attacco a sorpresa della sua avversaria mentre spazzava via il mantello, ma Tenko non si era mossa. Appena l’orco ebbe sgomberato la visuale, lei scagliò il suo fulmine e ancora una volta centrò in pieno il bersaglio.

Scattò in avanti per approfittare della paralisi del nemico, ma questi menò un altro attacco. Tenko riuscì per un soffio a frenare il suo impeto e balzò all’indietro.

«Questi trucchetti non funzionano con me, sgorbietto» la ammonì l’orco. Dalle feritoie del suo palo cominciò ad uscire del fumo. «Ti spezzerò le braccia e poi ti impiccherò nella piazza principale.»


Note dell’autore

Ben ritrovati :)

Che dire, Tenko si sta dando da fare, e lo sta facendo nel modo che le riesce meglio: infiltrandosi come un’ombra per colpire il nemico alle spalle.

Qui la vediamo sfruttare nuovamente i poteri da spettro, anche se a quanto pare non è ancora riuscita a padroneggiarli del tutto. Riuscirà mai a farlo? Staremo a vedere.

Una cosa è certa: la demone si trova faccia a faccia con uno dei capi delle guardie, quindi dovrà fare ricorso a tutti i suoi (sporchi) trucchi per riuscire ad avare la meglio.

Come sempre grazie per essere passati e a presto ^.^


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