Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Jean Valjean    01/08/2022    1 recensioni
Ho incontrato Ciro il 20 settembre 2019, in un paesino di cui poi racconterò e quel giorno in quel paesino le nostre vite sono cambiate.
AVVISO AI LETTORI:
Questa è una storia in parte rivisitata in parte vera. Una storia terribile e bellissima, forse perchè l'ho vissuta sulla mia pelle. Ho deciso di pubblicarla in parte a scopo educativo, perchè non accada ad altri e perché altri non si spaventino nel seguire la scelta che io ho fatto, di cui leggerete. Basta! Non rivelo altro. Leggete e ditemi se vi appassionao le avventure di Ciro!
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi stendo al sole per scaldarmi le ossa, con scarsi risultati in quanto il terreno è ancora umido dalla nottata passata. Nelle ultime due settimane è arrivata la poggia e non so come comunicare al mio umano che la casetta è rotta. Mi sono fatto trovare completamente bagnato, una mattina, e lui mi ha semplicemente parlato, senza poi intervenire nell'aiutarmi.

- Ti sei divertito ad entrare in una pozza, Chicco?

Aveva detto, per poi ridacchiare e andarsene.

Però ieri mi è successa una cosa interessante. La mia recinzione confina con il territorio di un'altra umana e per la prima volta, mentre tagliava delle piante, si è accorta di me. E' rimasta circa mezz'ora ad accarezzarmi e a farmi i complimenti, poi se ne è andata. E' tornata poco dopo con dei biscotti e dopo averli mangiati mi sono steso sulla schiena e le o aperto le gambe. L'ho resa felice e questo mi ha reso felice. E' rimasta ancora un po' con me e poi mi ha salutato dicendomi:

- Ciao bello! Ti prometto che ci vediamo domani!

“Domani” non so cosa vuol dire, ma l'ha detto in un modo che mi piace.

Alzo la testa, mi si è congelato l'orecchio a contatto col terreno, guardo la recinzione nel punto in cui era apparsa l'umana del territorio affianco. Vorrei rivederla, magari essere accarezzato ancora un po' e non guasterebbe un altro biscotto.

Attendo fin quasi al tramonto e la mia speranza non risulta mal riposta. Mi chiama ancor prima di arrivare alla rete:

- Hey bello! Ciao bello!!

Corro subito da lei e le lecco la mano. Sono così felice di avere una distrazione e una coccola che la mia coda sembra impazzita, mi batte perfino forte il cuore. Alla parola “biscotto” quasi ho un infarto. Mi da due o tre biscotti e poi si dedica ad accarezzarmi.

- Sai, mi sono messa d'accordo col salumiere. Domani mi tiene da parte l'osso di un prosciutto, così avrai qualcosa a cui dedicarti per un paio di giorni…

Mi fa l'occhiolino e mi batte dolcemente sulla schiena. Dopo qualche altro biscotto e altrettante coccole si alza.

- A domani bello!

Avevo intuito bene: “domani” è proprio una bella parola.

***

L'umana del territorio affianco viene a trovarmi tutti i giorni, mi fa giocare, mi coccola e mi da qualcosa da mangiare. Mi piace tantissimo. Quando sento dal suo odore che è in giardino subito mi sveglio e mi metto in attesa della sua comparsa. Non mi delude mai.

Oggi però piove forte e non penso verrà. Il mio umano non ha alcuna intenzione di riparare la casetta e così sto aspettando che la pioggia cessi per poter uscire ad asciugarmi al sole. Il freddo penetra nelle ossa quando si è bagnati e mi sembra di essere duro come un sasso nella mia posizione rannicchiata. In più la corda che ho perennemente legata al collo gratta contro il pelo strappandolo e logorandolo. La corda ruvida a contatto con la pelle esposta e bagnata mi brucia, la sento gonfia e irritata.

Devo attendere tutta la mattina per poter uscire dalla mia casetta malconcia. Ha smesso di piovere ma il sole non illumina abbastanza per potersi scaldare. Rimango comunque all'aria aperta nel tentativo di asciugarmi. Dopo qualche tempo lei arriva, mi saluta, mi guarda e poi si acciglia. Qualcosa non va.

- Ma bello, ti hanno lasciato fuori sotto la pioggia? Povero, sei completamente bagnato!

Mi tocca attraverso la rete.

- Ma sei congelato!!

La vedo alzarsi e guardare verso la casa dei miei umani. Con una mano si tocca i capelli, poi si appoggia ai propri fianchi, poi si copre la bocca e fa avanti e indietro. Sembra indecisa. Poi sospira, mi guarda e dice seria:

- Adesso ci penso io a te.

Torna verso casa propria. Dopo qualche minuto eccola che riappare. Ha con se un secchio fumante e altri oggetti, si guarda attorno e poi scavalca la rete. Corro subito da lei, che mi accarezza frettolosamente e poi mi solleva, facendomi passare nel suo territorio. Vado subito ad annusare la siepe e a marcarla, lei torna da me e mi fa avvicinare al secchio fumante di fronte a me. E' pieno d'acqua e negli ultimi giorno ho imparato che l'acqua non mi piace affatto. Faccio per allontanarmi, ma lei mi tiene e mi rovescia un po' di acqua addosso lentamente. E' calda ed è una sensazione meravigliosa. Mi sento immediatamente meglio e, per quanto irritato dell'essere nuovamente zuppo, mi godo il calore dell'acqua che mi scivola addosso.

Una volta svuotata la bacinella mi asciuga con una grande panno e mi solleva tenendomi avvolto in esso. Si dirige verso la sua casa. Entriamo in una stanza e la padrona mi secca con l'attrezzo che usano gli umani per asciugarsi il pelo. Non mi piace, ma anche questo è caldo e sto fermo. Quando ha finito ho il pelo tutto arruffato e me lo lecco pian piano per lisciarlo.

L'umana se ne va nuovamente e mi lascia solo. Non so che fare, ci sono molti odori interessanti, ma non conosco il posto e non so se ci siano dei pericoli in giro. Fortunatamente torna dopo pochi secondi con un paio di coperte in mano. Esce e mi chiama con se, la seguo. L'aria fredda esterna mi fa rabbrividire, dopo che il mio corpo si era finalmente scaldato in un luogo chiuso.

L'umana mi rimette nel mio recinto e quasi mi dispiace, stavo così bene in casa con lei. Poi vedo che scavalca di nuovo ed entra con le braccia nella mia casetta.

- Maledizione, ma dormi dentro a una pozza!

La sento grugnire e cerca di stendermi le coperte all'interno in modo da tenermi il più all'asciutto possibile. Ci vado subito sopra, è un regalo bellissimo! L'umana mi saluta e, come sempre sento pronunciarle la parola “domani”.

***

Durante la notte ha piovuto di nuovo e poi tirato un vento freddo che mi ha completamente ghiacciato. All'inizio le coperte hanno aiutato, ma poi, inzuppandosi pian piano di acqua, hanno peggiorato la situazione.

Dopo qualche ora mi sento veramente male. Ho freddo, tremo, mi fanno male tutte le ossa e il mio cervello va a rilento, oscillando da uno stato di dormiveglia ad uno semi cosciente. Quando vedo la luce del sole spuntare al mattino lascio un respiro di sollievo. Cerco di alzarmi per andare subito ad asciugarmi al sole, ma non ci riesco. Mi gira la testa e ho le vertigini. Cerco di stendermi il più vicino possibile all'ingresso della casetta, in modo da raggiungere l'aria tiepida esterna.

Con il passare delle ore il mio malessere non migliora. Non voglio mangiare e, nonostante la sete, non riesco nemmeno a muovermi per bere. Aspetto che il mio umano arrivi per farmi vedere, sperando che mi aiuti, ma poi l'umana del territorio affianco spunta dalla siepe.

- Hey bello! Dove sei?

Sento che mi chiama, ma non riesco ad alzarmi. Muovo a malapena la coda, ma quel piccolo movimento a quanto pare basta per attirare l'attenzione dell'umana. Come il giorno prima si guarda attorno e poi scavalca la rete. Viene da me e mi tocca, mi guarda gli occhi, le orecchie e poi fa un lungo respiro.

- Va bene! - Dice alzandosi. - Torno presto, cerco aiuto.

Se ne va, lasciandomi nel mio stato confusionale. Fa tanto freddo.

Dopo qualche ora un umano sconosciuto appare vicino alla mia casetta. Lo sento parlare con l'umana del territorio affianco.

- Cosa sai di questo cane?

Dice l'umano mentre mi appoggia un attrezzo sul petto.

- Niente. Solo che se ne disinteressano. Sembra mansueto, è affettuoso, addirittura obbediente, non so perché l'hanno relegato qui.

Risponde la femmina, non so cosa stia dicendo, ma sembra agitata. L'altro annuisce e mi infila qualcosa in un luogo in cui non dovrebbe essere infilato mai niente. Cerco di scappare, ma nella mia situazione gli basta una mano per tenermi fermo.

- Ha la febbre e le ghiandole ingrossate. Ha bisogno di antibiotici e di stare all'asciutto, al momento è anche un po' disidratato. Dovresti avvisare i suoi padroni, io non dovrei nemmeno essere qui.

Dal tono sembra vagamente preoccupato anche lui, chissà che cosa sta dicendo…

- Si… Adesso prendiamolo in casa, nel mentre penserò a cosa dire ai suoi padroni.

Venni sollevato e trasportato fino ad un luogo caldo, non riuscii ad aprire gli occhi per vedere, ma ormai avevo sentito quell'odore, ero nella casa dell'umana.

Mi curò fino al giorno dopo, mi sentivo già meglio. Quando il campanello suonò e sentii la voce del mio umano. Ero contento di rivederlo, ma non ero ancora abbastanza in forze per correre da lui. In ogni caso non servì perché fu l'umana del territorio affianco a portarlo da me, mentre gli parlava:

- Si, il vostro cane è a casa mia. L'ho trovato in giardino e stava molto male, non so come abbia scavalcato la rete. In ogni caso ho chiamato il veterinario e ho iniziato una cura per guarirlo.

Il mio umano era visibilmente sorpreso a causa delle parole dell'altra.

- Ah… Mi dispiace averle creato tanti problemi. Farò in modo che Chicco non possa più disturbarla.

- No anzi, amo i cani e il vostro è adorabile. Sono sicura che stesse solamente cercando aiuto, Giustamente.

Li osservavo parlare e notai immediatamente che l'ultima parola pronunciata dall'umana aveva turbato il mio umano. Lei non lo lasciò ribattere e continuò:

- In ogni caso il veterinario mi ha dato questi antibiotici, questi integratori e questa crema da applicare sulle abrasioni attorno al collo. Tenga, questo è il suo biglietto da visita, lo chiami tra una settimana e prenda appuntamento per un controllo.

La donna mentre pronunciava tutti questi suoni mi prese tra le sue braccia e mi lasciò in quelle del mio umano, poi afferrò un sacchetto e vi mise dentro un pezzo di carta e si avviò verso la porta per permetterci di uscire. Il mio umano, spiazzato dal comportamento dell'altra rimase in silenzio. Poi sulla soglia cercò nuovamente il dialogo per ringraziarla.

- Io devo risarcirla delle spese per le medicine e per le cure! - Disse. - Non pensavo di averle arrecato così tanto disturbo!

- Gliel'ho detto… Io amo i cani. Nessun disturbo! - Rispose all'umano, lasciò passare qualche secondo prima di continuare. - E… Signore… Sistemando la mia siepe ho notato le condizioni in cui versa il cane. Se non inizierà a tenerlo in maniera più umana io la denuncerò.

Quella frase cambiò qualcosa tra i due umani. Percepii immediatamente la rabbia nel mio umano ed ebbi paura. Cosa avevo mai fatto? Stavolta io non centravo niente! Era stata l'umana a prendermi senza che potessi oppormi!

- C-certo. - Rispose il mio umano tenendo i denti più stretti del solito. - Pensavamo che gli piacesse stare in giardino, ma è evidente che è meglio tenerlo in casa.

L'umana annuì.

- E… - Il mio umano si stava dirigendo verso l'auto, ma, tenendomi ancora in braccio, al richiamo dell'umana si fermò. - …il veterinario è mio amico, se non lo cura lo scoprirò.

Il mio umano piegò il capo e grugnì, caricandomi in malo modo nel retro della macchina. Non sapevo cosa sarebbe successo arrivati a casa, ma, in base all'umore del mio padrone, niente di buono.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Jean Valjean