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Autore: Vento di Levante    07/07/2022    2 recensioni

☸☸
Ed e Stede si ritrovano.
Ennesima variazione sul tema, con stupidera e mélo. :)
☸☸
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Equipaggio della Revenge, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV

 


 

Stede cade senza un grido; nel perdere l'equilibrio allarga su Edward uno sguardo enorme di sorpresa - ma prima che scompaia oltre il corrimano Ed si è già proiettato avanti, in una pioggia mescolata di preghiere e imprecazioni.

Alla cieca riesce ad afferrare la mano di Stede e quasi si fa trascinare giù dal contraccolpo; ma lo tiene, è saldo nella sua mano, tutta la vita di Stede Bonnet è nel peso caldo alla fine del suo braccio.

Stede Bonnet che anche adesso lo guarda con occhi che vedono soltanto lui, e Edward sente tutto ciò che ha dentro torcersi dolorosamente.

"Uhm. Grazie?"

"Non dirmi grazie, Stede, cristo!"

"Sono comunque piuttosto grato di non essermi sfracellato di sotto."

Ed reprime con tutte le forze un improvviso conato di vomito. Cerca di ignorare la vertigine e stringe convulsamente la mano di Stede.

"Che cazzo ci fai, qui?" chiede soltanto, lottando per impedirsi di allungare anche l'altra mano, di afferrare Stede e trascinarlo su e strizzarlo fino a far scricchiolare le ossa.

Vuole stritolarlo.
Vuole stringerlo.
Vuole estirpargli dalla bocca quella lingua bugiarda, vuole piangergli addosso fino a disseccarsi.

Vuole strappargli una dannata spiegazione, perché Stede non ha ancora risposto e solo lo guarda di sotto in su come un cucciolo e Edward vorrebbe prenderlo a calci.

"Dovevo trovarti."

"Bene, ottimo lavoro del cazzo, ce l'hai fatta!" abbaia Edward - prima di rassegnarsi a stendere anche la mano sinistra, e afferrare più saldamente quella di Stede, perché dannazione se il bastardo non è pesante.

E irritante.
Perché Stede non ha ancora risposto alla domanda di Edward, non per davvero, ma Ed si farebbe strappare le palle da un granchio del cocco prima di chiederglielo di nuovo.

Quindi aggiusta la posizione per reggere meglio il peso di Stede, tira brevemente su col naso, e poi domanda, con un cenno del capo al disastro navale che si sta consumando poco distante: "E insomma. Idea tua?"
 



"...da quanto tempo sono lassù?"

Lucius alza le spalle e scrolla il capo con aria sconfitta.

"Tutta la Marina dei Caraibi vi sarà addosso prima che ve ne rendiate conto, cani rognosi!!! Siete finiti, siete-"

Fang somministra un pugno risolutore all'ufficiale britannico, mettendo fine alle sue proteste un po' troppo vivaci. Mentre si appresta a legarlo lancia un'occhiata alla cima dell'albero maestro, dove sembra che i due capitani si siano persi in chiacchiere, o stiano cercando di uccidersi; la cosa non è troppo chiara.

"...Dovremmo fare qualcosa?" chiede cautamente.

"Assolutamente no." risponde Lucius in tono piatto.

Fang ride sotto i baffi, mentre finisce di impacchettare l'ufficiale. "E' bello rivederti alla luce del sole, sai."

Lucius fa mostra di farsi ombra con una mano, ma non nasconde un piccolo sorriso lezioso. "Hm. La carriera da fantasma aveva i suoi vantaggi. Non sai quanto fanno male alla pelle troppo sole e troppa polvere da sparo."

Fang annuisce un paio di volte con aria assorta, poi rivolge lo sguardo al ponte, su cui la battaglia sembra finalmente in via di risoluzione.
Sembra perfino che l'abbiano vinta loro, chi l'avrebbe detto.

"E insomma, adesso che siete di nuovo qui-"

Viene bruscamente interrotto dai due capitani che crollano giù dalla coffa.
Atterrano su un provvidenziale mucchio di gomene, da cui dopo qualche istante di stordimento si rialzano, seppure un po' malfermi.

"- e siamo tutti insieme..." continua Fang, in tono discorsivo.
 



Stede controlla furtivamente di avere ancora tutte le ossa al proprio posto, ma prima ancora che riesca a rialzarsi Edward è già in piedi, ad afferrarlo tempestosamente per il bavero della camicia, "In che senso, rapito?"

"Non saprei come meglio dirlo," ammette Stede inspirando bruscamente - no, nononono le sue costole decisamente non sono al loro posto - "...scortato in punta di pistola? Ma, il punto è, finché non ne ho parlato con Mary -"

"Mary?!"

Stede trasalisce e - oh, forse anche la schiena - qualcosa non va da qualche parte fra la terza e la quarta vertebra - "Edward, è per questo che penso dovremmo parlare con calma-"

...Ma la calma è quanto di più lontano da Ed in questo momento, mentre spinge bruscamente Stede via da sé - scatenando una nuova viva protesta delle sue costole.

"No, Stede," ringhia, gli occhi lampeggianti, "questa cosa non finisce solo perché tu torni e vuoi parlare."

Stede trattiene il fiato; e si sente terribilmente spaventato e terribilmente coraggioso insieme, nel dire ad alta voce "Quindi, abbiamo deciso che finisce..?"
E anche l'occhiata ferita di Ed è allo stesso tempo dolorosa e dolcissima.

"Non abbiamo deciso un accidente," replica Ed, chinandosi per strappare una sciabola dalla schiena di un marinaio inglese riverso sul ponte. Raccatta anche la spada che il malcapitato stringe ancora fra le dita e la getta a Stede, che la afferra di riflesso.

"E per inciso, Stede," bisbiglia Edward da dietro una cortina di capelli scarmigliati, "nessuno decide per me."

E senza altro preavviso si getta su Stede, che riesce a parare l'assalto a malapena.

"Sono venuto per dirti che mi dispiace!" esclama di getto, indietreggiando, fulminato dal pensiero di doverlo fare prima che una sciabolata glie ne tolga per sempre la possibilità.

"Non mi interessa!" ruggisce Ed incalzandolo. "Non dovevi ritornare qui!"

"...Questa è la mia nave!"

"Tua un cazzo!"

"Mia eccome!"

"L'hai abbandonata!"

"E mi dispiace!"

Stede si trova a sbattere con la schiena contro la balaustra, e deve fare appello a tutte le sue forze per resistere alla lama di Ed che si abbatte sulla sua. Il biancheggiare del suo ghigno dietro le lame incrociate ha la fissità del Jolly Roger.

"...Ho buttato in mare tutta la tua roba, Stede."

"Lo so."

"Ho mollato metà della tua ciurma su uno scoglio."

Stede stringe i denti. "Stanno bene, fortunatamente."

Un'espressione indecifrabile attraversa gli occhi di Ed, enormi oltre lo scintillio delle lame.
"Ho buttato in mare Lucius." sussurra con un filo di voce.

"Lo so," risponde Stede, e con uno sforzo estremo riesce a spingere via Ed, a recuperare un po' di spazio per respirare. "Me lo ha detto."

Edward rimane qualche istante come stordito, i suoi occhi sono più che mai grandi e trasparenti. Impiega un momento prima di comprendere cosa implica questa informazione.

Abbassa la spada, si copre il viso con una mano. "...cristo."

"Edward..."

Ma Edward scatta con ferocia e in un attimo è di nuovo su Stede, e le loro lame si scontrano con forza tale da mandar scintille.
 



Dentro la testa di Edward infuria una battaglia, in confronto alla quale lo scontro di oggi con la Marina è una passeggiata, e il duello con Stede uno struggente passo a due.

E' come una tempesta dentro la quale vorticano Stede sul punto di essere assassinato senza che Ed lo sappia mai, i libri gettati fuori bordo, quell'alba solitaria sul molo, Lucius, Mary, Izzy, e senza che se ne renda conto Edward sta gridando, "Smettila, Stede, ma non lo vedi?!"

Stede sussulta, lascia la guardia aperta, ma Ed non solleva la sua lama, non si muove, non si muoverà mai più di lì, "Non lo capisci che non potremo mai..?!"

"Perché?!"

E Stede, impossibile, splendido Stede, ha già gettato via la spada e gli sta davanti disarmato, con le mani e le braccia aperte come se davvero potessero -

Edward stringe l'elsa fra le dita. "Quello che abbiamo fatto non si può disfare, Stede. Quello che ci siamo fatti. Perché tu - perché tu non -" e la voce di Edward lo sta tradendo, la gola chiusa e gli occhi accecati dalle lacrime, "Come osi fare finta di no?!" grida con una voce deformata dal pianto.

E in uno, due lunghi passi Stede entra nel suo spazio, e incurante della spada sguainata, del disastro che è Edward e di tutto quello che Edward ha fatto, prende il suo viso fra le mani e lo bacia.

E non è esitante e non è delicato, c'è tutta l'insensata fede di Stede, la sua testardaggine e la sua incapacità di capire quando fermarsi, e Edward ci si aggrappa come a un'ancora di salvezza; senza saper fermare le lacrime, travolto dalla sensazione di Stede nelle sue braccia e nel suo respiro, lo stringe convulsamente a sé finché Stede non fa piovere piccoli baci sulle sue guance, sul suo naso, sulla sua fronte da cui scosta i capelli con le sue mani calde e pesanti.

"Non importa." sussurra con una voce che trema, "Se non riusciremo ad andare oltre quello che è successo, lo terrò con me. Amerò anche quello. Voglio tutto, Edward." e Stede si scosta quel tanto da guardarlo in volto, e anche i suoi occhi sono rossi di pianto e dio quanto gli era mancato.

"E non mi interessa se non è giusto, e se non ce lo perdoneremo mai. Lo prenderò così. Lo voglio così." Stede tira su col naso, con un improvviso tremito del labbro, come un bambino. "Voglio stare con te. Se lo vuoi anche tu."

E' la sola cosa che Edward vuole.
 



Nathaniel Buttons ne ha viste di baruffe, e ne ha visti di arrembaggi; e perfino di naufragi, ne ha visti, sissignore.

"Per mare non si arriva all'età che ho io senza averne viste di ogni risma," commenta sfilandosi la fedele dentatura da battaglia; c'è un bottone d'oro da ufficiale incastrato in un canino.
Buttons lo esamina avvicinandolo a un corrucciato occhio azzurro; da sopra la sua testa, anche Olivia si china ad osservare. Le basta un attimo per cominciare a starnazzare sonoramente.
Il bottone è una patacca, e Buttons lo getta via scrollando le spalle, e rivolge la propria attenzione al ponte della Revenge.
"Per come la vedo io, Livy, il segreto sta nel non smettere mai di vederne di nuove."

Olivia coglie il suggerimento e si libra in volo, alta sopra le vele.

Buona idea.

E tutto considerato, nella modesta opinione di Buttons è stata una buona idea anche imbarcarsi con il Capitano Bonnet. 
Nathaniel Buttons non ha mai visto tante cose nuove come da quando si è unito al suo equipaggio.

Tanto per cominciare, solo nella giornata di oggi ha assistito allo speronamento più plateale da quando Blackbeard ha inaugurato la propria carriera scontrandosi - letteralmente - contro un galeone spagnolo.

Ha anche partecipato al suo primo arrembaggio dall'interno di una nave; e se si eccettuano alcune contusioni e il segno degli incisivi di Black Pete sul pavimento della cambusa, si può dire che sia stato un completo successo.

E' stato testimone dello scotennamento di non meno di sei malcapitati marinai britannici, colpevoli di aver aperto la porta della cella di Jim.
Nathaniel comprende; non è stato garbato tenerlə chiuso tanto a lungo, tanto più che si è persə tutta la battaglia.
Il risultato però è che Jim sta reindirizzando tutto il proprio slancio nel mangiarsi Boodhari come un pudding di Natale.

Beata gioventù.

Tuttavia, non c'è gara con lo spettacolo offerto dal Capitano Bonnet e dal Capitano Teach; al momento stanno rotolandosi nel bel mezzo del ponte, portando avanti la loro conoscenza in senso pressoché biblico; così strettamente avvinghiati l'uno all'altro  che il fatto che siano ancora vestiti è, in un certo qual modo, più osceno che se fossero in costume adamitico.

Ed ecco un'altra scena alla quale Buttons non immaginava proprio di assistere. 

L'ultimo ostacolo alla riconquista della Revenge, il bizzoso Israel Hands, probabilmente non si aspettava di cadere dalla padella della Regia Marina alla brace della ciurma del Pirata Gentiluomo.
Probabilmente, a metterlo in impaccio è il suo stesso travaso di bile, più degli sforzi congiunti di Black Pete, Roach, e di un Frenchie impropriamente armato di liuto.

Fatto sta che, erompendo sul ponte arruffato come una puzzola e furioso come una biscia, Izzy Hands inciampa nel groviglio di Edward Teach e Stede Bonnet ed entra in collisione con il suo antico avversario, l'albero maestro in legno di ciliegio brasiliano, che lo mette istantaneamente fuori combattimento.

Da tutta la nave si alza un coro di giubilo, a cui Olivia si unisce planando alta verso il sole.

"Proprio così, Livy! Omnia vincit amor!"

Gli innamorati, intanto, non hanno neppure smesso di baciarsi.

 

Fine


 

 

NdA

Uuhhh 8') questa potrebbe essere la cosa più scema che produco da un po', e per motivi molteplici.

In teoria avevo iniziato pensando di fare una cosa tutta diversa, ma la scena ha rifiutato di andare a parare da qualsiasi parte finché non l'ho messa così, fra la stupidera e il drama. Sappiate solo che l'aggressività di Ed qui l'ho immaginata più o meno sullo spirito di questo.

Ho anche allegramente abusato della congiunzione "e" con l'idea di costruire un ritmo incalzante che in realtà avrà, sospetto, il solo effetto di dare sui nervi a tutti in modo poderoso!

Anyway, basta deturpare la tragedia e la commedia insieme, mi prefiggo l'obiettivo di tornare ai lavori socialmente utili e di scrivere come prossima cosa un po' di porno.

Thank you for reading :'B

   
 
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