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Autore: Rosette_Carillon    11/07/2022    0 recensioni
Bilbo Baggins aveva sempre ritenuto di essere uno Hobbit inadatto alle avventure, eppure tornare a casa non è come si era aspettato quando si era trovato lontano da essa, in difficoltà contro orchi e draghi sputafuoco, ragni e nani testardi.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo Baggins
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Casa Baggins
 
 
 







 
“You will never be completely at home again, because part of your heart always will be elsewhere. That is the price you pay for the richness of loving and knowing people in more than one place.”
                                                                                                                                               ― Miriam Adeney
 
 
 
 
 


I primi giorni dopo il suo ritorno aveva dormito male, e ciò gli aveva dato piuttosto fastidio.
Insomma, era tornato nella Contea, nella sua caverna hobbit e, benché mancassero ancora una vecchia cassapanca di sua madre, e un servizio da tè -uno dei suoi preferiti-, si era comunque aspettato di potersi sedere sulla sua comoda poltrona e sentirsi a casa senza troppe difficoltà.
Il peggio, dopotutto, era ormai passato, e la sua avventura era terminata.
Il sangue Tuc aveva smesso di ribollirgli nelle vene, appagato da ciò aveva vissuto, e placato dai pericoli che aveva corso…tanti pericoli.
Se solo ci pensava ora, non poteva fare a meno di chiedersi come avesse fatto a fare tutto ciò che aveva fatto, e a esserne uscito vivo.
Se solo ci pensava… orchi, draghi, mannari… ma ora era al sicuro, era tornato sano e salvo nella sua comoda, accogliente caverna, e la parte Baggins e più pacata era tornata a prevalere sull’altra più avventurosa e Tuc.
Eppure, spesso, la notte non riusciva ad addormentarsi.
La mattina, quando si svegliava, si aspettava di trovarsi in un luogo diverso. Si aspettava di sentire voci che non sentiva da tempo… alcune delle quali non le avrebbe mai più potute sentire.
Spesso, una tazza di tè caldo fra le mani, si sedeva in silenzio davanti al camino spento, e pensava.
Così i mesi erano trascorsi, e l’estate era terminata.
Bilbo aveva ripreso a dormire, avvolto nel tepore delle sue calde coperte, mentre le prime piogge d’autunno avevano iniziato a cadere sulla Contea.
Tutti i mobili, gli utensili, gli arredi erano stati ormai recuperati da tempo, e tutto, in casa Baggins, era tornato al proprio posto. Tutto tranne il piccolo hobbit che la abitava.
Nei suoi ricordi la poltrona era più confortevole, la dispensa conteneva leccornie più gustose, e il suo giardino era più verde.
Nonostante il passare del tempo, lo hobbit si trovava ancora a sedersi davanti al camino. Sempre in silenzio, ma col fuoco acceso, se ne stava lì a pensare, a ricordare, con una tazza di tè fra le mani.
Nelle lunghe notti invernali, fredde e senza stelle, ripensava a Kili e al capitano delle guardie degli elfi silvani… Tauriel. Si chiedeva che fine avesse fatto la giovane elfa, e poi ripensava a Fili, che giaceva sotto la terra fredda e nera, assieme a suo fratello e al loro zio.
Le parole di Thorin Scuododiquercia gli risuonavano ancora nelle orecchie, e spesso se le ripeteva mentalmente più e più volte, temendo di dimenticarle, e temendo di dimenticare la voce profonda e stanca che le aveva pronunciate.
<< Addio, mastro scassinatore. Torna ai tuoi libri, al tuo cammino, pianta i tuoi alberi, guardali crescere. >>
Ora che era tornato ai suoi libri, al suo cammino e i suoi alberi, l’unica cosa che desiderava era vedere nuovamente la Montagna Solitaria davanti a sé, essere a Erebor, ancora una volta in compagnia dei nani.
Eppure lui non apparteneva a quel luogo, era pur sempre uno hobbit della Contea, un Baggins di casa Baggins, nato per stare all’aria aperta e a contatto con la natura, non sotto terra a lavorare la roccia.
Più volte aveva sognato Thorin Scudodiquercia, ferito e morente, o ancora vivo e maestoso. In sogno aveva sentito anche le risate di Fili e Kili, e la pacata voce di Balin.
Rivedeva la battaglia ai piedi della Montagna Solitaria, sentiva la voce di Gollum chiamarlo nel buio. Certe volte aveva l’impressione di essere ancora intrappolato dentro Bosco Atro, e si svegliava nel buio della sua camera da letto, urlando e chiamando i nani a gran voce.
Sul finire dell’inverno, si era arreso: aveva capito che per lui non ci sarebbe più stato un luogo da chiamare casa.
Se solo fosse stato più saggio, più Baggins, ora non sarebbe lì, davanti al camino della sua accogliente caverna hobbit, a piangere i suoi compagni d’avventura che avevano lasciato questo mondo.
 

 




 
 



 NOTE:
Ciao! Questa è la prima ff che scrivo su 'Lo Hobbit', spero sia piaciuta, e di aver reso Bilbo abbastanza IC :).

 
  
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