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Autore: Loki93    02/08/2022    0 recensioni
Lea ha un marito, un figlio e una vita che sente non essere sua. Ricordi dal passato stanno riaffiorando e stanno mettendo in discussione il suo presente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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<< Sì, Lea. Voglio te, ma non lo capisci? Da quando sei arrivata qui, è stato amore a prima vista. I tuoi occhi color del mare, i ricci indomabili, un po' come te, le camicie da uomo, perché non hai paura di essere quello che sei, la tua forza. Mi sento la tua principessa e tu il mio principe. Voglio te, non è evidente?>> Anna si sporge per baciarla ma all’improvviso tutto svanisce. 
Lea spalanca gli occhi, vede le mura della sua stanza, grigie come il suo umore dopo aver scoperto che era tutto un sogno, si alza amareggiata e si dirige in cucina dove vede suo marito Ale intento a preparare la colazione mentre il piccolo Nicolò è già seduto a tavola, si sente una stupida pensando di essere la donna più fortunata del mondo, ha un compagno che la ama e un figlio splendido che le somiglia in tutto eppure non si sente pienamente felice.  

 
I ricordi riaffiorano grazie a quel sogno, un sogno ricorrente a cui Lea non riesce a dare una spiegazione. Ricorda l’ultima volta che ha visto Anna, il giorno del suo matrimonio con Ale, 7 anni prima, proprio il giorno in cui, per la prima volta, si era sentita di vivere una vita che non era la propria, aveva la sensazione di vivere per gli altri.  

 
Lea va in bagno a lavarsi il viso sperando di riprendersi, torna in cucina, saluta Nicolò con un bacio sulla fronte e si siede a tavola gustandosi i pancake che Ale ha preparato, si sente ancora più stupida ed egoista per quei sogni. Finita la colazione si veste e prepara Nicolò per l’asilo, incredibile come ora fosse madre, l’aveva sempre desiderato eppure non si è mai sentita pienamente appagata. Il nome lo aveva scelto lei, aveva detto ad Ale che derivava da un nome greco il cui significato è vincitore del popolo perché voleva che suo figlio fosse determinato e realizzasse le sue ambizioni a differenza di lei che ha sempre vissuto per gli altri ma mai per sé stessa, si era lasciata sfuggire tutto ciò che aveva di bello per compiacere la sua famiglia, e quei sogni glielo ricordavano sempre di più. Se avessero avuto una femmina si sarebbe chiamata Nicole, Ale sapeva benissimo il reale motivo della scelta di quel nome ma non gli importava, non più, Lea è sua per sempre ora, è sempre stata l’amore della sua vita, lo aveva pensato sin dal primo incontro. Si sono conosciuti a casa di amici comuni, in occasione di una cena, da lì tutto è andato come ci si aspetta, secondo standard e convenzioni sociali, ricorda ancora il primo appuntamento, era andato a prenderla sotto casa, un mazzo di fiori in mano e un sorriso stampato in volto, Lea non è mai stata una da fiori. Dopo quell’appuntamento ne sono susseguiti altri, fino al fidanzamento, la convivenza ed infine il matrimonio.  
Ale è pronto per uscire di casa con Nicolò in braccio, Lea li saluta con un bacio dicendo a suo marito che lo avrebbe raggiunto al bar-gelateria per l’ora di pranzo, sì perché oltre ad avere un figlio hanno anche aperto un’attività insieme, una piccola gelateria in centro, proprio vicino all’asilo del loro bambino. Lea si stende sul divano e nota l’album di nozze nella libreria, decide di prenderlo e sfogliarlo, è passato molto tempo dall’ultima volta che lo ha guardato, pochi mesi dopo il matrimonio a casa di sua madre, insieme a Sara e Jenny. Ad un tratto in una foto vede Anna riflessa in una finestra, Lea non si era mai resa conto di come fosse presente in quasi tutte le foto, di come avesse un ruolo da protagonista in qualsiasi cosa lei facesse, persino il giorno del suo matrimonio. Osserva quelle foto quasi con adorazione, Anna era bellissima con quel vestito blu, le si vedevano bene le cosce e Lea non faceva altro che farglielo notare “Un po’ troppo scostumata per il mio matrimonio” era la frase ricorrente di quel giorno. Lea ricorda la gelosia provata nei confronti di Sara, era potuta stare accanto a Anna tutto il giorno, bevendo vino, ridendo e divertendosi. Avrebbe voluto essere al suo posto ma ogni volta si scrollava via quel pensiero, anche ora, pensando che invece tutte avrebbero voluto essere al posto suo, sposa, adorata e al centro dell’attenzione, a lei non è mai importato delle attenzioni, nemmeno quel giorno. 
Lea ha appena finito di pulire casa, è sotto la doccia e i ricordi non la abbandonano, ricorda la prima volta che ha visto Anna, un anno prima del matrimonio, ricorda come si è sentita subito connessa a lei, si sentiva completa, era la migliore amica che stava aspettando, o così pensava, la pensava spesso, soprattutto dopo quel viaggio di lavoro a Bologna. 

 
“Il letto è matrimoniale”  
“Acuta come sempre Anna” Lea la prese in giro bonariamente ma sentendo quelle parole non poté fare a meno di sentire un brivido percorrerle la schiena, Anna le dava sempre una strana sensazione e quella sensazione non fece altro che farsi più forte la prima volta che rimasero sole, erano state mandate per un fine settimana a Bologna in cerca di nuovi sostenitori, la startup dove lavoravano collaborava con enti benefici e loro erano le brand ambassador di questa società. “Comunque mi devo sposare con un uomo peloso, alto e dolce come un orsacchiotto. Il contrario di te! Quindi direi che non ci sono pericoli se dormiamo insieme.” rise Lea.  
“Non c’è pericolo finché lo dico io!” rispose Anna ridendo e buttandosi sul letto.  
“E poi Lea, ora che siamo sole, vorrei tanto confessarti una cosa, forse già lo sospetti...” a Lea salì il cuore in gola, cominciò a provare una strana emozione.  
“Io e Luca stiamo insieme.” le si gelò il sangue, Anna era fidanzata con il loro capo, un uomo più grande e più basso di lei, tutta l’emozione svanì. 
“Non ho mai fatto caso a nulla, ti rende felice?” Lea cercò di nascondere la delusione. 
“Sì, però sai a volte è difficile. Non mi prende mai i barattoli dagli scaffali più alti, non tiene mai lui l’ombrello mentre passeggiamo romanticamente sotto la pioggia, a volte vorrei sentirmi più principessa, mi capisci?” no, Lea non capiva, lei non aveva mai voluto sentirsi una principessa, lei era il principe, o così le piaceva immaginarsi.  
“Lo amo da morire Lea!” quelle parole furono come un coltello nel petto, Lea non capiva perché le desse così fastidio, a casa c’era il suo futuro marito ad aspettarla eppure quella sera non aveva ancora pensato di chiamarlo o di inviargli un messaggio. 
“È geloso che sei qui con me?” 
“Luca non è geloso di nessuno.” 
“Allora diamogliene motivo.” scherzò Lea buttandosi sul letto accanto a Anna. Chiacchierarono fino a tardi quella sera, una volta sotto le coperte Lea la strinse per tutta la notte, Anna le diede un bacio a stampo prima di dormire per augurarle la buonanotte. Mesi dopo raccontò di quel viaggio a Sara e Jenny, aveva confessato di averci fatto dei pensieri su quella notte ma disse che la reputava una serata da una botta e via se non fossero state entrambe fidanzate, mentiva alle sue amiche e mentiva a sé stessa e si sentiva in colpa per aver definito Anna una ragazza da una botta e via.  

 
Lea si risveglia dai suoi pensieri, finisce di lavarsi e si veste per raggiungere Ale al lavoro, il bar-gelateria sta per compiere il primo anno di attività e deve chiamare i fornitori per la festa che daranno al Winterland. Quando entra vede suo marito che serve un caffè ad un cliente abituale, lei saluta e si mette il grembiule, inizia a creare l’evento su Facebook, <<1° ANNO DI WINTERLAND>>. Lea chiama i fornitori e si accerta che tutti i prodotti ordinati arrivino entro il 10 Ottobre, la data prescelta per la festa, ora non resta che inviare gli inviti via social, tra le sue amicizie nota molti ex colleghi della startup tra cui Jenny e Sara, si sono perse di vista e non sa perché, non sa nemmeno se invitarle, nota anche Anna tra i suoi contatti, altri ricordi iniziano a riaffiorare più del solito. 
  
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