Era notte fonda, una di quelle tempestose e fredde ma al rosso non importava particolarmente mentre guardava la legna ardere nel camino.
Non passò molto che dovette gettarne ancora per ravvivare la fiamma.
Maledetto stronzo..
Sibilò roco, svuotando con un solo sorso il bicchiere di vino tenuto con la destra.
Tanto per (non) cambiare era furioso e come sempre, Dazai ne era responsabile quindi era quasi un dogma che probabilmente avrebbe svuotato la bottiglia sul tavolino di fianco a lui, sprofondando poi nel divano fino ad addormentarsi quando sentì bussare più volte alla porta.
Inarcò un sopracciglio, indeciso se andare ad aprire o meno e quando lo fece, quasi si maledì per non aver lasciato perdere rimanendo in assoluto silenzio come le tre persone che aveva davanti.
E in quel silenzio, strinse inconsciamente lo stipite rischiando quasi di romperlo: Per lui, vedere Ango e Oda che reggevano alla buona un Dazai completamente ubriaco sulla soglia di casa restava uno scenario da istigazione all'omicidio per svariati motivi.
Alla fine fece un profondo e sconsolato sospiro di rassegnazione, allontanandosi in
modo che potessero entrare.
Dovevate mollarlo sulla strada come il cagnaccio rognoso che è...
Disse semplicemente.
Ma piove e sarebbe potuto essere ucciso da qu--
Appunto! La giusta punizione per aver fatto lo stronzo, lasciandomi solo al party della port mafia!
Sbottò interrompendolo con irruenza, voltandosi di scatto, lancinando Ango con lo sguardo al punto di ammutolirlo e lasciar calare nuovamente un silenzio surreale rotto solo dallo scrosciare della pioggia.
E poi, fu Oda a sospirare ma profondamente stanco.
Non dici davvero...
Intervenne con tono serio, guardandolo dritto negli occhi.
Il rosso storse il naso e senza rispondergli, si limitò a fare un cenno del capo verso il divano.
Mollatelo lì e sparite prima di rovinarmi ulteriormente la serata...
Borbottò seccato.
Nel vederlo così imbronciato, Oda provò un sincero dispiacere: Per un momento, gli era parso un pò come gli orfanelli di cui si prendeva cura e sentì il bisogno di essere gentile nei suoi riguardi.
Dai, sicuramente non voleva ferirti...
Disse con tono triste, forse troppo visto che i vetri della finestra iniziarono a tremare, allarmando un pò sia lui che Ango.
Zitto! non voglio la pietà di uno come te!
E voltandosi lo guardò nei occhi.
Tu non conosci Dazai. Voleva fare esattamente ciò che ha fatto e magari, pure peggio!
Aggiunse furioso ma serio e convinto, tanto che anche Oda stava per ribattere con altrettanta serietà e convinzione ma Dazai riprese conoscenza quanto bastava per vomitare sulle pantofole di Chuuya.
Ecco.... in quel momento fu chiaro a tutti che la vera tempesta doveva ancora cominciare.