~ Garrett ~
Sono un'ombra. Chiudo gli occhi e il caos si ferma. Osservo ogni cosa, minimi dettagli che ricorderò nello scorrere del tempo. Faccio un passo, il piede nudo entra nella pozzanghera senza fare alcun rumore, sorrido a me stesso e con lo sguardo tengo d'occhio la mia preda. Il mio bottino.
La notte è calata e danzo con le ombre, le persone attorno neanche mi vedono, sono un ratto. E ho fame.
L'uomo che ho davanti è invisibile per molti, ma non per me. Lo stomaco brontola, i crampi si fanno sempre più dolorosi.
Un altro passo e con le dita riesco a sfiorare la scarsella di cuoio appesa alla cintura. E mi vede. Vede il ratto e vede l'orfano. Scruta nell'ombra e mi afferra il polso con una presa che è più forte dell'acciaio.
Il ghigno sotto al cappuccio si illumina di un bianco inquietante.
" Questo non è per te. "
~ Erin ~
" Ehi, stracciona! Sta' alla larga da me! "
La guardia cittadina mi afferra per il cappuccio e mi trascina a terra, non si è accorto di nulla. Rido divertita da tanta stupidità mentre sono costretta a ingoiare fango. La faccia sporca premuta sulla pietra gelida.
" Voi ratti dovete imparare a stare al vostro posto. "
Puzza di brandy e tabacco scadente, mi sussurra cattiverie e si assicura che lo stia ascoltando. Continuo a ridere e continua a non capire. Prima di andarsene però il mio stomaco fa la conoscenza con il suo stivale, ma il dolore della fame è più forte dei conati che mi scuotono e stringo i denti per controllarmi.
Quando il povero stolto svolta l'angolo lascio finalmente il pugno aprirsi: nella mia mano brilla l'oro di un anello.
Non si è davvero accorto di nulla.