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Autore: Penty11    29/07/2022    0 recensioni
Francesca è una ragazza universitaria fuori sede che vive un piccolo appartamentino a Milano. È solare e allegra. Tutti i giorni assiste alle lezioni con i suoi colleghi e amici con i quali si ferma in sede per portare avanti progetti di studio, alternando anche scherzi, risate e tante chiacchiere.
Di sera, quando finisce di mettere i piatti in lavastoviglie i piatti, indossa gli auricolari e il mondo cessa di esistere. Si lascia trasportare e guidare dalle note delle canzoni nella sua playlist: rigorosamente K-pop. In quei momenti, ogni movimento, ogni respiro e battito hanno un loro preciso scopo e funzione che le permettono di ritrovare se stessa. Tutto ritorna al suo posto. Tutto sembra così semplice per qualche attimo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta entrata in casa e chiusasi la porta alle spalle, vi si appoggiò pesantemente, lasciando che la forza di gravità facesse il resto. Chiuse per un momento gli occhi e trasse un lungo e sofferto sospiro. Distrutta dal caldo e dalla pesante giornata di studio, si prese qualche attimo per sé, prima di proseguire. Si mise ai fornelli. Quella sera aveva deciso che avrebbe preparato qualcosa di fresco e leggero: una bella e ricca insalata con pomodori, mozzarella, carciofi sott’olio, olive verdi, capperi e naturalmente l’insalata iceberg e un po’ di rucola alla base. Non aveva voglia di strafare e le temperature alte non aiutavano per niente a farla sentire meglio. Assaporò e gustò la sua cena e rigovernò la cucina un po’ più allegra e carica di prima. Mentre metteva i piatti in lavastoviglie le venne voglia di ascoltare un po’ di musica. I suoi gusti in quel campo erano sempre stati un po’ old style, per così dire. Infatti, quando era piccola, sua madre le faceva ascoltare The Police, The Queen, Stevie Wonder, David Bowie e tanti altri che l’avevano particolarmente segnata da quel punto di vista. E mentre i suoi coetanei andavano alla scoperta del Rap e del Pop, lei spaziava anche su R&B, Jazz, Blues e perché no, anche sulla musica Classica. Con il tempo si era stufata delle solite melodie, particolarmente trite e ritrite, quindi, un giorno stanca di ascoltare sempre la solita musica, qualcosa cambiò. Una sua collega di nome Vittoria arrivata nella loro sede una mattina, li aveva raggiunti subito nei chiostri dell’università, mentre aspettavano di entrare in aula. Era particolarmente allegra e di buon umore e Francesca si chiese come fosse possibile data la pesantezza dei corsi di quella mattina. Allora glielo domandò direttamente, ricevendo come risposta una cuffietta per ascoltare il motivo di tanta allegria e carica. E fu così che era stata iniziata al mondo del K-pop. Così, recuperò le cuffiette e la sua adorata fascia da braccio che usava per andare spesso a correre. Ci inserì il cellulare e legò tutto al braccio. Premette play e continuò a mettere a posto i piatti e gli utensili che aveva usato per preparare la cena. Intanto, si era alzato un gradevole venticello che aveva reso l’aria più respirabile e meno afosa. Francesca aveva deciso che quella sera sarebbe stata all’insegna dello svago e del relax. Visto il periodo, la sera era quasi d’obbligo staccare la spina per non sovraccaricare troppo il proprio sistema operativo. Dunque, dopo aver messo a posto in cucina, si spostò in salotto e con uno swing aprì le finestre per far passare un po’ d’aria. Sentì un brivido percorrerle la spina dorsale riconducibile al cambio di andatara che intanto era avvenuto nella sua playlist. Era passata da un motivetto abbastanza ritmato a uno un po’ più lento e sensuale. Si muoveva sinuosa per la stanza lasciandosi guidare dalla melodia e dalle emozioni che le trasmettevano quelle parole così dolci, ma allo stesso tempo decise che sentiva attraverso gli auricolari. C’era poco da fare, Vittoria aveva rivoluzionato completamente il suo modo di sentire e percepire il mondo solo attraverso la musica e di questo le sarebbe stata per sempre grata. E nel momento in cui le si affacciò alla mente quel pensiero sorrise leggermente, fermandosi qualche secondo, in attesa dell’inizio della canzone successiva. A volte, quelle canzoni, i racconti che vi si celavano dietro e le storie di chi le scriveva, le davano da pensare. Rifletteva spesso sulla forza e il coraggio loro e dei propri cari nel lasciarli andare, nell’aiutarli a realizzare i propri sogni e le loro speranze. Era una scommessa, un patto con il Diavolo che avevano firmato con tutte le conseguenze annesse e connesse. La fatica, le difficoltà, gli ostacoli che sembravano insormontabili e le critiche mosse dai loro stessi sostenitori a proposito del loro aspetto o del contenuto delle loro canzoni. Per un attimo guardò in basso, cercando la punta dei suoi piedi. Tutti avevano qualcosa che non sopportavano di sé: poteva essere un difetto fisico o caratteriale, un tratto della propria personalità o una modalità che usavano per approcciarsi agli altri o nei confronti di se stessi. Quella ragazza non sopportava il suo fisico a mela. Non si sentiva a proprio agio al suo interno. Si metteva spesso a confronto con le sue colleghe che sembravano essere molto più magre e in forma di lei nonostante non andassero in palestra o non praticassero attività fisica. A differenza loro, lei cercava di andare a correre quando poteva o fare comunque esercizio fisico in casa, ma questo non bastava a renderla tranquilla e in pace con il suo corpo, poiché ogni mese si gonfiava per il ciclo sentendosi in difetto per non aver fatto abbastanza e ripromettendosi che avrebbe fatto di più. Sospirò a quei pensieri cupi che le pesavano soprattutto nel periodo estivo quando si faceva il cambio stagionale e si rivoluzionava il proprio vestiario per l’arrivo del caldo. A tirarla su da quello stato di malinconia fu la riproduzione della sua canzone preferita. Appena il ritmo si fece più intenso, la ragazza si aprì in un enorme sorriso luminoso e cominciò a saltare per la stanza, scatenandosi come non aveva mai fatto. Era l’effetto che le faceva “My Pace” degli Stray Kids. Non si sarebbe mai stancata di ascoltarla, era perfetta per i momenti di incertezza e tristezza. Metteva un’allegria sconfinata e una carica esplosiva a cui non poteva e non sapeva resistere. Le voci di quei 9 ragazzi, l’avevano stregata e l’avevano aiutata in più di un’occasione a fronteggiare momenti particolarmente complessi della sua vita e carriera universitaria. Conclusasi la riproduzione di quella canzone si sentiva meglio, più leggera, più consapevole che quei momenti tristi e malinconici sarebbero comunque tornati a farle visita, ma che in ogni caso lei sapeva come fronteggiarli e lenirne la portata. Sorrise a quel pensiero. Tutto ciò la rendeva particolarmente fiduciosa e speranzosa in un periodo migliore. Aveva l’impressione che tutto si sarebbe risolto, che ogni tassello del puzzle con calma e pazienza avrebbe trovato il suo posto nel mondo. Ciò la rendeva particolarmente felice. Quel tipo di felicità che arrivava all’improvviso senza neanche accorgersene. Bastava poco per scaricare tutta la tensione ed essere di nuovo sui binari giusti per ripartire al doppio della velocità. La castana ballo per tutta la sera, finché non si sentì abbastanza stanca da andare a fare una doccia e andare a dormire. Il giorno dopo sarebbe stata una giornata parecchio stancante e voleva essere pronta ad affrontarla nel migliore dei modi. ______ Ciao a tutti! Mi dispiace non aver potuto aggiornare prima, ma non ho avuto problemi con la connessione internet. Spero comunque che possiate apprezzare questo secondo capitolo :) Grazie e alla prossima! ;)
   
 
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