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Autore: LatersBaby_Mery    07/08/2022    10 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE, QUESTA NON È UN’ESERCITAZIONE!!
Ebbene sì, ragazze, dopo la bellezza di 883 giorni, habemus capitolo!
Credetemi se vi dico che, davvero, non so proprio da dove cominciare. Tante volte mi sono scusata per i miei ritardi, ma mai mi è capitato in questi anni di pubblicare un capitolo dopo un anno e mezzo dal precedente.
Come vi ho accennato nell’ultimo avviso che ho scritto, nell’ultimo anno c’è stata una svolta importantissima per me, dal punto di vista lavorativo. Ho ottenuto il lavoro che tanto desideravo, per il quale però ho svolto un concorso che è durato qualche mese e mi ha tolto davvero tanto tempo, anche perché studiavo e lavoravo contemporaneamente. Da quando ho iniziato il nuovo lavoro, ormai un anno fa, il mio tempo libero si è ridotto e i miei ritmi sono cambiati, in primis perché, per quanto ami il mio lavoro, inizialmente non è stato semplice integrarsi in una nuova realtà, mentalmente e praticamente; e poi, il mio lavoro è strutturato su turni, per cui anche il ritmo del sonno prende un po’ una strada tutta sua, e spesso nel tempo libero sento proprio il bisogno di riposare e staccare da tutto.
Vi ho raccontato tutto questo per cercare di farvi capire che la mia assenza è dovuta principalmente ad un nuovo assetto della mia vita, unito ad una sorta di blocco dello “scrittore” che è durato davvero tanto tempo, come un black-out totale. L’ho attribuito al fatto che lo scorso anno è stato un anno di cambiamenti importanti per me, e inevitabilmente lo schema delle priorità cambia un po’.
In questi mesi ho ricevuto diversi messaggi, alcuni di preoccupazione, e vi ringrazio davvero tanto per la vostra premura; e qualcuno di “protesta” perché, giustamente, dopo tanti mesi si rischia di perdere il ritmo della storia. Non posso darvi torto, ma vi chiedo, per favore, di capirmi: la scrittura per me è un hobby e, come dico sempre, se dovessi scrivere forzatamente, non sarebbe più un piacere, e rischierei di scrivere contenuti che non fluiscono spontaneamente e non mi soddisferebbero.
Avete tutte le ragioni del mondo nell’irritarvi per questo enorme lasso di tempo in cui vi ho lasciato senza alcun capitolo, ma vi chiedo di fidarvi di me quando vi dico che mai e poi mai lascerei la storia in sospeso.
Voglio ringraziarvi immensamente per l’affetto che mi dimostrate costantemente, anche quando sono assente per lunghi periodi. Il mese scorso “La forza dell’Amore” ha compiuto sette anni, e se siamo ancora qui, il merito è solo e unicamente vostro.
Superata (spero) la crisi del settimo anno, prometto che non vi farò aspettare nuovamente un anno e mezzo per il prossimo capitolo.
Vi lascio al capitolo che, vi avverto, è stracolmo di zucchero, e vi aspetto nell’Angolo me.
 

CAPITOLO 90

30 luglio 2021

POV ANASTASIA

L’alba è sempre stata uno dei miei momenti preferiti della giornata, soprattutto quando fuori c’è bel tempo. È meraviglioso ammirare il sole che timidamente spunta, rilasciando una delicata patina dorata sulle acque del Sound. Bevo un sorso d’acqua fresca, seduta sulla poltroncina sul balcone della mia camera da letto, respiro a pieni polmoni l’aria pura del mio giardino, godendomi questi splendidi istanti di pace e di silenzio.
Ripenso all’alba di questo stesso giorno di dieci anni fa, a poche ore da uno dei momenti più belli della mia vita, quello in cui sono diventata la moglie di Christian Grey. Ricordo l’emozione, il cuore che batteva forte, l’euforia e al contempo la paura di qualcosa che mi avrebbe completamente cambiato la vita.
Oggi, a poche ore dal rinnovo delle promesse di quel giorno, l’emozione che provo è diversa. Non c’è più la paura dell’ignoto, ma c’è la consapevolezza di aver fatto la scelta più bella della mia vita, il 30 luglio di dieci anni fa. C’è la serenità e l’armonia che mio marito ed io abbiamo costruito e continuiamo a costruire giorno dopo giorno, affrontando insieme i momenti difficili e godendo insieme dei momenti felici. C’è l’amore sconfinato per i nostri figli, che sono il frutto del nostro amore e al contempo il motore della nostra vita. C’è la voglia immensa di promettere ancora al mio splendido uomo tutto il mio amore, il mio sostegno, la mia devozione in cuore, corpo e anima.
“Mamma” mi volto al suono di quella voce angelica e trovo la mia dolce Phoebe sull’uscio della finestra.
“Amore, cosa ci fai in piedi a quest’ora? È prestissimo!” allungo la mano verso di lei, e, appena la afferra, la tiro verso di me e la faccio sedere sulle mie gambe.
“Dovevo fare la pipì. E poi ho pensato che magari ti sentivi sola senza papà”
Rido e la abbraccio forte. In effetti non ha tutti i torti: nonostante sia capitato diverse volte in dieci anni di matrimonio, dormire senza Christian mi fa sempre uno strano effetto. Ma abbiamo voluto rispettare le antiche tradizioni e dormire separati la notte prima delle nozze. Io sono rimasta a casa nostra con i bambini, mia madre e Bob, mentre Christian ha dormito a Bellevue a casa dei suoi genitori.
Prima di pranzo arriveranno Josè, fotografo designato per questa splendida giornata, insieme a sua moglie Melanie e ai loro gemellini, e mio padre Ray insieme alla sua compagna Lindy.
“Un po’ mi è dispiaciuto dormire senza papà, ma sono anche molto emozionata per oggi”
“Anche io! E poi non vedo l’ora di indossare il mio vestitino da damigella”
Le accarezzo i capelli. “Sarai meravigliosa. Tutti voi bimbi lo sarete”
Quando abbiamo fatto l’ultima prova degli abiti e ho visto sia i bambini che le bambine con i loro vestiti da paggetti e damigelle, non sono riuscita a trattenere le lacrime, e non oso immaginare cosa proverò oggi.
Poco dopo Phoebe comincia a sbadigliare, così la accompagno nella sua cameretta e resto con lei finchè non si riaddormenta, stando attenta a non svegliare Allie. Poi passo dalla cameretta di Teddy, controllando che stia ancora dormendo. Sul suo comodino c’è il libro che sta leggendo in questi giorni e noto che il segnalibro è a pagina 149, ciò significa che ieri sera ha letto più di trenta pagine; non posso fare a meno di sorridere, sono così orgogliosa del mio bambino e della sua passione per la lettura.
Mi chino a baciargli la fronte, poi esco dalla sua cameretta e scendo in cucina, prendo uno yogurt dal frigorifero, un cucchiaino dal cassetto ed esco in giardino. Arrivo al gazebo e mi siedo su uno dei divanetti, pronta a godermi la mia colazione, o almeno una parte di essa, e l’atmosfera di tranquillità che si respira.
Oggi sarà una giornata intensa, piena di emozioni, per cui cerco di assaporare questa pace il più possibile.
Come volevasi dimostrare, appena un’ora dopo sono in cucina, circondata da mia madre, Gail, Miranda e Doreen che mi bombardano di informazioni, orari, e cose da fare. Incrocio lo sguardo di Bob, seduto al lato opposto del tavolo rispetto a me, e scorgo nei suoi occhi un lampo di divertimento misto a comprensione.
“Signore!” interviene, richiamando l’attenzione di tutte le donne “Cosa ne dite di fare colazione prima di pensare a tutto il resto? La nostra Gail ha preparato tanto ben di Dio, e con lo stomaco pieno e lo zucchero nel sangue ci si organizza meglio”
Gli mimo un “grazie”, mentre le quattro donne si siedono a tavola e per qualche minuto sono impegnate a mangiare invece di riempirmi la testa di chiacchiere.
Doreen ha lo sguardo fisso sul tablet davanti a sé, e di tanto in tanto muove nervosamente le dita sullo schermo.
“Gli abiti saranno consegnati tra poco più di un’ora. A Bellevue quello dello sposo, a casa Kavanagh quelli dei gemellini, a casa Grey quelli delle damigelle, a casa Johnson quello per Lucas, qui quello della sposa e dei bambini” solleva lo sguardo verso Gail “Mi raccomando, devono rimanere nelle loro custodie ed essere appesi verticalmente, così che non si creino grinze nella stoffa”
Gail annuisce e riprende a bere il suo caffè.
“Alle 12 in punto arriveranno Faith e Zoe con le loro assistenti per trucco e parrucco”
Sgrano gli occhi “Cinque ore prima della cerimonia? Così non ho neanche il tempo di pranzare!”
“Di solito le spose hanno lo stomaco chiuso” puntualizza Doreen.
“Non è il mio caso. Io sono felice, rilassata ed emozionata, e il mio stomaco sta benissimo”
“Tesoro, potremmo fare un brunch veloce prima di mezzogiorno” interviene mia madre.
“Penserò io poi a far pranzare i bambini al loro solito orario” aggiunge Miranda, che, con il suo essere pragmatica e risolutiva, è sempre più indispensabile per la nostra famiglia.
Per fortuna il suono del campanello interrompe, almeno momentaneamente, le chiacchiere infinite su cose che sono state ampiamente organizzate, sistemate e ricontrollate.
Sento i passi di Sawyer che si dirigono verso la porta, qualche parola sottovoce, la porta che viene chiusa e pochi istanti dopo lo vedo apparire in cucina con uno splendido fascio di rose miste bianche e rosse.
“Sono per lei, Mrs Grey” dice Sawyer, appoggiando sull’isola i fiori e una scatola di velluto rosso.
Con gli occhi che brillano, quasi saltello dalla sedia per precipitarmi ad ammirare le rose. Saranno almeno una quarantina ed emanano un profumo meraviglioso. Stacco il bigliettino dal nastro bianco che circonda le rose e mi appresto a leggerlo.

Le rose bianche e le rose rosse rappresentano, rispettivamente, purezza e passione, ed è così che mi piace definire il nostro amore.
Questo bigliettino è decisamente troppo piccolo per riassumere tutto ciò che siamo stati in questi dieci anni, ma c’è una cosa che è rimasta immutata per me: la certezza che averti accanto sia la mia più grande fortuna, il mio più grande orgoglio e la mia più immensa meraviglia.
Come dieci anni fa, io ti aspetto all’altare.
Con infinito amore, tuo Christian.

P.S. questa notte senza di te è stata infinita, ma, visto che vogliamo rispettare le tradizioni, nella scatola rossa c’è il tuo “qualcosa di nuovo”.


Accarezzo il bigliettino con gli occhi pieni di lacrime, poi lo ripongo nuovamente nella sua bustina e apro delicatamente la scatola rossa.
Ciò che c’è all’interno mi abbaglia letteralmente lo sguardo: uno splendido girocollo di piccoli diamantini di grandezza crescente man mano verso il centro, occupato da un piccolo diamante a forma di cuore di un azzurro purissimo.
“È straordinario” sussurro, sfiorando il gioiello con la punta delle dita.
“Dio mio, è meraviglioso!” esclama mia madre, sopraggiunta alle mie spalle.
“Wow” le fa eco Doreen “Non devo neanche chiederle se oggi lo indosserà. Si abbina perfettamente al suo abito”
Mai come adesso sono felice di aver scelto un abito semplice, perché verrà maggiormente impreziosito da questo gioiello magnifico. Mio marito è sempre eccezionale nell’indovinare i miei gusti, e lo conosco abbastanza da sapere con certezza che non ha incaricato nessuno della scelta e dell’acquisto, ma se n’è occupato lui personalmente.
Richiudo la scatola, chiudo gli occhi per raccogliere un attimo le emozioni, poi prendo il cellulare e scappo in giardino.
Faccio partire la chiamata e dopo appena due squilli sento la voce di mio marito.
“Buon anniversario, amore” esordisce.
Sorrido. “Buon anniversario anche a te. E.. grazie per le rose e per il regalo stupendo”
“Sarai tu a renderlo stupendo”
“Non vedo l’ora che passino queste ore che ci dividono”
“A chi lo dici! Ne va anche della nostra sanità mentale. Non so tu, ma io mi sono dovuto chiudere in bagno per avere un po’ di pace”
Scoppio a ridere. “Ti capisco. Doreen, mia madre, Gail e Miranda sono pericolose insieme..”
“Mia madre e mia sorella sono in contatto con loro dalle 7. Ma cosa avranno ancora da organizzare e perfezionare?”
“Non ne ho idea. Io so solo che volevo una cerimonia semplice ed intima..”
“Se scappassimo lontano solo tu, io e i bambini?”
Rido ancora. “Avresti dovuto dirmelo prima che avviassimo tutta l’organizzazione, avremmo risparmiato esaurimenti vari..”
“Lo sai che in fondo scherzo. Sono convinto che tutto sarà realizzato alla perfezione, e soprattutto che tu sarai meravigliosa. Tu e i nostri figli. A proposito, dormono ancora?”
“Sì, e vorrei lasciarli riposare quanto vogliono. Oggi sarà una giornatina intensa anche per loro..”
“Christiaaan, è arrivato il tuo completo!” sento la voce di mia suocera in sottofondo.
Mio marito sospira. “Piccola, devo andare”
“Anche io. A dopo, amore”
“A dopo. Ti amo”
Riattacco e rientro in casa, dove trovo Gail alle prese con la lavastoviglie, Doreen al telefono e mia madre a tavola che chiacchiera con Miranda. Le raggiungo e termino con assoluta calma la mia colazione, dopodichè salgo a fare un bagno caldo. Con una cuffia in testa per evitare che i capelli si bagnino, la candela alla vaniglia accesa e gli auricolari nelle orecchie, mi immergo completamente nella schiuma profumata e mi rilasso.
Sto cercando con tutta me stessa di non lasciarmi contagiare dal perfezionismo nevrotico di Doreen. Per lei magari sarà fisiologico, visto il suo lavoro e l’impegno che richiede; ma io oggi voglio solo godermi questa giornata che, già lo so, sarà magnifica anche se qualcosa non dovesse essere perfetto; voglio godermi mio marito, i nostri bambini, tutta la nostra famiglia e i nostri amici che saranno lì a festeggiare con noi; voglio godermi a pieno ogni singola emozione.
Quando mi decido ad uscire dalla vasca, mi asciugo e indosso un semplice paio di shorts di jeans con un top verde.
“Anastasia, Anastasia!” mia madre, Doreen e Gail entrano in cabina armadio tutte euforiche, con le custodie del mio abito e di quelli dei bambini tra le mani. Taylor le segue con quattro scatole di paia di scarpe.
“Sono arrivati!” esclama mia madre.
“Li appoggiamo qui?” domanda Gail, rivolgendosi a Doreen.
“Sì, perfetto. Volendo, possiamo anche aprire le zip, così gli abiti prendono aria”
“Signore, con permesso” Taylor si congeda e ci lascia sole.
Mia madre e Gail appendono con cura le grucce ai ganci e poi aprono le zip.
Sistemati tutti gli abiti, Miranda e Gail scendono in cucina a preparare la colazione ai bambini, che sicuramente si sveglieranno a breve, considerando il trambusto; Doreen ne approfitta per prendere un po’ d’aria in giardino e rivedere il planning della giornata, e mia madre ed io restiamo in cabina armadio ad ammirare i vestiti.
“Sono davvero meravigliosi” mormora mia madre.
“Non vedo l’ora di indossarlo” dico, sfiorando la custodia del mio abito “E soprattutto di vedere i bambini nei loro vestitini. Phoebe ed Allie erano così euforiche all’ultima prova”
“Sarete incantevoli. Tutti. A questo proposito, ho una cosa per te. Aspettami qui” con un sorrisetto, esce dalla cabina armadio e la sento percorrere il corridoio.
Mi sposto in camera e mi siedo sul bordo del letto. Mia madre riappare poco dopo con una piccola scatolina tra le mani e si siede accanto a me.
“Come da tradizione, la sposa deve indossare una cosa nuova, una cosa vecchia, una cosa regalata, una cosa prestata e una cosa blu. Di nuovo c’è il bellissimo gioiello che ti ha regalato Christian, di “vecchio “ gli orecchini che hai indossato al tuo matrimonio dieci anni fa, e questi, invece, sono la tua cosa prestata” spiega, porgendomi la scatolina.
Sciolgo il nastrino rosa e poi sollevo il coperchio, scoprendo due fermagli d’argento a forma di fiocco tempestati di brillantini bianchi.
“Questi me li regalò la mia nonna paterna quando compii diciotto anni. Sono semplicissimi, ma ci sono molto affezionata, per questo oggi voglio prestarli a te, se ti va di indossarli”
Con il cuore colmo di affetto, la abbraccio di slancio. “Ma certo che mi va di indossarli. Sono bellissimi, e preziosissimi per me”
Mia madre mi stringe forte, e quando ci stacchiamo scopro che ha gli occhi lucidi. Li abbiamo entrambe, mi sa.
“Ne approfitto adesso perché non so se tra qualche ora avremo dei momenti di calma” dice poi mia madre, scostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio “Quando dieci anni fa mi annunciasti che Christian ti aveva chiesto di sposarlo e aveva intenzione di chiedere la tua mano a Ray, fui felice per te, perché ti vedevo felice. Ma non posso negare che avevo anche tanti dubbi, ti vedevo così piccola e voi stavate insieme da così poco. Speravo con tutto il cuore che fosse la scelta giusta e che mai mi sarei dovuta trovare nella condizione di aiutarti a.. a raccogliere i cocci se qualcosa non fosse andato nel verso giusto. Oggi ti voglio dire ancora una volta qualcosa che ti ho detto spesso in questi dieci anni: sono fiera di te. Sono fiera della donna, moglie e madre che sei. Christian è un uomo immensamente fortunato ad averti, ma credo davvero che anche tu sia incredibilmente fortunata ad avere lui. Siete una coppia meravigliosa, perché siete uniti da un tipo di amore raro e prezioso, che vi permette di costruire giorno dopo giorno la vostra vita e la vostra famiglia. Ricordatelo sempre, gioia mia, con il vostro amore potrete sempre superare tutto..” sulle ultime parole la sua voce si incrina, mentre io apro definitivamente gli argini.
Ci abbracciamo tra le lacrime, ed io non riesco proprio a descrivere quanto le parole di mia madre mi rendano felice e orgogliosa di me stessa.
Pochi minuti dopo la porta della camera si apre, e vediamo spuntare Allie, scalza come al solito, che si strofina gli occhi.
“Principessa, buongiorno!” allargo le braccia e lei prontamente ci si tuffa, lasciandosi stringere.
Se c’è una caratteristica che accomuna tutti e tre i miei figli, è la propensione alle coccole. Ed io sono più che felice di abbracciarli e sbaciucchiarli in qualsiasi momento, almeno finchè me lo lasceranno fare e non scapperanno al minimo accenno di tenerezza.
“Papi dov’è?”
“A casa dei nonni, amore”
“Perché?”
“Perché così noi possiamo farci belle senza che lui ci veda, e poi gli facciamo una sorpresa”
Allison sembra accontentarsi della risposta, e posa la testa sul mio seno.
“Ti va di fare colazione?” le chiede mia madre.
Lei annuisce e la nonna la prende in braccio per portarla in cucina.
In corridoio incontriamo anche Teddy, che esce dalla sua cameretta con il suo libro tra le mani.
“Buongiorno cucciolo” gli prendo il viso tra le mani e gli do un bacio tra i capelli “Ti sei alzato con la voglia di leggere?”
“In verità mi sono svegliato da un po’ e ho letto tre capitoli in camera mia. Vorrei continuare dopo aver fatto colazione, sono curioso di sapere come finisce. Posso, vero?”
“Amore mio, certo che puoi. Adesso fai una bella colazione e poi ti metti a leggere dove vuoi, possibilmente lontano da Doreen che è ancora alle prese con gli ultimi preparativi”
Scendiamo in cucina e Teddy e Allie si siedono a tavola con le loro spremute d’arancia e un piatto di pancakes. Manca solo Phoebe, che è la più dormigliona dei tre, e non mi sorprende che non si sia ancora svegliata.
“Mrs Grey” mi chiama Sawyer sulla soglia della cucina “Stanno arrivando le sue cognate”
Aggrotto le sopracciglia, perplessa, e mi dirigo alla porta d’ingresso. Esco sul portico e vedo avanzare sul vialetto l’auto di Kate, dalla quale scendono lei, Mia e Roxy.
“Buongiorno sposa!” esclamano in coro, avvolgendomi in un abbraccio di gruppo.
“Ma cosa ci fate qui?”
Mia solleva un’elegante busta di cartone bianco con le rifiniture in argento. “Siamo venute a portarti il tuo ‘qualcosa di blu’”
Scuoto la testa, sorpresa e divertita. “Voi siete pazze!” dico, mentre entriamo in casa, poi poso lo sguardo su Roxy “E tu sei la più pazza di tutte. Dovresti cercare di riposare il più possibile”
“Io mi riposo lontana da tuo fratello e dalla sua ansia”
“Confermo!” interviene Kate “In mezz’ora le ha telefonato già due volte”
“Non so cos’abbia... Anche la dottoressa Greene lo ha rassicurato sul fatto che procede tutto benissimo, io mi sento rinvigorita, la bambina cresce a meraviglia, e ha fin troppa energia...”
“Thomas non ha niente, semplicemente ti ama e si preoccupa per te”
“Ma adesso non è il momento di pensare a me. Oggi è la tua giornata!”
“Esatto! E noi ti abbiamo portato un regalo speciale” Mia mi porge la busta sigillata. Stacco delicatamente i lembi e all’interno trovo due scatole di diverse dimensioni.
“Apri per prima la più piccola” suggerisce Kate “Lì c’è qualcosa di blu”
Sollevo il coperchio della scatola piccola, scosto la carta velina bianca e scopro una deliziosa giarrettiera di pizzo bianco con un nastrino blu cielo.
Rido. “Ragazze, ma la giarrettiera vale anche per il rinnovo delle promesse?”
“La giarrettiera vale sempre!” mi comunica Mia.
“Anche perché il post-cerimonia ci si augura che sia lo stesso delle prime nozze” aggiunge Kate, con un sorrisino allusivo.
“E nel secondo scatolo c’è il nostro regalo per il post-cerimonia” mi informa Roxy.
Apro il secondo scatolo, dello stesso colore ma più grande del primo, e la prima cosa che vedo sono due sottili bretelline bianche, le tiro delicatamente e sollevo quello che si rivela essere un bellissimo baby doll di seta bianca, con degli inserti di pizzo sul seno e sui fianchi, impreziosito da piccolissime perline azzurre. Sotto c’è anche lo slip coordinato.
“È meraviglioso, ragazze. Credo di aver visto ben poche volte nella mia vita così tanta finezza ed eleganza” mormoro, emozionata.
“Peccato solo che temo non lo terrai molto addosso” osserva la mia amica.
“Kate!” la richiama Mia “Stiamo pur sempre parlando di mio fratello”
“Tesoro, dopo dieci anni pensavo ti fosse passato il trauma..”
Mia sbuffa. “Altro che trauma.. non si riesce a parlare di intimità con voi due perché significa menzionare i miei fratelli..”
“E anche il mio!” puntualizza Kate.
“Anche il mio” le faccio eco, lanciando un’occhiata a Roxy, che si lascia andare contro lo schienale del divano esclamando “Che bello essere figlia unica!” e scatenando le nostre risate.
“Oddio ragazze, non sapete quanto sia stata preziosa la vostra visita. Tra ieri e oggi mia madre e Doreen sono in corsa per il primo posto per chi sia più brava a mandarmi al manicomio...”
“Immaginavamo. In realtà...” la frase di Mia viene interrotta dal suono del campanello.
“Chi sarà?” domando tra me e me.
“La soluzione che ti impedirà di finire al manicomio” risponde Roxy, criptica.
Perplessa e curiosa, alterno lo sguardo tra tutt’e tre, che mi rivolgono sorrisetti divertiti.
I miei dubbi vengono chiariti pochi minuti dopo, quando vedo entrare Delia, una delle massaggiatrici del centro benessere dove spesso amiamo rifugiarci.
“Buongiorno Mrs Grey!” Delia mi viene incontro con un grande sorriso.
“Delia, ciao!” ricambio il saluto e poi rivolgo lo sguardo alle mie cognate, in attesa di spiegazioni.
“Delia è un altro regalo da parte nostra per regalarti un’ora di puro relax” spiega Mia.
“Un’ora?” urla Doreen, con gli occhi sgranati “Ma siamo impazzite?”
Kate alza gli occhi al cielo. “È la mia amica che rischia di impazzire con tutto questo stress” ribatte, con un tono infastidito che non maschera affatto la sua scarsa simpatia nei confronti di Doreen. “Lei è la wedding planner? E quindi è lei che deve occuparsi di tutta l’organizzazione. La sposa deve solo rilassarsi e godersi la sua giornata”
Mi copro la bocca con una mano per non scoppiare a ridere davanti all’espressione sbigottita di Doreen, la quale si limita a sospirare pesantemente e accennare un cenno affermativo.
“Va bene, ma che sia un’ora esatta, non un minuto di più!” sentenzia, poi si dirige verso la cucina con l’inseparabile I-pad tra le mani.
“Bene, Delia, la sposa è tutta tua” afferma Mia, poi si rivolge a me “Hai un’ora di massaggio tutta per te. Goditela più che puoi perché devi essere super carica e al contempo rilassata per tutto quello che ti attende oggi”
Non so esattamente per quale motivo, ma quelle parole intrise di affetto, questi piccoli gesti pieni di premura, mi creano un groppo in gola che proprio non riesco a mandare giù.
“Io.. io non so cosa dire..” sibilo, con gli occhi che si riempiono di lacrime.
Poi le avvolgo tutt’e tre (anzi, tre e mezza) in un grande abbraccio e mi sento immensamente fortunata ad averle accanto.
“Ohi” mormora Kate, prendendomi il viso tra le mani “Che succede?”
Scuoto la testa e tiro su con il naso. “È l’emozione” allargo lo sguardo a tutt’e tre “Grazie” aggiungo “Non so cosa dire, davvero”
“Non devi dire niente” interviene Mia “Devi solo goderti ogni istante di questa giornata, che sarà sicuramente fantastica”
Le mie cognate mi salutano con un altro abbraccio e poi mi lasciano nelle mani magiche di Delia, che Gail ha fatto accomodare in una delle stanze degli ospiti al piano terra.
Delia ha già preparato il lettino, le creme e le candele che sono sempre parte integrante del trattamento. Mi spoglio, restando solo in slip, e mi stendo a pancia in giù sul lettino. Per tutta l’ora successiva perdo completamente la cognizione del tempo e non mi concentro su nient’altro che non sia la mia pace dei sensi. 
“È emozionata, Mrs Grey?”
Sorrido. “Tantissimo. Quasi come dieci anni fa...”
“Lei e suo marito siete una coppia meravigliosa. Quando viene pubblicato qualche articolo o qualche notizia che vi riguarda, i commenti che sento tra i nostri clienti sono sempre entusiastici. E, mi perdoni la sfacciataggine, non è assolutamente frequente in questo ambiente trovare persone come voi”
“Come noi in che senso?” domando, curiosa.
“Trasparenti. Apparite esattamente per come siete, senza finzione, costruzione, premeditazione nei gesti..”
Sorrido ancora, accogliendo con piacere un complimento così bello.
Sorrido un po’ meno quando Delia mi annuncia che la nostra ora insieme è terminata. Prima di andare via, applica sul mio viso una maschera nutriente e idratante, che prepara la mia pelle al trucco che avrò tra qualche ora.
Dopo aver congedato Delia, mi dirigo in cucina, dove trovo mia madre e Gail alle prese con fiori e regali arrivati nell’ultima mezz’ora.
“Wow” mormoro, annusando un bellissimo fascio di fiori d’arancio e margherite. “Phoebe dorme ancora?”
Prima che mia madre o Gail possano aprire bocca, un uragano dai capelli scuri entra correndo dalla portafinestra che dà sul giardino e si rifugia tra le mie braccia.
“Aiuto mamma!”
“Amore buongiorno! Che succede?”
“Non sopporto più Doreen”
“Phoebe! Non si dice!” la richiama mia madre.
“Ma è vero! Non mi ha fatto neanche fare colazione e mi ha portata in giardino a fare le prove”
Alzo gli occhi al cielo. “Tesoro, siediti a fare colazione, parlo io con Doreen”
Phoebe si siede a tavola, davanti a lei la spremuta e i pancakes che Gail le ha preparato. Io esco in giardino e raggiungo Doreen, che sta istruendo, per l’ennesima volta, Teddy e Allie. Mi sembra quasi di scorgere una supplica negli occhi dei miei figli.
“Doreen” il mio tono è calmo, ma deciso “La prego, la prego, basta. Sono giorni che stiamo provando, i bambini sanno benissimo cosa devono fare”
“Ripeterlo una volta in più non gli fa mica male”
“Ma se anche sbagliassero a mettersi in fila o a percorrere la navata, quale sarebbe il problema? Sono bambini! Ed io non voglio una cerimonia perfetta. Voglio che sia vera, e che tutti siano sereni..”
Lei chiude leggermente gli occhi a fessura. “Cosa vorrebbe dire?”
“Vorrei dire che lei è una wedding planner fantastica, ma anche un tantino nevrotica..” sgrana gli occhi, ed io proseguo “..basta prove, basta controlli, sopralluoghi. Basta. Tutto è stato organizzato nei minimi particolari, e se questi particolari vengono rispettati, bene. Altrimenti chissenefrega! La cosa più importante è che oggi siamo tutti felici, e la felicità non è di certo determinata dai passi dei bambini o dalla misura dei centrotavola. E adesso vado a mangiare qualcosa perché l’emozione mi mette fame”


Qualche ora dopo...


“Manca solo l’ultimo tocco, Mrs Grey” mi comunica Faith, spegnendo il phon.
Insieme a Zoe sono state non solo delle artiste nel curare trucco e parrucco, ma soprattutto dolcissime nel coccolarmi, sin da quando abbiamo fatto le prove.
“Posso applicare io questi?” domanda mia madre, con in mano i preziosi fermagli che mi ha prestato.
Faith sorride. “Certo. Le indico solo il punto esatto, così li facciamo risaltare di più”
Le dita di mia madre trafficano alcuni secondi tra i miei capelli, poi lei e Faith si allontanano di mezzo metro per ammirare l’acconciatura nell’insieme.
“È meravigliosa, Mrs Grey. Semplice, elegante e radiosa”.
Faith fa ruotare la mia sedia verso lo specchio della toeletta, il quale mi restituisce un’immagine che mi lascia senza parole. Il mio viso è truccato, ma è come se non lo fosse: il fondotinta è leggerissimo e idratante, gli occhi sono truccati con colori naturali, sapientemente combinati con delicate sfumature di azzurro che richiamano le mie iridi, sulle guance un velo di blush e di illuminante e sulle labbra un rossetto color malva dal finish semi-lucido.
Il viso è incorniciato da un’acconciatura semi-raccolta: le ciocche anteriori dei miei capelli, ad eccezione del ciuffo a cui non ho voluto rinunciare, sono raccolte all’indietro a formare un fiocco, alla cui base fanno bella mostra di sé i fermagli di mia madre. I capelli restanti scendono in onde morbide sulle spalle.
“Cosa ne pensa, Mrs Grey?” chiede Zoe.
“Era esattamente ciò che avevo immaginato” mormoro, senza riuscire a smettere di fissare il mio riflesso. Tutto quello che pensavo quando dicevo di volere qualcosa di semplice si è materializzato su di me.
E non potrei essere più felice e soddisfatta.
Mi volto verso Faith e Zoe “Ragazze, siete state stratosferiche. È tutto ancora più bello di quanto non fosse nella prova”
“Con lei è facile lavorare, Mrs Grey” dice Zoe “Il suo viso e i suoi occhi emanano una purezza e una luminosità a cui il trucco fa solo da contorno”
“È lei ad essere splendida, Mrs Grey” le fa eco Faith.
Le abbraccio e poi le congedo, rimanendo sola con mio madre, che è già pronta nel suo abito turchese. Gail e Miranda, invece, stanno preparando i bambini.
Josè e Melanie sono già arrivati e, mentre lei con i loro bambini sono già stati accompagnati verso lo chalet dove si terrà la cerimonia, il mio amico, con l’aiuto di uno dei suoi assistenti, ha già iniziato a scattare fotografie della mia preparazione e di quella dei bambini.
“Manca solo l’abito, tesoro” mi ricorda mia madre.
Ci spostiamo in cabina armadio e lei sfila dalla gruccia il mio vestito, mi aiuta ad indossarlo e a tirare su la zip laterale. Mi siedo per indossare i sandali con il tacco, in ultimo i gioielli e solo allora mi concedo di guardarmi allo specchio.
“Wow” è l’unica cosa che riesco a dire.
L’ho indossato diverse volte questo abito, tra una prova e l’altra, ma mai mi è parso così bello, luminoso e assolutamente perfetto per me. Ha uno scollo a cuore che lascia scoperte le spalle, creando un delizioso contrasto tra il bianco della stoffa e la mia pelle abbronzata. Il corpetto è di morbidissimo velo, con una trama di pizzo sul seno e sull’addome che crea un intrigante effetto vedo-non vedo. Sul pizzo sono cuciti minuscoli microcristalli argentati e azzurri, che richiamano il colore tema della cerimonia e creano un bellissimo effetto quando vi si riflette la luce. All’altezza dell’ombelico, una striscia di seta bianca separa il corpetto dalla gonna il chiffon bianco, il tessuto più delicato e leggero che potessi scegliere, che si adatta come un petalo al mio corpo e mi accarezza ad ogni movimento. La gonna è asimmetrica: davanti si ferma sopra le ginocchia, mentre dietro scende fino a formare un piccolo strascico. I sandali sono bianchi, con su applicati gli stessi microcristalli del corpetto.
“Sei meravigliosa, tesoro mio” sussurra mia madre, sfiorandomi una guancia con infinita dolcezza.
“Grazie mamma”
“Anastasia?” sento Gail chiamarmi dalla camera da letto.
“Entra pure, Gail”
“Ti volevo dire che..” i suoi passi e le sue parole si bloccano quando entra in cabina armadio e mi vede. “Oh.. sei.. sei stupenda”
Sento già gli occhi riempirsi di lacrime, e ancora non ho messo piede fuori dalla mia camera. Ottimo.
“Vi prego, non cominciate già a farmi piangere..” agito la mano davanti al viso per farmi aria.
Gail sembra ridestarsi di colpo. “Oh, sì. Volevo dire che i bambini sono pronti, Josè sta scattando loro le foto in giardino. Ed è arrivato Mr Steele”
“Annie?!” sento la voce di mio padre in corridoio.
“Vi lasciamo soli” dice mia madre, accarezzandomi il braccio. Poi esce dalla cabina armadio insieme a Gail.
Io mi sposto in camera nell’esatto momento in cui mio padre fa il suo ingresso. Indossa un completo blu, ha il viso completamente rasato e mi sembra un giovanotto.
“Bambina mia” mormora, prendendomi le mani “Non ho parole per descrivere quanto sei bella”
Tiro su con il naso e sbatto velocemente le palpebre per non piangere.
“Dieci anni fa ti ho accompagnata all’altare, pur avendo, nel profondo del mio cuore, qualche piccola incertezza per quel matrimonio arrivato così velocemente. Ma nei vostri occhi leggevo tanta felicità e quello mi bastava per darvi la mia benedizione. Oggi, dopo dieci anni, sono sicuro che sia stata la scelta migliore della tua vita, perché Christian è un uomo meraviglioso, ti rende felice, e insieme state costruendo qualcosa di stupendo” mi scosta appena il ciuffo di capelli per guardarmi bene negli occhi “Sono orgoglioso di te, bimba mia” conclude poi, baciandomi la fronte.
Di slancio lo abbraccio forte e non riesco ad evitare di farmi scappare qualche lacrima. Se questo è l’inizio, non so come arriverò fino a stasera.
Quando ci stacchiamo, noto che anche il mio papà è commosso, e gli passo le dita sotto gli occhi per catturare le sue lacrime.
Dopo esserci ricomposti, scendiamo in salone, dove ci attendono mia madre, Bob, Lindy, Grace, Carrick e la nonna Rose. Quest’ultima, non appena mi vede, si alza dalla poltrona e mi viene incontro.
“Sei meravigliosa, Ana”. Mi chino verso di lei e mi lascio abbracciare. “Christian è così fortunato” dice poi, sfiorandomi le punte dei capelli.
“No nonna, credimi, sono io quella fortunata”
Mi sorride, poi si gira e fa un cenno a Grace, che le porge un bouquet.
“Doveva essere un regalo di Mia, ma mi sono permessa di rubarle l’idea. Questo è l’ultimo pezzo che mancava: qualcosa di regalato”
Mi consegna il bouquet: è fatto di ortensie azzurre e fresie bianche, è esattamente della dimensione che desideravo, piccolo con il gambo corto, abbellito da un nastro bianco. Ha dei colori delicati e un profumo avvolgente senza essere pesante.
“È bellissimo, nonna. Mi hai letto davvero nel pensiero”
“Adesso puoi andare a rendere mio nipote fortunato una seconda volta” 
Ridacchio, poi mi guardo intorno. “Dove sono i bambini?”
Bob mi indica il giardino dietro di me, mi volto e vedo entrare i miei figli. Tutta l’emozione che ho cercato di trattenere fino a questo momento diventa incontenibile, davanti a tutta questa meraviglia. Teddy indossa un completo azzurro con pantaloni al ginocchio, panciotto e papillon, camicia bianca e mocassini bianchi. Somiglia a suo padre più che mai.
Phoebe ed Allie, ai lati del fratello, hanno lo stesso vestito: bianco, con il corpetto simile al mio e una gonnellina corta al ginocchio, leggermente vaporosa grazie ad uno strato di tulle rivestito di chiffon. Ai piedi hanno dei sandaletti con le stesse applicazioni delle mie scarpe, in testa una coroncina di fiorellini azzurri e bianchi, e tra le mani un bouquet come il mio in formato mini.
Anche se questi abiti li abbiamo scelti insieme e non è la prima volta che li vedo indossarli, oggi mi sembrano ancora più belli, ancora più magici. Stento a credere che tanta bellezza sia nata proprio da me, e non parlo semplicemente di bellezza esteriore. I miei bambini hanno un’anima bellissima, frutto dei loro pregi e dei loro difetti, ma per me non potrebbero essere più meravigliosi di così.
Senza dire nulla, mi chino e allargo le braccia, e loro si tuffano subito, in barba ai vestiti che si stropicciano e ai capelli che rischiano di rovinarsi.
“Sembri una principessa, mamma” mi dice Allie.
“Siete voi le principesse, e il mio principino grande”
“Allora tu sei una regina” riformula Phoebe, facendomi divertire ed emozionare al tempo stesso.
Circa un’ora più tardi, dopo aver scattato foto in ogni angolo del giardino e del salone, con ogni persona presente e in ogni posa umanamente immaginabile, siamo pronti per uscire di casa. I miei suoceri, con la nonna Rose si sono avviati prima di me, per essere accanto allo sposo prima del mio arrivo.
Christian avrebbe voluto noleggiare una limousine, ma l’ho distolto da questo intento, in primis perché la mia linea guida per questa cerimonia è la semplicità e poi perché, a dirla tutta, a me la limousine non piace neanche granchè. Ho convinto Christian ad utilizzare una delle sue auto, quella decappottabile, che mi sembra perfetta per una giornata così calda.
Il punto su cui siamo stati subito d’accordo entrambi è stato quello di ingaggiare due autisti, perché vogliamo che Taylor e Sawyer, con le rispettive mogli, si godano la giornata come nostri amici e non come dipendenti.
“Buon pomeriggio, Mrs Grey” mi saluta cordialmente Hunter.
“Buon pomeriggio, Hunter. Come siamo organizzati con le auto?”
“Lei, Mr Steele e il piccolo Teddy in auto con me, le signorine e Mrs Lindy Coleman con Mr e Mrs Adams. Abbiamo già provveduto a sistemare i seggiolini nelle macchine”
Gli sorrido. “Perfetto”
Durante il tragitto verso la location, noto Teddy che mi fissa curioso”
“Cosa c’è, tesoro?”
“Sei così bella, mamma”. Lo dice con una sincerità e una dolcezza che mi fanno tremare le gambe.
Gli accarezzo i capelli. “Grazie amore mio”
Chiacchieriamo dei programmi che lui e le sorelle hanno fatto con i nonni per i giorni che trascorreranno insieme, quando l’auto pian piano inizia a rallentare e poi si ferma. Guardo fuori dal finestrino e mi rendo conto che non siamo allo chalet sul mare, bensì al porto.
“Hunter, perché siamo qui?”
L’autista, in tutta risposta, scende dalla macchina e viene ad aprirmi la portiera, porgendomi la mano. “È tutto sotto controllo, Mrs Grey” mi rassicura.
Quando scendo dall’auto, scopro che ci hanno raggiunti anche Josè con il suo assistente, e mia madre, Bob e Lindy con le bambine.
“Che facciamo?” domanda Teddy, prendendomi per mano.
“Mr Grey ha voluto farvi una sorpresa” Hunter mi indica un punto alle mie spalle, mi volto e vedo la nostra barca, la Grace, addobbata a festa con veli bianchi e fiori azzurri. “Raggiungeremo lo chalet via mare” spiega poi Hunter.
Sgrano gli occhi sussurrando un “Oddio”. Il nostro marinaio ci viene incontro e mi regala un elegante baciamano. “Buon pomeriggio, Mrs Grey, è incantevole”
Sorrido. “Grazie Alfred”
Christian adora guidare la barca, ma quando preferisce godersi la traversata, si affida ad Alfred, che ha una grande esperienza di mare.
Hunter, Alfred, Bob e mio padre aiutano me, mia madre, Lindy e i bambini a salire a bordo, poi salgono insieme a noi e in ultimo ci raggiungono Josè e il suo assistente, pronti a scattare un numero non ben quantificato di fotografie.  
Ci accomodiamo sui divanetti esterni, sul tavolino davanti a noi c’è un cestello con lo champagne e persino l’aranciata per i bambini. Il clima di oggi è fantastico: c’è un sole straripante, unito ad leggero venticello che rende il caldo meno afoso e ci consente di goderci questo giro in barca.
Non appena vedo avvicinarsi la costa e, in lontananza, lo chalet sul mare, il cuore prende a battermi forte. Sarà pure un semplice rinnovo delle promesse, ma è pur sempre un’occasione unica, speciale, un momento che mi vede protagonista, e questa consapevolezza mi regala non poche emozioni.
Alfred, con la sua abilità, attracca al piccolo porticciolo in modo tale da far coincidere la nostra passerella con quella in legno realizzata per accedere allo chalet e addobbata con lanterne bianche e gli stessi splendidi fiori che c’erano sulla Grace.
Gli uomini scendono dalla barca, e poi aiutano a scendere me, mia madre e i bambini.
A pochi metri da noi, ci attendono Doreen e la sua assistente, Frida, con gli altri bambini che completano il gruppo di paggetti e damigelle, otto in totale.
“Lo sposo è pronto e molto emozionato” mi comunica Doreen con un sorriso.
“Noi raggiungiamo gli invitati” dice mia madre, sfiorandomi il viso in una carezza che dice tutto.
Resta con me solo mio padre, che si sistema la cravatta già perfetta semplicemente per scaricare in qualche modo l’emozione.
“Sei bellissimo, papà”
“Sei tu ad essere bellissima, piccola mia” mi dà un delicato bacio sulla fronte.
“Bimbi, siamo pronti?” chiede Frida, dopo che ha ordinato per coppia i paggetti e le damigelle.
“Sììì!” esclamano in coro, quasi più euforici di me.
Li guardo tutti e non posso fare a meno di commuovermi. Dieci anni fa i miei figli erano solo un inconsapevole desiderio nascosto nel mio cuore, e i miei nipotini... beh, mi piace pensare che sono nati anche per un pizzico di merito mio e di Christian, perché è stato anche grazie a noi che i loro genitori si sono incontrati.
“Sei pronta, tesoro?” domanda mio padre.
Faccio un respiro profondo e annuisco, decisa. “Sì. E tu?”
“Dieci anni fa, accompagnarti all’altare è stata la camminata più bella della mia vita. Ma oggi lo è ancora di più, perché so con certezza che, ancora una volta, ti sto accompagnando verso la felicità. Quindi sì, sono pronto”.
 

POV CHRISTIAN

I raggi del sole si riflettono sui gemelli a forma di trifoglio al polsino della mia camicia, facendoli luccicare. Me li ha regalati Ana per Natale, qualche anno fa, su ogni foglia c’è incisa l’iniziale dei nostri figli, e per questo sono tra i pochi oggetti materiali di inestimabile valore per me.
Oggi è una giornata stupenda, ed io sono pieno di emozione, ma non quell’emozione che ti serra lo stomaco e ti fa tremare le gambe; è più un senso di euforia, felicità e completa beatitudine. Non vedo l’ora di vedere arrivare Anastasia e prometterle ancora una volta di amarla per tutta la vita e di renderla il centro del mio universo, come faccio ogni giorno da dieci anni.
L’idea di celebrare queste promesse davanti ai nostri figli, che sono la personificazione del nostro amore, mi regala una gioia indescrivibile.
Rivolgo lo sguardo al mare e chiudo per un attimo gli occhi, godendomi semplicemente la carezza calda del sole sulla pelle. Mi sento così bene, ben più rilassato rispetto a dieci anni fa.
A riportarmi bruscamente alla realtà è una manina che si intrufola tra i miei capelli e tira forte. Mi volto, ben consapevole di chi sia il colpevole.
“Io ero solo venuto a chiederti come stessi” si giustifica Elliot, con Ed in braccio “Ma questo monello voleva attirare la tua attenzione, a modo suo”
E davanti a quel sorrisino sdentato io davvero non riesco a resistere: allungo le mani verso il mio nipotino e lo prendo in braccio. È tenero ed elegantissimo nel suo completino tutto bianco.
“Sto a meraviglia, fratello. Non vedo l’ora che arrivino Ana e i bambini e..”
Un brusio crescente attira la mia attenzione. Guardo verso l’inizio della navata, realizzata con un tappeto bianco, lanterne, fiori azzurri e costeggiata a destra e sinistra da veli bianchi, e vedo arrivare Carla e Bob. Se sono arrivati loro, significa che sta per arrivare anche la sposa.
Riconsegno Ed a suo padre e allargo le braccia per accoglierli.
“Caro” mormora Carla, abbracciandomi “Quanto sei bello”
Credo di essere appena arrossito.
“Grazie, Carla”
“Anastasia sta arrivando, insieme ai paggetti e alle damigelle, ed è incantevole” mi comunica Bob.
“Non ho il minimo dubbio. Sono io che non credo sarò alla sua altezza”
Mia suocera mi poggia una mano sulla guancia, credo sia la prima volta in dieci anni.
“Christian, tu sei sempre stato il meglio che Anastasia potesse desiderare dalla vita, come uomo, compagno di vita e padre dei suoi figli. Ricordalo sempre...” mi guarda negli occhi con un’intensità che mi fa vibrare il cuore.
Non riesco a sussurrare altro se non un flebile “Grazie”, con la voce carica di emozione.
Carla e Bob vanno a sedersi sul lato sinistro della navata, accanto a Lindy, e il quarto posto è riservato a Ray. Dietro di loro ci sono Thomas e Roxy con il piccolo Ryan, l’unico non arruolato nella schiera di paggetti e damigelle. A destra ci sono, in prima fila, i miei genitori e la nonna Rose e dietro di loro Elliot, Kate, Mia ed Ethan. Nelle file successive i nostri parenti e amici più stretti.
Doreen, la nostra wedding planner, e la sua assistente, arrivano spedite sui loro tacchi a spillo e chiedono a tutti di sedersi, fanno un segno di ok all’orchestra e al celebrante e poi si defilano su due sedie laterali.
È ora. Ana tra pochi istanti percorrerà questa navata che la porterà da me, come dieci anni fa, e come dieci anni fa io mi sento impaziente ed emozionato.
Cerco di non muovermi troppo sul posto, e prendo un lungo respiro non appena l’orchestra si addentra nelle prime note della marcia nuziale di Wagner. Mi perdo per un attimo negli occhi lucidi di mia madre, poi riporto subito lo sguardo al fondo della navata, che si mescola all’azzurro del mare sullo sfondo.
E le vedo.
Quattro meravigliose coppie di paggetti e damigelle: i primi sono Chris e Allie, dietro di loro Elliot e Lizzy, poi Lucas e Phoebe e infine Teddy e Ava. I maschietti in azzurro e le femminucce in bianco, con in mano dei piccoli bouquet di fiori. Sono talmente belli da togliere il fiato.
Il respiro se ne va completamente, insieme al cuore, quando il mio sguardo si posa su Anastasia, al braccio di suo padre pochi metri dietro i bambini. Indossa un abito bianco, e l’unica cosa che recepisco è che davanti lascia le gambe scoperte. Per il resto, non saprei descriverlo, perché tutta la mia attenzione, tutta la mia linfa, è attratta dall’aura di meraviglia che avvolge mia moglie: la sua bellezza eterea, i suoi occhi che luccicano, il sorriso felice, emozionato e timido al tempo stesso.
In un attimo si sovrappone quest’immagine a quella di dieci anni fa, quando la vedevo arrivare all’altare, neanche ventiduenne, con lo stesso identico sorriso di adesso e gli occhi pieni di sogni, quei sogni che giurai a me stesso di farle realizzare, uno ad uno.
Il cuore fa quasi male nel petto mentre la vedo avvicinarsi metro dopo metro.
Bacio ognuno dei bambini sulla fronte, loro si dividono in due file per creare lo spazio in mezzo e far avanzare Ray e Anastasia fino a me.
Mio suocero mi dà una pacca sulla spalla e poi un mezzo abbraccio, nel quale si avvicina al mio orecchio. “Oggi, più di allora, so che il cuore e la felicità della mia bambina non potrebbero essere in mani migliori. Sei il miglior figlio maschio che potessi desiderare”
Quelle due parole, figlio maschio, all’apparenza così innocue, hanno il potere di destabilizzarmi per un attimo.
Gli sorrido. “Grazie, Ray”
Mi porge la mano di Ana, io la stringo forte e la sento tremare quanto la mia. Sposto entrambe le mie mani sulle sue guance e immergo gli occhi nei suoi.
Casa. Questi occhi sono sempre stati e sempre saranno la mia casa.
“Ti amo” sussurro semplicemente, ma lei lo sa che in quelle due parole è racchiuso tutto l’agglomerato di sentimenti che ho nel cuore.
Ana mi sorride e porge il viso verso il mio per darmi un casto bacio sulle labbra.
Ray va a sedersi accanto a Lindy, Carla e Bob, mentre i bambini raggiungono i loro genitori, ad eccezione dei nostri figli che siedono accanto a noi, Teddy dal lato di Ana, e Phoebe ed Allie dal mio.
Il celebrante dà inizio alla cerimonia, durante la quale Ana, io e i bambini ci teniamo per mano tutto il tempo. Mi sento completamente rilassato e con il cuore leggero.
Quando giunge il momento delle promesse, però, il cuore prende a battermi forte e l’emozione si fa sentire ancora di più di quanto non abbia fatto fino ad ora. Da quando ho conosciuto Anastasia, ho imparato ad esternare di più le mie emozioni e i miei pensieri, ma credo che non sarò mai davvero pronto a mettere a nudo la mia anima al cospetto di tante persone.
Nelle ultime due settimane ho provato tante volte a mettere nero su bianco i pensieri e le promesse che custodisco dentro di me, e innumerevoli volte scrivevo, cancellavo, correggevo e strappavo. Alla fine, è venuto tutto fuori stanotte, nel giardino della casa dei miei genitori, mentre passeggiavo nella speranza che mi venisse sonno.
Estraggo dalla tasca interna della giacca il foglio piegato in quattro e mi volto verso mia moglie. “Chiedo scusa a Doreen e Frida se le mie promesse non sono scritte su una pergamena in filigrana d’oro, ma stanotte avevo a disposizione solo la carta intestata dell’ufficio legale di mio padre”
Mostro agli invitati il logo nell’angolo in alto del foglio, scatenando le loro risate e quelle di Ana. Questo esordio mi aiuta a rilassarmi un pochino, dopodichè prendo un profondo respiro e mi appresto a leggere.
“Se dovessi contare quante volte, in questo mese e mezzo, mi è stato chiesto se fossi voluto tornare a dieci anni fa, non mi basterebbero entrambe le mani. La verità è che il tempo con te è sempre stato relativo. Ci siamo sposati appena due mesi e mezzo dopo esserci conosciuti, eppure per me è stato come se ti avessi avuto con me e dentro di me da tutta la vita, come se inconsapevolmente ti stessi aspettando, senza neanche rendermene conto. Ci siamo sposati dieci anni fa, ma a volte sembrano appena poche settimane, forse perché sei bella, dolce e gioiosa come quella ventiduenne che ho portato all’altare allora, o forse perché sento ancora dentro tutta l’euforia, la passione e il desiderio di condividere la vita con te, esattamente come quel giorno. Altre volte gli anni sembrano il doppio, perché abbiamo vissuto così tanto che il tempo in alcuni momenti è come se si fosse dilatato.
Voglio accontentare tutti quelli che mi hanno posto la domanda di cui parlavo prima e posso rispondere senza dubbio che no, non vorrei tornare a dieci anni fa. Non perché non mi piacerebbe rivivere tutto ciò che abbiamo vissuto, bensì perché amo troppo il nostro presente. Amo i nostri figli più della mia stessa vita...” abbasso lo sguardo sui nostri bambini, che mi rivolgono i loro sorrisi dolci, e poi guardo Ana, che ha gli occhi pieni di lacrime “...amo la famiglia che stiamo costruendo, amo la nostra felicità e tutto quello che abbiamo fatto e che facciamo giorno per giorno per custodirla e farne tesoro.
Ti prometto ancora, come ho fatto dieci anni fa, di avere cura della nostra unione e della nostra famiglia; prometto di proteggerti, rispettarti e avere fiducia in te. Anche perché devo ammettere, mio malgrado, che spesso, su tante cose hai ragione tu. Ti prometto di sostenere sempre i tuoi sogni, esattamente come tu hai fatto e fai con me. Il tuo amore, la tua stima, la tua forza, il tuo sorriso e quello dei nostri bambini, sono il motore della mia vita, mi danno costantemente il coraggio di oltrepassare i miei limiti e superare qualsiasi ostacolo. In questi dieci anni credo davvero di essere diventato un uomo migliore, e non perché sia stata tu a cambiarmi, ma perché è stata la tua naturale capacità di amarmi per quello che sono, a far sbocciare dentro di me il desiderio di essere un uomo migliore, per te e per i nostri figli.
La mia più grande promessa è proprio questa: continuare ad essere un uomo degno di te, di voi, oggi, come dieci anni fa, e per sempre”.
Intorno a noi scroscia un lungo e forte applauso, ma i miei occhi sono completamente calamitati da quelli di Anastasia, luminosi, emozionati e traboccanti di lacrime. Con una mano stringe forte la mia, e con l’altra si tampona delicatamente gli angoli degli occhi per frenare le lacrime.
Tenendo la mano nella mia, allunga l’altra verso sua madre, che estrae un foglio dalla borsetta e glielo passa. Ana respira profondamente, si schiarisce la voce e poi comincia a leggere.
“In questo stesso giorno di dieci anni fa, mentre ti dicevo davanti all’altare, mi chiedevo se fossi davvero pronta ad essere una moglie, a gestire una casa, a starti accanto riuscendo ad essere il pilastro a cui appoggiarti e allo stesso tempo il tetto per proteggerti. Sono dubbi normali in una sposa, giusto?
L’unica cosa su cui mai ho avuto il minimo dubbio, è stato il desiderio di trascorrere la mia vita con te, di crescere insieme a te, di affrontare la quotidianità insieme a te.
Dieci anni fa ti promettevo di condividere gioie e dolori, di ridere e piangere con te. E in questi dieci anni c’è stato spazio proprio per tutto: la vita qualche volta ci ha messo a dura prova, e altre volte ci ha regalato momenti meravigliosi..” guarda con tenerezza i nostri figli, poi riprende a leggere “..ci ha regalato i nostri bambini, che sono stati e sono la sorpresa più sconvolgente e straordinaria che potessimo ricevere. E se, quando ti ho sposato, credevo di non poterti amare di più, quando ti ho visto con i nostri figli tra le braccia, ho scoperto una forma d’amore che non pensavo esistesse. E quell’amore si rinnova e si rafforza ogni giorno, mentre mettiamo nuovi mattoncini alla nostra vita e alla nostra felicità.
Dieci anni fa ti ho promesso di offrirti consolazione nei momenti di bisogno, ma piano piano ho scoperto che nessuno di noi due è più forte dell’altro, ma è dal nostro amore, dal nostro noi, che insieme traiamo la forza per affrontare e superare qualsiasi momento, ed è dai nostri figli che arriva la linfa vitale per guardare con un sorriso al futuro.
Dieci anni fa ti ho promesso di condividere le mie speranze e i miei sogni con te, e di sostenerti nei tuoi obiettivi e nei tuoi sogni. Quel ragazzo che ho sposato credeva di non averne più, ma non sai che spettacolo sia vederti scoprire nuovi sogni, nuovi orizzonti, e vederti combattere con la tua forza e la tua grinta per raggiungerli. Quella forza e quella grinta che per me sono motivo di orgoglio e allo stesso tempo il mio più grande esempio. Perché, anche se hai un caratterino niente male, alla fine sei tu il mio primo sostenitore, colui che mi ricorda sempre di credere in me stessa, che mi dà il coraggio di guardare oltre i miei confini.
Oggi, a quasi trentadue anni, non ho più i dubbi di quella giovane sposina, ma solo una grande certezza: che la mia vita non poteva intrecciarsi a quella di nessuno se non alla tua, che con le nostre mani unite e i nostri figli nel nostro abbraccio, posso guardare al futuro senza paura, ma solo con un’immensa voglia di viverlo”.
Tra gli invitati parte un grande applauso, ma noi non lo vediamo, troppo impegnati a parlarci con gli occhi lucidi e a dirci tra gli sguardi tutto ciò che non abbiamo detto a voce.
Sbatto velocemente le palpebre per mascherare le lacrime e turo su con il naso. Nessuno più di mia moglie riesce a toccare le corde giuste per farmi battere il cuore e farmi sentire in pace con il mondo.
Il celebrante ci invita ad unire le mani sinistre davanti a lui per benedire gli anelli, gli stessi che portiamo da dieci anni.
“Che il vostro amore, rinnovato davanti a Dio, sia la forza motrice della vostra vita. Io vi dichiaro, nuovamente, marito e moglie” annuncia, poi mi fa un cenno, autorizzandomi a baciare la sposa.
Azzero la distanza tra me e Anastasia, le disegno i contorni del viso con le dita, guardandola negli occhi. Poi le prendo le guance tra le mani e poso dolcemente le labbra sulle sue. Ana intrufola le dita tra i miei capelli e ricambia il bacio, poi mi guarda negli occhi e mi rivolge il sorriso più bello del mondo.
“Ti amo da impazzire” dice, sfiorando la punta del naso contro la mia.
“Io di più” la abbraccio forte.
Teddy, Phoebe ed Allie si arpionano alle nostre gambe; Ana ed io ci chiniamo alla loro altezza e li stringiamo forte. E questo abbraccio gigante racchiude tutto quello che di importante, grandioso e straordinario abbiamo costruito in questi primi dieci anni di noi.
 
“Papii, andiamo a ballare?” Phoebe si aggrappa al mio braccio.
Siamo a metà della cena, in attesa della terza portata, dopo un fantastico antipasto di mare e terra e un doppio assaggio di primi, e il maestro di cerimonie ha invitato me e Ana ad aprire le danze.
“Ma devo essere io a ballare con lo sposo!” protesta Anastasia.
Phoebe sembra essere di tutt’altro avviso. “No, prima io!” si impunta.
Sollevo le spalle verso Ana, come a dire che non ho altra scelta, mi alzo dalla nostra tavola e seguo mia figlia nella piccola pista da ballo improvvisata a ridosso della grande vetrata.
Mia moglie ed io abbiamo scelto le canzoni che hanno fatto da colonna sonora al nostro amore in questi dieci anni, e quella che viene scelta per inaugurare il primo ballo è My all di Mariah Carey. A volte la suono al pianoforte e ai miei figli piace molto, Phoebe riconosce le prime note e le brillano gli occhi.
La prendo in braccio e lei aggancia le gambe al mio busto e le braccia al mio collo, accostando la guancia alla mia. Ondeggiamo lentamente a ritmo con la musica, con lo sguardo rivolto verso il mare.
“È una festa bellissima, papà” mormora ad un tratto mia figlia.
“Ti piace, amore?”
Lei annuisce. “Tanto. E tu e la mamma sembrate il principe e la principessa delle favole” 
“La mamma è stupenda, e voi ancora di più”
“Papiiii!” una vocina dolce e una manina che mi tira la giacca attirano la mia attenzione.
Abbasso lo sguardo e incontro il terzo paio di occhi azzurri che mi ha sconvolto la vita.
“Anche io” dice Allie, sollevando le braccia.
Mi chino e la sollevo, lei si arpiona dal lato opposto rispetto alla sorella, ed entrambe si stringono a me.
“Non so per quanto ancora riuscirò a tenervi in braccio insieme, non sono più giovane come una volta”
“Sìì, tu sei giovane, papà!” ribatte Phoebe.
Allie, per confermare la tesi della sorella, mi prende il viso tra le sue manine e mi stampa un bacio sul naso. E basta quello a farmi sciogliere. A costo di mandare in pezzi la mia schiena, non ho intenzione di staccarmi dalle mie principesse; questo ballo insieme a loro è tra i più belli della mia vita.
“Mamma!” esclama ad un tratto Allie, indicando un punto dietro di noi.
Mi volto e vedo arrivare Ana e Teddy, si avvicinano a noi e cominciano a ballare anche loro, con Teddy che abbraccia la sua mamma e appoggia la testa sul suo seno. 
Dio, sono meravigliosi.
Quando la canzone giunge al termine, metto giù le bambine e prendo tra le braccia mia moglie, mentre partono dolci le note di Love me like you do di Ellie Goulding. Stringo forte Anastasia e balliamo il nostro lento, mentre, intorno a noi, tutti i bambini si uniscono in cerchio e girano piano piano, con noi al centro. Sembrano piccoli protagonisti di una fiaba, con i loro vestitini eleganti e la loro dolcezza unica.
“Allora, Mr Grey, sei felice?” chiede mia moglie.
“Beh, vediamo: ho tra le braccia la donna più bella, dolce e talentuosa del mondo, alla quale ho promesso ancora amore eterno, cosa che, comunque, faccio ogni giorno. Siamo insieme a tutta la nostra famiglia, i nostri amici, e soprattutto i nostri figli, che sono la luce dei miei occhi. Secondo te, potrei essere più felice di così?”
Anastasia sorride e si sporge verso il mio viso per baciarmi. “Risposta esatta, Mr Grey. E, se può interessarti, anche io non potrei essere più felice di così..”
“Sai qual è la tua meraviglia? Che negli occhi, nel sorriso, io riesco sempre a vedere quella ragazza ventunenne di cui mi sono innamorato. Passano gli anni ma la luce del tuo sguardo e del tuo sorriso è sempre la stessa, ed è la luce che mi riporta a casa, ogni volta”
Vedo i suoi occhi diventare lucidi.
“Vuoi farmi piangere proprio tanto oggi” dice, poi mi abbraccia, ed io la tengo stretta fino alla fine della canzone.
Al termine della cena, prima di spostarci di nuovo all’esterno per il taglio della torta e il buffet di dolci, il maestro di cerimonie invita me e Anastasia a sederci su due sedie al centro della sala. Dal soffitto viene srotolato quello che sembra un telo bianco, ma in realtà è uno schermo avvolgibile collegato ad un computer.
“Mr e Mrs Grey, c’è un regalo molto speciale per voi, che abbiamo pensato di mostrarvi adesso proprio per dare una bellissima conclusione ad una cerimonia già di per sé meravigliosa”
Ana ed io ci guardiamo negli occhi, perplessi.
“Ma un regalo da parte di chi?” sussurro a mia moglie “Tu sapevi qualcosa?”
Lei solleva le spalle. “Giuro di no. Non ho idea..”
Le luci in sala si abbassano e sullo schermo si materializza una foto del nostro matrimonio, una delle mie preferite, tra l’altro. Partono le prime note di Thousand years, e a quella foto segue la prima ecografia di Teddy. Ana ha un leggero sussulto, mi stringe più forte la mano, e si porta l’altra alle labbra per trattenere le lacrime, senza successo. Come in un piccolo film, si susseguono le foto della gravidanza di Teddy, quelle della sua nascita e i video di quando era piccolo. Non posso negare che anche io sento un leggero tuffo al cuore nell’immergermi in quei ricordi. Ma quello scricciolo di pochi mesi che imparava a gattonare è davvero il mio bambino, quello riflessivo, dolce e amante della lettura?
Alle foto di Teddy si uniscono poi quelle della gravidanza, della nascita e dei primi anni di Phoebe, e poi quelle di Allison. Anastasia ormai piange senza alcun freno, e anche io sento gli occhi pizzicare. È straordinario rivivere tutti questi momenti meravigliosi.
Ma la parte più bella in assoluto di tutto il video arriva alla fine, quando una foto di noi cinque alla mia festa di compleanno sfuma in un video in cui ci sono tutti e tre i nostri figli, nel giardino di casa dei miei genitori.
“Ciao mamma, ciao papà!!” esclamano in coro, salutando verso la videocamera.
Teddy è il primo a prendere la parola. “Abbiamo voluto mettere insieme tutte le foto di quando eravamo piccoli, perché voi dite sempre che siamo la cosa più bella che abbiate fatto. Noi invece vi vogliamo dire che siete la mamma e il papà più belli e bravi del mondo...”
La seconda a prendere la parola è Phoebe “...perchè ci fate tante coccole, giocate sempre con noi, ci aiutate a fare i compiti e ci portate in tanti posti bellissimi. Anche se qualche volta facciamo i monelli e ci sgridate un pochino, poi facciamo pace subito...”
E dulcis in fundo, Allison “...vi amiamo tanto tanto” dice con quella voce dolcissima, poi manda un bacino verso la videocamera.
Il video si conclude con loro tre che si abbracciano e salutano.
In sala parte un applauso, mentre io e Ana ci alziamo per abbracciare i nostri bambini e dare libero sfogo alle lacrime.
“È il regalo più bello e prezioso del mondo” dice Anastasia.
Voi siete il regalo più bello e prezioso del mondo” aggiungo “Anche noi vi amiamo tantissimo”
Non mi staccherei mai da questo abbraccio, perché è l’unico posto al mondo in cui sento tutti i miei pezzi andare al loro posto, l’unico posto al mondo che mi fa sentire completo, giusto, felice.
Tenendo i bambini per mano, usciamo sulla piattaforma esterna, dov’è stato magistralmente allestito il tavolo con la torta, scelta proprio dai nostri figli: una meraviglia di quattro piani, ognuno con una farcitura diversa, ricoperti da un sottile strato di panna e decorati con conchiglie di zucchero realizzate a mano una per una, bianche con sfumature azzurre.
Ana ed io avvolgiamo insieme il manico del coltello per il primo taglio, suggellato da un bacio, dopodichè ci vengono offerti due flute di champagne.
“E noi?” domanda Teddy, rivolgendosi al cameriere.
Ana sgrana gli occhi. “Teddy, cosa dici? È alcolico questo!”
Ridacchio. “Vabè dai, magari un goccino”
Il cameriere sorride e porta subito altri tre flute, riempiti a stento di un dito.
“A noi” dico semplicemente, senza bisogno di aggiungere altro. Tutto quello che conta è in quelle tre lettere.
Facciamo tintinnare i nostri bicchieri insieme a quelli dei bambini, poi osserviamo le loro reazioni: Allie annusa e fa una smorfia di disappunto, mentre Teddy e Phoebe assaggiano, e sembrano apprezzare.
“Mi fanno paura” mormora Anastasia.
Io rido divertito e la prendo tra le braccia, proprio mentre un boato squarcia il vociare di sottofondo. Alziamo lo sguardo al cielo e veniamo rapiti dallo spettacolo dei fuochi d’artificio.
Ci avviciniamo al limite della piattaforma, quasi sulla spiaggia, per ammirarli meglio. Anastasia si appoggia con la schiena al mio petto, ed io chiudo le braccia intorno al suo corpo.
“Buon anniversario, Mrs Grey” sussurro al suo orecchio.
Lei intreccia le dita alle mie. “Buon anniversario anche a te, amore mio. E che sia solo l’inizio...”
 
 

Angolo me.
Non potevo non tornare con un capitolo super zuccheroso, no? È sempre stato il mio marchio di fabbrica!
Finalmente Ana e Christian hanno rinnovato le promesse, in una location sul mare, circondati dall’amore della famiglia e, soprattutto, dei loro bambini.
Nel prossimo capitolo li accompagneremo nella loro seconda luna di miele. Avete qualche idea su dove potrei aver deciso di mandarli?
Mai come stavolta, aspetto con ansia i vostri pareri, anche per tornare ad interagire attivamente con voi anche se, come dicevo prima, in questi mesi ho comunque ricevuto vari messaggi da parte vostra. E di questo non posso che ringraziarvi con tutto il cuore, perché vuol dire che vi siete affezionate alla mia storia, e senza il vostro affetto la mia storia non andrebbe avanti.
Vi ringrazio, soprattutto, per la pazienza che avete portato fino ad ora e sarò felicissima se vorrete continuare a seguire me e la mia storia, nonostante i tempi un po’ lunghi.
Vi mando un abbraccio enorme e spero di pubblicare il prossimo capitolo in tempi decenti.
Grazie, grazie, grazie.
Sempre vostra, Mery.

 

 
   
 
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