PREMESSA (DA LEGGERE!):
OK, Sono totalmente impazzita. Ma
questo forse si sapeva (chi mi conosce o ha letto altre mie cose lo sa ancora
di più!) o comunque si era capito. Sono arrivata a scrivere e pensare questa
totale cavolata qualche giorno fa, in preda ad un raptus di perfetta
follia(trauma da esame di Latino), lasciando per altro da parte tutto quello
che devo scrivere e che ancora non ho concluso!!!Dovrete quindi scusarmi in
anticipo per tutto quanto, dalla scemenza che è la trama, alla mia età, alzata
da quindicenne che sono a diciottenne (mi tornava meglio, sapete…), alla mia
trascuratezza per le altre storia che qui ci sono e che continuerò sicuramente
(don’t worry, non le ho dimenticate del tutto)…spero sia comunque accettabile
(risarcisco comunque i poveri diavoli che vomiteranno…promesso)…un bacio, by la
vostra Autrice Smolly
ANCHE UNO SBAGLIO PUO FARCI
INCONTRARE
CAP I:L’ incidentale incontro
-MAMMAAA!dove
sono le mie valigie???mamma, SIAMO IN RITARDO!Miseriaccia, dovevo farmi
presentare una bella occasione di perdere l’aereo proprio oggi?MAMMA-
Sofia era
una diciottenne come ce ne erano tante nel paese di Borgo San Lorenzo, ma quel
giorno era diversa da tutte le altre, e infatti doveva partire per New York,
dove aveva l’occasione di passare un mese pieno. Non era molto alta, e portava
i capelli a caschetto, di un biondo scuro che a lei non piaceva. Nascondeva gli
occhi azzurri sotto gli occhiali da sole e masticava una gomma molto
nervosamente.
-Calmati,
siamo in perfetto orario.- le rispose la madre, borbottando poi qualcosa del
tipo: “questi figli, non si capiscono più…e poi gli occhiali di prima mattina
alle sei a cosa le servono?”.
L’aeroporto
di Pisa era stracolmo di persone e la confusione era tanta. Sofia aspettava
impazientemente che annunciassero il suo volo, che doveva partire verso le
undici. Al suo Check la perquisirono a causa della collanina a forma di gatto
che si era dimenticata di togliere. Per fortuna l’aereo non era pieno, e la
fila era più ridotta rispetto ad altri voli. Si sedette vicino ad un
finestrino, e poco dopo una ragazza, che a occhio e croce aveva la sua età, si
sedette accanto a lei.
-Ciao!-
salutò cortesemente la nuova compagna di volo.
-Ciao- fu
la secca risposta.
-Nervosi
per caso?- chiese di nuovo la vicina.
-Sì, abbastanza
perché: 1) non sono mai stata a New York; 2)devo fare un corso speciale sul
cinema e la cosa mi emoziona abbastanza…abbastanza tanto…- e si girò verso il
finestrino.
-Io invece
sono a New York per mia cugina: è in vacanza lì-
-Mi fa
piacere saperlo…-disse Sofia senza neanche voltarsi. Fine della conversazione.
Nessuna delle due parlò infatti per tutto il viaggio.
L’aereo
atterrò all’aeroporto in perfetto orario, e Sofia era meno agitata di quando
era partita. Recuperò la sua roba, miracolosamente salva e intatta, a
differenza di migliaia di bagagli che ogni giorno la gente perdeva. Si stava
avviando al taxi che avrebbe dovuto accompagnarla in albergo, quando si scontrò
con un giovane con un paio di enormi occhiali da sole e un cappello calcato in testa.
Conseguenza:tutti e due a terra a pancia all’aria, e le valigie sparse per
terra.
-Ehi,
attento a dove metti i piedi- gli gridò Sofia arrabbiata, mentre cercava di
rialzarsi.
-Ehi, sei
tu che non sai guardare dove vai, tappettina- rispose ancora più innervosito
l’uomo, scattando in piedi.
-Io non
sono tappa!!attento a chi parli, idiota- s’infervorò la ragazza:quanto gli dava
noia essere chiamata così da uno sconosciuto…e inoltre aveva appena deciso che
lo odiava….
-Abbassa
la cresta, hai scontrato la persona sbagliata-
-Ah, sì? E
chi saresti?
Con questo
il giovane si tolse gli occhiali. E Sofia rimase completamente di sasso: come
era possibile?. Davanti a lei c’era Garrett Hedlund, l’attore che aveva fatto
Murtagh, Patroclo; davanti a lei c’era lui e lei gli aveva dato dell’idiota e
aveva pensato che l’odiava….perchè lo era!come poteva essere così odioso????
-E adesso
che rispondi?...sei molto irritante-
-dimmi,
trovi molto irritante solo me o tutte le ragazze in generale?-
-te di
sicuro più degli altri, ma in generale tutte…Ciao ciao-
Sofia
rimase di stucco e se ne stette bloccata per cinque minuti buoni; poi il
clacson del taxi lì vicino suonò forte e la ragazza si riscosse, prese le sue
valigie e andò. Fu così che la sua vacanza/studio ebbe inizio.