Ann Dessie e James Nook erano due tanuki
avventurosi, che si erano costruiti una vita nobile, al servizio del prossimo.
Si erano conosciuti durante un evento di
beneficenza, e per loro era stato l’inizio di una storia che li aveva portati a
viaggiare in lungo e in largo, visitando luoghi sperduti ma romantici,
conoscendo popoli dai mille colori e dalle usanze intriganti, e infine aiutando
quelli più poveri e bisognosi.
Per trent’anni i coniugi Nook non si
erano tirati indietro quando si trattava di prendere un aereo o una nave, e
neppure quando c’era da camminare sotto il sole rovente o manovrare una barca a
remi con il mare in bonaccia.
Con una vita così movimentata, non
avevano avuto figli, allietandosi con i sorrisi e gli abbracci delle miriadi di
bambini che conoscevano durante i loro viaggi.
Senonché… Un giorno la signora Nook si
era svegliata con forti giramenti di testa; aveva dato la colpa al fatto che
avesse ormai cinquant’anni e non avesse più la grinta di un tempo, al caldo
torrido della savana che stavano visitando, alla scomodità dell’amaca sulla
quale aveva dormito.
Si era consultata con il marito ed i due
avevano raggiunto il piccolo ambulatorio del villaggio, e lì avevano fatto una
scoperta incredibile: Ann era incinta!
Non lo avrebbe mai creduto possibile,
invece era successo.
I signori Nook
erano preoccupati, ma anche immensamente felici e decisero di rallentare il
loro stile di vita.
Ann era radiosa, con il suo pelo castano
scuro morbidamente pettinato ad onde sul capo, e tenuto fermo da una tiara che
il marito le aveva regalato per le nozze.
Aveva gli occhi azzurro chiaro e vestiva
con abiti bianchi, gonne lunghe ariose e raffinate che ondeggiavano al ritmo
del vento tropicale.
Suo marito, James, aveva cinque anni più
della moglie e il pelo dorato, leggermente spettinato sulla fronte, e intensi
occhi neri.
Aveva gusto ed
eleganza, ma non gli piaceva farne vanto, ed era considerato uno zio dai
bambini del villaggio.
Dopo due mesi di gravidanza, Ann diede
alla luce un bellissimo bimbo, al quale fu dato il nome di Tom.
Tutto il villaggio di Vureko fece grandi
festeggiamenti per la nascita del figlio dei suoi benefattori, e i coniugi Nook
sentirono il loro cuore sprofondare nella gioia più totale. Non sapevano ancora
che tutto ciò era destinato a finire rapidamente.
Sei mesi dopo la nascita di Tom, nel
villaggio ci fu un’invasione di zanzare, tanto che gli abitanti di Vureko
furono costretti a restarsene rintanati nelle proprie abitazioni per una
settimana intera. Tuttavia… alcuni di loro vennero punti e svilupparono una
forte febbre; tra questi, i genitori del piccolo Tom.
Ann e James erano debilitati, spossati
dalla disidratazione causata dal vomito e dalle febbri alte, tanto che Thao,
una saggia okapi a capo del villaggio, consigliò loro di spostarsi nella
capitale, Tokera, per poter essere curati a dovere, assieme agli abitanti di
Vureko più colpiti dalla malattia.
“Possano queste collane proteggervi. Le
abbiamo realizzate con le foglie del nostro albero padre, il baobab. Il Cielo
vi benedica.”
Fu un addio con gli occhi lucidi e
l’augurio di un futuro migliore, lontano dalla malattia.
I coniugi Nook furono ricoverati
nell’ospedale di Tokera, con la malattia che concedeva loro ben poco riposo.
Fortunatamente, il piccolo Tom non era
risultato infetto, e poiché la febbre tropicale non si diffondeva tra persona e
persona, quello fu già un gran sollievo. La benedizione del baobab aveva
funzionato con lui.
Tuttavia… Entrambi i suoi genitori
avevano sviluppato la forma emorragica, la quale si portò via James per primo,
dopo una lunga notte di dolori, deliri e le mani intrecciate dei due sposi
vicini di letto, rimasti così fino all’alba, con Ann che si rifiutava di
lasciare la mano ormai fredda del compagno.
Due settimane più tardi, Ann sentì la
fine vicina, così prese le zampe dell’infermiera che l’aveva accudita con tanto
calore:
“Leen, ti ringrazio per esserti presa
cura di noi con tanto zelo. Ora per me è giunto il momento di andare, di
ricongiungermi a mio marito. Mi spiace che il nostro bambino rimanga da solo,
perciò, ti prego…”
Ann aveva cominciato a piangere, così
l’elefantessa si fece più vicina e l’accarezzò con la proboscide per calmarla.
“… Vorrei che mio figlio tornasse a
Leafy, il mio paese natio. Noi non abbiamo parenti in vita, ma mi piacerebbe
che crescesse lì, accolto da una bella famiglia…”
“… Farò il possibile.” le promise Leen.
Ann, dopo averle
sorriso un’ultima volta, si appisolò. Un’ora e mezza più tardi la sua anima
lasciò le spoglie mortali.
I corpi degli sfortunati coniugi Nook, dopo
un breve quanto intenso funerale nella chiesetta antistante l’ospedale, vennero
cremati e trasportati a Leafy, per essere tumulati nella cappelletta di
famiglia.
Quanto a Tom, la vicedirettrice
dell’orfanotrofio di Leafy si fece carico di venire a prendere il neonato
direttamente all’ospedale di Tokera, per ospitarlo nella sua struttura. Il
cucciolo di tanuki dormì tranquillo per tutto il tragitto, con il suo pelame
color del miele e gli occhioni blu come il mare.
Così, Tom Nook cominciò la sua vita all’orfanotrofio
Raggio di Sole, un posto che contrariamente alle aspettative comuni si rivelò
essere caldo ed accogliente, per quanto non potesse assolutamente sostituirsi
alla malinconia che il bambino provava di tanto in tanto, quando veniva
accompagnato davanti alla tomba dei suoi genitori, o quando vedeva che qualcuno
veniva adottato…
All’età di otto anni, si era ormai arreso
a restare con Susan e Laura, rispettivamente vicedirettrice e direttrice
dell’orfanotrofio.
Susan era una cagnolina volpina, era giovane
e per i bambini dell’istituto era una sorta di sorella maggiore, mentre Laura
era un camoscio dallo stile sobrio e ricercato, capace di tenerezza e severità,
dosate con grande maestria.
A Tom non dispiaceva comunque restare a
dondolarsi sull’altalena mentre i più piccoli venivano portati in macchina dai
loro nuovi genitori, in un certo senso si sentiva in pace, ed era felice per la
nuova vita dei suoi fratelli adottivi. Quanto a lui… Sarebbe rimasto al Raggio
di Sole fino almeno alla maggiore età, e poi si sarebbe dato da fare come
insegnante.
Il destino, però, aveva in serbo per lui ben altri piani.
Stava per abbattersi un uragano sulla
vita del timido e tranquillo Tom Nook.
Un uragano arancione.