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Autore: coopercroft    08/07/2022    0 recensioni
Laura Lorenzi è un giovane dottoressa italiana, arrivata a Londra per specializzarsi in patologa forense. Convive con un doloroso passato che l'ha chiusa in una solitudine forzata.
Quel lavoro, che tanto ha voluto, le fa conoscere un uomo complicato e singolare con cui inizia un rapporto altalenante pieno di luci e ombre: Mycroft Holmes, fratello maggiore del più noto Sherlock.
Quella frequentazione problematica trascina Laura in gioco di potere, di attentati, di omicidi che logorerà entrambi.
Tra discussioni e riavvicinamenti, si ritroverà a combattere con caparbietà per quel sentimento tormentato che li avvolge sempre più strettamente: una "solitudine elettiva" che li porterà ad aprirsi reciprocamente.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La nostra convivenza divenne complicità. Il lavoro al San Bart mi assorbiva molto e anche Mycroft, che aveva ripreso a lavorare, era spesso in ritardo.

Ma dopo i primi inconvenienti riuscimmo a ricavarci del tempo tutto nostro. Ritrovarci a casa alla sera, per stare insieme, ci alleviava tutte le sofferenze della giornata.

Fu un periodo di conoscenza reciproca, a volte ero io a sostenerlo, a volte era lui a consolarmi con una pazienza infinita.

Fu un amante attento e la nostra intesa sotto le lenzuola divenne piena e appagante. Il suo amore colmò anni di rinunce e paure. Lui acquistò sicurezza al contrario di tutte le previsioni nefaste che aveva fatto Green.

La mattina faticavamo a lasciarci perché non smettevamo di accarezzarci e spesso lo inducevo in tentazione. Finivamo per arrivare in ritardo al lavoro e Anthea ci sgridava scuotendo la testa. Spesso la vedevo sorridere di nascosto, compiaciuta nel vedere finalmente sereno il suo capo.

Le ferite di Mycroft guarirono, abbandonò tutore e stampelle, il suo ginocchio migliorò anche se zoppicava quando era troppo stanco. Ma vederlo camminare al mio fianco quando Albert ci portava a passeggiare lungo il Tamigi, mi riempiva il cuore di una gioia immensa.

Una volta alla settimana, andavamo a Baker Street a cenare, passavamo del tempo a coccolare Rosie, e mi sorprendevo a guardare il volto di Mycroft addolcito, mentre stringeva la nipote. Sarebbe stato un ottimo padre, ne ero certa.

Era questo l'uomo che volevo e per cui avevo tanto lottato. Sapevo che aveva un cuore immenso di cui nessuno si era mai accorto.

                                                      °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Un mese dopo, una sera, mi venne a prendere al lavoro prima della chiusura dell'obitorio al San Bart.

"Vieni voglio portarti in un posto." Brontolai un po' perché ero stanca e volevo correre a casa per stare fra le sue braccia.

Mi baciò la fronte, mi accarezzò la schiena. Un sorriso dolce sulle labbra.

Salimmo in auto, Mycroft diede delle indicazioni ad Albert, che sorrise compiaciuto, come sempre era discreto e affidabile.

Mi abbandonai al suo fianco, appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre la sua mano mi stringeva al suo corpo.

Notai che stavamo entrando nella City, in pieno centro. Sbirciai dal finestrino.

"Non curiosare Laura. Ora vedrai." Mi redarguì divertito, e pochi isolati dopo Westminster Abbey mi apparve sulla destra.

"Albert lasciaci qui, più tardi ci sentiamo."

Lo guardai incredula. "Ma perché scusa? Mi sembra tardi per visitarla ora."

"Non per l'oscuro uomo più potente di Londra." Ironizzò lui baciandomi la guancia.

Scendemmo e lo aspettai, camminammo affiancati fino un'entrata laterale, visto che a quell'ora era interdetta ai visitatori.

"Ma come fai a sapere..." Gli chiesi guardandolo negli occhi che si beavano nel vedermi sorpresa.

"Fidati di me, Laura Lorenzi." Ridacchiò mentre prendeva il cellulare dalla tasca interna della giacca.

Mandò un sms e pochi minuti dopo ci aprì la porta un custode rigorosamente in divisa che salutò con referenza Holmes.

"Buonasera Capo Reggente Mycroft, bentornato." L'uomo lo salutò portando la mano a pugno sul petto.

"Buonasera Correggente Gregorio. Sono in compagnia questa sera, spero di non disturbarti." Holmes lo ossequiò allo stesso modo.

"No di certo, prego accomodati." Ero sbalordita, entrammo scortati per i primi metri, poi ci lasciò proseguire da soli.

Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.

"Capo cosa?" Mormorai mentre gli stringevo il braccio.

"Un po' di sana massoneria, The Great Abbey. Mi sussurrò di rimando orgoglioso e io alquanto perplessa.

"Ma vieni qui spesso? Da come ti ha accolto sembri un visitatore abituale." Parlavo a voce bassa visto il posto avvolto in un ovattato silenzio.

"Mi piaceva rimanere un po' da solo in questo luogo quando non c'erano turisti. Vedrai la sua atmosfera è rilassante."

La chiesa era deserta, ma le luci soffuse le donavano un che di magico. 

I nostri passi erano l'unico rumore che si avvertiva.

"Questo è il mio posto preferito." Mycroft si avvicinò a un altare dove una serie di panchine delimitavano l'imponente sagrato. Le pitture, le statue da quel punto erano quasi tutte visibili.

"Vieni siediti, ascolta. Il silenzio parla." Mi diede un bacio leggero sulla tempia, ascoltai come mi aveva suggerito. Ero sorpresa che mi avesse condotto lì, non mi aspettavo che lui venisse in una chiesa a rilassarsi.

"Sei religioso, my loving care?" La sua mano si posò sulla mia.

Scosse la testa. "Non molto, ma mi piace questo luogo religioso." Si volse verso di me staccando lo sguardo dal soffitto di quella cattedrale così importante. "E tu mia dottoressa operosa?"

"Sono italiana e sono cattolica. Ma diciamo che la fede un po' l'ho persa dopo la morte dei miei."

Strinse le labbra sottili e poche rughe gli segnarono la fronte. "Io vengo qui per trovare un po' di pace, mi rende tranquillo, mi apre la mente."

Lo osservai con attenzione imparando una nuova parte del suo carattere. "Sei una sorpresa Mycroft. Hai un'anima delicata, e l'hai tenuta ben nascosta a tutti."

"Era il prezzo da pagare per il lavoro che facevo e faccio. Ma anch'io sono come gli altri, a volte i dubbi e le decisioni mi sembrano insormontabili ma poi vengo qui e tutto si acquieta."

Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi struscia un po'. "Anche pensando a me sei venuto in questo posto per chiarirti?"

"Sì, ero pieno di dubbi. Ma tu sei stata più forte di questa stessa chiesa."

"È per questo che mi hai portato qui?"

"Sì, perché il tuo amore supera in tutto la sua mole. Non so perché mi sono meritato tanto."

"Ora sei tu il poeta." Ridacchiamo tenendoci stretti, la sua mano scivolo sul mio fianco. Mi portò a sé e avvertii la sua tensione, si schiarì la voce e mormorò.

"Sposami Laura Lorenzi. Ti voglio con me per tutto il tempo che mi sarà concesso. Concedimi la tua mano davanti a questo altare, a qualsiasi Dio ci possa sentire in questo momento. Sposami e rendi la mia vita migliore."

Smisi di respirare. Si voltò a guardarmi, gli occhi grigi gli brillavano pieni di dolcezza.

E mentre riprendevo fiato, davanti a quell'altare giurai che lui era tutto ciò che volevo, era l'uomo che desideravo al mio fianco.

"Sì, lo voglio Mycroft, sarò la tua donna e la tua sposa per tutto il tempo che mi sarà concesso."

Una lacrima solitaria, mi scese fino alle labbra, Mycroft Holmes, il mio Ice Man, mi accarezzò il volto e mi baciò, era ciò che sanciva la nostra unione.

La sua mano scivolò nella tasca, sorrideva malizioso. Un piccolo contenitore di velluto rosso comparve tra le sue dita. Tremai incapace di dire altro.

Lo aprì, un delizioso anello con il simbolo dell'infinito, contornato da piccoli brillanti mi scombussolò così tanto che non avevo più voce.

"Mycroft!" sussurrai "mi sorprendi ogni giorno di più." 

Mi prese la mano, e visto che non riuscivo a smettere di tremare, lo infilò al dito. Era perfetto.

"Non mi sarei mai sbagliato, mentre dormivi ho preso la misura. Eri così dolce mentre tramavo nell'ombra."

Risi e piansi insieme. Mi coccolò dolcemente e rimanemmo abbracciati consapevoli della nostra promessa.

Il silenzio religioso di quella chiesa sacra fu nostro testimone, e rese i nostri respiri un rumore assordante.

 

                          --------------Le solitudini elettive---------------

                                 A Laura Lorenzi, alla sua caparbietà

                                      e a Mycroft Holmes, l'Ice man.

                                 A tutti quelli che  hanno letto di loro 

                            e li hanno accompagnati nel  loro percorso.

 

   
 
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