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Autore: dirkfelpy89    11/07/2022    1 recensioni
La guerra è finita, Voldemort sconfitto. Una settimana dopo Severus Piton si risveglia in un letto al San Mungo pesantemente fasciato e in lotta tra la vita e la morte.
"Nagini." Sussurrò Piton.
Ma certo, tutto era chiaro. Voldemort avrebbe potuto utilizzare la bacchetta di Sambuco con qualsiasi altro Mangiamorte da due soldi ma con lui no, era troppo rischioso, meglio utilizzare Nagini. Ma quella bestia era un serpente e per quanto velenoso…
"Devo… devo fare un salto nel mio ufficio," sussurrò infine Severus.
Il ritratto annuì, sorridendo.
"Ti rimangono pochi minuti prima di insospettire Voldemort ma sono sicuro che assumere qualche pozione non potrà fare male."
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 1, What If

 



Il lontano eco di una potente esplosione risuonò in quel piccolo e deserto corridoio del quinto piano.
Severus Piton si fermò per qualche istante, osservando piuttosto preoccupato il forte vibrare dei muri e, per tutta premura, puntò la bacchetta verso le pareti pronto, in caso di crollo, ad avere salva la vita con un potente incantesimo difensivo.

Incantesimo che non fu necessario visto che le millenarie mura di quel castello si rivelarono molto più resistenti di quanto l'uomo avesse mai potuto pensare.
Affannato, Severus si appoggiò per un istante alle pareti, ora tornate immobili, e sospirò, asciugandosi la fronte dal sudore.
Stava perdendo tempo, la battaglia era ormai giunta quasi al culmine e già decine e decine di maghi e streghe erano morti o gravemente feriti e lui, lui che aveva una sola missione, stava fallendo miseramente.

Riprese a camminare, voltò l'angolo e con suo sommo orrore vide, al centro esatto di un ampio corridoio, il corpo riverso a terra di un giovane ragazzo con i capelli mori. Subito il cuore di Severus perse un colpo.
No, tutti, tutti ma non lui.
Con il piede spostò il cadavere e vide il volto di un ragazzo con lunghi baffi e una barba incolta.
Non era Potter.
Severus sbuffò, sollevato, ma poi subito si rabbuiò.

Che cos'era diventato? Certo, quel corpo non era Potter, ma era comunque appartenuto a una persona con emozioni, affetti, amicizie. Forse aveva una famiglia, dei genitori che aspettavano il suo ritorno e che invece avrebbero pianto la sua morte.
Non era Potter ma poteva permettersi di essere sollevato di fronte all'ennesima vita tolta da quella guerra?

L’uomo scosse la testa e continuò la sua ricerca spasmodica.
Trovare Potter, trovarlo e portarlo da Voldemort che avrebbe posto fine alla vita del ragazzo.
E pensare che aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita ad odiare con tutto sé stesso il giovane Potter ma allo stesso tempo provando a tenerlo in vita… non per lui, ovviamente neppure per il suo indegno padre, ma per lei, per Lily, e per onorare il suo sacrificio e far sì che non fosse morta invano.
E invece Silente aveva spezzato il suo sogno, uno dei tanti castelli in aria che quel vecchio aveva contribuito a distruggere.

Quel vecchio si era affezionato al ragazzo, lo aveva messo sotto la sua ala protettrice, aveva permesso che il giovane Potter commettesse, all’interno della scuola, le infrazioni più gravi e non per amore o per affetto ma solo per poterlo allevare e sacrificare al momento giusto. Quando aveva letto il libro di Rita Skeeter non aveva fatto molta fatica credere alle parole di quell’arpia, del resto ben presto Severus era giunto alla conclusione che, dietro la maschera da mago anziano saggio e buono, Albus Silente si portasse da sempre dietro una grande ombra impenetrabile.

Che cosa avrebbe fatto quanto avrebbe trovato il ragazzo e i suoi stupidi amici? Ovviamente metterli fuori gioco sarebbe stato un gioco da ragazzi ma avrebbe avuto davvero il coraggio di portare Potter al suo destino?
Avrebbe dovuto parlargli, spiegare il perché di tutto quello, che cosa si nascondeva dietro la sua profezia?
Dirgli che amava sua madre e che durante tutti quegli anni aveva vegliato su di lui?

Patetico. Davvero ti interessa il parere di Potter?

E se non lo avesse trovato? Se Potter fosse morto, colpito per sbaglio da un Mangiamorte?

"Oh, Severus, finalmente ti ho trovato!"
La voce untuosa di Lucius Malfoy riportò Severus alla realtà.
L'amico di vecchia data era comparso alle spalle del preside ed appariva trafelato ed impaurito. Poteva capirlo: si trovava nel bel mezzo della battaglia finale senza bacchetta e con un figlio coinvolto fino ai piedi. Poteva biasimarlo?
"Cosa c'è, Lucius?" Chiese Severus, asciutto.
"Il padrone ti cerca, ti vuole parlare," rispose Lucius, il volto del color latte rancido.
"Digli che sto controllando il quinto piano e appena ho terminato arriverò da lui."
"Ti… ti vuole subito, Severus," insistette Lucius, la voce roca, "vuole chiederti una cosa a proposito… a proposito della sua nuova bacchetta."

Piton si fermò, facendo un'enorme fatica a mantenere una parvenza di controllo. Nonostante tutto non poté non sbiancare in volto.
Ecco, aveva raggiunto il momento che tanto temeva sarebbe arrivato: Voldemort non era uno sciocco e prima o poi si sarebbe reso conto che la bacchetta di Sambuco non rispondeva a lui.

"Quanto tempo ci metterà a capirlo?" Chiese Piton.
"Nessuno può saperlo per certo. Dipende quando e quanto la userà," rispose il ritratto di Silente, soppesando attentamente le parole. "Ma comunque prima o poi lo farà e allora sono certo che sarai convocato al suo cospetto per un… chiarimento."


Ancora una volta il vecchio aveva avuto ragione, si ritrovò a pensare il preside. Nei loro piani però Piton aveva già trovato Harry e lo aveva già consegnato a Voldemort… quella rappresentava una grossa falla nel loro piano, una falla che poteva mettere tutto a repentaglio.
Come avrebbe potuto portare Potter davanti a Voldemort da morto?

"D'accordo," sibilò l'uomo. "Prima terminerò la mia ronda e quando avrò finito andrò da lui."
"Veramente il padrone ti vuole subito…" rispose Lucius, a disagio.
"E correre il rischio di lasciar vivo Potter? E se si trovasse nascosto a questo piano, magari qui vicino?" Rispose Piton, gelido. "Non commetterò questo errore, Lucius. Torna dal padrone e digli che tra dieci minuti sarò da lui."
Lucius aprì la bocca come per commentare quella decisione ma poi non diede forma ai suoi pensieri. Si limitò a dire: "Il padrone si trova nella Stamberga Strillante" e poi corse via.

Severus rimase immobile fino a quando i lunghi capelli di Lucius non scomparvero dalla sua vista solo allora estrasse nuovamente la bacchetta e con un ultimo sbuffo si smaterializzò.

/ / / / / / /



L'uomo ricomparve esattamente al centro dell’ufficio che aveva occupato nel corso di quell’anno scolastico.
L'ufficio del preside, faceva ancora molta fatica a considerarsi così, una carica che aveva occupato solo di facciata.
Ancora dopo un anno, quando entrava in quell'ufficio, inevitabilmente il suo sguardo andava alla poltrona vuota dietro alla grande scrivania, sicuro che ad attenderlo ci fosse Silente.
Ma Silente non c'era, di lui rimaneva solo una pallida imitazione nel quadro alle spalle della scrivania.

"Severus, ti sei materializzato direttamente qui quindi ho ragione di credere che le barriere di Hogwarts ormai non esistano più," il quadro di Silente parlò quasi serenamente. Era rimasto l'unico in quell'ufficio, tutti gli altri erano scappati via.
"Albus, ho cercato dappertutto ma non ho trovato i ragazzi," disse subito Piton, impaziente.
"Dippet mi ha riferito che qualche minuto fa ha visto Harry e i suoi amici al settimo piano," rispose pronto il ritratto, "forse dovresti controllare là."
"Temo che non potrò farlo…" borbottò Severus. "Voldemort mi vuole vedere, mi ha convocato alla Stamberga Strillante."
"Ah," il presidente del ritratto si limitò a osservare. Il quadro rimase in silenzio per qualche istante poi riprese a parlare.
"Sapevamo che questo momento sarebbe giunto, solo non mi aspettavo così presto. Ancora una volta Tom mi ha sorpreso: non credevo che ci mettesse così poco a scoprire il nostro inganno."
"Potter non si trova e Voldemort vuole porre fine alla mia vita. Temo proprio che il tuo astuto piano sia sull'orlo della catastrofe," commentò aspro Piton. "Ho fatto tutto quello che mi hai detto perché pensavo che tu avessi tutto sotto controllo e invece…"

"Severus, non ti arrendere così presto, e facilmente, alla rabbia e alla paura," lo interruppe Silente. "Non tutto è perduto, non se agiamo presto."
"E cosa potremmo fare?"
"Prima di tutto in questo momento Voldemort si deve sentire deluso, arrabbiato, sta per, molto probabilmente, uccidere quello che considera forse il suo braccio destro e non sono sicuro che possa mantenere il controllo sulla sua mente e sulle sue emozioni."
"Quindi… tu credi che aprirà la sua mente a Potter?"
"Ne sono quasi del tutto sicuro," rispose pronto il ritratto, "e quando arriverà potrai riferirgli la verità."
"E come potrò farlo se sarò morto?" Severus disse, arcigno. Erano passati già tre minuti, non aveva molto tempo.

"Tu non morirai, Severus," disse Silente, sereno. "Vedi, parti dal presupposto, secondo me errato, che Voldemort ti lancerà un Avada Kedavra ma ti sbagli. Tom sa essere decisamente impulsivo ma allo stesso tempo molto riflessivo nelle situazioni che contano. Sa che sei un mago esperto e molto forte e sa anche che al momento non ha ancora il pieno controllo della bacchetta. Non si fida di lei e perciò non si arrischierà a lanciarti addosso una maledizione così difficile da controllare contro un mago così arduo da sconfiggere. Userà piuttosto un alleato efficace e letale, uno che non ha mai sbagliato un colpo."
"Nagini." Sussurrò Piton.
Ma certo, tutto era chiaro. Voldemort avrebbe potuto utilizzare la bacchetta di Sambuco con qualsiasi altro Mangiamorte da due soldi ma con lui no, era troppo rischioso, meglio utilizzare Nagini. Ma quella bestia era un serpente e per quanto velenoso…

"Devo… devo fare un salto nel mio ufficio," sussurrò infine Severus.
Il ritratto annuì, sorridendo.
"Ti rimangono pochi minuti prima di insospettire Voldemort ma sono sicuro che assumere qualche pozione non potrà fare male."
"Bene… vado…" rispose Severus. Dopo un'ultima occhiata al ritratto del vecchio preside Piton si smaterializzò un'altra volta.

/ / / / / / /



Il suo vecchio ufficio da insegnante di pozioni era nel più completo caos. L'uomo rimase per qualche istante nascosto dietro un calderone, osservando circospetto la stanza, e poi, rassicurato del fatto che fosse completamente solo, uscì dal suo nascondiglio e si diresse verso alcuni scaffali ricolmi di boccette.

Il tempo stringeva e c'erano fin troppe pozioni. Non c'era altro tempo da perdere perciò Severus prese tre antidoti diversi che bevve uno dopo l'altro, gettò le boccette vuote per terra e poi, prendendo il coraggio a due mani, sì materializzò direttamente nella Stamberga Strillante.

Non appena atterrò al piano terra della Stamberga, il preside sentì subito lo stomaco attorcigliarsi e represse a fatica un conato di vomito. Avere ingerito tutte quelle pozioni così diverse in così poco tempo non era stata una scelta saggia ma non poteva fare altrimenti se voleva pensare di sopravvivere a Nagini. Sempre che Silente avesse ragione.
La Stamberga Strillante. Di tutti i posti che Voldemort poteva scegliere…
Ma forse era giusto così, chiudeva un cerchio iniziato a sedici anni.

"Severus… sei infine arrivato?"
La voce di Voldemort arrivò dal piano superiore.
"Sì, padrone. Mi perdoni ma ho dovuto controllare a fondo il quinto piano e ho ritardato di qualche minuto," disse Severus, avvicinandosi alle scale.
"Non ti preoccupare, Severus. Il nostro sarà un incontro piuttosto breve…" Voldemort rispose, la voce soave e minacciosa allo stesso tempo.

/ / / / / / /



Le parole del preside non servirono a nulla ma questo lui già lo aveva capito dall'espressione glaciale di Voldemort, il morso di Nagini arrivò così in fretta che Piton non ebbe nemmeno la possibilità di reagire.

La violenza dell'impatto scaraventò l'uomo contro la parete scivolando lentamente e penosamente verso terra, incapace di reagire. Il dolore era lancinante ma nonostante tutto non svenne e rimase sdraiato per terra ad occhi chiusi, boccheggiando in cerca d'aria.
Sentiva il veleno infiltrarsi nel suo corpo, avvelenare le sue vene, la testa girava all'impazzata ma non sveniva.
Resisteva.

Dopo qualche secondo sentì il rumore di una smaterializzazione e solo allora Severus sbuffò, cercando di raccogliere le energie per rialzarsi. Non era morto all'istante, quindi gli antidoti avevano fatto il loro lavoro, ma non sapeva quanto tempo gli rimaneva ed era vitale che Potter venisse avvisato.
Ma dove poteva andare nelle sue condizioni?
Un rumore alla sua destra attirò la sua attenzione: aprì gli occhi e vide il giovane Potter.
Quel vecchio non sbaglia mai.

Non c'era tempo da perdere, doveva raccontare al ragazzo il suo triste destino ma… non ce la poteva fare, la testa girava troppo e sentiva un sonno impossibile da respingere.
Se non poteva raccontare allora… allora… ma certo, allora doveva mostrare!
Con le ultime forze a sua disposizione Severus raccolse dentro di sé tutti i ricordi che avevano come protagonista Harry e Lily, un processo molto doloroso ma necessario.

Hermione sussurrò qualcosa, e Harry afferrò una fialetta dove raccolse i ricordi di Piton. Severus a quel punto si rilassò; non poteva fare altro, anche volendo le sue forze erano completamente andate.
Non aveva la certezza che quelle pozioni avrebbero funzionato fino in fondo, rimaneva a quel punto solo un ultimo desiderio.
"Guardami."

Harry voltò lo sguardo e i suoi occhi verdi si posarono su di lui.
Lily.
Lily, perdonami.
Lily, ho cercato di non rendere vano il tuo sacrificio.
Lily.
Lily, mi dispiace che sia finita così. Che debba andare in questo modo.
Lily.
Lil…

Buio.

/ / / / / / /

Salve a tutti, torno con questa storia che mi, e spero vi, accompagnerà per il resto dell’estate/settembre e lo faccio con un argomento a me caro.
Nonostante adori scrivere della 1a guerra magica/Mangiamorte/Purosangue/Politica dentro di me adoro la Harry/Ginny e la Ron/Hermione e mi sono sempre immaginato le avventure dei nostri dopo la fine del settimo libro.
Questa è la mia personale visione dell’estate successiva alla battaglia di Hogwarts…con una piccola aggiunta.
Per quanto non mi piaccia Severus assistere alla sua fine nel settimo libro non mi ha mai soddisfatto. Possibile che un Potion Master esperto abbia affrontato Voldemort senza alcuna precauzione?
Non mi ha mai convinto questa cosa e quindi a questa storia aggiungerò un po’ di what if che spero non vi dispiaccia.
Spero capiate che con questa fic esco un bel po’ dalla mia comfort zone quindi, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate ^^

  
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