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Autore: _Layel_    17/07/2022    0 recensioni
Rei Himura sognava di sposarsi con l'amore della sua vita, il suo compagno ideale. Ciò che non aveva immaginato neanche nei sogni più assurdi era essere chiesta in sposa dal Numero Due. E, anche se diverso da come l'aveva sognato, il suo matrimonio sarà felice. O almeno lo spera.
Aka: il matrimonio di Enji e Rei.
[Questa storia partecipa alla challenge delle 6 Coppie indetta da LadyPalma sul forum di EFP. "Canon"]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Endeavor, Rei Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo Voglio?



La giornata era iniziata con una pioggerella leggera. Per alcuni poteva essere un cattivo auspicio che il giorno del proprio matrimonio iniziasse con la pioggia, ma Rei ne era grata. Anche se autunno, le settimane precedenti avevano portato un caldo insopportabile e fortunatamente la pioggia aveva rinfrescato l’aria. Rei aveva sempre preferito il freddo - un’altra differenza con il suo futuro marito - e con tutti gli strati di tessuto che avrebbe dovuto indossare era felice che la giornata fosse meno calda.

 

Si trovava in una piccola stanza dalle pareti bianche e tre donne la stavano aiutando ad indossare il kimono tradizionale. Tutto del matrimonio era tradizionale - una decisione presa puramente da Enji, Rei avrebbe preferito sposarsi all’occidentale - eccetto per la sua acconciatura. Non indossava la tipica parrucca nera, i suoi capelli bianchi come la neve erano intrecciati con piccoli fiori rossi ed ornamenti dorati che facevano risaltare ancora di più il pallido colore. I suoi capelli erano il segno più evidente del suo quirk. Doveva essere in mostra, il protagonista della cerimonia, perché alla fine il suo quirk era l’unica ragione per cui Rei stava per sposare il novello Eroe Numero 2. 

 

I suoi genitori, anche se inizialmente reticenti, avevano ceduto sotto le pressanti richieste - e il denaro - del giovane Todoroki Enji. Da quando la data del matrimonio era stata fissata - e un terzo dell’acconto trasferito sul loro conto bancario - i suoi genitori trovavano ogni occasione per ricordarle che grande opportunità avesse avuto, quanto fosse fortunata lei, tra tutte le donne del Giappone, ad aver attirato l’attenzione dell’Eroe Endeavor. La rassicuravano dicendo che sarebbe stato il marito perfetto - come poteva non esserlo, svolgendo una professione tanto nobile? - e che avrebbe vissuto in ricchezza e tranquillità per il resto dei suoi giorni. Anche se Rei sospettava che lo dicessero solo per pulirsi la coscienza, non poteva fare a meno di sperare che le previsioni dei suoi genitori si avverassero.

 

Dopo quelle che parvero ore, e forse lo furono, l’ultimo strato venne assicurato, il trucco ritoccato e i sandali infilati. Rei venne accompagnata all’auto da sua madre e per tutto il viaggio si ripetè i passaggi di ogni rituale, pregando di non dimenticarsi nulla. Alcuni giornalisti sarebbero stati presenti, un numero molto ristretto e di editoriali di cui Enji si fidava, e Rei sarebbe stata mortificata se un suo errore avesse fatto il giro della nazione.

 

I templi giapponesi erano mozzafiato, specialmente dopo la pioggia. Rei rimase incantata dal ritmico rotolare delle gocce, che dalle tegole si raccoglievano a terra, formando pozzanghere che riflettevano le foglie rosse e arancio degli alberi. Portò velocemente l’attenzione sul suo futuro marito, che l’aspettava fuori dall’auto. Anche lui era vestito con il kimono tradizionale, i kamon della famiglia Todoroki ben visibili sul petto e sulle maniche. La guardava con la solita espressione seria e quasi disinteressata con cui partecipava alle interviste. Come se sposarsi con Rei fosse solo un’altra incombenza irritante ma necessaria. Rei tentò un piccolo sorriso quando sentì lo scatto di una macchina fotografica.

 

Camminarono lentamente attraverso il tempio, i movimenti impacciati dalle pesanti stoffe che indossavano e dalle aspettative che gravavano sulle loro spalle. Erano seguiti da un numero ristretto di invitati: i genitori di Rei e i suoi nonni, i genitori di Enji e suo nonno. Due giornalisti. Un fotografo. Rei non aveva potuto invitare le sue amiche, i suoi zii e i suoi cugini o l'insegnante che al liceo le era stata tanto vicina e alla quale aveva promesso un invito solo due anni prima. Aveva inviato vari biglietti di scuse prima del matrimonio e tutti avevano risposto con comprensione: Endeavor era una figura pubblica che teneva alla sua privacy e che voleva garantirle un giorno senza rischi. Rei sperò che nelle fotografie la sua espressione non risultasse amara.

 

Arrivò il momento in cui si dovettero inginocchiare davanti all’altare delle divinità. Iniziava la parte più importante della cerimonia, lo scambio per tre volte di coppe di sake di varie dimensioni. Rei sperò che le sue mani non tremassero, che non rovesciasse nulla, che non commettesse errori. L’alcool la riscaldò notevolmente: una maledizione sotto il pesante kimono; attivò il suo quirk leggermente, per raffreddarsi. In seguito, lo sposo recitò i voti nuziali - Rei fu grata di non dover parlare - offrirono un rametto degli alberi che circondavano il tempio agli dei e si scambiarono gli anelli. Tutto andò alla perfezione. La cerimonia terminò con il consueto brindisi e ora Rei era la moglie di uno degli uomini più famosi del Paese.

 

La cerimonia fu sobria. Gli invitati non aumentarono di numero, anzi diminuirono, perché ai due giornalisti non fu permesso partecipare. Lei e Enji parlarono poco. Prima delle nozze si erano incontrati sempre e solo in presenza dei genitori di Rei e si erano scambiati solo cortesi parole di circostanza. Rei non sapeva niente di suo marito. Sua madre l’aveva assicurata che col tempo sarebbero arrivati a conoscersi. Rei sperava fosse così.

 

Finalmente la giornata si concluse. Le vennero tolti gli abiti da cerimonia, le sciolsero i capelli e aggiustarono il trucco. Quando Rei salutò i suoi genitori le scesero due piccole lacrime. Sua mamma le augurò di essere felice. Entrarono in auto e rimasero in silenzio durante il viaggio. 

 

Arrivarono davanti alla casa che Enji aveva fatto costruire appositamente per loro. Rei dovette rimanere a bocca aperta troppo a lungo, perché Enji si schiarì la gola e disse, “Entriamo.” Lei lo seguì lungo il selciato, ma si fermò quando del blu catturò la sua attenzione.

 

Rei si chinò di fronte alla porta dell’immensa magione tradizionale che sarebbe stata la sua futura casa. A fianco alle pietre del selciato era nato un rindou blu, il suo fiore preferito. “Non è bellissimo?” Aveva sussurrato. Enji sembrò considerare a lungo cosa dire, le risposte alle domande più semplici sembravano le più difficili per lui.

 

“Immagino di sì.” Aprì la porta e invitò Rei ad entrare in casa.



La mattina dopo, Rei si svegliò in un letto vuoto e con un mazzo di rindou blu sul comodino. Sorrise in modo genuino per la prima volta da giorni. Forse non sarebbe stato così male.





   
 
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