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Autore: paiton    20/07/2022    0 recensioni
Questo racconto, realmente accaduto, si ricollega ad una mia precedente pubblicazione "La Capanna sul Mare". Due anni dopo ritorno in Costa Rica con la fidanzata, memore delle avventure e disavventure che ho vissuto, completamente innamorato di quelle terre selvagge, decidiamo di restare una ventina di giorni in casa con un ragazzo che ci ospita e che sta avviando un progetto di permacoltura, per lavorare e vivere con lui. Il nostro doveva essere un fine settimana tranquillo, un momento di relax e un'opportunità per stare un paio di giorni da soli. Per una serie di decisioni sbagliate ci siamo trovati ad affrontare una situazione di pericolo che però ha insegnato molto ad entrambi. Cara lettrice e caro lettore spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. (non è necessario aver letto il diario sopracitato per iniziare la lettura). Ringrazio preventivamente chi leggerà l'avventura che ci è capitata e accetto a braccia aperte qualsiasi tipo di critica e di consiglio
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con la torcia punto il terreno e con le mani sposto tutte le spine che vedo, poi dico a Fabi dove mettere i piedi per non pungersi ancora. Le mani mi fanno un gran male, i piedi ancora di più, ma è colpa mia, devo tirarla fuori incolume da questa disavventura:

"Miraccomando, non dire ai tuoi che siamo finiti in questa situazione altrimenti non ti faranno mai più uscire con me".

"Avevo ragione io, dovevamo tornare indietro due ore fa" lei lo sapeva fin dall'inizio ma ha voluto fidarsi di me

"Avevi ragione certo, ma hai seguito me e adesso ci tocca passare la notte qui in attesa della luce diurna"

Non potevo dirle in quel momento che non siamo tornati indietro per un motivo ben preciso... quella zona isolata era il covo ideale che i narcotrafficanti avrebbero potuto utilizzare come punto di scambio… non so cosa armeggiano in queste casette isolate…

Adesso mi rendo conto del terribile pericolo che abbiamo affrontato entrando nella buia foresta. Ritornando verso l'oceano vedo un punto che potrebbe essere comodo per aspettare la luce delle quattro di mattina. Ci buttiamo addosso tutto quello che abbiamo, sta scendendo dal cielo un monsone, siamo bagnati fradici e tira un folle vento. Fabi ha paura che la corrente ci trascini via ma io sto sveglio e lei riesce addirittura ad addormentarsi, è stremata poverina.

Attendo e controllo.

I miei occhi si sono abituati all'oscurità e intravedo grosse onde infrangersi sulla costa, molti scogli emergono dall'acqua, in tutte le direzioni e ci riparano dalla forza devastante del mare. Il rombo delle onde è continuo ed intenso, e mi porta il diario di ciò che è successo nell'oceano aperto dove regnano i venti della tempesta.

Inizio a meditare, calmo, calmissimo, mentre la abbraccio.
 
Dallo scoglio più alto, quello su cui ci siamo annidati, riesco chiaramente a vedere la spuma del mare, bianca... candida... che corre verso di noi e si insinua come un serpente nei punti più bassi. Piove sempre più forte e continua ad entrare acqua da tutte le parti; cerco di coprire Fabi come posso, usando anche i teli da mare, non c'è freddissimo nella notte del tropico ma così bagnati e sferzati dal vento è necessaria una protezione dai traumi muscolari.

Adesso non siamo più in pericolo, finché restiamo sdraiati siamo al sicuro. Con questa tranquillità momentanea riesco a schiarirmi le idee in maniera fantastica: dalla collina del centro di recupero, poche ore prima, guardavamo il mare e avevamo visto chiaramente che la spiaggia a forma di coda di balena (della riserva naturale di Bahia Ballena) era quasi scomparsa.
 
Questo significa che la marea ha iniziato a salire molto prima di mezzogiorno ed è impossibile che l'oceano salga ancora per molto tempo, sto iniziando a rilassarmi davvero... non possiamo essere travolti dalla corrente…

Nella vita ci capita di puntare un obbiettivo sbagliato o troppo elevato per le nostre possibilità e diventiamo frustrati... a volte abbiamo paura di essere tanto fragili e invece ecco l'opportunità che ci permette di alzare l'asticella della consapevolezza sui nostri limiti ma soprattutto capiamo cos'è davvero importante: la comodità di un letto matrimoniale o una scogliera scomoda con vista oceano? È questione di gusti, a me piace seguire le passioni e sono finito qui.
 
Puoi vivere certe emozioni solamente quando ti sei perso. In tutti i sensi.
 
Ho sentito quanto amo Fabi e non voglio più metterla in pericolo, mai più. Ho preso coscienza della forza del mare e del cielo che non avrei mai percepito stando comodamente seduto in una comoda abitazione convenzionale. Ho capito quanto sono forti gli animali che vivono in questa scogliera e dentro alla foresta: loro continuano a sopravvivere nonostante tutti i predatori, le spine, il vento, l'umidità e l'essere umano. Gli altri animali sono molto più forti di noi accidenti!

Adesso la mia vista si è abituata e dritto davanti a noi vedo onde alte almeno tre metri infrangersi fragorosamente sulla punta della scogliera.
La spuma ci è appena arrivata a due centimetri dal telo quindi devo svegliare la ragazza:

“Spostiamoci un paio di metri più in alto, ci è arrivata un'onda sotto ai piedi”

Mentre spostiamo gli zaini, i teli e l'ombrello lei, ancora un po' intontita, nota una luce nel mare.

“Non possiamo chiedere aiuto ?”

“Quella sarà una barchetta dei pescatori che non ha fatto in tempo a rientrare; non si fermerà mai da noi, troppi scogli, non si può approdare qui”
Lei prende la torcia, la punta verso il mare e la accende e spegne ad intermittenza.
   
 
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