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Autore: N a d a    28/07/2022    2 recensioni
L’ultimo rintocco di quelle campane che non hanno smesso di assillarti, di risuonare lugubri nella tua testa, accompagna il tuo ultimo pensiero e il tuo più grande rammarico:
“Avrei potuto salvare la sua vita?”
È un interrogativo a cui non sai, non potrai dare una risposta; rimane lì, le palpebre ormai calate sulle pupille spente, come un sipario calato sulla scena.
“Addio, Light.”
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Where did I go wrong?

 

 

 

Where did I go wrong? I lost a friend
Somewhere alone in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life?

(The Fray ~ How to say a life)

 

 

 

 

 

 

 

 

   Una lacrima ti bagna l'occhio sinistro, scende lentamente bagnandoti la guancia diafana – il suo colorito fa accapponare la pelle: se possibile, ora sembra ancora più innaturalmente pallida e fredda. Lo percepisci anche tu, in quella piccolissima frazione di secondo che ancora il tuo cuore ti concede prima di collassare, di smettere di battere. Un ronzio ti risuona nelle orecchie mentre la testa pulsa per la consapevolezza di quello che accade. Perché lo sai, lo hai percepito da quello spasimo che ha avuto il tuo cuore che inizia a smettere di battere.

 

  Lo sai, L, che le persone piangono dall’occhio sinistro quando sono tristi, infelici, sofferenti, addolorate? E tu lo sai, lo senti quel dolore nei pochi secondi che ti restano da vivere. È un’agonia e stringe il tuo cuore pronto al collasso; sai che quel dolore è più forte dell’arresto cardiaco che sta stroncando la tua vita. Ma il peggio è che tu sai anche perché sei addolorato, sai cosa sta elaborando il tuo cervello, più veloce delle palpebre che stanno per chiudere per sempre i tuoi grandi e profondi occhi d’ossidiana: non sei riuscito a salvarlo.

 Tu sapevi, lo sentivi nelle ossa, nell’anima, che lui era Kira. Non hai mai creduto al suo repentino cambiamento, quando lui ti urlava dal fondo della sua cella di non essere il famigerato pluriomicida; tu sapevi che lui è Kira.

“E hai vinto la partita.”

Ti ritrovi a pensare mentre l’ultimo guizzo di luce scivola via dai tuoi occhi sempre più spenti. Quel dolore è ancora lí, in quel cuore che sta cedendo: il tuo più grande rammarico è di non essere stato in grado di aiutarlo, salvarlo dalla malvagità in cui era sprofondato. Ci hai provato con tutte le tue forze; ci hai provato disperatamente a porgergli la mano per tirarlo fuori da quell’abisso profondo e nero che  lo trascinava giù ogni volta un po’ di più. Hai provato a tenerlo vicino a te per non doverlo cedere a quella malvagità;! quelle manette erano il tuo strumento per tenerlo con te, vicino a te. Tu non volevi più solo catturare Kira, tu volevi salvare Light Yagami, volevi salvarlo da sé stesso! Ma è stato inutile, non ci sei riuscito ed ora le tue iridi mettono a fuoco l’immagine dai contorni di un ghignante Light Yagami. Il suo è un ghigno di scherno, di vittoria e ti fa male, più di quanto possa fare male un coltello nel cuore. Ma aspetta, è questo che senti mentre le palpebre continuano a calare lentamente su quegli occhi spalancati in una maschera di muto sbigottimento e terrore: tu ti senti pugnalato! Lui ti ha pugnalato alle spalle, più e più volte! Si è beato bevendo il tuo sangue a grandi sorsi, come se fosse nettare! Lo hai fregiato del titolo di tuo “primo amico” e lui ha mentito ricambiando quelle parole; ora ti ha ripagato con quella pugnalata da cui continua a stillare sangue.

Le palpebre si chiudono, la luce nelle tue pupille si spegne mentre il cuore smette di battere – ma non di fare male.

“Dove ho sbagliato? Non l’ho salvato… ho perso un amico…”

  L’ultimo rintocco di quelle campane che non hanno smesso di assillarti, di risuonare lugubri nella tua testa, accompagna il tuo ultimo pensiero e il tuo più grande rammarico:

“Avrei potuto salvare la sua vita?”

È un interrogativo a cui non sai, non potrai dare una risposta; rimane lì, le palpebre ormai calate sulle pupille spente, come un sipario calato sulla scena.

“Addio, Light.”

 

 

 

 

 

 

 

Angolo considerazioni

 

Ed eccoci alla fine di questa storia, che, lo ammetto, volevo scrivere da tantissimo tempo, ma che per mancanza di occasioni non ho mai fatto.

Ho sempre trovato azzeccata a quest’opera la canzone a cui ho fatto ricorso e che ho citato all’inizio, le cui frasi tradotte ho riportato nei pensieri di L.

Per me L, considerando Light il suo primo amico  (e anche qualcosa di più, ammettiamolo), ha provato a farlo redimere cercando di tenerlo accanto a sé quando lo ha ammanettato, ma ovviamente ha fallito, come dimostra l’opera. Per questo ho provato ad esplicitare quelli che, secondo me, sono i suoi pensieri nell’istante in cui il suo cuore inizia a cedere. Sono stata masochista, lo so, ma per me è una scena così poetica e volevo rendere omaggio ad essa ed a L.

Spero sia stata di vostro gradimento!

Un ringraziamento speciale a Scintilla19 per aver recensito la mia precedente fiction!

Alla prossima,

N a d a

 

 

 

   
 
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