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Autore: Dian87    04/07/2022    0 recensioni
Franziskyra, un membro dei Dragersønnene, viene inviata ad Haleflamme per aiutare nelle ricerche di un principe disperso. Quel che troverà, però, sarà più di quanto chiunque nel Þrándheimr possa immaginare…
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Immagine di copertina di Bumper
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Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Gea'
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Il drago osservò con attenzione il suolo e anche il cavaliere si sporse un po'.

Non riesco a vedere la sosta disse Franziskyra ormai ci dovremmo essere sopra.

Ho dovuto fare una deviazione quando ho visto quelle nuvole rispose lui, abbassandosi di quota e continuando a scrutare con attenzione non volevoche tu venissi fulminata.

Di' la verità… non volevi venire fulminato tramite me rise lei, inarcando un po' la schiena per stiracchiarsi un po', soprattutto il collo.

Le sembrò di vedere un rettangolo più scuro con un'ombra che si allungava molto e trasmise l'immagine a Evreirth. Abbassandosi, anche il drago riuscì a notarlo e individuò un pascolo ben recintato e un'asta che ospitava uno stemma da cinque colori: nero, bianco, blu, giallo e argento.

Entrambi sorrisero nel vedere lo stemma dell'ordine ed Evreirth studiò con attenzione la zona in cui atterrare. Le ali cominciarono a battere lentamente, ruotando per rallentare il volo, e il drago si avvicinò con delicatezza al suolo. I colpi d'ala attenuarono la caduta, ma nonostante tutto ci fu uno scossone quando la creatura giunse a terra.

Il sole ormai stava calando a occidente e la porta si aprì, rivelando soltanto una sagoma robusta illuminata da un caminetto alle sue spalle.

«Ci sono altri in volo?» chiese l'uiks, dirigendosi verso di loro, con una voce però più acuta di quanto potesse far prevedere il corpo muscoloso e squadrato.

«No, Torunn.» rispose Franziskyra, chinandosi per slacciare le cinghie che le tenevano gli stivali saldati alla sella. «Stavi aspettando qualcuno?»

La figura scosse lievemente il capo. «Non mi piace l'idea di qualcuno che si accampi là fuori.» rispose, con una vigorosa scrollata di spalle e avvicinandosi al drago e al suo accompagnatore. «Un orso o un branco di lupi possono avere la meglio su chiunque, se non è vigile.»

Franziskyra riuscì a liberarsi una gamba e dall'altra parte giunse Torunn. Si arrampicò sulle prime staffe e poi sciolse con pochi gesti le cinghie alla gamba. Con un salto Torunn ritornò a terra e attese che Franziskyra avesse recuperato la spada e scivolasse dal suo lato per prenderla tra le braccia ed evitare che si facesse male.

«Cosa farai, Evreirth?» chiese Torunn al drago. «Abbiamo messo da parte un bue per te, ma, se preferisci, c'è qualcosa di caldo all'interno.»

Entrerò, Torunn il tono del drago era gentile e la sagoma si modificò velocemente.

Le corna si riassorbirono nella testa e vennero sostituite da una massa di capelli corvini, gli occhi variarono dal dorato al grigio, le squame si fusero in una pelle rosea e tutto l'equipaggiamento svanì, sostituito da una lunga veste verde.

Torunn sorrise lievemente, annuendo.

«Le vostre trasformazioni sono sempre un piacere per gli occhi.» sorrise Torunn, appoggiando Franziskyra a terra, con una punta d'invidia. «Cambiare l'aspetto per essere più collegati a quello che siete.»

Franziskyra batté una mano guantata sulla spalla dell'uiks, osservandolo ora alla luce che usciva dalla porta. Il viso era rasato perfettamente, con una punta di trucco sulle guance per renderle più rosate di quanto sarebbe stato normale per la sua carnagione, e le labbra portavano il rossetto. Anche gli abiti marroni, per quanto adattati al suo corpo, avevano una foggia femminile.

«La vostra razza è sempre piena di sorprese anche per me.» le rispose Evreirth, anche se il drago in forma umana cominciò a fregarsi una mano sul braccio cercando di cacciare una lieve sensazione di disagio. «Come se la cava, Ilron?»

Torunn li guidò all'interno e Franziskyra chiuse con cautela la porta alle sue spalle. L'interno era desolatamente vuoto, soltanto un tavolo era stato preparato con alcuni piatti e delle posate ed una figura si trovava seduta su una sedia davanti al caminetto, immersa in una pesante coperta.

«Sempre peggio, purtroppo.» lo sguardo dell'uiks finì sul focolare e sulla figura rachitica lì seduta. «Non vede nulla e non prova nemmeno a volare, dice che il suo tempo è passato ed è ora che i giovani si sgranchiscano le ali. Anche l'udito è peggiorato e, con esso, il suo umore.»

Evreirth lanciò un'ultima occhiata alla figura rachitica e scosse lievemente il capo con un sospiro. Franziskyra sollevò lo sguardo su di lui e gli mise la mano sulla spalla, stringendo lievemente.

«Torunn, hai già preparato una stanza?» le chiese, spostando lo sguardo su di lei e, al suo cenno affermativo, volse lo sguardo verso di Evreirth. «Vai da lui.» gli sussurrò.

Gli diede qualche pacca sulla spalla e seguì l'uiks verso le scale che si trovavano in fondo alla sala. Fece vagare lo sguardo sull'interno della sala, ai tavolini sparsi, alla porta chiusa che collegava alla cucina e alle scale che conducevano ad un primo piano per nulla illuminato. Sulle pareti erano appesi arazzi che rappresentavano cavalieri sui loro draghi e, in quella più lunga opposta al lato dove salivano le scale, un enorme arazzo in cui era raffigurato l'intero Þrándheimr con tutte le soste sparse sul territorio, ognuna ad un giorno di viaggio dalle altre.

Torunn accese una candela e la guidò all'interno di una stanza dove era stato preparato un grande letto con un baldacchino formato da pesanti coperte, un tavolo con un paio di sedie e un supporto per appoggiare l'armatura. La prima cosa che andò ad appoggiare fu l'elmo sul supporto e poi si voltò verso Torunn che aveva appena appoggiato la candela sul tavolo.

«Non saprei come fare senza di te.» disse, con un lieve sorriso in volto.

Torunn le si avvicinò, posandole la mano sulla spalla. «Ti affideresti soltanto ad un altro rievyötpaun .» rispose, scuotendo la testa dai lunghi capelli rossi raccolti in un'unica treccia con un nastro verde ad evidenziarne una ciocca. «Com'è successo ai miei tempi… almeno questo è un luogo tranquillo e le informazioni possono correre, non si annoia di certo.»

La ragazza sorrise lievemente e annuì.

«Vado a controllare che sia ancora caldo, vieni giù quando hai fatto.» la salutò, voltandosi ed uscendo dalla stanza.

Franziskyra appoggiò contro la parete la lama ancora da drago nel fodero. Si avvicinò alla finestra, pensierosa.

"Come sono cambiati i tempi." pensò, togliendosi sovrappensiero i guanti e appoggiandoli sul tavolo al suo fianco. "Ora si vede che sta meglio, non come quando mi hanno assegnato a lei."

Sorrise lievemente al pensiero di quanta impressione le avesse fatto la prima volta quell'uomo muscoloso dal viso oscurato da pensieri costanti, pensieri che non era mai stata in grado di capire fino a quando non glieli aveva detti. Entrare nei Dragensønnene era stata la sua via di salvezza e gestire quella sosta la realizzazione della sua vita.

Percepì uno scricchiolio nelle assi e voltò appena il viso per osservare l'apertura della porta. Una sagoma un po' più alta di lei si stava avvicinando e vide nella luce della candela il viso di Evreirth. Lui si chiuse la porta alle spalle, silenzioso, e mosse i suoi passi verso di lei. Sentì la mano appoggiarsi sullo spallaccio e gli appoggiò la mano sulla sua.

«Ti ha riconosciuto?» gli chiese, sentendo la mano scivolare via da quella di lei e cominciare ad armeggiare con le cinghie dello spallaccio di destra.

***

Evreirth sciolse la cinghia, facendola appoggiare sulla schiena. Si appoggiò delicatamente a lei per sciogliere anche quella della parte anteriore. C'era qualcosa di profondo che si agitava dentro di lui e lo sentiva chiaramente, era più forte di qualsiasi risposta.

«Ormai è quasi svanito.» il tono era triste. «Ilron è davvero agli sgoccioli e non riesco a capire quando avverrà.» continuò comunque a lavorare e lo spallaccio gli rimase in mano.

Franziskyra sollevò la mano per portarla alla guancia di lui, sentendo la consistenza morbida sotto ai suoi polpastrelli.

«Resta qui, Ev,» gli sussurrò, sollevando lo sguardo verso di lui e sentendolo muoversi per appoggiare lo spallaccio sul tavolo. «soprattutto in questo caso: non sai quanto gli manca. So che, se dovesse avvenire mentre siamo in Haleflamme non te lo perdoneresti.»

«E lasciarti andare sola?» il turbamento valicava il confine della condivisione delle emozioni e stava colorando anche la sua voce. «Non sappiamo cos'è successo laggiù…»

Franziskyra si voltò verso di lui, con lo sguardo triste ma serio.

«È tuo padre, Evreith.» gli ricordò. «Io ci metterò tanto ad arrivare e ti lascerò le indicazioni per raggiungermi ad ogni rievyöt.» fece una pausa, accarezzandogli la guancia. «Dovresti contattare i tuoi fratelli e aspettarli qui per il suo ultimo volo.»

Evreirth appoggiò la mano sulla guancia di lei, accarezzandogliela meditabondo. «Quando sei diventata un drago più dei draghi stessi?» le chiese, accennando ad un sorriso.

Le mani del drago scesero a sciogliere anche l'altro spallaccio e la liberarono del peso dell'armatura, che venne appoggiata sul sostegno senza sciogliere il resto delle cinghie. Con la coda dell'occhio guardò Franziskyra sedersi sulla sedia e iniziare a sciogliere le protezioni dalle gambe e appoggiarle contro la parete, accanto alla lama da draghi.

Le prese i capelli tra le mani, passando le dita per districare i nodi che si erano formati in quella giornata, e ne aspirò il profumo. Un brivido corse lungo la schiena di lei.

«Non posso lasciarti andare sola.» sussurrò, appoggiando le labbra nell'incavo del collo di lei. «Contatterò gli altri al prossimo rievyöt e ti raggiungerò quando sarà possibile, ma non mi piace mandarti da sola.»

«Chi vuoi mai che affronti un dragersønnene?» rispose lei, con un lieve sorriso in volto.

Lo sguardo di Evreirth, però, era molto serio.


Note:

Uiks: donna nata nel corpo di un uomo (molense)

Rievyöt: custode della sosta (molense)

  
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