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Autore: Bombay    05/07/2022    3 recensioni
Dal testo: "Il cuore grida - Sta zitto - ma la ragione gli fa urlare: “Attacco di seconda!” e Kageyama si butta in avanti finendo sotto la rete ai piedi di Oikawa"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: Haikyu

Genere: romantico,

Tipo: one shot

Coppia: yaoi

Personaggi: Oikawa, Iwaizumi

Rating: PG-13, verde

Avvertimenti: spoiler

PoV: terza persona

Spoiler: sì, ambientata dopo il timeskip!

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Diviso

 

Il palazzetto è gremito e il tifo per le due squadre si fa sentire ad ogni punto. Iwaizumi fissa il campo dalla panchina immobile; ogni punto, che sia di una delle due squadre, per lui è una sofferenza.

È felice e tormentato di trovarsi lì, alla finale delle Olimpiadi, il Giappone, la sua squadra, la sua nazione, è arrivata alla finale, sbaragliando squadre forti e competitive, che si sono battute sino all’ultimo punto.

Il Giappone segna e lo stadio esplode, è il quinto set ed è uno stillicidio sin dall’inizio, un set vinto dalla squadra nipponica, recuperato subito da quella argentina, che perde quello successivo e riconquista il quarto.

Si umetta le labbra, sorride ai suoi compagni e gli fa un segno di assenso con la testa, nelle altre partite era stato molto più partecipe ed entusiasta per ogni punto conquistato se ne rende conto, sa che non deve dare spiegazioni, perché tutti conoscono la ragione del suo comportamento.

Kageyama è alla battuta, il suo bolide si schianta sulle braccia del libero che lo passa all’alzatore due schiacciatori sono sotto rete, passa la palla all’indietro e segnano.

Una mezza imprecazione esce dalle labbra coach nipponico, mentre Iwaizumi si ritrova a sorridere appena.

Il fischio dell’arbitro: Oikawa Tooru, per l’Argentina, è alla battuta, salta e come una divinità imprime alla palla una potenza inaudita, la sfera si schianta nel campo avversario al limite della linea di fondo: è dentro.

Iwaizumi si morde le labbra e per un fugace istante i loro occhi si incontrano e Tooru gli sorride, ma non è un sorriso di sfida o di scherno, no, è un sorriso appena accennato che riserva solo a lui nei loro momenti di intimità.

Sì, perché Oikawa Tooru è il suo compagno di vita e gioca per la nazionale argentina e lui invece è il preparatore atletico del Giappone. In cuor suo sperava di arrivare in finale sono forti se lo meritano, e auspicava che ci arrivasse anche l’alzatore argentino, ma era ben consapevole che con quelle due nazionali in campo per lui sarebbe stato un supplizio.

Ed in quel momento Iwaizumi si sente diviso, vorrebbe gioire per il punto conquistato dal suo ragazzo, ma non può tradire la bandiera della sua nazione.

Distoglie lo sguardo, incita i suoi compagni in campo, Hinata e Kageyama si muovono uno verso l’altro in una intesa profonda dentro e fuori il terreno di gioco, stanno architettando sicuramente qualcosa per contrattaccare.

Il fischio, l’alzata, la battuta e questa volta Yaku la riceve, a fatica ma la riceve, domani avrà dei bei lividi sulle braccia, ed ecco che il duo bislacco, come lo chiamavano al liceo, parte all’attacco tutto sembra fermarsi intorno a loro, mentre Kageyama alza e Hinata salta, e segnano sbaragliando la difesa avversaria. Li vede giocare da anni, ma quell’attacco lo sbalordisce ogni volta. Iwaizumi si rende conto di aver trattenuto il respiro, lo esala piano, sperando che quell’agonia si esaurisca presto: occhieggia il tabellone manca poco.

“Per chi tiferai Iwa-chan” gli aveva chiesto Tooru, quella mattina, quando si erano incrociati nel villaggio olimpico, sapendo di metterlo in difficoltà. Erano nello stesso luogo, i loro alloggi erano poco distanti eppure non si potevano incontrare, toccare, fare l’amore. Non finché erano ancora in gara, troppi conflitti di interessi, troppi rischi da correre, troppi pettegolezzi e così si osservavano da lontano aspettando di potersi unire ancora una volta.

“Il mio cuore è con te, Tooru, ma la ragione è con la mia nazione” e lui li ha visti gli occhi di Oikawa farsi più grandi e lucidi perché sapeva quanto Iwaizumi fosse tormentato, anche se aveva sempre appoggiato la sua decisione fin dall’inizio.

Un altro punto per gli argentini, match point per loro.

“Possiamo ancora vincere” mormora il coach al suo fianco.

La stanchezza è dipinta sul volto di tutti, le divise fradice di sudore e la determinazione di portare a casa la vittoria, sono ancora tutti concentrati, nonostante sia il quinto set che disputano con una tensione quasi palpabile.

La palla resta in gioco per un lungo scambio, va da una parte all’altra senza mai cadere.  Tocchi veloci in alcuni momenti disordinati.

Iwaizumi ha il cuore in gola, l’argentina la riceve miracolosamente e lui la vede la luce negli occhi di Tooru, quegli occhi determinati e caldi; e le sue mani, che accarezzano la palla, come accarezzano la sua pelle, spostarsi impercettibilmente, lo frequenta da una vita intera: da quando si rincorrevano al campo giochi, da quando andavano a scuola insieme, da quando hanno iniziato a coltivare la passione per la pallavolo,  da che lui ricordi. Conosce quelle mani, quella posizione, quegli occhi.

Il cuore grida - Sta zitto - ma la ragione gli fa urlare: “Attacco di seconda!” e Kageyama si butta in avanti finendo sotto la rete a piedi di Oikawa, ma la palla è già rimbalzata lontano decretando la vittoria dell’Argentina.

Iwaizumi si siede pesantemente sulla panchina, vede le lacrime di rabbia e frustrazione dei suoi compagni e quelle di gioia e felicità degli avversari. Si sente spaccato e dilaniato in due, nel profondo vorrebbe correre da Oikawa stringerlo, baciarlo e sussurrargli all’orecchio “Ce l’hai fatta” perché sa che cosa significa per Tooru questa vittoria, sa cosa ha passato in questi anni, i sacrifici e le rinunce fatte, lo sa meglio di chiunque altro, ma deve restare al suo posto, confortare i suoi compagni e amici. Sono sul podio, sono alle Olimpiadi è un enorme traguardo anche quello. Può solo osservarlo, dall’altra parte della rete attorniato dai suoi compagni di squadra che lo elogiano ed ancora i loro occhi si cercano, si trovano, si incatenano. Non hanno bisogno di parole, loro, non più.

La premiazione sembra durare un’eternità, sono tutti sorridenti ora, che si complimentano l’un l’altro e si sfidano già ai prossimi giochi, finalmente escono dal palazzetto, Iwaizumi segue la sua squadra per andare negli spogliatoi e nei corridoi incrociano l’altra nazionale.

Hinata gli si affianca “Va da lui” lo sprona spingendolo con la mano.

Scuote appena la testa incapace di parlare ancora incerto sul da farsi, c’è troppa gente.

“Avanti” si unisce Kageyama.

Nel corridoio ci sono atleti e allenatori, solo staff, niente giornalisti, niente telecamere: Tooru sta parlando con il coach ma smette appena lo nota: è stanco Tooru ed ha l’espressione smarrita e incredula di un bambino, la squadra del Giappone si apre per far passare Iwaizumi che sorride e Tooru gli corre incontro, incapace di stargli ancora lontano,  lo abbraccia e lo stringe forte; la medaglia d’oro stretta tra le dita, un sogno che si realizza.

“Ce l’hai fatta” sussurra tra le lacrime ora può lasciare che il cuore, colmo di amore, abbia il sopravvento, gli prende il viso tra le mani e lo bacia con passione, tutti i presenti esultano e applaudono. Bacia le labbra di quel ragazzo, che è diventato uomo, che ama più di ogni altra cosa al mondo, così forte e così fragile allo stesso tempo.

Tooru piange aggrappato al suo petto, tutta la tensione, tutta l’adrenalina fluiscono in quel pianto disperato e liberatorio tra le braccia del suo compagno.

E poi succede una cosa bellissima in pochi istanti il resto della nazionale giapponese si unisce a loro, perché anche se Oikawa ha preso la cittadinanza argentina è nato e cresciuto in Giappone insieme a molti di loro, hanno condiviso vittorie e sconfitte.

Si abbracciano in una stretta collettiva, sono solo loro, ragazzi del liceo, che sono diventati uomini ed hanno coronato i loro sogni e Iwaizumi non si sente più diviso.

 

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Angolo dell’autrice

Beh che dire ne ho scritta un’altra in questo periodo sono particolarmente ispirata.

Grazie a chi è arrivato fin qui.

Chi ha voglia di farmi sapere la sua opinione è sempre il benvenuto.

 

   
 
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