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Autore: Nitrotori    19/07/2022    1 recensioni
Annualmente due regni un tempo in perenne guerra, si radunano per ingaggiare in uno scambio culturale per mantenere la ormai duratura pace. Nove talentuosi rappresentanti scelti da entrambi i regni salpano a bordo della nave Fraternity, tuttavia durante il viaggio le loro vite vengono messe in pericolo da un misterioso incidente.
ATTO 1 - Terminato
ATTO 2 - In corso...
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Mentre Alphonse e Leah tornavano nel Santuario, il giovane minatore decise di farle una domanda per chiarire un dubbio che da un po’ continuava ad assillarlo.
“Ehi Leah, posso farti una domanda?”.
La ragazza si voltò e con un sorriso annuì. “Certo, di che si tratta?”.
Nonostante Leah avesse dimostrato di essere in grado di superare il dolore, Alphonse comunque si sentì piuttosto a disagio a portare a galla nuovamente i ricordi di una persona a lei cara. Ma ormai aveva lanciato il sasso, doveva proseguire…
“Riguardo Piper, c’è una cosa che non riesco a togliermi dalla testa da un po”.
“Ovvero?” Leah spense il sorriso.
“Mi chiedevo cosa sapessi del libro che si portava sempre dietro. Essendo sparito dalla scena del crimine, probabilmente quel libro è di vitale importanza o comunque una prova fondamentale per dimostrare la colpevolezza del suo killer. Da quanto tempo si porta dietro quel libro? Tu la conoscevi da più tempo di tutti no?”.
Leah ci pensò bene e non le ci volle molto per rispondere. “Piper è sempre stata attaccata ai libri di qualsiasi tipo e grandezza. Ma sono abbastanza sicura di non averla mai vista portarsi dietro quel libro prima che lei partisse”.
“Quindi, Piper ha iniziato a portare con sé quell'enorme libro solo dopo essere tornata, giusto?”.
Leah annuì “Può testimoniarlo anche Simon in realtà. Anche lui, come me, conosce Piper da parecchi anni. Sono sempre stati compagni e colleghi, anche prima delle loro attuali posizioni. Se devo azzardare un’ipotesi, Piper ha iniziato ad avere con se quel libro quando ha iniziato a lavorare come archivista del regno”.
Alphonse si portò una mano sul mento in riflessione.
“Capisco. Lei è diventata archivista dopo essere tornata vero?”.
Leah confermò: "Esattamente. Purtroppo non le ho mai chiesto nulla del libro, poiché la nostra relazione si era arenata, ma prima del viaggio lei aveva spesso dei libri in mano, ma nulla che somigliasse a quello strano che si portava sempre dietro”.
Qualunque contenuto avesse quel libro, era evidente che Piper ne avesse ottenuto possesso dopo il suo rientro dal misterioso viaggio che aveva causato la morte dei suoi genitori. Alphonse pensò che si trattasse di una specie di cimelio di famiglia, un memento che Piper si portava sempre dietro, tuttavia il giovane minatore ricordava bene che Piper non avesse più memoria dei suoi genitori.
“Forse se lo portava dietro per cercare di ricordare?” Pensò tra sé e sé "O forse il motivo per cui quel libro è sparito dalla scena del crimine è perché in qualche modo collegato all’incidente di cui lei e i suoi genitori sono stati vittime, e per estensione alle vicende in cui siamo coinvolti”.
“Mi spiace” Disse poi Leah abbassando il capo “Non so in quale altro modo posso aiutarti”.
“No, va benissimo” Sorrise Alphonse “Ti chiedo scusa per aver sollevato la questione”.
Leah gli puntò il dietro contro con rimprovero “Hai il brutto vizio di dire continuamente scusa. Non c’è nulla di cui devi scusarti! Puoi chiedermi quello che vuoi” Infine rilassò lo sguardo e sorrise.
Alphonse a sua volta si grattò la nuca sorridendo “Hai ragione”. E stava per dire di nuovo scusa, ma si fermò in tempo.
Quel breve momento di serenità tra i due però fu bruscamente interrotto. Le gambe di Leah cedettero e fu solo grazie ad Alphonse, che a sua volta si sentì improvvisamente indebolito, a sorreggere il suo corpo.
Si udì un sussurro. Questa volta fu più facile percepire quell’incomprensibile bisbiglio. Simultaneamente si sollevò una brezza di vento gelido, che ululò attraverso i fori della caverna del Santuario, irrigidendo le loro ossa e tendini, ormai sotto stress accumulato dalle numerose intemperie psicologiche e fisiche che quell’isola forniva.
L’intera foresta all’esterno si coprì di nebbia avvolgendo gradualmente tutta l’isola in un inquietante candore. La visibilità era nulla, il mondo era svanito all’interno di quella eterna foschia.
“Leah, stai bene?” Chiese Alphonse un po’ intorpidito.
“Sì…” Rispose lei reggendosi il capo.
Poi un tremendo grido li raggelò. Tutto il gruppo, attirati dall’urlo, scattarono verso il centro della caverna.
“Quell’urlo!” Esclamò Harris teso “Simon!”.
L’unico che mancava all’appello era proprio il giovane arcanista. 
Alla svelta, tutti accorsero verso il corridoio dove alloggiava e lì trovarono qualcosa che li pietrificò con sgomento sul posto. Un’ immensa luce bianca che emanava un sottile suono stridulo, proveniva da oltre la tenda dove Simon si era segregato per calibrare il Trapezoedro.
Orin le scansò tempestivamente e lo trovarono in stato confusionale, quasi privo di sensi, accasciato sul bordo del muro di pietra.
Leah entrò nella tenda e lo distese per terra per controllare le sue condizioni di salute.
“Simon! Rispondi!” Esclamò lei preoccupata.
Le sue pupille erano dilatate, ma per fortuna la voce della talentuosa farmacista lo riportò alla realtà. Nello stesso istante, la radianza che proveniva dai frammenti di cristallo puro sparsi per terra appassì del tutto, facendo piombare l’intera caverna nel silenzio.
Simon si mise a sedere e si portò una mano sulla testa, affaticato da qualunque cosa fosse appena successa.
“Che cos'è appena successo?” Chiese turbato Aoki.
Simon non rispose. Combattendo l’emicrania iniziò a cercare disperatamente tra le sue cose.
“Dove diavolo l’ho messo?” Si disse tra sé e sé. “Dopo aver tirato fuori della carta e un gessetto di cera nero in mezzo a tutti i libri e tutti gli aggeggi dalla sua sacca, iniziò a disegnare qualcosa sulla ruvida superficie della pergamena: un cerchio magico a nove punte, qualcosa che nessuno di loro aveva mai visto.
“Ecco qua…” Disse Simon e poi si accasciò di nuovo al suolo, questa volta privo di sensi e stremato dallo sforzo. Per disegnare quel cerchio aveva fatto appello a tutta la sua forza di volontà e alla sua immensa dedizione alla ricerca.
Qualunque cosa Simon avesse appena disegnato su quel foglio di carta, avrebbe portato delle risposte importanti, o forse nuovi intricati misteri, almeno questo era il pensiero collettivo che albergava nelle menti del gruppo.

Simon non accennava a risvegliarsi. Le sue forze erano venute a meno e Leah si stava occupando di lui, osservando qualsiasi possibile sintomo potesse manifestarsi.
“Come sta?” Gli chiese Alphonse.
Leah poggiò una mano sulla fronte di Simon. “Non ha la febbre e il battito è debole. Qualcosa lo ha stremato enormemente, e ha bisogno di riposare. Con molta probabilità resterà in queste condizioni fino al calar del sole”.
Alphonse incrociò le braccia preoccupato “Qualche idea a riguardo?”.
Leah scosse il capo “No. Ma mi chiedo perché ha urlato in quel modo. Cos’era quella luce di prima?”.
Alphonse aveva un vivido ricordo di quella scena. Non aveva mai visto una luce tanto intensa in vita sua, se non in quella indimenticabile esplosione di radianza che era avvenuta prima del naufragio. Ma la cosa che più di tutte aveva attirato la sua attenzione erano quei nove frammenti di cristallo.
“Di nuovo quel numero…” Disse Alphonse pensoso “Quei frammenti di cristallo al suolo, che sia il trapezoedro?”.
“Come sarebbe a dire è quasi finito?!”
Improvvisamente la voce di Alic echeggiò lungo il corridoio. Anche Leah voltò lo sguardo e lì lo videro davanti ad Orin, che fissava lugubre le casse di rifornimento con sguardo pensoso..
“Di questo passo non resisteremo a lungo” Disse il fabbro “Non c’è abbastanza cibo e nei dintorni non abbiamo trovato nulla”.
“Sulla nave!” Esclamò Alic con un sorriso nervoso “M-Magari sulla nave c’è qualcos’altro!”.
“Certo, una seconda occhiata non fa male” Ammise Orin grattandosi la nuca “Ma non possiamo continuare a pregare di trovare cibo dalle casse del relitto. Ci serve una fonte sicura di viveri, o moriremo tutti di fame”.
La dura verità lì colpì come una frusta dentata, il cibo stava finendo e dovevano fare qualcosa alla svelta.
“Qualcuno ha qualche idea?” Chiese disperato Alic. “Avete per caso visto qualcosa? Qualsiasi cosa?”.
“Onestamente no” rispose Aoki “Ma con questa nebbia non possiamo esplorare liberamente. Inoltre separarci è molto rischioso, non dimentichiamoci che potrebbe esserci un assassino tra di noi”.
“E’ rischioso, ma non impossibile” Orin si voltò verso il gruppo, prima che lo sconforto potesse prendere il sopravvento. In passato aveva gestito crisi molto grandi, come durante il crollo della diga di Steepfall. “Se entro i prossimi giorni non troviamo del cibo, passeremo la prossima settimana a digiuno. Saremo tutti più deboli e la possibilità di trovare del cibo scarseggierà sempre di più, azzerando completamente le nostre possibilità di sopravvivenza. Dobbiamo agire e in fretta…”.
Orin però sorrise determinato e guardò tutti i presenti “Ma non è tutto perduto, abbiamo tempo. Dobbiamo sfruttare questa risorsa per esplorare in modo approfondito quest’isola. Ma non posso farlo da solo, ho bisogno della vostra collaborazione, solo così potremmo avere una chance di successo. Da domani mattina partiremo alla ricerca di cibo non temete, farò in modo che nessuno di voi sarà in pericolo, avete la mia parola”.
Le parole di Orin rincuorò lo spirito appesantito del gruppo. Bisognava concentrarsi maggiormente sulla cosa più importante per assicurare una qualsiasi possibilità di fuga da quell’isola infernale. La strada sarebbe stata ardua, lunga, piena di difficoltà e ostacoli, ma insieme avrebbero potuto farcela.
Condividere un fardello, non sentirsi soli di fronte alle difficoltà, Alphonse finalmente capì cosa aveva portato la salvezza a Steepfall in quella fatidica sera. Collaborazione e unione, da solo suo Zio non avrebbe mai potuto salvare la diga quella notte, e a rendere quel miracolo tale, erano state le azioni di coloro che credevano che il loro contributo, preso singolarmente, potesse essere insufficiente. Il risultato finale non era garantito, ma senza la ferma decisione di agire, senza mai arrendersi, azione per azione, quel risultato non avrebbe cambiato il suo esito in positivo.
Alla fine il gruppo consumò il suo pasto, lasciandone un po’ per il povero Simon che continuava ad essere privo di sensi negli alloggi di Leah. Ma al calar del Sole, quando anche la nebbia finalmente si era ritirata, Simon riaprì gli occhi.
“Oh! Simon!” Esclamò Leah mettendosi in ginocchio davanti a lui “Come ti senti?”.
“Mi sento come se una mandria di cavalli mi avesse investito” Rispose lui reggendosi la testa “Cosa mi è successo?”.
Tutto il gruppo accorse sul posto quando sentirono la voce di Simon. Alphonse spiegò lui cos’era successo per filo e per segno, menzionando il suo urlo, la forte luce, i nove frammenti di cristallo e lo strano cerchio magico che aveva disegnato sulla pergamena prima di perdere definitivamente le forze.
Simon passò in rassegna ai suoi ricordi e annuì “Sì… ricordo tutto. Per fortuna le mie memorie non sembrano essere compromesse”.
“Allora sarebbe ora che tu ci dessi delle risposte” Disse Alic incrociando le braccia “Si può sapere cos’è successo?”.
Simon si sollevò con i gomiti e si mise seduto anche con l’aiuto di Leah che lo aiutò a stare comodo.
“Prima di poter parlare…” Simon si portò una mano sullo stomaco che brontolava “Spero ci sia rimasto qualcosa da mangiare”.
Orin allungò lui il suo umile pasto e l’appetito del giovane arcanista fu immediatamente saziato, per quel poco che ahimé restava delle scorte. Fu però sufficiente a metterlo in decenti forze per affrontare il discorso che stava per iniziare.
Simon sospirò “Dunque… da dove inizio?” Si chiese pensoso “Iniziamo dall’urlo. Durante la calibrazione, un'immensa potenza magica mi ha avvolto e ha iniziato ad entrare in risonanza. Il fenomeno è molto simile a quello che è avvenuto sulla Fraternity, e infatti quando il flusso si è arrestato, il mio Trapezoedro si è frantumato”.
“Se non sbaglio hai spiegato che l’unica persona a poter causare una simile reazione è un mago dico bene?” Chiese Aoki “Vuoi dire che è stato un mago a distruggere il Trapezoedro?”.
Simon si aggiustò gli occhiali “Ecco perché ho specificatamente detto che è molto simile a ciò che è avvenuto sulla Fraternity, non del tutto identico. Un mago può portare in risonanza una piccola o una grande quantità di Silderium, anche in base a che tipologia di potere egli esercita. Ma il Trapezoedro non è composto di Silderium, non esiste cristallo che possa immagazzinare la completa energia presente all’interno di un frammento di materiale grezzo. Se io tentassi di trasferire troppa energia dal minerale madre al cristallo, esso si distruggerebbe istantaneamente, allo stesso modo di come è successo al mio Trapezoedro”.
“Ma qui non c’è Silderium” Disse Alphonse perplesso “Infatti se non ricordo male, il tuo compito era solo di calibrare lo strumento, non di caricarlo”.
Simon annuì “Esatto, caricarlo senza materiale è impossibile. Eppure mentre calibravo il Trapezoedro, esso è esploso davanti a me”.
Tutto il gruppo si guardò confuso.
“Vuoi dire che qualcosa lo ha caricato? Qualcosa di simile al Silderium?” Chiese Harris.
“Esatto. Mentre calibravo il cristallo, il mio corpo è stato violentemente scosso da un’incredibile fonte di magia, ed è stato proprio lì che ho avuto modo di vederlo: quel cerchio magico”.
Harris che già sapeva che avrebbe tirato fuori l’argomento, lo aveva già prelevato dai suoi alloggi e lo aveva consegnato nelle mani dell’arcanista. Lui aprì la pergamena e la osservò attentamente.
“Allora?” Alic era impaziente di saperne di più, ma Simon si era zittito all’improvviso, finché non decise di parlare.
“Capisco, quindi è di questo che si tratta…” Disse Simon facendo un sogghigno, per poi posare di nuovo lo sguardo sui presenti. “Questo simbolo è tremendamente simile ad un simbolo che tutti gli arcanisti dovrebbero conoscere: l’Enneagono. Viene anche comunemente chiamato il Cerchio Bianco. Fu mio nonno Evans Emelent a studiare l’argomento durante la Grande Guerra, portando alla nascita dell’Arcanismo Moderno. Mio padre portò avanti le sue ricerche, diventando un ricercatore dell’Enneagramma. Chi studia l’Arcanismo, dedica la sua vita a cercare di comprendere e dare un senso all’esistenza stessa, l’Enneagramma è l’insieme di tutte le risposte che mio nonno riuscì a trarre dai suoi studi sulla natura del mondo, e nei suoi scritti, oltre ad esserci un simbolo molto simile a questo, ci sono numerose prove che il nostro mondo sia legato al numero dispari Nove. L’Ennagono è una sorta di paradosso, una ricetta perfetta se così si può dire, che racchiude al suo interno tutto ciò che è necessario per creare la vita”.
Simon mostrò la pergamena al gruppo.
“Per ogni punta dell’Enneagono abbiamo i Quattro elementi: Fuoco, Terra, Acqua e Vento. Poi subito dopo abbiamo la Tria Prima: Sale, Zolfo e Mercurio. E infine l’unione degli opposti: Sole e Luna, Luce e Oscurità. Nove elementi, nove principi raccolti in una singola ed unica struttura, nonché lo schema assoluto di tutto il creato”.
“Mi hai completamente perso” Orin si grattò il capo e anche gli altri sembravano non aver capito.
Simon girò la pergamena e iniziò a disegnarci sopra una croce.
“I Quattro elementi: Tutto ciò che vediamo, tutto ciò che è tangibile in questo universo è composto dall’unione di alcuni o tutti questi elementi. Il ciclo che mantiene il mondo vivo, fertile, in grado di preservarsi, è dovuto al fatto che una stella di medie dimensioni si trova ad una distanza adeguata per permettere la vita. Il calore di questa stella, il fuoco, fa evaporare l’acqua ed esso si tramuta in pioggia, che riversandosi sulla terra, trascinato dai venti, la rende fertile. E’ tutto chiaro fin qui?”.
Tutto il gruppo annuì.
Simon dunque passò al seguente schema.
“La Tria Prima: Sale, Zolfo e Mercurio, sono i componenti principali di ogni forma di vita organica, compresi animali e uomini. Senza questi tre componenti, non esisterebbe forma di vita biologica”.
Alic fece il conto con le dita e sentendosi intelligente batté il pugno sul palmo della sua mano.
“Ah! Quindi mancano gli opposti! Senza Sole e Luna, non esisterebbe giorno e notte, odio e amore, bene e male, dico bene?”.
Simon assentì “L’unione degli opposti significa che l’intero creato si basa su una costante dualità che esiste solo perché né esiste a sua volta una sua controparte, di conseguenza, senza questa dualità non è possibile generare la vita. Ad esempio l’unione tra una donna e un uomo genera la vita, questo è solo uno dei tanti esempi di l’unione degli opposti”.
Alic ridacchiò pensando “all’unione” dei sessi e Leah gli tirò un grosso cazzotto sulla schiena.
“AHIO! C’e n’era davvero bisogno?!”.
“Quindi…” Aoki riprese il discorso dopo il teatrino comico “Se hai visto l’Ennagono mentre calibravi il Trapezoedro, cosa sta a significare?”.
“Onestamente, non so dare una risposta precisa” Rispose Simon scuotendo il capo ancora incredulo “Questo simbolo è molto simile a quello che mio nonno ha scritto sui suoi testi, ma questo Ennagono ha delle diversità che non riesco a comprendere. E’ la prima volta che vedo una cosa del genere in tutta la mia vita.” Simon mostrò loro uno sguardo serio “Ho dedicato la mia vita alle ricerche e agli scritti lasciati da mio nonno e mio padre, venire a capo di questo mistero è un mio dovere come membro della famiglia Emelent. Mio nonno prima di morire era sulla soglia di scoprire uno dei grandi misteri dell’Ennagono. Mio padre me lo accennò una volta, poiché esistono solo fogli e disegni confusi a riguardo, ma se ciò che era scritto su quei fogli corrisponde ad una verità tangibile, in grado di essere dimostrato, allora stiamo parlando di una magia antichissima, probabilmente responsabile dell’intero creato. E una magia, non può esistere senza un mago”.
Nel pronunciare quella frase, il gruppo si irrigidì sul posto. Credere alle parole di Simon era molto difficile, ma tutti, compreso Simon, si trovarono davanti a diverse incontrovertibili  e bizzarre realtà, che doveva esserci per forza qualcosa di tremendamente potente e antico in opera. E c’era solo una cosa, un solo pensiero che ora albergava tra di loro, ma solo uno riuscì ad avere il coraggio di parlare.
“Quindi, quest’isola è la dimora della Dea Enneas? E’ lei è la Maga che ha generato la vita?” Affermo Aoki “E’ questo che stai dicendo?”.
Tutti si voltarono sconvolti verso di lui. Anche se la totalità dei presenti avevano pensato alla stessa cosa, ancora faticavano ad accettarlo.
“Nove corridoi, nove sopravvissuti, nove frammenti del trapezoedro e un misterioso ennagono” Aoki elencò tutti i vari riferimenti al numero nove. “Non c’è spazio a dubbio che questo posto sia legato in modo diretto alle regole dell’Enneagramma”.
Simon si alzò in piedi facendosi leva con il muro di pietra alle sue spalle.
“Il mondo è stato generato da una magia” Disse Simon chiudendo gli occhi pensando a suo padre “Non è stata una casualità, ma il volere di qualcuno, questo è quello che credeva mio padre e per estensione mio nonno. L’Arcanismo ha avuto origine dalla Chiesa di Nona, ma con il tempo si è divisa da essa, poiché i monaci ecclesiali credevano che il mondo fosse venuto alla luce per mera casualità. Ma mio nonno era assolutamente convinto, aveva dedicato ogni momento della sua ricerca a dimostrare l’esistenza di colui o colei che avesse generato la vita. Se riuscissi a comprendere con assoluta certezza la natura di questo Ennagono, forse potrei essere io a completare la teoria di mio nonno” Simon aprì gli occhi e si mostrò più determinato di sempre. “Abbiamo bisogno di più informazioni, io ne ho bisogno. Ma prima dobbiamo sopravvivere o tutto questo sarà invano”.
Orin annuì “Hai ragione, ma ora che il tuo aggeggio è distrutto, il rituale per capire se tra di noi c’è un mago è andato a rotoli no?”.
Simon sogghignò. “Non importa, anche con il Trapezoedro in frantumi il cristallo è comunque stato calibrato per funzionare correttamente. Basterà distribuire i vari frammenti ad ognuno di noi e possiamo procedere”.
Leah mostrò uno sguardo sollevato “Quindi possiamo davvero farlo? Finalmente possiamo toglierci questo dubbio”.
La maggior parte del gruppo sembrò rallegrato dalla cosa, tuttavia lo sguardo di Harris mostrava preoccupazione. Era rimasto in silenzio tutto il tempo, mentre meditava su ogni singolo dettaglio.
Alphonse si chiese cosa avesse per la mente…

 

   
 
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