Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Segui la storia  |       
Autore: Stormwind    16/07/2022    2 recensioni
La verità è un brutto vizio: una volta che inizi a dirla non smetti più e Ryo Saeba lo sa bene. Costruirsi una intoccabile fortezza attorno al cuore potrebbe non bastare a proteggere e a proteggersi. Basta un incontro durante una notte come tante e ciò che credi al sicuro non lo è più. Un nuovo caso per il nostro duo preferito metterà a dura prova City Hunter da ogni punto di vista. Quella che sembra una richiesta di protezione come tante diverrà un pericolosa mina pronta ad esplodere. Riusciranno Ryo e Kaori ad uscirne illesi? Non vi resta che scoprirlo!
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10) Battiti

Erano trascorse poco più di due settimane dalla visita di Saeko: lo stato di allerta proseguiva nonostante le pressioni pervenute alla bella ispettrice di allentare la presa sugli accessi ai principali luoghi pubblici della città. Di nuovi attacchi non ce n’erano stati e il giustificare misure restrittive tanto audaci risultava giorno dopo giorno sempre più complicato. Come se non bastasse c’era qualcos’altro a far leva sulle paure di tutti.

- Ricordo a tutti voi che la visita del presidente statunitense ha la massima priorità, siamo intesi? – proprio questo il monito che circolava da mesi tra i corridoi della chiassosa centrale di polizia, un monito che la donna aveva accantonato mettendosi in prima linea nel difendere le sue ragioni. Ma il suo “potere” aveva dei limiti e questi limiti si erano palesati dinanzi al poco affabile uomo presentatosi quel giorno al suo ufficio:

- Sono ordini giunti dall’alto, mi spiace interferire. Tuttavia, la sicurezza del presidente è di massima importanza, il commissario mi sembra fosse stato chiaro, no? – domandò imperturbabile l’agente Edwards, una “garanzia” inviata da Washington ad accertarsi dei preparativi. Edwards era definibile come un uomo spartano sia nell’animo che nell’aspetto esteriore, come evidenziato del resto dallo sgualcito abito grigio che indossava con ben poca grazia quel dì.

Incallito caffeinomane nonché tabagista, l’americano era stato etichettato sin dai primi anni di carriera come “efficace ma impulsivo” e ben poco aveva fatto per scrollarsi di dosso le antipatie di chi poco gradiva il suo operato. Uomo della vecchia guardia, un “residuo bellico”, Richard Edwards era colui che nessuno avrebbe mai voluto come nemico; non era il suo aspetto a incutere timore, anzi: di quella figura esile, dalla statura modesta, ben pochi avrebbero potuto comprenderne la pericolosità. Saeko, tuttavia, lo sguardo per certi dettagli lo aveva affinato con gli anni e mai si sarebbe fatta ingannare dalle apparenze, tanto che da subito aveva deciso di recitare, non con pochi patemi a dir il vero, la sua parte:

- Lo capisco, lo capisco eccome…signor?

- Edwards. Richard Edwards – biascicò l’uomo troppo intento a guardarsi intorno.

- Posso darti del tu, vero?

- Certo, certo. Niente formalità.

- Non capisco dunque perché non abbiate inviato altri agenti, manca meno di una settimana e un supporto aggiuntivo sarebbe un aiuto non da poco, non credi?

- Vedi – interruppe l’altro cambiando improvvisamente tono, - il potere si accompagna a rigide formalità, anche scenografiche volendo. Dici bene, una operazione coordinata tra agenti speciali statunitensi e giapponesi sarebbe una manna dal cielo – continuò puntando lo sguardo di Saeko. – Ma in tempi di crisi internazionale come questi sarebbe un segno di sfiducia e verrebbe interpretato come un indebolimento del mondo libero, capito?

- Seriamente?! Non mi pare sia il momento di pensare ai sovietici! – ribatté la donna disgustata dall’improvvisa piega della discussione.

- Mi spiace riscontrare questa miopia anche in un paese così vicino al nostro come il Giappone, ma non abbiamo tempo per discuterne. Fate il vostro lavoro, noi penseremo al resto. A presto.

Infine il sonoro slam della porta annunciò sgraziato il termine della discussione.

 

****

Nel frattempo, da tutt’altra parte della nevrotica metropoli si portavano avanti le ricerche d’un bizzarro duo. Kyoko, aiutata dal Doc, si era avvicinata sempre più alla bramata formula del farmaco seguendo la sua catena di ricordi sopiti. A piccoli passi, dettati dalla speranza e dalla voglia di porre fine all’incubo, la scienziata si giocava il tutto per tutto conscia del grosso pericolo che incombeva minaccioso. Ryo, di suo canto, stava ammazzando la frustrazione immergendosi negli anfratti e nelle contraddizioni di Shinjuku. Scatenata la sua schiera di informatori, lo sweeper aveva definitivamente lanciato il suo guanto di sfida: come un predatore implacabile non avrebbe mollato la preda per nessun motivo al mondo. Kaori, per quanto abituata a vederlo in quello stato, non ebbe modo di soffocare la sua voce interiore, preoccupata di possibili e impensabili ripercussioni. L’ex procuratore Aoki, ultimo tassello di quell’improbabile puzzle, sorprendentemente non stava facendo mancare il suo apporto: godeva ancora di tanta influenza nell’ambiente e un canale privilegiato a certe informazioni risultò da subito gradito a City Hunter.

- Saeba, ho delle informazioni riguardo un vecchio stabile, dovremmo dare un’occhiata –

- Aoki, ti senti bene? Cos’è tutta questa intraprendenza? – lo canzonò lo sweeper quasi saltellando come un bambino impaziente.

- Non lo faccio di certo per te, ho la mia vita e vorrei tornarci al più presto – rispose il più anziano dei due. Silenzio. Non seguì alcuna risposta per un paio di minuti.

- Immaginavo, uno come non te non cambia di certo per miracolo. Tornare alla tua vita, eh?

- Esatto.

- A quale vita? Intendi quella costruita sulle macerie di quelle altrui? Bella merda! – incalzò Ryo mordendosi la lingua più d’una volta per non dir di peggio. Avrebbe continuato per ore non fosse stato per Kaori pronta a trascinarlo via con sé all’improvviso accendersi della discussione.

- Ryo, che ti prende? – domandò la donna con un “dolce” rimproverò pochi istanti dopo.

- Non è da me, non è da me perdere così la calma. Ma vedo la faccia di quello stronzo e penso a Maki.

- Capisco, ma per quanto assurdo possa sembrare detto da me… non devi pensarci

- Kaori! – sussultò l’uomo strabuzzando gli occhi.

- So a cosa pensi, la tua mente ora è piena di tanti “se”. Pensi a come sarebbe potuta andare se la carriera di Maki non fosse stata ostacolata da uomini come Aoki, - ricominciò la donna anticipando il partner, - pensi a cose pericolose Ryo, pensi a realtà dove ti dai colpe che non hai.

- La realtà è che mi manca. E mi manca ancor più quando sento discorsi del genere da te. Sei proprio sua sorella, impossibile dire il contrario – aggiunse lui specchiandosi in quegli occhi che tanta calma sapevano trasmettergli – Grazie, Kaori – sorrise poi cercando di rassicurarla.

- Sei in debito con me! Anche Aoki lo è ora che ci penso… - scherzò la donna nascondendosi da quello sguardo intenso.

- Mettilo sul conto.

- Contaci, caro.

 

 

****

 

Yuri era finalmente tornato in sé dopo settimane sospese tra la vita e la morte per lo stupore dei medici presenti e di Junichi Ito, membro di spicco dei “Conti”. Difatti, era stato lo stesso Ito ad aver dato ordine di sbarazzarsi del sovietico alla sua dipartita e ora che tale eventualità era andata a farsi benedire, lo spietato uomo d’affari non mancò di sprecarsi in parole di circostanza:

- Sapevo ce l’avresti fatta, Yuri. Uomini come te decidono il come e il quando morire a differenza di noi comuni mortali. Sei rimasto in coma per un po’, ma ora sei fuori pericolo, vero dottore? – recitò voltandosi verso l’uomo in camice bianco alle sue spalle.

- Ehm… certo, è così. Non è stato semplice rimetterti in sesto, Yuri. La tua tempra e le nostre conoscenze hanno fatto il resto – spiegò il medico non dilungandosi in dettagli non richiesti. – Presto sarai di nuovo in piedi e pronto all’azione.

Il mercenario annuì in silenzio. Ad occhi chiusi stava riavvolgendo come un nastro gli ultimi momenti prima del black out. La mente volò a Saeba, alle urla e a quel dolore lancinante: perdere gli bruciava molto più delle fresche cicatrici. Posò una mano poco sopra il foro d’entrata del proiettile digrignando brevemente per il dolore, eppure era quello stesso dolore a farlo sentire vivo in quanto tangibile a differenza d’un remoto passato andato in frantumi. Dal dolore aveva imparato la vanità dell’esistenza e la fragilità dell’essere umano, limiti che aveva sepolto dentro di sé quando s’era promesso di rinunciare ad ogni forma di legame. In testa un sol pensiero, scandito dai serrati battiti del suo cuore:

 

La pagherai.

 

Trascorsero altri due giorni; l’uomo, immerso in un limbo di sonni agitati sedati dai potenti antidolorifici, sembrò peggiorare nonostante le previsioni ottimistiche. Ito, non smentendosi, aveva ribadito i precisi ordini nel caso il suo combattente non fosse stato pronto per il nuovo round, ovvero quello di sbarazzarsene senza troppi fronzoli. Il tempo scorreva troppo velocemente e il fallimento non era contemplato. Voci di un avvicinamento di Saeba alla loro base divenivano sempre più rumorose a causa di una “visita” dello sweeper ad un vecchio stabile appartenuto precedentemente alla loro organizzazione. Per loro fortuna City Hunter non aveva trovato tracce o indizi degni di nota, ciò non era tuttavia bastato a tranquillizzare il pericoloso criminale.

- Se mi è permesso – commentò la figura seduta poco distante da lui nella penombra del suo ufficio, - credo sia ora di far uscire Kyoko allo scoperto. Abbiamo abbastanza siero per farla parlare.

- Saeba ha informatori ovunque, non riusciremmo a rapirla così facilmente – tagliò corto Ito, visibilmente seccato dall’ingenuo suggerimento.

- Non se fosse egli stesso a consegnarcela, mi dia una possibilità.

- Spiegati.

****

 

Arrivò nefasta a poche ore di distanza una missiva anonima tra le mani di City Hunter. Vigliacca espressione di potere del nemico, tale missiva, letta con malcelato disgusto da Ryo, narrava del rapimento di Yumi, l’unica figlia dell’ex procuratore Aoki. Il punto cardine di quell’infausta notizia era però una richiesta di “scambio”: Kyoko per Yumi.

- Sono… sono dei mostri! – balbettò inorridita la scienziata coprendosi il volto con ambo le mani.

- Io…Yumi.

- Aoki, mantieni la calma! – esclamò Ryo puntando lo sguardo dell’uomo, ma tale richiamo sembrava esser morto nella vacuità del pallido viso dell’ex procuratore, visibilmente in debito di ossigeno per il forte choc. Poi s’udì un tonfo.

- Aoki!

L’anziano, svenuto per il forte trauma, si riprese solo un’ora dopo al suono dell’accesa discussione che stava avvenendo sotto la supervisione di Doc. Troppo debole per alzarsi, figurarsi per spiccicare una sola sillaba, non ebbe che ascoltare quanto pronunciato:

- Kaori ha ragione, Ryo – puntualizzò il mentore dello sweeper, - andare all’incontro da solo è una follia. Sai benissimo che si tratta di una trappola.

- Ascoltalo, dannazione. Anche se ci vai dovresti consegnare Kyoko ed è folle il solo discuterne – incalzò la partner cercando di convincerlo a desistere dal piano.

- Per chi mi avete preso, eh? So benissimo che giocheranno sporco, ma potrebbe essere l’unica chance per avvicinarci a loro ed evitare il disastro.

- Il disastro? – domandò Kyoko focalizzandosi sull’ultima frase pronunciata da Ryo.

- Sì, il disastro. Sai meglio di me che non hanno scrupoli. Cosa pensi faranno alla figlia del procuratore se non ci presentiamo?

- Permettimi almeno di venire con te! Non puoi… non puoi andare da solo– ribatté Kaori muovendo più d’un passo verso di lui.

- La lettera parla chiaro, Kaori. Se vedono altre facce oltre la mia e quella di Kyoko, tutto va a puttane. Non possiamo rischiare – sentenziò l’altro avendo oramai preso la sua decisione. – E tu, cosa vuoi fare? – chiese poi alla scienziata.

- Non voglio altri innocenti sulla coscienza, verrò con te – confermò lei.

- Assurdo, è tutto così assurdo – sussurrò Kaori a capo chino poco prima d’allontanarsi dal gruppo a rapide falcate, nascondendo il viso inumidito dalle lacrime alla vista di tutti. Ryo, come gli altri, non poté fare altro che veder la sua figura sparire dopo pochi istanti. Aoki, avendo ascoltato tutto, si sentì dannatamente in colpa, come mai gli era capitato in vita sua. Mai avrebbe pensato di provar sincero rimorso alle scelte fatte dal suo malato ego.

Yumi…

Lo scambio sarebbe avvenuto di primo mattino il giorno dopo. Calò la notte e Ryo stava aspettando Kaori, letteralmente sparita dopo il confronto avuto ore prima. Intento a soffocar la frustrazione tra un borbottio e l’altro, l’uomo pensava al da farsi e soprattutto a cosa dirle una volta tornata. Rimasto da solo, l’unico ancora in piedi, passeggiava lentamente sul patio che dava sul giardino lanciando di tanto in tanto un’occhiata all’uscio alla ricerca di quella familiare figura che tanto amava. La vide arrivare dopo poco e tirò un sospiro di sollievo. Fece dei passi verso di lei ponendosi in maniera che ella non potesse sottrarsi alle sue parole:

- Mi aspetto che tu comprenda le motivazioni del piano, Kaori. Non è come credi – cominciò maledicendosi pochi istanti dopo per il tono di quelle parole. Cavolo, non sono portato per i discorsi!

- Cosa credo? Sei un indovino per caso? Che bravo! – tagliò corto con sarcasmo lei cercando di smarcarsi, senza successo, da quell’interazione.

- Aspetta, fammi finire.

- Cosa vuoi, Ryo? Sono stanca e credo sia tardi anche per te – continuò la donna fiancheggiandolo, diretta all’interno.

- Diamine, ascoltami! – imprecò lui trattenendola per un polso. Si accorse di aver stretto troppo la presa al mugolio di dolore di Kaori, che inveì subito contro il partner nel cercare di divincolarsi Lasciata finalmente libera, sfogò la sua rabbia cercando di spingerlo via: colpo dopo colpo, uno più disperato dall’altro; alla rabbia si mescolò il dolore. Infine un pianto liberatorio. Ryo, di suo canto, non fece nulla per sottrarsi a tale ira rimanendo perfettamente immobile. Solo alla fine si mosse cingendo la minuta e tremante figura di Kaori tra le sue braccia.

- Mi dispiace – sussurrò lentamente ad occhi chiusi.

- Perché? Perché è sempre così con te?! –

- Ti sbagli, è cambiato tutto, e per me è cambiato da tempo, Kaori – replicò allontanandosi per un attimo da quell’abbraccio e cercando il contatto visivo. – Ho capito che non c’è niente o nessuno più importante di te, ma tale consapevolezza mi confonde perché mi fa sentire così forte e vulnerabile allo stesso tempo.

- Ryo

- E solo quando penso di perderti capisco che questi sentimenti sono cosa mi rende davvero vivo –continuò aprendosi a lei come non mai.

Kaori non pronunciò nulla, visibilmente scossa da quella “dichiarazione”, una dichiarazione decisamente non convenzionale, “alla Ryo”. Si sentì divampare dentro e tale sensazione era fin troppo forte da poter essere contenuta, tanto da tramutarsi in un ampio e dolcissimo sorriso. Non le sembrava quasi vero.

- Prima del tuo arrivo ho pensato non ci fosse spazio per l’amore in una vita del genere. Mi sbagliavo, Kaori. Spero tu possa perdonarmi – concluse poi prendendole con estrema grazia il viso tra le mani. La baciò infine sugellando la definitiva promessa di non negare e di non negarsi mai più all’amore. Due battiti, due cuori innamorati, scanditi da solitudini affini, pulsavano finalmente sotto un’unica frequenza.

 

 

 

 

 

 

 

Fine Capitolo

Eccoci alla fine del penultimo capitolo di questa fanfiction. Scusate come sempre l’enorme ritardo, sono un disastro lo so, ma il lavoro chiama e non posso sottrarmi. Ringrazio chiunque abbia letto, recensito e gradito quest’opera. In cuor mio, ad esser sinceri, sono ancora combattuto nel mentre scrivo queste note di fine capitolo, riguardo la dichiarazione di Ryo. Nella mia testa non è un tipo da “ti amo”, o perlomeno non da dichiarazione “standard” (supponendo esistano delle convenzioni per dichiararsi alla persona amata), ma potrei essere in errore. Quindi, nel caso mi sbagliassi, mi aspetto anche critiche se le ritenete opportune. Spero di non essere stato troppo banale. Detto ciò, il prossimo capitolo sarà il gran finale: spero di non deludere le aspettative create.

A presto (spero) e ancora grazie!

Stormwind

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: Stormwind