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Autore: ElfaNike    06/07/2022    1 recensioni
Ormai la scuola è finita e Hiro si è diplomato. Per festeggiare, Tadashi lo porta con sé in vacanza su un'isola esotica, dove incontrano due sorelle così diverse da loro. Ma diverse davvero?
L'atmosfera magica delle notti d'estate porta a galla drammi segreti e ferite nascoste, e aiuta a guarire...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiro Hamada, Sorpresa, Tadashi Hamada
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ormai era chiaro che i quattro ragazzi avrebbero passato insieme gli ultimi giorni di vacanza. Mancava poco alla serata di danze hawaiane e Hiro e Tadashi avevano comunicato a Lilo e Nani che il loro aereo sarebbe decollato proprio il giorno dopo. Alla notizia, Lilo fu molto contenta di poter offrire loro uno spettacolo per salutarli come si deve.
La giornata fu trascorsa alla spiaggetta appartata, lontano dalle folle di turisti, dalla calca e dalla plastica. Nani surfò sulle onde, Tadashi provò di nuovo a imparare a stare sulla tavola. Lilo nuotava intorno ai ragazzi e faceva gli agguati mantre Hiro chiedeva un altro giro sul surf con Nani.
Nelle pause dall’acqua, Nani costruì un castello di sabbia su una divertitissima Lilo, mentre Tadashi prendeva in giro suo fratello per il puro gusto di vederlo reagire.
A pranzo, Tadashi e Nani andarono a prendere panini e gelato, e i quattro mangiarono sotto le fronde ombrose tra la sabbia e il pendìo verde dell’isola.
Stava andando tutto bene.
Quella sera, i due fratelli e Lilo furono raggiunti al tavolo da Nani che mormorò, mentre li serviva: -Ho parlato col mio capo.-
-Spero niente di grave...- rispose sottovoce Tadashi.
-Ha cacciato i ragazzi che si occupavano dello spettacolo pirotecnico.- spiegò la ragazza -Ha scoperto che rubavano dalla cassa. Sono molto sollevata di non c'entrare1 niente.-
-Sarebbe stato il colmo della sfortuna.- le diede ragione il ragazzo.
Nani gli rivolse un sorriso grato, ricambiato con dolcezza da Tadashi. Quello scambio di sguardi non passò inosservato: Hiro, che aveva ascoltato con interesse la faccenda dei furti, in quel momento stava guardando i due ragazzi e provò un'inspiegabile sensazione di fastidio, come se gli fosse sfuggito qualcosa.
-Quindi andesso come farete per gli spettacoli?- chiese, per spezzare l'atmosfera che si era creata.
-Dovrebbe arrivare un nuovo ragazzo. Credo si chiami David. Inizia il contratto questo week end.-
Hiro annuì con convinzione, ma non era realmente interessato alla notizia. Per il resto della serata osservò con sospetto suo fratello, ma questi non si lasciò più sfuggire alcun altro comportamento strano. Era il Tadashi di sempre, e Hiro si costrinse a scacciare quella prima sensazione: doveva sicuramente essersela inventata.
Finita la serata, Tadashi, Hiro e Lilo aspettarono che Nani uscisse dal ristorante e andarono insieme a casa delle ragazze. Come ogni sera, andava tutto bene. Tadashi lo pensava mentre guardava dall'alto prima il fratello che gli trotterellava davanti, poi Nani accanto a lui che non staccava gli occhi da Lilo.
Il ragazzo sorrise. Andava davvero tutto bene.
Arrivarono alla casa e come la sera prima si buttarono sul divano. Nani accese la TV e i quattro guardarono la replica su un canale nostalgia de Il mostro della laguna nera. E, come la sera prima, non ci volle molto prima che Lilo si addormantasse contro il fianco della sorella. Anche Hiro, quella sera, si appisolò seduto ai piedi del divano, la schiena contro il bracciolo. Tadashi lo fissò chiedendosi come quella posizione scomoda non lo svegliasse.
Un tocco leggero gli fece voltare la testa: Nani gli accarezzava il braccio per attirare la sua attenzione. Gli fece segno con il mento, si alzò appoggiando delicatamente la sua sorellina sui cuscini del divano. Prese Tadashi per mano, lui si alzò e la seguì fuori, nel verde che circondava la casa. Salirono dei gradini verso una terrazza in legno da cui si poteva godere di un paesaggio mozzafiato sul paese, la spiaggia e il mare. Lì, fra due palme, era agganciata una larga amaca in stoffa dai fiori colorati.
Tadashi sorrise, le strinse le braccia intorno ai fianchi e le posò un leggero bacio sulle labbra. Lei chiuse gli occhi e si godette quel contatto così rinfrancante.
Il ragazzo saltò sull'amaca e si distese, mentre lei si sistemava fra le sue gambe e allungava la schiena sul petto di lui.
Rimasero così, a godersi quell'abbraccio, nell'aria frizzantina della notte, il loro dondolìo lento, il silenzio dei grilli lontani e le stelle che li tingevano di latte sopra di loro. Tadashi giocherellava con una ciocca dei capelli di Nani. Nani passava la punta delle dita sull'avambraccio di Tadashi.
-Sai, ho pensato al tuo progetto per salvare il mondo...- esordì dopo un attimo lei -Ora che ti conosco un po' di più comincio a credere che ce la farai davvero.-
Tadashi rise sommessamente, poi però sospirò e Nani percepì che si era incupito: -Però cosa è più importante?- si chiese lui -Il mondo o Hiro?-
-Cosa vuoi dire?- Nani alzò leggermente la testa e stortò il collo per guardarlo.
-Io in questo momento sto producendo un robot per salvare il mondo. Però in queste due settimane mi sono accorto che quello più in pericolo è Hiro. Avevamo fatto un patto: una volta preso il diploma lo avremmo lasciato libero di scegliere la sua strada. Avevo fiducia nel suo buonsenso e l'ho trascurato. Mi sono buttato nel mio progetto e l'ho perso di vista. Non mi sono accorto di quanto la scuola lo facesse soffrire. Il succo sulla sua maglietta? Giocava in mensa con i compagni. L'astuccio pieno di crema? Un barattolo rotto da nascondere al professore per evitare che sgridasse lui e i suoi "amici". Il cellulare spaccato? Giocava a basket e gli è caduto di tasca. Certo, come no! E io ci ho pure creduto! Dovevo occuparmi di lui e non mi sono accorto di niente. E ora lo sto perdendo, non mi ascolta più, e non so come salvarlo.-
-Come avete fatto ad accorgervene?-
-Ho visto un livido sospetto. E sono andato a frugare nel suo zaino. Ho visto lo stato in cui erano ridotti i suoi quaderni. Le scritte, gli scarabocchi. Io e zia Cass l'abbiamo torchiato tutta la sera. Non... non sono stati bei racconti.- Tadashi strinse le labbra e girò la testa.
Nani girò la schiena e incrociò le braccia sul ventre di lui: -Tadashi, tu stai portando avanti il progetto dei tuoi genitori. Stai lavorando perché nessuno perda più la vita per aiutare gli altri.-
-Ma loro avrebbero voluto che io mi occupassi di mio fratello.-
-Lo stai facendo. Non puoi lasciare da parte tutti i tuoi sogni, però. Non avrebbero voluto neppure questo.-
-Me lo dici tu, questo?-
-In che senso?-
-Guarda che li ho visti, i tuoi trofei di surf in camera tua. Anche quelli più recenti, dell'anno scorso. Tu invece puoi lasciare da parte tutti i tuoi sogni?-
Nani sospirò: -Tadashi, io non ho una zia Cass che mi possa aiutare.-
Il ragazzo sbarrò gli occhi: -Hai ragione. È vero, scusa.- e alzò una mano per accarezzarle una guancia.
Nani sorrise tristemente, poi appoggiò la testa alle braccia e abbassò gli occhi: -Lilo è tutta la mia vita, adesso. Per questo per me gli assistenti sociali sono un incubo. Sono sempre lì a dirmi che quello che faccio non va bene. A volte... mi chiedo se io sia davvero in grado di badare a mia sorella e fare sempre quello che è meglio per lei, o se non sia il caso di lasciarla andare da dei veri genitori...-
-Stai scherzando!-
-Devo pensare a cosa sia meglio per lei, Tadashi. Che cosa possa permetterle di crescere in maniera normale, serena, come le altre bambine. Da quando è... successo... è sempre più isolata e strana, con tutte le sue formule e i suoi pupazzi zombie. Dove ho sbagliato perché diventasse così?-
-Nani, non puoi pensare davvero una cosa del genere.- Tadasci le accarezzò la testa e lei sollevò gli occhioni lucidi su di lui -Dopo quello che è successo lei non sarà più come le altre bambine. Come mio fratello non sarà mai come gli altri ragazzini. Ma come neppure io e te saremo mai come gli altri ragazzi della nostra età.-
Nani annuì titubante, così lui continuò: -Lilo non ha bisogno di nuovi genitori. Lei ha bisogno di te. Lei ha bisogno di essere strana, e di qualcuno che la capisca. Credi che una famiglia affidataria le permetterà mai di esprimersi così come fai tu?-
Nani scosse piano la testa, distogliendo di nuovo lo sguardo, e lui aggiunse, un po' più dolcemente: -Tu sei una famiglia meravigliosa per lei. Fai tutto quello che puoi e sono sicuro che questo per lei è abbastanza. Non arrenderti da quel punto di vista. Potresti ferirla davvero.-
Nani ebbe una risata tremula, poi alzò di nuovo gli occhi su di lui: -Lo stesso vale per te.- rispose. Aveva riacquistato il suo tono deciso: -Se Hiro non ti ascolta più adesso non è importante. Secondo me lui è abbastanza intelligente da capire il tuo progetto. Gliene hai mai parlato?-
Tadashi scosse la testa: -È solo un abbozzo. L'ultima volta che ho provato a metterlo in funzione ha fatto saltare la corrente a tutto il laboratorio. Chissà perché, di colpo erano tutti contenti che partissi per due settimane...-
-Va bene, ma lo aggiusterai. E allora glielo mostrerai. Sono sicura che lo adorerà come adora te. Sì sì, non fare quella faccia perplessa. Vedo come ti guarda. E, se da adesso in poi sarete sempre insieme, sono sicura che ricomincerà a darti retta. Ma tu non lo mollare, d'accordo? Non lo stroncare, non dargli ordini, si accorgerà da solo che...- ma non riuscì a finire la frase.
Tadashi si era curvato in avanti e l'aveva baciata appassionatamente, facendole allungare il collo verso di lui. Il bacio durò a lungo, Nani ebbe i brividi lungo tutta la schiena e Tadashi sentiva lo stomaco in subbuglio. Quando si staccarono, il ragazzo le sorrise: -Grazie.- disse semplicemente.
Lei sorrise a sua volta e si sporse di nuovo verso di lui. Ripresero a scambiarsi brevi baci intramezzati di sorrisi.
Tadashi si sentiva completamente catturato dal momento. Hiro era al sicuro, Nani era meravigliosa, e stava andando tutto...
-Tadashi!- la voce incredula spezzò l'incantesimo. I due ragazzi si staccarono e guardarono verso la scala che portava alla casa: Lilo e Hiro erano lì, in piedi, senza parole, che li fissavano a bocca aperta.
-Che cosa stai facendo?- chiese il ragazzino con un tono insicuro in cui il fratello riconobbe furia, dolore e delusione.
-Hiro...- Tadashi allungò la mano verso di lui -...posso spiegarti...-
-No.- Hiro alzò le mani in segno di resa e indietreggiò di due passi -Traditore.- e si voltò per scappare verso il paese.
Lilo, dal canto suo, guardava la sorella a bocca aperta.
-Lilo...- Nani aveva teso le braccia verso di lei -Lilo?-
-NO!- strillò la bambina, pestando un piede, e scappò anche lei, in direzione dei pendii verdi dell'isola.
Le due fughe erano avvenute praticamente nello stesso istante, e Tadashi e Nani erano balzati altrettando velocemente in piedi per correre loro dietro. Non si scambiarono neppure un'occhiata, e si allontanarono col panico, col terrore di perdere per davvero i loro fratellini.
 
Ritrovare Lilo poteva sembrare un'impresa ardua: la bambina conosceva bene la zona e la sua taglia minuta le permetteva di nascondersi senza problemi nel sottobosco. Ma Nani conosceva sua sorella e la seguì senza perderla di vista, chiamandola disperatamente per nome.
Alla fine la raggiunse che era in lacrime, rannicchiata in un angolo fra un tronco affusolato e una roccia coperta di verde.
-Lilo, vieni. Andiamo a casa.-
-No!- strillò Lilo.
-Per favore, Lilo. Andimo a casa... così ti spiego tutto.- la pregò la sorella.
-NO!-
Nani sospirò e si rannicchiò davanti a lei, a distanza di sicurezza. Attese un lungo momento, nel silenzio, senza staccarle gli occhi di dosso.
Alla fine fu Lilo a parlare: -Ma tu mi vuoi bene?- chiese in un mormorìo.
-Lilo!- esclamò la sorella, scandalizzata -Da dove ti vengono certe idee?-
-Non mi hai risposto!-
-Ma certo che ti voglio bene, Lilo! Niente può cambiare questa cosa!-
-Neppure un turista?-
La domanda di Lilo lasciò Nani interdetta. La ragazza aveva drizzato la schiena dalla sorpresa, poi era tornata a guardare la sorellina: -Perché un turista dovrebbe cambiare il fatto che io ti voglia bene?-
-Perché poi lui torna a San Fransokyo. E se gli vuoi bene poi lo segui.-
Nani la guardò senza parole. Lilo continuò: -Mertle Edmonds dice che sono strana, e che è normale che nessuno mi voglia.-
-Questo non è assolutamente vero! Io ti voglio, Lilo!-
-Ma se vuoi bene a Tadashi, e a me no...-
Nani, sempre rannicchiata, fece un goffo passo verso di lei: -Tu queste cose non le devi pensare, Lilo. Io ti voglio bene, e te ne vorrò sempre. Non potrei mai lasciarti sola. Poi non potremmo più essere strane insieme!-
Lilo rifletté un istante: -In effetti quando fai i lavori di casa sei strana anche tu. Ma credevo che fosse perché cucinare ti stressa.-
Nani rise e si avvicinò definitivamente alla sorellina, passandole un braccio attorno alla schiena.
-Pensavo volessi sostituire mamma e papà.- mormorò infine, sottovoce, Lilo.
-Nessuno potrà mai sostituire mamma e papà. Neppure Tadashi.-
Lilo annuì, poi chiese: -Quindi, quando dopodomani andranno via, tu cosa farai?-
Nani ebbe un tuffo al cuore e spalancò gli occhi. Guardò il cielo e non rispose.
 
Tadashi arrivò all'hotel e vide che la luce in corrispondenza del loro balcone era accesa. Senza neppure aspettare l'ascensore corse su e spalancò la porta della loro camera, chiamando disperato Hiro.
In tutta risposta, si prese un cuscino in faccia.
-Hiro, per favore...- provò a riprendere lui, buttando il cuscino sul letto -Lascia almeno che ti spieghi!-
-Cosa, eh? Questa era la nostra vacanza, la nostra!, e tu ti sei trovato la ragazza!-
-Nani non è la mia ragazza!-
-Scusa, la scena di prima deve avermi fatto capire male!- Hiro sbatté i suoi ricambi dall'armadio alla valigia aperta per terra.
-Ma cosa stai facendo?!-
-Dopodomani torniamo a San Fransokyo, no? Mi porto avanti.- Hiro staccò rabbiosamente i cavi della console dal televisore.
Tadashi si precipitò su di lui e lo prese per le braccia: -Fermo, fermo, fermo! Non esagerare, adesso!-
Hiro lo scacciò via con un movimento brusco e il ragazzo ripeté: -Lascia che ti spieghi!-
-Non voglio ascoltarti! Dovevamo passare la nostra vacanza insieme!-
-No che non vuoi ascoltarmi! Tu non mi ascolti mai! Magari è per questo che...- si interruppe, non sapendo bene come metterla -...che io e Nani...-
Hiro lanciò i cavi sul letto, ma Tadashi riprese con forza: -Sei sempre su quei siti di bot duelli. Hai sempre il cellulare in mano. Come puoi pensare che io creda che tu mi ascolti?-
Il ragazzino si fermò e lo guardò corrucciato, così il fratello continuò: -Però le giornate al mare sono state solo nostre, Hiro. E anche le partite a Tekken. E i gelati... e quando ti prendevo in giro.- lo prese per le spalle perché lo guardasse negli occhi: -Per cui adesso, ti prego, ascoltami!-
Hiro lo fissò stralunato.
-È vero, io e Nani... ci siamo trovati bene insieme. E ti dirò che non ho fatto nulla per nasconderlo. È vero, ero preoccupato per la tua reazione, ma siccome mi fido del tuo buonsenso...-
-E questo non è un modo per dirmi che me l'hai tenuto nascosto?!-
-Ma ovviamente io e Nani ci siamo lasciati andare solo quando eravamo soli! Cosa ti aspetti, che avremmo cominciato a sbaciucchiarci davanti a voi?-
-Ma no, che schifo!-
-Ecco, appunto! Nani vive per sua sorella, e io sono qui per te! Ti pare che avremmo lasciato che... io e lei... questa cosa ci allontanasse da voi? E comunque...- concluse -Io ogni tanto mi chiedo se tu ti sia accorto di qualunque cosa, durante questa vacanza. Eri sempre su internet!-
Hiro era senza parole. Processava ininterrottamente tutto quello che suo fratello gli aveva detto. Poi, alla fine, prese il cellulare dalla tasca e lo buttò sul letto, e si sedette a sua volta sul materasso morbido: -Non pensavo potesse succedere.- disse solo.
-Ma questo non cambia niente.- lo consolò Tadashi. Prese il suo cellulare, si sedette accanto a lui e gli mostrò delle foto: erano i selfie che avevano fatto da mandare a un'amica di Tadashi, una certa Honey Lemon. Erano loro due, solo loro due, sotto una palma, sotto un ombrellone, col gelato in mano, sulla sabbia della spiaggia.
Hiro si calmò un pochino. Guardò il suo cellulare, immaginò che le statistiche di navigazione dessero una netta maggiornaza di percentuale di canali di video in streaming e che il grosso della cronologia fosse dedicato ai bot duelli. Non aveva scattato neppure una foto, lui.
Hiro guardò Tadashi, che non disse nulla.
-Quindi con Nani non è una cosa seria?- chiese infine.
-Non è così semplice.- rispose lui -Il fatto che... che questa storia duri solo queste due settimane...-
-Quindi finirà una volta che torneremo a casa?-
Tadashi non rispose subito. Il fratello dovette scrollargli un braccio: -Tadashi!-
Il ragazzo sospirò: -Suppongo di sì.-
-Quindi con lei non era una cosa seria?- ripeté il fratellino.
Tadashi ebbe un gesto stizzito: -Era una cosa seria! Non l'ho presa in giro, se è questo che vuoi sapere!- sospirò stancamente e si passò la mano sugli occhi: -Tu ti sei portato dietro i tuoi bot duelli. Siamo qui per te, perché sia io sia zia Cass ci rendiamo conto che sei stato straordinario e non vogliamo... non voglio... che tu stia male per un gruppo di compagni idioti. Ma io?... A che serve che io ti sorvegli ora, che la scuola è finita e non hai più bisogno di aiuto?-
Hiro lo guardò senza parlare, e Tadashi concluse: -Mi dispiace, Hiro. Ti prego, perdonami se quest'anno non ho potuto aiutarti, con la scuola.-
Hiro capì molte cose di suo fratello in quel momento.
-Non credo avresti potuto fare molto...- mormorò infine.
Tadashi gli passò il braccio intorno alle spalle e lo strinse a sé: -Non ti obbligherò a niente, fratellino. Abbiamo fatto un patto e lo rispetto. Però sappi che potrai sempre contare su di me, per qualunque scelta tu faccia. Anche se ti metti nei guai. Sarò sempre pronto a tirartene fuori.-
Hiro ridacchiò e si alzò dall'abbraccio: -Non serve, me la so cavare da solo.- poi gli porse il pugno: -Però grazie.-
I due ragazzi fecero esplodere il pugno nel loro saluto speciale.
Quando Hiro si fu addormentato, dopo una cospicua dose di vittorie ai videogiochi, Tadashi rimase sveglio a pensare per un po'. Si sentiva euforico per aver ritrovato il rapporto con suo fratello, ma un macigno gli pesava sullo stomaco. Per prima cosa no, non l'aveva presa in giro. Secondo, l'indomani sarebbe stato il loro ultimo giorno di vacanza.
 
Il giorno dopo, Tadashi e Hiro passarono le loro ultime ore in spiaggia. Da lontano videro Lilo portare il panino di burro di arachidi a Pudge, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di andare a salutarla.
Arrivata l'ora di cena, scoprirono il tavolo deserto, e la cameriera a cui chiesero disse che Nani aveva preso la serata per poter assistere allo spettacolo della sorellina.
I due ragazzi mangiarono discutendo di nuove tecnologie e di zia Cass. Hiro non tirò fuori il cellulare e Tadashi si impegnò a non fargli una pubblicità costante della sua scuola di nerd.
Quando il dessert fu finito, Hiro posò la forchetta e guardò suo fratello: -Andiamo allo spettacolo?-
-Sei sicuro? Non vuoi che passiamo la serata insieme?-
Hiro gli sorrise: -Questa è la nostra vacanza, non solo la mia. E poi... comunque Lilo e Nani sono state anche mie amiche in queste due settimane. E Lilo teneva molto a salutarci con il suo spettacolo.-
Non ci volle niente di più per convincere Tadashi. In pochi secondi, si era alzato e aveva saldato il conto.
Raggiunsero a piedi il luogo dove si svolgeva lo spettacolo. Si trattava di una casetta in legno, l'interno composto da un unico grande locale con, da un lato, un palcoscenico dove passavano nervosamente ballerine e maestri e, dall'altro, una distesa di sedie in plastica inizialmente sistemate in file ordinate ma ora spostate di qua e di là dagli spettatori che stavano prendendo posto.
I due ragazzi entrarono che era quasi pieno e si sedettero in fondo, dove ancora trovarono due seggiole libere.
Tadashi allungò il collo: -Eccola lì.- disse. Hiro sorrise: Nani era in seconda fila, dietro ad altri genitori, e aspettava da sola, in silenzio, l'inizio dello spettacolo.
Le luci furono abbassate, calò il silenzio e un presentatore che picchiettava ancora sul microfono salì sul palco.
Le danze furono appassionanti. Le ballerine erano esotiche e incantevoli, e la musica coinvolgente. Lilo si esibì con entusiasmo, in mezzo alle compagnuzze che Hiro riconobbe subito: -Quelle sono le bambine che volevano rubarle la bambola zombie.- spiegò al fratello.
Tadashi annuì e tornò a guardare il palco. In realtà non riusciva a staccare gli occhi dalla schiena di Nani. Quando finì il turno di Lilo non fece più neppure finta di guardare i danzatori.
Alla fine dello spettacolo Nani si alzò e si diresse dietro le quinte. I due ragazzi uscirono col flusso degli spettatori e si fermarono subito fuori dalla porta, in attesa. Dopo un momento, comparvero anche Nani e Lilo.
-Lilo!- chiamò Tadashi -Sei stata bravissima, stasera!-
Lilo li guardò sorpresa e si aprì in un sorriso sollevato.
-Quindi siete riusciti a venire!- esclamò Nani.
-Non potevo certo perdere lo spettaccolo di una mia amica.- Hiro fece l'occhiolino a Lilo, che rise nelle manine.
I quattro si avviarono insieme. Quando raggiunsero la strada principale si fermarono.
-Quindi domani andrete via...- sospirò Nani -Vi è piaciuta la vacanza?-
Hiro annuì. Tadashi guardò altrove.
Lilo andò ad abbracciarli e li ringraziò di cuore per essere venuti a vederla. I due ragazzi ricambiarono con affetto la stretta, poi Hiro e Nani si abbracciarono a loro volta. Tadashi, invece, le tese la mano: -Grazie. Grazie per tutto. Davvero.-
Nani ingoiò la delusione e gliela strinse allegramente: -Grazie a voi per tutto il supporto.-
Con un ultimo saluto, Tadashi e Hiro si avviarono verso il loro hotel mentre Nani e Lilo andarono nella direzione opposta, verso casa loro.
Dopo qualche decina di metri, però, Tadashi si fermò di colpo.
-Hiro...- disse solo -Scusa, Hiro. Devo andare ancora un momento.-
Hiro sorrise e annuì: -Tranquillo, fratello. Ti aspetto qui.-
Tadashi girò sui tacchi e spiccò una corsa disperata. Come fare a parlare con Nani di fronte a Lilo, non ne aveva idea. Ma doveva parlarle. Non voleva lasciare nulla in sospeso, di quella vacanza.
Arrivò all'altezza della scuola e la vide, in attesa, all'angolo della strada.
-Nani!- esclamò, arrestando la sua corsa e riprendendo fiato -Ero convinto che foste andate a casa...-
-Lilo ha dimenticato dei pezzi del costume di scena nello spogliatoio.- spiegò lei con un'alzata di spalle.
Tadashi annuì, e fra i due calò un silenzio imbarazzato.
-Per come ci siamo lasciati ieri notte...- esordì lui.
-Sì, ecco. Volevo parlarti proprio di quello.- assentì lei.
-Nani, io...- balbettò lui -Nani. Per me quello che è successo quest'estate è stato...- cercò la parola.
-Importante.- completò lei, poi sorrise -Sì, lo è stato anche per me.-
-Ma non posso non scegliere. Lo capisci, vero?-
-Certo. Anch'io.-
-Ho fatto la mia scelta. Capisci anche questo, vero?- spiegò lui, alzando il braccio in direzione dell'hotel.
Nani annuì: -Non c'era neppure da rifletterci.- lanciò un'occhiata alla scuola di danza -Io non credo avrei scelto nient'altro.-
Tadashi sospirò sollevato. Rimasero ancora un momento in silenzio. Tadashi sapeva di dover tornare da Hiro. Nani lo guardava, in attesa di Lilo.
-Però...- aggiunse il ragazzo a denti stretti -Però, Nani... volevo dirti anche questo... è stato bellissimo. È stato bellissimo.-
La ragazza ebbe un'espressione sorpresa, poi si aprì in un sorriso. In quel momento passò una compagnia di rumorosi turisti palliducci e lucidi di antizanzare. Nella calca che li circondò di colpo, Tadashi strinse forte le braccia intorno ai fianchi di Nani e le diede un bacio disperato. La ragazza ebbe un singhiozzo e ricambiò con calore, aggrappandosi alle sue spalle e passandogli le dita di una mano fra i capelli dietro la nuca.
Quando la folla fu passata e loro due si separarono, Nani lo guardò sorridendo dolcemente: -Sì, è stato bellissimo. Davvero... tutto bellissimo.-
Tadashi le sorrise, poi riprese a correre per tornare da suo fratello.
 
Il giorno dopo, Hiro e Tadashi si recarono in pullman all'aeroporto. Con la pelle scaldata dal sole e una bibita in mano, aspettarono che chiamassero i passaggeri del loro volo all'imbarco.
Mentre loro facevano la fila, Nani si alzava e andava a preparare la colazione. Lilo scendeva i gradini stropicciandosi gli occhi.
Hiro pensava intensamente a un progetto per un bot, a partire da un documentario scientifico che aveva visto in un sito specializzato in fisica e magnetismo. Tadashi aveva ricominciato a fare congetture per il suo progetto per salvare il mondo.
Nani fissava la sedia dove qualche sera prima si era seduto Tadashi.
-Lilo...- chiese dopo un momento di silenzio -Per caso hai fatto qualche foto a Hiro e Tadashi?-
-Perché avrei dovuto?- chiese lei -Non metto la nostra ohana sul muro assieme ai turisti.-
Nani le sorrise e le diede ragione. Poi si riscosse e andò a vestirsi. Si sarebbe battuta fino all'ultimo per tenere con sé sua sorella. La sua battaglia era appena ricominciata.
 

 
1Verbo italiano che lascia sempre grandi dubbi. Chiariamo: il verbo "centrare" vuol dire "fare centro". Il verbo "entrarci" vuol dire "avere a che fare". Ora: come scrivo questo averbo all'infinito? Perché grammaticalmente è corretto "entrarci", tuttavia se la frase fosse stata "Sono molto sollevata di non entrarci niente." avrebbe perso la sua colloquialità. Vedere per iscritto "Sono molto sollevata di non c'entrare niente" mi fa venire i brividi, ma trattandosi di una battuta di un dialogo "orale" posso provare a resistere. Posso provare.
  
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