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Autore: susiguci    23/07/2022    3 recensioni
ll MERTHUR ll CIRCUS ll INIZIO SEC. XX ll CRACK PAIRING ll
Dal primo capitolo:
["Piacere, io sono Arthur!" si sporse allungando la mano verso il ragazzo.
"Merlin!" disse il più giovane, allungandosi a sua volta e stringendogli la mano con poca forza.
"Dai, non fare quella faccia. Non è poi così terribile qui! Almeno avrai qualcosa da mettere nello stomaco tutti i giorni!"]
Dal terzo capitolo:
[Il pubblico applaudiva e mentre il biondo aiutava Merlin a scendere, il ragazzo si fece prendere in braccio e gli schioccò un bacio sulla bocca. Il pubblico rideva e urlava. Arthur era rimasto a occhi e bocca spalancati...]
Dal quarto capitolo:
[Arthur si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro...
...Arthur chiuse gli occhi. Non sopportava di vedere quel che stava per fare...]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Certain things
















 

Dopo lo spettacolo, andarono a cenare piuttosto tardi, in una locanda rustica dai prezzi modici. Avrebbero dovuto essere tutti molto stanchi ma al momento erano ancora così eccitati che non se ne accorsero.

 

‘Ma Merlin dov’è?' si chiese Arthur. 

'Devo fargliela pagare. Mi ha fregato su tutta la linea e non gliela farò passare liscia. Mi sa che piuttosto che affrontarmi, salterà la cena! Codardo!'

 

“Devo dire che lo stacchetto tra te e Merlin è stato delizioso. Eravate d'accordo?” gli domandò Gwen.

“No, non ne sapevo nulla. Mi aspettavo che mi raggiungesse con un costume simile al mio per poi fare i due esercizi previsti e fine. Ma voi lo sapevate... anche tu Gwen… se no come si spiegano i saluti finali, quando siete usciti tutti di fretta, lasciandoci soli sulla pista?”

Rispose Gwaine: “Sapevamo solo che gli ultimi a uscire avreste dovuto essere tu e Merlin. Ordine di Alined, ma non ci ha dato altre spiegazioni.” 

“È così, puoi crederci, Arthur.” confermò Lancelot.

 

Seduta vicino ad Arthur, Gwen lo guardava sognante. Era giá da molto tempo che Arthur si era accorto che la ragazza aveva un debole per lui. Tutti se n’erano accorti.

Lei era carina, simpatica e non gli dispiaceva che gli facesse gli occhi dolci, ma per il resto era tutto così maledettamente complicato.

Sarebbe stato bello costruire qualcosa di importante con una persona come lei. Ma lui non avrebbe potuto dare niente a nessuno. Non con il suo segreto. Non con la sua amarezza.

 

Finita la cena, Arthur si fece forza e raggiunse il direttore sul suo carro.

Non poteva esimersi da andare da lui. Per un attimo, quel giorno, l'aveva pensato, ma era stato un folle. Sapeva bene che se avesse voluto lasciare le cose così come stavano, avrebbe dovuto continuare ad andare da lui, come aveva sempre fatto.

Proprio adesso che cominciava ad apprezzare la vita circense, che gli sembrava di avere degli amici e forse il merito andava anche a quel Merlin che aveva portato una ventata di freschezza e di entusiasmo nel suo mondo grigio.

 

Trovò l'uomo piú allegro del solito. Alined si alzò in piedi e gli disse:

"Temo di averti trascurato ragazzo, a causa di quello nuovo, Merlin! Lui è pieno di talento e passione, ma avrà bisogno anche del tuo aiuto. É un ragazzo sensibile e fragile.”

"Non credo sia vero. Non dopo lo scherzo che mi ha tirato stasera!"

"Niente male, vero? É questo che abbiamo preparato tutta la settimana io e il ragazzo! Io avevo qualche idea ma le migliori le ha avute lui!”

"Anche il bacio?"

"No, quella è stata un'idea mia. Lui non voleva. Si vergognava e temeva una tua reazione. Non credo che tu sia rimasto sconvolto!"

“No, certo che no. Ma ero stupito, questo sì e non sapevo cosa fare!”

“Te la sei cavata molto bene. Si chiama improvvisazione. Secondo me é uno dei momenti più alti della carriera di un attore e ovviamente anche uno dei più difficili. Ma se fatto bene, il pubblico lo sente e il risultato può essere straordinario. Il pubblico era impazzito stasera, te ne sei accorto?”

“Vagamente…comunque io non sono un attore!”

“Eppure per pochi minuti lo sei stato! La tua espressione prima del baciamano. La tua faccia allibita quando seguivi Merlin tra il pubblico. La paura sul tuo viso quando hai capito che Merlin voleva provare l’esercizio con una mano sola. E infine il capolavoro: la tua bocca sporca di rossetto, dopo il bacio e il tuo stupore totale dipinto in volto, seguito da una risata sincera! O ancora nel finale, quando stavi per cadere perché strattonato da Merlin."

Arthur si accorse che Alined sorrideva e parlava ormai più per se stesso che per lui. Era partito per il suo sogno ad occhi aperti: lo spettacolo perfetto! 

"Tutto ciò che serve é un buon canovaccio, un abbozzo di copione e poi bisogna immedesimarsi nel personaggio, dialogare con il pubblico e lasciarsi andare ma… ne riparleremo!”

“Credevo che Merlin fosse diventato il suo preferito!”

Alined si avvicinò ad Arthur.

“No. Non essere geloso, ragazzo! L’hai visto? D’accordo, é un incanto, ma se ne facessi il mio amante, il poverino non reggerebbe un giorno. Sono sicuro che arriverebbe a togliersi la vita. E nessuno vuole questo!”

 

Aveva davvero detto 'geloso'? No, nemmeno Alined poteva pensarlo seriamente. Arthur gli avrebbe regalato suo fratello, se l’avesse avuto, pur di toglierselo di torno. 

 

Aveva davvero detto 'amante'? Era così che dunque Alined lo considerava all'interno del loro torbido rapporto?

Ma quale amante!? Arthur aveva avuto qualche amante in passato, ma niente era paragonabile a quella pratica fredda e umiliante.

Anche con loro c'era stato il sesso, è vero, ma il tutto era stato permeato da passione e desiderio reciproci e non erano mancati momenti dolci e sentimenti di grande tenerezza.

E Merlin? Sicuramente era vero che non avrebbe tollerato una situazione simile!

Era quindi per questo che Alined aveva scelto lui? Perché pensava che fosse forte e sicuro di sé? Perché sembrava non temere nulla? Perché appariva come un vero duro? Se Alined avesse saputo quanto si sbagliava su questo, probabilmente l'avrebbe lasciato in pace.

L'educazione impartitagli da suo padre si era rivelata molto utile, pensò Arthur con estremo sarcasmo. Risentiva le sue parole echeggiare nella mente: 'Anche se hai paura, non devi mostrarla mai!

Fatti sempre vedere sicuro di te e pieno di coraggio, così nessuno potrà farti del male!'

 

Che fregatura! 

 

Le parole di Alined lo riportarono alla cruda realtà.

"Tu invece…guardati! Sai bene di essere l'uomo più bello che abbia mai incontrato!"

Ecco, quello era il segnale tra loro: quella frase, che era l'unico complimento che gli rivolgeva ogni volta e che ad Arthur faceva più male di una frustata; quella frase che stava a significare che Alined era pronto.

 

La solita nausea raggiunse Arthur allo stomaco fino in gola.

L'uomo non lo baciava mai, non lo abbracciava, né l'accarezzava. Era sempre stato così, fino dalla prima volta, un anno prima.

L’uomo non si era mai preoccupato o occupato del piacere di Arthur e tanto meno gli si era offerto.

Era sicuramente meglio così, pensava Arthur eppure gli faceva male lo stesso.

 

Arthur fece per calarsi i calzoni.

"No, Arthur! Stasera voglio guardarti in viso."

Il giovane si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro. Non si toglievano nemmeno i vestiti, se non il minimo indispensabile.

 

Arthur chiuse gli occhi.

Non sopportava di vedere quel che faceva.

 

Non sopportava l'odore e il sapore del sesso di Alined: erano un odore e un sapore normali, niente di strano, ma era la situazione ad essere informe, abnorme, peggio di un incubo.

 

Non sopportava quella mano che gli pressava la testa contro il suo corpo fino a strozzarlo e che gli faceva aumentare la nausea fino a fargli avere dei conati.

 

Non sopportava i gemiti dell'uomo, tanto meno il suo seme vischioso, che il vecchio amava spargergli sulla faccia.

 

L'unica cosa positiva era che generalmente il tutto si svolgeva in pochi minuti.

Appena il capo si allontanava da lui, Arthur si scapicollava fuori dal carro, si infilava nel primo cespuglio a disposizione e vomitava anche l'anima.

Vomitava per l'orrore che gli faceva quel vecchio, per l'umiliazione cocente ma soprattutto per lo schifo che provava per se stesso.

 

Non aveva a che fare con il fatto che Alined fosse vecchio e brutto. Non più di tanto almeno.

 

Non aveva a che fare nemmeno con il fatto che fossero due uomini. Questo non rappresentava un problema per Arthur, se non per il fatto di doverlo tenere nascosto, perché era considerato un reato.

 

Aveva a che fare con la sua impossibilità di dire di no a quell’uomo. Non se n’era mai capacitato. Lui era stato un uomo coraggioso in guerra, e anche prima. Perché non riusciva a dirgli di no? Era come se in presenza del direttore la sua volontà venisse meno. Com'era possibile? Lui non era minimamente attratto dall'altro e non provava nemmeno un sentimento di gratitudine o di sudditanza psicologica. 

Eppure lui andava ogni volta e ogni volta accondiscendeva a essere trattato come il più infimo degli schiavi sessuali. Ed era questa sua accondiscendenza immotivata a terrorizzarlo.

 

Sapeva che lui non era stato l'unico con cui Alined ci aveva provato. Gwaine una volta accennò al fatto che Alined all'inizio aveva tentato di baciarlo ma gli aveva detto un no chiaro e forte e da allora non ci aveva più provato. E non l'aveva licenziato o trattato peggio del solito. Ad Arthur era sembrato molto strano il fatto che Alined avesse cercato un bacio da Gwaine, mentre con lui di baci o simili nemmeno l'ombra.

 

Una sera che avevano bevuto più del solito, Lancelot aveva confidato ad Arthur che Alined gli aveva fatto delle strane avance, allungando pure le mani sul suo di dietro, ma Lancelot si era così arrabbiato che stava per colpirlo, quando Alined si scusò e si ritirò in buon ordine. Diversamente da come fece con Gwaine, Alined fu più duro con Lancelot: per un paio di mesi gli diede da svolgere i lavori più umilianti e faticosi, sperando forse che il giovane se ne andasse. Poi all'improvviso tutto ritornò nella norma.

 

Percival era il più giovane del gruppo, più giovane persino di Merlin, nonostante la sua altezza e la sua stazza. Viveva con Alined fin da quando era ragazzino. Era rimasto solo al mondo. Sembrava strano ma per lui fu una benedizione essere preso in quel circo. Alined in pratica lo aveva adottato e Percival lo trattava con la stessa devozione di un figlio verso il padre. Era chiaro che almeno a lui Alined non avesse fatto quel tipo di proposte. Ora Percival era un ragazzo genuino e solare, sebbene un po' taciturno. E sembrava l'unica persona, eccetto Merlin, di cui ad Alined importasse qualcosa. Certo, il ragazzo aveva poi maturato un fisico perfetto per un circense e aveva sempre lavorato sodo senza mai lamentarsi. Forse anche per questo Alined aveva un debole per lui.

 

C'era poi George, lavoratore indefesso, perfetto soldatino, quasi invisibile eppure indispensabile. Sembrava avesse il dono dell'ubiquità e non parlava mai se non di lavoro. Ma di lavoro era in grado di parlare per ore, fino a sfinire chiunque. Era un tipo strano e anche buffo. Se Arthur avesse dovuto considerarlo dal punto di vista dei rapporti amorosi, l'avrebbe definito asessuato. Probabilmente nemmeno il capo lo considerava sotto quel punto di vista. Ma se Alined gli avesse richiesto favori sessuali, magari con la scusa del lavoro, Arthur non era del tutto sicuro che George avrebbe rifiutato.

 

Ma per ora, lui era l'unico che non si era mai rivoltato, che non aveva mai detto di no.

Questo pensiero lo distruggeva al punto che era arrivato più volte a pensare di farla finita.












 




Ciao a tutti.

Questo è sicuramente uno dei capitoli più dark della storia. Più che dark, direi disgusting😄

Mi scuso se a qualcuno ha dato fastidio.

Vi auguro un buon proseguimento d'estate!

 
   
 
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