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Autore: Idalberta    18/07/2022    2 recensioni
Dal testo:
["Fai qualcosa. Non voglio morire, senza aver combinato niente di buono in quest'epoca. Non ho salvato Albion. Non ho salvato neanche una persona..."]
["E abbiamo continuato a guardarci negli occhi senza dirci niente, come due beoti."]
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ciò che è mio








Anno 2022



 

Arthur era riemerso dal lago, aveva trovato Merlin ad aspettarlo. Un Merlin tremante e piangente. Con fatica ma anche curiosità crescente era entrato nel nuovo mondo, affiancato passo passo da Merlin che lo aveva guidato con pazienza e solerzia in ogni piccola e grande conquista. Un giorno i due rimasero coinvolti, per puro caso, in una battaglia tra dimostranti e polizia. Arthur però fu ferito gravemente. Merlin, disperato, lo aveva raggiunto, portato via e adagiato in un prato. 

"Bene, allora ci risiamo. Dopo 1500 anni. Praticamente la stessa situazione..." diceva il biondo con voce debole e roca, mentre Merlin piangeva.

"Fai qualcosa. Non voglio morire, senza aver combinato niente di buono in quest'epoca. Non ho aiutato Albion. Non ho salvato neanche una persona. Ho imparato solo ad usare cellulare e computer, ma non lo considero un gran merito. E abbiamo continuato a guardarci negli occhi senza dirci niente, come due beoti. Morirò e tu mi aspetterai per altri 1500 anni? Che senso ha? Salvami! Usa tutta la magia che puoi!"

"Yev uon a su, drakon!" Urlò Merlin con gli occhi illuminati dalla luce d'oro e dalle lacrime

E nel centro di Hyde Park atterrò un drago enorme, probabilmente il figlio di Khilgarrah, provocando il panico nella gente che si trovava lì.

"Ti prego portaci al lago di Avalon, subito!"

"Come comandate padrone." rispose il drago.

"Padrone?" fece il re.

"Sì, è una lunga storia"

"Fammi un sunto."

"Sono il signore dei draghi e Balinor era mio padre!"

"E quando pensavi di dirmelo?"



Il drago li portò in un baleno al lago dove i Sisde si occuparono di Arthur.



Due settimane dopo lo restituirono a Merlin che pianse per la felicità, pur vedendolo così dimagrito e con la barba lunga, ma sempre bellissimo e soprattutto vivo.

"Cos'hanno detto del drago?" Esordì Arthur. "All'inizio hanno parlato di una 'illusione ', poi di uno scherzo ad opera di Scotland Yard, infine erano tutti d'accordo che si trattasse di un errore di una ditta pubblicitaria specializzata in ologrammi."
"Che fantasia!"

" Io ... devo dirvelo! ... Avete ragione: sono stato uno sciocco a non dirvi quanto vi amavo!" cominciò Merlin.

"Amavo?" chiese Arthur sconcertato.

"Amo! Amo ... Sempre! Allora e adesso."

"Più che uno sciocco direi un coglione!"

"Cosa?" sbarrò gli occhi Merlin.

"Come me, del resto ... Due coglioni!"

"Sto aspettando...sire..."

“Che cosa stai aspettando?”

“Non so... Una specie di dichiarazione. O qualcosa del genere.”

“Sai bene che con le parole sono negato.”

“Cosa c'è di così difficile nel dire 'io - ti - amo'?”

“Queste svenevolezze non sono da me. Ma se sono negato a parole, a fatti me la cavo egregiamente.” Si avvicinò a Merlin bloccandolo per la vita con le braccia e lo guardò negli occhi, sentendosi come sempre risucchiato in un vortice di tenerezza e desiderio.

"Guardarti negli occhi è sempre un' emozione sensazionale!"

Merlin era commosso.

“Vedete che, se volete, sapete usarle, le parole?”

“Se non la smetti di darmi del voi, me ne vado per sempre!”

“Ok” sorrise il moro.

Arthur finalmente lo baciò e Merlin che non aspettava altro da un millennio e mezzo a questa parte, rispose con tale enfasi, che si ritrovarono a rotolare sull'erba.

“Dio, ci faremo arrestare!” disse Merlin rialzandosi e cercando di darsi un tono.

“Non siamo più nel medio evo!”

“Ma il senso del pudore esiste ancora…”

“Non da quello che ho visto io…”

“Andiamo a casa” sussurrò languido il moro.

Quell'assaggio di Arthur lo aveva ingolosito a tal punto da non riuscire a trattenersi oltre. Lo immaginava già nudo, nel letto a fargli e a farsi fare cose meravigliose.

“Mi darai finalmente ciò che è mio?” domandò Arthur con fare imperativo.

“Di cosa parli?”

“Di te. Tu sei mio!”

“Certamente, se anche tu darai a me ciò è mio…”

“Non ti facevo cosí ardito!”

“Se mi permetti di usare la magia, sarò ancora più ardito ... e potrò amarti al meglio ... come meriti.”

“Tutto quello che vuoi, Merlin” disse Arthur deglutendo e asciugandosi le labbra con le dita. “Basta che ci sbrighiamo!”

 
  
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