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Autore: terryoscar    20/07/2022    4 recensioni
AUTRICI: Aizram_G e Terryoscar
Una piccola one per rendere allegra una ricorrenza diversamente triste!
Buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una seconda possibilità
 
Scrivo queste note la mattina del 12 Luglio 1789. Ieri il ministro Necker è stato costretto a dimettersi ed è stato sostituito da un uomo noto per la sua decisa opposizione verso la causa popolare.
La folla si è radunata un poco ovunque, davanti al Palazzo Reale tutti hanno tentato di procurarsi  delle armi. Ci sono stati degli scontri a Place Vandom presidiato dagli uomini dalla Royal-Allemand. Scontri che hanno provocato diversi feriti, c'è stato anche un morto nel giardino delle Tuileries. La città vive nella paura e nell'incertezza.
E' l’alba di un nuovo giorno che sta nascendo, forse ci riserverà altri disordini e nuove violenze.
 
 
Depongo la matita, chiudo il mio diario e mi stendo sulla mia branda militare.
Incrocio le mani dietro la nuca, chiudo gli occhi e mi appare la sua lunghissima chioma bionda.
 
Oscar, sei strana, so che c'è qualcosa che mi nascondi ... forse non stai bene. Ti sento tossire, spesso  le tue gote sono rosse per la febbre. Cosa mi nascondi? Non posso fare a meno di pensare a lei, sempre, ma quando sono solo in modo particolare. E poi lo sento che mi nasconde qualcosa ed io non posso fare a meno di preoccuparmi per lei.
 
Apro l'unico occhio che mi è rimasto, l'immagine del soffitto diventa più nitida fino a schiarirsi. Ripenso alla mia amata Oscar, è già da tempo che in lei percepisco un atteggiamento diverso, non è più arrabbiata, distante, ormai quei giorni di gelo causati dalla mia assurda dichiarazione d'amore non ci sono più. So che Oscar mi ha perdonato e .... sono certo che mi ama.
 
 
 
 
Parto al galoppo sul mio César. I miei pensieri corrono al mio André che è di servizio nella caserma Metropolitana. In questi giorni mi sono divisa tra il comando e palazzo Jarjayes. Ho deciso di farmi fare un ritratto, il primo della mia vita.  Voglio lasciare una traccia di me, non so cosa ne sarà del mio futuro. L'unica certezza che ho nella mia vita è il mio amore per Andrè! ... Corri César, portami da lui!Anche se …. Lui non sa ancora nulla del mio amore, e in effetti neppure io sono certa che lui mi ami ancora ….
 
 
 
Sento il rumore degli zoccoli di un cavallo, poi un nitrito. Mi affaccio dalla finestra e la vedo, Oscar in sella a César che varca il cancello della caserma. Questa mattina sembra che il mio occhio non mi dia problemi, la vedo brillare con i suoi capelli al vento, decisa.
Vorrei correrle incontro e abbracciarla ma non posso, dopo quella maledetta notte non posso....l'ho promesso a lei e a me.
Così resto qui e la attendo, nella speranza che mi mandi a chiamare.
 
 
Percorro il corridoio che mi porterà al mio ufficio, davanti al mio passaggio un soldato si mette sugli attenti, rallento il passo, ordino: "Manda nel mio ufficio il soldato Grandièr!"
"Agli ordini Comandante!"
 
 
 
“André! ... André! Svegliati! Alzati da quella branda! Il Comandante ti vuole nel suo ufficio."
"Osc...ehm...il Comandante? Vado subito....meglio non farla attendere!" Rispondo sorridendo tra me e me.
 
Mi ha fatto chiamare, spero che sia per stare un poco insieme.
                                                                                       
 
Sono nel mio ufficio, vedo entrare André, si mette sugli attenti, sorride, scherza: "Soldato Grandièr è ai Vostri ordini!"
 
Non mi vede eppure sono qui in un angolo dell'ufficio. Oh mio caro André ... abbiamo perso tutto questo tempo per colpa della mia testardaggine ... ora basta! ... Ho deciso che ti dichiarerò il mio amore ....
 
 
Lo precedo in piazza d'armi, lo vedo arrivare, lo chiamo: "André, sono qui! Scusami se non mi sono fatta trovare nel mio ufficio.”
"Non fa nulla! Dimmi, è successo qualcosa? Perché mi hai mandato a chiamare?"
 
La vista è ancora un po’ offuscata, per fortuna che mi ha chiamato. Certo mi sarei accorto del suo profumo ……
 
"Devo tornare a palazzo Jarjayes, desidero che tu venga con me!"
"Si certo, come desideri Oscar!" Che stranezza, è da tanto tempo che non rientriamo a palazzo assieme.
 
Prendo le sue mani, le stringo con delicatezza e sussurro: "Forse ti sembrerà strana la mia richiesta ma sai, le strade di Parigi sono pericolose ed io ho paura!" poi lo guardo negli occhi. "Grazie André!"
"O...Oscar...." non riesco a pronunciare altro, sono stupito e confuso. Oscar che chiede la mia presenza....Oscar che ha paura? No....sto sognando, non ho alcun dubbio!
"André non fare quella faccia! ... Dai, sella i cavalli!"
"Si, subito Oscar!"
Mi avvio alle scuderie, sello i cavalli e porgo a Oscar le redini di César.
 
 
 
Partiamo dalla caserma al piccolo trotto, attraversiamo le strade di questa assolata Parigi, calda e afosa.
Mi allargo un poco il primo bottone della divisa, il caldo è insopportabile.
Lasciamo Parigi e percorriamo la campagna circostante, attraversiamo i campi secchi e aridi.
La siccità dell'ultimo inverno e adesso questo caldo insopportabile stanno distruggendo le poche fonti di reddito dei contadini.
La popolazione è ormai allo stremo e i disordini si susseguono.
 
 
Raggiungiamo in silenzio palazzo Jarjayes, scendiamo da cavallo e afferro le redini dei due animali per condurli nelle scuderie.
 
 
"Oscar,sistemo i cavalli e  vado in camera mia, scusami!"
“André, nell'attesa di ricevere  ordini dal Quartier Generale, mi piacerebbe trascorre qualche ora in tua compagnia ... che ne diresti se più tardi pranzassimo insieme?"
"Come desideri, Oscar!!" Rispondo mentre mi allontano. Certo che è proprio strana!
 
 
 
Percorro lo scalone in tutta fretta per raggiungere la mia stanza, mi imbatto in mio padre, quasi ci scontriamo.
 
"Scusatemi!"
"Oscar!!"
"Padre anche Voi qui? Pensavo che foste con il Vostro esercito."
"Sono in attesa di ordini proprio come te! .... Oscar ..." la guardo negli occhi. "Ho visto il tuo ritratto, è bellissimo! Lo farò mettere nella sala centrale."
"Si...grazie Padre...."
Continuo a guardare negli occhi mia figlia, sussurro: "Avrei voluto che ti sposassi e fossi lontana da tutto questo. Oscar temo per la tua vita. Fuggi via con Andrè ..."
 
Osservo mio padre, ha gli occhi lucidi, sembra persino commosso. Le sue parole mi stupiscono, il tono dolce, la voce a tratti incrinata.
 
"Fuggire? Ma ..... Padre....."
“Oscar, temo una rivolta popolare o peggio ancora la rivoluzione." sento gli occhi brillare. "Allontanati! André ti ama. Anche se non è un nobile, va via con lui!"
 
 
Osservo mio padre, le sue parole mi stupiscono, mio padre mi vorrebbe lontana da qui, in una vita diversa da questa, con Andrè.
 
"Padre....Voi....Voi davvero vorreste che io fuggissi? Sarei un disertore, tradirei la Corona...Voi davvero vorreste tutto ciò?"
"Si!"
"Io ......" sento una lacrima salire, mio padre, il mio integerrimo padre che mi spinge al tradimento.
"E Voi? Cosa fareste Voi? Mia madre, le mie sorelle.....cosa accadrà?!"
"Non so cosa ne sarà di me, ma tu no. Ti voglio lontana da qui! .... Oscar, quella notte che volevo commettere quell'insano gesto di ucciderti, André ha detto di voler fuggire con te e di sposarti! ... Oscar, lo ami anche tu, vero? Altrimenti, non mi avrebbe parlato in quel modo."
"Io.....io Padre....." sussurro imbarazzata mentre sento le guance farsi calde. Faccio appena un cenno del capo per annuire, le mie labbra non riescono a rispondere.
" ... Il tuo silenzio vale più di mille parole. Lo hai detto ad André?"
"N....no......io...."
Sorrido appena. "Oscar ….. sii felice ..."
"Padre...." sento le lacrime rigarmi il viso, poi vedo mio padre avvicinarsi ed abbracciarmi come non aveva mai fatto prima.
 
 
Mi appoggio al suo petto e lascio che le lacrime scorrano, mio padre, il mio augusto genitore, vuole che io sia felice. Vuole che io lasci Parigi con Andrè, che viva con lui, per sempre.
 
 
 
 
 
Toc toc
Busso deciso alla porta della stanza di André, non attendo neppure risposta ed apro deciso.
“Avanti!”
"André,  devo parlarti. Ora!!"
Prendo una sedia e mi accomodo mentre vedo André saltare in piedi appena mi riconosce.
"Prego Signore ... accomodateVi!"
"André....la situazione in Francia si fa ogni giorno sempre più pericolosa, a Parigi in modo particolare....lo sai anche tu, vero?"
 
Osservo questo ragazzo, ordinato, appena è arrivata a palazzo si è cambiato, indossando abiti puliti, è sempre ordinato, disponibile, educato. È un gran bravo ragazzo, è l’altra metà di mia figlia Oscar.
 
"Sissignore ..."
"E quella testona di mia figlia sarebbe capace di gettarsi nella mischia. Ma io la voglio sapere al sicuro!"
"Anch'io temo per la sua vita."
"André....tu la ami. Se tu fossi stato nobile io per primo avrei caldeggiato la vostra unione. Ora...promettimi che ti prenderai cura di lei, che le impedirai di compiere qualche avventatezza, che la porterai con te, al sicuro, lontano da tutto ciò!"
 
 
Le parole del generale mi lasciano stupito, la sua voce un poco incrinata, commossa. Mi ha dato la sua benedizione, accetta che io stia al fianco di Oscar, io che non ho nulla, che sono solo un servo, un povero servo, figlio del popolo.
 
"Cosa?! Signore ... io ..."sorrido felice.
"Bene....allora prometti?!!"
"Se lei lo vorrà, si."
"Bene....ora datti una bella sistemata e vai da lei!!"
"Grazie Signore!" lo vedo uscire dalla mia stanza, lo chiamo: “Signore!”
“Si?”
“Ma io non saprei dove portarla …”
“Arras, Normandia … in qualsiasi posto purché siate lontani da qui!” Mi allontano ancora ma la voce di André mi fa arretrare.
“Signore!”
“Cosa c’è? Forse ci hai ripensato?”
“No, no! … Solo che … Generale cosa dovrei dirle o meglio cosa dovrei chiederle?”
“Di seguirti.”
 
Osservo Andrè, sembra confuso o forse timoroso. Lui è l’unico che può portare Oscar lontano da qui, l’unico a cui lei dia ascolto.
 
“Oscar seguire me?! Ma …”
 
 
“Si, è vero! E’ una vita che sei al suo fianco e la proteggi ma è giunto il momento che metta la sua vita nelle tue mani.”
“Generale …”
Vedo mia nonna fare incursione, si accorge della presenza del Generale e timidamente sussurra: “Scusatemi se Vi ho disturbato, Signore.” Poi guarda me. “André, Oscar ti sta aspettando.”
Sono visibilmente imbarazzato per le parole dette da mia nonna alla presenza del Generale. Vedo sulle sue labbra un lieve sorriso e conclude: “Sono stanco, meglio che vada a riposarmi! … Nanny, dov’è mia moglie?”
“E’ a Versailles.”
“Appena tornerà, dille che l’aspetto!”
“Sissignore!” il Generale lascia la stanza di mio nipote e domando: “Ma che strana espressione che avete tutti e due! E’ forse successo qualcosa?”
“ … No …”
“Non ti credo, siete strani!”
“Stai tranquilla nonna …”
 
 
 
 
 
E’ quasi sera, sono sul balcone, mi inebrio della brezza fresca e leggera che accarezza il mio viso. Osservo il giardino rallegrato dai vari fiori colorati e numerosi alberi secolari. Il frinire delle cicale irrompe prepotentemente nella mia stanza. Sento il cuore palpitare, chiudo gli occhi per un istante, li riapro, André tra poco sarà qui.
 
Toc toc ….
 
"A....avanti!"
Rispondo con voce tremante, sarà lui, il mio André!
Appoggio la mano sulla maniglia, giro, entro. "Oscar, sono qui..." Entro timoroso e a piccoli passi.
"André...hai....vieni, entra. Sediamoci nel salotto!! Io....ecco....”
"Oscar ..." la guardo, mi sento a disagio, sono nella sua stanza, non posso non pensare a quella dannata sera.
 
 
 
"André.....tu....c'è stato un tempo in cui tu ..... hai detto di ..... di amarmi ....." arrossisco per l'imbarazzo.
 
Non so davvero come fare, le parole, quelle magiche parole, non escono. È come se io non fossi fatta per dirle, eppure è facile.
 
 
Sono stupito per le sue parole, sento la fronte bagnarsi di sudore, il mio cuore batte all'impazzata. Per un istante chiudo gli occhi, il ricordo di quella notte è ancora vivo in me. Faccio alcuni passi in avanti fino ad avvicinarmi a lei, siamo così vicini che quasi sento il battito del suo cuore. Le parole sono dettate dal cuore: "Darei la mia vita per te ... io ti amo, Oscar..."
"Tu ... mi ami .... ancora? Nonostante tutto .... tu ... mi ami ancora?!" Ripeto a bassa voce mentre mi avvicino ad André. Alzo lo sguardo, mi perdo nei suoi occhi verdi, nella dolcezza del suo sguardo. Mi osserva con amore, lo percepisco, il suo è amore, immenso amore, tutto per me. Il suo sguardo sembra abbracciarmi e scaldarmi, "André.....André....io....anche io....ti ..... ti amo" sussurro piano, sempre più imbarazzata.
Le sue mani sono appoggiate sul mio petto, le stringo alle mie con delicatezza, le bacio. Il nostro sguardo si perde nell'altro, sussurro ancora: "Sono sempre stato tuo ma tu, vuoi essere mia?"
"Si.....tua.....solo tua!"
Sento il cuore impazzire di gioia, la stringo a me in un abbraccio intenso, i nostri cuori palpitanti all'unisono.  Mi perdo nei suoi occhi e in un lungo bacio dolce e appassionato, molto diverso dal primo che le ho rubato. Mi allontano appena dalla sua bocca. "Perdonami per ciò che ti ho fatto quella notte .... io non volevo. Perdonami, Oscar...."Affondo il viso tra i suoi capelli, sento una lacrima cadere sul mio viso. "Perdonami..."
"Oh André....ti amo.....ti amo...." sussurro a fior di labbra mentre mi perdo nel suo abbraccio. André, il mio André. È con lui che voglio stare, è lui la mia casa, la mia metà.
Bacio ancora e ancora la sua chioma poi mi allontano per fare ancora mia la sua bocca a lungo desiderata.  Anche se impacciata, la sento sciogliersi tra le mie  braccia, le mie mani accarezzano piano la sua schiena, i fianchi. La sollevo, continuo a baciarla mentre la porto sul suo letto. La poso piano e continuo a baciarla ....
Le sue mani sono strette alle mie, la sento tremare, continuo a baciarla a perdifiato.
"Oscar... io ... finalmente sarai mia ... mia per sempre..."
!Adesso niente e nessuno potrà separarci...."
"Nulla André....neppure mio padre....nessuno, André!!"
 
 
Sento le mani di Andrè accarezzarmi, piano, con dolcezza, pazienza. Piano mi sbottona la camicia, guardandomi dritta negli occhi. Non ho paura Andrè, non ho paura di nulla quando sono conte. Sento le labbra di Andrè posarsi dove nessuno ha mai osato, sul mio petto ormai scoperto, per poi piano scendere, raggiunge il mio ombelico, sorrido imbarazzata, allungo una mano e raggiungo i suo capelli in cui affondo, i suoi morbidi capelli scuri, sacrificati anche loro per me, per la mia smania di vittoria, tagliati per catturare il cavaliere nero.
 
 
“Torna da me …. Torna qui Andrè!” sussurro piano mentre lo richiamo, voglio baciare ogni punto del suo viso, a cominciare da quella cicatrice, anch’ella causata dalla mia stupidità.
Ci baciamo piano, con dolcezza, sento in ogni bacio il suo amore e la sua devozione.
 
 
 
Sento le mani di Oscar accarezzarmi timidamente, la vedo arrossire quando assaporo il suo petto, le sue dolci colline, la sua pelle candida. Piano le sfilo anche gli ultimi indumenti, coprendo ogni punto del suo corpo con i miei baci. Sento le sue carezze timide, impacciate. Osservo i suoi occhi, così azzurri, colore del mare, del mare profondo, diventati cupi per la passione.
Attendo paziente che anche lei sia pronta, osservo ogni suo gesto.


“Oscar, se non vuoi …. Io posso ancora fermarmi”
“Andrè …. Io ti voglio, voglio tutto di te, ora. Andrè … io voglio essere tua moglie questa notte e per sempre!”
 
E così piano, con attenzione, cercando di contenere la mia foga e la mia gioia, ci amiamo, ci perdiamo l’uno nell’altro, fino a giungere assieme all’apice della passione, per poi ricadere abbracciati sulle lenzuola sfatte, arrotolate attorno ai nostri corpi.
 
 
 
 
Una brezza di venticello fresco percorre la stanza, è l'alba del 13 Luglio 1789.
 
Sono tra le braccia del mio amato André, io e lui per la prima volta, che strano! Sento i suo baci posarsi sulla nuca, appoggia il suo viso tra i capelli, sono emozionata felice.
 
Mi allontano appena, sussurro: "Andrè ... dobbiamo rivestirci."
"Si, hai ragione. Soprattutto prima che arrivi mia nonna e ci trovi così ...... "
"No, no! Non voglio che ci scoprano."
"Ecco .... allora credo che sia meglio vestirci ..... anche se ...... " Osservo Oscar, la vedo sorridermi, stretta a me, mentre si copre appena con il lenzuolo, imbarazzata. "Oscar .... tu .... tu stai bene? Intendo ..... è stato ..... bello?"
Arrossisco per le sue parole, mormoro: "Ma .... certo che si. A ... André devo rivestirmi ma ... per farlo dovrò lasciare il letto, sono  ... nuda e tu chiudi gli occhi, non voglio che mi guardi!"
"Ma Oscar ..... io ..... io ti amo!" Poi la afferro e la stringo a me, con dolcezza e fermezza. Le poso un piccolo bacio, la amo, la amo da impazzire. La mia Oscar, la mia fiera guerriera, così timida e indifesa davanti a me, ora.
 
 
Corrispondo al suo bacio mentre affondo le mani nella chioma mora. "Ti amo André ...."
"Oscar ..... vorrei che il tempo si fermasse ..... tu sei tutto per me .... tutto" sussurro con voce bassa, roca, con dolcezza.
"Anche tu, sei tutto per me ma ... il dovere ci chiama. Temo che arriverà l'ordine di intervenire."
"Oscar .... io ....  devo parlarti, seriamente. Tu .... tu cosa vorresti fare? Intendo ora, tu davvero vorresti andare in caserma e, se necessario, sparare sulla folla? Vorresti davvero mettere a repentaglio la tua vita? Io .... io non potrei mai vivere senza di te!"
Mi tiro su, mi copro il petto con il lenzuolo e rispondo: "André, non ho mai dato valore alla mia vita, ho sempre sfidato il pericolo senza timore, questo lo sai! ... Ma ... adesso è diverso, non devo battermi con dei delinquenti o assassini ma affrontare della gente che ha tutti i diritti di ribellarsi. Vedi, io ... non potrei mai sparare sulla folla inerme." abbasso lo sguardo. "Non avrei mai pensato che un giorno ... Si, ho sempre appoggiato la famiglia reale ma adesso tutto è cambiato, la loro politica e i favori che hanno concesso a dei profittatori hanno contribuito allo sfacelo della Francia ...."
"Oscar .... io vorrei poter vivere con te ..... lontano da tutto questo ..... sarò egoista ma ...... questa felicità che provo oggi .... la vorrei per sempre!"
"Che cosa vorresti dire? Vorresti fuggire?"
"Se vuoi vederla così ..... si. Vorrei lasciare tutto e andare via, con te. Vorrei che questa fosse la nostra quotidianità, svegliarmi con te tra le braccia, addormentarmi con il tuo profumo. Ecco, è tutto qui quello che desidero"
"André vorresti che abbandonassi la divisa adesso?"
"Si ..... vorrei saperti al sicuro. Sarò egoista ma è la cosa che desidero di più, saperti al sicuro!"
 
Sento la voce decisa di Andrè, il suo sguardo innamorato, la sua voce calda e suadente. Il mio Andrè … mio.
 
"Ma io ... André, non mi sono mai tirata indietro come puoi chiedermi questo?Sono un soldato!"
"Lo so ..... ma io non posso rischiare di perderti, per nulla al mondo!"
Mi alzo dal letto portando con me il lenzuolo che mi copre, afferro la camicia e il pantalone che sono posti sulla sedia e vado dietro il paravento. "André, hai paura che esegua agli ordini del re oppure che mi unisca ai rivoltosi?"
"Ho paura per la tua vita" Rispondo mentre mi alzo ed inizio a vestirmi.
Mi rivesto in fretta e lo fronteggio. "Vorresti che lasciassimo Parigi?"
"Si ..... è quello che vorrei" rispondo un poco preoccupato.
Lo guardo dritto negli occhi e domando: "E questo che vorresti?"
"Si ....." sussurro un poco intimidito dallo sguardo di Oscar.
Annuisco, mi avvicino al balcone, il mio sguardo si perde nel vuoto. Sento André avvicinarsi, sento la sua mano sulla mia spalla, con lentezza poso la mia mano sulla sua , mi giro lentamente, sussurro: "André, dimmi cosa devo fare!? ... Ti seguirò ovunque tu voglia."
"Oscar ..... andiamo via ...... te ne prego, andiamo via, in un posto sicuro" Rispondo deciso.
“Dove …. Dove vorresti andare?”
Sospiro. " ... Non so, vorrei che decidessi tu."
"Allora .... la Normandia!"
Sorrido. "Domani diranno che Oscar François de Jarjayes è un disertore. Diserto per amore."
"Ah ah ah ah ...." Non resisto, abbraccio la mia Oscar e poso le mie labbra sulle sue, sono così morbide e dolci.
"Dobbiamo preparare i bagagli e la carrozza. Ma cosa dirò a mio padre?"
"Uhm .... lo saluterai e gli direi che partiamo ..... non ci crederai ma ieri pomeriggio mi ha fatto uno strano discorso .... insomma, non credo che intendeva che accadesse proprio questo ..." dico indicando il letto "Ma ..... Oscar, tuo padre ti vuole sapere al sicuro. Lui .... lui ti vuole bene"
"Lui avrebbe voluto che mi sposassi con Girodelle e mi tenessi lontana da tutto questo."
"Lui ..... ti vuole sapere al sicuro ...... credimi. E ieri .... ieri, seppure in un modo strano, ci ha dato la sua approvazione" Vedo un’espressione stupita sul volto di Oscar, incredula. “In effetti anche io ho fatto fatica a credere che fosse tutto vero.”
"Cosa?! Dici davvero?"
"Si .... dico davvero." Sussurro guardando Oscar dritto negli occhi.
"Prima di andare via parlerò con lui e tu con tua nonna."
"Si .... verrò con te, Oscar!"
" Allora sbrighiamoci!"
"Ai tuoi ordini, mio Comandante!"
"André! Ah ah ah ..."
 
 
 
 
Cinque anni dopo
 
 
"André, oggi è il 14 luglio, sono passati cinque anni dall'inizio della Rivoluzione, la presa della Bastiglia e tutto quello che ne è seguito."
"Già ... sono accadute cose orribili."
"I primi mesi sono stati i più difficili, la tisi, la tua vista che è peggiorata ma insieme ce l'abbiamo fatta."
"Siamo sopravvissuti alle ferite ed alle rispettive malattie ed ora siamo qui, su questa spiaggia, a godere dei raggi del sole."
"André, credo che sia stato un errore ...."
"Un errore? No...noi volevamo solo un paese migliore.....purtroppo però sono andati al potere dei tiranni....." Rispondo triste, tutto ciò in cui credevamo è stato calpestato.
Abbasso il capo, osservo la sabbia bianca della Normandia mentre  Andrè gioca con i nostri tre figli. I due gemelli, Sophie e François, ed il piccolo Maurice, che cammina appena e si aggrappa alla mia camicia. Lo prendo tra le braccia e continuo: "Ci siamo riuniti ai rivoltosi, tu hai rischiato di morire con quella pallottola nel petto mentre io ... io ho guidato i cannoni contro la Bastiglia! ... A cosa è servito? Sarebbe stato meglio se avessero continuato a governare i nostri Sovrani."
"È servito....a permetterci di sposarci! E poi....la dichiarazione dei diritto dell'uomo non ci sarebbe stata .... no Oscar, gli ideali, i nostri ideali di giustizia e uguaglianza.....non credo che i sovrani avrebbero mai potuto accettarli!"
Guardo negli occhi il mio André e con tono commosso ribatto: "Si ma a quale prezzo? ... Troppo spargimento di sangue! Ciò che hanno fatto ai sovrani è stato estremamente crudele! Tutto ciò è ingiusto! Perché? Perché?" stringo i pugni. "Non si sono accontentati dell'esilio, hanno preteso le loro vite! ... Oddio, André, che crudeltà!"
"Hai ragione Oscar! Non era quello che ci aspettavamo. Non è per questo che abbiamo rischiato di morire. Però....io credo ancora in un mondo migliore...per i nostri figli almeno!"
"Si, certo ... un mondo migliore lontano da Parigi! ... Ed è per questo motivo che siamo fuggiti e siamo qui in Normandia."
"Si ma .... Oscar, dimmi, tu sei felice?"
 
 
Le parole di André alleviano l'amarezza dei nostri discorsi, sussurro: "Molto! Sono felice di essere diventata tua moglie e di essere diventata madre anche se ..."
"Se?" Domando preoccupato.
"Anche se ... non avrei mai immaginato di avere ben tre figli! Ah ah ah ... Dai André non fare quella faccia! Ah ah ah ..."
"Beh....se vuoi io sono disponibile a farne un quarto....o una quarta!! Lo sai che ti basta ordinare ed io esaudirò ogni tua richiesta!!" Rispondo mentre scoppio a ridere alla vista dell'espressione di Oscar.
Spalanco gli occhi e sussulto: "Ma sei diventato matto?!" il piccolo si aggrappa ai miei capelli, sento male, guardo le sue manine."Ahi! ...Maurice cosa hai fatto?! Hai strappato i capelli della mamma?!" vedo nella sua manina qualche filo biondo. "Sono sicura che tuo nonno Maurice doveva essere molto vivace, proprio come te  ah ah ah ..."
"Uhm....secondo me anche nonno Jarjayes era vivace da bambino...proprio come te!! Ah ah ah! Su … vieni dal tuo papà, Maurice!” Guardo felice i nostri bambini, poi osservo mia moglie giocare con i più grandi mentre stringo a me il piccolo Maurice. "Oscar, come sono lontani quei giorni bui e tristi finalmente assaporiamo la felicità che meritiamo."
"Già .... hai ragione .... cinque anni fa eravamo in fin di vita .... e guardaci ora! Siamo una famiglia, tu, i nostri figli, la nonna e persino i miei genitori ..... non lo avrei mai creduto possibile!"
"Nemmeno io eppure siamo qui. Oscar ..." la guardo perdendomi in lei. "Io ti amo, lo sai?!"
"Andrè ...." sussurro mentre mi sento arrossire vistosamente, Andrè riesce ancora a farmi questo effetto.
"Ti amo da sempre e ti amerò fino a che vivrò."
Sento i nostri figli saltarmi addosso, si gettano tra le mie braccia mentre sono qui seduta tra la sabbia.
Scoppio a ridere felice, i miei tre terremoti mi riempiono la vita, sono ormai tutto per me!
"Ah ah ah .... Andrè, aiutami!"
Mi avvicino e con tono amorevole dico: "Ehi bambini, lasciatemi un poco la mamma!"
"NOOOO!!!! La mamma è nostra!!! Ah ah ah ah!!"
"Ah ah ah ... si, si ... ma è anche mia! Ah ah ah ..."sfioro le mie labbra con le sue. "Siete la mia vita ..."
"Oh Andrè ..... ah ah ah!!  Non fatemi il solletico!! Ah ah ah!"
"Lo sai che mi piace solleticarti!?" mi perdo nell'azzurro dei suoi occhi. "Sei bellissima! ..." sento tirare la giacca.
"Papà ora basta! ...Voglio andare in braccio alla mamma."
"Anche io!! Voglio anche io la mamma!!!"
"Ah ah ah ... non avrei mai immaginato che ti avrei divisa così presto e con tre pesti!"
"Già .... neppure io ....... Ah ah ah" scoppio a ridere felice, se me lo avessero detto mai avrei creduto possibile tutto ciò! Eppure, sono felice, qui con la mia famiglia!

 
   
 
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