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Autore: Galletas    25/07/2022    0 recensioni
“la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato."
Ma era davvero così? Forse in alcune situazioni era più facile a dirsi che a farsi
pensò Martín.
Genere: Avventura, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Berlino, Palermo
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“E = mc² L’equazione che stabilisce l’equivalenza e il fattore di conversione tra l’energia e la massa di un sistema fisico, 
capisci Einstein ha semplicemente rivoluzionato l'intero sistema fisico, l'intero sistema scientifico, capisci Andrés? Un autentico, autentico genio"


Quello doveva essere uno dei suoi sogni non poteva essere altrimenti, pensò Martín, perché non poteva essere vero che lui stesse parlando di fisica con Andrés che era sdraiato sul letto accanto a lui e lo guardava con uno sguardo pieno di ammirazione ma allo stesso tempo molto divertito,
tutto era iniziato qualche ora prima quando Andrés bussò alla sua porta domandando se disturbasse e chiedendogli se poteva stare un po' con lui nella sua stanza, visto che la stanza dello spagnolo aveva una parete in comune con la stanza di Tokio, che quella notte si sentiva particolarmente generosa nei confronti di Rio dato che erano ore che sentiva la testiera del letto battere sul muro come un martello pneumatico, aveva tentato di addormentarsi varie volte, ogni tentativo risultò fallimentare così quasi sull'orlo della disperazione si era alzato e aveva preso la sua vestaglia, all'inizio la sua intenzione era di andare da Tokio e dirgliene quattro, facendole un discorso sul pudore e sulla maleducazione di disturbare la quiete altrui, soprattutto a quell'ora della notte, però qualcosa gli fece cambiare idea, vide l'ultima stanza del corridoio illuminata, la stanza era chiusa però la luce passava da sotto la porta, Martín era sveglio, per un attimo pensò di lasciar perdere, aveva visto come Helsinki guardava l'argentino e chissà adesso stavano mettendo in pratica tutto quello che non potevano fare con gli sguardi degli altri puntati addosso, rimase per un attimo fermo nel bel mezzo dell'oscuro corridoio indeciso sul da farsi, dopo più o meno un minuto però prese la sua decisione e si cominciò ad avvicinare alla porta, alla fine anche se avesse trovato Helsinki non sarebbe stata la prima volta che Andrés interrompeva l'argentino mentre era nel bel mezzo di un incontro intimo con un ragazzo,
ricordava perfettamente un episodio di un po' di anni prima,
Martín aveva portato a casa un ragazzo abbordato in qualche locale di dubbio gusto, e proprio quando stavano arrivando alla parte interessante della serata ecco che Andrés era entrato nella stanza di Martín con una veeemenza impetuosa, era furioso, la sua seconda moglie gli aveva appena chiesto il divorzio e lui era distrutto e arrabbiato, ricorda perfettamente come Martín fosse volato in piedi si fosse rivestito e con tono gelido e distaccato avesse frettolosamente mostrato l'uscita a quel ragazzo che era mezzo nudo e con l'espressione di uno che non sapeva bene cosa stesse succedendo, nel giro di tre minuti il ragazzo era solo un ricordo e Martín era seduto sul divano accanto a lui riempiendogli il bicchiere di vino di una bottiglia che aveva precedentemente scelto,
la tristezza di Andrés alleggerita da un disco che girava e dalla voce di Celia cruz di sottofondo.


Andrés avrebbe mentito se avesse detto che gli dispiaceva di aver interrotto Martín e il suo amateur quella sera,
anzi il fatto che l'argentino avesse scelto lui immediatamente, buttando fuori quel povero ragazzo nel giro di trenta secondi lo faceva sentire potente, importante, la certezza che Martín scegliesse sempre lui, che mettesse sempre lui al primo posto anche prima di se stesso gli provocava un piacere immenso, ecco perché non si preoccupò più di tanto quando bussò alla porta dell'argentino, consapevole che non importa cosa avesse trovato dall'altra parte il suo brillante ingegnere
avrebbe scelto lui senza pensarci due volte.


Tutte le idee che si era fatto Andrés nella sua mente risultarono comunque sbagliate, perché appena bussò alla porta il suo migliore amico aprì all'istante,
nel vedere il viso di Andrés gli occhi gli si illuminarono però allo stesso tempo poteva vedere perfettamente sorpresa e incredulità mischiati con appena una punta di curiosità
“Posso entrare?"
Visto che Martìn non reagiva stando davanti alla porta Andrés aggiunse
“Non sei solo?"
Questa seconda domanda sembrò risvegliare Martín perché subito si fece da parte,
il gesto accompagnato da parole che frettolosamente  uscirono dalle sue labbra
“Certo che sono solo pelotudo, ma che vai a pensare"

“Pensavo avessi compagnia sembrava non mi volessi far entrare"
Martín dietro di lui aveva appena richiuso la porta

“Sei geloso? Lo sai che nei miei pensieri ci sei soltanto tu querido"
il tono era tra il provocatorio e la presa in giro, ma entrambi sapevano che era la verità.

E così eccoli là, un paio d'ore più tardi entrambi distesi sul letto in quella stanza illuminata solo dalle candele sparse un po' dapertutto,
avevano iniziato a parlare della rapina e poi chissá come avevano finito a parlare delle figure che avevano in qualche modo rivoluzionato la storia dell'umanità “Sinceramente Martín non capisco realmente di cosa tu stia parlando"
Andrés rise per la faccia frustrata di Martín
“Andrés é semplice, tutti pensavano che la massa e l’energia fossero due realtà fisiche molto diverse, completamente separate,
Però Einstein comprese che queste due realtà erano legate da un valore numerico che è il quadrato della velocità della luce nel vuoto,
questa è la prima formula in assoluto che stabilí che massa ed energia erano equivalenti, come se fossero le due facce della stessa medaglia, è geniale una meraviglia.."

“Tu sei una meraviglia mio brillante ingegnere"
Martín immediatamente arrossì visibilmente per il complimento, Andrés gli sfiorò leggermente una guancia
e poi si rimise comodo con la testa appoggiata sul cuscino
“Amo la maniera in cui parli di ciò che ti appassiona, il modo in cui i tuoi occhi si accendono ardenti,
l'enfasi con la quale spieghi questi concetti tanto affascinanti quanto complicatissimi, sei una gioia per gli occhi Martín"

“Andrés.. non faccio niente di speciale"
“Tu riesci a rendere interessanti argomenti che la gente pensa essere noiosissimi"
“La gente non capisce niente, le materie scientifiche spiegano ogni cosa,
ogni singola cosa che accade nel mondo ha una spiegazione scientifica, un perché ed un percome,  

 bisogna solo essere abbastanza curiosi di voler capire il meccanismo"
“Beh io preferisco le arti e la letteratura lo sai,  però sono abbastanza curioso di sapere il meccanismo scientifico che muove il mondo soprattutto se sei tu a spiegarmelo"
“Andrés, dai.."
Martín aveva di nuovo le guance di un incantevole sfumatura di rosso
“Che c'è? È la verità in fondo, non mi dirai che ti metti a fare il modesto adesso!"

“No è che.. mi imbarazzo"
“Oh mio brillante ingegnere nessuno dovrebbe mai vergognarsi della propria intelligenza"
Adesso anche Martín aveva poggiato la testa sul cuscino e guardava negli occhi Andrés,
il cuore gli batteva all'impazzata tra di loro solo pochi miseri centimetri che li separavano

“Andrés.. senti posso farti una domanda?"
“Me l'hai appena fatta"
“Dai sul serio voglio farti una domanda solo che ho paura della tua reazione.."
Martín si era fatto molto serio, le parole erano uscite come un sussurro,
era evidente che l'atmosfera intorno a loro era drasticamente cambiata,
adesso era come se ci fosse una leggerissima tensione che stava iniziando a diffondersi come un profumo di un aroma sgradevole

“Martín lo sai che puoi chiedermi tutto"
aveva un sorriso rassicurante sulle labbra

“Ho paura che la mia domanda possa rompere questo momento, quindi promettimi che non te ne andrai dopo aver sentito ciò che voglio sapere"
Andrés lo guardò fisso negli occhi, Martín aveva davvero paura di poter rovinare tutto
“Te lo prometto"
Martín fece un respiro profondo per calmare i nervi
“La domanda riguarda la tua malattia.."

Andrés si irrigidì di colpo e con fare lento sposto il suo sguardo dalle iridi di Martín al soffitto,
l'argentino venne attraversato da un'ondata di panico, si pentì immediatamente, 
sapeva che avrebbe dovuto mordersi la lingua, sapeva che avrebbe dovuto stare zitto

“A-andres.."
l'agitazione era cristallina nella sua voce
“Non me ne sto andando, ti ho promesso che non l'avrei fatto"
Martín sospirò di sollievo, era vero,  il suo migliore amico non si stava muovendo di un millimetro,
però poteva vedere chiaramente la rigidità del suo corpo, il modo in cui i suoi occhi fissavano il soffitto,
se non fosse stato per la promessa che gli aveva appena fatto probabilmente adesso Andrés sarebbe già stato fuori dalla porta pensò

“Senti mi dispiace, parliamo d'altro, mi stavi raccontando di come gli impressionisti avessero cambiato ogni regola dell'arte classica,
perché il loro modo di concepire l'arte era diff-"

“Martín..non puoi tirare fuori un argomento del genere e poi far finta di non averlo fatto, devi prenderti le responsabilità delle tue azioni"
“Io mi prendo le responsabilità delle mie azioni"
“Ah sì? Perché a me sembra che tu stia cercando un modo per sviare il discorso"
“Non è «sviare il discorso» ma cercare di rimediare, sento di aver rovinato tutto..non ti va di parlare di questo ho capito, mi dispiace"
“Il tuo diritto di voler sapere è meno assurdo di quanto pensi"
Andrés adesso lo stava guardando di nuovo negli occhi, più rilassato
  “Avanti che vuoi sapere?"


«Stai per morire?»

Questa la domanda che rimbombava nella testa di Martín, insistente e  assillante, avrebbe voluto sapere questo, solo questo,
ma la risposta, qualunque fosse stata, sarebbe stata troppo dolorosa e praticamente ingestibile perlui, così preferì essere cauto,
perché davvero questa volta la curiosità avrebbe potuto ucciderlo
“Hai provato altri trattamenti mentre eri via?"

Andrés rise
“Questa non è la domanda che avresti voluto farmi ma va bene"
Martín odiava il fatto che lo conoscesse così perfettamente bene

“Comunque sì, quando diventi ricco sfondato le cose diventano più semplici
e così ho avuto modo di provare le cure sperimentali più all'avanguardia nell'ambito di questa particolare malattia"

“E..hanno..funzionato?"
Il cuore gli pompava freneticamente nelle orecchie

“Tu vorresti che avessero funzionato?"
“Che domanda è questa? È come chiedere ad un assetato nel deserto se vuole un bicchiere d'acqua"
“E chi sarebbe l'assetato dei due perdonami?"
Andrés aveva di nuovo uno sguardo divertito
“Guarda che sono serio, era per dire che è una domanda stupida, e comunque io, io sarei l'assetato e
tu la mia fonte di refrigerio come se potesse mai essere il contrario.."
Martín aveva alzato gli occhi al cielo irritato

“Dai Martín scusa non ti alterare"
Andrés rideva, almeno era riuscito a fargli tornare il sorriso pensò

“E poi comunque oggigiorno chi utilizza il termine alterato"
lui si stava cominciando a sentire molto più che alterato comunque

“Adesso cominci ad essere fastidioso"
“Chiediamoci un attimo da chi ho preso questa brutta abitudine"
Andrés aveva un'espressione tra l'infastidito e il divertito sul volto
“Come sei insolente Martín"

“E tu lo adori"
“Insolente e spudorato anche, stai mostrando le tue migliori doti stasera"
Andrés era tornato di nuovo ad essere totalmente rilassato, e Martín mentalmente tirò un gran bel sospiro di sollievo  

"Sto prendendo varie medicine, cercando di capire quali funzionano meglio e quali funzionano meno,
bisogna aspettare un po' prima di tirare le somme, i risultati ancora non sono totalmente visibili"
Andrés aveva di nuovo lo sguardo fisso rivolto al soffitto 
“rispetto alla domanda che mi hai fatto prima, certo che vorrei che questi trattamenti funzionassero"
sentiva gli occhi di Martín che lo guardavano intensamente
“Perché come ti ho già detto qualche sera fa, non so se riuscirei a vivere per sempre senza di te.."
Martín non era mai stato così onesto con Andrés come in quel momento,
nei dieci anni in cui avevano vissuto insieme l'argentino aveva sempre dovuto reprimere ogni tipo di emozione nei confronti dello spagnolo,
ma ora che entrambi sapevano che tipo di sentimenti si celavano nel cuore di Martín, lui poteva finalmente essere onesto e dire a voce alta tutte quelle cose che prima era costretto a reprimere, e dovette ammettere che non si era mai sentito così leggero,così sollevato,
in fondo da quella fatidica sera che era tutt'ora così vividamente dolorosa nei suoi ricordi qualcosa di buono ne era uscito,
cioè la possibilità di dire ad Andrés tutto ció che  gli passava per la testa, senza freni ne filtri,
ed era liberatorio quasi terapeutico, il fatto di non dover più stare attento, a non dover più calibrare ogni suo singolo movimento ogni sua singola parola,
sempre con il terrore che l'amico capisse che tipo di tormenti vivessero nel suo cuore,
adesso finalmente giocavano entrambi a carte scoperte e Martín ne era estremamente grado.


“Non so se dovrai vivere per sempre senza di me, so solo che sono qui adesso,
le persone dovrebbero smetterla di preoccuparsi così tanto del domani e dovrebbero prendere più seriamente il «qui e ora» Io sono qui e sono qui ora,
questo è tutto quello che conta, quello che succederà domani è un'incognita non si può sapere..Martín?"
L'argentino era stato particolarmente silenzioso per tutto il suo monologo, così Andrés girò la testa per capire il perché di quel silenzio, rimase sorpreso quando i suoi occhi color caffè incontrarono un paio d'occhi color cielo, arrossati, le ciglia che sbattendo freneticamente cercavano di scacciare via quei cristalli di sale che brillavano per via delle candele, sembravano quasi gocce di rugiada quelle che cadevano sulle sue guance, rugiada del mattino che bagnando un intero prato fa brillare tutto di un verde intenso, e all'improvviso sembra quasi di camminare su di un terreno ricoperto non di erba, ma di smeraldo


“Martín vieni qui"
Andrés attrasse verso di sè l'argentino, il viso di Martín nascosto nell'incavo del suo collo la sua mano che gli accarezzava delicatamente i capelli,
perdendo i polpastrelli tra quelle ciocche biondo cenere

“Scusami forse dovevamo davvero parlare d'altro"
la sua voce era piena di tristezza non voleva che Martín stesse male non prima del dovuto comunque,
l'argentino cercò di riprendere una respirazione normale, facendo un paio di respiri con il naso e buttandoli fuori dalla bocca,

tutti i suoi sensi vennero inondati dal profumo di Andrés
“È colpa mia, tu dovresti sentirti libero di parlare con me di qualsiasi cosa, e io dovrei essere più forte e non scoppiare a piangere come un bambino di cinque anni"
ogni sua parola si scontrava contro il collo dello spagnolo, che lo teneva ancora stretto a sè,  


"Martín io non voglio farti male"

ed era vero, nel corso della sua vita lo spagnolo era stato descritto in vari modi pittoreschi,
se qualcuno avesse chiesto alle sue ex mogli ad esempio, tutte sarebbero state d'accordo sul fatto che lui fosse passionale, crudele ed egocentrico
se avessero chiesto alla polizia loro avrebbero aggiunto aggettivi come: pazzo, o quando si sentivano particolarmente lusinghieri psicopatico, freddo, calcolatore, intelligente e praticamente incapace di provare alcun tipo di emozione o empatia nei confronti delle  emozioni altrui,
E Andrés sarebbe stato più che d'accordo su questa descrizione se non fosse per l'uomo che ora teneva tra le braccia,
con Martín era successo qualcosa di particolare fin dall'inizio, perché non solo per la prima volta nella sua vita lui aveva provato simpatia e affetto verso una persona diversa da Sergio, ma anche perché per la prima volta grazie o per colpa dell'argentino lui aveva provato due nuove emozioni, il senso di colpa per averlo abbandonato in quella rigida notte di alcuni anni prima, e il rimorso per aver ascoltato Sergio e aver dato il suo consenso nel sottoporre Martín a quella tortura invece di stare dalla sua parte e difenderlo, invece di dire al suo fratellino di farsi da parte e non immischiarsi in faccende che non centravano niente con lui.
Se avesse dovuto essere onesto avrebbe confessato che più volte durante le giornate o le nottate a venire si era chiesto il perché non si fosse fatto avanti e avesse difeso il suo migliore amico, perché aveva acconsentito così placidamente e non aveva lottato per lui, ci volle quasi un anno per trovare la risposta a quella domanda,
e la risposta era che non pensava di sentire così tanto la mancanza dell'argentino, non aveva mai avuto bisogno di nessuno nella sua vita, quindi quando si trovò davanti al bivio se distruggere il rapporto con suo fratello o quello con Martín la scelta era stata vergognosamente rapida,
in meno di cinque minuti era tornato nel monastero e aveva demolito completamente dieci anni di amicizia, e l'aveva fatto quasi a cuor leggero perché inebriato dal suo cieco egocentrismo pensava che sarebbe andato tutto bene, che Martín fosse rimpiazzabile con chiunque, che fosse uno come un altro,
solo dopo con il passare del tempo capì che l'argentino per lui era insostituibile,
ed era sciocco adesso pensare che lui avesse anche solo per un attimo pensato il contrario,
Quindi no, lui non gli avrebbe fatto del male, non dopo tutto quello che gli aveva fatto passare,
era intenzionato a fargli tornare a fare un respiro profondo senza che l'aria gli si bloccasse in gola, anche perché davvero non sapeva se le nuove cure sperimentali avrebbero funzionato, se non avessero avuto l'effetto sperato quasi sicuramente lui sarebbe morto e già sapeva che per Martín sarebbe stato un colpo fortissimo che sicuramente non avrebbe superato mai, quindi voleva assicurare al suo migliore amico, alla sua anima gemella, tutta la serenità e la tranquillità fin quando poteva,
perché se lo meritava, perché lui glielo doveva, non sapeva esattamente per quanto tempo fossero rimasti così, sdraiati,
Martín con il viso nascosto nel suo collo e le sue mani dolcemente occupate ad accarezzargli i capelli,
l'argentino aveva smesso di singhiozzare da un po' e Andrés pensò che si fosse addormentato, per questo sussultò quando Martín riaprì bocca
“Mi sento uno stupido, sarei io quello che dovrebbe consolarti non tu"

“Non importa"
“Si che importa invece"
l'argentino si era scostato  dal suo collo per guardarlo negli occhi

“Io voglio che tu ti senta libero di parlare di questo, voglio che tu sappia che ti puoi confidare che ti puoi affidare"
Martín aveva uno sguardo serissimo quasi solenne, tutte le parole che stava dicendo le pensava davvero le sentiva davvero,
ed ecco un altro aspetto in cui loro due erano nettamente distinti,
Martín era disposto a farsi del male pur di farlo stare meglio, mentre lui, lui gli aveva voltato le spalle tradendo la sua fiducia senza pensarci due volte

“C'è già Sergio per questo tu non devi.."  
“So già che c'è Sergio, infatti io non voglio sostituirmi a lui, ma piuttosto voglio unirmi a lui, non ci possono essere due persone che ti vogliono bene contemporaneamente? Due persone sulla quale puoi fare affidamento?"
Il tono di voce di Martín era diventato di una dolcezza quasi dolorosa per quanto potente,
dopo tutto il male che gli aveva fatto, lui era così che lo ripagava, con quella dolcezza con completa comprensione, con devozione assoluta.

Martín ancora lo stava guardando, e Andrés non capiva se perché volesse una risposta o perché semplicemente stava cercando di scorgere nei suoi occhi tutte le parole che non aveva il coraggio di dire, il momento durò fino a quando l'argentino non si ri sdraiò,
questa volta non tra le sue braccia, ma dal suo lato, lo sguardo distrattamente puntato al soffitto

“Senti ma rimani a dormire qui?"
La domanda posta era così totalmente fuori contesto
che 
Andrés dovette metterci due minuti buoni per far elaborare al suo cervello l'informazione,
“No, insomma non penso?"
Per la prima volta lui il grande Andrés De Fonollosa stava facendo la figura dell'idiota,
e l'argentino chiaramente se ne accorse e non fece neanche lo sforzo di nascondere il suo compiacimento,
con un braccio dietro la nuca e un ghigno soddisfatto sulle labbra

“se lo stai chiedendo a me puoi rimanere benissimo"
“Non avevo dubbi, non avevo dubbi che per te andasse benissimo che io rimanessi"
questo gioco poteva essere giocato in due

“Beh allora vai, puoi bussare alla signorina Tokio e chiederle se è rimasto qualcosa anche per te,
anche se non credo che abbia finito con Rio,
ma per te non è un problema, in due o in tre per te è indifferente giusto? Non sei uno che teme la competizione per quel che ricordo"

Arrogante, impertinente, spudorato, irriverente,
Dio quanto gli era mancato Martín

“E perché non in quattro?"
“Ah vedo che ci sentiamo particolarmente audaci Signor De Fonollosa, e chi sarebbe la quarta fortunata di grazia?"
“Tu, tu sei il mio più uno"
“Ah come per i biglietti per quelle mostre che ti piacciono tanto oppure come al mercato prendi due e paghi uno,
per te praticamente è la stessa cosa, buono a sapersi"
quel ghigno sfrontato ancora non aveva lasciato il volto di Martín

“Non mi dire che non ti piacerebbe"
Andrés aveva il suo solito sorriso, quello che usava durante le rapine per distrarre la donna o l'uomo di turno, prima di rubargli quello sulla quale aveva messo gli occhi

“Allora non ti prenderò in considerazione quando mi chiederanno di partecipare ad una cosa del genere, peccato dovrò chiedere a qualcun'altro.."
Martín prese il cuscino che aveva sotto la testa e lo tirò alla persona sdraiata accanto a lui
“La concha que te
parió, sei un figlio di puttana a volte lo sai?"
“Solo a volte? Si vede che mi vuoi bene"
Martín continuò a prenderlo a cuscinate e Andrés tentava di schivare e difendersi come poteva,
andarono avanti per un po' fino a quando entrambi caddero stremati sul materasso, i crampi allo stomaco e le lacrime a gli occhi per le risate

“No no però sul serio immaginati Sergio, il mio dolce e innocente hermanito come mio più uno ad una cosa a quattro"
“No ti prego Andrés mi stai facendo creare immagini nella mia mente che non se ne andranno mai più!
Grazie a te rimarrò traumatizzato a vita!"
con un gesto drammatico si coprì il viso con le mani

“Beh sicuramente meno traumatizzato del mio fratellino, se dovesse succedere una cosa del genere non credo che si riprenderà mai,
anzi credo che probabilmente avvierebbe le pratiche per disconoscermi come fratello"

Risero, risero e risero ancora,
entrambi spensierati, felici come non lo erano da anni,
con quell'altmosfera quasi magica che si creava solo quando stavano insieme
con ancora il sorriso sulle labbra si addormentarono l'uno accanto all'altro. 

 
   
 
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