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Autore: ineffable    27/07/2022    1 recensioni
"Significa che la nostra paura è perdere l'altro e se ci pensi è una cosa bella, significa che ciò che temiamo di più non è la morte ma perderci."
...
"Tutto quello che desidero è qui su questa nave."
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Equipaggio della Revenge, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cina


<< Ed? Tesoro sveglia >>
Edward si rigirò sul piccolo lettino mettendosi un cuscino sopra la testa, Stede rise scuotendolo appena per la spalla, gli accarezzò i lunghi capelli grigi guardandolo con dolcezza e tutte quelle attenzioni riuscirono a far aprire gli occhi al grande pirata che in quelle condizioni sembrava più un bambino appena sveglio, si stropicciò gli occhi mugugnando qualcosa di incomprensibile.
<< Stede ma cosa...- >>
<< E' tardi sai e la colazione si raffredderà se non ti sbrighi. >>
Edward sbadigliò stiracchiando le braccia, ancora non si era abituato a qui dolci risvegli, era passato un mese da quando erano partiti insieme per la Cina e si poteva dire che avevano iniziato una vera e propria relazione, era strano per lui non aver depredato alcuna nave anzi in realtà loro erano stati attaccati una volta ma quando quelli che li avevano abbordati avevano visto sulla nave Barbanera si erano tuffati in mare, anche se forse di Barbanera non si poteva più parlare perché aveva deciso di rimanere senza barba.
<< Perché mi hai lasciato dormire così tanto? >>
<< Ne avevi bisogno, abbiamo avuto parecchi giorni intensi con la marina e tutto il resto, Izzy ci odia e probabilmente ci sta dando la caccia e tu sei preoccupato lo vedo. >>
Sospirò grattandosi i capelli grigi abbassando lo sguardo.
<< Hai ragione Stede, è solo che tutto questo non mi sembra vero. >>
Stede alzò il viso corrugando la fronte.
<< Che vuoi dire? >>
<< Fino a poco tempo fa navigavo come sempre annoiandomi a morte, poi ho conosciuto te e ora praticamente ho smesso di fare il pirata >> disse guardandolo negli occhi per paura di averlo ferito involontariamente.
<< Ti manca essere un pirata? >>
<< No, la parte negativa non mi manca affatto. >>
<< Senti Edward potremmo sempre essere pirati come abbiamo fatto da quando sei salito su questa nave, una via di mezzo tra entrambi i nostri mondi che cosa ne dici? >> gli domandò sorridendo.
<< Si potrebbe fare >> disse Edward ritrovando il sorriso.
Si avvicinarono al tavolo che era apparecchiato con piatti e leccornie di ogni genere, a Edward brontolò lo stomaco solo a vedere tutta quella roba e anche se erano stati prigionieri della marina per poco tempo il cibo lì faceva veramente schifo, gli erano mancate un sacco le marmellate della Revenge, il té e quel buonissimo pane morbido e tiepido che emanava un odore che ti faceva venire fame solo a sentirlo.
Stede bevve un sorso di té e fece una smorfia.
<< E' freddo. >>
<< Colpa mia >> disse con lo sguardo colpevole Edward << ho dormito troppo. >>
<< Non dire sciocchezze, ce ne facciamo portare un altro? >>
<< Io ho un'idea migliore! >>
<< Dove vai? >> domandò Stede.
Edward stava per uscire ma poi tornò indietro di corsa, schioccò un bacio sulle labbra di Stede e corse di nuovo verso la porta << è una sorpresa, aspettami lì >> disse e si chiuse la porta alle spalle.
<< Ma sei in...pigiama >> disse Stede ma ormai il suo fidanzato era già corso fuori, chissà cosa gli era venuto in mente si chiese e la voglia di sbirciare era tanta ma non sarebbe stato giusto nei suoi confronti così decise di dare un'occhiata ai suoi libri, si alzò battendo le mani sulle ginocchia e si avvicinò alla libreria, sfiorò quei bordi con le dita alla ricerca di quello che lo avrebbe aiutato a passare il tempo, trovò quello giusto, parlava di una bambina che era capace di trasformare i sogni che faceva alla notte in realtà, ai suoi figli piaceva così tanto che lo avevano quasi imparato a memoria.
Quando Edward tornò in camera Stede non c'era, lo cercò nel passaggio segreto e provò a chiamarlo ma niente, non  poteva essere uscito gli aveva detto di rimanere lì, magari si era annoiato e aveva deciso di farsi un giro, riprovò a chiamarlo alzando la voce.
<< Stede? >>
<< Caro sono in bagno. >>
<< Oh sì...ehm scusa. Hai finito? >> chiese avvicinandosi alla porta.
<< No. >>
Passò qualche minuto e poi di nuovo Edward parlò.
<< E ora? >>
<< Ed per l'amor del cielo! >>
<< Sì scusa è che sono eccitato. >>
<< Eccitato per cosa >> domandò Stede più che mai curioso.
<< Per la sorpresa! Cerca di muoverti. >>
<< Ma certo, farò due chiacchiere con il mio intestino sono sicuro che capirà la situazione >> disse in maniera sarcastica.
<< D'accordo non metterci troppo >> disse Edward spostandosi dalla porta e raggiungendo l'ingresso della camera, in quel momento stava entrando Lucius e i due quasi si scontrarono, il ragazzo più giovane urlò per lo spavento, indietreggiò andando a sbattere la testa contro la porta di legno.
<< Ahu... >> si lamentò tenendosi la nuca, Edward lo guardò sollevando un sopracciglio.
<< Sei troppo nervoso amico >> gli disse e Lucius annuì domandando << dov'è Stede? >>
<< E' in bagno >> rispose Edward << parla con il suo intestino >> aggiunse e Lucius lo guardò con una strana espressione sul viso, si avvicinò alla porta del bagno e bussò.
<< Stede hai finito? >>
<< Oh santa pazienza Lucius ora ti ci metti anche tu!? >> strillò.
Edward che si era avvicinato disse << forse è per questo che in questi giorni è così irritabile, ha problemi ad andare in bagno.
<< Io non ho nessun problema! >> si sentì urlare << sto uscendo tanto qui è tutto inutile >> Edward e Lucius si scambiarono uno sguardo d'intesa prima che Stede uscisse, una volta fuori Edward gli bendò gli occhi senza pensare che quel gesto poteva riportare alla mente del pirata gentiluomo dei brutti ricordi.
<< Ehm Edward...non mi sento molto a mio agio bendato. >>
Edward ci mise un secondo a capire << oh scusa io non avevo pensato... >> gli tolse subito la benda e Stede si rilassò immediatamente, gli sorrise e lo baciò sulle labbra rassicurandolo che andava tutto bene.
<< Posso tenere gli occhi chiusi se vuoi? >>
<< Non sono sicuro di potermi fidare >> lo provocò.
<< Con chi credi di parlare? Sarò anche un pirata ma sono un gentiluomo quindi se ti prometto una cosa puoi stare certo che la manterrò. >>
Un sorrisetto nacque spontaneo sulle labbra di Edward.
<< Va bene ma se bari ti darò in pasto agli squali. >>
<< Addirittura? Non ti sembra un tantino esagerato? >>
<< Mmmm sì hai ragione, potrei buttarti in mezzo a un banco di meduse. >>
<< Non ne saresti capace >> rise Stede e chiuse gli occhi, Edward gli posò le mani su di essi per assicurarsi non barasse e lo guidò fuori dalla stanza, farlo scendere dalla nave con gli occhi chiusi fu più difficile ma in qualche modo con l'aiuto di tutti ci riuscirono.
<< D'accordo ragazzi voi avete tutta la giornata libera, io e Stede vorremmo rimanere da soli quindi se poteste non...- >>
<< Chiarissimo. >>
<< Sì a dopo capitani. >>
La ciurma si dileguò in un batter d'occhio dividendosi per le strade e le vie del posto, probabilmente anche le altre due coppie presenti sulla nave avrebbero trovato un posto per stare tranquilli e godersi una meritata giornata solo in compagnia dell'altro, Edward e Stede si incamminarono ma il pirata gentiluomo cominciò ad essere impaziente.
<< Allora Ed dove mi stai portando? >>
<< Rilassati manca poco. >>
<< Ehi Barbanera dov'è finita la tua barba? >> disse un uomo ridacchiando.
<< Oh ma guarda ti conoscono anche qui. >>
<< Già...dovrei rubare la faccia a qualcuno. >>
Stede si irrigidì all'istante.
<< N-non credo sia una buon idea Edward. >>
<< Avanti sto scherzando >> disse ridendo e poi finalmente arrivarono, gli disse che poteva aprire gli occhi e Stede obbedì rimanendo meravigliato davanti a quello spettacolo che mai nella vita avrebbe pensato di vedere, c'era un'alta montagna scavata all'interno dove da fuori si potevano vedere riflessi di luci colorate dovuti ai raggi del sole che si scontrava sulle rocce che avevano un colore particolare, dalle fronde ricadevano verso il basso decorate con dei fiorellini rosa e bianchi e in più un ruscello le girava intorno finendo in una cascata che stava proprio lì vicino, Stede vide alcune persone che ci passavano dietro ed entravano all'interno della montagna.
<< Si può visitare? >> chiese stupefatto.
<< Non solo, dentro c'è un ristorante. >>
L'espressione del pirata biondo era di puro stupore e meraviglia come quando un bambino vede per la prima volta la neve, Edward rimase incantato non riuscendo a staccare lo sguardo da quel viso così sorprendente e bello, sorrise fiero di aver fatto qualcosa che lo aveva reso così felice e allegro.
<< Allora andiamo? >> domandò e Stede non se lo fece ripetere due volte, girarono intorno alla cascata ed era incredibile poter vederla da dietro, Stede allungò una mano per sentire l'acqua << è freschissima >> disse per poi sfiorare il viso di Edward che rabbrividì per il contrasto con la sua pelle.
<< Attento a non scivolare >> lo avvisò Edward ma era troppo tardi e Stede scivolò su una roccia piena di muschio bagnato, fortunatamente Barbanera lo prese tra le braccia impedendogli di cadere, il biondo pirata gli sorrise arrossendo e lo ringraziò poi insieme entrarono in quella grotta naturale fatta di terra e sassi.
<< Non sono mai stato all'interno di una montagna >> sussurrò guardandosi intorno con gli occhi che brillavano.
<< Bé eccoti qui, vado a prendere un tavolo >> disse Edward avvicinandosi all'uomo che si occupava di far accomodare le persone ma purtroppo ebbe una delusione.
<< Mi dispiace signore ma non c'è posto. >>
<< Torneremo più tardi >> disse il pirata.
<< No signore fino a domani non è possibile. >>
Edward si innervosì tutta quella strada per poi essere rifiutati, non ci sperava nemmeno di riuscire a portare Stede in quel posto e adesso che ci era riuscito non poteva rinunciare così facilmente, i loro occhi si incontrarono e lui gli sorrise fingendo che andasse tutto bene ma in realtà non era affatto così.
<< Senta siamo venuti da molto lontano...- >>
<< Sa quante persone vengono da lontano signore...- >>
<< Lei evidentemente non sa chi sono io >> disse Edward minaccioso ma il cameriere non sembrava fare una piega.
<< Potrebbe essere anche un principe signore che comunque non ci sarebbe posto >> rispose pacato ma Edward pensò che lo stesse trattando con condiscendenza così la pacatezza che aveva cercato di usare andò a farsi benedire, lo prese per il colletto e stava per tirare fuori il coltello quando qualcuno Stede lo fermò.
<< Ed! Lascialo immediatamente. >>
Edward obbedì fissando l'uomo con rabbia.
<< Si può sapere che ti prende? >>
<< Quest'uomo non vuole darci un posto. >>
<< Forse perché non ce n'è uno Edward >> lo sguardo con cui lo guardò fece spezzare il cuore di Barbanera, lo aveva deluso e proprio in un giorno in cui tutto doveva essere perfetto.
<< Mi scusi per la maleducazione, noi ce ne andiamo subito...- >>
<< Cosa? >> disse Edward che non voleva andarsene, Stede lo prese per il polso trascinandolo un po' più lontano.
<< Tutte le volte che non otterrai quello che vuoi è così che reagirai? >>
<< Stede io...- >>
<< Edward non ti ho costretto io a cambiare, ma non puoi minacciare le persone solo perché non fanno quello che dici tu, soprattutto se stanno solo facendo il loro lavoro >> Edward lo guardò con un'espressione da cucciolo mentre Stede invece era ancora molto arrabbiato, non gli piaceva discutere con lui ma ancor meno tollerava quando si lasciava prendere troppo la mano come se si sentisse obbligato a comportarsi in maniera violenta, ma poi gli occhioni scuri e lucidi fecero breccia nel suo cuore e lui si addolcì.
<< Senti mi dispiace...- >>
<< Volevo solo fare qualcosa di bello per te. >>
Lo dissero allo stesso momento e si sorrisero dolcemente, Stede gli accarezzò il braccio << lo hai già fatto >> poi il cameriere si avvicinò nuovamente a loro che si voltarono a guardarlo pensando che volesse farli allontanare visto che era tutto pieno.
<< Tu sei Stede Bonnet? >> disse invece guadagnandosi due espressioni confuse.
<< Sì proprio io e lei è... >>
<< Benjamin Browne...frequentavamo la stessa scuola. >>
Una lampadina si illuminò nella mente di Stede.
<< Oh sì Benjamin! Da quanto tempo, ti trovo bene. >>
<< Sì anche tu stai bene Stede, non sei cambiato affatto, sempre così elegante >> nel suo viso c'era qualcosa che proprio ad Edward non piaceva, guardava Stede in modo strano, ammiccava e gli faceva dei sorrisetti che non erano proprio amicali, così decise di interrompere immediatamente ogni tipo di conversazione.
<< Stede noi dovremmo andare >> disse tenendo lo sguardo puntato negli occhi di quell'uomo alto e moro.
<< Sì giusto togliamo il disturbo. >>
<< Ma no restate, abbiamo un tavolo davvero esclusivo >> disse facendo gli occhi dolci a Stede che però non colse il messaggio, Edward invece sì e lo sguardo che rivolse all'uomo era di puro istinto omicida.
<< Avevi detto che non c'era posto >> disse con un tono che mise brividi a Benjamin.
<< Sì può darsi ma ora c'è, volete sedervi o no? >>
<< Sì! >> rispose Stede.
<< No >> disse secco Edward, il pirata gentiluomo si voltò guardandolo stranito, si chiese che cosa gli era preso tutto un tratto.
<< Come no Edward, siamo qui, restiamo >> e Barbanera non poteva certo dire di no a quegli occhioni supplicanti così contro voglia e tenendo una mano sul pugnale acconsentì di rimanere, Benjamin li accompagnò al tavolo avvolgendo Stede con un braccio intorno alle spalle mentre fingeva di rivangare vecchi momenti e lui ci stava e rideva ma solo perché non si era reso minimamente conto delle reali intenzioni dell'altro, Edward li seguì da dietro cercando di uccidere con lo sguardo quell'ometto che osava provarci con il suo fidanzato, avrebbe voluto ci fosse Buttons con loro così avrebbe potuto chiedergli di scagliargli una bella maledizione.
Dovette ammettere che quel tavolo era davvero speciale, si trovava in una zona più appartata e rialzata, come se fosse una piccola grotta dentro la grotta stessa, le pietre avevano brillavano una volta baciate dal sole e il tavolino era il più moderno ti tutti, si accomodarono e iniziarono a sfogliare il menù.
Benjamin tornò poco dopo con un pregiato vino a detta sua offerto dalla casa che ovviamente causò una valanga di ringraziamenti da parte di Stede, ma davvero non si accorgeva che quel ragazzo era fin troppo gentile si domandò Edward.
<< Allora cosa prendete da mangiare? >>
Stede ordinò il suo e poi fu il turno di Edward.
<< E lei signore? >> domandò Benjamin.
<< Ma tu non stavi alla porta ad accogliere i clienti? >>
<< Edward! >>
<< Nessun problema ha ragione, ma per oggi farò un eccezione, quando mi ricapita di avere il mio amico di infanzia nel mio ristorante. >>
<< Mai ecco quando >> puntualizzò Edward afferrando una forchetta e fulminandolo con lo sguardo.
<< E comunque non ho fame. >>
<< Ed... >> Stede corrugò le sopracciglia, davvero non capiva quello strano comportamento, forse ce l'aveva con lui per prima.
<< E va bene prendo quello ha preso lui, capito? Noi due >> segnò con le dita lui e Stede << mangiamo le stesse cose. >>
Il cameriere sollevo le sopracciglia credendolo pazzo.
<< Va bene...torno tra poco. >>
<< Tesoro vuoi dirmi che cos'hai? Sei arrabbiato con me per caso? >>
<< Con te? No Stede è che quel tipo mi da sui nervi >> disse scompigliando il tovagliolo.
<< Perché? Ci ha anche trovato un tavolo...- >>
<< Grazie al cazzo Stede, non ti chiedi il motivo? >>
Stede sospirò.
<< Se vuoi ce ne andiamo, non voglio che stai in un posto dove non ti senti a tuo agio >> disse ma nella sua voce c'era una punta di delusione e amarezza.
<< Mi sento benissimo, se ce ne andassimo vincerebbe lui >> rispose prendendo il tovagliolo e tentando di infilarselo dentro la maglia per coprirsi il petto << com'è che si faceva? >>
<< Certo per te si tratta sempre e solo di vincere, da qua sta fermo! >> brontolò alzandosi e aggiustando il tovagliolo nella maniera più composta, i loro occhi si incontrarono e rimasero a guardarsi, erano duri sì ma mentre si specchiavano gli uni negli altri si addolcirono ritrovando quell'amore che avevano da sempre ogni volta che si guardavano.
La prima portata non tardò ad arrivare ed era squisita, lo dovette ammettere anche Edward ma ovviamente non lo disse ad alta voce, finse che aveva mangiato di meglio altrove, quando arrivò il secondo si trattava di un piatto che nessuno dei due aveva mai visto.
<< Vedi per gustarne a pieno il sapore va tagliato così >> Benjamin prese la mano di Stede che teneva il coltello e la guidò su quella portata, Edward vide tutto nero, non poteva sopportare che ci provasse così spudoratamente davanti a lui.
<< Avanti sa come si usa un cazzo di coltello, levati dalle palle amico. >>
Stede lo guardò sconvolto.
<< Sì, grazie me la cavo da solo >> la sua voce uscì come un sussurro colmo di scuse.
<>
<< Edward non ho bisogno di una guardia del corpo, stavo per intervenire quando gli sei saltato al collo come una bestia feroce, so quando mettere dei limiti. >>
<< Non mi pare proprio Stede. >>
<< Senti sai una cosa >> disse alzandosi dal tavolo << mi sono stancato andiamocene, questo posto ti rende troppo nervoso. >>
Edward sbuffò incapace di trattenersi, sentiva nel cuore troppi sentimenti contrastanti che lo turbavano e in più aveva paura che quel tipo così elegante gli portasse via Stede e lui non avrebbe potuto sopportarlo.
<< Vorrei vedere te se qualcuno filtrasse con me davanti ai tuoi occhi. >>
<< Ed lui non sta facendo niente del genere, ti prego godiamoci il pranzo. >>
<< Va bene... >> rispose Edward con lo sguardo basso.
Riuscirono a finire tutte le portate tranquillamente, ordinarono di nuovo da bere ed erano anche riusciti ad allontanare quella tensione parlando e ridendo e poi avevano discusso del loro viaggio e di cosa fare una volta arrivati, erano nella perfetta armonia quando Benjamin tornò all'attacco avvicinandosi al loro tavolo.
<< Stede questo è un omaggio direttamente da parte del sottoscritto per te >> disse chinandosi posandogli una mano sulla spalla, gli porse una scatolina con dentro dolcetti di ogni tipo incartata e avvolta da un fiocco azzurro.
<< Oh ma che gentile grazie, però non ce n'era affatto bisogno >> gli occhi di Stede si illuminarono, non capitava quasi mai che qualcuno facesse qualcosa di carino per lui, a parte Edward ovviamente e poi con il resto dei compagni di scuola non era mai andato tanto d'accordo ma con Benjamin c'era sempre stata una certa affinità.
<< Mi hanno detto che il tuo amico qui è Barbanera, è vero? >>
<< Sì è vero >> disse Stede guardando Edward e facendogli un sorriso ma lui era troppo impegnato a fissare il ragazzo con odio, sapeva già dove sarebbe finita quella conversazione.
<< E' strano che un tipo come te se ne vada in giro con uno come lui >> a quell'insulto Edward non ci vide più, si alzò di scatto facendo strisciare la sedia all'indietro, sbatté il tovagliolo sul tavolo e si allontanò furioso prima di rischiare di strozzare quel idiota con le sue stesse mani, Stede ovviamente lo seguì di corsa dimenticandosi della scatoletta con i dolcetti, lasciò i soldi sul bancone e corse fuori afferrandolo per un braccio.
<< Edward fermati! >>
<< Ora capisci perché lo odio? Mi ha snobbato tutto il tempo giudicandomi da subito solo per come sono vestito, quello è un posto elegante e io non lo sono e la cosa peggiore Stede è che ci ha spudoratamente provato con te davanti alla mia cazzo di faccia, senza ritegno e tu hai continuato a fare finta di nulla. >>
<< Non è vero che ci ha provato >> disse facendo una smorfia.
<< Perché credi che era tanto gentile? >>
<< Anche io sono gentile ma non ci provo con tutti. >>
Edward alzò gli occhi al cielo esasperato.
<< La tua è una gentilezza di versa, ci ha trovato un posto solo quando ti ha riconosciuto, ci ha regalato il vino, quei cazzo di dolci e continuava a toccarti e a lanciarti occhiate, quello a casa mia si chiama provarci! >>
<< Aw...sei geloso? >> lo disse con dolcezza mordendosi le labbra, Edward arrossì muovendosi nervosamente sul posto.
<< N-no...cioè sì, forse ma il punto è che lui è il tuo tipo non io, è così raffinato e...- >>
<< Che stupidaggini Ed io li evito i tipi raffinati, ci sono scappato dalla raffinatezza e tu vuoi che io preferisca un tipo così, è te che voglio perché è te che amo. >>
Edward sollevò il viso di scatto realizzando ciò che aveva sentito, il cuore gli scoppiava nel petto e sentiva la bocca secca talmente tanto da fare fatica a parlare.
<< Tu mi...ami? >>
<< L'ho detto ad alta voce vero? >> domandò Stede con l'aria di chi era tanto in imbarazzo, sapeva di essere innamorato di lui ma da qui a confessarglielo così apertamente pensava sarebbe trascorso più tempo, non era pronto a farlo ma evidentemente il destino aveva deciso per lui, Edward si limitò ad annuire ancora troppo stordito da quella confessione.
<< Spero di non averti spaventato, non voglio metterti pressioni si alcun tip...- >>
<< Ti amo anch'io >> gli confessò guardandolo negli occhi.
<< Oh... questo è molto rassicurante, credo di dovermi sedere >> disse Stede non sentendosi più le gambe.
<< Anche io >> rispose Edward.
<< Ci mettiamo su quel tronco laggiù? >> domandò Stede ed Edward annuì, si avvicinarono al tronco rovesciato e si sedettero sopra lentamente, entrambi avevano il fiato corto e il cuore in gola, anche se avevano iniziato una relazione da un mese ormai non si erano mai detti apertamente quello che provavano l'uno per l'altro.
<< Io non lo so cosa si fa in questi casi Stede... >>
<< Nemmeno io, ma... >> deglutì << credo che la cosa più giusta da fare sia continuare a comportarci come facevamo prima e magari se sentiamo il desiderio di dircelo altre volte farlo. >>
<< E' che non l'ho mai detto a nessuno >> la voce d Edward rasentava un filo sottile quasi non udibile, guardava il vuoto man mano che la consapevolezza si faceva strada in lui.
<< Anche per me è la prima volta, sono terrorizzato. >>
<< Sì anche io! >> si voltò di scatto verso di lui come se avesse detto chissà quale rivelazione brillante.
<< E' strano Stede io sono Barbanera, ho ucciso, scuoiato, combattuto e ho delle cicatrici su tutto il corpo e quelle cose non mi hanno mai spaventato come questa, perché fa così tanto paura? >>
Stede ci pensò su prima di rispondere.
<< Credo che faccia paura il fatto che questo sentimento espresso ad alta voce renda tutto più reale, e a volte esprimere i sentimenti fa paura perché se non sono ricambiati rischiamo di rimanere feriti e anche se lo sono a volte possono finire, così si preferisce tenersi tutto dentro per essere sicuri che una volta finito tutto non si rimanga troppo a pezzi. >>
<< Ha perfettamente senso >> convenne Edward con ancora la mente che cercava di ripartire << sai davvero un mucchio di cose eh >> disse sorridendo e facendolo arrossire.
<< Leggo solo molti libri...- >>
<< Ma io non voglio che finisca Stede, mi farebbe male comunque anche se non te lo dicessi apertamente. >>
Stede appoggiò una mano sulla sua stringendogliela.
<< Non finirà anche perché non lo permetterei mai >> disse Stede facendogli un sorrisetto.
<< Promesso? >>
<< Promesso, non permetterò a niente e nessuno di mettersi tra noi e sono giunto anche a una conclusione, dirti che ti amo è stata una delle cose più belle che mi sia capitata, mi sono sentito così bene e leggero e non voglio rinunciarci per una sciocca paura, voglio dirtelo tutte le volte che posso ma tu non sei obbligato a rispondermi...- >>
<< E se volessi farlo? >> domandò Edward che ormai aveva ripreso a pieno le funzioni cognitive.
<< Allora non avrei nulla in contrario e sai cosa non mi dispiacerebbe anche? >>
<< Che cosa? >>
<< Che mi baciassi. >>
Edward sorrise sentendo le guance scaldarsi, si avvicinò a lui baciandolo dolcemente, non avrebbe smesso da un giorno all'altro di avere paura o di pensare che Stede avrebbe potuto scegliere qualcun altro ma promise a se stesso di non lasciare mai che quei tormenti creassero una voragine nel loro rapporto a costo di doverne parlare fino allo sfinimento.
Decisero di fare una passeggiata e mentre camminavano trovarono un sentiero che decisero di seguire, Stede sfiorò più volte la mano di Edward e dopo qualche momento di indecisione si decise a stringerla con la sua, era ancora tutto così nuovo e non sapeva che cosa fosse concesso o no fare o cosa infastidiva Edward, ma quel gesto non sembrava averlo turbato e Stede ne fu felice.
<< Non sogni mai di fermarti per un po' in qualche posto per ricaricare le forze e decidere cosa fare? >> domandò Stede mentre gaurdava il mare da quell'alta collina.
<< Prima no, adesso purché sia con te mi va bene qualsiasi posto, non so esattamente cosa voglio fare, navigare mi piace ma forse rimanere per un po' da qualche parte non sarebbe così male. >>
<< Pensavo che una volta giunti in Cina potremmo prendere una casetta e se ci piace rimanere lì finché non ne abbiamo abbastanza, il bello della nostra vita è che possiamo decidere cosa fare e quando farlo, Ed che stai...? >>
Edward non lo ascoltava più, era troppo impegnato a lasciargli soffici baci sul collo e a stringerlo a sé, aveva gli occhi chiusi e i baci che lasciava erano pieni di amore e trasporto, sembrava una nenia fatta di baci e non di parole, Stede sorrise rilassandosi a quel contatto, ci sarebbe stato tempo per le parole, così si scostò spingendolo poi sul prato, Edward sollevò le sopracciglia con aria interrogativa.
<< E' il mio turno ora >> disse Stede salendo sopra di lui e iniziando a baciarlo, rimasero lì per tutto il pomeriggio a baciarsi e coccolarsi, a Edward non sembrava vero di poter vivere una cosa simile, era felice e al settimo cielo, per anni si era sentito triste e solo pensando che mai nessuno avrebbe potuto farlo sentire meglio, pensava di non meritare l'amore come i tessuti pregiati e invece aveva avuto entrambi ma dei tessuti gli importava ben poco.
<< Oh eccoli dove sono >> la voce di Lucius insieme alla sua persona sbucarono fuori dai cespugli.
<< Lucius, Pete! >> li rimproverò Stede.
<< Davvero ragazzi? > > disse Barbanera.
<< Scusate ma abbiamo un problemino sulla nave >> disse Lucius balbettando.
<< Se si tratta di nuovo delle arance... >>
<< No è...altro >> disse Pete.
I due capitani si separarono a malincuore incamminandosi lungo la via del ritorno.
<< Avrete altro tempo per recuperare >> bisbigliò Lucius a Edward.
<< Se lo dici di nuovo ti uccido. >>
<< Ok...chiaro...d'accordo >> fuggì vicino a Pete dove si sentiva molto più al sicuro, certo Barbanera era cambiato ma era meglio non rischiare di incorrere in qualche piccolo incidente.
L'enorme problema della nave era che si era creato un buco e stava imbarcando acqua, molta acqua che si era sparsa anche per i corridoi segreti, Stede corse in camera a controllare il suo guardaroba.
<< AHHHHH >> urlò, Edward quasi non si ruppe il collo per correre da lui pensando fosse successo chissà che cosa.
<< Che succede, ti sei fatto male, sei ferito? >> gli domandò allarmato.
<< No, perché hai tirato fuori la pistola? >> domandò Stede.
<< Perché ti ho sentito urlare e ho pensato ti avessero attaccato. >>
Stede sospirò, forse preferiva quello piuttosto che il suo guardaroba ridotto in quello stato.
<< L'acqua è entrata anche qui, sta bagnando tutti i miei vestiti, li rovinerà >> mugugnò con l'aria di chi aveva subito un grave torto, anche gli altri nel frattempo erano corsi lì e quando videro la scena non si stupirono della reazione del capitano, lui teneva così tanto ai suoi vestiti anche se non ne capivano il motivo visto che era solo stoffa da buttarsi addosso e si poteva trovare ovunque, anche un sacco poteva essere un ottimo vestito in mancanza d'altro.
<< E le mie scarpe >> piagnucolò di nuovo.
<< Tiriamoli fuori da qui intanto, ragazzi aiutateci. >>
<< Non dovremmo pensare al buco? >> disse Wee John e gli altri concordarono.
<< Il vostro capitano ha un'emergenza qui, non fate gli egoisti e aiutatelo. Lucius tu sei bravo a martellare? >> disse loro Edward
<< Sono parecchio bravo in altro >> disse guardando Pete con un sorriso malandrino << ma a martellare no. >>
<< D'accordo Pete, John e Roach con me, gli altri rimarranno qui ad aiutare Stede. >>
<< Non è giusto perché il lavoro pesante tocca a noi? >> si lamentò Roach.
<< E poi è chiaro che non hai chiamato Jim perché è una donna >> non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò sbattuto contro una parete e con un coltello alla gola.
<< Qué quieres decir con esto? Pensi che non sono in grado di fare quello che fai tu mh? Vuoi che ti do una dimostrazione pratica? >>
Lucius che aveva avuto un'esperienza simile non era stupito da quella reazione, era meglio non provocare Jim.
<< No no, non intendevo questo >> balbettò Roach, certo che Jim sapeva fare davvero paura quando ci si metteva.
<< E allora non dire cose che non pensi se ci tieni alla pelle. >>
<< Calma ragazzi, Jim metti giù il coltello e Roach cuciti la bocca >> li rimproverò Edward.
<< Se non vi dispiace io ho ancora un problema qui! >> strillò Stede che era diventato una montagna di vestiti con le gambe, tutti si misero all'opera ma dovettero chiamare qualcuno per far riparare la nave, non era chiaro come fosse successo però era abbastanza grave e così dovettero rimanere fermi più giorni su quell'isola.
<< Come stanno le vittime? >> domandò Edward riferendosi ai vestiti.
<< Alcuni sono sicuramente rovinati, per non parlare delle mie scarpe preferite >> sospirò affranto.
<< Non potevi metterle in alto? >>
<< Grazie del consiglio Edward, se ci avessi pensato adesso non sarei in questa situazione non trovi? >> rispose piccato e acido.
<< D'accordo hai ragione ma ne potrai trovare altri, adesso possiamo ripartire non sei contento? >>
<< Sì... >> mugolò guardando gli abiti che aveva dovuto eliminare.
<< Vuoi che gli facciamo un funerale? Potremmo bruciarli così non finiranno rovinati, più rovinati di così intendo. >>
<< Lo faresti davvero? >>
<< S-sì >> balbettò Edward che era molto debole di fronte agli occhi da cucciolo, Stede lo baciò e sembrò rinascere.
<< Grazie. >>
Così prima di partire scesero tutti dalla nave perché ovviamente avevano l'obbligo di partecipazione e fecero un falò con gli abiti di Stede, solo che in quel posto era illegale accendere fuochi, una guardia li vide e corse verso di loro.
<< Via via ragazzi! >> urlò Edward e così presero il largo lasciando la povera guardia alle prese con quella fiammata, una volta sulla nave scoppiarono in una grossa risata e Stede per ringraziare tutti dell'aiuto quella notte raccontò due favole prima di essere sfinito lui stesso e cadere nel sonno tra le braccia di Edward.
Quella notte però non fu serena per Barbanera probabilmente tutti quei discorsi sul futuro e sui sentimenti più quello che era successo con Benjamin lo avevano lasciato turbato per questo sognò una cosa orribile, c'era Stede fermo sul ponte della nave, il mare era mosso e dalle profondità uscirono due grossi tentacoli che avvolsero il corpo di Stede e lo trascinarono verso il basso, Edward urlò il suo nome provando a raggiungerlo ma fu tutto inutile.
Si svegliò di soprassalto con la fronte sudata e il cuore mille, deglutì cercando il suo compagno con lo sguardo ma di lui non c'era traccia.
<< Stede? >> lo chiamò con voce roca e secca temendo che davvero fosse successo qualcosa, si alzò facendo attenzione a non svegliare gli altri e scese sottocoperta pensando fosse andato in camera, passò dalla cucina e da lì sbucò proprio lui che lo chiamò.
<< Ed! >>
Ad Edward prese un colpo ma quando si girò non perse tempo e si fiondò tra le braccia del suo co-capitano che lo strinse sorridendo.
<< Ehi stai tremando >> sussurrò accarezzandogli i capelli.
<< Ho avuto un incubo. >>
<< Oh mi spiace, vuoi raccontarmelo? >>
<< C'era il kraken e c'eri tu, lui ti afferrava e ti portava nel fondo degli abissi >> non riuscì a non tremare mentre raccontava quelle immagini che lo avevano lasciato così turbato, anche Stede era rimasto scosso e capiva lo stato d'animo di Edward, lo strinse più forte baciandogli la nuca.
<< Ed guardami... >> Edward non se lo fece ripetere due volte e alzò lo sguardo su di lui incontrando quegli splendidi occhi color nocciola.
<< Sono qui con te adesso, nessun mostro mi ha portato via e non succederà mai, anche io quando sono agitato ho gli incubi. >>
<< Davvero? E cosa sogni? >>
<< Bé dopo aver abbandonato la mia famiglia sognavo loro che mi deridevano, e qualche volta ho sognato anche te...dicevi di odiarmi e che un grande pirata come te non non avrebbe mai potuto stare con uno come me, che ero debole e...- >>
<< Io non lo direi mai >> si difese Edward anche se non c'era bisogno di difendersi.
<< Lo so tesoro ma i sogni ci fanno vedere le nostre paure più profonde, e penso che una delle nostre sia perdere l'altro il che se ci pensi è una cosa bella, significa che teniamo così tanto a noi che la cosa peggiore che potrebbe capitarci non è morire ma perderci. >>
Edward sorrise dolcemente, Stede riusciva sempre a consolarlo e mandare via i suoi incubi peggiori come un balsamo sulle ferite e non si sentiva mai giudicato o preso in giro, lui era sempre pronto ad accoglierlo a braccia aperte ascoltando ciò che aveva da dire.
<< Grazie Stede... >> e in quella semplice parola c'era tutto dentro, un mondo di cui solo loro due facevano parte.
<< Non devi ringraziarmi, andiamo a dormire ora? Se anche farai di nuovo quel brutto sogno io sarò lì, ti basterà girarti e mi troverai al tuo fianco >> e soprattutto sapeva leggerlo come nessun altro, era incredibile come non aveva bisogno di parole, bastava uno sguardo e lui capiva tutto.
Un giorno a bordo della Revenge regnava uno strano silenzio, tutti bisbigliavano e smettevano di farlo quando Edward gli passava di fianco, anche Stede era strano e sembrava volesse stargli alla larga, le volte che tentava di chiedere spiegazioni a qualcuno la persona in questione si dileguava lasciandolo appeso come un idiota, la faccenda cominciò ad innervosirlo parecchio così decise di pretendere delle spiegazioni almeno dal suo co-capitano ma quando andò a cercarlo non trovò più nessuno sulla nave tranne Buttons.
<< Tu sai cosa sta succedendo? >>
<< Sì capitano >> rispose.
<< E vuoi dirmelo...? >>
<< No. >>
<< Come sarebbe no? Ti ordino di dir...- >>
<< Mi spiace capitano ma l'altro capitano mi ha già ordinato di tacere, e visto che me lo ha chiesto prima lui non posso disobbedire. >>
<< Assurdo >> borbottò Edward guardandosi intorno << io sono capitano da più tempo di lui non ho nessun diritto di anzianità? >>
<< Non su questa nave capitano. >>
La logica di Buttons non faceva una piega ed Edward aveva esaurito i modi per convincerlo che non prevedessero violenza, lo guardò sperando che almeno dicesse qualcosa, qualsiasi cosa sarebbe andata bene ma nella stanza c'era un silenzio tombale.
<< E allora...cosa si fa? >> domandò Barbanera.
<< Aspettiamo >> rispose Buttons.
<< Aspettiamo cosa di preciso? >>
Alcune cannonate fecero tremare la nave e perdere l'equilibrio ai due.
<< Questo >> rispose Buttons.
<< Ma cosa... >> poi decise che era inutile fare domande, si precipitò fuori di corsa per vedere se erano sotto attacco ma trovò solo la ciurma e Stede radunati intorno a una torta che non appena lo videro cominciarono a battere furiosamente le mani e urlare auguri e altre cose.
<< Che sta...- >>
<< Buon compleanno capitano >> Buttons gli era sbucato alle spalle rischiando di fargli saltare una coronaria.
<< Grazie...? >> rispose non sapendo se fosse la cosa giusta da dire, poi guardò Stede sicuro che da lui avrebbe avuto le risposte che cercava.
<< E' il tuo compleanno tesoro non te lo ricordi? >>
Oh sì ora aveva tutto più senso, era davvero il suo compleanno ma lui era da tempo che non lo festeggiava così quel giorno aveva finito per diventare uno come tanti senza essere speciale, aveva detto a Stede quale fosse il giorno solo perché lui aveva insistito parecchio e gli aveva fatto gli occhioni, quelli erano un'arma letale
<< Voi avete preparato tutto questo solo per me? Per questo eravate così strani? >>
<< Doveva essere una sorpresa e ci siamo riusciti, Roach ha preparato la torta e gli spuntini, Frenchie suonerà per te e gli altri hanno decorato il ponte. >>
<< E abbiamo preparato uno spettacolo in tuo onore! >> disse con entusiasmo lo Svedese.
Edward aveva gli occhi lucidi, si sentiva amato e circondato da una famiglia per la prima volta da dopo che sua madre era morta, non gli uscivano le parole e pensava non ce ne fossero di adatte per esprimere tutto ciò che stava provando in quel momento.
<< Ragazzi io non so cosa... >>
Tutti lo tirarono verso la torta, lo abbracciarono facendogli nuovamente gli auguri, Frenchie aveva iniziato a suonare e la festa poteva dirsi a tutti gli effetti iniziata, il cibo era ottimo ma al momento di spegnere le candeline lo fermarono.
<< Devi esprimere un desiderio. >>
Edward rimase imbambolato, tentò di pensare a qualcosa ma guardando quei volti che gli sorridevano capì di non desiderare nient'altro se non che quello che aveva durasse per sempre.
<< E' una bella cosa ma io ho già tutto quello che desidero qui su questa nave >> molti di loro si commossero, altri fecero degli urletti felici e insieme batterono le mani dopo che le candeline erano state spente poi fu il turno dello spettacolo che fu davvero divertente, in molti momenti le lacrime spuntarono agli angoli dei suoi occhi e lui le asciugava via sotto lo sguardo comprensivo degli altri, in più gli avevano fatto anche dei regali, Lucius gli aveva regalato un ritratto di lui e Stede abbracciati, mentre tutti gli altri gli avevano fatto una lastra di legno con intagliati tutti i loro nomi all'interno di una nave, era stato Pete a fare tutto e i suoi amici avevano dipinto come più gli piaceva il loro nome e le decorazioni.
<< E' tutto bellissimo, grazie...non ho mai avuto una festa del genere e nemmeno una famiglia con ci festeggiare tanto che mi ero persino dimenticato che era il mio compleanno. >>
<< Bé tesoro adesso non lo scorderai mai più, te lo ricorderemo tutti gli anni >> disse Stede baciandolo sulle labbra guadagnandosi l'applauso di tutti, la festa continuò ancora per un po', Frenchie per fare un regalo alle coppie della nave suonò una musica romantica, l'unica che conosceva ed era davvero bella.
Edward e Stede ballavano stretti guardandosi amorevolmente negli occhi, erano così belli e lucidi che sembrava fossero composti da stelle e invece quella luce era semplicemente dovuta al fatto che stessero guardando la persona che amavano, Edward si perse in quello sguardo desiderando di essere lasciato lì, non importava se sarebbe affogato, era così dolce che sarebbe stata una morte delicata e bella.
<< Stede quello che hai fatto per me oggi, io non so come dirti grazie, nessuno mi ha mai...- >> si commosse e Stede lo baciò sulle labbra.
<< Potrai ringraziarmi dopo in camera, inoltre non ti ho dato il mio regalo. >>
<< Un altro? Hai già fatto tanto, troppo a dire il vero...- >>
<< Non è mai troppo se lo fai col cuore >> disse e poi passarono il resto della canzone a scambiarsi teneri baci.
Finita la festa i due capitani si ritirarono nella loro cabina, Edward appese il ritratto che gli aveva fatto Lucius a una parete dove poteva vederlo sempre e appoggiò la scultura su un mobile, tutti e due in bella vista così gli avrebbero sempre ricordato che adesso non era più solo e aveva persone su cui poter contare, Stede si avvicinò con un pacchetto in mano, lo prese lentamente come se avesse paura di romperlo, lo scartò e dentro trovò una piccola clessidra dorata decorata con il pezzo di stoffa rossa che gli aveva regalato sua madre.
<< Quella che vedi dentro non è vera sabbia ma è l'arancia pietrificata che abbiamo trovato quel giorno, l'ho fatta distruggere e messa qui dentro...- >>
<< Ma tu adoravi quell'arancia... >>
<< Lo so ma volevo regalarti qualcosa di speciale che ti ricordasse per sempre di me, non che voglia andarmene ma era un modo per unire noi due per l'eternità e ci rappresentasse. Vedi Ed...tu all'apparenza puoi sembrare duro come questo sasso ma dentro sei delicato e morbido come questa seta, e io che dall'esterno posso sembrare molto delicato riesco a tirare fuori la forza quando occorre, quindi credo che questi due oggetti siano perfetti insieme così come noi due. >>
Edward si commosse scoppiando a piangere, Stede lo aveva toccato direttamente nel cuore e faceva così male e bene allo stesso tempo, e in più aveva dannatamente ragione erano una coppia perfetta, lui non si aspettava un regalo così bello e invece Stede era riuscito a stupirlo ancora, promise a se stesso che se avesse avuto ancora dubbi sui sentimenti che provava Stede per lui si sarebbe buttato in mare con le sue stesse mani.
<< Sono lacrime di gioia spero >> disse Stede preoccupato che il regalo non gli fosse piaciuto.
<< Certo stupido, che altro dovrebbero essere >> mugugnò abbracciandolo.
<< E' così bello Stede >> disse asciugandosi gli occhi e quello andava sicuramente sulla loro scrivania, non avrebbe voluto smettere di guardarlo ma Stede aveva altri piani per il resto della serata, piani a cui proprio non poteva dire di no.
Sembrava che quel viaggio verso la Cina nascondesse sempre nuove sorprese che a volte erano anche poco piacevoli, approdarono su un isolotto che credevano deserto e invece nascondeva delle insidie che erano rappresentate non solo dai disgustosi insetti che tentarono di attaccarli più volte ma anche da un gruppo di persone che non amavano molto ricevere visite e che spararono un dardo velenoso nella coscia di Stede.
Quella volta Edward rischiò davvero di perderlo, era stato una settimana intera con la febbre altissima, sudava, era pallido con il contorno degli occhi violaceo ma a differenza di quando era stato pugnalato non parlava nel sonno era solo immobile e freddo come se fosse già morto, Edward aveva minacciato quella gente che se non avessero tirato fuori l'antidoto li avrebbe appesi ai rami per le palle ed era stato molto convincente, gli rimase accanto non riuscendo a chiudere occhio con Lucius che gli portava da bere e da mangiare ma lui non riusciva a ingurgitare niente.
<< Ed dovresti mangiare, non sarebbe stupido se si risvegliasse lui ma morissi tu per via della disidratazione e dello stomaco vuoto? >>
Edward alzò le spalle guardando un punto oltre la spalla di Lucius con lo sguardo vacuo.
<< Ok...sto io vicino a Stede adesso, tu mangia, bevi e poi ti lascio il posto di nuovo, credimi mi ucciderebbe se sapesse che ti ho lasciato morire di fame. >>
Barbanera annuì alzandosi sentendo tutto il corpo pesante, il petto era stretto e chiuso in una morsa dolorosa, non poteva credere che dopo essere riusciti a fuggire e partire insieme, dopo quei momenti stupendi che avevano condiviso la vita glielo avrebbe strappato via dalle mani in un modo così violento e brusco, si voltò verso Stede.
<< Non devi morire ok? Non azzardarti a morire o giuro che ti uccido >> disse e Lucius faticò a capire la logica di quel discorso, la rabbia venne presto sostituita dalla tristezza e Edward si accoccolò vicino al copro di Stede piangendo tutte le sue lacrime, la ciurma non sapeva più cosa fare perché Edward era diventato imprevedibile e intrattabile, erano andati  a turno più volte a vedere come procedesse l'antidoto perché quello che gli stavano dando era blando e serviva solo a tenerlo in vita.
Un giorno quello che era il medico si presentò sulla nave, servì tutta la ciurma per trattenere Edward che aveva tentato di saltargli al collo troppo sfinito da rabbia e stanchezza.
<< Abbiamo sviluppato un nuovo antidoto ma potrebbe avere degli effetti collaterali. >>
<< Cioè >> ringhiò Edward con gli occhi rossi e umidi.
<< Non lo sappiamo con esattezza ma se il suo corpo lo rifiutasse potrebbe anche morire. >>
<< E hai il coraggio di dire che non lo sai cazzo! Che razza di medico sei, non ti darò il permesso di infilare quella merda nel corpo di Stede >> più che un uomo che urlava sembrava una belva feroce che difende la sua famiglia, erano tutti tesi e in allerta nel caso Edward avesse tentato di ucciderlo anche se Lucius pensava non lo avrebbe mai fatto altrimenti Stede sarebbe stato spacciato davvero, la ciurma si ritirò in una riunione tra loro e a pieni voti decisero che sarebbe stato Lucius a parlare con Edward, ovviamente lui non era d'accordo e in quel momento li odiava tutti ma le regole sono regole e si avvicinò a passo lento vicino al suo capitano.
<< Edward... >> lo chiamò a bassa voce per non rischiare di turbarlo e beccarsi un pugnale in un occhio.
<< Che vuoi!? >> sbraitò facendolo sussultare, Lucius pensò che sarebbe stato meglio andare in bagno prima e non dopo aver parlato con lui, prese un grosso respiro e gli si sedette di fianco, ovviamente Edward non lo guardava.
<< E' ovvio che la decisione finale spetta a te, ma mi chiedevo e se questo fosse quello giusto? Ed sai anche tu che Stede non può stare in queste condizioni ancora a lungo, rischia di morire da un giorno all'altro e per preparare quegli antidoti occorre tempo, tempo che noi non abbiamo, che Stede non ha. >>
Edward non disse nulla ma quel silenzio turbò Lucius parecchio, ad un tratto veloce come un leopardo Edward diede un pugno a Lucius sul viso e gli si fiondò sopra facendolo urlare di paura.
<< Ahhh no ti prego non uccidermi, ti supplico, starò zitto, io...- >>
Edward gli tappò la bocca con una mano.
<< Credi sia la scelta migliore che potremmo fare pensando al suo bene? >>
Lucius annuì con le lacrime agli occhi ed Edward lo lasciò andare dicendo di far entrare il medico, in realtà il pugno non era stato poi così forte ma Lucius non era abituato a ricevere alcun tipo di colluttazione se non quella finalizzata al piacere e allora lo aveva percepito molto più doloroso di quanto non era.
<< Piccolo che ti è successo? >> domandò preoccupato Pete vedendo lo zigomo arrossato
<< Niente Edward mi ha dato un pugno ma poi ha accettato di dare l'antidoto a Stede. >>
Furono tutti sollevati da quella notizia.
<< Certo che non può picchiare qualcuno tutte le volte che è turbato >> si lamentò Pete accarezzando la guancia morbida di Lucius.
<< Saresti stato nervoso anche tu al suo posto e poi lui è Barbanera, non puoi aspettarti che reagisca come una persona comune >> rispose il ragazzo moro sorridendo e baciando le labbra di Pete.
Il medico somministrò l'antidoto sotto lo sguardo attento di tutti, ovviamente sotto la minaccia di Edward che se avesse sbagliato qualcosa non sarebbe uscito vivo dalla nave, non era molto incoraggiante ma lui fece del suo meglio e l'unica cosa che rimaneva da fare era attendere pazientemente.
La mattina Edward senti qualcosa muoversi sopra la sua testa, aprì piano gli occhi sollevandola e vide gli occhi piccoli di Stede che lo stavano fissando, era lui che lo accarezzava, ebbe l'istinto di fiondarsi ad abbracciarlo ma qualsiasi movimento brusco avrebbe potuto peggiorare la sua situazione così trattenendo il magone stretto nella gola si alzò lentamente sedendosi vicino al lui.
<< Stede sei sveglio finalmente... >>
<< Piangi? >> domandò Stede accarezzandogli il viso, Edward strinse la sua mano.
<< Sì...ma solo perché sono felice, mi hai fatto così tanto preoccupare. >>
<< Scusa...mi caccio sempre nei guai >> tossicchiò sentendosi colpevole.
<< Non dirlo neanche per scherzo, ma sappi che non ti avrei mai perdonato se fossi morto >> Stede rise ma era ancora troppo debole, aveva bisogno di riprendere le forze e le energie, Edward andò a dare la notizia agli altri che non aspettarono nemmeno un secondo ad andare dal loro capitano a salutarlo, il dottore lo visitò e gli diede alcune cose naturali da prendere che lo avrebbero aiutato a rimettersi in forze e piano piano Stede nei giorni che passarono stava sempre meglio riuscendo persino ad alzarsi e fare qualche passo.
<< Stede non sai quanto sono felice tu sia vivo, non solo perché sei vivo ma anche perché Edward era diventato intollerabile, abbiamo rischiato di impazzire per la tensione >> gli disse una sera Lucius.
<< Davvero? >>
<< Sì...pensa che ha minacciato quelli che ti hanno avvelenato dicendo che li avrebbe appesi per le palle se fossi morto. >>
Stede fece una smorfia.
<< Ough... >> fece l'errore di figurarsi la scena e per poco non si risentì male.
<< E con voi com'era? >>
<< Io mi sono beccato un pugno, ma era a pezzi Stede aveva paura di perderti e credimi non ho mai visto un uomo più spaventato di lui, credo ci vedesse tutti come delle potenziali minacce, non mangiava né dormiva, ho dovuto costringerlo e non so nemmeno come ho fatto. Però non dire che te l'ho detto, ho pensato che ti facesse piacere saperlo. >>
<< Grazie Lucius e tranquillo rimarrà tra noi. >>
Stede si ritirò in camera dove c'era Edward steso sul letto.
<< C'è posto anche per me? >>
<< Ovvio che sì >> rispose Edward sorridendo e gli fece posto, Stede si accoccolò sul suo petto.
<< Questo viaggio in Cina sembra ricco di avventure, credi che ci arriveremo mai vivi? >> domandò con l'intento di smorzare la tensione.
<< Non scherzare Stede, non dopo quello che ti è successo. >>
<< Ed... >> iniziò accarezzandogli la pelle scoperta << siamo pirati su una nave pirata, potrebbe succederci qualsiasi cosa. >>
<< Allora voglio fare come hai detto tu, trovare una casa e rintanarci lì dentro. >>
Stede ridacchiò.
<< Ti annoieresti a morte. >>
<< Avrei avuto paura anche io Edward, ma rintanarci in un buco non servirà ad evitare le cose >> disse parlandogli dolcemente.
<< Tu dici? >>
<< Sì, per questo vorrei ci dimenticassimo di questa vicenda e pensassimo solo a quello che ci attende. >>
<< Mmm...penso si possa fare >> rispose Edward stringendolo tra le braccia.
<< Credo di dover parlare con la ciurma, non sono stato molto docile quando stavi male. >>
<< Sai penso che ti capiranno >> sorrise Stede e sbadigliò accoccolandosi di più a lui, Edward lo strinse accarezzandogli i morbi capelli biondi, era bello averlo tra le braccia, poter sentire il calore del suo corpo, il cuore che batteva e il respiro che si scontrava con la sua pelle, dopo giorni in cui era sempre stato freddo e immobile sentire la vita pulsare attraverso di lui era una delle più belle sensazioni che avesse mai provato e chissà quante volte l'aveva data per scontata, si promise di non farlo mai più e quando sentì il respiro di Stede rallentare capì che si era addormentato e anche lui dopo un lungo sbadiglio cadde nel sonno, il primo sonno tranquillo dopo più di una settimana di ansia e paura, si addormentò cullato dal dolce profumo del suo fidanzato e quella notte era sicuro che i suoi sogni sarebbero stati bellissimi.
La mattina ancora nel pieno del dormi veglia Edward mormorò.
<< Stede? >>
<< Mmm >> rispose l'altro senza riuscire ad aprire gli occhi.
<< Sai che in Cina ci sono albe bellissime, e anche vestiti e statue...- >>
Stede aprì un occhio per sbirciare vedendo che aveva gli occhi chiusi pensò stesse parlando nel sonno.
<< Tesoro stai sognando >> disse stringendogli piano un braccio.
<< Non sto sognando...ci sono davvero >> borbottò mettendosi a pancia in su, Stede si alzò con il busto e tornò ad accoccolarsi a lui chiudendo gli occhi.
<< Vorrà dire che le vedremo >> disse Stede a bassa voce prima di riaddormentarsi.
In tarda mattinata Edward si svegliò stiracchiando le braccia, aveva un sorriso sulle labbra e si sentiva davvero bene, si stropicciò gli occhi cercando Stede con lo sguardo ma non c'era, sentì un rumore provenire dal bagno e capì che doveva essere lì, decise di alzarsi per controllare almeno che andasse tutto bene, certo avevano detto che si sarebbero lasciati quella faccenda alle spalle ma questo non significava che non avrebbe più dovuto preoccuparsi per lui, così si diresse vicino alla porta e bussò.
<< Stede? >>
Nessuna risposta, questo lo fece accigliare.
<< Tutto bene lì dentro? >>
<< Edward... >>
<< Ah meno male...mi hai fatto prendere un colpo >> disse ma poi si rese conto che quella voce non proveniva dal bagno ma da dietro di lui, si voltò e vide Izzy che stava sulla porta, il panico lo assalì immediatamente che cosa ci faceva lì Izzy?
<< Tu? Che cosa ci fai qui? Dov'è...Stede? >> la sua voce era colma di terrore, con alcune spallate sfondò la porta ma in bagno non c'era nessuno, nel frattempo Izzy si era avvicinato.
<< Capo che ti succede? >>
Edward si girò afferrandolo per la giacca e lo scosse.
<< Dove cazzo è Stede, che cosa gli hai fatto!? >>
Izzy non capiva.
<< Stede? Ed...cerca di calmarti. >>
<< Io non mi calmo CAZZO! >> urlò uscendo dal bagno e vide con orrore che la camera non era come la ricordava, il fiato iniziò a mancargli e la testa gli girava, c'era una camera vuota sporcata solo dalle bottiglie di liquore e stracci buttati ovunque, sulla scrivania c'era solo la sua pipa e della cenere che doveva essere caduta e alcuni fogli.
<< No... >>
<< No non può essere...ti prego no >> supplicò a bassa voce sentendo la gola andargli in fiamme e le lacrime salire, corse al muro ma al posto del ritratto che gli aveva fatto Lucius c'era la pagina strappata del libro raffigurante Barbanera, anche la clessidra e la scultura di legno erano sparite.
<< Dove...dove sono le mie cose, dov'è Stede? >>
Izzy entrò in camera pensando che il suo capo fosse ubriaco già di prima mattina, sospirò pensando che anche quel giorno avrebbero dovuto attendere per ricevere degli ordini.
<< Edward Stede non c'è, hai bevuto di nuovo...- >>
<< No...lui era qui, avevamo...dovevamo andare in Cina, lui e gli altri dove sono? >>
<< Non ci sono, li abbiamo abbandonati sull'isola... >>
Edward corse dalla sua parte spintonandolo, aprì l'armadio segreto di Stede e vide che c'erano pochi vestiti, gli unici che lui stesso aveva deciso di conservare, corse alla libreria ma era vuota e così un urlo disumano gli risalì dalle viscere.
<< AHHHHH IZZY CHE CAZZO E' SUCCESSO QUI!? >> lo prese di nuovo per la camicia sbattendolo contro la porta, credeva fosse stato lui ad uccidere tutti.
<< Che ne hai fatto di loro bastardo!? >> piangeva mentre sentiva il petto fargli immensamente male.
<< Edward...io non so di cosa parli ma è evidente che non sei in te. >>
<< VAFFANCULO! C'erano tutti e c'era Stede, io lo so che c'era non sono pazzo! >>
<< Allora avrai sognato cazzo riprenditi! >> urlò Izzy stanco di quella situazione e delle urla senza senso del suo capitano.
<< Cerca di ricordare, sei tornato senza di lui poi abbiamo abbandonato la sua cazzo di ciurma tenendone solo due di loro, tu sei tornato ad essere Barbanera e mi hai fatto questo >> disse mostrando il piede mutilato, Edward indietreggiò andando ad inciampare su quel mare di bottiglie, si sfregò gli occhi e vide che la mano era sporca di nero, corse in bagno per guardarsi allo specchio e con orrore scoprì di avere ancora quelle tracce di grasso che aveva iniziato a mettersi in faccia, solo che erano sbiadite ormai.
Gli venne da vomitare, crollò a terra tenendosi lo stomaco che aveva cominciato a fargli male, era tutto un sogno, lui, Stede, la Cina, il compleanno e quelle cose che si erano detti, gli abbracci e il dolce profumo della pelle di Stede erano tutti una menzogna partorita dalla sua mente martoriata dall'alcol, come aveva potuto la sua stessa testa fargli uno scherzo così orribile come?
Urlò di nuovo tirandosi i capelli e tutto il malessere di essere solo e non amato li ripiombò addosso, a quel punto Izzy lo raggiunse ma lui lo scansò prendendosela con i pochi mobili rimasti, buttò giù scaffali, ruppe la sedia urlando e sbraitando, il resto della ciurma sentendo quelle urla capì che era meglio non farsi trovare da Barbanera quella mattina
<< No... >> cadde carponi iniziando a piangere disperatamente, i capelli gli ricaddero lungo il viso, sbatté un pugno forte per terra stringendo i denti, sperava fosse un incubo e che Stede lo svegliasse dolcemente consolandolo come aveva fatto la prima volta, peccato che quella volta era un sogno e questa era la realtà, avrebbe voluto ci fosse almeno Lucius con lui almeno avrebbe potuto confidarsi, strisciò fino a raggiungere la sponda del letto e si rannicchiò lì abbracciandosi le ginocchia.
<< Vattene Izzy >> disse vedendolo avvicinarsi.
<< Io credo...- >>
<< VATTENE CAZZO! >>
Izzy sospirò sconfitto e uscì chiudendo la porta, praticamente ogni giorno Barbanera si ubriacava fino a stare male ma questa volta era peggio delle altre, non capiva che cosa fosse stato esattamente a causargli quell'ira ma una cosa era certa quel giorno era meglio stargli lontano e lasciarlo sfogare da solo, altrimenti non avrebbe rischiato solo una mutilazione ma di essere buttato direttamente in mare.
Pianse, pianse fino a svuotarsi gli occhi guardando fisso il punto dove ricordava aver messo la clessidra nel sogno, stringeva gli occhi che erano rossi e gli bruciavano convinto e speranzoso che potesse riapparire e che tutto quello che aveva potesse tornare e invece intorno a lui solo il buio, lo sporco e il disordine e nel suo cuore una voragine dolorosa che non smetteva di sanguinare.
La sera era distrutto, fissava il vuoto con la faccia sporca e rigata dalle lacrime che si erano seccate sul volto, la porta si aprì ed entrò Frenchie con titubanza.
<< Izzy ha detto che volevi vedermi. >>
<< Siediti qui >> disse Edward battendo la mano sul pavimento vicino a lui, Frenchie si guardò intorno, titubò qualche istante perché non sapeva che intenzioni avesse Barbanera e non voleva rischiare di diventare una sua vittima ma poi pensò che farlo attendere lo avrebbe innervosito di più così si avvicinò e si sedette come gli aveva detto.
<< Mi dispiace di aver abbandonato i tuoi amici e per aver ucciso Lucius >> la sua voce sembrava quella di un fantasma, faceva paura talmente era bassa e roca, Frenchie avrebbe voluto rispondere che era un po' tardi per le scuse ma considerò che fosse più saggio non dirlo.
<< D'accordo >> disse solo non sapendo quale fosse la frase giusta.
<< Non ti dispiace per loro? >> domandò Edward sempre guardando il vuoto.
<< Sì, ovvio che mi dispiace. >>
<< Ti mancano? >>
Frenchie ne aveva già abbastanza di quella conversazione, una risposta sbagliata e poteva rischiare la vita e poi non si era mai aperto con nessuno, non voleva iniziare proprio con chi aveva abbandonato i suoi amici e lo teneva prigioniero.
<< Credo di sì... >> rispose.
<< D'accordo ragazzo puoi andare >> disse solo sospirando ma anche quel semplice gesto gli provocò una fitta al petto, Frenchie si alzò lentamente << grazie signore, Barbanera...signore >> scosse la testa e filò via confuso e scosso da ciò che aveva visto.
Edward quel giorno decise che non voleva più sognare se i sogni gli davano qualcosa che la mattina dopo non poteva più avere, si addormentò sfinito crollando sul pavimento tenendo tra le braccia la vestaglia rossa di Stede, si immaginò di sentirne il profumo anche se di quello di Stede ne era rimasto ben poco, si addormentò desiderando di morire o di svegliarsi altrove dove tutto quel dolore non poteva più toccarlo, si addormentò pensando al suo sogno al se stesso sorridente e a Stede che lo guardava con amore, era l'unica cosa che poteva fare, immaginare e immaginare ancora perché la realtà era diversa, la sua realtà non era piena di colori e profumi ma era nera e vuota così come il suo cuore e la sua stanza.


Fine




   
 
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