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Autore: NadiReal    01/08/2022    1 recensioni
In alcune di queste righe sono persa, in esse ci sono frammenti del mio io, superata la paura del giudizio altrui ho deciso di iniziare a pubblicare la storia de “Il Diamante nero”
Ringrazio Lover of Word per i consigli e la collaborazione.
#Dal testo
Corre senza freni, alla cieca, con solo la voglia di sparire!
"Non posso credere che sia successo, non può essere vero!" Pensa, mentre con le dita si asciuga le lacrime. Rallenta e si ferma, con il fiato corto e lo sguardo perso nel vuoto oltre la terrazza.
"Ditemi che è solo un brutto incubo! Ditemi che non c’è nulla di vero!" Urla nella sua testa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 Germano esce sbuffando dall’edificio che ospita l’azienda di famiglia. Dietro consiglio, o sarebbe meglio dire, imposizione del nonno, è andato in ufficio a ritirare alcuni documenti. Doveva essere una cosa di pochi minuti, ma zia Marta si è dilungata come suo solito, incurante dell’ora tarda.

Infila la pila di fogli sotto il braccio e cerca nelle tasche le chiavi della macchina, in testa un pensiero fisso: perché ho accettato? Come ho potuto farmi incastrare dal nonno? Non posso credere che questa sarà la mia vita d’ora in poi!

Già, perché è questo che la zia tanto operosa gli ha prospettato per le settimane a venire: sveglia presto, riunioni, valutazioni di incartamenti, decisioni improrogabili da prendere, appuntamenti con aziende collaboratrici e tant’altro, fino a sera tardi, tutti i giorni. Per lui, lui che dorme di giorno fino a pomeriggio inoltrato ed esce ogni sera per locali ed è disponibile a libere frequentazioni.

Il giovane torna a casa con tutte le buone intenzioni di eseguire le raccomandazioni dei parenti più anziani ma basta poco per fargli cambiare idea. Una doccia veloce, un cambio d’abito è di nuovo per strada diretto ad uno dei suoi locali preferiti, il lunch bar sulla spiaggia di proprietà del suo caro amico Lucio.​

Dopo una serata pesante, come quella appena trascorsa, me la merito proprio un’uscita!

Lucio e Germano si conoscono da anni, sono inseparabili, quasi dei fratelli tanta è la loro sintonia.

All'ingresso del locale c’è una fila interminabile di persone intenta a varcare la soglia, ma lui la supera ed il vigilante lo saluta e gli fa cenno di entrare. Mentre raggiunge il bancone per salutare il suo amico, le donne, al suo passaggio, restano abbagliate dal suo charme ma lui è stanco nervoso quella sera, prima di tutto ha bisogno di un drink per rilassarsi, poi, magari, avrà voglia di compagnia.

In genere si siede al bancone in attesa che qualche preda si faccia avanti ma, basta uno sguardo, e Lucio gli apre il privè, nel retro del locale e poco dopo lo raggiunge con due bicchieri ricolmi.

“Amico!” si stringono la mano in quel modo loro di salutarsi, poi fanno tintinnare i vetri e si accomodano sui divanetti.

Il retro del locale è una terrazza con prato inglese ben curato che arriva fino alla spiaggia privata, è un angolo di paradiso e questo rende il locale molto famoso ed è perlopiù frequentato da persone facoltose e di un certo livello.

La fila interminabile all’esterno ne è la prova, per potersi aggiudicare un tavolo bisogna prenotare con largo anticipo. Germano, oltre ad essere un assiduo frequentatore, aiuta l’amico nella gestione, soprattutto nelle serate con musica dal vivo e con ospiti speciali. Ma questa sera è andato per dare a Lucio una notizia poco piacevole.

"Ogni volta la stessa storia, capisco che sei arrivato perché tutte le donne guardano in un'unica direzione, ma come fai? Non che mi lamenti, eh! Anche io riscuoto un buon successo, come proprietario ne ho sempre attorno qualcuna, ma tu…”

Germano sorride e sorseggia il suo drink.

​ “Me lo chiedo da sempre cosa si prova ad avere tutte le donne ai tuoi piedi, desiderose di entrare nel tuo letto. Tutto senza il minimo sforzo!" Termina di dire Lucio, sorridendo all’amico.

"Lucio” sospira e fa un’espressione rassegnata “le ho tutte ma alla fine non ho nessuna, mi usano e basta." Risponde Germano facendo l'occhiolino al suo amico.

Brindano con il cocktail e Germano riferisce all’amico la serata appena trascorsa, la cena con il nonno e l’imposizione di prendere in mano le redini dell’azienda, con tutte le privazioni che ne conseguono. Sta finendo il suo discorso, quando scorge una donna con un abito parecchio succinto e tacchi a spillo, molto elegante e sensuale, che sembra intenzionata a raggiungerli. La donna si ferma accanto a loro, non degna Lucio nemmeno di uno sguardo, fissa Germano con i suoi occhi scuri, le ciglia folte e ammicca spudoratamente con le sue labbra piene e rosse.

Si avvicina a Germano e gli posa una mano sulla spalla, poi si china e dice sottovoce: “Ti va di fare quattro passi in spiaggia, a quest'ora si sta benissimo, staremo da soli."

Lucio guarda l’amico e accenna un sorriso, l’altro gli risponde con l’occhiolino, poi si alza, prende la ragazza per mano e si allontana con lei, seppure con ben poca voglia rispetto al solito.

​Dopo quasi mezz'ora ritorna al banco dall'amico: "Per favore, puoi farmi un caffè? Sono stanchissimo, quasi quasi vado a casa. Domani mi aspetta una lunga giornata in azienda."

"E la tipa? Non dirmi che avete già…”

"Certo caro, sono usa e getta, ma devo dire che non sono in forma stasera, ti dispiace se ti abbandono e vado via? Non vorrei dover rifiutare qualche incontro galante, ho bisogno di riposo, ho promesso a mio nonno di evitare le notti brave per qualche tempo."

"Germano, non farmi spaventare. Tu che rinunci a tutto questo?” Con le mani mostra lo spazio intorno e guarda l’amico incredulo.

“Solo per un po'. Devo dimostrare a mio nonno che ho preso sul serio l’impegno preso.”

“Ma… venerdì c’è quell’evento! Ci stiamo lavorando da tempo e tu devi essere presente: sei il mio braccio destro! Sarà una serata memorabile!”

Germano strabuzza gli occhi ricordando il tema della serata e con un largo sorriso rassicura l’amico, assicurando la sua presenza, poi si salutano e Germano torna nel suo appartamento.

Si sdraia sul letto e poco dopo cede alla stanchezza.

​"Ragazzi perché correte, dobbiamo passeggiare non correre! Ehi! Fermatevi! Sono stanco!"​

Cerca di correre in riva al mare ma sente le gambe pesanti, si ferma con affanno.

In lontananza vede la “grotta dei giochi”, sorride ma non riesce a raggiungerla, gira su sé stesso, tende la mano, come se potesse afferrarla, ma poi si sente cadere, un senso di vuoto lo prende e…

E si trova sul pavimento. Si guarda attorno, confuso e capisce che era solo un sogno. Anche se sembrava così reale!,​ pensa spostando il ciuffo che gli copre gli occhi.

Ancora scosso si dirige verso la doccia per scacciare quel senso di vuoto provato e per lavare via il sudore. Sotto il getto d’acqua ripensa alla grotta, appena rivista in sogno, e sorride. Ah! Che bei ricordi! E come non pensare a tutto quello che succedeva in quel luogo? La grotta è stata teatro di molti suoi momenti importanti, tralasciando i giochi da bambino, in adolescenza, là dentro, ha goduto di divertimenti di altro genere, tutt’altro che innocenti.

Mentre si veste guarda l’orologio e si rende conto di aver fatto tardi: ora non ha più tempo per fare colazione comodamente seduto al bar ma di doverla fare in ufficio, sperando di non doversi accontentare di quello che passano i distributori automatici. ​

Già nel parcheggio si sente gli occhi di tutti addosso, uomini o donne che siano. Con sicurezza attraversa l’atrio non degnando nessuno di uno sguardo, ma con un sorriso accattivante sulle labbra. In sottofondo sente il vociare delle donne presenti, sente i loro apprezzamenti, i sospiri, i desideri sussurrati per un solo momento con lui e se ne compiace, sospira e allarga il petto, appagato e prima di varcare la soglia del suo ufficio chiede platealmente “C'è un volontario che, per favore, potrebbe portarmi un caffè, un cappuccino e magari anche un cornetto?"​

Tutte si precipitano verso l'uscita per soddisfare la sua richiesta ma zia Marta interviene per mettere ordine: "Una sola persona può andare al bar, anzi me ne occuperò personalmente, tornate al vostro posto, non siete pagate per fare le gare di velocità, non verso il bar!”

Zia Marta segue Germano nel suo ufficio e rimproverandolo dice: "Ascoltami bene, questa è un'azienda seria, non disturbare i dipendenti con richieste assurde e smettila di fare impazzire il personale femminile, magari puoi entrare dal retro così eviti di fare lo show man."

"Zia Marta, buongiorno anche a te, ho solo chiesto la colazione, non ho avuto tempo di farla prima" dice ridendo.

La donna, che è una cugina di nonno Germano ed è l'unico membro della famiglia di​ cui il nonno si fida ciecamente, si piega sulla scrivania, prende un post it e gli scrive il numero di telefono del bar che è a pochi passi all'azienda.

“Sei grande abbastanza per ordinarti la colazione da solo. Mi raccomando, precisa che la consegna deve essere fatta da un uomo!"

"Va bene zia, ci proverò." Borbotta ridendo e guarda la donna di mezza età lasciare il suo ufficio a testa alta, impettita e seria, anche lei come il nonno, spera che un giorno Germano prenda in mano le redini dell’azienda e la conduca come o meglio del suo fondatore!

 

​​

*Anche questo revisionato
Spero vi piaccia la storia.
Farò una pausa nella pubblicazione ma nel frattempo "organizzerò l'incontro"

   
 
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