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Autore: paiton    18/07/2022    0 recensioni
Questo racconto, realmente accaduto, si ricollega ad una mia precedente pubblicazione "La Capanna sul Mare". Due anni dopo ritorno in Costa Rica con la fidanzata, memore delle avventure e disavventure che ho vissuto, completamente innamorato di quelle terre selvagge, decidiamo di restare una ventina di giorni in casa con un ragazzo che ci ospita e che sta avviando un progetto di permacoltura, per lavorare e vivere con lui. Il nostro doveva essere un fine settimana tranquillo, un momento di relax e un'opportunità per stare un paio di giorni da soli. Per una serie di decisioni sbagliate ci siamo trovati ad affrontare una situazione di pericolo che però ha insegnato molto ad entrambi. Cara lettrice e caro lettore spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. (non è necessario aver letto il diario sopracitato per iniziare la lettura). Ringrazio preventivamente chi leggerà l'avventura che ci è capitata e accetto a braccia aperte qualsiasi tipo di critica e di consiglio
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizio a muovermi veloce, rischiando di farmi male perché devo trovare una via di uscita da quella situazione, non per me ma perché sto mettendo in pericolo lei. Un piede mi scivola di lato e un infradito si rompe: le tolgo entrambe e continuo a zigzagare tra gli scogli che sono sempre più rivestiti di alghe.
 
Vedo dei pescatori in lontananza, sono due ore che non incontriamo anima viva; mi avvicino e chiedo loro in un italiano spagnolizzato : "Pura vida, ès possible salire a la Parcela da più avanti?"
Loro mi squadrano e poi dicono che una strada ci sarebbe, ma è un po' pericolosa.
Forse mi hanno sottovaluto per il mio aspetto da turista sconsiderato ma sono consapevolmente certo che non faremo mai in tempo a tornare indietro sulla strada statale principale, calcolando che sta scendendo l'oscurità e si sta alzando la marea.
 
Bisogna tentare quella via pericolosa, che è l'unica possibile. Torno indietro velocemente ad informare Fabi:

"Probabilmente c'è un sentiero percorribile in fondo alla scogliera, dopo la punta rocciosa che da questa posizione non si vede, me l'hanno riferito quei due pescatori"

"Tu mi hai abbandonata qui da sola! Non ce la faccio più con questi sandalini!" Mi urla addosso arrabbiata
Inizio ad essere davvero preoccupato per lei, avanza molto lentamente e sta calando l'oscurità... prendiamo in mano i cellulari intelligenti per fare luce e la informo che le mie ciabatte sono da sistemare, sto avanzando scalzo.
 
La marea continua a salire, le prime nuvole iniziano a scaricare acqua, è buio pesto e siamo costretti ad usare la torcia elettrica d'emergenza che per fortuna tengo sempre nello zaino. Le insenature della scogliera non ci permettono di vedere a più di dieci metri in avanti ed effettivamente non sappiamo neppure se quella via è praticabile.
 
In altre situazioni mi ero cacciato nei casini ma così dentro ai guai come questa volta Mai!


Inizia a salirmi l'ansia poiché non solo sento di aver messo in serio pericolo la mia vita ma soprattutto perché ho messo in pericolo l'esistenza della ragazza che amo. Sento che la paura e la fatica iniziano a prendere il sopravvento su di lei, ormai la nostra giornata non è più sotto il nostro controllo.

"Non ci conviene continuare a camminare per la scogliera, ormai abbiamo passato l'hotel che si troverà al massimo ad un centinaio di metri da noi... se ci fai caso, al nostro fianco abbiamo la foresta che è molto più facile da attraversare rispetto al muro verticale di pietruzze che volevamo scalare un'ora fa."

Cerco di rassicurarla dicendole che siamo vicini e manca poco anche se non ho la minima idea di come fare ad avvicinarmi più di così, visto che la foresta brulica di ragni velenosi e serpenti, soprattutto di notte quando escono a cacciare le prede.
 
Il terreno è pieno di pezzi di legna marcia, di tronchi e rami umidi e pieni di muschio ed è proprio lì che si annidano le tarantole… la guida ce ne aveva mostrata una proprio qualche giorno prima durante un’escursione notturna.

Lei mi crede e proviamo a salire per un sentiero che si vede a malapena, forse quello che indicavano i due pescatori incontrati... Ci eleviamo qualche metro sopra al livello del mare e tutto sembra funzionare fino a quando accuso un dolore lancinante al piede destro.
 
Punto la torcia e vedo chiaramente una spina piantata in profondità; la tolgo e riconosco l'aculeo: appartiene ad una maledetta palma, le cui foglie si contornano di spine, questo significa che tutto attorno a noi è pieno di dolorose spine.

"Ahia! Basta! Non ce la faccio più! Voglio andare all'hotel!" Anche Fabi ha beccato una spina sotto al piede, dobbiamo fermarci.
 
Non possiamo arrivare all'hotel, adesso tutto mi è chiaro: ci siamo sforzati tanto per raggiungere in tempo la stanza ma la strada che abbiamo appena scelto, non è affrontabile. Abbiamo preso una serie di decisioni poco convenzionali che ci hanno fatto arrivare in questa situazione. Sto pensando nel modo sbagliato, stiamo rischiando grosso!

"Prendiamo gli impermeabili e fermiamoci sulla scogliera a dormire. Questa è in assoluto la cosa più sicura che possiamo fare"
 
   
 
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