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Autore: Legeia    18/07/2022    0 recensioni
In un Presente alternativo, come le possibilità. Scelte e decisioni, occasioni, una persona qualunque di città ma tutti i problemi della vita quando fugge. Realtà, mondo parallelo o cosa, nello svolgimento delle situazioni? P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta. COn parti che mancavano nella prima pubblicazione per errori del codice. I pensieri saranno tra: - pensiero o commento in evidenza -
Genere: Avventura, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ch 38 appunti Posto per ora questo, a seguire il sueccessivo da controllare il codice. Al solito non so ocme tutti i file conservati hanno qualcosa nel codice che mangia le parole o frammenta le frasi, non so. Sto sistemando e sto vedendo che gli ultimi 10 capitoli hanno ancora problemi, a breve li risistemo e spero che per il capitolo dopo siano a posto.



Chapter 38


Lia era alla Torre est francese a dieci chilometri dal centro di Parigi. Trovava Parigi una città non come la descrivevano tutti. Magica, romantica e altre menate. Perchè lei non vedeva queste cose, non le provava e non ne avvertiva i segni come tutti.
Sebbene Dorde la rimproverasse che fosse tutto dipeso invece dalle difese che aveva alzato e da quanto era cambiata a causa dei suoi e della feccia che aveva incontrato nella sua vita, e tutto quanto fosse nella sua testa. I terrori, le paure di sbagliare, di essere una figlia degenere e schifosa solo perchè viveva, di essere descritta ma loro descrivevano le altre che le faceva paura da sentirsi sola e isolata e altro... Ma per lei era solo un modo per farle capire qualcosa, affermando niente di sopprannaturale, che queste menate le doveva lasciare ai coglioni che ci credevano e finivano male.

Aveva deciso che lei sarebbe stata la Purga finchè in vita. E se tutti la consideravano sbagliata e non adatta al mondo come le avevano sempre ripetuto, che diventasse la pazza, sbagliata. Ma a suo godimento, finendo per cacciare la feccia.

"Non guardarmi così" diceva smepre a Milan e Dorde o Jd "Da quando ricordo mi sento viva essendo questo. Vivendo questo. Tutto quello che ho fatto, essendo questo... agendo come fossi la peggiore delinquente del mondo contro quella feccia... l'ho fatto per me! Lo sapete ma a volte travalicate le cose per dare una vostra spiegazione. Come i miei. Urlavi, dicevi le cose ma sentivano cosa e come volevano.... mi piace farlo. E lo faccio anche sforzandomi a volte, lo so, ma mi sono sentita... mi sono sentita viva!!! Lo so che le mie azioni per tanti saranno sadiche, sanguinose, dalla peggiore del mondo al pari di certa gente ma... io mi sento viva ed esistente nell'agire al posto del mondo, quello giusto e sebbene non provi soddisfazione per queste azioni come pensano molti, io non ritiro la mano dopo aver tirato la pietra... mi sento disperata, in colpa, tante cose difficili da spiegare quando mangio qualcosa da voler piangere per la contentezza, dall'avere vicino o occuparmi di un animale che desideravo tanto prima e mi avrebbe aiutata ma non potevo avere neanche un piccolo furetto perchè provavano schifo per gli animali vicini, solo guardare i gatti... osservo la gente a cui dico di darsi una svegliata e pensare a vivere come io non ho potuto fare... e cerco di capire se hanno intenzione di farlo loro che posono o meno, e io quanto ho perso finendo nella rete dei miei che volevano i figli casti, puri, perfetti, devoti alla famiglia e altre menate e sono... finita solo in un incubo di solitudine, niente, vuoto, privazioni... e ora, anche qui, non riesco a non voler piangere sia per la contentezza di qualcosa di buono che finalmente mangio e sia per cosa sto mangiando pensando a chi non può come la me prima, sentendomi in colpa... ad abiti che faccio fare nuovi dopo che i vecchi sono rovinati e mi sento spendacciona, le cos eche compro e il mio rifiuto di volere qualcuno vicino, dall'emergere da ciò che mi hanno gettato addosso enon posso togliere... è troppo tardi per quello... io non riesco a vivere neanche qui, ma provo un senso di vita cacciando e prendendo, facendoli soffrire, la feccia... per poi la notte non riuscire a dormire pensando con rabbia alla gente che viveva e vive che mi ha fatta soffrire, ogni giorno, cose che io prima dai miei non potevo, che scopava e mangiava cose, che vedeva sorrisi e richieste di compagnia, inviti e io... solo schifo... loro avevano cosa desideravo!! E Zay e ric hanno avuto il coraggio di dirmi di non pensare a loro come felici e vedere le apparenze... che apparenze vedevo!!??!! Imbecilli! Dalle foto erano con gente sorridente che conoscevo, loro tra gente e io sola!! A tavola in vari posti a mangiare cose e io con pane e formaggio e schifezze confezionate che mi veniva ormai da vomitare.... io non reggo neanche adesso, quindi lasciami in pace, non fare il giudicante, sono abbastanza rovinata di mio... io voglio mettere i panni di Veròna e sentirmi quel senso di vita a sprazzi quando cammino nella caccia... voi non potete capire come fossi morta dentro  prima e cosa sento, pochissimo, ma cè quando sono veròna...."



Aveva rifiutato da sempre cose che alla fine non aveva vissuto. A causa degli altri.
I usoi erano asfissianti, colpevolisti, era finita per arretrare davanti le cose della vita, senza viverle in ogni cosa, per il terrore di essere giudciata come loro facevano con tutti. Sapeva bene di suo che a volte provava odio verso chi le faceva provare gelosia, non era la stessa cosa contro la feccia che le aveva distrutto tutta lei pezzo per pezzo. Era un odio diverso, quello lo capiva.
E cercava dei frammenti dai racconti degli altri per capire cosa fossero certi sentimenti e sensazioni che non aveva mai provato e mai avrebbe fatto.
Da anni, prima di Zay lo sapeva, non era più adatta a fare marcia indietro e tentare ancora di vivere come una persona normale, inteso da togliersi tutto ciò che si era creata come un'armatura e fare tentativi. Non avrebbe avuto la leggerezza e la tranquillità di provare o sperimentare niente. Si sentiva più sicura con alcuni di loro da scherzare e afare cose che le venivano in testa ma tutto era lì in agguato a bloccarla.
Si era accorta perfino che fumare non era come per gli altrui. Non aveva quel senso di catena alle sigarette, ma non era per il tabacco che  fumava, ma per cosa che la sigaretta dava di sè anche senza le foglie e porcherie che mettevano nel tabacco stesso da fumo. Era l'azione stessa del fumi, di aggrapparsi a una sigaretta, o nel suo caso al bocchino da donna anni trenta, sebbene a volte volesse spaccarlo in terra in mille pezzi per quanto la facesse incazzare Dorde. Si era accorta che a volte era per lei necessario, vitale, fumare. Essere legata a quell'oggettino su cui scaricare tutto e farsi dare un senso di liberazione e pace.
Aveva capito che non era nemmeno dato allo stesso modo delle droghe. Provava repulsione per la questione di cosa davano le droghe e cosa facessero provare o meno. Non riusciva, andava fuori di testa, ad avvertire il senso che davano alcool o fumo o altro. O meglio, aveva provato solo la sensazione di medicinali nella sua vita che l'annebbiavano e l'alcool quando per fignere che lo usasse per cucinare, riusciva a far comprare loro del vino. Quello da 1 euro che faceva schifo da supermecato nei cartoni, ma er al'unica cosa che era riuscita a fargli sganciare che potesse bere. NOn si beveva altro mai, tranne lo spumante per le cavolo di feste.
E lo faceva in un mese, una confezione in un mese nel peggiore dei casi, perchè non volevano comprare e faceva schifo, e sentiva l'effetto che faceva quando invece lo trovavano a meno di un euro e ne compravano di più e lei abbondava quando sola. per avere del vino frizzante doveva escogitarsi perfino di ocmprare quelle bustine digestivo con effetto effervescente. Un euro ancora, questa volta comprato da lei quando poteva e prendeva quel vino schifoso, in mezzo bicchiere d'acqua, allungava con acqua e metteva il digestivo effervescente per le bolle. Altre volte solo il bicarbonato. Non aveva altro da bene oltre acqua e doveva farselo andare bene.
E quando eccedeva con il vino senza diluirlo, sentiva l'effetto dell'acool, anche se non doveva essere lo stesso di quelli buoni ma lo odiava.
Quando stava ancora nella sua vecchia vita lo trangugiava fingendo che fosse il miglior vino frizzante al mondo mangiando lo schifo che trovava nel frigo o aprendo scatolette o roba surgelata. Non essendoci altro, nessuno cucinando in casa sua o volendo farlo se non lo stesso schifo pronto scaldato e non poteva comrpare niente o urla e botte.
E non poteva cucinarsi niente. Niente. NOn cèrano manco gli ingredienti per farlo e se cèrano,e rano così contati che se avesse utilizzato roba, anche solo un uovo come er acapitato, se ne accorgevano e urlavano. E lei somatizzava finchè non si sentiva così male da credere di morire e rallegrarsi, ma poi non accadeva mai.

Non sarebbe mai accaduto quel dono si diceva, tempo dopo aver mandato a fanculo zay e ric e maledicendo tutti e tutto, non potendo più vivere quell'esistenza meschina, aveva capito che non poteva avere ormai l'unica cosa che bramava, se non per sua mano e nel modo più doloroso che temeva.
Si era spaccata la schiena tutta la vita per ciò che poi non ebbe. per gli altri, quando faceva qualcosa per sè, schiamazzi, urla, sensi di colpa gettatoli addosso come se wnon dovesse pensare a fare neinte se non come loro volevano vivere... mentre gli altri facevano cose e lei osservava solO!
Non ebbe momenti di vita da ricordare. Istanti felici. Cose da ricordare con calore.
Non visse niente, ma proprio niente, se non dover stare a casa con loro. in una vita non sua. In un'esistere, non vivere, di cibo schifoso buttato ancora confezionato sul tavolo, con pasta scolata e gettata sui piatti con sugo dai barattoli da mettere sopra così o quei sughi schifosi che faceva sua madre che non riusciva a digerire. la madre odiava cucinare e lo faceva con malavoglia, venendo uno schifo. E non poteva mangiare cosa voleva o la madre e il padre, con i fratell ispioni, facevano casino. NOn si poteva prendere qualcosa da mangiare se si aveva un languore, si mangiava cosa dicevano loro e quando, non eissteva in frigo o altro posto cibo disponibile per tutti e quando volevano. Se si mangiava fuori orario senza la loro autorizzazione, bordello.
Ninete rosticceria, niente roba da panettiere, niente pranzi e cene della domenica, neinte perfino patatine fritte. Mai. Tutto ciò che vedeva in tv o le rare volte che usciva dalle vetrine dei negozi o panettieri, poteva vederli solo nella sua testa. Se comprava qualcosa il cazziatone era stratosferico e le facevano venire sensi dci colpa che non doveva avere da farle venire voglia di rivomitare tutto.
Non cèra cibo in casa da definire di conforto. Niente pranzi fatti ocn ricette anche basiche e conosciute. CArne sbattuta sulla padella e stop. Anche se a volte le capitava di scovare poisti segreti dopo loro nascondevano a lei il cibo che non le davano ma mangiavano loro. Per lei, dicevano.
Cibi cucinati male e da schifo fatti a modo loro senza sapore. Barattoli econfezioni sulla tavola da cui prendere un pezzo e mangiare col pane, così, come cibo di fortuna, non una tavola normale.
Diventava pazza ogni giorno che passava. Sempre sola, sempre a vedere le solite quatto pareti e le loro voci sempre e sempre. on era una famiglia per lei, solo una'ccozzaglia di merde che dicevano agli altri ocme vivere. E che dovesse andargli bene così e la cosa che odiava era che ogni tanto sentiva che lei aveva soldi da parte ma registrati a nome dei suoi e lei non poteva toccarli o cascava la casa. lei non aveva neinte.
Vivevano soli, isolati dentro casa, senza vedere mai nessuno, solo uscire un'ora al giorno se andava bene altrimenti erano una palla al piede. Se no nti trovavano in camera cercavano tutta la casa urlando finchè non ti facevi trovare. neanche in terrazzo cèra pace o fuga. Era una gabbia, punto,ma se lo dicevi rispondevano con rabbia "fai schifo a pensare queste cose".
E lei voleva solo morire, mentre dalla finestra sentiva o vedeva la gente che viveva, mangiava per strada cose, parlava al telefono o con altri di cose che avrebbero fatto.
I parenti poi non erano meglio. le volte che li vedeva non si tenevano niente. Una volta per alcune ore sola era uscita via per comprarsi qualcosa al supermercato e mangiare di nascosto ma loro la videro e andarono a dire ai suoi che -aveva le borse piene dal supermercato- e anche quella fuga finì nel ninete più.

E si ripeteva...
- Io non avrò mai niente, sono finita schiacciata da loro-
-sono  AFFOGATA NEI MIEI DOLORI E ho DIMENTICATO DI LOTTARE PER ME STESSA-

Quando usciva cèra sempre qualcuno che la vedeva e parlava. Se usciva dal panettiere con finalmente un trancio di pizza, la vedevano e raccontavano. Se con in borsa qualcosa con il desiderio di mangiarlo, non aveva posti dove andare e la trovavano per strada e dovevano accompagnarla col rischio che la sgamavano se non l'avevano fatto per i rumori -dannate confezioni di alluminio e simili come per le patatine- e per non sentire nessuno non comprava più ninte.
Restando così, coi desideri.
Viveva solo di desideri. Menteri suoi facevano stronzate. Pane da comprare a chili, ogni mezzo chilo tagliato in tre e messo nel surgelatore e poi uscito al bisogno e lei impazziva.
Un pezzo di pane con una scololetta divisa in tre, salumi, formaggi orribili, pasta con schifo, carne economica e fatta sempre allo stesso modo. Tutto allo stesseo modo, sempre e sempre, senza cibi di confroto che desiderava. Costa troppo tutto, vanno bene questi.
Per lei non era vivere. per lei era dover subite una vita non sua che piaceva a loro.
La sera non uscivano mai e scassavano, non vedevano mai nessuno, nessuno che se li portasse a fanculo, solo ad averti tra i piedi a sbraitare, giudicare, accusare, rompere le scatole. Loro non mangiavano qualcosa o non gli piaceva? Non si comprava. Semplice.
NOn sapeva come facessero a vievere quel NIENTE ma lei era fuori di testa dal doverselo subire e per le malattie che le vennero per vivere quella vita, restò col culoa terra, potendo pensare di scappare solo per morire. Ma anche la morte sembrava prenderla per il culo.
E quando beveva quel miscuglio che di vino non aveva niente neanche alla base, sentiva gli effetti e si chiedeva cosa ci trovavano tutti a bere e drogarsi poer fuggire con la testa se era orrib ile non essere se stessi e lucidi.
Non riusciva lei a reggere quella sensazione, affatto, andava nel panico o fuori di testa, per lei avveertire ciò era traumatico. Un conto era la dissociazione volontaria, ma non in quel modo. E si chiedeva cosa portasse la gente a rovinarsi fegato o cervello con droghe o alcool per scappare, mentre lei invece non riusciva a tollerare di averne effetti blandi...

E in quel momento alla Torre per sentire i resoconti, faceva nervi dentro. Lei non vedeva le città famose come bei luoghi, riusciva ad a mmirare gli edifici e l'ambiente finchè  non vedeva l'altra faccia di quei luoghi. Senzatetto, drogati, poveri, gente ai margini della società.
Lei vedeva al di là dell'apparenza e non capiva perchè la gente fosse così tranquilla nella menzogna. Esisteva anche altro che strade belle e con  negozi alla moda, tutto ciò che alla gente piaceva per fingere di vivere come in un film.

"Quindi con questo nuovo gruppo di spacciatori, tornano tutti a farsi e a rubare, compiere atti criminali e comportamenti violenti... alcuni sono finiti con ossa rotta per non aver pagato e..."

"Basta così" fece lei adirata.
Vestiva sempre con l'abito da veròna, non quello bianco ma quello da strada come lo chiamava.
Completi di taglio maschile in vari colori e tessuto sempre con blazer o panciotti, pantalone e camicia e le cravatte,. Cappelli in stile mafiosi come li definiva ridendo di vari fogge anni trenta a quaranta e i cappotti da tizio inquetante di gusto antico. I capelli erano soppiantati da parrucche lisce e del suo colore naturale o uno o due toni più chiare, alcune con frangia e altri scalati nello stile moderno.

"capo, non mi piace quella faccia" le disse Kovacs vedendola fare un'espressione che mostrava quando aveva in testa roba distruttiva

"Componete il cerchio per la Caccia, è ora di Purgare tutto. Di nuovo. Andiamo a fargli capire la situa...." incamminandosi verso la porta, mentre i tre alzavano le spalle l'un l'altro come per dire che le cose erano così.

"Capo, vuole andare dove...?" le chiese ancora seguendola, vedendo che usciva verso le strade

"Il cerchio, amico mio, è tutto ciò che mi serve. Anzi...!" fece lei inchiodandosi di colpo e i tre riuscirono a non investirla, ma si sbatacchiarono tra loro. la videro voltarsi e andare nell'edificio a fianco della Torre che tenevano come armeria e zona cani segreta, sebbene i cani giocassero nel giardinetto presente ma era passato come dogsitter come copertura. E si fece prestare tre cani con cui aveva già lavorato, facendosi seguire dal loro handler sebbene avesse saggiato i comandi che lei impartiva con mani e braccia e seguitò in cosa voleva fare. Senza proferire parola si addentrò per le strade, al centro, camminando incurante delle macchine essendo anche a senso unico e delle persone che la vedevano.

Con il completo grigio scuro, blaser, cravatta, scarpe robuste, cappotto, cappello e capelli lisci al vento, camminò impetitta e con aria omicida verso la zona dove stavano un gruppo di sensatetto e drogati. Avvertì la presenza del nuovo gruppo di spacciatori stabilitisi sul posto, fieri di quelli che lei aveva cacciato, vedendo i loro spacciatori e loro vedevano lei. Di colpo si fermò, sempre al centro della strada, mentre gli abitanti del posto, delle case  ma più di quelli che stavano nella zona  degli squat, divenendo  squatter  che occupavano abusivamente edifici pubblici abbandonati ma anche buchi privati di loro proprietà ma in condizioni misere e peggio. Ammassati, agglomerati, in situazioni di vita disumane.
E la conoscevano ormai, per cui appena la videro, tutti la fissarono e chi era nei vicoli o nel fondo, la zona ampia detta Squat, furono chiamari come avviso che era tornata.

E lei restò qualche attimo mentre li vedeva e poi alzò una mano al cielo, dopo aver infilato le mani nelle tasche del soprabito o cappottone. Una era ancora dentro ma la sinistra era bella in alto con una busta trasparente e della roba dentro che brillava al sole.

"Cari Figli, sono tornata!! ma ho seguito le notizie dei miei servitori sulla situaizone attuale. Ci osno nuovi funghi qui..." indicando per funghi i parassiti  dell'ambiente in cui vivono quelli ocnosciuti e da mangiare. Vivendo in natura come parassiti, su tessuti in via di deperimento ma ancora vivi, o su materiale morto, nutrendosi come saprofiti. E per lei questo erano,   parassiti su tessuto cancroso della società, non per sua volontà o portato a quel livello da varie cose. per lei era dispregiativo contro quella gente. "A voi spacciatori di quei parassiti pidocchiosi, vi dò un avvertimento!! Da questo momento io sono tornata di persona per dirvi di smammare.... da oggi Figli miei, avrete la droga da me gratis come ricompensa per piccole cose che vi chiedero di fare... niente contro la vostra dignità e persona. Sarete persone e vi aiuterò a risollevarvi da tutto, ma sarò io a fornirvi vera droga di qualità o alcool non tagliati o con altre schifezze e mi giurerete di impegnarvi a tornare persone... e ..."

"Ehi stronza, stiamo lavorando... ti spiace infilarti quella merda nel culo e andartene... eh??!?" fece uno degli spacciatori avvicinandosi spavaldo menter altri suoi colleghi camminavano come cani a caccia. Lei non sorrise ma fissò lui e gli altri e poi tirò fuori le mani libere. Con i guanti.
Kovacs e zidgi sudarono freddo. I guanti che aveva erano un prototipo nuovo di due paia che utilizzava di oslito come cavia. Un paio gestiva l'elettricità generata da un sistema micro che aveva qualcosa a che fare con la fissione nucleare, lui non ne capiva, ma il sistema era simile, sebbene dicessero che era sicuro in casi di danni al paio in uso. Generava corrente e forti scariche a piacere, con dei chip o silmili gestiti dal controllo cerebrale,. Un pò come avevano spiegato a loro e a lei, con il sistema di rilevaizone di informazioni nervose per far muovere arti artificiali. Altra cosa che lei provava. E un altro paio era in grado di manipolare il sistema magnetico in un modo che Kovacs stesso non capiva, ma lei con il pensiero anche collegato alla bluebox, poteva attivarli per gestire effetti di magnetismo o repulsione per manovrare oggetti, rpednerli o lanciarli. E se nel corpo o nei vestiti vi erano elementi metallici conduttori o magnetici o che ne venivano influenzati, lei poteva agire anche sulla persona stessa. E in quel caso lei aveva indosso un prototipo di guanti ove uno era magnetico e l'altro con capacità elettriche o qualcosa di simile.
lei era piàù affascinata a leggere e informarsi e capire il funzionamento delle cos e leggeva e si intatteneva con gli scienziati con mille domande, e lui aveva capito solo questo funzionamento base.

"..." fissandoli uno per uno poi arlò a quello che aveva detto cosa le fece venire rabbia "Tenete fuori i vostri coglioni dal mio territorio!"senza muoversi, inclinando la testa come faceva sempre di lato "svanite e io sarò magnanima ma tornate e vi renderò degli esemplati del genere proctodeati simili a vermi o cetrioli di mare... per mio godimento..." fissando quel tizio negli occhi.

"Intende che vi asporta braccia e gambe e come i cetrioli di mare, vermi e altri robi del genere, sarete solo bocca e ano..." fece Zidgi ridendo per chiarire la questione.

"Sta arrivando il capo..." fece uno di lor dopo essersi girato.
Giunse un bel gruppo di tipi biechi e pericolosi che si fermò metri prima e uno in testa al gruppo ma con alcuni scagnozzi intorno, chiese che stesse accadendo.

"Accade che voi siete sul mio territorio di gestione. portate i vostri scroti altrove, sempre che non arrivi anche lì... " minacciò Lia e quello rise voltandosi verso i suoi alle sue spalle come fosse divertente. "cosa trovi divertente... forse cè qualche parte della mia frase che non riesci a comprendere perchè nonstnat e i soldi che fate con qella roba, non sapete da dove si inizia con un libro...? Oh, no!! Ho capito.... mea culpa! Ho parlato di scroti, ma qui non ce ne sono, avete ragione. Siamo tutti privi..." ridendo in modo demoniaco verso l'uomo che era il capo del gruppo nuovo.

"Che cosa vuoi. Cosè questa storia?"

"Quanto ho detto. Hai le orecchie otturate? FUORI. DAL. MIO. TERRITORIO!! O vi pentirete fino alla morte di non avermi ascoltata..."

Kovacs e Zidgi sudavano freddo, non erano rare sparatorie o agguati tra bande criminali e gruppi di spaccio e la questione che lei non aveva paura di morire, ma anzi voelva vedere lei fin dove potesse arrivare con le sue conoscenze e capacità in situaizoni di pericolo... lo odiavano a volte. Giocava trooppo col fuoco per loro, ma sapevano che cèra un motivo ma azzerare un gruppo criminale a volte non era così facile come poteva sembrare andando là e minacciandoli e lei lo sapeva. Kovacs si chiese che cosa avesse architettato per stanarli tutti e toglierli di mezzo, conoscendola poteva aver chiamato quei criceti robot o una squadra speciale militare esterna o altro.

"Addirittura.... da dove sei uscita fuori, da un vecchio film in bianco e nero e vieni a dettar legge...? Cèravamo prima noi qui, e so chi sei. Ti ho vista cacciare tutti lgi altri che non si sa che fine hanno fatto... E non mi importa. Sto facendo affari, sto lavorando... non siamo mica quei tizi che stanno a fare video online, come si hiamano, youtuber, che non lavorano quelli... IO lavoro" indicandosi con gli indici inclinandosi un pò in avanti facendo vedere il labiale " E tu ragazzina strana, stai rompendo le palle ai miei ragazzi. Non credo alle streghe tra le altre cose... Molti qui vanno al centro di Parigi a mendicare o fare spettacoli di strada e portano roba buona composta da monete, banconote, gioielli e molto altro di elettronica che donano come pagamento per i prodotti che commercio... io sono un negoziante, mettiamola così e... anche se ti smebro giovane, fidati! Sono pericoloso come il peggiore dei trafficanti messicani e..."

"Oh..." fece Lia come se intendensse che avesse capito

"Ecco brava... hai capito. Vai prima di finire in pericolo per..."

"Ma io... non sono in pericolo.... IO SONO il pericolo....Sei fortunato che non ti abbia sparato al culo solo per aver osato, sapendo di me, tornare e insidiarti con la tua merda...." con un sorriso ma non era caloroso.

"Quindi..."

"Quindi ti do il tempo necessario, quanto ti serve ma in fretta, per cercare i tuoi coglioni persi da qualche parte e capire di sgommare via... e non parlo delle auto ma di cosa farai nelle mutande se mi fai incazzare..."

"Ah ah ah... vuoi minacciarmi?"

"..." lei non parlò ma prese qualcosa dalla tasca e la fece vedere, un oggetto qualsiasi, poi lo strinse nel pugno del guanto elettricatore e l'oggetto si ruppe in malo modo, cadendo a terra in pezzi ancora con fasci di luce azzurrina sulle partti metalliche "questa... è una minaccia!" inclinando la testa con un colpo secco per intendere meglio la questione.

"Non mi farò spodestare da te solo perchè hai scagnozzi armati. Io non sono Pablo che..."

"Io speravo che tu fossi più saggio... "

"E lo sono. NOi siamo di più! Armati. Tu sei... una stupida che minaccia senza davvero chissà cosa e hai vinto l'altra volta solo perchè cè stata la retata... ma io ho uomini migliori dei suoi... io sono qui il Re..."

"Smettila con le cazzate, fai i bagagli..." iniziando a scocciarsi e Zidgi fece segno a Kovacs per capire se lei volesse davvero fare casino

"Vuoi metterla così? Non mostri paura? Allora vediamo come te la cavi se prendo qualcuno di quelli che chiami Figli e gli sparo in mezzo agli occhi ogni mezzìora se non decidi di alzare i tacchi.... questa è una minaccia!

"No, non è una minaccia E' fare il bulletto!! Sei questo? uN BULLO???"

"e se lo facessi tu... voi che ne dite?" chiese il capo ai tre dietro di lei che vennero presi di mira da alcuni itnorno a lui e loro dovettero alzare le mani , sperando dentro di loro che lei avesse un piano.
I cani vicino a loro ocn il loro Handler ringhiarono ma restando seduti.

"Ti sei portata i cagnolini... sai che se osano alzare una zampa, sono morti! Torna a casa a pettinare le barbie e cambiar loro i vestitini... è meglio!"

"..." sorridendo a mezza bocca "io non gioco con le barbie... io gioco con le mie bambole. Le mie prede... VAI. ALTROVE... ultimo avvertimento!"

"sparategli, mi hanno stancato!" fece scazzato quello. Di colpo qualcosa sopra le loro teste coprì il sole. Erano le Razze. Dei robot sperimentali su idiea di Lia. Avevano precisa la forma di una razza del mare, ma con la particolarità che avevano un sistema di prova di sospensione per aria magnetico per cui calibrando il potere magnetico terrestre con il loro, potevano fluttuare per aria come se volassero. E in quel momento volteggiavano in cerchio sopra le loro teste  a giuro ad una certa spaziatura tra loro e tra loro e i soggetti.

"Ho evocato esseri che non ti immagineresti... e mostrando con essi la piena ampiezza del mio potere... per rendere possibilile... l'impossibile...!"

le razze continuando a volteggiare in cerchio portarono la lunga coda all'atezza della -bocca- avendo la medesima forma delle vere razze e dall'unione della punta della coda che frizzò con quello che iniziarono ad emettere dall'apertura che sembrava una bocca, si generò per ogni soggetto un prorompente getto di fuoco che unito agli altri creò un anello che investì tutti coloro che erano nelle vicinanze, tranne il centro. Come nelle prove, un rischio secondo Kovacs, al centro la portata del fuoco era minima ma per protezione Lia utilizzando il potere magnetico, scelse una  portiera di auto e sradicandola dopo che l'auto intera veniva tirata dai guanti e dovette dare colpi secchi magnetici, la mise tra sè e il fuoco, tenendola a mezz'aria e spostandola dove sentiva più calore sebbene non toccata dalle fiamme. tutti i soggetti intorno al cerchio di fuoco vennero investiti malamente, ma quelli verso il centro no e Lia e il capo dell'altro gruppo si fissarono negli occhi mentre lei con una mano faceva girare intorno a lei la portiera a protezione. Quando il muro di fuoco terminò , Kovacs pensò al temrine del prodotto incendiario nei robot sebbene noon ne fosse sicuro,  tutti quelli non coinvolti nel fuoco misero mani alle armi contro lei e i tre dietro di lei. Lia lanciò la portiera di latò con un gran botto.

"Finiamola qui, non mi va di spremere la mia energia per mostarti poteri che utilizzeri per cose buone... VATTENE!"

"Io non me ne vado"

"Molto bene, sei pronto allo scontro, allora? O possiamo chiudere la cosa a parole e te ne vai..." perentoria

"... dove sono quelgi animali che sputano fuoco?"

"Te l'ho detto! Il mio potere magico si può equiparare in questa mia veste fisica umana nella mia energia vitale, finchè avrò energia per muovermi, io posso utilizzare la magia. Ci osno cose che non posso prevaricare al di fuori dal mio piano di appartenenza e s eho forma fisica, ho limitazioni... ma non signfiica che sono monca di qualcosa s eposso sventrarti con il becco di un picchio e utilizzare le tue viscere per catturare a mò di rete da pesca uno squalo..." ridendo malignamente

"da dove... da dove vieni fuori?

"Dai tuoi incubi.... allora, sgombri il campo di derelitti che stai rovinando o devo fartelo capire meglio?"

"preferisco il meglio..."  quelli dietro di lui erano armati

"... mezze fighette...."

"Cosa?"

"ho detto mezze fighette! Se tu avessi i coglioni che fai credere di avere, saresti tu come un vero Alpha ad affrontarmi di tua mano in uno scontro dove chi perde diventa il nuovo capo... ma non hai le palle!!" ridacchiando. Lia si stava diveertendo, si chiese Kovacs? Stava usando psicologia o faceva come a volte tentando con piccole cose per trovare quella giusta e premere il tasto dolorante per rivoltarlo contro?

Uno dietro di lei sparò con la sua pistola verso Lia e come nelle esercitazioni, il guanto con il potere magnetico entrò in funzione. Molti proiettili potevano essere fermati con i guanti. Ma cèra un MA. Mentre alcuni metalli sono magnetici, la maggior parte no. Rame, oro, argento, piombo, alluminio, stagno, titanio, zinco, e bismuto hanno elementi e le loro leghe sono diamagnetiche. Leghe non magnetiche sono ottone e bronzo.
Se una pallottola aveva una forma di magnetismo significava che alcuni materiali mostravano in presenza di un campo magnetico attrattiva o repulsione o ne venivano nflienzati. Poteva essere un rischio forte se le camicie dei proietitli  non fossero state diamagnetiche. Non impoirtava la forma come a cilindro, conica, a bottiglia, chiave era la lega. Palla e bossolo potevano anche avere lega differente ma il peggio erano i bossoli mantellati, costituti da camiciatura di metallo tenero come rame o lega non diamagnetici, quindi i proiettili con camicia o corpo teneri avevano leghe che non avevano influenze dai guanti. e cèra sempre il rischio che passassero senza rallentare.
Il potere dei guanti oltre la manipolazione di elementi influenzati dal magnetismo era quella di fermare o rallentare la corsa di qualcosa verso di sè. E se si presumeva che il bossolo fosse non influienabile il meglio che si poteva fare, per l'operatore dei guanti, era agguantare qualcosa di robusto e farlo frapporre tra se e il proiettile. QUindi usare il magnetrismo per prendere qaualcosa che tenesse ai colpi.
Ma lei non lo fece e i tre trattennero il fiato impalliditi nel vederla trapassata. Ma per fortuna di tutti la pallottola per azione del guanto, rallentà e poi fece un Plop contro il suo palmo dopo alcuini secondi di conflitto per aria, mostrando ai basiti membri di quel bruppo qualcosa di impossibile. Lia prese in mano il proiettile, lo rigirò tra indice e pollice sorridendo e poi chiese se volevano giocare ancora, ma prima che potessero rispondere sferzò con il magnetismo di repulsione il proiettile che con una sorta di lancio della mano aperta e questo nel palmo si conficcò nel corpo di un uomno, mostrando come non fosse un semplice lancio.

"Ti avevo chiesto, gentilmente, di scegliere. Agli altri io propongono tre scelte...  andarsene, unirsi a me o sparire.... a te ne ho dato solo due, non farmi inserire la terza opzione... non vi voglio, quindi rimangono due!! VELOCE!!...."

"Non permetterò a una femmina di..." indicando uno dei drogati che lei conosceva e facendolo avvinare con gesti e parole gentili, finchè non fece un gesto a uno dei suoi e qullo sparò dritto dritto al giovane che cadde come un abito scivolato dalle stmapelle in terra.

Lia fece un gesto di sopresa al botto della pistola contro il ragazzo, e poi fissò il niente che era diventato occupare spazio sull'asfalto, rigida e fredda. Kovacs allongò il collo a fissarla e vide ODIO. Quella luce e forza negli occhi fissi sul ragazzo morto uniti a una respirazione che gonfiava il petto. Cattivo segno.

Lia puntò con gli occhi un tizio con collane finte e dozzinali e orecchini espansori non d'oro e metalli simili. Con il guanto lo puntò ancora ma con l'indice finchè no sfruttò la potenza magnetica sugli oggetti che il tizio aveva in tutto il corpo, dai bottoni dei jeans, a chiavi, a oggetti vari e collane e ninnoli e con un balzo si fece tirare addosso a lui, con velocità come nelle esercitazioni che gli altri non capirono che accadesse,  striongendo con piedi e mani sul suo petto rabbiosamente le collane nel pugno mentre il magnetismo era ancora attiva e e poi Kovacs tirò un solo respiro, per poi non farlo più!
Stava accadendo quella cosa? Che doveva fare?
le nanomacchine avevano degli effetti nefasti e differenti su chi le aveva. Su di lei, i livelli di dopamina, serotonina norepinefrina ed epinefrina scendenvano o schizzavano alle stelle e in base a questi dosaggi e alla rabbia e furia che le veniva per cosa accadeva finiva per sballare da diventare instabile, folle, pregna si ansia, rabbia, eccesso di brama di fare del male.
Era capitato che ciò fosse riscontrato ma ma soggetti precedenti a lei erano finiti nella follia cieca senza tornare se stessi o erano morti per l'eccesso di sforzi e stanchezza distruggendo e attaccando tutto ciò che li faceva incazzare.

 per leggere cosa accadeva ai suoi ormoni e livelli David aveva un collegamento con la bluebox che leggeva i risultati. Se la dopamina era la sola schizzata in alto era in un momento di furia inarestabile... era così si chiese Kovacs ragionando ma pieno di paura perchè la vide uscire fuori dai gangheri.

E mesi dopo con la nascita di Kianta, il suo compito sarebbe stato quello di registrare meglio i suoi stati d'animo e comportramenti per fermalra, ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che se ciò avveniva,  le nanomacchine portavano agli effetti indesiderati terricanti. Quella che poi David chiamò l'effetto zombie o da  droghe pesanti.
Sapeva che dentro covava un carattere così duro che frenava con la sua personalità fittizia creata per fingere di essere cosa gli altri volevano, che desiderava sfogarsi MALE contro la gente. Più volte, apertasi con loro e con i veterani, aveva esternato quel bollente e impellente desiderio di rispondere a botte e rimproveri maneschi dei suoi o ricacciare in gola le parole peggio di una lama. Il suo limite di sopportazione era giunto a quel oltre la linea da causarle attacchi di rabbia furiosi da voler picchiare e regolare le cose come mai prima. Ma sempre accadeva quando qualcosa accadendo la faceva arrabbiare, imbestialire, farle venire odio cieco. per il resto sapeva contenersi.
E questo veniva enfatizzato senza volerlo dalle nanonmacchine che come elemento di ocntroindicazione potevano spingere ormoni e livelli in lei da sfuriare malissimo. Ma se le volte con i test le sue sfuriate erano mezzo dissociative e mezzo no, era stato possibile fermarla e calmarla parlandole e facnedola uscire dallo stato dissociativo lentamente. In un caso ocn una pompa d'acqua a getto ampio su di lei. L'aveva risvegliata ma il rischio era stato basso.
Il problema fu però nell'ultimo test, dove appunto dovettero aggredirla con l'acqua a pressione e Kovacs si chiese se non fosse un preavviso del problema. Da quanto tempo le nanonmachcine facevano quei giochetti e lei perdeva le staffe con facilità?
Ma quella volta....Le nanonmacchine stavano facendo un effetto che la mandava in follia. Come in quel momento. ma sembrava peggio delle altre volte, incazzata a vari stadi, parlava, minacciava, diceva cose. QUella volta no, sembrava fare versi di gola.

Strattonato, il tizio venne avvicinato dalla sua faccia e poi emise come una sorta di ruggito o ringio da canide, a bocca aperta e occhi di brace. No non erano così, sembravano di un animale furioso in caccia.. E poi si avventò letteralmente sulla sua faccia. Gli morse il naso e glielo sradicò sputando il pezzo a terra, poi una guancia, poi dopo aver buttato quell'altro pezzo, passò alla calotta cranica. E ogni morso sembrava come volesse farlo a pezzi nella follia.
I cani su segnale dell'Handler per farle da scudo, si avventarono su alcuni su alcuni con le pistole, gli uomini del Cerchio che lei approntava sempre per accerchiare i bersagli uscirono fuori e con proiettili non normali ma con anestetici potenti dei loro laboratori li fecero cascaer tutti a terra in pochi istanti. Quelli armati. Quelli no dopo attimi di terrore nel vedere lei sbranare letteralmente con impulsi bestiali urlarono e scapparono in mille direzioni e Lia alzò la testa.
Il capo del gruppo di spacciatori arretrò ancora sotto shock a fissalra e lei gli andò contro avanzando poggiandosi col la aprte anteriore sulle dita sull'asfalto e poi caricò, buttandolo a terra e iniziando a strappargli la carne. Emettendo versi gutturali al cielo e vedendo la gente scappare come in una furia tipica da overkilling. Lasciò l'uomo sguarciato alla faccia e gola a dissanguarsi e si avventò una macchina dietro cui vi si erano riparati alcuni, con il guanto capace di gestire l'elettricità mandò in corto la macchina fin nel motore che scoppiò dentro il cofano e iniziò a fumare col rischio di esplodere sul serio, ma non solo, la carrozzeria percorsa dalla correntre raggiunse quelli che si coprivano, portando corrente alle loro mani o  corpo che toccava il mezzo. POi passò ad altri, sdradicando portiere e pezzi di auto e scagliandoli contro la gente e le case dove cercavano riparo. Raggiunse i sistem elettrici delle case facendo friggere tutto all'interno, prese pali e pezzi di ferro e con il potere elettrico colpì chi veniva  preso a botte con questi.
Come un animale rabbioso prese oggetti e ferì come un'indemoniata tutti gli uomini che le capitavano a tiro da sfigurarli, con le mani svuotava orbite o strappava mandibole.

Arrivò addirittura, e questo svegliò i tre da quell'inferno che stava accadendo in quella via senza uscita, a prendere er la collottola con fare aggressivo uno dei cani e tirarlo via da chi aveva placcato a terra e lo lanciò via fancendolo finire di fianco sull'asfalto, portando ad arretrare gli altri due dagli uomini che tenevano fermi, con le orecchie basse e coda fra le zampe, facendo quel verso come un ringhio o ruggito di gola a loro indirizzati, come minacciandoli più volte in quel modo, per poi devastare quei tre uomini confusi.
Essendo lei per la strada e questa era senza uscita, essendovi nel fondo la zona Squat con i senzatetto e drogati, tutti scapparono verso quella direzione, Lia ancora distruggeva case e macchine, achciapopoava chi non era furbo da andare più lontano e Zidgi dovette dare un pugno sulla spalla a Kovacs per farlo riprendere e telefonare. Non sapevano che cavolo fare e vedendo lei attrratta da urla e chiamazzi della gente, era un pericolo attirare la sua attenzione.

"Ma dobbiamo farlo, quello che sta facendo..." fece Kovacs deciso, e quindi urlò. Il suo nome. Cercò di richiamare la sua attenzione, armato ocn un coltello, senza sapere che fare. E lei si voltò, sporca e con sguardo rabbioso. per un attimo parve riconoscerlo e ansimando ferma, lo fissò senza fare niente.
Ma uno degli spacciatori armato sfruttò quel momento, finendo impalato, spinto il pezzo di ferro con il magnetismo, a terra. I guanti utilizzti a intermittenza portarono a impianti elettrici interni alle case e della strada saltati e vetri spaccati. Oggetti conficcati nei prospetti, dentro casda attraverso le finestre, pezzi di machcine ovunque, con queste scoppiate con fumo o proprio in fiamme, sangue e copri a terra. E la videro puntare verso la fine della strada.

"Che cazzo fate, fate qualcosa...."

I tre si videro raggiungere da Alaric in tutta completa con un gruppo dei suoi come rinforzo "qualcuno del cerchio ci ha chiamato e mandato video di cosa acvcadeva e Jd e e Milan hanno mandato noi per..."

"Ci penso io..." Dorde spacciatosi per Milan, essendo al momento nel suo studio a dipingere e aver ricevuto la chiamata con il fratello fuori dal paese, si avvicinò ai tre e osservò lo scenario.

"Chi sono questi soggetti da creare tutto questo in uno scontro?" domandò arrabbiato a Kovacs.

"Nessuno... di loro. E' stata lei..."

"Che cosa...!?" fece Dorde perdendo compostezza " che significa, come..."

Ma la vide che falciava verso di loro tutti con guanti o oggetit in mano insegueod uno del gruppo ferito che tentava di salvarsi. Questi urlò aiuto, cadde in ginocchio e Lia gli si piazzò di peso sulla schiena, mordendolo rabbiosamente al collo sotto l'orecchio e con un oggetto in mano alzò con una mano il mento del tizio e gli squarciò la gola in una linea veloce con l'oggetto, affondando, affondando questo sempre più in profonditàò, finchè non spuntò sulla nuca e prendendo ocn le mani entrambe le estremità fuori dal collo, lei non storse facendo slabbrare il taglio da sembrare che volesse decapiutarlo con quei gesti.

Dorde restò come Kovacs e gli altri a osservare come non credendo ai suoi occhi finchè i loro sguardi non si legarono. Lei fissò Dorde e come una luce che le attraversava gli occhi,  si mosse per andare da lui facendo quei versi.
Jd e Lubo che erano con l'AirOl con Dorde e giungevano in quel momento dopo aver controllato il perimetnro, non si frapposero per proteggere il capo e Lubo si vide lei avventata contro uil suo braccio sinistro, morso a sangue con l'oggeto in mano che doveva fnirgli sulla testa, ma lui mosse questa e non fu colpiuto se non di striscio sull'orecchio.
lei puntò i piedi ocntro l'avambraccio lasciandolo coi denti e fece forza su questi per slanciarsi all'indietro e accucciarsi a terra poco avanti.
Jd cercò di parlarle come nei test, ma sembrava peggio di quelle volte. Non era dissociazione, o non sol oquello.
Era fuori controllo.

"E' questo che accade in lei?" fece Jd a Dorde/Milan e questi scosse la testa in segno di diniego affermando -non sono un medico, ma se dicessi si, io...-

Lia si mosse in avanti come fosse stato un furetto da caccia tentò di ferire Jd, ma le tute che avevano erano fatte da una sorta di gomma antiurto di ultima generazione che assorbiva parecchio ogni cosa e questo lo salvò, perchèp la punta non è era affilata rispetto un lato, usato prima per tagliare la gola del tizio, e il colpo andò a segno ma la tuta resistette abbastanza da far reagire Jd e spingerla via. lei atterrò accovacciata, fissò lui e poi buttò via l'oggetto, e con il guanto elettrico parve minacciarlo, finchp non puntò quello magnetico e strappò di mano l'arma all'amico.
L'arma le finiì in mano e Jd fu protetto, scioccato, da Lubo che si preparò ai proiettili. Ma lei non usò l'arma per sparare ma per picchiare come fosse stata una mazza, colpendo Lubo al braccio sinistro alzato ma senza fargli niente.
Lui emise quei versi di rabbia fissando l'uomo.

"Ha usati i guanti.... Allroa resta lucida?" chiese Dorde e Kovacs riferì come li avesse usati in quelle condizioni "Allora avete il disattivatore della bluebox o la siringa con i dissuasori per le nanomacchine che David ha dato?" fece a tutti

"Li ho io..." fece Jd riprendendosi "ma per iniziettarle qualcosa dovremmo prenderla, e..."

"Rischiamo! Lubo, Alaric, tentate di avvicinarla e bloccarla, Jd le inizietterà...."

"Sei pazzo!?!... guarda che ha fatto, mi sbrana... cazzo, quello non ha la faccia..." fece Alaric poi con il senso di vomito, ma senza riuscire a farlo. Dorde allora si tolse la giacca, con gli uomini esterrefatti, e restò in camicia, levandosi anche la cravatta, tenendola attorciglianta a una mano.  "tentiamo, non possiamo ceerto abbatterla.... vuoi ucciderla, per caso?" gli chiede fissandolo dritto negli occhi

"C-certto che no, io..." fece con malessere Alaric

"Bene, io cerco di attirare la sua attenzione, voi a cerchio, muovetevi...."

"Se la feriamo..." e sussutlò quando lei fu attratta da un tizio che si era finto a terra e cercava di scappare dentro un'auto, chiudendovisi dentro. "NO! CHE COSA FA!!!" urlò Jd, prevedendo cosa sarebbe accaduto. Lei andò davanti l'auto con movenze ferine, mentre il tizio cercava di avviare l'auto in qualche modo senza chiavi, finchè lei non poggiò le mani sul parabrezza alcuni secondi per poi alzarle. L'auto sussultò e poi emise scoppi in successione, mentre Dorde e gli altri vedevano il tizio urlare terrortizzato e poi finire nel mezzo dell'esplosione con una fiammata, ancora dentro.
Lia restò a fissare catturata dalla scena come un gatto intento a studiare qualcosa che vedeva come preda.

"Se la feriamo ..." rispose laconico Dorde "ha la scienza dalla sua, dobbiamo evitare quei guanti.... forza. Muovetevi!"

Si avviò verso l'auto e lei e Lia mosse gli occhi verso di lui, ancora in piedi a fissare le fiamme bases uscire dal cofano e lambire il corpo. Lo seguì attenta, fredda, calcolatrice. muovendo la testa come un animale che inclinava e spostava ai lati il collo, fermo, a seguire la preda.

"Ok, ragazza. A quanto pare David aveva ragione, le ripercussioni critiche di cui parlava per le nanomacchine per te sono queste. Alti livelli di rabbia e voglia di fare male ti portano a uno stato di follia imprevedibile. Dobbiamo gestire questa cosa, ma per ora guardami!" fece tenendo la parte penzolante della cravatta davanti a lui, braccia allungate avanti. "Ricordi le nostre sfide a cavallo, scherma, arti marziali, giochi di logica e risoluzione di film e libri? Dai, lo ricordi, cerca di ricordare... facciamo qualcosa del genere e vediamo chi vince... non quando lo facevi ocn lui, con me....!" intendendo non suo fratello ma proprio lui. Avendo scoperto da pochi giorni la verità sul loro trucchetto, poteva alludere alla cosa. Ma Lia pareva presa da ogni sua mossacon il cappottone strappato, rovianto, sporco che le pendevano addosso e una manica penzoloni contro il braccio pronto a cadere. Gli si avvicinò pian piano, i veterani che a ceerchio cercavano di formare un ceerchio intorno a lei. Alaric passando davanti la macchina ancora con fiamme lievi che lambivano le lamiere emise conati di vomito notando l'uomo all'interno e Dordfe lo maledì tra i denti quando Lia si voltò verso di lui.
Non li riconosceva, non sembrava lucida normalmente, significava che dovevano stordirla. Dorde si fece avanti e con la cravatta le bloccò il collo velocemente, pratico di anni di servizio e lavoro sporco prima di salire di grado, ma continuando ad allenarsi e restare pronto e preparato.
Altro che suo fratello, pensava, che bravo era bravo ma tendeva a fare la vita del signorotto.
Lia iniziò a dimenarsi, cercando di prenderlo con le braccia finchè non si lasciò andare scivolando a terra e mentre Dorde cercava di non farla sbattere sul selciato, gli agguantò con braccia e gambe la sua gamba destra, mordendo come una pazza pantaloni, calza e carne.Preso in contropiede, si sbilanciò e lei lo colpì con i piedi all'addome e al mento, girandosi col busto e slanciandosi con le gambe per raggiungerlo alla faccia e tentando di morderlo.
Jd lesto lefece la manovra al collo con braccio per tenerla ferma, vedendo le unghie di lei graffiare il suo capo al viso e collo. Lei riusc' a prendere ancora a calci Dorde incazzatissima, facendo quei versi come una pazza, per poi colpire JD stesso con qualcosa a una gamba. Dorde ancora stordito la vide con uno dei coltelli che Jd teneva a una gamba pronti all'uso e che lei aveva strattonato cercando qualcvosa dalla custodia alla caviglia.
Jd per il dolore allentò il braccio attorno al collo e lei trovò via d'uscita, diede un colpo di testa all'indietro dove eera JD stesso e lo colpì' duramente ferendolo ancora col coltello a una spalla, poi si girò verso Dorde che era pronto a prendere l'arma che sentiva contro le sue reni, se necessario, ma lei lanciò in alto il coltello e fece due ruote complete intere portandosi dietro di lui, il quale prese l'arma e tentò di voltarsi per mirarla, sperando di prenderla in luioghi non letali in pochi attimi ma mentrte lei ripreso il coltello, e lui vide che era lucida abbastanza da usare tenicche apprese normalmente, che era pronta a prenedrlo e pugnalarlo, Di sghembo lui con l'arma e lei col coltello si preparò a sparare anche senza mirare con l'arma, come poteva, o uccideva qualcuno di loro. Utilizzava tecniche non da bestia animale come pareva e ansimò rigido. Contò tre secondi per sparare perchè lei fosse in una posizione buona, mentre vedeva la sua mani sinistra contro di lui e il coltello nell'altra pronto.
Poi lei sussultò, emise dei versi e si voltò. Dorde vide David con uno dei suoi scienziati con un'arma con dei dardi, che prendeva la mira, e la centrò sora il precedente.

"Ho mirato all'arteria femorale, dovrebbe circolare velocemente, se necessario miro a quella carotidea..." fece il giovane con l'arma e David fissava Lia.
La quale anzimò come calcolando che fare strappando i dardi di dosso, con espressioni di odio puro, finchè Dorde non parlò e lei catapultò l'attenzione a lui.

"Lia, torna lucida. Non farti prendere dalle nanomacchine. Sei tu che sei la padrona... ricordi la questione di  dove tu sei? La ricordi?" fece lui bisbigliando, cerecando di parlarle in tono lento e sussurrante anche per non farsi sentire da altri "Tu dici sempre che non sei là sotto, tu sei altrove, tu non sei quella cosa e non vuoi che ti si voglia accanto per quella... tu sei tu e sei ben altro che quella cosa... allora riprenditi e torna in te, non lasciarli prendere possesso del tuo corpo... se riesci ci sono probabilità di studiare..."

Poi la vide gettarsi a quattro zampe ansimando. Sentì le voci di David e altri ma cercò di restare con l'arttenzione su di lei e poi la vide fissarlo negli occhi, che lampeggiavano di qualcosa. E poi avanzò verso di lui seria e con quel righio o altro. Gli camminò fin di sopra, lui steso a terra che si sollevava sui gomiti e lei che gli avanzò addosso avanzando sulle mani e gomiti. E quando la sua testa su sopra il petto, senza mostrare segni di fare niente ma solo portarglisi di sopra, lui continuò a aprlare "ok, ragazza. Dai. Riprenditi e torniamo a casa. LA nostra casa. Quella dove sei giunta scappando ma come dice Alaric con prepotenza... tu sei te in quel corpo, non loro... riprendi il controllo..." vedendo fissato viso ontro viso, ancora lucida ma mostrando segni di debolezza da aver problemi a restare a sotenersi sulel braccia  gnocchia.
Sentì David dire di avvicinarsi con cautela, che ormai l'effetto che doveva dare un arresto alle nanomacchine da alimentare quello stato doveva essere al massimo.
Dorde si vide lei Addosso schiacciandolo a terra, finchè non la sent' e vide tentare di morderlo con rabbia al viso, ma parandola con il braccio, conficcò i denti nel l'avambraccio come se volesse vendicarsi e graffiandolo ancora dove poteva con le unghie. I guanti alle punte delle dita erano rovinati parecchio, erano in pelle di più strati ocn tutti i circuiti interni, e nel casino le punte non percorse da nulla si erano rottee. Non le portava lunghe come le ragazze normale, di un paio di centimentri, ma fecero male e Dorde cerecò ci bloccarla mentrte lei ancora se la prendeva con l'avambraccio.

"David, muoviti!" urlò, mentre la tenne ferma con le gambe e l'altro braccio stringendola forte, finchè non fu presa da un altro dardo . Si staccò lei, si agitò e ricordò vedendola annaspare cercando di scappare, osservando ormai di schiena gli arti agitati al vento, quando lo prendeva in giro da quando l'aveva scoperto. Quella fastidiosa mossa per scoprire se i edubbi erano veri e come lo aveva preso in giro definiendolo uno scarafaggio confuso quando si agitava schiena contro il letto.

"Sei impossibile!" le sussurrò deciso, tenendola ferma sulle spalle finchè non iniziò a essere troppo debole e si rilassò. Gettò la testa e le spalle al terreno prendendo fiato, stanco e spossato, ma gli venne la strizza quando, prima che la prendessero, lei ocn le forze ancora addosso, non si rotolò di lato finendo sul fianco destro e cerco di alzarsi ma sembrava uno di quegli animali durante le cacce che ancora si svolgevano, e lei odiava, che si dimenava nell'agonia con quanto le restava.
Vedeva i suoi occhi nei suoi pieni di rabbia, poi ansimò solo, restando ferma, a fissarlo e cadere per il sonno. Pian piano gli occhi le si abbassarono  ma con le mani lo agguantò ai vestiti e cercò di atirarlo a sè, restando lui però fermo a riprendersi e fissarla. Ancora completamente disteso con la testa verso di lei e lei di fianco a perdere conosceza le mani a ghermirlo.
E poi tutto tacque.

"Ce ne sono voluti tre... con Paul abbiamo dovuto usare la camicia di forza e con Tennent peggio di Paul, tenuto in sei e con un sedativo. Sembra che le nanomacchine si siano fermate, vero...?" fece il giovane con l'arma sopra di loro, insieme a David e altri.
Alaric, pallidissimo più per i corpi visti che la situazione, con Jd e Lubo, si prodigò per aiutare a rialzare Dorde, mentre David controllova Lia.

"Dorme pienamente, scemato l'effetto di quello stato, è piombata in una stanchezza profonda... davvero ha fatto lei tutto questo? Che il livello critico su di lei sia ciò che è maturato in anni da sfogare via? Vedremo più tardi, adesso portiamola via, la stanno aspettando all'ospedale. Avete preparato la vasca speciale?" fece David ai altri col camice dietro di lui.

"Userete la vasca sensoriale che ho..."

"Si" fece david "ultimamente l'abbiamo provata e sembra che come dici tu, risutalti funzionante e il suo stato di salute ne giovino. non so se la tua teoria che l'acqqua per considerazioni vostre magiche abbia potere ma... sembra che le faccia bene starvi dentro. Quindi proviamo..."

Dorde si fece curare con Jd e gli altri mentre Lia veniva messa, senza cappotto, in una vasca poco più piccola di lei co le gambe piegate piena d'acqua, con solo il viso fuori. Aveva sul fondo una conformazione specifica per cui il viso era in un incavo che le impediva di girarlo e finire sotto il pelo dell'acqua. Era stata presa la sua forma da distesa e come un memory foam, come diceva lei o meglio affermando che sembrava per prendere il calco come stare sul letto di piume di Milan, avevano una vasca portatile speciale in metallo con solo la tsta preparata in modo da non potersi muovere. Portarono su un carrello speciale la vasca via verso L'AirOl e David disse che loro sarebbero andati via prima, lasciando Dorde/Milan a controllare la zona e che fare e si sarebbero visti dopo.

Dorde vide lavasca andar via e fu richiamato da Jd che, fasciato per bene, gli disse di andare a controllare la zona squat in fondo alla strada  e vedere chi altri era rimasto del gruppo di spacciatori. Doveva essere lavoro di Lia normalmente come strega, ma decise di fare cosa lei gli rimproverava smepre. Di non camminare più tra i comuni mortali e vedere come vivessero. Che non sapeva quanto costassero i beni di prima necessità e che realtà vi fosse.
E così andò.
Fu investito da puzza, sporcizia e ogni genere di rifiuto ammassato ovunque man mano che la via finiva e le case abbandonate o prese abusivamente terminavano, per mostrare un accampamento in uno spiazzo ampio di ogni genere di soggetto che per la società era un rifiuto.
si  sentiva già a disagio solo a guardarsi intorno finchp alcuni di quelli non si fero avanti.

"Dovè la strega? Li ha cacciati? Ci avete bloccato qui, non sappiamo che è successo..."

"La strega è stata chiamata urgentemente altrove, ma tornerà per voi. Vorrei che mi indicaste chi altri lavorava per quel gruppo e non sia dei vostri... lei vuole ripulire di nuovo tutto e abbiamo bisogno di informazioni, non siamo streghe, quinid..."
disse, senza guadare l'uomo ma attorno a sè. E si chiese come facesse Lia a girare per quei posti tremendi che gli facevano venire voglia di andarsene di corsa prima di prendere qualche malattia. POi abbassò lo sguardo perchè sentiva qualcosa sulla gamba, e si accorse di rifiuti vari e tra questi siringhe e preservativi usati. "...voi diteci chi è rimasto di quelli e come trovarli, mentre alcuni servi della strega vi portano cibo e altro. Andiamo..." rivolto ai veterani.

"Che ne pensi... è un problema quella adesso? Dovremmo tenerla..."

"Alaric..." fece scazzato Dorde sentendo solo in quel moento come un'onda di ritorno tutto quanto "non è un problema, abbiamo solo scoperto le reazioni avverse, vederemo come tenerle a bada. Non è una tigre selvatica da tenere chiusa a chiave"

"Secondo me si..." vedendo fissato malissimo e Alaric si zittì, arretrando di qualche passo menter Jd e Lubo lo superavano.
Dorde non disse più nulla e tornò allo Chateau.

Dorde un paio di ore dopo.

"Il dottore è nel suo studio, posso chiamarlo e..."

"Non fa nulla, volevo sapere come stava e se posso andare" fece Dorde alla capo infermiera. Infermiera Bernadette, sempre compita e seria, lo fissava severamente seppur sapesse chi fosse, ma per lei le regole ospedaliere venivano prima di quelle del capo di tutto.

"Sarebbe meglio..." ma questa si voltà e si incupì in volto "Signorina, torni subito nella sua stanza e non vada in giro..." urlò rimproverandola.
Lia era nel corridoio, in piedi, con un lenzuolo intorno a lei stretto dalle dita sul petto e come uno strascico dietro, le spalle mezze fuori da quella sorta di mantello mostravano il sopra del pigiama che era tenuto in appositi luoghi nel caso lei fosse finita là. Così come epr Dorde/Milan e per i veterani. Erano gli unici con una scorta di abiti da ospedalizzazione su misura.

"Infermiera..."

"NO!" fece lei perentoria a Dorde "nelle sue condizioni dovrebbe essere a riposo, vado subito dal dottore, la voglio vedere stesa nel letto... vada!" fece con rabbia la donna a Lia per poi lasciare Dorde come uno scemo che la fissava andare a passo marziale.

"Sarebbe un ottimo sergente maggiore..." fece con un ghigno Dorde guardando poi Lia, la quale restò ferma a fissarlo, mento verso il petto e occhi grandi su di lui. POi con un'espressione come se dicesse qualcosa restò a fissarlo con gli occhi mentre si voltava per poi andarssene con quello strascico ed entrare nella stanza. Quella che occupava.
Dorde la seguì e poi chiuse la porta alle spalle. SApeva che nè il medico e nè l'infeermiera nonostante le regole, si azzardavano ad entrare se lui chiudeva una porta, potendo solo chiamare all'interfono dentro la stanza.

"Come ti senti..." vedendola avvicinarsi al letto, far scivolare giù il lenzuolo e poi mettersi seduta, stringendo le braccia intorno alle gambe, facensdosi piccola piccola al centro del materasso.

"..."

"Ragazza, se stai male..."

"Che è successo?" fece lei senza guardarlo. Lui sospirò.

"Adesso abbiamo la risposta ad una domanda... su di te che effetti collaterali portano le nanomacchine? Abbiamo avuto ogni tipo di effetto sugli altri tester, dalla morte, alla pazzia, alla paranoia, al..."

"E quinid....?"

"Quindi devi evitare di arrabbiarti così tanto da scatenare le nanomacchine dall'attivarsi. A quanto pare adorano alimentare rabbia e odio o almeno, sembrano... come prediligere livelli alti di alcuni ormoni e mantenerli a quel livello se non peggio..."

"Capisco... ma quindi come cavia sono decente o..."

"I casi osno due... o ti sei regolata dall oscoppiare di rabbia fino ad oggi e farti prendere da loro o... la cosa si è attivata ora. NOn lo sappiamo ma tranquilla, come cavia sei stata ottima. Ora non ci pensare, riprenditi e..."

"Volevo tornare là e..."

"Non se ne parla, tu resti qui per oggi!" rimproverandola

"...si, papà... farò la brava..." con un mezzo sorriso, guardandolo. POi lo calò giù.
Lia lo fissò concentrata ma preoccupata e allungò la mano sinistra verso di lui, toccandogli il viso con le dita. "Cosa... che ti è successo? Il tuo viso si è rovinato?"

"No, io e te ci siamo confrontati come nelle nostre sfide e..."

"COSA!?"

"non ricordi nulla?"

"NO, io... ricordo solo... solo..." perdendosi nei ricordi, per poi passarsi una mano sulla faccia. Stava rivedendo la morte di quel ragazzo.

"Non pensarci. Non è accaduto ninete di grave, ma cerca di riposarti. E non far arrabbiarte l'infermiera..."

"Quella Rotthermaier..." fece lei con astio

"Quindi per questo facevi Heidi per i corridoi?" fece lui ridendo e lei alzò lo sguardo su di lui.

"Oh, no! Avevo sentito la tua voce e mi ero alzata, volevo acchiapparti e scappare ma lei ti ha braccato prima... speravo mi portassi via..."

"L'infermiera dice..."

"Ah, l'infermiera... quella sembra avere un siluro su per il didietro e un cane di quelli piccoli fastidiosi con acuti assurdi nella bocca..." facendolo ridere "...non voglio stare qui! E' come, anche per le divise ispirate agli anni cinquanta o che anno hai chiesto di prednere ispirazione, ci siano cani da guardia rancorosi invece di infeermiere... la gentilezza l'hanno solo sui peli..."

"... no nso se questa cosa..."

"lascia stare, so io..."

"Allora dove vuoi andare?" le chiese poggiando le mani sul materasso e abbassandosi al suo livello

"Non lo so...  mi sento in colpa per quanto accaduto.. cosa ho fatto esattamente?" incerta

"... lascia stare. Ora è imperativo capire che soglia è necessario superare per te lasciarti andare alle nanomacchine. Alcuni dei tester precedenti avevano...  paure, fissazioni, e..."

"non mi hai risposto... ho fatto cose... "

"Ora scoltami, scivolare in uno stato depressivo per qualcosa non dipesa da te non ti porta a niente e quello che serve ora è superare tutto e vivere... possiamo andare  a le Iles de Lerins o Isole di Lérins.Amministrato dal comune di Cannes e l'arcipelago è formato da due grandi isoledi cui Sainte-Marguerite , la più grande, famosa per il suo forte che si dice abbia ospitato l' Uomo con la maschera di ferro..."

"Lo so... non voglio andare da nessuna parte... e non vivo, io mi trascino... anche tu come Milan, tutti... non vedete e non capite..."

"Ti sbagli... cerco di fare come fai tu con gli uomini..."

"loro possono, io no..."

"Lia..."

"Non mi interessa cosa pensate, io non voglio continuare. Io sono morta molto prima, dentro. Sebbene non vogliate capirlo. Io non sono come tutti voi che basta figliare, trovare la persona bombabile ed ecco che la vita continua, che come disse quell'uomo in quel forum raccontando la sua storia, dopo che tentò di morire, non riuscì e si trascinò in una vita chenon era come desiderava ma non come tutti pensano per ricchezza, perchè fosse chissòà che roba che tutti sognano. ma per sè. Quella giusta e adatta a sè. invece mi restò impresso cosa disse alla fine. Io non ho vissuto la mia vita, una vita degna, che fosse per me o altro. E' stata una vita basica e mediocre, anonima si può dire. Ho avuto cosa avevano tutti e ho continuato in questo modo, ma no era una vita che mi ha reso felice... e aggiungo io, per felice si intende di cui si è orgogliosi e contenti, da avere il sorriso sulle labbra nonostante tutto. No, non è stato così. E io rispetto a lui non ho avuto niente. Altro che le boiate dette da Zay e Ric. ECCOME IO GUARDO GLI ALTRI E COSA FANNO E HANNO!!! perchè io non ho vissuto neanche le uscite, i momenti con gli altri, cose che gli altri si e io no! perchè la gente da me era una merda, perchè per i miei con cosa giudicavano delle altre mi hanno fatto venire i terrori e le paure di essere giudicata e schifata e non ho vissuto! Io non ho niente qui dentro..." toccandosi la testa "Io non ho... non sono stata... non ho avuto... RIC E ZAYN SIETE COGLIONI, questo vorrei dire a quei due. Avete detto a una persona vuota dentro di non guardare gli stronzi che l'hanno rovinat,a con i suoi, a vedere loro sorridere, con la gente che li accettava e li voleva intorno, a mangiare cose, a tavola con chi loro volevano, a fare cose che io desideravo, basiche, che tutti direbbero -ma che cosa speciale è, è solo banale di tutti- ma non è così! Ho solo ricordi di cose da farmi venire rabbia e odio. Di gente che mi tratta da schifo perchè diversa, che contesta tutto di me..."

"io non credo che ti odiassero o non piacessi a nessuno, ma in un posto bigotto e stupido dove loro facevano cosa volevano, e non parlo solo dei tuoi, ma giudicavano gl ialtri da rovinare la gente sparlandola e facendola finire sola... è quel mondo, non tu che non piaci alla gente. Hai solo vissuto in un luogo non peggio di cittadine più piccole e villaggi, per carità, ma quelli come te sono visti come problematici e..."

"smettila, non concludi nientre dicendo questo. Ricordo Caterina. Lei aveva il fidanzato online a cui mandava roba anche costosa e io boh, e per dire la mia o chiamarlo scherzosamente fidanzato fantasma ha buttato nel cesso un'amicizia per sto tizio, solo perchè aveva bisogno dell'uomo e non degli amici, finendo per dire di me peste e corna con gente che non conoscevo del nostro corso di laurea facendomi passare da stronza quando io stavo già iniziando  a stare male,a vevo i miei cavoli, dovevo farle secondo lei da segretaria bastava che prendeva gli appunti lei e mi ha fatta incazzare lei e le altre del gruppo nostro che frequentavo da mandarle a fanculo. E sentivo gente che manco sapevo chi era che sapeva però di me e come ero etichettata, passando per stronza dopo che io a Caterina avevo aiutato in mille modi!!! A causa dei miei io9 non ero me stessa, non riuscivo più, fingevo, e la gente tra le altre cose mi allontanava, ma NO!!! SOno io la merda... quindi lascia perdere. Il solo fatto che sono vostra amica è perchè non siete merde come sembrava all'inizio ma io voglio andarmene, indipendemente da questo posto e cosa volete darmi per spingermi a continuare... si è visto con ZAY e RIC cosa è accaduto con loro che si sono rifiutato di darmi una mano per l'unica cosa che chiedevo!! Che poi era solo di accertarsi e io fossi morta, o inscenare con me la mia morte per incidente. Mica farlo loro con le loro mani  o come ne riusciva. Ma mi hanno abbandonata su una cosa importantissima e sono finita a restare con i miei in quel vuoto e morte interiore. Mai nessuno oltre loro, orsi del cazzo. Mai maici, mai perosne che venivano a trovarci, solo loro e i nonni massimo a cagare il cazzo. Solo mangiare roba da confezioni o barattoli senza una pizza, un dolce, qualcosa... neanche che so cos ebanali com pasta al forno fatta bene, lasagne, o altre cose buone che tutti mangiavano la domenica... niente. Dolci niente. Una cosa per me no, per i fratelli si però! Mangiavano loro come merde e io a guardare e i miei MERDOSI hanno avuto l'ardire di dirmi sempre e comunque -accontentati di cosa cè- perchè a loro andava bene così allroa così per tutti. Non gli veniva in test ache la gente è diversa ed esce pazza in una vita misera e vuota come quella senza neinte per cambiare o qualcosa di buono per tirare su il morale. Loro a senso loro si accontentavano ma erano solo spilorci di merda che mangiavano di merda ogni cosa economica che faceva schifo e tu morivi dentro, pezzo dopo pezzo. Io infatti non ho retto! Andavo fuori di testa giorno dopo giorno. Sola perchè allontavano gli stronzi, i profittatori, gente che voleva solo qualcosa ma non me... sempre con loro a cagare il cazzo a casa a girare come ebeti per le stanze, a controllare te e i tuoi cassetti e dove fossi, a guarfdare solo tv e basta. Non andavano da nessuna parte e non vedevano nessuno. una vita vuota e inutile per me, distruttiva. Ma loro niente... non si sono accorti, aprendosi mentalmente, che mi stavano uccidendo avendomi voluta con loro per forza. A forza. Appena diploimata solo a dire che io dovevo restare con loro. Ecco che è accaduto... io che non volevo restare, con ZAY e RIC che mi hanno tradita lasciandomi morire in modo peggiore con i miei trascinandomi per tutto quel tempo soffrendo da merda... ecco cosa ne ho ricavato io dalla vita. Dal mondo volevo solo fiducia nel credere che io potessi vivere. Invece non ho avuto niente, e quei due coglioni pensavano parlassi di hcissà cosa... solo io ci ho rimesso e ho perso, spero che ne siano orgogliosi come i miei. Ho sofferto fino all'ultimo istante della mia vita come una disgraziata, ZAY e RIC gofniaste pure il petto, spero che morirete un giorno orgogliosi di avermi distrutta anche voi...."

"...!

"Canta per me per dormire.... Sono stanca e voglio andare...E poi lasciami sola... Non provare a svegliarmi al mattino....Perché me ne sarò andata ...Non stare male per me... Voglio che tu sappia... Nel profondo della cella del mio cuore... lo farò e  mi sento così felice di andare... Voglio che tu sappia... Nel profondo di ogni cellula del mio cuore... che voglio davvero andare..." cantò Asleep e Dorde sospirò

"Di nuvo quela canzone,...Vorrei sapere i tuoi come non vedessero fino a che punto ti sei rotta e per loro andasse bene, privandoti di tutto, dai tuoi soldi che tenevano nei loro conti al cibo, a ogni cosa, vedendoti strisciare disperata e priva di vita addosso..."

"Vai.... lasciami in pace..."

"Ma..."

"Lasciami nel mio niente, non ho voglia di niente, ora voglio solo pensare a come fregare le nanomacchine... non intendo permettere loro di perdere la ragione e gestire io, cosa resta di me..."

"come vuoi... Andrò a parlare con il dottore nel caso nel mentre ci ripensi... Potremmo andare a cercare le celle dove erra rinchiuso l'uomo con la maschera e vedere di scoprire chi fosse..."

"pensi che la vita sia come nei film dove tutto viene scoperto per cose che comodamente sono nascoste o incise là? Ma andiamo..."

"NOn possiamo scoprirlo se non andiamo..." fece lui con le mani in tasca andando verso la porta

"Dorde..." facendolo fermare "...perchè passi del tempo con me?"

"..." lui la fissò accigliato "come tutti, perchè siamo amici..."

"e cosa ti porta questa amicizia...?... voglio dire, cosa ti fa rendere conto del fatto che cè questo legame?"

"Perchè..."

"Io non lo so se provo qualcosa e se si, cosa... non lo comprendo e non capisco se la vostra gentilezza non sia dipesa da altro..." fissandolo negli occhi

"... se solo fossi scappata prima da quel luogo orribile, non saresti finita così! In questa esistenza sei scappata da quel posto solo perchè qualcosa in te è uscita fuori e hai avuto la fortuna di trovare un posto qui da noi... se fossi andata via prima, ma senza soldi visto che li avevano loro e senza niente, non saresti andata lontano, malata. Se fossi stata senza problemi fisici, scommetto che saresti riuscita... e tutti o ti hanno tradita, o fatta arrabbiare o allontanata e sei rimasta sola... anche se tu provassi qualcosa, quello che ti hanno fatto maturare i tuoi, ti impediscono di rilassarti e..."

"Lascia stare la psicologia, non mi interessa... vorrei solo che queste vostre gentilezze fossero sincere e..."

"Cosa ti credere che non lo siano?"

"..." fissandolo malamente "PERCHè Tu e Milan avete allontanato tutti per evitrare tradimenti, non avete veri amici anche se con i veterani cercate di non mettere troppa distanza e io sono una cavia... "

"..." avvicinandosi a lei tornando, le posò una mano sulla nuca massaggiando con le dita "tu non conosci molte cose e a volte rifiuti la gentilezza per paura che la gente voglia altro, non è colpa tua, ma come ne sei uscita, ma non ti fa bene chiedere solo credendo di capire senza accettare la vera gentilezza..."

"
...Poi vado da mio fratello e gli dico “Fratello, aiutami, ti prego” Ma lui finisce soltanto per mettermi ancor più in ginocchio.
In dei momenti ho pensato che non avrei retto ancora a lungo..." con sconforto, sebbene le piacesse quel gesto con la mano

"Sempre citazioni da canzoni?"

"Che altro ho? Libri e canzoni... ho vissuto cosa leggevo dai libri e dalle canzoni ma veramente io... no! Ho incubo della mia vita di prima. Per loro io se urlavo godevo, erano convinti che se ceercassi di farmi sentire e capire, voleva dire solo che adorav alla follia i conflitti, sbraitare, a... non mi conoscevano mai, come ci stavo male mentalmente e psicologicamente quando raggiungevo il limite da urlare!! Ma no, ero io!!! Sempre a rinfacciarmi che fossi egoista e stronza, che non avevo considerazioni di loro... ma di me, chi lo aveva!?! Sempre a dire le solite boiate che dicono i genitori del cazzo che chiamano amore e poi rantoli dentro a pezzi fino all'agonia e... loro ti urlano contro che non sorridi per far contenti loro e i nonni del cazzo! Che sono troppo lugubre e rovino loro i pranzi e le cene... avrei voluto farne a meno, preferivo mangiare da sola a disperarmi in silenzio..."

"come adesso?"  dandole un bacio sulla tempia, carezzandole la schiena finchè lei no nsaltòò per aria e non lo fissò male mentre lui sorrideva e e tornava alla porta "A ricordare come ti sentivi, come stavi tra loro obbligata in cosa non era tuo, ti perseguita ancora adesso..." vedendola con le lacrime, mentre lei le cancellava con il dorso della mano "ti hanno fatta sentire sempre peggio, sempre a usare le carte dei sensi di colpa, colpevolizzazioni... come se il problema fossi tu e fossi pretenziosa e volessi chissà cosa. Voelvi solo pace, del cibo che aiutasse, discorsi e interazioni umani e non sordi e ciechi boriosi aprendo casini loro da teatrino e poi ti dicevano di zittirti... ma quello è il passato e..."

"NO!! Non è il passato... io non posso vivere ed esistere, non importa che modo, per cosa mi osno portata dietro. Mi osno sempre frenata e non ho vissuto nulla, per i terrori di giudizio e il casino che avrebbero fatto se io vivevo qualsiasi cosa... è già stato assurdo che dicessero si per l'Irlanda. Non ci credevo, seriamente, ma accadde ma... io non dovevo più tornare! Adesso non sarei ridotta così! Anzi, preciso. Quello era per morire con meno tormenti. ZAy e Ric non volendomi aiutare mi hanno torturata anche loro e non capiscono. Cosa è significato cotninuare a respirare e strisciare a questo mondo per tutto quel tempo dopo... io che non avevo potere sulla mia vita. Dovevano decidere tutto loro. SApevo solo prima di diventare maggiorenne che avevo soldi in un conto ma non potevo metterci mano sopra, neanche da adulta. Assurdo diranno tutti che maggiorenni di sicuro si sono presi tutto ciò che era loro o comuqnue se lo gestivano. io non ho potuto. TUtto a nome loro o oncdiviso e non potevo fare niente perchè loro dovevano avere parola perchè co intestatari!! Sembra assurdo ma è vero! io non ero padrona di niente e non capivano. Per loro era giusto così! Dovevo fare un documento? Dovevano farlo loro o dovevano esserci loro, anche da adulta, io dovevo avere la loro supervisione e approvazione per le cose. Schiava e dicevano di no. Mi urlavano -sei stronza, merdosa, disgraziata, testa di cazzo, cogliona, egoista di merda, e altro e altro- " respirando male per il pianto che voleva venirne fuori "e la colpa era sempre mia!! Ereo così stanca, non ce la facevo più a vegetare con loro a subire sempre i loro ordini anche da adulta e tutto! NOn potevo gestire niente di mio, ogni cosa doveva avere il loro naso dentro e poi ero una figlia di merda!! Voelvo scappare ogni giorno ma non sapevo dove andare perchè malata, temevo che anche se gli intimavo di non cercarmi per quanto stronzi mi facevano cercare mettendo avvisi col mio nome. Se me ne fossi andata prima... ma non avevo soldi ne altro. L'unico modo che avevo per fuggire era... sposarmi o morire! Questo per loro era adeguato. E se schifiavo letteralmente la loro vita mi dicevano -vattene, prendi e te ne vai- e io l oavrei fatto se avessi avuto i miei soldi e non co-gestiti da loro. Perchè lo so che potevano benissimo fare qualcosa ai conti e bloccarmi utto dicendo di tornare... loro non mi conoscono ma io conosco loro... ho vissuto e scelto cose per loro perchè almeno a volte mi snetissi dire -brava, ottimo lavoro, ti sei impegnata e guarda- o altro per... a che serve parlarne, mi avessero detto qwualcosa di incoraggiante, fiero, orgoglioso... niente!! Solo a pretendere su di me e aspettarsi che fossero loro a gestire tutto finchè non mi sposassi, finendo schiava di qualcun altro... io sono morta dentro e nessuno ha voluto vede re e capire... solo a essere sicuro come tutti che quelloa vita perchè andasse bene a loro, fossero ottima per me ma io impazzivo... Io stavo malissimo quando mi urlavano, si litigava, mi si trattava da schifo e non capivo che significasse quando leggevo dai libri o vedevo nei film certi atteggiamenti gentili, affettuosi, di... vaffanculo" nasconedndo la testa dietro le gambe, che tneva ancora strette tra le braccia.

"...distenditi e non pensarci, ti farò portare del tè e delle stecche di torrore, classico, per tirarti su..." vedendola sorpresa "se ci fosse qui Milan gli direi di abbracciarti, se lo facessi io avresti paura di altro che temi la gente voglia e non ho intenzione di peggiorarti... ma anche noi si, siamo diffidenti con la gente, ma a volte è necessario se ci sono persone con cui siamo in sintonia, lasciarsi andare all'affetto... siamo amici, noi più che con altri, non pensare a niente e stai tra noi. Odiavi quando te lo dicevano ZAy e Ric perchè primo erano prima chilometri e chilometri e poi proprio un altro paese e non riuscivi più a reggere a solo parlare online e poi... ti eri resa conto che sembrava che.. loro parlassero e ti trattassero senza più considerare te. Soffrivi, stavi male per cosa gli snetivi dire o leggevi che scrivevano e sembravano non capire quanto tu stessi male e cheidevi solo una cosa. Un aiuto, solo vereificare creando le condizioni, della tua morte... ma tutti ti hanno tradita lasciandoti sola, a lottare contro te stessa dicendoti invece solo di pensare a vivere, e..."

"smettila..."

"loro non avevano capito quanto fossi rotta e disperata, e peggio non eri abituata a nessun tipo di eleemtno o trattamento gentile e cona ffetto e simili. Abituata solo a come vievvano i tuoi e come si trattavano tra loro e di ocntro loro con te. Hai perso la familiarità con gentilezza e affetto e la tua amicizia con loro solo online era finita per freddarsi.. ma non lo hanno capito. Non cèra aiuto che potessero darti e non avevi intenzione, per niente, di scappare da loro per fuggire alla disperazione di quella vita con la tua famiglia, perchè sapevi che sarebbe finita come con tutti. Che avresti visto facce e discorsi sussurrati su di te che eri un peso, un fastidio, non eri come si aspettavano, che sostenerti era un peso e tutto i lresto. Con noi tu sei scappata perchè non ti aspettavi di essere ospitata, volevi andartene e quel gruppo ostile e noi era un'ottima scusa. Ma normalmente non accade... hai rifiutato l'ospitatità di qualcuno perchè non volevi sentirsi in obbligo, un peso o altro e hai ancora terrore ai gesti di gentilezza e bei mometni a discutere come persone... non ne uscirai mai se non con terapia ma ci vorrebbe tempo..."

"E io non ho...Io non riuscirò mai a tirarmi su da sopravviere almeno, voglio andarmene, ne ho bisogno, non riesco a stare, ad andare avanti, ogni cosa bella mi fa venire di piangere e non riesco a viverla e... ho incubi, terrori paure che non riesco a mandar via..."

"che loro ti hanno fatto maturare, ma tu non eri così, lo so... quando non si capisce che si rovina le persone... mettiti giù per ora e riposati, ti porterò qualcosa più tardi sempre che Milan non torni e voglia vederti..."

"Accompagnatemi alla Soglia... aiutatemi, solo questo, a trovare la pace e togliermi questo dolore che non andrà mai via... e cancella le famiglie... modifica le cos ecome le abbiamo solo ipotizzate ma niente più famiglie e peggio senza controllarle e verificare cosa accade dentro come facevano i coglioni là fuori..."

"io sono dal dottore, se cambi idea hai questo tempo..." andandosene


Dieci minuti dopo

"Dottore..."

"Venga Bernadette..." disse questi alla donna che bussò mentre parlava con Dorde, facendolo un pò innervosire. Odiava chi interrompeva.

"Volevo solo avvisare che la ragazza è scappata..."

"Cosa?" fece Dorde sorpreso "ma l'avevo lasciata..."

"L'aveva...  ha lasciato questo sul letto"

Dorde prese il cartoncino scelto alla buona per scerivere e lesse, per poi cercare di non scoppiare a ridere in faccia alla donna.

"Cara Rotthermeier in gessato bianco. La ringrazio di quanto fatto ma la sua marzialità avrebbe fatto sclerare anche baffetto tedesco. Odio stare rinchiusa, chi è prepotente senza dialogare, pensando che si sappia cosa è bene per gli altri sia giusto. Per esperienza preferisco decidere io e rischiare se devo, non permettere agli altri di decidere su di me. Se fosse così tornerei in quella cazzo di famiglia e sono felice che lei non abbia marito e figli. Ha fatto bene. Si viva la sua vita come la sente e non la spenda solo per chi il cervello e gli ormoni le dicono di considerare sopra se stessa. Perdendo cose e opportunità da ricordare in vecchiaia. Privandosi di qualcosa. E non sia tirchia. lo so io cosa significa vivere un niente e doversi ogni giorno accontentare uscendo pazza... Non muoia come farò io piena di amarezze, rimpianti  e rimorsi. Io morirò così e così tutte le me di ogni piano parallelo che non hanno vissuto, ma sognano la morte come speranza di pace. E nessuno è amico o umano vero da aiutare.
Andrò a fare una passeggiata prima di dichiararmi auto-guarita e cercherò qualche soldato biancaneve che lui si, ha bisogno di consigli ordinati e gestiti con severità perchè lì serve, accidenti a loro, perchè non sanno nenache come lavarsi le mutande. E non scherzo, purtroppo!! Quindi tornerò ai miei impegni di Veròna cercando quel senso di -sentirsi vivi- che non ho normalmente. Non so se lei capirà, ma ho deciso che ne ho bisogno. Se per il dottore le mie azioni di Veròna sono deleterie per il mio stato psicofisico, mi spremerà se devo per qualcosa che voglio continuare. Più porto paura, dolore e terrore a chi merita rendendo tutto un mio territorio da gestire e controllare e più mi sneto utile davvero e mai come nella mia vecchia vita. Se ha rimostranze, faccia rapportino e magari un giorno di questi a colazione lo leggo e le faccio sapere. Ma metta tanto accento tedesco che enfatizza i concetti. E' il suo marchio di fabbrica e sarebbe pure simpatica e di calore senza lo scopettone troppo in sù.

Buon lavoro e riveda un pò, un pizzico, l'empatia umana per chi è malato o come me che soffre per come la si tratta.

-Lia"

...Inaudito, dottore!!" fece la donna seccata

"..." Dorde fissò e basta il bianco rettangolo, portandosi una mano davanti la faccia per mascherare le risa, poi lo lasciò scivolare verso il dottore "lo metta nel suo fascicolo, faccia ripulire la stanza e tenere le sue cose pronte nella sacca al solito... io vado!"

"Ma... le sue cuire, i test, cosa dobbiamo fare per tenere sotto controllo le nanomachcine..."

"Tranquillo, è solo un momento di frustrazione e disperazione e doveva uscire dalla gabbia in cui si snetiva... con David on ci saranno problemi, ma la lasci libera per ora..." dando lespalle, sismandosi la giacca per poi dire prima di stringere la maniglia, ridendo senza riuscire a controllarsi "Benedetta ragazza!!"




 





ch 38 appunti Posto per ora questo, a seguire il sueccessivo da controllare il codice. Al solito non so ocme tutti i file conservati hanno qualcosa nel codice che mangia le parole o frammenta le frasi, non so. Sto sistemando e sto vedendo che gli ultimi 10 capitoli hanno ancora problemi, a breve li risistemo e spero che per il capitolo dopo siano a posto.



Chapter 38


Lia era alla Torre est francese a dieci chilometri dal centro di Parigi. Trovava Parigi una città non come la descrivevano tutti. Magica, romantica e altre menate. Perchè lei non vedeva queste cose, non le provava e non ne avvertiva i segni come tutti.
Sebbene Dorde la rimproverasse che fosse tutto dipeso invece dalle difese che aveva alzato e da quanto era cambiata a causa dei suoi e della feccia che aveva incontrato nella sua vita, e tutto quanto fosse nella sua testa. I terrori, le paure di sbagliare, di essere una figlia degenere e schifosa solo perchè viveva, di essere descritta ma loro descrivevano le altre che le faceva paura da sentirsi sola e isolata e altro... Ma per lei era solo un modo per farle capire qualcosa, affermando niente di sopprannaturale, che queste menate le doveva lasciare ai coglioni che ci credevano e finivano male.

Aveva deciso che lei sarebbe stata la Purga finchè in vita. E se tutti la consideravano sbagliata e non adatta al mondo come le avevano sempre ripetuto, che diventasse la pazza, sbagliata. Ma a suo godimento, finendo per cacciare la feccia.

"Non guardarmi così" diceva smepre a Milan e Dorde o Jd "Da quando ricordo mi sento viva essendo questo. Vivendo questo. Tutto quello che ho fatto, essendo questo... agendo come fossi la peggiore delinquente del mondo contro quella feccia... l'ho fatto per me! Lo sapete ma a volte travalicate le cose per dare una vostra spiegazione. Come i miei. Urlavi, dicevi le cose ma sentivano cosa e come volevano.... mi piace farlo. E lo faccio anche sforzandomi a volte, lo so, ma mi sono sentita... mi sono sentita viva!!! Lo so che le mie azioni per tanti saranno sadiche, sanguinose, dalla peggiore del mondo al pari di certa gente ma... io mi sento viva ed esistente nell'agire al posto del mondo, quello giusto e sebbene non provi soddisfazione per queste azioni come pensano molti, io non ritiro la mano dopo aver tirato la pietra... mi sento disperata, in colpa, tante cose difficili da spiegare quando mangio qualcosa da voler piangere per la contentezza, dall'avere vicino o occuparmi di un animale che desideravo tanto prima e mi avrebbe aiutata ma non potevo avere neanche un piccolo furetto perchè provavano schifo per gli animali vicini, solo guardare i gatti... osservo la gente a cui dico di darsi una svegliata e pensare a vivere come io non ho potuto fare... e cerco di capire se hanno intenzione di farlo loro che posono o meno, e io quanto ho perso finendo nella rete dei miei che volevano i figli casti, puri, perfetti, devoti alla famiglia e altre menate e sono... finita solo in un incubo di solitudine, niente, vuoto, privazioni... e ora, anche qui, non riesco a non voler piangere sia per la contentezza di qualcosa di buono che finalmente mangio e sia per cosa sto mangiando pensando a chi non può come la me prima, sentendomi in colpa... ad abiti che faccio fare nuovi dopo che i vecchi sono rovinati e mi sento spendacciona, le cos eche compro e il mio rifiuto di volere qualcuno vicino, dall'emergere da ciò che mi hanno gettato addosso enon posso togliere... è troppo tardi per quello... io non riesco a vivere neanche qui, ma provo un senso di vita cacciando e prendendo, facendoli soffrire, la feccia... per poi la notte non riuscire a dormire pensando con rabbia alla gente che viveva e vive che mi ha fatta soffrire, ogni giorno, cose che io prima dai miei non potevo, che scopava e mangiava cose, che vedeva sorrisi e richieste di compagnia, inviti e io... solo schifo... loro avevano cosa desideravo!! E Zay e ric hanno avuto il coraggio di dirmi di non pensare a loro come felici e vedere le apparenze... che apparenze vedevo!!??!! Imbecilli! Dalle foto erano con gente sorridente che conoscevo, loro tra gente e io sola!! A tavola in vari posti a mangiare cose e io con pane e formaggio e schifezze confezionate che mi veniva ormai da vomitare.... io non reggo neanche adesso, quindi lasciami in pace, non fare il giudicante, sono abbastanza rovinata di mio... io voglio mettere i panni di Veròna e sentirmi quel senso di vita a sprazzi quando cammino nella caccia... voi non potete capire come fossi morta dentro  prima e cosa sento, pochissimo, ma cè quando sono veròna...."



Aveva rifiutato da sempre cose che alla fine non aveva vissuto. A causa degli altri.
I usoi erano asfissianti, colpevolisti, era finita per arretrare davanti le cose della vita, senza viverle in ogni cosa, per il terrore di essere giudciata come loro facevano con tutti. Sapeva bene di suo che a volte provava odio verso chi le faceva provare gelosia, non era la stessa cosa contro la feccia che le aveva distrutto tutta lei pezzo per pezzo. Era un odio diverso, quello lo capiva.
E cercava dei frammenti dai racconti degli altri per capire cosa fossero certi sentimenti e sensazioni che non aveva mai provato e mai avrebbe fatto.
Da anni, prima di Zay lo sapeva, non era più adatta a fare marcia indietro e tentare ancora di vivere come una persona normale, inteso da togliersi tutto ciò che si era creata come un'armatura e fare tentativi. Non avrebbe avuto la leggerezza e la tranquillità di provare o sperimentare niente. Si sentiva più sicura con alcuni di loro da scherzare e afare cose che le venivano in testa ma tutto era lì in agguato a bloccarla.
Si era accorta perfino che fumare non era come per gli altrui. Non aveva quel senso di catena alle sigarette, ma non era per il tabacco che  fumava, ma per cosa che la sigaretta dava di sè anche senza le foglie e porcherie che mettevano nel tabacco stesso da fumo. Era l'azione stessa del fumi, di aggrapparsi a una sigaretta, o nel suo caso al bocchino da donna anni trenta, sebbene a volte volesse spaccarlo in terra in mille pezzi per quanto la facesse incazzare Dorde. Si era accorta che a volte era per lei necessario, vitale, fumare. Essere legata a quell'oggettino su cui scaricare tutto e farsi dare un senso di liberazione e pace.
Aveva capito che non era nemmeno dato allo stesso modo delle droghe. Provava repulsione per la questione di cosa davano le droghe e cosa facessero provare o meno. Non riusciva, andava fuori di testa, ad avvertire il senso che davano alcool o fumo o altro. O meglio, aveva provato solo la sensazione di medicinali nella sua vita che l'annebbiavano e l'alcool quando per fignere che lo usasse per cucinare, riusciva a far comprare loro del vino. Quello da 1 euro che faceva schifo da supermecato nei cartoni, ma er al'unica cosa che era riuscita a fargli sganciare che potesse bere. NOn si beveva altro mai, tranne lo spumante per le cavolo di feste.
E lo faceva in un mese, una confezione in un mese nel peggiore dei casi, perchè non volevano comprare e faceva schifo, e sentiva l'effetto che faceva quando invece lo trovavano a meno di un euro e ne compravano di più e lei abbondava quando sola. per avere del vino frizzante doveva escogitarsi perfino di ocmprare quelle bustine digestivo con effetto effervescente. Un euro ancora, questa volta comprato da lei quando poteva e prendeva quel vino schifoso, in mezzo bicchiere d'acqua, allungava con acqua e metteva il digestivo effervescente per le bolle. Altre volte solo il bicarbonato. Non aveva altro da bene oltre acqua e doveva farselo andare bene.
E quando eccedeva con il vino senza diluirlo, sentiva l'effetto dell'acool, anche se non doveva essere lo stesso di quelli buoni ma lo odiava.
Quando stava ancora nella sua vecchia vita lo trangugiava fingendo che fosse il miglior vino frizzante al mondo mangiando lo schifo che trovava nel frigo o aprendo scatolette o roba surgelata. Non essendoci altro, nessuno cucinando in casa sua o volendo farlo se non lo stesso schifo pronto scaldato e non poteva comrpare niente o urla e botte.
E non poteva cucinarsi niente. Niente. NOn cèrano manco gli ingredienti per farlo e se cèrano,e rano così contati che se avesse utilizzato roba, anche solo un uovo come er acapitato, se ne accorgevano e urlavano. E lei somatizzava finchè non si sentiva così male da credere di morire e rallegrarsi, ma poi non accadeva mai.

Non sarebbe mai accaduto quel dono si diceva, tempo dopo aver mandato a fanculo zay e ric e maledicendo tutti e tutto, non potendo più vivere quell'esistenza meschina, aveva capito che non poteva avere ormai l'unica cosa che bramava, se non per sua mano e nel modo più doloroso che temeva.
Si era spaccata la schiena tutta la vita per ciò che poi non ebbe. per gli altri, quando faceva qualcosa per sè, schiamazzi, urla, sensi di colpa gettatoli addosso come se wnon dovesse pensare a fare neinte se non come loro volevano vivere... mentre gli altri facevano cose e lei osservava solO!
Non ebbe momenti di vita da ricordare. Istanti felici. Cose da ricordare con calore.
Non visse niente, ma proprio niente, se non dover stare a casa con loro. in una vita non sua. In un'esistere, non vivere, di cibo schifoso buttato ancora confezionato sul tavolo, con pasta scolata e gettata sui piatti con sugo dai barattoli da mettere sopra così o quei sughi schifosi che faceva sua madre che non riusciva a digerire. la madre odiava cucinare e lo faceva con malavoglia, venendo uno schifo. E non poteva mangiare cosa voleva o la madre e il padre, con i fratell ispioni, facevano casino. NOn si poteva prendere qualcosa da mangiare se si aveva un languore, si mangiava cosa dicevano loro e quando, non eissteva in frigo o altro posto cibo disponibile per tutti e quando volevano. Se si mangiava fuori orario senza la loro autorizzazione, bordello.
Ninete rosticceria, niente roba da panettiere, niente pranzi e cene della domenica, neinte perfino patatine fritte. Mai. Tutto ciò che vedeva in tv o le rare volte che usciva dalle vetrine dei negozi o panettieri, poteva vederli solo nella sua testa. Se comprava qualcosa il cazziatone era stratosferico e le facevano venire sensi dci colpa che non doveva avere da farle venire voglia di rivomitare tutto.
Non cèra cibo in casa da definire di conforto. Niente pranzi fatti ocn ricette anche basiche e conosciute. CArne sbattuta sulla padella e stop. Anche se a volte le capitava di scovare poisti segreti dopo loro nascondevano a lei il cibo che non le davano ma mangiavano loro. Per lei, dicevano.
Cibi cucinati male e da schifo fatti a modo loro senza sapore. Barattoli econfezioni sulla tavola da cui prendere un pezzo e mangiare col pane, così, come cibo di fortuna, non una tavola normale.
Diventava pazza ogni giorno che passava. Sempre sola, sempre a vedere le solite quatto pareti e le loro voci sempre e sempre. on era una famiglia per lei, solo una'ccozzaglia di merde che dicevano agli altri ocme vivere. E che dovesse andargli bene così e la cosa che odiava era che ogni tanto sentiva che lei aveva soldi da parte ma registrati a nome dei suoi e lei non poteva toccarli o cascava la casa. lei non aveva neinte.
Vivevano soli, isolati dentro casa, senza vedere mai nessuno, solo uscire un'ora al giorno se andava bene altrimenti erano una palla al piede. Se no nti trovavano in camera cercavano tutta la casa urlando finchè non ti facevi trovare. neanche in terrazzo cèra pace o fuga. Era una gabbia, punto,ma se lo dicevi rispondevano con rabbia "fai schifo a pensare queste cose".
E lei voleva solo morire, mentre dalla finestra sentiva o vedeva la gente che viveva, mangiava per strada cose, parlava al telefono o con altri di cose che avrebbero fatto.
I parenti poi non erano meglio. le volte che li vedeva non si tenevano niente. Una volta per alcune ore sola era uscita via per comprarsi qualcosa al supermercato e mangiare di nascosto ma loro la videro e andarono a dire ai suoi che -aveva le borse piene dal supermercato- e anche quella fuga finì nel ninete più.

E si ripeteva...
- Io non avrò mai niente, sono finita schiacciata da loro-
-sono  AFFOGATA NEI MIEI DOLORI E ho DIMENTICATO DI LOTTARE PER ME STESSA-

Quando usciva cèra sempre qualcuno che la vedeva e parlava. Se usciva dal panettiere con finalmente un trancio di pizza, la vedevano e raccontavano. Se con in borsa qualcosa con il desiderio di mangiarlo, non aveva posti dove andare e la trovavano per strada e dovevano accompagnarla col rischio che la sgamavano se non l'avevano fatto per i rumori -dannate confezioni di alluminio e simili come per le patatine- e per non sentire nessuno non comprava più ninte.
Restando così, coi desideri.
Viveva solo di desideri. Menteri suoi facevano stronzate. Pane da comprare a chili, ogni mezzo chilo tagliato in tre e messo nel surgelatore e poi uscito al bisogno e lei impazziva.
Un pezzo di pane con una scololetta divisa in tre, salumi, formaggi orribili, pasta con schifo, carne economica e fatta sempre allo stesso modo. Tutto allo stesseo modo, sempre e sempre, senza cibi di confroto che desiderava. Costa troppo tutto, vanno bene questi.
Per lei non era vivere. per lei era dover subite una vita non sua che piaceva a loro.
La sera non uscivano mai e scassavano, non vedevano mai nessuno, nessuno che se li portasse a fanculo, solo ad averti tra i piedi a sbraitare, giudicare, accusare, rompere le scatole. Loro non mangiavano qualcosa o non gli piaceva? Non si comprava. Semplice.
NOn sapeva come facessero a vievere quel NIENTE ma lei era fuori di testa dal doverselo subire e per le malattie che le vennero per vivere quella vita, restò col culoa terra, potendo pensare di scappare solo per morire. Ma anche la morte sembrava prenderla per il culo.
E quando beveva quel miscuglio che di vino non aveva niente neanche alla base, sentiva gli effetti e si chiedeva cosa ci trovavano tutti a bere e drogarsi poer fuggire con la testa se era orrib ile non essere se stessi e lucidi.
Non riusciva lei a reggere quella sensazione, affatto, andava nel panico o fuori di testa, per lei avveertire ciò era traumatico. Un conto era la dissociazione volontaria, ma non in quel modo. E si chiedeva cosa portasse la gente a rovinarsi fegato o cervello con droghe o alcool per scappare, mentre lei invece non riusciva a tollerare di averne effetti blandi...

E in quel momento alla Torre per sentire i resoconti, faceva nervi dentro. Lei non vedeva le città famose come bei luoghi, riusciva ad a mmirare gli edifici e l'ambiente finchè  non vedeva l'altra faccia di quei luoghi. Senzatetto, drogati, poveri, gente ai margini della società.
Lei vedeva al di là dell'apparenza e non capiva perchè la gente fosse così tranquilla nella menzogna. Esisteva anche altro che strade belle e con  negozi alla moda, tutto ciò che alla gente piaceva per fingere di vivere come in un film.

"Quindi con questo nuovo gruppo di spacciatori, tornano tutti a farsi e a rubare, compiere atti criminali e comportamenti violenti... alcuni sono finiti con ossa rotta per non aver pagato e..."

"Basta così" fece lei adirata.
Vestiva sempre con l'abito da veròna, non quello bianco ma quello da strada come lo chiamava.
Completi di taglio maschile in vari colori e tessuto sempre con blazer o panciotti, pantalone e camicia e le cravatte,. Cappelli in stile mafiosi come li definiva ridendo di vari fogge anni trenta a quaranta e i cappotti da tizio inquetante di gusto antico. I capelli erano soppiantati da parrucche lisce e del suo colore naturale o uno o due toni più chiare, alcune con frangia e altri scalati nello stile moderno.

"capo, non mi piace quella faccia" le disse Kovacs vedendola fare un'espressione che mostrava quando aveva in testa roba distruttiva

"Componete il cerchio per la Caccia, è ora di Purgare tutto. Di nuovo. Andiamo a fargli capire la situa...." incamminandosi verso la porta, mentre i tre alzavano le spalle l'un l'altro come per dire che le cose erano così.

"Capo, vuole andare dove...?" le chiese ancora seguendola, vedendo che usciva verso le strade

"Il cerchio, amico mio, è tutto ciò che mi serve. Anzi...!" fece lei inchiodandosi di colpo e i tre riuscirono a non investirla, ma si sbatacchiarono tra loro. la videro voltarsi e andare nell'edificio a fianco della Torre che tenevano come armeria e zona cani segreta, sebbene i cani giocassero nel giardinetto presente ma era passato come dogsitter come copertura. E si fece prestare tre cani con cui aveva già lavorato, facendosi seguire dal loro handler sebbene avesse saggiato i comandi che lei impartiva con mani e braccia e seguitò in cosa voleva fare. Senza proferire parola si addentrò per le strade, al centro, camminando incurante delle macchine essendo anche a senso unico e delle persone che la vedevano.

Con il completo grigio scuro, blaser, cravatta, scarpe robuste, cappotto, cappello e capelli lisci al vento, camminò impetitta e con aria omicida verso la zona dove stavano un gruppo di sensatetto e drogati. Avvertì la presenza del nuovo gruppo di spacciatori stabilitisi sul posto, fieri di quelli che lei aveva cacciato, vedendo i loro spacciatori e loro vedevano lei. Di colpo si fermò, sempre al centro della strada, mentre gli abitanti del posto, delle case  ma più di quelli che stavano nella zona  degli squat, divenendo  squatter  che occupavano abusivamente edifici pubblici abbandonati ma anche buchi privati di loro proprietà ma in condizioni misere e peggio. Ammassati, agglomerati, in situazioni di vita disumane.
E la conoscevano ormai, per cui appena la videro, tutti la fissarono e chi era nei vicoli o nel fondo, la zona ampia detta Squat, furono chiamari come avviso che era tornata.

E lei restò qualche attimo mentre li vedeva e poi alzò una mano al cielo, dopo aver infilato le mani nelle tasche del soprabito o cappottone. Una era ancora dentro ma la sinistra era bella in alto con una busta trasparente e della roba dentro che brillava al sole.

"Cari Figli, sono tornata!! ma ho seguito le notizie dei miei servitori sulla situaizone attuale. Ci osno nuovi funghi qui..." indicando per funghi i parassiti  dell'ambiente in cui vivono quelli ocnosciuti e da mangiare. Vivendo in natura come parassiti, su tessuti in via di deperimento ma ancora vivi, o su materiale morto, nutrendosi come saprofiti. E per lei questo erano,   parassiti su tessuto cancroso della società, non per sua volontà o portato a quel livello da varie cose. per lei era dispregiativo contro quella gente. "A voi spacciatori di quei parassiti pidocchiosi, vi dò un avvertimento!! Da questo momento io sono tornata di persona per dirvi di smammare.... da oggi Figli miei, avrete la droga da me gratis come ricompensa per piccole cose che vi chiedero di fare... niente contro la vostra dignità e persona. Sarete persone e vi aiuterò a risollevarvi da tutto, ma sarò io a fornirvi vera droga di qualità o alcool non tagliati o con altre schifezze e mi giurerete di impegnarvi a tornare persone... e ..."

"Ehi stronza, stiamo lavorando... ti spiace infilarti quella merda nel culo e andartene... eh??!?" fece uno degli spacciatori avvicinandosi spavaldo menter altri suoi colleghi camminavano come cani a caccia. Lei non sorrise ma fissò lui e gli altri e poi tirò fuori le mani libere. Con i guanti.
Kovacs e zidgi sudarono freddo. I guanti che aveva erano un prototipo nuovo di due paia che utilizzava di oslito come cavia. Un paio gestiva l'elettricità generata da un sistema micro che aveva qualcosa a che fare con la fissione nucleare, lui non ne capiva, ma il sistema era simile, sebbene dicessero che era sicuro in casi di danni al paio in uso. Generava corrente e forti scariche a piacere, con dei chip o silmili gestiti dal controllo cerebrale,. Un pò come avevano spiegato a loro e a lei, con il sistema di rilevaizone di informazioni nervose per far muovere arti artificiali. Altra cosa che lei provava. E un altro paio era in grado di manipolare il sistema magnetico in un modo che Kovacs stesso non capiva, ma lei con il pensiero anche collegato alla bluebox, poteva attivarli per gestire effetti di magnetismo o repulsione per manovrare oggetti, rpednerli o lanciarli. E se nel corpo o nei vestiti vi erano elementi metallici conduttori o magnetici o che ne venivano influenzati, lei poteva agire anche sulla persona stessa. E in quel caso lei aveva indosso un prototipo di guanti ove uno era magnetico e l'altro con capacità elettriche o qualcosa di simile.
lei era piàù affascinata a leggere e informarsi e capire il funzionamento delle cos e leggeva e si intatteneva con gli scienziati con mille domande, e lui aveva capito solo questo funzionamento base.

"..." fissandoli uno per uno poi arlò a quello che aveva detto cosa le fece venire rabbia "Tenete fuori i vostri coglioni dal mio territorio!"senza muoversi, inclinando la testa come faceva sempre di lato "svanite e io sarò magnanima ma tornate e vi renderò degli esemplati del genere proctodeati simili a vermi o cetrioli di mare... per mio godimento..." fissando quel tizio negli occhi.

"Intende che vi asporta braccia e gambe e come i cetrioli di mare, vermi e altri robi del genere, sarete solo bocca e ano..." fece Zidgi ridendo per chiarire la questione.

"Sta arrivando il capo..." fece uno di lor dopo essersi girato.
Giunse un bel gruppo di tipi biechi e pericolosi che si fermò metri prima e uno in testa al gruppo ma con alcuni scagnozzi intorno, chiese che stesse accadendo.

"Accade che voi siete sul mio territorio di gestione. portate i vostri scroti altrove, sempre che non arrivi anche lì... " minacciò Lia e quello rise voltandosi verso i suoi alle sue spalle come fosse divertente. "cosa trovi divertente... forse cè qualche parte della mia frase che non riesci a comprendere perchè nonstnat e i soldi che fate con qella roba, non sapete da dove si inizia con un libro...? Oh, no!! Ho capito.... mea culpa! Ho parlato di scroti, ma qui non ce ne sono, avete ragione. Siamo tutti privi..." ridendo in modo demoniaco verso l'uomo che era il capo del gruppo nuovo.

"Che cosa vuoi. Cosè questa storia?"

"Quanto ho detto. Hai le orecchie otturate? FUORI. DAL. MIO. TERRITORIO!! O vi pentirete fino alla morte di non avermi ascoltata..."

Kovacs e Zidgi sudavano freddo, non erano rare sparatorie o agguati tra bande criminali e gruppi di spaccio e la questione che lei non aveva paura di morire, ma anzi voelva vedere lei fin dove potesse arrivare con le sue conoscenze e capacità in situaizoni di pericolo... lo odiavano a volte. Giocava trooppo col fuoco per loro, ma sapevano che cèra un motivo ma azzerare un gruppo criminale a volte non era così facile come poteva sembrare andando là e minacciandoli e lei lo sapeva. Kovacs si chiese che cosa avesse architettato per stanarli tutti e toglierli di mezzo, conoscendola poteva aver chiamato quei criceti robot o una squadra speciale militare esterna o altro.

"Addirittura.... da dove sei uscita fuori, da un vecchio film in bianco e nero e vieni a dettar legge...? Cèravamo prima noi qui, e so chi sei. Ti ho vista cacciare tutti lgi altri che non si sa che fine hanno fatto... E non mi importa. Sto facendo affari, sto lavorando... non siamo mica quei tizi che stanno a fare video online, come si hiamano, youtuber, che non lavorano quelli... IO lavoro" indicandosi con gli indici inclinandosi un pò in avanti facendo vedere il labiale " E tu ragazzina strana, stai rompendo le palle ai miei ragazzi. Non credo alle streghe tra le altre cose... Molti qui vanno al centro di Parigi a mendicare o fare spettacoli di strada e portano roba buona composta da monete, banconote, gioielli e molto altro di elettronica che donano come pagamento per i prodotti che commercio... io sono un negoziante, mettiamola così e... anche se ti smebro giovane, fidati! Sono pericoloso come il peggiore dei trafficanti messicani e..."

"Oh..." fece Lia come se intendensse che avesse capito

"Ecco brava... hai capito. Vai prima di finire in pericolo per..."

"Ma io... non sono in pericolo.... IO SONO il pericolo....Sei fortunato che non ti abbia sparato al culo solo per aver osato, sapendo di me, tornare e insidiarti con la tua merda...." con un sorriso ma non era caloroso.

"Quindi..."

"Quindi ti do il tempo necessario, quanto ti serve ma in fretta, per cercare i tuoi coglioni persi da qualche parte e capire di sgommare via... e non parlo delle auto ma di cosa farai nelle mutande se mi fai incazzare..."

"Ah ah ah... vuoi minacciarmi?"

"..." lei non parlò ma prese qualcosa dalla tasca e la fece vedere, un oggetto qualsiasi, poi lo strinse nel pugno del guanto elettricatore e l'oggetto si ruppe in malo modo, cadendo a terra in pezzi ancora con fasci di luce azzurrina sulle partti metalliche "questa... è una minaccia!" inclinando la testa con un colpo secco per intendere meglio la questione.

"Non mi farò spodestare da te solo perchè hai scagnozzi armati. Io non sono Pablo che..."

"Io speravo che tu fossi più saggio... "

"E lo sono. NOi siamo di più! Armati. Tu sei... una stupida che minaccia senza davvero chissà cosa e hai vinto l'altra volta solo perchè cè stata la retata... ma io ho uomini migliori dei suoi... io sono qui il Re..."

"Smettila con le cazzate, fai i bagagli..." iniziando a scocciarsi e Zidgi fece segno a Kovacs per capire se lei volesse davvero fare casino

"Vuoi metterla così? Non mostri paura? Allora vediamo come te la cavi se prendo qualcuno di quelli che chiami Figli e gli sparo in mezzo agli occhi ogni mezzìora se non decidi di alzare i tacchi.... questa è una minaccia!

"No, non è una minaccia E' fare il bulletto!! Sei questo? uN BULLO???"

"e se lo facessi tu... voi che ne dite?" chiese il capo ai tre dietro di lei che vennero presi di mira da alcuni itnorno a lui e loro dovettero alzare le mani , sperando dentro di loro che lei avesse un piano.
I cani vicino a loro ocn il loro Handler ringhiarono ma restando seduti.

"Ti sei portata i cagnolini... sai che se osano alzare una zampa, sono morti! Torna a casa a pettinare le barbie e cambiar loro i vestitini... è meglio!"

"..." sorridendo a mezza bocca "io non gioco con le barbie... io gioco con le mie bambole. Le mie prede... VAI. ALTROVE... ultimo avvertimento!"

"sparategli, mi hanno stancato!" fece scazzato quello. Di colpo qualcosa sopra le loro teste coprì il sole. Erano le Razze. Dei robot sperimentali su idiea di Lia. Avevano precisa la forma di una razza del mare, ma con la particolarità che avevano un sistema di prova di sospensione per aria magnetico per cui calibrando il potere magnetico terrestre con il loro, potevano fluttuare per aria come se volassero. E in quel momento volteggiavano in cerchio sopra le loro teste  a giuro ad una certa spaziatura tra loro e tra loro e i soggetti.

"Ho evocato esseri che non ti immagineresti... e mostrando con essi la piena ampiezza del mio potere... per rendere possibilile... l'impossibile...!"

le razze continuando a volteggiare in cerchio portarono la lunga coda all'atezza della -bocca- avendo la medesima forma delle vere razze e dall'unione della punta della coda che frizzò con quello che iniziarono ad emettere dall'apertura che sembrava una bocca, si generò per ogni soggetto un prorompente getto di fuoco che unito agli altri creò un anello che investì tutti coloro che erano nelle vicinanze, tranne il centro. Come nelle prove, un rischio secondo Kovacs, al centro la portata del fuoco era minima ma per protezione Lia utilizzando il potere magnetico, scelse una  portiera di auto e sradicandola dopo che l'auto intera veniva tirata dai guanti e dovette dare colpi secchi magnetici, la mise tra sè e il fuoco, tenendola a mezz'aria e spostandola dove sentiva più calore sebbene non toccata dalle fiamme. tutti i soggetti intorno al cerchio di fuoco vennero investiti malamente, ma quelli verso il centro no e Lia e il capo dell'altro gruppo si fissarono negli occhi mentre lei con una mano faceva girare intorno a lei la portiera a protezione. Quando il muro di fuoco terminò , Kovacs pensò al temrine del prodotto incendiario nei robot sebbene noon ne fosse sicuro,  tutti quelli non coinvolti nel fuoco misero mani alle armi contro lei e i tre dietro di lei. Lia lanciò la portiera di latò con un gran botto.

"Finiamola qui, non mi va di spremere la mia energia per mostarti poteri che utilizzeri per cose buone... VATTENE!"

"Io non me ne vado"

"Molto bene, sei pronto allo scontro, allora? O possiamo chiudere la cosa a parole e te ne vai..." perentoria

"... dove sono quelgi animali che sputano fuoco?"

"Te l'ho detto! Il mio potere magico si può equiparare in questa mia veste fisica umana nella mia energia vitale, finchè avrò energia per muovermi, io posso utilizzare la magia. Ci osno cose che non posso prevaricare al di fuori dal mio piano di appartenenza e s eho forma fisica, ho limitazioni... ma non signfiica che sono monca di qualcosa s eposso sventrarti con il becco di un picchio e utilizzare le tue viscere per catturare a mò di rete da pesca uno squalo..." ridendo malignamente

"da dove... da dove vieni fuori?

"Dai tuoi incubi.... allora, sgombri il campo di derelitti che stai rovinando o devo fartelo capire meglio?"

"preferisco il meglio..."  quelli dietro di lui erano armati

"... mezze fighette...."

"Cosa?"

"ho detto mezze fighette! Se tu avessi i coglioni che fai credere di avere, saresti tu come un vero Alpha ad affrontarmi di tua mano in uno scontro dove chi perde diventa il nuovo capo... ma non hai le palle!!" ridacchiando. Lia si stava diveertendo, si chiese Kovacs? Stava usando psicologia o faceva come a volte tentando con piccole cose per trovare quella giusta e premere il tasto dolorante per rivoltarlo contro?

Uno dietro di lei sparò con la sua pistola verso Lia e come nelle esercitazioni, il guanto con il potere magnetico entrò in funzione. Molti proiettili potevano essere fermati con i guanti. Ma cèra un MA. Mentre alcuni metalli sono magnetici, la maggior parte no. Rame, oro, argento, piombo, alluminio, stagno, titanio, zinco, e bismuto hanno elementi e le loro leghe sono diamagnetiche. Leghe non magnetiche sono ottone e bronzo.
Se una pallottola aveva una forma di magnetismo significava che alcuni materiali mostravano in presenza di un campo magnetico attrattiva o repulsione o ne venivano nflienzati. Poteva essere un rischio forte se le camicie dei proietitli  non fossero state diamagnetiche. Non impoirtava la forma come a cilindro, conica, a bottiglia, chiave era la lega. Palla e bossolo potevano anche avere lega differente ma il peggio erano i bossoli mantellati, costituti da camiciatura di metallo tenero come rame o lega non diamagnetici, quindi i proiettili con camicia o corpo teneri avevano leghe che non avevano influenze dai guanti. e cèra sempre il rischio che passassero senza rallentare.
Il potere dei guanti oltre la manipolazione di elementi influenzati dal magnetismo era quella di fermare o rallentare la corsa di qualcosa verso di sè. E se si presumeva che il bossolo fosse non influienabile il meglio che si poteva fare, per l'operatore dei guanti, era agguantare qualcosa di robusto e farlo frapporre tra se e il proiettile. QUindi usare il magnetrismo per prendere qaualcosa che tenesse ai colpi.
Ma lei non lo fece e i tre trattennero il fiato impalliditi nel vederla trapassata. Ma per fortuna di tutti la pallottola per azione del guanto, rallentà e poi fece un Plop contro il suo palmo dopo alcuini secondi di conflitto per aria, mostrando ai basiti membri di quel bruppo qualcosa di impossibile. Lia prese in mano il proiettile, lo rigirò tra indice e pollice sorridendo e poi chiese se volevano giocare ancora, ma prima che potessero rispondere sferzò con il magnetismo di repulsione il proiettile che con una sorta di lancio della mano aperta e questo nel palmo si conficcò nel corpo di un uomno, mostrando come non fosse un semplice lancio.

"Ti avevo chiesto, gentilmente, di scegliere. Agli altri io propongono tre scelte...  andarsene, unirsi a me o sparire.... a te ne ho dato solo due, non farmi inserire la terza opzione... non vi voglio, quindi rimangono due!! VELOCE!!...."

"Non permetterò a una femmina di..." indicando uno dei drogati che lei conosceva e facendolo avvinare con gesti e parole gentili, finchè non fece un gesto a uno dei suoi e qullo sparò dritto dritto al giovane che cadde come un abito scivolato dalle stmapelle in terra.

Lia fece un gesto di sopresa al botto della pistola contro il ragazzo, e poi fissò il niente che era diventato occupare spazio sull'asfalto, rigida e fredda. Kovacs allongò il collo a fissarla e vide ODIO. Quella luce e forza negli occhi fissi sul ragazzo morto uniti a una respirazione che gonfiava il petto. Cattivo segno.

Lia puntò con gli occhi un tizio con collane finte e dozzinali e orecchini espansori non d'oro e metalli simili. Con il guanto lo puntò ancora ma con l'indice finchè no sfruttò la potenza magnetica sugli oggetti che il tizio aveva in tutto il corpo, dai bottoni dei jeans, a chiavi, a oggetti vari e collane e ninnoli e con un balzo si fece tirare addosso a lui, con velocità come nelle esercitazioni che gli altri non capirono che accadesse,  striongendo con piedi e mani sul suo petto rabbiosamente le collane nel pugno mentre il magnetismo era ancora attiva e e poi Kovacs tirò un solo respiro, per poi non farlo più!
Stava accadendo quella cosa? Che doveva fare?
le nanomacchine avevano degli effetti nefasti e differenti su chi le aveva. Su di lei, i livelli di dopamina, serotonina norepinefrina ed epinefrina scendenvano o schizzavano alle stelle e in base a questi dosaggi e alla rabbia e furia che le veniva per cosa accadeva finiva per sballare da diventare instabile, folle, pregna si ansia, rabbia, eccesso di brama di fare del male.
Era capitato che ciò fosse riscontrato ma ma soggetti precedenti a lei erano finiti nella follia cieca senza tornare se stessi o erano morti per l'eccesso di sforzi e stanchezza distruggendo e attaccando tutto ciò che li faceva incazzare.

 per leggere cosa accadeva ai suoi ormoni e livelli David aveva un collegamento con la bluebox che leggeva i risultati. Se la dopamina era la sola schizzata in alto era in un momento di furia inarestabile... era così si chiese Kovacs ragionando ma pieno di paura perchè la vide uscire fuori dai gangheri.

E mesi dopo con la nascita di Kianta, il suo compito sarebbe stato quello di registrare meglio i suoi stati d'animo e comportramenti per fermalra, ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che se ciò avveniva,  le nanomacchine portavano agli effetti indesiderati terricanti. Quella che poi David chiamò l'effetto zombie o da  droghe pesanti.
Sapeva che dentro covava un carattere così duro che frenava con la sua personalità fittizia creata per fingere di essere cosa gli altri volevano, che desiderava sfogarsi MALE contro la gente. Più volte, apertasi con loro e con i veterani, aveva esternato quel bollente e impellente desiderio di rispondere a botte e rimproveri maneschi dei suoi o ricacciare in gola le parole peggio di una lama. Il suo limite di sopportazione era giunto a quel oltre la linea da causarle attacchi di rabbia furiosi da voler picchiare e regolare le cose come mai prima. Ma sempre accadeva quando qualcosa accadendo la faceva arrabbiare, imbestialire, farle venire odio cieco. per il resto sapeva contenersi.
E questo veniva enfatizzato senza volerlo dalle nanonmacchine che come elemento di ocntroindicazione potevano spingere ormoni e livelli in lei da sfuriare malissimo. Ma se le volte con i test le sue sfuriate erano mezzo dissociative e mezzo no, era stato possibile fermarla e calmarla parlandole e facnedola uscire dallo stato dissociativo lentamente. In un caso ocn una pompa d'acqua a getto ampio su di lei. L'aveva risvegliata ma il rischio era stato basso.
Il problema fu però nell'ultimo test, dove appunto dovettero aggredirla con l'acqua a pressione e Kovacs si chiese se non fosse un preavviso del problema. Da quanto tempo le nanonmachcine facevano quei giochetti e lei perdeva le staffe con facilità?
Ma quella volta....Le nanonmacchine stavano facendo un effetto che la mandava in follia. Come in quel momento. ma sembrava peggio delle altre volte, incazzata a vari stadi, parlava, minacciava, diceva cose. QUella volta no, sembrava fare versi di gola.

Strattonato, il tizio venne avvicinato dalla sua faccia e poi emise come una sorta di ruggito o ringio da canide, a bocca aperta e occhi di brace. No non erano così, sembravano di un animale furioso in caccia.. E poi si avventò letteralmente sulla sua faccia. Gli morse il naso e glielo sradicò sputando il pezzo a terra, poi una guancia, poi dopo aver buttato quell'altro pezzo, passò alla calotta cranica. E ogni morso sembrava come volesse farlo a pezzi nella follia.
I cani su segnale dell'Handler per farle da scudo, si avventarono su alcuni su alcuni con le pistole, gli uomini del Cerchio che lei approntava sempre per accerchiare i bersagli uscirono fuori e con proiettili non normali ma con anestetici potenti dei loro laboratori li fecero cascaer tutti a terra in pochi istanti. Quelli armati. Quelli no dopo attimi di terrore nel vedere lei sbranare letteralmente con impulsi bestiali urlarono e scapparono in mille direzioni e Lia alzò la testa.
Il capo del gruppo di spacciatori arretrò ancora sotto shock a fissalra e lei gli andò contro avanzando poggiandosi col la aprte anteriore sulle dita sull'asfalto e poi caricò, buttandolo a terra e iniziando a strappargli la carne. Emettendo versi gutturali al cielo e vedendo la gente scappare come in una furia tipica da overkilling. Lasciò l'uomo sguarciato alla faccia e gola a dissanguarsi e si avventò una macchina dietro cui vi si erano riparati alcuni, con il guanto capace di gestire l'elettricità mandò in corto la macchina fin nel motore che scoppiò dentro il cofano e iniziò a fumare col rischio di esplodere sul serio, ma non solo, la carrozzeria percorsa dalla correntre raggiunse quelli che si coprivano, portando corrente alle loro mani o  corpo che toccava il mezzo. POi passò ad altri, sdradicando portiere e pezzi di auto e scagliandoli contro la gente e le case dove cercavano riparo. Raggiunse i sistem elettrici delle case facendo friggere tutto all'interno, prese pali e pezzi di ferro e con il potere elettrico colpì chi veniva  preso a botte con questi.
Come un animale rabbioso prese oggetti e ferì come un'indemoniata tutti gli uomini che le capitavano a tiro da sfigurarli, con le mani svuotava orbite o strappava mandibole.

Arrivò addirittura, e questo svegliò i tre da quell'inferno che stava accadendo in quella via senza uscita, a prendere er la collottola con fare aggressivo uno dei cani e tirarlo via da chi aveva placcato a terra e lo lanciò via fancendolo finire di fianco sull'asfalto, portando ad arretrare gli altri due dagli uomini che tenevano fermi, con le orecchie basse e coda fra le zampe, facendo quel verso come un ringhio o ruggito di gola a loro indirizzati, come minacciandoli più volte in quel modo, per poi devastare quei tre uomini confusi.
Essendo lei per la strada e questa era senza uscita, essendovi nel fondo la zona Squat con i senzatetto e drogati, tutti scapparono verso quella direzione, Lia ancora distruggeva case e macchine, achciapopoava chi non era furbo da andare più lontano e Zidgi dovette dare un pugno sulla spalla a Kovacs per farlo riprendere e telefonare. Non sapevano che cavolo fare e vedendo lei attrratta da urla e chiamazzi della gente, era un pericolo attirare la sua attenzione.

"Ma dobbiamo farlo, quello che sta facendo..." fece Kovacs deciso, e quindi urlò. Il suo nome. Cercò di richiamare la sua attenzione, armato ocn un coltello, senza sapere che fare. E lei si voltò, sporca e con sguardo rabbioso. per un attimo parve riconoscerlo e ansimando ferma, lo fissò senza fare niente.
Ma uno degli spacciatori armato sfruttò quel momento, finendo impalato, spinto il pezzo di ferro con il magnetismo, a terra. I guanti utilizzti a intermittenza portarono a impianti elettrici interni alle case e della strada saltati e vetri spaccati. Oggetti conficcati nei prospetti, dentro casda attraverso le finestre, pezzi di machcine ovunque, con queste scoppiate con fumo o proprio in fiamme, sangue e copri a terra. E la videro puntare verso la fine della strada.

"Che cazzo fate, fate qualcosa...."

I tre si videro raggiungere da Alaric in tutta completa con un gruppo dei suoi come rinforzo "qualcuno del cerchio ci ha chiamato e mandato video di cosa acvcadeva e Jd e e Milan hanno mandato noi per..."

"Ci penso io..." Dorde spacciatosi per Milan, essendo al momento nel suo studio a dipingere e aver ricevuto la chiamata con il fratello fuori dal paese, si avvicinò ai tre e osservò lo scenario.

"Chi sono questi soggetti da creare tutto questo in uno scontro?" domandò arrabbiato a Kovacs.

"Nessuno... di loro. E' stata lei..."

"Che cosa...!?" fece Dorde perdendo compostezza " che significa, come..."

Ma la vide che falciava verso di loro tutti con guanti o oggetit in mano insegueod uno del gruppo ferito che tentava di salvarsi. Questi urlò aiuto, cadde in ginocchio e Lia gli si piazzò di peso sulla schiena, mordendolo rabbiosamente al collo sotto l'orecchio e con un oggetto in mano alzò con una mano il mento del tizio e gli squarciò la gola in una linea veloce con l'oggetto, affondando, affondando questo sempre più in profonditàò, finchè non spuntò sulla nuca e prendendo ocn le mani entrambe le estremità fuori dal collo, lei non storse facendo slabbrare il taglio da sembrare che volesse decapiutarlo con quei gesti.

Dorde restò come Kovacs e gli altri a osservare come non credendo ai suoi occhi finchè i loro sguardi non si legarono. Lei fissò Dorde e come una luce che le attraversava gli occhi,  si mosse per andare da lui facendo quei versi.
Jd e Lubo che erano con l'AirOl con Dorde e giungevano in quel momento dopo aver controllato il perimetnro, non si frapposero per proteggere il capo e Lubo si vide lei avventata contro uil suo braccio sinistro, morso a sangue con l'oggeto in mano che doveva fnirgli sulla testa, ma lui mosse questa e non fu colpiuto se non di striscio sull'orecchio.
lei puntò i piedi ocntro l'avambraccio lasciandolo coi denti e fece forza su questi per slanciarsi all'indietro e accucciarsi a terra poco avanti.
Jd cercò di parlarle come nei test, ma sembrava peggio di quelle volte. Non era dissociazione, o non sol oquello.
Era fuori controllo.

"E' questo che accade in lei?" fece Jd a Dorde/Milan e questi scosse la testa in segno di diniego affermando -non sono un medico, ma se dicessi si, io...-

Lia si mosse in avanti come fosse stato un furetto da caccia tentò di ferire Jd, ma le tute che avevano erano fatte da una sorta di gomma antiurto di ultima generazione che assorbiva parecchio ogni cosa e questo lo salvò, perchèp la punta non è era affilata rispetto un lato, usato prima per tagliare la gola del tizio, e il colpo andò a segno ma la tuta resistette abbastanza da far reagire Jd e spingerla via. lei atterrò accovacciata, fissò lui e poi buttò via l'oggetto, e con il guanto elettrico parve minacciarlo, finchp non puntò quello magnetico e strappò di mano l'arma all'amico.
L'arma le finiì in mano e Jd fu protetto, scioccato, da Lubo che si preparò ai proiettili. Ma lei non usò l'arma per sparare ma per picchiare come fosse stata una mazza, colpendo Lubo al braccio sinistro alzato ma senza fargli niente.
Lui emise quei versi di rabbia fissando l'uomo.

"Ha usati i guanti.... Allroa resta lucida?" chiese Dorde e Kovacs riferì come li avesse usati in quelle condizioni "Allora avete il disattivatore della bluebox o la siringa con i dissuasori per le nanomacchine che David ha dato?" fece a tutti

"Li ho io..." fece Jd riprendendosi "ma per iniziettarle qualcosa dovremmo prenderla, e..."

"Rischiamo! Lubo, Alaric, tentate di avvicinarla e bloccarla, Jd le inizietterà...."

"Sei pazzo!?!... guarda che ha fatto, mi sbrana... cazzo, quello non ha la faccia..." fece Alaric poi con il senso di vomito, ma senza riuscire a farlo. Dorde allora si tolse la giacca, con gli uomini esterrefatti, e restò in camicia, levandosi anche la cravatta, tenendola attorciglianta a una mano.  "tentiamo, non possiamo ceerto abbatterla.... vuoi ucciderla, per caso?" gli chiede fissandolo dritto negli occhi

"C-certto che no, io..." fece con malessere Alaric

"Bene, io cerco di attirare la sua attenzione, voi a cerchio, muovetevi...."

"Se la feriamo..." e sussutlò quando lei fu attratta da un tizio che si era finto a terra e cercava di scappare dentro un'auto, chiudendovisi dentro. "NO! CHE COSA FA!!!" urlò Jd, prevedendo cosa sarebbe accaduto. Lei andò davanti l'auto con movenze ferine, mentre il tizio cercava di avviare l'auto in qualche modo senza chiavi, finchè lei non poggiò le mani sul parabrezza alcuni secondi per poi alzarle. L'auto sussultò e poi emise scoppi in successione, mentre Dorde e gli altri vedevano il tizio urlare terrortizzato e poi finire nel mezzo dell'esplosione con una fiammata, ancora dentro.
Lia restò a fissare catturata dalla scena come un gatto intento a studiare qualcosa che vedeva come preda.

"Se la feriamo ..." rispose laconico Dorde "ha la scienza dalla sua, dobbiamo evitare quei guanti.... forza. Muovetevi!"

Si avviò verso l'auto e lei e Lia mosse gli occhi verso di lui, ancora in piedi a fissare le fiamme bases uscire dal cofano e lambire il corpo. Lo seguì attenta, fredda, calcolatrice. muovendo la testa come un animale che inclinava e spostava ai lati il collo, fermo, a seguire la preda.

"Ok, ragazza. A quanto pare David aveva ragione, le ripercussioni critiche di cui parlava per le nanomacchine per te sono queste. Alti livelli di rabbia e voglia di fare male ti portano a uno stato di follia imprevedibile. Dobbiamo gestire questa cosa, ma per ora guardami!" fece tenendo la parte penzolante della cravatta davanti a lui, braccia allungate avanti. "Ricordi le nostre sfide a cavallo, scherma, arti marziali, giochi di logica e risoluzione di film e libri? Dai, lo ricordi, cerca di ricordare... facciamo qualcosa del genere e vediamo chi vince... non quando lo facevi ocn lui, con me....!" intendendo non suo fratello ma proprio lui. Avendo scoperto da pochi giorni la verità sul loro trucchetto, poteva alludere alla cosa. Ma Lia pareva presa da ogni sua mossacon il cappottone strappato, rovianto, sporco che le pendevano addosso e una manica penzoloni contro il braccio pronto a cadere. Gli si avvicinò pian piano, i veterani che a ceerchio cercavano di formare un ceerchio intorno a lei. Alaric passando davanti la macchina ancora con fiamme lievi che lambivano le lamiere emise conati di vomito notando l'uomo all'interno e Dordfe lo maledì tra i denti quando Lia si voltò verso di lui.
Non li riconosceva, non sembrava lucida normalmente, significava che dovevano stordirla. Dorde si fece avanti e con la cravatta le bloccò il collo velocemente, pratico di anni di servizio e lavoro sporco prima di salire di grado, ma continuando ad allenarsi e restare pronto e preparato.
Altro che suo fratello, pensava, che bravo era bravo ma tendeva a fare la vita del signorotto.
Lia iniziò a dimenarsi, cercando di prenderlo con le braccia finchè non si lasciò andare scivolando a terra e mentre Dorde cercava di non farla sbattere sul selciato, gli agguantò con braccia e gambe la sua gamba destra, mordendo come una pazza pantaloni, calza e carne.Preso in contropiede, si sbilanciò e lei lo colpì con i piedi all'addome e al mento, girandosi col busto e slanciandosi con le gambe per raggiungerlo alla faccia e tentando di morderlo.
Jd lesto lefece la manovra al collo con braccio per tenerla ferma, vedendo le unghie di lei graffiare il suo capo al viso e collo. Lei riusc' a prendere ancora a calci Dorde incazzatissima, facendo quei versi come una pazza, per poi colpire JD stesso con qualcosa a una gamba. Dorde ancora stordito la vide con uno dei coltelli che Jd teneva a una gamba pronti all'uso e che lei aveva strattonato cercando qualcvosa dalla custodia alla caviglia.
Jd per il dolore allentò il braccio attorno al collo e lei trovò via d'uscita, diede un colpo di testa all'indietro dove eera JD stesso e lo colpì' duramente ferendolo ancora col coltello a una spalla, poi si girò verso Dorde che era pronto a prendere l'arma che sentiva contro le sue reni, se necessario, ma lei lanciò in alto il coltello e fece due ruote complete intere portandosi dietro di lui, il quale prese l'arma e tentò di voltarsi per mirarla, sperando di prenderla in luioghi non letali in pochi attimi ma mentrte lei ripreso il coltello, e lui vide che era lucida abbastanza da usare tenicche apprese normalmente, che era pronta a prenedrlo e pugnalarlo, Di sghembo lui con l'arma e lei col coltello si preparò a sparare anche senza mirare con l'arma, come poteva, o uccideva qualcuno di loro. Utilizzava tecniche non da bestia animale come pareva e ansimò rigido. Contò tre secondi per sparare perchè lei fosse in una posizione buona, mentre vedeva la sua mani sinistra contro di lui e il coltello nell'altra pronto.
Poi lei sussultò, emise dei versi e si voltò. Dorde vide David con uno dei suoi scienziati con un'arma con dei dardi, che prendeva la mira, e la centrò sora il precedente.

"Ho mirato all'arteria femorale, dovrebbe circolare velocemente, se necessario miro a quella carotidea..." fece il giovane con l'arma e David fissava Lia.
La quale anzimò come calcolando che fare strappando i dardi di dosso, con espressioni di odio puro, finchè Dorde non parlò e lei catapultò l'attenzione a lui.

"Lia, torna lucida. Non farti prendere dalle nanomacchine. Sei tu che sei la padrona... ricordi la questione di  dove tu sei? La ricordi?" fece lui bisbigliando, cerecando di parlarle in tono lento e sussurrante anche per non farsi sentire da altri "Tu dici sempre che non sei là sotto, tu sei altrove, tu non sei quella cosa e non vuoi che ti si voglia accanto per quella... tu sei tu e sei ben altro che quella cosa... allora riprenditi e torna in te, non lasciarli prendere possesso del tuo corpo... se riesci ci sono probabilità di studiare..."

Poi la vide gettarsi a quattro zampe ansimando. Sentì le voci di David e altri ma cercò di restare con l'arttenzione su di lei e poi la vide fissarlo negli occhi, che lampeggiavano di qualcosa. E poi avanzò verso di lui seria e con quel righio o altro. Gli camminò fin di sopra, lui steso a terra che si sollevava sui gomiti e lei che gli avanzò addosso avanzando sulle mani e gomiti. E quando la sua testa su sopra il petto, senza mostrare segni di fare niente ma solo portarglisi di sopra, lui continuò a aprlare "ok, ragazza. Dai. Riprenditi e torniamo a casa. LA nostra casa. Quella dove sei giunta scappando ma come dice Alaric con prepotenza... tu sei te in quel corpo, non loro... riprendi il controllo..." vedendo fissato viso ontro viso, ancora lucida ma mostrando segni di debolezza da aver problemi a restare a sotenersi sulel braccia  gnocchia.
Sentì David dire di avvicinarsi con cautela, che ormai l'effetto che doveva dare un arresto alle nanomacchine da alimentare quello stato doveva essere al massimo.
Dorde si vide lei Addosso schiacciandolo a terra, finchè non la sent' e vide tentare di morderlo con rabbia al viso, ma parandola con il braccio, conficcò i denti nel l'avambraccio come se volesse vendicarsi e graffiandolo ancora dove poteva con le unghie. I guanti alle punte delle dita erano rovinati parecchio, erano in pelle di più strati ocn tutti i circuiti interni, e nel casino le punte non percorse da nulla si erano rottee. Non le portava lunghe come le ragazze normale, di un paio di centimentri, ma fecero male e Dorde cerecò ci bloccarla mentrte lei ancora se la prendeva con l'avambraccio.

"David, muoviti!" urlò, mentre la tenne ferma con le gambe e l'altro braccio stringendola forte, finchè non fu presa da un altro dardo . Si staccò lei, si agitò e ricordò vedendola annaspare cercando di scappare, osservando ormai di schiena gli arti agitati al vento, quando lo prendeva in giro da quando l'aveva scoperto. Quella fastidiosa mossa per scoprire se i edubbi erano veri e come lo aveva preso in giro definiendolo uno scarafaggio confuso quando si agitava schiena contro il letto.

"Sei impossibile!" le sussurrò deciso, tenendola ferma sulle spalle finchè non iniziò a essere troppo debole e si rilassò. Gettò la testa e le spalle al terreno prendendo fiato, stanco e spossato, ma gli venne la strizza quando, prima che la prendessero, lei ocn le forze ancora addosso, non si rotolò di lato finendo sul fianco destro e cerco di alzarsi ma sembrava uno di quegli animali durante le cacce che ancora si svolgevano, e lei odiava, che si dimenava nell'agonia con quanto le restava.
Vedeva i suoi occhi nei suoi pieni di rabbia, poi ansimò solo, restando ferma, a fissarlo e cadere per il sonno. Pian piano gli occhi le si abbassarono  ma con le mani lo agguantò ai vestiti e cercò di atirarlo a sè, restando lui però fermo a riprendersi e fissarla. Ancora completamente disteso con la testa verso di lei e lei di fianco a perdere conosceza le mani a ghermirlo.
E poi tutto tacque.

"Ce ne sono voluti tre... con Paul abbiamo dovuto usare la camicia di forza e con Tennent peggio di Paul, tenuto in sei e con un sedativo. Sembra che le nanomacchine si siano fermate, vero...?" fece il giovane con l'arma sopra di loro, insieme a David e altri.
Alaric, pallidissimo più per i corpi visti che la situazione, con Jd e Lubo, si prodigò per aiutare a rialzare Dorde, mentre David controllova Lia.

"Dorme pienamente, scemato l'effetto di quello stato, è piombata in una stanchezza profonda... davvero ha fatto lei tutto questo? Che il livello critico su di lei sia ciò che è maturato in anni da sfogare via? Vedremo più tardi, adesso portiamola via, la stanno aspettando all'ospedale. Avete preparato la vasca speciale?" fece David ai altri col camice dietro di lui.

"Userete la vasca sensoriale che ho..."

"Si" fece david "ultimamente l'abbiamo provata e sembra che come dici tu, risutalti funzionante e il suo stato di salute ne giovino. non so se la tua teoria che l'acqqua per considerazioni vostre magiche abbia potere ma... sembra che le faccia bene starvi dentro. Quindi proviamo..."

Dorde si fece curare con Jd e gli altri mentre Lia veniva messa, senza cappotto, in una vasca poco più piccola di lei co le gambe piegate piena d'acqua, con solo il viso fuori. Aveva sul fondo una conformazione specifica per cui il viso era in un incavo che le impediva di girarlo e finire sotto il pelo dell'acqua. Era stata presa la sua forma da distesa e come un memory foam, come diceva lei o meglio affermando che sembrava per prendere il calco come stare sul letto di piume di Milan, avevano una vasca portatile speciale in metallo con solo la tsta preparata in modo da non potersi muovere. Portarono su un carrello speciale la vasca via verso L'AirOl e David disse che loro sarebbero andati via prima, lasciando Dorde/Milan a controllare la zona e che fare e si sarebbero visti dopo.

Dorde vide lavasca andar via e fu richiamato da Jd che, fasciato per bene, gli disse di andare a controllare la zona squat in fondo alla strada  e vedere chi altri era rimasto del gruppo di spacciatori. Doveva essere lavoro di Lia normalmente come strega, ma decise di fare cosa lei gli rimproverava smepre. Di non camminare più tra i comuni mortali e vedere come vivessero. Che non sapeva quanto costassero i beni di prima necessità e che realtà vi fosse.
E così andò.
Fu investito da puzza, sporcizia e ogni genere di rifiuto ammassato ovunque man mano che la via finiva e le case abbandonate o prese abusivamente terminavano, per mostrare un accampamento in uno spiazzo ampio di ogni genere di soggetto che per la società era un rifiuto.
si  sentiva già a disagio solo a guardarsi intorno finchp alcuni di quelli non si fero avanti.

"Dovè la strega? Li ha cacciati? Ci avete bloccato qui, non sappiamo che è successo..."

"La strega è stata chiamata urgentemente altrove, ma tornerà per voi. Vorrei che mi indicaste chi altri lavorava per quel gruppo e non sia dei vostri... lei vuole ripulire di nuovo tutto e abbiamo bisogno di informazioni, non siamo streghe, quinid..."
disse, senza guadare l'uomo ma attorno a sè. E si chiese come facesse Lia a girare per quei posti tremendi che gli facevano venire voglia di andarsene di corsa prima di prendere qualche malattia. POi abbassò lo sguardo perchè sentiva qualcosa sulla gamba, e si accorse di rifiuti vari e tra questi siringhe e preservativi usati. "...voi diteci chi è rimasto di quelli e come trovarli, mentre alcuni servi della strega vi portano cibo e altro. Andiamo..." rivolto ai veterani.

"Che ne pensi... è un problema quella adesso? Dovremmo tenerla..."

"Alaric..." fece scazzato Dorde sentendo solo in quel moento come un'onda di ritorno tutto quanto "non è un problema, abbiamo solo scoperto le reazioni avverse, vederemo come tenerle a bada. Non è una tigre selvatica da tenere chiusa a chiave"

"Secondo me si..." vedendo fissato malissimo e Alaric si zittì, arretrando di qualche passo menter Jd e Lubo lo superavano.
Dorde non disse più nulla e tornò allo Chateau.

Dorde un paio di ore dopo.

"Il dottore è nel suo studio, posso chiamarlo e..."

"Non fa nulla, volevo sapere come stava e se posso andare" fece Dorde alla capo infermiera. Infermiera Bernadette, sempre compita e seria, lo fissava severamente seppur sapesse chi fosse, ma per lei le regole ospedaliere venivano prima di quelle del capo di tutto.

"Sarebbe meglio..." ma questa si voltà e si incupì in volto "Signorina, torni subito nella sua stanza e non vada in giro..." urlò rimproverandola.
Lia era nel corridoio, in piedi, con un lenzuolo intorno a lei stretto dalle dita sul petto e come uno strascico dietro, le spalle mezze fuori da quella sorta di mantello mostravano il sopra del pigiama che era tenuto in appositi luoghi nel caso lei fosse finita là. Così come epr Dorde/Milan e per i veterani. Erano gli unici con una scorta di abiti da ospedalizzazione su misura.

"Infermiera..."

"NO!" fece lei perentoria a Dorde "nelle sue condizioni dovrebbe essere a riposo, vado subito dal dottore, la voglio vedere stesa nel letto... vada!" fece con rabbia la donna a Lia per poi lasciare Dorde come uno scemo che la fissava andare a passo marziale.

"Sarebbe un ottimo sergente maggiore..." fece con un ghigno Dorde guardando poi Lia, la quale restò ferma a fissarlo, mento verso il petto e occhi grandi su di lui. POi con un'espressione come se dicesse qualcosa restò a fissarlo con gli occhi mentre si voltava per poi andarssene con quello strascico ed entrare nella stanza. Quella che occupava.
Dorde la seguì e poi chiuse la porta alle spalle. SApeva che nè il medico e nè l'infeermiera nonostante le regole, si azzardavano ad entrare se lui chiudeva una porta, potendo solo chiamare all'interfono dentro la stanza.

"Come ti senti..." vedendola avvicinarsi al letto, far scivolare giù il lenzuolo e poi mettersi seduta, stringendo le braccia intorno alle gambe, facensdosi piccola piccola al centro del materasso.

"..."

"Ragazza, se stai male..."

"Che è successo?" fece lei senza guardarlo. Lui sospirò.

"Adesso abbiamo la risposta ad una domanda... su di te che effetti collaterali portano le nanomacchine? Abbiamo avuto ogni tipo di effetto sugli altri tester, dalla morte, alla pazzia, alla paranoia, al..."

"E quinid....?"

"Quindi devi evitare di arrabbiarti così tanto da scatenare le nanomacchine dall'attivarsi. A quanto pare adorano alimentare rabbia e odio o almeno, sembrano... come prediligere livelli alti di alcuni ormoni e mantenerli a quel livello se non peggio..."

"Capisco... ma quindi come cavia sono decente o..."

"I casi osno due... o ti sei regolata dall oscoppiare di rabbia fino ad oggi e farti prendere da loro o... la cosa si è attivata ora. NOn lo sappiamo ma tranquilla, come cavia sei stata ottima. Ora non ci pensare, riprenditi e..."

"Volevo tornare là e..."

"Non se ne parla, tu resti qui per oggi!" rimproverandola

"...si, papà... farò la brava..." con un mezzo sorriso, guardandolo. POi lo calò giù.
Lia lo fissò concentrata ma preoccupata e allungò la mano sinistra verso di lui, toccandogli il viso con le dita. "Cosa... che ti è successo? Il tuo viso si è rovinato?"

"No, io e te ci siamo confrontati come nelle nostre sfide e..."

"COSA!?"

"non ricordi nulla?"

"NO, io... ricordo solo... solo..." perdendosi nei ricordi, per poi passarsi una mano sulla faccia. Stava rivedendo la morte di quel ragazzo.

"Non pensarci. Non è accaduto ninete di grave, ma cerca di riposarti. E non far arrabbiarte l'infermiera..."

"Quella Rotthermaier..." fece lei con astio

"Quindi per questo facevi Heidi per i corridoi?" fece lui ridendo e lei alzò lo sguardo su di lui.

"Oh, no! Avevo sentito la tua voce e mi ero alzata, volevo acchiapparti e scappare ma lei ti ha braccato prima... speravo mi portassi via..."

"L'infermiera dice..."

"Ah, l'infermiera... quella sembra avere un siluro su per il didietro e un cane di quelli piccoli fastidiosi con acuti assurdi nella bocca..." facendolo ridere "...non voglio stare qui! E' come, anche per le divise ispirate agli anni cinquanta o che anno hai chiesto di prednere ispirazione, ci siano cani da guardia rancorosi invece di infeermiere... la gentilezza l'hanno solo sui peli..."

"... no nso se questa cosa..."

"lascia stare, so io..."

"Allora dove vuoi andare?" le chiese poggiando le mani sul materasso e abbassandosi al suo livello

"Non lo so...  mi sento in colpa per quanto accaduto.. cosa ho fatto esattamente?" incerta

"... lascia stare. Ora è imperativo capire che soglia è necessario superare per te lasciarti andare alle nanomacchine. Alcuni dei tester precedenti avevano...  paure, fissazioni, e..."

"non mi hai risposto... ho fatto cose... "

"Ora scoltami, scivolare in uno stato depressivo per qualcosa non dipesa da te non ti porta a niente e quello che serve ora è superare tutto e vivere... possiamo andare  a le Iles de Lerins o Isole di Lérins.Amministrato dal comune di Cannes e l'arcipelago è formato da due grandi isoledi cui Sainte-Marguerite , la più grande, famosa per il suo forte che si dice abbia ospitato l' Uomo con la maschera di ferro..."

"Lo so... non voglio andare da nessuna parte... e non vivo, io mi trascino... anche tu come Milan, tutti... non vedete e non capite..."

"Ti sbagli... cerco di fare come fai tu con gli uomini..."

"loro possono, io no..."

"Lia..."

"Non mi interessa cosa pensate, io non voglio continuare. Io sono morta molto prima, dentro. Sebbene non vogliate capirlo. Io non sono come tutti voi che basta figliare, trovare la persona bombabile ed ecco che la vita continua, che come disse quell'uomo in quel forum raccontando la sua storia, dopo che tentò di morire, non riuscì e si trascinò in una vita chenon era come desiderava ma non come tutti pensano per ricchezza, perchè fosse chissòà che roba che tutti sognano. ma per sè. Quella giusta e adatta a sè. invece mi restò impresso cosa disse alla fine. Io non ho vissuto la mia vita, una vita degna, che fosse per me o altro. E' stata una vita basica e mediocre, anonima si può dire. Ho avuto cosa avevano tutti e ho continuato in questo modo, ma no era una vita che mi ha reso felice... e aggiungo io, per felice si intende di cui si è orgogliosi e contenti, da avere il sorriso sulle labbra nonostante tutto. No, non è stato così. E io rispetto a lui non ho avuto niente. Altro che le boiate dette da Zay e Ric. ECCOME IO GUARDO GLI ALTRI E COSA FANNO E HANNO!!! perchè io non ho vissuto neanche le uscite, i momenti con gli altri, cose che gli altri si e io no! perchè la gente da me era una merda, perchè per i miei con cosa giudicavano delle altre mi hanno fatto venire i terrori e le paure di essere giudicata e schifata e non ho vissuto! Io non ho niente qui dentro..." toccandosi la testa "Io non ho... non sono stata... non ho avuto... RIC E ZAYN SIETE COGLIONI, questo vorrei dire a quei due. Avete detto a una persona vuota dentro di non guardare gli stronzi che l'hanno rovinat,a con i suoi, a vedere loro sorridere, con la gente che li accettava e li voleva intorno, a mangiare cose, a tavola con chi loro volevano, a fare cose che io desideravo, basiche, che tutti direbbero -ma che cosa speciale è, è solo banale di tutti- ma non è così! Ho solo ricordi di cose da farmi venire rabbia e odio. Di gente che mi tratta da schifo perchè diversa, che contesta tutto di me..."

"io non credo che ti odiassero o non piacessi a nessuno, ma in un posto bigotto e stupido dove loro facevano cosa volevano, e non parlo solo dei tuoi, ma giudicavano gl ialtri da rovinare la gente sparlandola e facendola finire sola... è quel mondo, non tu che non piaci alla gente. Hai solo vissuto in un luogo non peggio di cittadine più piccole e villaggi, per carità, ma quelli come te sono visti come problematici e..."

"smettila, non concludi nientre dicendo questo. Ricordo Caterina. Lei aveva il fidanzato online a cui mandava roba anche costosa e io boh, e per dire la mia o chiamarlo scherzosamente fidanzato fantasma ha buttato nel cesso un'amicizia per sto tizio, solo perchè aveva bisogno dell'uomo e non degli amici, finendo per dire di me peste e corna con gente che non conoscevo del nostro corso di laurea facendomi passare da stronza quando io stavo già iniziando  a stare male,a vevo i miei cavoli, dovevo farle secondo lei da segretaria bastava che prendeva gli appunti lei e mi ha fatta incazzare lei e le altre del gruppo nostro che frequentavo da mandarle a fanculo. E sentivo gente che manco sapevo chi era che sapeva però di me e come ero etichettata, passando per stronza dopo che io a Caterina avevo aiutato in mille modi!!! A causa dei miei io9 non ero me stessa, non riuscivo più, fingevo, e la gente tra le altre cose mi allontanava, ma NO!!! SOno io la merda... quindi lascia perdere. Il solo fatto che sono vostra amica è perchè non siete merde come sembrava all'inizio ma io voglio andarmene, indipendemente da questo posto e cosa volete darmi per spingermi a continuare... si è visto con ZAY e RIC cosa è accaduto con loro che si sono rifiutato di darmi una mano per l'unica cosa che chiedevo!! Che poi era solo di accertarsi e io fossi morta, o inscenare con me la mia morte per incidente. Mica farlo loro con le loro mani  o come ne riusciva. Ma mi hanno abbandonata su una cosa importantissima e sono finita a restare con i miei in quel vuoto e morte interiore. Mai nessuno oltre loro, orsi del cazzo. Mai maici, mai perosne che venivano a trovarci, solo loro e i nonni massimo a cagare il cazzo. Solo mangiare roba da confezioni o barattoli senza una pizza, un dolce, qualcosa... neanche che so cos ebanali com pasta al forno fatta bene, lasagne, o altre cose buone che tutti mangiavano la domenica... niente. Dolci niente. Una cosa per me no, per i fratelli si però! Mangiavano loro come merde e io a guardare e i miei MERDOSI hanno avuto l'ardire di dirmi sempre e comunque -accontentati di cosa cè- perchè a loro andava bene così allroa così per tutti. Non gli veniva in test ache la gente è diversa ed esce pazza in una vita misera e vuota come quella senza neinte per cambiare o qualcosa di buono per tirare su il morale. Loro a senso loro si accontentavano ma erano solo spilorci di merda che mangiavano di merda ogni cosa economica che faceva schifo e tu morivi dentro, pezzo dopo pezzo. Io infatti non ho retto! Andavo fuori di testa giorno dopo giorno. Sola perchè allontavano gli stronzi, i profittatori, gente che voleva solo qualcosa ma non me... sempre con loro a cagare il cazzo a casa a girare come ebeti per le stanze, a controllare te e i tuoi cassetti e dove fossi, a guarfdare solo tv e basta. Non andavano da nessuna parte e non vedevano nessuno. una vita vuota e inutile per me, distruttiva. Ma loro niente... non si sono accorti, aprendosi mentalmente, che mi stavano uccidendo avendomi voluta con loro per forza. A forza. Appena diploimata solo a dire che io dovevo restare con loro. Ecco che è accaduto... io che non volevo restare, con ZAY e RIC che mi hanno tradita lasciandomi morire in modo peggiore con i miei trascinandomi per tutto quel tempo soffrendo da merda... ecco cosa ne ho ricavato io dalla vita. Dal mondo volevo solo fiducia nel credere che io potessi vivere. Invece non ho avuto niente, e quei due coglioni pensavano parlassi di hcissà cosa... solo io ci ho rimesso e ho perso, spero che ne siano orgogliosi come i miei. Ho sofferto fino all'ultimo istante della mia vita come una disgraziata, ZAY e RIC gofniaste pure il petto, spero che morirete un giorno orgogliosi di avermi distrutta anche voi...."

"...!

"Canta per me per dormire.... Sono stanca e voglio andare...E poi lasciami sola... Non provare a svegliarmi al mattino....Perché me ne sarò andata ...Non stare male per me... Voglio che tu sappia... Nel profondo della cella del mio cuore... lo farò e  mi sento così felice di andare... Voglio che tu sappia... Nel profondo di ogni cellula del mio cuore... che voglio davvero andare..." cantò Asleep e Dorde sospirò

"Di nuvo quela canzone,...Vorrei sapere i tuoi come non vedessero fino a che punto ti sei rotta e per loro andasse bene, privandoti di tutto, dai tuoi soldi che tenevano nei loro conti al cibo, a ogni cosa, vedendoti strisciare disperata e priva di vita addosso..."

"Vai.... lasciami in pace..."

"Ma..."

"Lasciami nel mio niente, non ho voglia di niente, ora voglio solo pensare a come fregare le nanomacchine... non intendo permettere loro di perdere la ragione e gestire io, cosa resta di me..."

"come vuoi... Andrò a parlare con il dottore nel caso nel mentre ci ripensi... Potremmo andare a cercare le celle dove erra rinchiuso l'uomo con la maschera e vedere di scoprire chi fosse..."

"pensi che la vita sia come nei film dove tutto viene scoperto per cose che comodamente sono nascoste o incise là? Ma andiamo..."

"NOn possiamo scoprirlo se non andiamo..." fece lui con le mani in tasca andando verso la porta

"Dorde..." facendolo fermare "...perchè passi del tempo con me?"

"..." lui la fissò accigliato "come tutti, perchè siamo amici..."

"e cosa ti porta questa amicizia...?... voglio dire, cosa ti fa rendere conto del fatto che cè questo legame?"

"Perchè..."

"Io non lo so se provo qualcosa e se si, cosa... non lo comprendo e non capisco se la vostra gentilezza non sia dipesa da altro..." fissandolo negli occhi

"... se solo fossi scappata prima da quel luogo orribile, non saresti finita così! In questa esistenza sei scappata da quel posto solo perchè qualcosa in te è uscita fuori e hai avuto la fortuna di trovare un posto qui da noi... se fossi andata via prima, ma senza soldi visto che li avevano loro e senza niente, non saresti andata lontano, malata. Se fossi stata senza problemi fisici, scommetto che saresti riuscita... e tutti o ti hanno tradita, o fatta arrabbiare o allontanata e sei rimasta sola... anche se tu provassi qualcosa, quello che ti hanno fatto maturare i tuoi, ti impediscono di rilassarti e..."

"Lascia stare la psicologia, non mi interessa... vorrei solo che queste vostre gentilezze fossero sincere e..."

"Cosa ti credere che non lo siano?"

"..." fissandolo malamente "PERCHè Tu e Milan avete allontanato tutti per evitrare tradimenti, non avete veri amici anche se con i veterani cercate di non mettere troppa distanza e io sono una cavia... "

"..." avvicinandosi a lei tornando, le posò una mano sulla nuca massaggiando con le dita "tu non conosci molte cose e a volte rifiuti la gentilezza per paura che la gente voglia altro, non è colpa tua, ma come ne sei uscita, ma non ti fa bene chiedere solo credendo di capire senza accettare la vera gentilezza..."

"
...Poi vado da mio fratello e gli dico “Fratello, aiutami, ti prego” Ma lui finisce soltanto per mettermi ancor più in ginocchio.
In dei momenti ho pensato che non avrei retto ancora a lungo..." con sconforto, sebbene le piacesse quel gesto con la mano

"Sempre citazioni da canzoni?"

"Che altro ho? Libri e canzoni... ho vissuto cosa leggevo dai libri e dalle canzoni ma veramente io... no! Ho incubo della mia vita di prima. Per loro io se urlavo godevo, erano convinti che se ceercassi di farmi sentire e capire, voleva dire solo che adorav alla follia i conflitti, sbraitare, a... non mi conoscevano mai, come ci stavo male mentalmente e psicologicamente quando raggiungevo il limite da urlare!! Ma no, ero io!!! Sempre a rinfacciarmi che fossi egoista e stronza, che non avevo considerazioni di loro... ma di me, chi lo aveva!?! Sempre a dire le solite boiate che dicono i genitori del cazzo che chiamano amore e poi rantoli dentro a pezzi fino all'agonia e... loro ti urlano contro che non sorridi per far contenti loro e i nonni del cazzo! Che sono troppo lugubre e rovino loro i pranzi e le cene... avrei voluto farne a meno, preferivo mangiare da sola a disperarmi in silenzio..."

"come adesso?"  dandole un bacio sulla tempia, carezzandole la schiena finchè lei no nsaltòò per aria e non lo fissò male mentre lui sorrideva e e tornava alla porta "A ricordare come ti sentivi, come stavi tra loro obbligata in cosa non era tuo, ti perseguita ancora adesso..." vedendola con le lacrime, mentre lei le cancellava con il dorso della mano "ti hanno fatta sentire sempre peggio, sempre a usare le carte dei sensi di colpa, colpevolizzazioni... come se il problema fossi tu e fossi pretenziosa e volessi chissà cosa. Voelvi solo pace, del cibo che aiutasse, discorsi e interazioni umani e non sordi e ciechi boriosi aprendo casini loro da teatrino e poi ti dicevano di zittirti... ma quello è il passato e..."

"NO!! Non è il passato... io non posso vivere ed esistere, non importa che modo, per cosa mi osno portata dietro. Mi osno sempre frenata e non ho vissuto nulla, per i terrori di giudizio e il casino che avrebbero fatto se io vivevo qualsiasi cosa... è già stato assurdo che dicessero si per l'Irlanda. Non ci credevo, seriamente, ma accadde ma... io non dovevo più tornare! Adesso non sarei ridotta così! Anzi, preciso. Quello era per morire con meno tormenti. ZAy e Ric non volendomi aiutare mi hanno torturata anche loro e non capiscono. Cosa è significato cotninuare a respirare e strisciare a questo mondo per tutto quel tempo dopo... io che non avevo potere sulla mia vita. Dovevano decidere tutto loro. SApevo solo prima di diventare maggiorenne che avevo soldi in un conto ma non potevo metterci mano sopra, neanche da adulta. Assurdo diranno tutti che maggiorenni di sicuro si sono presi tutto ciò che era loro o comuqnue se lo gestivano. io non ho potuto. TUtto a nome loro o oncdiviso e non potevo fare niente perchè loro dovevano avere parola perchè co intestatari!! Sembra assurdo ma è vero! io non ero padrona di niente e non capivano. Per loro era giusto così! Dovevo fare un documento? Dovevano farlo loro o dovevano esserci loro, anche da adulta, io dovevo avere la loro supervisione e approvazione per le cose. Schiava e dicevano di no. Mi urlavano -sei stronza, merdosa, disgraziata, testa di cazzo, cogliona, egoista di merda, e altro e altro- " respirando male per il pianto che voleva venirne fuori "e la colpa era sempre mia!! Ereo così stanca, non ce la facevo più a vegetare con loro a subire sempre i loro ordini anche da adulta e tutto! NOn potevo gestire niente di mio, ogni cosa doveva avere il loro naso dentro e poi ero una figlia di merda!! Voelvo scappare ogni giorno ma non sapevo dove andare perchè malata, temevo che anche se gli intimavo di non cercarmi per quanto stronzi mi facevano cercare mettendo avvisi col mio nome. Se me ne fossi andata prima... ma non avevo soldi ne altro. L'unico modo che avevo per fuggire era... sposarmi o morire! Questo per loro era adeguato. E se schifiavo letteralmente la loro vita mi dicevano -vattene, prendi e te ne vai- e io l oavrei fatto se avessi avuto i miei soldi e non co-gestiti da loro. Perchè lo so che potevano benissimo fare qualcosa ai conti e bloccarmi utto dicendo di tornare... loro non mi conoscono ma io conosco loro... ho vissuto e scelto cose per loro perchè almeno a volte mi snetissi dire -brava, ottimo lavoro, ti sei impegnata e guarda- o altro per... a che serve parlarne, mi avessero detto qwualcosa di incoraggiante, fiero, orgoglioso... niente!! Solo a pretendere su di me e aspettarsi che fossero loro a gestire tutto finchè non mi sposassi, finendo schiava di qualcun altro... io sono morta dentro e nessuno ha voluto vede re e capire... solo a essere sicuro come tutti che quelloa vita perchè andasse bene a loro, fossero ottima per me ma io impazzivo... Io stavo malissimo quando mi urlavano, si litigava, mi si trattava da schifo e non capivo che significasse quando leggevo dai libri o vedevo nei film certi atteggiamenti gentili, affettuosi, di... vaffanculo" nasconedndo la testa dietro le gambe, che tneva ancora strette tra le braccia.

"...distenditi e non pensarci, ti farò portare del tè e delle stecche di torrore, classico, per tirarti su..." vedendola sorpresa "se ci fosse qui Milan gli direi di abbracciarti, se lo facessi io avresti paura di altro che temi la gente voglia e non ho intenzione di peggiorarti... ma anche noi si, siamo diffidenti con la gente, ma a volte è necessario se ci sono persone con cui siamo in sintonia, lasciarsi andare all'affetto... siamo amici, noi più che con altri, non pensare a niente e stai tra noi. Odiavi quando te lo dicevano ZAy e Ric perchè primo erano prima chilometri e chilometri e poi proprio un altro paese e non riuscivi più a reggere a solo parlare online e poi... ti eri resa conto che sembrava che.. loro parlassero e ti trattassero senza più considerare te. Soffrivi, stavi male per cosa gli snetivi dire o leggevi che scrivevano e sembravano non capire quanto tu stessi male e cheidevi solo una cosa. Un aiuto, solo vereificare creando le condizioni, della tua morte... ma tutti ti hanno tradita lasciandoti sola, a lottare contro te stessa dicendoti invece solo di pensare a vivere, e..."

"smettila..."

"loro non avevano capito quanto fossi rotta e disperata, e peggio non eri abituata a nessun tipo di eleemtno o trattamento gentile e cona ffetto e simili. Abituata solo a come vievvano i tuoi e come si trattavano tra loro e di ocntro loro con te. Hai perso la familiarità con gentilezza e affetto e la tua amicizia con loro solo online era finita per freddarsi.. ma non lo hanno capito. Non cèra aiuto che potessero darti e non avevi intenzione, per niente, di scappare da loro per fuggire alla disperazione di quella vita con la tua famiglia, perchè sapevi che sarebbe finita come con tutti. Che avresti visto facce e discorsi sussurrati su di te che eri un peso, un fastidio, non eri come si aspettavano, che sostenerti era un peso e tutto i lresto. Con noi tu sei scappata perchè non ti aspettavi di essere ospitata, volevi andartene e quel gruppo ostile e noi era un'ottima scusa. Ma normalmente non accade... hai rifiutato l'ospitatità di qualcuno perchè non volevi sentirsi in obbligo, un peso o altro e hai ancora terrore ai gesti di gentilezza e bei mometni a discutere come persone... non ne uscirai mai se non con terapia ma ci vorrebbe tempo..."

"E io non ho...Io non riuscirò mai a tirarmi su da sopravviere almeno, voglio andarmene, ne ho bisogno, non riesco a stare, ad andare avanti, ogni cosa bella mi fa venire di piangere e non riesco a viverla e... ho incubi, terrori paure che non riesco a mandar via..."

"che loro ti hanno fatto maturare, ma tu non eri così, lo so... quando non si capisce che si rovina le persone... mettiti giù per ora e riposati, ti porterò qualcosa più tardi sempre che Milan non torni e voglia vederti..."

"Accompagnatemi alla Soglia... aiutatemi, solo questo, a trovare la pace e togliermi questo dolore che non andrà mai via... e cancella le famiglie... modifica le cos ecome le abbiamo solo ipotizzate ma niente più famiglie e peggio senza controllarle e verificare cosa accade dentro come facevano i coglioni là fuori..."

"io sono dal dottore, se cambi idea hai questo tempo..." andandosene


Dieci minuti dopo

"Dottore..."

"Venga Bernadette..." disse questi alla donna che bussò mentre parlava con Dorde, facendolo un pò innervosire. Odiava chi interrompeva.

"Volevo solo avvisare che la ragazza è scappata..."

"Cosa?" fece Dorde sorpreso "ma l'avevo lasciata..."

"L'aveva...  ha lasciato questo sul letto"

Dorde prese il cartoncino scelto alla buona per scerivere e lesse, per poi cercare di non scoppiare a ridere in faccia alla donna.

"Cara Rotthermeier in gessato bianco. La ringrazio di quanto fatto ma la sua marzialità avrebbe fatto sclerare anche baffetto tedesco. Odio stare rinchiusa, chi è prepotente senza dialogare, pensando che si sappia cosa è bene per gli altri sia giusto. Per esperienza preferisco decidere io e rischiare se devo, non permettere agli altri di decidere su di me. Se fosse così tornerei in quella cazzo di famiglia e sono felice che lei non abbia marito e figli. Ha fatto bene. Si viva la sua vita come la sente e non la spenda solo per chi il cervello e gli ormoni le dicono di considerare sopra se stessa. Perdendo cose e opportunità da ricordare in vecchiaia. Privandosi di qualcosa. E non sia tirchia. lo so io cosa significa vivere un niente e doversi ogni giorno accontentare uscendo pazza... Non muoia come farò io piena di amarezze, rimpianti  e rimorsi. Io morirò così e così tutte le me di ogni piano parallelo che non hanno vissuto, ma sognano la morte come speranza di pace. E nessuno è amico o umano vero da aiutare.
Andrò a fare una passeggiata prima di dichiararmi auto-guarita e cercherò qualche soldato biancaneve che lui si, ha bisogno di consigli ordinati e gestiti con severità perchè lì serve, accidenti a loro, perchè non sanno nenache come lavarsi le mutande. E non scherzo, purtroppo!! Quindi tornerò ai miei impegni di Veròna cercando quel senso di -sentirsi vivi- che non ho normalmente. Non so se lei capirà, ma ho deciso che ne ho bisogno. Se per il dottore le mie azioni di Veròna sono deleterie per il mio stato psicofisico, mi spremerà se devo per qualcosa che voglio continuare. Più porto paura, dolore e terrore a chi merita rendendo tutto un mio territorio da gestire e controllare e più mi sneto utile davvero e mai come nella mia vecchia vita. Se ha rimostranze, faccia rapportino e magari un giorno di questi a colazione lo leggo e le faccio sapere. Ma metta tanto accento tedesco che enfatizza i concetti. E' il suo marchio di fabbrica e sarebbe pure simpatica e di calore senza lo scopettone troppo in sù.

Buon lavoro e riveda un pò, un pizzico, l'empatia umana per chi è malato o come me che soffre per come la si tratta.

-Lia"

...Inaudito, dottore!!" fece la donna seccata

"..." Dorde fissò e basta il bianco rettangolo, portandosi una mano davanti la faccia per mascherare le risa, poi lo lasciò scivolare verso il dottore "lo metta nel suo fascicolo, faccia ripulire la stanza e tenere le sue cose pronte nella sacca al solito... io vado!"

"Ma... le sue cuire, i test, cosa dobbiamo fare per tenere sotto controllo le nanomachcine..."

"Tranquillo, è solo un momento di frustrazione e disperazione e doveva uscire dalla gabbia in cui si snetiva... con David on ci saranno problemi, ma la lasci libera per ora..." dando lespalle, sismandosi la giacca per poi dire prima di stringere la maniglia, ridendo senza riuscire a controllarsi "Benedetta ragazza!!"




 





   
 
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