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Autore: Rosmary    04/07/2022    5 recensioni
Raccolta disomogenea su diversi coppie e personaggi. Alcuni racconti sono missing moments di Paradiso perduto.
1. Incastrati nella testa (Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy)
2. Quando il buongiorno non si vede dal mattino (Scorpius Malfoy/Gwendolen Goldstein)
3. Scorci (Molly Weasley junior/Atlas Nott)
4. Sono tutti i colori (Luna Lovegood, Rolf Scamander, Lorcan e Lysander, Ron Weasley, Rose)
5. Emozioni (Albus/Moira, Albus/Teti, Albus/Scorpius)
6. Se non è per sempre (Moira Meadowes/Atlas Nott)
7. Di impiccioni, offese e chiacchiere (James Sirius, Rose, Un po’ tutti)
8. Legati (James Sirius, Rose, Un po’ tutti tra genitori, zii e cugini)
9. Un sabato tutto Grifondoro (James Sirius, Rose)
10. Il più bello del reame (più o meno) (Un po’ tutti)
11. Un modello per Louis (Louis, James Sirius, Fleur e Bill, Percy)
12. Tasselli (Un po’ tutti)
13. A lezione di Babbanologia (Albus, Scorpius)
14. Ritornare – e restare (Louis/Isabelle)
15. Promesso (Lysander, Gwenda)
16. Vita da Capitano (Louis, Amanda)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Molly Weasley, Molly Weasley Jr, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Vari personaggi | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Spoiler Alert: il racconto è un missing moments di Paradiso perduto e contiene spoiler per chi non ha letto sino al Capitolo Tre della longfic.
 


A lezione di Babbanologia
 
Luglio 2022
 
“Mi ha guardato male.”
“Ti guarda sempre male.”
“Più del solito, dico.”
“E ti sembra strano? Guarda cos’hai portato qui.
Albus, comodamente stravaccato su una delle antiche e preziose poltrone di uno dei saloni del maniero dei Malfoy, sorride pestifero e osserva tutto soddisfatto il computer portatile che ha ben pensato di portare con sé.
“Pensa se sapesse quanto ti piace questa diavoleria babbana.
“Non l’ha chiamata proprio così.”
“No?”
“Può darsi,” concede divertito Scorpius. “Secondo papà farò morire il nonno di crepacuore, un giorno.”
“Forse crede che tu voglia presentargli Clarissa.”
“Spiritoso.”
Albus sogghigna e Scorpius si accoda all’istante, appollaiandosi poi al lato della poltrona per sbirciare lo schermo ancora spento del computer.
“Secondo me qui non funziona, c’è troppa magia, non è come casa tua.”
“A casa mia non c’è magia?”
“Insomma, è quasi babbana,” sghignazza. “Forse dobbiamo andare in giardino.”
Ma Albus non gli presta ascolto e pigia il tasto di accensione, sorridendo tronfio quando lo schermo si illumina.
“Tuo padre l’ha modificato, ammettilo.”
“Certo che sei proprio malfidato,” ribatte. “È stato zio George,” aggiunge spazientito all’ennesima occhiataccia dell’amico.
“Quindi che facciamo?”
“Ora ti faccio vedere.”
L’espressione furba di Albus sembra promettere a Scorpius un pomeriggio divertente, così il padrone di casa non domanda oltre, ma si siede a terra e trascina con sé anche l’amico, riducendo la splendida poltrona a uno schienale contro cui rilassare la schiena.
Curioso, Scorpius osserva le immagini sullo schermo mutare rapide e le dita di Albus muoversi sicure sulla tastiera – di tanto in tanto, però, non riesce a evitare di sbirciare l’ingresso al salone col timore di trovare di nuovo lì sulla soglia, offeso e contrariato, il nonno.
“Ti vuoi rilassare?” sbotta a un tratto Albus. “Non stai facendo niente di male.”
“Lo so, però… lo sai.”
“Tanto incolpano me, non te, sono io la tua pessima frequentazione!”
“E lo trovi divertente?”
“Molto, perché sappiamo entrambi che in realtà quello poco raccomandabile è Basile,” scherza, riuscendo a far ridere anche l’altro. “Ci sono, guarda!”
“Ma cos’è?”
“Si chiamano social network, questo è Instagram, ho creato un mio profilo, mi chiamo al pott!”
“Cosa?”
“Sì, al come Albus e pott come Potter, sai per...”
“Questo l’ho capito, ma non ho capito tutto il resto. Ti sei presentato ai babbani?” chiede confuso. “E comunque al pott fa proprio schifo.”
“Oh!”
“Eh oh.”
Eh oh che?”
“Tu oh che.”
“Ma che che?”
“Al, non sto capendo un bobotubero.”
Albus, già pronto a ribattere, scoppia a ridere non appena la voce indispettita di Scorpius gli arriva alle orecchie. Dal canto suo, Scorpius non fa scorrere troppi secondi prima di unirsi alla risata, preoccupandosi però di far scontrare le loro gambe distese in avanti in un goffo tentativo di rifilargli un calcio.
“Ehi.”
“Non iniziare con ehi adesso.”
“E tu non fare il pappagallo.”
“Va bene, Al, come vuoi tu,” lo asseconda stremato. “Spiegami questo al pott.”
“È una cosa geniale, i babbani usano questi social per sapere tutto di tutti, invece di usare la Legilimanzia leggono qui e sanno le altre persone cosa fanno, dove sono, chi conoscono… Un sogno! Se avessimo questi cosi a scuola, saprei sempre...”
“Questi cosi leggono nel pensiero?”
“No, non hai capito...”
“Ma l’hai detto tu!”
“No che non l’ho detto...”
“Hai detto che sono come la Legilimanzia.”
“Ma è un modo di dire,” sbotta contrariato. “Ti faccio vedere come funziona.”
“Meglio, a spiegare fai schifo.”
“Grazie, eh.”
“Prego, oh.”
Albus, cogliendo l’ironia, ridacchia, ma non aggiunge altro, si impegna invece a digitare al_pott e la password scelta per fare l’accesso.
“Hai veramente scelto Moira come parola d’ordine?”
“Zitto.”
Scorpius trattiene a stento la risata, ma Albus finge di non accorgersene e prosegue la sua lezione di Babbanologia – quella vera, secondo lui – scorrendo pagine e mostrando profili altrui all’amico, che affascinato osserva quella finestra indiscreta sulle vite di tanti sconosciuti.
“Altro che Gazzettino,” riflette Scorpius. “Peccato che sei l’unico mago iscritto.”
“Dici che i figli di babbani non sono iscritti?”
“Tu dici di sì?”
“Proviamo,” ghigna Albus, digitando sulla barra di ricerca Teti Lennox. “Tre risultati!”
“Che significa? Stiamo giocando a qualcosa?”
“Ma no, intendo che ci sono tre Teti.”
“Perché si è iscritta tre volte?”
Ma Albus lo zittisce e sbircia i tre profili alla ricerca di un indizio che gli dica se uno di quelli appartenga alla loro Teti.
“Eccola, è lei!” esclama Scorpius, indicando una fotografia un po’ sfocata che ritrae mezzo volto della ragazza.
“Sì, sì, è proprio lei, guarda qui, ha scritto che ha sedici anni, studia ed è una serie tv addicted… Che significa?”
“Che è una persona seria?”
“Eh?”
“Le piacciono le cose serie, no? Però non so che significa tv...
“Ah, lascia perdere, questo lo scopriamo un’altra volta.”
“Mancano ih e uh.”
“Che?”
“Pure che abbiamo già detto.”
“Ma che stai dicendo?”
“Un cazzo,” ghigna Scorpius. “E adesso che l’abbiamo trovata che facciamo?”
“Le scriviamo!”
“Ma non mi va di far volare la mia civetta a quest’ora, tra poco deve mangiare...”
“Le scriviamo qui, sul social!”
“Si può parlare con le persone? Come un telefono?”
“Più o meno. Però non posso scriverle con questo profilo, potrebbe riconoscermi...”
“Non vogliamo dirle che siamo noi?”
“No, è più divertente così, però se legge al pott capisce… Dobbiamo creare un altro profilo, ora ti iscrivi tu.”
“Non voglio iscrivermi su questo coso babbano.”
“Ti iscrivo io.”
“È la stessa cosa, e poi riconosce anche me, pure se mi iscrivi come scorp mal.”
“Infatti non ti iscrivo con questo nome, ti chiamerai hyp erion, sono un genio!”
“Ma sei serio?”
E Albus, in tutta risposta, dà seguito a ciò che ha affermato, creando il profilo hyp_erion sotto lo sguardo allucinato di Scorpius.
“E se Clari le ha detto del mio secondo nome?”
“Clarissa non ricorda il tuo secondo nome.”
“E tu che ne sai?”
“Tu ricordi il secondo nome di Clarissa?”
“Ha un secondo nome?”
“Appunto.”
Scorpius gli scocca un’occhiataccia, ma a frenare la replica è la comparsa dell’elfa domestica che lavora per la famiglia Malfoy, che con espressione cordiale porge ai ragazzi un vassoio con due coppe di gelato.
“La signora manda questo ai signorini, signorino Scorpius.”
“Grazie, Hokey, e ringrazia anche mamma.”
L’elfa annuisce e si congeda non appena i due si appropriano dei gelati.
Signorino Scorpius,” ridacchia Albus. “Non mi abituerò mai, tu vivi in un altro mondo!”
“Sei solo invidioso, vorresti anche tu un elfo a casa.”
“Ovvio che lo vorrei, ma alla mia famiglia le comodità fanno schifo,” dice contrariato. “Cosa c’è di male ad assumere un elfo? Non sono più sfruttati come in passato, ci ha pensato mia zia.”
“Lo assumerai quando avrai una casa tua, sarà il secondo passo per essere la pecora nera dei Potter-Weasley!”
“Il primo qual è stato?”
“Finire in Serpeverde, ovvio!”
“E il terzo?”
“C’è un terzo?”
“C’è sempre un terzo.”
“Sposare una ragazza imparentata con i Mangiamorte,” scherza allora Scorpius. “Ti diseredano!”
“Moira ha Mangiamorte in famiglia?”
“Al, lo sai qual è il secondo nome di Moira?” chiede furbo e Albus scuote la testa in cenno di diniego. “Due di picche.”
“Che casualità, è lo stesso di Rose,” ribatte tagliente. “Riuscirò a conquistarla,” afferma. “Prima o poi dovrà stufarsi di tuo cugino.”
Scorpius ci prova a non ridere di lui, ma proprio non ci riesce e incassa silenzioso la gomitata di Albus.
“Hai creato il mio profilo?”
“Sì, la tua parola d’ordine è caccoleditroll,” puntualizza ancora irritato. “Ora le scriviamo.”
“Ma se non le vogliamo dire che siamo noi, cosa le diciamo?”
Albus assume un’aria furba e digita un semplice «Ciao, come stai?»; non trascorrono che pochi minuti, durante i quali i due Serpeverde hanno fissato trepidanti lo schermo del computer, prima che appaia la dicitura visualizzato sotto il messaggio inviato.
“Guarda cos’è comparso! Ma perché ci ha risposto così?”
“Non ci ha risposto lei, significa solo che ha letto.”
“E adesso?”
“Sta scrivendo,” esulta Albus. “Lo sapevo che non avrebbe resistito, è troppo curiosa.”
Infatti, a conferma delle parole del cercatore, a fare la sua comparsa è un «Ciao! Ma ti conosco?» di Teti che fa ridacchiare i due ragazzi.
“Dai, dille che siamo noi.”
Ma Albus scuote la testa e digita un «Pensavo di sì, ma ti ho confusa con un’altra Teti» seguito da un secondo messaggio: «Anch’io sono un serie tv addicted».
“Ma se non sai neanche che significa…”
Ma Albus lo ignora di nuovo, catturato dalla rapida risposta di Teti – «E qual è la tua serie preferita?» – che lo costringe a storcere le labbra.
“Adesso che le dico?”
“Che sei quel coglione di Albus.”
“Dovevo far vedere questa cosa a Basile, non a te,” borbotta. “Ora le scrivo così: Sono sicuro che è quella preferita anche da te.
“Che frase da sfigato.”
“Inviato!”
“Non ho ancora capito che stai facendo, sembrano metodi di rimorchio da primo anno.”
“Non ci sto provando con Teti, ma ho visto i miei cugini… o quello che sono… fare così con le ragazze.”
“Di quali cugini parli?”
“I figli di zio Dudley, il cugino di papà, sono loro che mi hanno fatto vedere questi social… James mi aveva detto di non ascoltarli...”
“No, frena, non partire con l’elogio di Potter primo… Quindi i tuoi parenti babbani sanno che siete maghi?”
“No, lo sa solo zio Dudley, i suoi figli credono che noi siamo fuori dal mondo perché mamma e papà sono contrari a qualcosa, non mi ricordo bene, comunque pensano che siamo strani.”
“Sono i babbani a essere strani,” ribatte. “Ma Teti perché non risponde più?”
“Non lo so, eppure ha letto.”
“Da’ qua,” sbuffa Scorpius, orientando il computer verso di sé e iniziando a pigiare i tasti uno alla volta, con l’indice che lento cerca una lettera e poi l’altra, andando a comporre il messaggio «Sto aspettando la risposta» che fa impallidire Albus.
“No, non puoi inviarle questa cosa.”
Ma Scorpius è più lesto di lui e la frase appare nella piccola finestra di conversazione, tuttavia questa volta non appare nessun visualizzato – né immediato né nei dieci minuti a seguire – e i due si convincono che Teti abbia messo via il suo computer – non possono saperlo, che la Corvonero ha bloccato quello strano hyp_erion, credendolo uno sconosciuto in cerca di patetiche attenzioni.
“Solo a scuola parla sempre.”
“Se le avessi detto che eravamo noi, magari…”
“Sì, va bene, non ci importa,” tronca Albus, indispettito alla sola idea di essere nel torto. “Ora ti faccio vedere i miei cugini… Vedessi che facce da Troll che hanno,” sghignazza. “Non dirlo a casa mia, papà si offende, una volta l’ha detto James e… Uh, eccoli!”
Uh.”
“Eh uh, oggi mi piacciono le vocali.”
Scorpius lo fissa dubbioso e Albus sbotta in una risata. I minuti a seguire li trascorrono curiosando tra le fotografie del più grande dei figli di Dudley e tutto sembra andare bene, almeno finché Albus non ha l’idea di cliccare su quello che ha tutta l’aria di essere un video – non appena le immagini in movimento si avviano, mostrando il ragazzo intento a correre su un campo da gioco, Scorpius sobbalza, sbarra gli occhi e strattona il braccio dell’amico.
“Ma che hai fatto? Tu sei completamente pazzo, sono babbani, Al, cazzo.”
“Ma che stai dicendo?”
“Sei stato tu, gli hai fatto scattare la foto con le nostre macchine fotografiche. Si muove, guarda! Si muove!”
Deve trascorrere un breve ma intenso istante prima che Albus metta insieme i tasselli e capisca il motivo della preoccupazione di Scorpius, istante a seguito del quale prorompe in una risata capace di farlo piegare in avanti e fargli urtare persino la fronte contro lo schermo del computer.
Scorpius non si unisce a lui, ma trae un sospiro di sollievo prima – quando finalmente l’amico si degna di parlargli dei video, le fotografie animate babbane – e mette su una maschera offesa poi, ricordando all’altro di essere un Malfoy e in quanto tale di avere tutto il diritto di ignorare qualsiasi cosa estranea al mondo della magia.
“Sì sì certo,” sghignazza Albus. “Devo dirlo a Basile!”
“Guarda che tu sei l’unico Serpeverde mezzo babbano, non troverai accoglienza.”
“Vedremo!”
Scorpius sospira scuotendo la testa e adocchia poi l’orario, accorgendosi delle lancette corse in avanti e dell’ora di cena imminente.
“Resti qui?”
“Conosci la situazione a casa mia, non credo sia una grande idea non tornare...”
“Ma se tuo fratello è il primo a starsene sempre in giro, perché devi preoccuparti tu?”
La domanda è retorica, Albus lo sa, così come conosce l’opinione dell’amico su quella faccenda tanto ingarbugliata, tuttavia non riesce a evitare di perdersi in fitte riflessioni che mescolano l’ansia di non sapere, lo sconcerto suscitato dal fatto in sé, l’irritazione dettata dalla bruciante consapevolezza che James non si fidi di lui, la paura che il Wizengamot possa pregiudicare il futuro del fratello – forse non è troppo egoista il desiderio di prendersi una piccola pausa dalla tensione respirata in casa e dai silenzi ingombranti, forse ha ragione Scorpius e ne ha tutto il diritto.
“Devo avvisare i miei, però.”
“Sai dov’è il camino.”
Albus non indugia in altri dubbi – e la avverte, una timida leggerezza affacciarsi in lui all’idea di rincasare l’indomani, di prendere in prestito altro tempo per fingere di sentirsi davvero estraneo a quanto sta accadendo.
A volte gli capita di invidiare la semplicità con cui Scorpius e Basile gli dicono di distaccarsi dai problemi del fratello e del cugino, in altre occasioni invece detesta un po’ la loro maniera di semplificare tutto, colpito dalla sensazione di non essere capito e di essere circondato da persone che sottovalutano il fatto che quelli lì sono i suoi parenti – ed è la sua famiglia che sembra stia andando in pezzi.
Strizza gli occhi, scuote la testa – no, via sembra voler dire ai pensieri intrusivi. Tuttavia ad aiutarlo più dello sforzo di volontà è la risata dell’amico, che a sorpresa ritrova con il computer tra le mani. Non impiega molto a capire che esplorando il mondo delle fotografie animate babbane Scorpius ne abbia trovate di divertenti.
“Al, ma le loro fotografie parlano anche!”
“Si chiamano video.”
Ma Scorpius agita la mano come a voler scacciare una mosca e gli mostra ciò che sta guardando.
Quando Asteria, le mani ancora sporche di quella creta che ama lavorare, si affaccia nel salone per invitarli a cena li trova impegnati a ridere mentre fissano una specie di valigia nera – qualcosa le suggerisce sia meglio non fare domande.
 
 
 



 
NdA: è un piccolissimo missing moments senza pretese, ma scriverlo è stato divertente, spero abbia divertito anche chiunque l’abbia letto. Colgo l’occasione per ringraziarvi di ogni singola lettura e recensione e scusarmi se non ho ancora risposto ai vostri commenti (sappiate che li leggo sempre e che mi regalano tanti sorrisi). Paradiso perduto non è per niente stata abbandonata, anche se non aggiorno da tantissimo tempo, è solo un periodo impegnativo e poco sereno.
Un abbraccio. ❤
   
 
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