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Autore: sg199885    09/07/2022    7 recensioni
STORIA INTERATTIVA (ISCRIZIONI MOMENTANEAMENTE CHIUSE) Una nuova minaccia grava sul mondo: due perfidi cattivi, da far impallidire Papillon, stanno cercando il miraculous che spezza i sortilegi per liberarsi dalla loro prigionia.
La custode dei miraculous che vive in Italia sta cercando nuovi portatori per la battaglia imminente.
Chi saranno i nuovi eroi di Roma? Sarete voi a deciderlo!
"...io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREFAZIONE: 
a più di due mesi dall'ultimo aggiornamento, scusandomi per l'assenza colgo l'occasione per condividere con voi un pezzetto della mia vita... dall'ultimo capitolo sono cambiate un sacco di cose nella mia vita, molte delle quali, in peggio. Questa storia tuttavia è nata in un periodo buio della mia vita, e mi ha aiutato, mi avete aiutato, ad uscirne... in questo nuovo capitolo, oltre che a tutto il mio affetto per voi, riverso tutte le mie speranze che questa storia porti ancora, una seconda volta, una nuova luce.
Mi siete mancati tantissimo.
 
IN THE PREVIOUS CHAPTER:
A Roma infuria lo scontro tra i tre eroi rimasti sul campo di battaglia e le quattro stelle malefiche e, quando tutto sembra per essere sul punto di precipitare, grazie a Luna la situazione si capovolge; la ragazzina infatti, fuggita dall'ospedale, grazie ad una collana contenente una foto della madre riesce a trovare Josh e Ayaka, scopre il loro scambio di corpi e riesce a farsi affidare entrambi i loro miraculous e, unendo i tre poteri, trova e ruba il Grimorio degli incantesimi.
A Parigi la squadra formata da Lady Bug, Chat Noir, Queen Bee, Kombat Naja, Silver Claw e Cernuus si scontra con i malvagi: i primi quattro con non poche difficoltà sconfiggono i quattro soldati sotto influenza del potere di Raven, mentre il Cervo e la Lupa partono alla ricerca della loro amica per spezzare il controllo dell'akuma su di lei. Quando le cose sembrano finalmente girare per il verso giusto, Raven svela il suo asso nella manica: anche Davide è sotto il suo controllo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CAPITOLO 19:

REBIRTH

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Essere parigino non vuol dire esserci nato ma esserci rinato.
(Sacha Guitry)
 
 
 
Merlin atterrò con un sonoro tonfo addosso all'avversario che chiuse gli occhi a causa del dolore per il colpo che il suolo aveva dato alla nuca, e quando li riaprì si trovò puntata al collo la lama affilata della spada.
- Accidenti! - sibilò provando, senza successo, a liberare le braccia dal peso delle gambe divaricate in spaccata di Maya che la bloccava, impedendole di sfiorare la propria collana ed attivare il vigore.
- Ho vinto! - Gongolò soddisfatta la ginnasta, pronta a sfoderare contro di lei il nuovo potere che Idra le aveva donato in qualche modo misterioso ma, nonostante ciò, non poté non notare il sorriso che increspava le labbra dell'orsa sotto di se, la quale stava osservando rapita un punto oltre la sua spalla; voltandosi incuriosita, Merlin intravide attraverso lo squarcio che avevano provocato nel muro una moltitudine di meravigliose luci danzanti nel cielo che, per un attimo, la rapirono facendole provare vero stupore ed un'emozione strana alla bocca dello stomaco.
- Ti sbagli... - la redarguì Callisto, - il mio compito non era quello di sconfiggerti o farti del male; noi, al contrario vostro, siamo una squadra,  e io ho vinto perché i miei compagni hanno vinto! - annunciò serena. - Ma non ho intenzione di essere da meno! - ringhiò poi,  sbalzandola con un colpo di reni e colpendola al viso con un destro micidiale.
- VIGORE! - esclamò richiamando l'aura rossa del suo potere, pronta all'assalto decisivo, ma la sua avversaria, corrucciata, più che prepararsi allo scontro, sembrava intenta in una riflessione...
Loro sono una squadra...
È per questo che avevano vinto, allora?
I suoi compagni avevano perso...
Poteva lei vincere, per l'ennesima volta, da sola? E che vittoria sarebbe stata senza i suoi compagni, i suoi... amici? Senza di...
- KENNY! - si rese conto, trasalendo, e con un salto mortale all'indietro si proiettò all'esterno, oltre il muro distrutto del castello, e si librò in cielo tra i frammenti danzanti di anime, alla ricerca del suo migliore amico sconfitto.
Alla ritirata della sua nemica, Aurora buttò fuori il fiato come se avesse trattenuto il respiro per tutto il tempo della lotta, cercò di placare il cuore che minacciava di esplodere nel suo petto e decise, sicura, di andare a soccorrere i suoi compagni reduci da una battaglia all'ultimo sangue.
 
 
***
 
 
Luna sospirò, provata, dopo aver abbassato la saracinesca del Camilla's Store, dentro al quale aveva nascosto accuratamente la preziosa refurtiva.
- Ottimo lavoro piccoletta, sei stata forrrrrrmindabile! - si complimentò con lei Scarr, che insieme agli altri due kwami si rifocillava placidamente nella sua tasca, al riparo dal freddo.
- Non ce l'avrei fatta senza di voi! - restituì il complimento la ragazzina, mentre il rumore di una brusca frenata alle sue spalle la faceva sobbalzare.
- LUNA! - Si sentì chiamare ma, prima di potersi voltare, già un paio di braccia forti la stavano stringendo fino quasi a stritolarla.
- Papà?! - realizzò la più piccola, - che... che c... ci fai tu qui?! - domandò stranita, nel terrore di essere stata scoperta.
- Mi hanno telefonato per dirmi che eri scappata dall'ospedale! - rivelò l'uomo staccandosi da lei, per poterla guardare, severamente, dritto negli occhi, senza tuttavia mollare minimamente la presa ferrea con cui le stringeva entrambe le braccia, forse per paura che potesse perderla ancora. - Che cavolo avevi intenzione di fare?! Volevi uccidermi dallo spavento forse? - la rimproverò aspramente, mentre già le lacrime pizzicavano negli occhi dell'eroina.
- Io... io... - provò ad articolare, mentre leggeva la paura, ma soprattutto la delusione, negli occhi del genitore ferirla come una lama affilata.
"Ho salvato il mondo papà, come gli eroi veri, non sono scappata per un capriccio come una bambina piccola, ho delle responsabilità! Sei fiero di me, papà?"
Oh, quanto avrebbe voluto poterglielo dire! Ma sapeva benissimo che se glielo avesse detto sarebbe stato in pericolo, e non si sarebbe mai perdonata se avesse lasciato che suo padre o le sue sorelle rischiassero la vita per colpa sua.
- Non volevo rimanere in ospedale... volevo tornare a casa da voi e così sono scappata... ma mentre tornavo sulla via di casa mi è venuto un forte mal detesta e... credo di essermi persa. - improvvisò per cercare di nascondere la verità all'uomo che la fissò truce ancora per alcuni secondi, inducendo ad abbassare lo sguardo, colpevole, fino a che non si sentì nuovamente tirare contro il suo petto e stritolare in un secondo, se possibile più vigoroso, abbraccio.
- Non farmi mai più prendere uno spavento del genere! Se perdesi anche te io... io morirei! - la pregò, quasi disperatamente, suo padre.
- Papà! - si commosse Luna, arrampicandosi nella sua stretta per poter appoggiare il viso sulla sua spalla, e fu allora che la notò...  dietro di loro, ancora con il camice addosso e quello sguardo impassibile, quasi inumano.
- Che ci fa lei qui? - chiese sospettosa, indicando con il mento la donna.
- Oh! - esclamò suo padre ridestandosi, quasi come se si fosse scordato della donna (cosa che fece provare alla ragazza, inspiegabilmente, un moto di crudele soddisfazione).
- La dottoressa stava smontando il turno quando sono arrivato in ospedale dopo la chiamata  che mi aveva avvisato della tua fuga, ed è stata così gentile da accompagnarmi... sono tre ore che giriamo per tutta Roma! - spiegò.
- Adesso, signorina, direi che è proprio il momento di tornare nel tuo letto. - si intromise il medico con la sua solita glacialità, provocando nella più piccola l'istinto di stringersi ancora di più al genitore.
- Non è che si potrebbe... - provò ad intercedere il Signor Ranieri sfoderando lo sguardo più supplichevole che gli riuscisse e quella rispose con un sorriso divertito ed uno sbuffo che minarono la certezza di Luna che quella donna fosse in realtà un robot.
- E va bene... - sospirò la bionda. - Stasera dormirà a casa, ma domani mattina deve tornare in ospedale per tutti i controlli del caso. E se sarà necessario,  dovrà essere ricoverata ancora, senza repliche. - spiegò pratica.
- Agli ordini, capo. - acconsentì scherzosamente l'uomo dando prova della sua forza sollevando la figlia per prenderla in braccio, ma mentre si beava del calore rassicurante che il corpo del suo papà emanava, uno strano brivido corse lungo la sua schiena percependo quell'evidente complicità tra i due adulti, che indugiavano nel congedarsi.
Quella storia non le piaceva per niente.
 
***
 
 
Lady Bug e Kombat Naja correvano a perdifiato per il labirinto, così di fretta da non accorgersi che gli specchi intorno a loro si muovevano per indirizzarle in un punto ben preciso.
- Non pensi che sia un pò troppo semplice per essere un labirinto? - insinuò Vaen, sentendo puzza di bruciato.
- Abbiamo altre alternative? - le ricordò, pragmatica, Marinette.
"Stanno arrivando..." percepì Raven grazie ai suoi poteri, ed ad un suo cenno gli specchi si mossero per nascondere il Maestro Fu.
- Ma che diavolo... DRAGONE DEL VENTO! - sibilò la ragazza-drago appena vide Silver Claw tra le grinfie del Cervo, colpendoli entrambi per allontanarlo; Cernuus venne sbalzato via lontano  mentre Andrea cadde di peso sul pavimento lucido.
- No, anche lui... - digrignò, esasperata la coccinella... e adesso cosa avrebbero fatto? Si voltò verso la compagna, e la vide china sulla Lupa, silenziosa, assorta.
Dopo interminabili secondi di profondo silenzio, Vaen alzò lo sguardo tetro puntandolo sui nemici.
- Non respira più. - decretò secca. - L'hai uccisa.
- C... che cosa?! - sibilò, sconvolta, Raven.
- L'hai uccisa, SEI STATO TU! - Urlò,  ancora più forte, rivolta a Cernuus sul volto del quale, ancora in trance, si dipinse un'unica lacrima che scintillò nella luce dell'alba che filtrava nel labirinto.
Davide sbatté più volte le palpebre e si strofinò gli occhi, svegliatosi come dal sonno più lungo e profondo della sua vita.
- Ma che diavolo è succede? - si chiese, sbadigliando sonoramente.
- ORA! - urlò Vaen prima di fare un salto mortale all'indietro e lasciare campo libero a Silver Claw la quale, aperti gli occhi, lanciò la propria corda contro Raven, per tentare di recuperare la Miracle Box, mancandola solo per pochi millimetri.
-Sei... sei viva?! - si rese conto, sconvolta, Marinette.
- Non prendertela con me, è stata un'idea sua! - si difese Andrea.
- Dovevo farlo piangere per far uscire la scheggia di specchio dal suo occhio, era l'unico modo. - spiegò, pragmatica,  la tailandese.
- Voi... - ringhiò, livida, la Regina degli specchi mentre tutte le superfici, intorno a sé, tremavano e si incrinavano. - Mi avete presa in giro... COME AVETE OSATO?! - sbottò.
- Via, ora! - avvertì la coccinella balzando indietro, quindi afferrò tutti e tre gli eroi con il suo yo-yo e si diede alla fuga, prima che ogni singolo specchio della grande sala esplodesse.
 
 
***
 
 
Snake Noir e Queen Bee si stavano dirigendo verso il cuore del labirinto quando videro il resto della squadra correre come pazzi nella loro direzione.
- Scappate, qui crolla tutto! - sbraitò la Lupa tirando il gatto per la coda quando fu abbastanza vicina.
- Milady,  potremmo sapere che succede?
- Raven si è un pelo incazzata per uno ehm... "scherzetto" mio e di Silver Claw.- tentò di giustificarsi Vaen.
- Solo il Lucky Charm può salvarci... sapete che vuol dire? - chiese la coccinella ai due eroi romani mostrando loro il CD.
- Un CD dei Journey, ma che diavolo... - commentò dubbioso il Cervo.
- Aspetta, dammi qua... "lovin', touchin', squeezin'", "don't stop belivin'"... - lesse a voce alta Andrea scorrendo la lista dei brani, poi uno catturò la sua attenzione... - Ma certo! - si illuminò mostrando al compagno il titolo interessato.
- Pensi di poterlo rifare come quella volta? Solo più grande e ehm... reale?
- Non credo di avere tutto quel potere illusorio, purtroppo. - sospirò, rassegnato, Cernuus.
- Se avete un piano che credete funzioni, io posso darti tutto il potere illusorio che ti serve. - si intromise, decisa, LadyBug mostrando la collana della volpe, - Tieni, Trixx sarà felicissimo di aiutarti! -
- Molto bene, allora - esultò Davide, - Trixx, Chopper, unitevi!
I due kwami dell'illusione, unendosi, trasformarono il costume di Cernuus in uno yukata di una stoffa leggera e fluttuante, di colore arancione che diventava castano sugli orli delle maniche e della veste, con degli eleganti e sottili motivi castani e dorati che ricordano i movimenti ondulati e vaporosi della nebbia, disposti con eleganza partendo dalla fascia che stringeva la sua vita.  Un'ulteriore veste con lo scollo ad Y,  di un arancione e castano più scuri che arriva oltre le ginocchia  e delle maniche ampie e fluttuanti adornava il suo abito. La  vita era stretta da una semplice fascia nera tenuta ferma da una fascia dorata più sottile annodata sul fianco, ai piedi indossava calze nere e sandali giapponesi e infine aveva in volto una maschera di legno nera che copriva la parte superiore del viso con decori arancioni, dorati e castani che ricordano le volute dense e sinuose della nebbia.
- Molto bene, latrò Silver Claw, mentre le sue pupille si dilatavano e un piano si disegnava nella sua mente. - E’ l'ora degli eroi!
 
 
***
 
 
Era l'alba ormai, quando Jos e Ayaka riuscirono a trovare il tendone rosso che era l’abitazione della loro vecchia maestra, dato che questa era solita non rimanere nello stesso punto per troppi giorni.
- Trovata, e ora cosa le diciamo? "Come butta Mama? Noi abbiamo combinato un mezzo pasticcio e, ah!, non abbiamo più neanche i nostri miraculous al momento... - sbuffò,  sarcasticamente disperato, il ragazzo.
- Non essere sciocco. - lo fulminò la compagna precedendolo verso la meta, - E’ una veggente, non le dovremo spiegare nulla.
Jos sospirò e la seguì, annunciandosi - Hallo vir haar - contento, per una volta, di non doversi chinare per passare dalla porta.
- Vi aspettavo... - li salutò Hala, cercando con tutta se stessa di mascherare il suo divertimento alla vista di quei due impacciati in corpi che non erano i propri.
- Mama, abbiamo un problema non indifferente... - iniziò l'eroe.
- Non riusciamo a trasformarci, e non sappiamo come tornare nei nostri corpi. - Terminò l’eroina.
- Beh...- prese la parola la donna, mostrando loro delle vecchie pergamene che si era premurata di trovare mentre li attendeva, da quando le carte le avevano svelato ciò che stava accadendo loro. Ayaka osservò con attenzione le raffigurazioni su quelle che parevano antichissime tavole anatomiche su cui, accanto ad ogni immagine di corpi in varie pose e che mettevano in luce i vari sistemi ed apparati, vi erano anche simboli e rune indicanti spiritualismi e raffigurazioni delle varie declinazioni dell'anima.
- Attraverso le sette porte del Chakra l'energia vitale che nasce nello spirito si irradia nel corpo di appartenenza, unendo le due realtà dei mondi antitetici, quello dei corpi mortali e quello delle anime sempiterne, in un unico sinodo di vita. - spiegò solenne, - Lo spirito è la vita, è lo spirito che unisce anima e corpo,  e al contempo è creato esso stesso dall'unione di anima e corpo, in un infinito circolo senza inizio né fine. Essendo le vostre anime e i vostri corpi precariamente uniti in coppie non opportune, lo spirito che scorre in voi si sta pian piano affievolendo, e il primo sintomo di questo malessere è proprio l'impossibilità di far scorrere dentro di voi, nei vostri canali spirituali, l'energia dei miraculous.
- Non credo di aver capito bene... - si grattò la nuca, confuso, il leone.
- Testa quadra! - lo apostrofò irritata Ayaka. - Lo spirito è come il sangue dell'anima, che scorre nel nostro corpo e la mantiene ancorata ad esso, e quando si esaurisce questa si disancora dal corpo e torna nel mondo ultraterreno. Ma è anche il sistema circolatorio in cui scorrono i nostri poteri, che si manifestano quando fuoriescono da una delle sette porte. - spiegò pragmatica.
- Esatto. - confermò, fiera di quella sua discepola, Hala. - Il vostro spirito si sta affievolendo a causa di questa disarmonia che vi affligge, se non la risolverete immediatamente,  morirete! - li avvisò.
- Quanto tempo abbiamo? - indagò, preoccupato, Jos.
- Fino al tramonto. - sentenziò,  tetra, la sciamana e i due malcapitati deglutirono all'unisono un pesante grumo di saliva e ansia.
- Ma non sappiamo come fare! - sbottò, disperata, l'orientale.
- C'è un'unica soluzione... - rifleté a voce alta la donna. - Far sì che i vostri spiriti risuonino allo stesso modo, per ritrovare l'armonia che avete perso. - Illustrò come se fosse una delle cose più naturali del mondo.
- Non è più chiaro rispetto a prima... - la criticò, scettico, il leone.
- Lo sarà, se parlerete l'uno all'altra con il cuore anziché con le parole. - Spiegò, sfoderando di nuovo quella luce di divertimento in fondo agli occhi scuri, per poi schioccare le dita e sparire, avvolta in una nuvola di fumo profumano.
- Tsz, quella vecchia è peggio di un ninja... - dovette ammettere, esasperato,  Jos.
 
 
***
 
 
LadyBug volse gli occhi alla sua destra, notando come Silver Claw assottigliasse lo sguardo per scrutare con nuova curiosità qualsiasi cosa fosse intorno a lei.
Erano saltati fuori dal labirinto di cristallo appena prima che quello crollasse su se stesso, atterrando su una trave inferiore della Tour Eiffel, e nascosti osservavano l'enorme farfalla che reggeva tra le proprie grinfie la bolla verde contenente il Maestro Fu ed un ultimo relitto di vetro volante, su cui si ergeva ormai solo il trono di Raven, che schiumante di rabbia stringeva la Miracle Box.
- Per fortuna abbiamo fatto in tempo a prendere questi quattro sfigati. - sospirò Queen Bee adagiando sulla superficie metallica i corpi di Max, Kim, Luka e Alya.
- E abbiamo costretto Papillon ad uscire dal suo nascondiglio! - gioì il gatto pronto a menare nuovamente le mani.
- Che cosa ti succede? Sembri strana... - chiese la coccinella alla Lupa.
- E’ come se il mondo avesse preso una prospettiva diversa... come se vedessi le cose non come sono, ma come dovrebbero andare... - cercò di spiegare una cosa che non era ben chiara neanche a lei.
- Devi aver sbloccato un nuovo potere! - si complimentò Marinette. - A me succede quando attivo il Lucky Charm, solo con più puntini rossi e neri in giro...
- Credo di sapere come agire... - informò Silver Claw chiamando i cinque eroi a raccolta. - L'akuma è per forza nello specchio delle anime, ma non possiamo romperlo perché è già rotto: le sue schegge sono in giro per Parigi, negli occhi dei cittadini.
- Dev'essere successo perché l'akuma è penetrata nello specchio dopo che questo si è rotto, e non prima... - dedusse Adrien.
- Dobbiamo spingere Raven a richiamare le schegge, ricostruire lo specchio e poi rubarglielo e romperlo, - spiegò Andrea. - E avremo bisogno di quello. - informò indicando il pupazzo magico con il potere della scimmia ancora nelle mani dell'ape regina.
- E dovremo anche isolarla da Papillon perché non la aiuti telepaticamente. - concluse LadyBug. - Sei pronto? - chiese poi a Davide.
- Mai stato così pronto... MIRAGGIO DELLA NEBBIA!
Al suo richiamo, una fitta nebbia avvolse il trono di Raven lasciando il sentimostro al suo esterno, isolando l'akumatizzata alla vista di tutti, tranne che all'eroe.
Raven si guardava intorno, confusa e messa in guardia da quell'improvvisa foschia, quando vide dinanzi a sé un'ombra farsi sempre più consistente.
- Colombella... - la chiamò una voce fin troppo conosciuta mentre la figura di Diego le si palesava innanzi.
- Chi sei tu? Come hai fatto a prendere le sue sembianze?! - sibilò, diffidente, la rossa.
- Sono proprio io... - la rassicurò il ragazzo. - I nostri amici mi hanno chiamato, sono venuto qui per te, per salvarti. - spiegò porgendole la mano.
- Se prende quella mano siamo fottuti! - mise in guardia Davide, mentre Andrea,  con una mano sulla sua spalla, dirigeva le battute dell'illusione.
- Fidati di me. - lo rassicurò la Lupa.
- Tu non sei il vero Diego! - lo accusò Raven.
- Sono proprio io invece, nessun potere può fingere ciò che provo per te.
- BUGIARDO!! - ringhiò la regina. - Tu mi hai spezzato il cuore!
- Chiedilo allo specchio allora... - insinuò il miraggio. - Lui ti dirà se sono o non sono sincero...
Dopo quella proposta, lunghi attimi di silenzio tennero i due eroi con il fiato sospeso, mentre Fiore stringeva tra le mani tremanti d'ira lo specchio ormai privo della superficie riflettente, finché l'istinto non prevalse sulla ragione e la sua voce risuonò oltre la nuvola:
- Schegge di specchio, tornate a me!
In uno spettacolo mozzafiato, ogni singolo granello di vetro rispose al richiamo della sua padrona, fuoriuscendo dall'occhio di ogni parigino, che si svegliò dall'incantesimo oscuro, per volare nel cielo albeggiante, riunendosi in grossi fasci che, come le spire della via lattea, conversero allo specchio delle anime riordinandosi in una superficie liscia e riflettente.
- Ora non potrai più mentirmi. - soffiò la rossa ma, quando avvicinò l'oggetto al viso e non vide altro che il proprio riflesso, capì di essere stata ingannata, caduta in un tranello semplice come una ragazzina innamorata.
- Adesso! - annunciò Silver Claw prima che potesse difendersi in alcun modo e, al suo grido, Cernuus dissolse l'illusione lasciando Fiore pietrificata dalla consapevolezza di essere stata sconfitta, quindi LadyBug lanciò con il suo yo-yo il peluche magico contro il manufatto, trasformandolo in una sfera da discoteca, e Queen Bee e Kombat Naja diedero lo slancio a Snake Noir che si librò verso il suo obiettivo ed entrò in azione.
- CATACLISMA!
Colpita da un artiglio magico, la sfera si distrusse e immediatamente, con lei, anche il trono di vetro e la trasformazione di Raven. White Dove riapparse agli occhi degli eroi  inerme e, lasciata la presa sulla Miracle box, come una colomba colpita da un piombino, cadde nel vuoto.
 
 
***
 
 
Merlin atterrò,  con un sonoro tonfo, su un tetto e si guardò intorno agitata, mentre il cuore le martellata nel petto ad una velocità tale da minacciare di far esplodere la sua gabbia toracica. E fu proprio lì che lo vide, Dragonfly, accasciato a pancia in su, braccia e gambe distese come un'improbabile stella marina, zuppo dalla testa ai piedi.
Avvicinatoglisi e constatando che respirasse normalmente, Maya non poté fermare il sorriso sghembo che le increspò le labbra: uno come Kenny poteva anche atteggiarsi a supereroe, ma era e restava un vero pagliaccio... era anche stato sconfitto in modo buffo!
- Che hai da ridere? - mugugnò il malcapitato aprendo a fatica un occhio per poi tentare di tirarsi su imprecando contro ogni muscolo ed osso che gli doleva.
- Non ce la fai proprio a stare cinque minuti lontano dalla sottoscritta senza cacciarti nei guai, eh? - lo prese in giro con il suo solito tono severo e un po' scocciato, senza però tuttavia mancare di sostenerlo passandosi una delle sue braccia intorno alle spalle.
Kenny fremette a quel contatto, ma non poteva lasciarsi andare, non dopo quello che si era ripromesso!
- La fai facile tu, quel piccolo demonietto ha tirato fuori un potere nuovo di zecca dal cilindro come un fottuto coniglio, un getto d'acqua mi ha inseguito fino a che non mi ha raggiunto, hai idea di quanto fosse la pressione di quell'affare?!
- Non sarà stato peggiore di tutte le panciate che hai preso in piscina quest'estate. - lo derise la ballerina. - Forza, andiamo a cercare gli altri. - sentenziò trascinandolo con se ma, anche se non mancava ogni tanto di rimbeccarlo e punzecchiarlo con le sue battute, non mollò neanche per un secondo la presa forte, solida e possessiva che esercitava su di lui perché, per quanto non lo volesse ammettere, era rimasta terrorizzata dall'idea di perdere il suo migliore amico.
 
 
***
 
Gli occhi di Marinette di sgranarono nel vedere, davanti a se precipitare alla sua destra un'innocente da salvare, mentre alla sua sinistra la scatola contenente nove tra i più potenti Miraculous della terra.
"Al diavolo Marinette, sei un'eroina!"
Si disse e, lanciato il suo fedele yo-yo, si tuffò nel vuoto riuscendo, per una frazione di secondo allungando ogni muscolo fino allo stremo, ad afferrare la colomba prima che fosse tardi, sotto lo sguardo colmo di apprensione degli altri cinque compagni.
- Sei grande LadyBug! - gioì, sinceramente emozionata, Chloé, salvo poi coprirsi inorridita la bocca con le mani.
- AHAHAHAHAHAH hai fatto la tua scelta, LadyBug! - sentenziò elettrizzato Papillon,  stringendo come il più prezioso dei tesori la Miracle Box che aveva afferrato al volo. - Avrai anche abbattuto la mia regina, ma il Re, sulla scacchiera, sono io! Non hai più assi nella tua manica, ho vinto io!
- Questo non è detto... - rifletté a voce alta Andrea... poteva funzionare, doveva funzionare, e lei doveva avere fiducia nei suoi nuovi compagni. - Ho ancora un potere Papillon, c'è ancora un asso nella nostra mano. Ma tu non puoi sapere cos'è, perché non hai nessuno a sostenerti, che sia al tuo fianco e non dietro di te. RICHIAMO DEL BRANCO! - replicò attivando il suo potere, e dal Miraculous dell'Unione un lupo di luce verde fuoriuscì, ululò e al suo richiamo gli orecchini della coccinella risuonarono.
- Ma che...- si meravigliò la custode di Parigi notando i pois sui gioielli ricomparire, il suo tempo prolungarsi e una nuova energia sfrigolarle sottopelle.
- Puoi usare di nuovo il tuo potere, presto! - le spiegò, concitato, Davide.
- D'accordo, LUCKY CHARM! - invocò e da esso scaturì un oggetto piccolo quanto particolare - Un portachiavi?! Che cosa dovrei farci con questo? - si domandò iniziando febbrilmente a guardarsi intorno ma niente, niente pareva sotto ai suoi occhi colorarsi in quel buffo motivo a pois neri e rossi che sempre le aveva salvato la pelle.
- AHAHAHAHAHA NIENTE, NON PUOI FARE PIÙ NIENTE! IL MIO PIANO ERA PERFETTO,  NON PUOI BATTERMI! - Gongolò esaltato il nemico.
- Non riesco a capire! - si disperò Marinette, stringendosi la testa tra le mani e ricacciando indietro lacrime di frustrazione.
- Concentrati, puoi farcela! - la incoraggiò il suo fedele compagno.
- Mi dispiace, sono inutile! Se non mi fossi dimenticata di dire a White Dove di ritrasformarsi prima di ritornare dal Maestro Fu, Papillon non lo avrebbe preso in ostaggio, non avrebbe la Miracle Box. Sono la LadyBug peggiore che sia mai esistita! - crollò infine, disperata, cadendo tra le braccia di Chat Noir.
- LadyBug! - la richiamò la voce del Maestro che a stento riusciva a mantenere saldo il proprio scudo stretto tra le zampe artigliate del potente mostro. - Sei la migliore padrona di Miraculous che io conosca! Hai commesso un errore, ma a chi non capita? L'importante è rimediare e tu ogni volta hai miracolosamente saputo rimediare a tutto, giusto? Tu hai tutte le risposte, le hai sempre avute, e diventerai un magnifico guardiano! - le disse, pronto al suo ultimo sacrificio.
- Cosa?! - sbottò, confuso Papillon.
- Io, Wang Fu, cedo ufficialmente la Miracle Box e nomino LadyBug nuovo guardiano! - proclamò solennemente mentre il suo corpo si illuminava di un'accecante luce. Allora lo scudo si dissolse e i miraculous fuoriuscirono dalla loro custodia come fasci colorati e sfavillanti, dirigendosi verso Marinette il cui portachiavi, trasformatosi magicamente in una nuova, scintillante e magica scatola, li accoglieva dentro di se tra le mani della sua incredula nuova padrona.
- NOOOO!! - Latrò disperato il lord oscuro, osservando inerme la sua ultima disfatta e, presa tra le braccia un'ormai esausta Mayura, volò via con il proprio destriero.
- Maestro, maestro! - chiamò preoccupato Waizz tentando di far riprendere il proprio compagno, amico fidato, accasciato inerme al suolo.
- Maestro, si svegli, Maestro Fu! - chiamò altrettanto costernata Marinette precipitandosi verso di lui.
- Oh, ma che costumi che avete, voi... voi chi siete? - chiese l'anziano uomo svegliandosi apparentemente senza nessuna lesione, ma anche senza ricordi.
- Lui... ha perso la memoria? - capì Adrien.
- E’ la regola dei Guardiani, per proteggere l'identità segreta dei possessori di Miraculous. - spiegò affranto Waizz, nascostosi dietro la schiena della rossa.
- Va tutto bene... siamo amici. - cercò di tranquillizzarlo l'eroina di Parigi.
- Beh... piacere di conoscervi. - rispose, allegro, il vecchio Fu.
- Aspetta, non hai ancora sistemato tutto... c'è ancora speranza. - si illuminò il biondo.
- Non posso, - lo fermò la coccinella.  - Il Lucky Charm si è trasformato in una Miracle Box, non posso lanciare il mio Miraculous LadyBug.
- Ma quello non era l'unico Lucky Charm che hai invocato oggi... - si intromise Silver Claw, posando dolcemente una mano sulla spalla dell’eroina e porgendole con un sorriso il CD che le aveva fatto venire in mente il suo piano.
- Ma certo! - gioì la coccinella prendendo l 'oggetto e lanciandolo in alto. - MIRACULOUS LADYBUG! - invocò e una cascata di coccinelle invase il cielo di Parigi, riparando ad ogni danno provocato da Raven ma, purtroppo, non restituì la memoria all'ormai ex guardiano.
- Addio, amico mio... - sospirò, rassegnato il piccolo kwami della tartaruga mentre una lacrima solitaria rigava il suo volto.
 
 
***
 
 
“ Subire una perdita fa parte della vita… ma ci sono anche cose positive! Aspettati l’inaspettato, e accettalo! Ogni prima volta è un’avventura, e chissà dove ti porteranno queste avventure.
Trova le persone a cui affidare il tuo cuore proprio come loro fanno con te. Quella fiducia a volte viene tradita, ma può sempre essere riguadagnata.
Sì, a volte la strada può essere tortuosa, ci si può anche perdere lungo la strada, ma con l’aiuto delle persone giuste, troverai sempre la tua destinazione.
Quando cresciamo, ci rendiamo conto che la vita non sempre ci regala tutto ciò che speravamo, mi sarebbe piaciuto dirtelo di persona Marinette, ma se stai leggendo questo significa che ho già perso la memoria, ma non devi avere paura, non devi essere triste; come ti ho detto all'inizio di questa lettera, subire una perdita fa parte della vita,ma non è questo a definirla.
Perché l’importane non è vincere o perdere, ma accettare i cambiamenti in noi stessi e accettare che anche se la vita non sempre ci regala tutto ciò che speravamo, il vero regalo è la vita stessa”
 
Marinette pensava e ripensava alla lettera che le aveva lasciato il Maestro Fu, a come avesse pianificato la sua uscita di scena, con la serenità che lei ancora non riusciva ad avere nemmeno dopo averlo accompagnato alla sua nuova vita con il suo vero amore...
Lì, sul terrazzo dell'albergo di lusso che vegliava su una Parigi illuminata d'oro al tramonto, si chiedeva cosa significasse essere un guardiano, cosa volesse dire prendersi cura di qualcuno.
- Kombat Nanja a rapporto. - si annunciò la prima arrivata della squadra atterrando alle sue spalle, subito seguita dal suo Chaton.
- Rallegratevi gente, la Regina è arrivata! - si avvicinò anche, molto sobriamente, Queen Bee.
- Vi ho fatto venire qui per un motivo... devo richiedervi indietro i vostri miraculous dell'ape e del drago, affinché tornino nella Miracle Box. - spiegò,  seria.
- Longg, detrasforma. - sospirò altrettanto seria Vaen, avvicinandosi per riconsegnare la collana del dragone. - Far parte di qualcosa di speciale rende speciali, giusto? - chiese dopo un attimo di esitazione.
- Per sempre. - le assicurò Chat Noir posandole una mano incoraggiante sulla spalla, poi, l'attenzione dei tre si focalizzò su Queen Bee.
- Io... io potrei... - tentò di defilarsi la bionda.
- Chloé! - la interruppe la coccinella. - Papillon ha già provato ad arrivare a te, non si è preoccupato di usare i tuoi genitori per farlo. Finché resti Queen Bee tutte le persone a cui vorrai bene saranno in pericolo. - le spiegò, comprensiva.
- Tanto essere supereroi con quegli altri sfigati sarebbe deleterio per la mia reputazione! - sbottò sfilandosi con stizza il pettinato dorato e tornando sui suoi passi.
- Grazie, Chloé. - rispose, grata Marinette.
La bionda la ignorò per il tempo di alcuni passi, poi - Non c'è di che. - ribatté altezzosa, - Ma ricordati: ci sarà sempre e solo una Queen Bee a Parigi!
Prima che potesse scendere dal terrazzo però, fu interrotta dall'arrivo di altri tre eroi.
- Ci avrei scommesso che dietro una tosta del genere ci fosse un'Italiana! - commentò Davide scoprendo Vaen dietro la maschera di Kombat Nanja.
- Già... credo che ci rivedremo, sono pronta a tornare. - assicurò la tailandese.
- Beh... - prese la parola Fiore, - credo che spetti a me dire qualcosa per salutarci, dopotutto è "merito" mio se questa squadra si è formata, no? - scherzò senza nascondere un velo di amarezza. - Quando sono arrivata qui due giorni fa, ero convinta che la mia vita facesse schifo e di essere una super eroina perfetta... dopo questa brutta esperienza ho capito che non sono neanche buona a quello! - si sfogò ma, leggendo lo sguardo preoccupato dei sei, si affrettò a continuare: - Però... la mia vita non deve fare poi così schifo se ho tanti amici, vecchi e nuovi. Nonostante tutte le incomprensioni che ci dividevano, tutti gli inciampi, tutta la sfiducia gli uni negli altri, hanno rischiato la vita per portarmi indietro. Voglio portare a casa con noi non solo la consapevolezza di essere fallibile, ma anche quella di non essere sola perché, da domani, ovunque noi sette saremo, resteremo una squadra e quando uno solo di noi avrà bisogno, vinceremo la distanza per combattere insieme un'altra volta! - proclamò solennemente specchiandosi negli occhi lucidi e luminosi dei suoi amici, che unirono i pugni insieme in un cerchio magico.
- Ben fatto! - esclamarono in coro.
" Beh... almeno ho conservato un certo talento per i discorsi sulla speranza!" Pensò, serena, tra sé e sé Fiore, pronta ad un nuovo inizio.
 
 
 
***
 
Il sole stava ormai per tramontare su Roma come su Parigi, lasciando due sfortunati compagni soli e stremati per le vie della città eterna. Accasciatasi sotto un albero di Villa Borghese, Ayaka si passò sul viso stanco una mano per poi rimanere a fissare quelle dita brune, grandi, virili.
- Il nostro tempo sta per scadere... - le ricordò il fedele compagno, sedendolesi compostamente accanto, quasi come se non volesse deturpare oltre il corpo candido e austero che stava usurpando.
- Abbiamo provato la meditazione, tutti gli incantesimi che abbiamo trovato, ma niente! - sbottò, frustrata, la ragazza; strinse forte gli occhi per soffocare le lacrime, finché non sentì un tocco fresco di una mano delicata... la sua.
- Non piangere ti prego... non è così che voglio andarmene. - la supplicò Jos.
- Hai... hai ragione. - convenì Ayaka asciugandosi le lacrime, per poi sistemarsi accanto al compagno per osservare il tramonto. - Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? - domandò poi.
- Certo. - assicurò il leone. - Come potrei dimenticarmene! Ti ho salvato il culo da quella violinista posseduta da uno spirito maligno che voleva farti fuori per prendere il tuo posto a quel concerto.- ricordò.
- Ancora mi chiedo come ho fatto a suonare dopo tutte quelle emozioni, sono stupita da me stessa... - rifletté a voce alta la giapponese.
-Non te l’ho mai detto sai, ma quella sera sono rimasto accucciato in teatro e ti ho ascoltato. Non credo di aver mai sentito una melodia così meravigliosa... - confidò Jos guardando il sole scomparire all'orizzonte con occhi sognanti.
- Dici davvero? - chiese, sorpresa, Ayaka.
- Davvero. - assicurò Jos voltandosi a guardarla.
- Allora te la farò sentire un'ultima volta. - decise la musicista, tirando fuori il proprio violino dalla custodia, da cui neanche in quell'occasione era riuscita a separarsi.
Sul volto di Jos fiorì un sorriso sincero che si spense quando vide che lo strumento gli veniva porto.
- E che cosa dovrei farci io? - gracchiò.
- E’ fatto su misura per me, non posso suonarlo in un altro corpo... vieni. - spiegò prendendo il proprio corpo tra quelle mani forti che non le appartenevano, posizionò lo strumento nella sua collocazione naturale e poi guidò le mani bianche a produrre il suono melodioso che ancora ricordava.
Quando la prima nota giunse al suo orecchio, il cuore di Jos prima perse un battito, poi iniziò a galoppare all'impazzata come se volesse scoppiargli nel petto. Quando vibrò l'ultima corda, e il suono si disperse nell'aria, il guerriero rivolse lo sguardo a quello che era il suo viso ma, come per incanto, vide il proprio volto abbronzato e mascolino trasfigurarsi, e gli parve di vedere attraverso le proprie fattezze Ayaka, di scorgere qualcosa di ben più profondo, vero e stupendo del suo volto, e ne fu talmente tanto affascinato che il suo collo si mosse automaticamente, allungandosi per far si che le loro labbra si sfiorassero.
- Mh, ma bravi, bel modo di farsi beccare! - sbottò una voce divertita alle loro spalle, dopo un tempo che sembrò indefinibile... forse un secondo, forse un milione di stupendi anni. Staccandosi dopo essere sobbalzato, il leone aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu il volto confuso e stralunato di Ayaka.
Il volto della sua Ayaka.
- Abbiamo unito le nostre anime...- rifletté l'orientale. - HA FUNZIONATO, HA FUNZIONATO!! - gioì la ragazza saltandogli al collo entusiasta, scoppiando in un pianto di gioia incontrollabile, per poi impossessarsi con slancio delle labbra del ragazzo che l'aveva sollevata in aria.
- Ehi, staccatevi, sono piccola per vedere certe cose senza schifarmi...- pigolò Owl Maiden, facendo si che si allontanassero, imbarazzati e rossi come pomodori.
- Ogni promessa è debito. - precisò Luna porgendo loro il medaglione del leone e il diadema del corvo. - Non ce l'avrei fatta a salvare i miei amici e gli innocenti senza di voi, grazie per esservi fidati di me quando non mi fidavo neanche io di me stessa. - ringraziò.
I due eroi videro l'eroina allontanarsi con un balzo, dopo aver donato loro un ultimo sorriso, quindi decisero di indossare i loro gioielli magici e videro riapparire i loro fedeli Kwami.
Quando le due creaturine osservavano i propri portatori trovandoli imbarazzati, rossi in viso, scambiarsi occhiate complici e... beh, millenni di esperienza non si possono eludere facilmente, no?
- Ah! Te l'avevo detto che si mettevano insieme, vecchio testone, ho vinto io! Ora devi farmi i grattini per i prossimi duecento anni, grrrrr! - gioì Scarr improvvisando un balletto.
- Gatto pulcioso! - brontolò il piccolo corvo.
- Avete scommesso sulla nostra vita sentimentale?! - realizzò, sconvolta, la musicista.
- Non fare tanto la permalosa, con voi due è una vera noia, era ora che vi deste una mossa! - si giustificarono, in coro, le due creaturine, facendo nuovamente fronte unito contro i due umani.
Ayaka sbuffò: era stata una vera idiota per i precedenti due anni, cieca come una talpa e ottusa come una zappa, ora la sua vita preannunciava stare per diventare un bordello allucinante. Jos le aveva scordato il violino nel suo goffo tentativo di suonare e il suo fedele kwami, non più tanto fedele, la prendeva platealmente per il culo.
Ayaka sospirò: andava finalmente tutto bene.
 
 
***
 
Un giorno era passato da quella notte incredibile e Maya stava servendo, come al solito, ai tavolini del bar, impaziente di tornarsene a casa e prepararsi per la coreografia che le avevano assegnato per quel mese. Mandò un messaggio a Kenny, avvisandolo che probabilmente avrebbe fatto tardi quel giorno, e che poteva anche evitare di aspettarla, e posò il cellulare nella tasca dei jeans.
Non poté fare a meno, dopo quel gesto così familiare, di far correre il pensiero a quello che era accaduto dopo la battaglia, e che tentava in tutti i modi di scacciare dalla sua mente...
 
Faunus accasciò con uno sbuffo ed una sonora bestemmia il corpo privo di sensi di Idra contro una colonna del Pantheon, mentre Merlin faceva lo stesso con uno sfinito Dragonfly, pur in religioso silenzio e dedicandogli maggiori attenzioni.
- Maledizione, ci hanno fottuto! - latrò frustrato il capretto, colpendo il muro di pietra con un pugno non troppo convinto.
- Sì, vi siete proprio fatti "fottere"... - sibilò una voce alle loro spalle, i due si voltarono di scatto, sguainate le armi, per poi notare che la Dama Nera era lì davanti a loro, ombreggiata dal suo fedele velo che pur non nascondeva l'ira che le insanguinava gli occhi; se ne stava lì, temibile, ad osservarli, circondata di un branco di gatti randagi, anch'essi con occhi iniettati di sangue, che soffiavano, guaivano e li fissavano con le zanne e le unghie scoperte. - Mi avete deluso, non siete degni del potere che vi ho affidato. E ora per voi è giunto il momento di pagare... - minacciò tetra.
- E’ solo colpa mia, prenditela con me e lascia loro tre in pace! - si frappose l'unica ragazza, inginocchiandosi davanti alla Dama e chinando, severamente, il capo.
- Molto bene, allora sarà su di te che si riverserà la mia ira! - sibilò quella alzando la mano contro di lei e...
- Ferma! - si intromise Dragonfly. - Forse possiamo giungere ad un accordo...
 
 
Maya si voltò, distratta dalla fiumana di persone che affollavano il locale, sospirando per la faticaccia che avrebbe fatto anche quel giorno, e quasi rimpiangeva quel collega mezzo emo e decisamente ambiguo che lavorava assieme a lei fino a qualche tempo prima...
Fortunatamente, o sfortunatamente, vai a capirlo, fu ulteriormente distratta dai suoi pensieri tutt'altro che allegri quando intravide un tipo farle l'occhiolino, in chiaro segno di rimorchio. Decise di ignorarlo e gli portò freddamente il proprio vassoio, posandolo meccanicamente sul tavolino, decisa a tornare a farsi i fatti suoi. Non ebbe modo, però, di realizzare quel pensiero idilliaco, ché il tipo l'afferrò per un polso, attirando la sua attenzione.
- Io sono Kyros, e tu sei troppo bella perché io ti lasci andare via così presto. - si presentò e, come immaginava, non era così lontano dall'idea che si era fatta di lui a primo acchito: un playboy, che sicuramente ci sapeva fare con le parole.
- Sei anche troppo idiota per riuscire a farmi rimanere. - stilettò, tuttavia, non era soddisfatta del tono non abbastanza velenoso con quale le uscì quella frase... suonava quasi... divertita?
- Ok, ammetto di saper fare di meglio, ma se riesci a resistere perché sono in una giornata decisamente no!- ammise il tipo, sfoggiando uno sguardo da cucciolo bastonato che strideva talmente tanto con la sua aria da sono-figo-e-me-ne-vanto, da risultare decisamente esilarante.
- Tremo al pensiero di cosa la tua mente geniale possa partorire nei giorni si, allora... - lo provocò ancora la cameriera, ma del suo proverbiale veleno non v'era più traccia nel suono cristallino della voce.
Decise, ammettendo malamente a se stessa, che tutto sommato fosse un tipetto interessante...
- Potresti darmi il tuo numero, così in un "giorno si" mi vieni a trovare e ti mostro tutto il repertorio... - rispose quello.
- Facciamo che quando tu sveglierai sentendoti più leone e meno coglione vieni tu qui, e magari mi lasci anche una bella mancia! - tagliò corto la cameriera, impossibilitata dal numero di clienti a continuare oltre quel battibecco, e girò i tacchi inspiegabilmente più di buon umore.
Il giovane la salutò piano, osservandole il fondoschiena, cosa che non sfuggì a Maya, che tornò, alzando gli occhi al cielo, pigramente a servire gli altri clienti, girando tra sedie e tavoli. 
 
*** 
 
Fiore aveva passato i successivi due giorni immersi nel lavoro, creando bozzetti, cartamodelli, tagliando e cucendo scampoli di stoffa, trine, pizzi e perline. In quel momento era intenta a fissare, ad una ad una, le minuscole pieghe di un plissé  con gli spilli su un manichino, quando la campanella sulla porta suonò:
- Ehilà, sei viva? - cinguettò la voce di Andrea introducendosi nel retro del laboratorio.
- Ciao... ehm, so che non ho risposto a molti messaggi in questi due giorni, ma ero impegnata...- provò a giustificarsi senza distogliere gli occhi dal suo lavoro.
- Fai pure che non hai risposto a nessun messaggio. E’ da quando siamo atterrati a Roma che sei sparita! Sono successe un sacco di... cose in nostra assenza, dobbiamo riunirci ed elaborare una strategia! - le ripeté ciò che le aveva scritto in almeno una cinquantina di messaggi, tutti ignorati, vedendo ignorata per l'ennesima volta. - Ehi, sto parlando con te! - squittì irritata.
- E IO STO CERCANDO DI LAVORARE! - sbottò la rossa trafiggendola con occhi di fuoco, quasi spaventosi. - Sto cercando di riprendere in mano la mia vita che al momento è totalmente a pezzi! -
- Non è vero! - la contraddisse la mora. - Sei tu ad essere a pezzi, non la tua vita, ed isolarti non ti fa bene... - e provò a prendere una delle sue mani tra le proprie, venendo tuttavia scacciata via.
- Io devo restare sola, sono pericolosa. - negò, in un sussurro, la stilista.
- Tu saresti cosa?! - trasalì, stupita, Andrea.
- Come la definiresti una che si è fatta abbindolare da un pazzo maniaco e per poco non ha distrutto una nazione intera? Una che ti ha quasi uccisa! - esplose, incontenibile, Fiore, crollando poi al suolo, mentre le lacrime non riuscivano più a restare rinchiuse nel suo cuore.
- Ehi... - la richiamò, amorevole, la Lupa, accarezzandole il volto, scostandonle i capelli dal viso ed asciugando le sue lacrime. - Tu non hai mai ceduto... non ci hai mai lasciato da soli. - le assicurò,  cercando poi di spiegarsi: - Tutta Parigi è finita vittima delle schegge di Raven, si sono risparmiati solo LadyBug e Chat Noir, che si sono rifugiati sott'acqua, Vaen che ha pianto via il frammento e Chloé che ne era immune... ma io non ho fatto niente. -
- Che intendi dire? - chiese, confusa, la stilista.
- Che io non mi sono difesa... ma non sono stata colpita. Credi che sia stato un caso? Io no... tu mi hai risparmiato, perché ti venissi a salvare. Ci hai aiutato ad aiutarti!
- Tu... tu lo pensi davvero? - domandò Fiore, tirando su con il naso.
- Certo che lo penso! E penso anche che sei una stilista talentuosa, un'imprenditrice capace e una White Dove straordinaria... abbiamo bisogno di te, il mondo ha bisogno di te!
- Io... io credo di poterlo fare, insomma, posso farcela, ecco... - rifletté a voce alta la rossa - Solo... non oggi, ho ancora un'ultima cosa da metabolizzare...
- Diego? - indagò Andrea.
- Diego. - assentì.
- D'accordo... ti lascio a rimuginare ancora una notte, ma domani ti vengo a stanare coi fumogeni, ok?!
- Ok! - concordò, ridendo di gusto, finalmente.
 
***
 
Faceva ancora freddo per essere la fine dell'inverno, e la primavera sembrava farsi desiderare quell'anno.
"Freddo come il mio cuore..." si ritrovò a pensare amaramente Fiore, mentre stretta nel suo cappotto passeggiava lungo Trastevere.
Aveva perso la cognizione dei minuti e dei passi che l'avevano portata fin lì, ma era uscita proprio per quello, no? Per staccare la briglia ai pensieri e cercare il bandolo di tutto quel groviglio.
Che cosa doveva fare per riprendere in mano la sua vita? Come avrebbe dimostrato a Gabriel Agreste che si sbagliava, e che non era una fallita? E soprattutto, come avrebbe rimesso insieme i cocci del suo cuore?
Si fermò in corrispondenza di un lampione  su cui era legata la locandina di un concerto di cover di...
Osservò il sorriso divertito di quell'immagine in bianco e nero, i capelli riccissimi come i suoi, il volto segnato da forse troppe rughe per gli anni che aveva...
Rughe scavate da un amore sbagliato e doloroso, e un'accurata infamante che le aveva portato via il lavoro che amava con tutta se stessa.
Mimì.
Oh, quanto si sentiva simile a lei in quel momento...
Si ricordava la sua storia che le raccontava sua nonna, e poi anche una canzone che canticchiava mentre preparava la pasta in casa...
 
 
E non finisce mica il cielo
Anche se manchi tu
Sarà dolore o è sempre cielo
Fin dove vedo
 
Bisbigliò, riprendendo a camminare, un passo dopo l'altro, un pensiero dopo l'altro.
 
Chissà se avrò paura
O il senso della voglia di te
Se avrò una faccia pallida e sicura
Non ci sarà chi rida di me
 
Canticchiò a voce un pò più alta, mentre un sorriso amaro le sbocciò sul viso, accorgendosi che i suoi dilemmi erano proprio quelli scritti in quei versi...
 
Se cercherò qualcuno
Per ritornare in me
Qualcuno che sorrida un po' sicuro
Che sappia già da sé
 
Cantò, finalmente a voce piena, sporgendosi dalla balaustra del ponte, innalzando la sua voce verso il cielo, il fiume, la Roma che notturna ed illuminata sembrava abbracciarla.
 
Che non finisce mica il cielo
E s'è la verità
Possa restare in questo cielo
Finché ce la farà
 
Se avrò una faccia
Pallida e sicura, sicura
Non ci sarà chi rida di me
Perché io avrò qualcuno
Perché aspettando te
 
Continuò a cantare e camminare, a camminare e cantare, scorrendo appena il suono di un violino che aveva iniziato a suonarle dolci note d'accompagnamento, finalmente serena, felice, finalmente consapevole che era proprio così,  che non era finito il cielo, e poteva ricominciare con un nuovo sorriso, un nuovo progetto, forse anche un nuovo amore.
 
Potrei scoprirmi ancora sulla strada
Per ritornare a me
Per ritornare in me
Per ritornare in me
 
Intonò,  dolcemente, piroettando su se stessa per volare via in quel vortice di luci e ombre, e forse aveva ragione LadyBug quando aveva detto quella frase che a prima vista sembrava quasi stereotipata...
Fermatasi dal suo girotondo, insieme ad un'ultima nota che vibrava nell'aria, alzò lo sguardo, e i suoi occhi furono incatenati da un sorriso meraviglioso.
 
 
 
"anche se la vita non sempre ci regala tutto ciò che speravamo, il vero regalo è la vita stessa”
 
 
NOTE DELL'AUTORE:
Eccoci qui, amici miei miracolosi, alla fine del capitolo 19. Volevo avvisarvi che questo capitolo è stato scritto interamente con un dispositivo mobile, perché il mio pc ha dato le dimissioni, sono stremato, lasciatemi essere breve per queste note:
1) MOMENTO ESTER EGG: in questo capitolo l'ester egg é sottile, tratto da un anime di cui ho riscoperto una passione di recente... vediamo se sarete abbastanza bravi^.^ intanto ecco a voi lo spazio pubblicitario vinto da HARRYFINE
Categoria: Videogiochi > Dragon Age |
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Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
2) MOMENTO SONDAGGI: siamo vicini al secondo giro di boa, il capitolo 20, e siamo appena tornati in italia; come è stato questo “doppio fronte”? Vi epiaciuto? La domanda che vi pongo é questa, desiderare una nuova “incursione” nella trama di Miraculous LadyBug?
3)MOMENTO INTERATTIVO: allora... che dire, siamo ad un momento cruciale della storia, ci sono sconfitte e vittorie da metabolizzare, sentimenti con cui fare i conti ed è il momento per dare una svolta cruciale al cammino di ogni oc, quindi vi chiedo: come reagirà/anno il vostro/i oc a questo punto?
4)MOMENTO FANART&MUSICA: questo capitolo ha suonato con una canzone della mia amatissima Mia Martini, ho voluto farle questo omaggio perché, esattamente come questa storia, mi ha accompagnato con la sua voce fenomenale nei miei momenti un po' tristi. Per quanto riguarda le fanart, a questo giro ci siamo superati signori e signore: la nostra casa SAPPHIR DREAM ha prodotto, uditeudite, un Anime con i suoi disegni! Ha imkortalato la scena finale dell'ultimo capitolo. Nell'attesa di dcoprire un modo per pubblicarlo (se avete un'idea, proponete) potete contattarla per chiederle di vederlo!
5) VARIE ED EVENTUALI: siamo al momento dei saluti, purtroppo sono ancora senza pc e, ahimè,  la stesura procederà a rilento... spero di potervi tenerecompagnia con qualche os poco impegnativa nel frattempo, ma fino al prossimo aggiornamento,  il mio migliore augurio per un'estate meravigliosa a tutti!

   
 
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