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Autore: desigra2005    05/08/2022    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il treno giunse in ritardo in paese e per fortuna papà e Marco, il suo fidato aiutante, erano già lì per aiutarci con i bagagli. Il ritorno a casa di Beatrice non era di certo passato inosservato, per tutto il pomeriggio ci fu un vero e proprio via vai di persone che vennero a salutarla ed altre che passeggiavano lungo la grande cancellata nella speranza di carpire qualche pettegolezzo o qualche dettaglio da poter raccontare l’indomani. Neanche Gauss, un adorabile pastore dell’asia centrale, con i suoi latrati riuscì a scoraggiare i più curiosi e così ben presto l’arrivo dell’americana fu sulla bocca di tutti. In poche ore mia sorella era riuscita a riunire a tavola un discreto numero di persone tutte ammaliate dai suoi racconti sulla vita oltreoceano e sulle incredibili avventure che la grande mela riservava ogni giorno; come un fiume in piena ci travolse riuscendo a farci immergere nel ritmo frenetico, nei colori, nel rumore e in quell’aroma caratteristico che porta in sé diversità, integrazione, speranza ed emozioni. “Quanto pensa di fermarsi signorina?”. Marco fu l’unico ad esprimere a voce alta un pensiero condiviso da tutti. Beatrice lo inchiodò con lo sguardo e con sufficienza lo apostrofò “Massimo, mi dispiace che i miei racconti ti annoino ma al momento non ho programmato una data di rientro, penserò solo a godermi la mia famiglia e a riposarmi. Dopo tanti anni all’estero sento proprio la necessità di fermarmi e di ripartire. Comprendo che quello che sto dicendo è difficile da digerire da chi non è mai andato oltre il proprio naso. Non sentirti obbligato a star qui, anzi sono sicura che tu sappia dove siano le docce per i braccianti, il tuo odore è nauseante”. Strattonandola per un braccio cercai di farla tornare in sé “Bea, hai per caso lasciato le buone maniere a New York? E tu Giada non ridere, non lo trovo affatto divertente, questa è maleducazione, senza contare che non si possono calpestare così i sentimenti di una persona con battute superficiali e fuori luogo”. Beatrice diede una scrollata ai suoi lunghi capelli neri e con aria civettuola prese sottobraccio Giada, che faticava a trattenere le risate “vieni, andiamo ad aiutare la nonna con l’arrosto. Questa è la cosa che più mi mancava di casa: la mia condotta sopra le righe contornata dai commenti moralistici di nostra sorella”. Marco non rispose alla provocazione, si limitò a farmi un cenno col capo e poi alzò il boccale di birra esclamando “al grande ritorno della signorina Beatrice”. Nonostante la giovane età fu una dimostrazione di grande maturità. Marco era un bravo ragazzo e un gran lavoratore; troppo presto era rimasto senza padre e per aiutare la sua famiglia aveva abbandonato lo studio e si era dedicato anima e corpo al lavoro. Erano due anni, ormai, che aiutava il papà durante i trattamenti delle vigne e nella gestione quotidiana della fattoria; in ultimo, non era un uomo che passava inosservato, in estate poi assumeva un’aria selvaggia: capelli dorati, lunghi e ricci a fatica contenuti in una coda, la barba folta incorniciava un viso squadrato, nei suoi occhi si potevano ammirare i colori del bosco. Il resto della serata trascorse tra risate e spensieratezza, le cicale sembravano accompagnare le nostre voci, il vento ci accarezzava la pelle ed io seduta in un angolo mi limitavo ad essere testimone di questo capolavoro ancora una volta grata alla vita per poterne farne parte.
   
 
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