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Autore: Flofly    08/08/2022    0 recensioni
Completa. Sequel di "Quel che è Stato, quel che Sarà" Quando hanno deciso di rendere pubblica la loro storia Draco ed Hermione erano pronti ad affrontare lo sdegno dell'opinione pubblica.
Quello che non sanno però è che un pericolo ben più grande di Rita Skeeter sta per travolgere l'intera Hogwarts.
Genere: Avventura, Generale, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora, Ted/Andromeda
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Da V libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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Con la pelle ancora calda e profumata dal bagno Ginny ed Hermione avevano indossato la lunga tunica verde con il cappuccio che Pansy aveva dato loro. Avevano entrambe provato a far notare che era assolutamente inutile, visto che nessuno le avrebbe viste ma Pansy era stata irremovibile e aveva minacciato di inseguirle per tutto il castello al termine del rituale per assicurarsi che non si fossero messe i loro ridicoli abiti da natababbana e babbanofile par loro.

«Davvero non abbiamo mai fatto caso che metà popolazione femminile di Serpeverde spariva durante la notte? Cos’è quando hanno il primo ciclo gli danno il biglietto di ingresso?» bisbigliò Ginny mentre scendevano affacciandosi nel corridoio e notando la lunga fila di cappucci color smeraldo che uscivano silenziosamente dalla Sala comune di Serpeverde «E comunque è discriminatorio. Capisco la storia del Serpente e tutto…ma non dovrebbero esserci queste festicciole private in un posto come Hogwarts»

Il grande portone di pietra si aprì senza fare rumore, permettendo alle ragazze di sciamare verso l’esterno, accolte da una notte stellata particolarmente tiepida per essere i primi di febbraio.

Hermione si fermò a respirare, incredula. Era certa di aver già sentito quell’odore di fiori appena sbocciati e rugiada del mattino, di acqua dolce del lago e balsamica di aghi di abete.

L’odore stesso della foresta, aveva pensato al tempo, in un luogo sospeso nello spazio e rintanato nelle pieghe del passato. L’odore del Bosco di Hogsmeade.

Lanciò guardinga un’occhiata a Pansy, il viso inespressivo come le statue a guardia del Castello. Il respiro appena più affannoso del solito tuttavia la tradiva, nonostante l’estremo sforzo di autocontrollo che stava esercitando su sé stessa. Anche lei aveva riconosciuto il profumo ne era certa. E anche lei vedeva apparire nella mente le immagini di quella sera, sempre meno avvolte dalla nebbia.

Vi porterò lì dove la terra è sempre fertile. Dove l’acqua è il cielo e la terrà è morbida. Dove non c’è inizio e non c’è fine

Un tuono rimbombò mentre un lampo illuminava la notte. Ginny alzò gli occhi al cielo, pensierosa: la notte era limpida, tersa, nemmeno un accenno di nuvola che potesse giustificarlo. Poi notando che il gruppo stava iniziando a spostarsi verso la Foresta Proibita prese per il braccio Hermione, che sembrava persa dietro uno di quei suoi ragionamenti impossibili e la costrinse ad accelerare. Se avessero perso quel branco di disagiate purosangue avrebbero rischiato di rimanere fuori dalla cerimonia. E non era solo l’idea di dover spiegare a quella folle della Parkinson di aver mancato a quella che sembrava essere un’ossessione.

No, se doveva essere sincera Ginevra Molly Weasley sentiva come se dei fili invisibili la trainassero, unendo tutti gli attimi non solo del suo passato, ma anche di chi era venuto prima di lei. Una forza invisibile la spingeva insieme al gruppo, quasi una goccia di uno stesso fiume in piena che non poteva essere arginato. Non si era mai sentita inadeguata o fuori posto in vita sua, ma quello che sentiva quella sera era che se c’era mai stato un posto e un luogo in cui doveva essere era lì, ad Hogwarts, a seguire gente con cui non avrebbe neanche diviso uno scones, in una notte troppo calda e profumata per essere ancora inverno.

Man mano che si inoltravano nella foresta le chiome degli alberi si chiudevano sopra di loro, impedendogli di scorgere il cielo stellato. Eppure era facile seguire il sentiero, bastava seguire la luce calde delle decine di candele che le ragazze incappucciate tenevano in mano, il rumore dei passi sulla terra umida l’unico rumore attorno a loro. Persino gli animali sembravano accompagnarli in silenzio.

Forse fu per quell’irreale mancanza di suono che quando udirono lo scricchiolio del fuoco quasi sussultarono, ancora prima di sentirne il calore. Una dopo l’altra la fila di ragazze si dispose ordinatamente in cerchio attorno al falò, ancora con i cappucci in testa e la candela accesa davanti a loro. Davanti al fuoco c’era una donna che volgeva loro la schiena, ben visibile il segno di un serpente che si mordeva la coda ricamato in argento brillante che spiccava contro la stoffa verde smeraldo. 

«Millicent, Eloise, per favore allontanatevi, siete troppo vicine» sebbene ancora non riuscissero a vederla in viso quella voce vellutata e profonda era inconfondibile anche prima che tirasse giù il cappuccio rivelando una cascata di capelli chiarissimi.

Per un attimo Hermione si trovò a ricordare una chioma simile appena scossa dal vento e la stessa fissità della figura, quasi ieratica, di Arael Malfoy di fronte ad un albero di melo eternamente in fiore. Fu però costretta ben presto a concentrarsi su questioni più pragmatiche, quando Ginny la strattonò per impedirle di muoversi. Quel piccolo spazio che la Montemorcy aveva appena creato era perfetto per loro due. E dallo sguardo assassino di Pansy appena coperto dal bordo del cappuccio era evidente che la Weasley non fosse la sola a pensarlo.

Che la Parkinson le avesse tradite? Che avesse raccontato del Mantello dell’Invisibilità ad un professore? Harry le avrebbe uccise… anche perché, senza alcun motivo apparente, la professoressa di divinazione sembrava avere una predilezione per Piton, che di certo non avrebbe impiegato troppo tempo ad associare uno degli oggetti più preziosi e rari del mondo magico ai Malandrini.

Una dopo l’altra le candele volarono via dalle mani delle studentesse, galleggiando morbide verso l’alto, due stanghe sottili non allineate unite in alto, la fiamma che iniziò a tremolare appena la strega più grande iniziò a tracciare segni infuocati nell’aria con la bacchetta.

La prima era una croce incrociata, come quella che aveva trovato mentre la voce di Niamh risuonava alta e limpida nel silenzio della notte.

 

Che il caro Inverno possa riposare,

mentre la Terra inizia a fremere

che ogni creatura possa rinascere al cospetto della Dea

Anche gli alberi attorno a loro sembrarono reagire, le fronde che iniziavano a stormire riempiendo l’aria di quel rumore ritmico e ancestrale.

La bacchetta si alzò di nuovo, questa volta tracciando un cerchio.  Ginny le si strinse addosso, mentre iniziava d’improvviso ad alzarsi un forte vento. Ci mancava solo che il mantello dell’invisibilità si alzasse, rivelando la loro presenza sgradita a quel congresso.

 

Nel fuoco la Triplice ritorna,

accarezzando benevola le nostre menti.

È il momento della nascita, mentre la Terra freme di vita,

 

La strega indirizzò la bacchetta verso le fiamme, mentre una lunga striscia infuocata si alzava seguendo docile il movimento del polso della donna e nell’aria si diffondeva sempre più forte un odore dolce e rassicurante, come una sera d’estate alla Tana, sdraiati nel prato a guardare le stelle e a parlare di tutto e niente, l’odore dell’erba e del calore del giorno appena trascorso ancora sulla pelle.

Di nuovo, da lontano il fragore dei tuoni riempì di nuovo la notte, talmente forte da far tremare l’aria attorno a loro mentre sotto gli occhi esterrefatti di Hermione e Ginny l’elegante lingua di fuoco assumeva l’inequivocabile forma di un serpente che strisciò accanto a tutte loro, lento e ipnotico.

Nessuna delle Serpeverde si mosse, le bocche che si muovevano in una litania senza fine, incapaci di staccare lo sguardo affascinato dal rettile fatto di fiamme che accattivante e morbido strisciava tra i loro corpi, la lingua di lava che saettava nell’aria.

Un primo cerchio e poi un altro, l’essere girava sempre più veloce creando dei cerchi perfetti, talmente rapido che ad un certo punto era impossibile distinguerne l’inizio e la fine.

L’eterno fluire del tempo. Il passato e il presente che si incrociavano.

L’oroboro, lo stesso che adornava la schiena di Draco.

Ginny per un attimo sentì lo sguardo della Montemorcy fisso su di loro, gli occhi neri che brillavano anche nell’oscurità e le fiamme che danzavano creando dei giochi di luce incandescenti sui capelli argentei.

Sei una di noi Ginevra Weasley.

Poi tutto divenne buio. Mentre cadeva dolcemente in terra non aveva paura, neanche quando anche la mano di Hermione accanto a lei divenne più debole, segno che anche lei stava per perdere conoscenza.

 

***

 

Quando sentì un bussare ritmico e pesante alla porta, come se qualcuno stesse colpendo il legno con qualcosa di metallo, pensò che fosse un’allucinazione o qualche pubblicità. Andromeda era al San Mungo quella sera, Remus da Sirius e Nymphadora ad Hogwarts. Fosse stato Arthur avrebbe usato il campanello babbano, quell’uomo era dannatamente affascinato da tutto ciò che riguardava i babbani. Una volta l’aveva tenuto un pomeriggio intero per farsi spiegare esattamente il funzionamento della macchina per il caffè. Senza scordarsi quando, durante una cena di Natale, gli avesse chiesto cosa fosse un preservativo. E Molly… beh Molly aveva sempre le mani piene quando andava a trovarlo, rimproverando bonariamente Andromeda di non cucinare pasti sostanziosi e sani. Anche se sarebbe stato più esatto dire che sua moglie non cucinava affatto. Al massimo, quando pensava di fregarlo facendo qualcosa di carino, ordinava al ristorante e se lo faceva consegnare a casa, sporcando anche appositamente qualche padella.

Il fatto era però che non sapeva neanche come cucinare un uovo al tegamino senza bruciarlo, quindi era davvero poco credibile che se ne uscisse con piatti troppo elaborati.

Ma amava che lei si desse tutto quel daffare per lui, dopo tanti anni.

E poi in fondo se c’era una cosa che quella donna sapeva fare era scegliere sempre le cose migliori.

Era andato in cucina a prendersi una birra quando sentì di nuovo quel rumore ritmico, sempre più pressante. E visto che al momento in TV stavano trasmettendo la Premier League, decisamente non veniva dal suo amato elettrodomestico appositamente modificato per funzionare anche con la magia.

Stupito e con ancora la bottiglia in mano andò ad aprire.

«Ma cos’è oltre che natobabbano sei anche sordo?» la voce annoiata e fastidiosa gli arrivò con qualche secondo di ritardo, come se anche il suo cervello si rifiutasse di realizzare che lì, davanti a lui, sull’uscio della sua bellissima casa, c’era Lucius Malfoy.

«Hai intenzione di invitarmi ad entrare? O dobbiamo restare qui come gargoyles?» chiese con un sorriso talmente falso che per un attimo si chiese se non fosse sua figlia che gli stesse facendo uno scherzo di pessimo gusto.

Senza aspettare risposta quella patetica scusa di essere umano entrò, senza nemmeno far finta di non soppesare lo sguardo su ogni singola mattonella.

«Puoi far smettere questo frastuono, per cortesia? Si può sapere cosa stavi facendo?» chiese guardando con disgusto la televisione, da cui proveniva la voce di un telecronista piuttosto agitato. Perfetto, grazie a quello stronzo aveva anche perso il gol del Manchester.

«Guardavo un porno» rispose, ben sapendo che l’uomo non aveva minimamente idea di cosa stesse parlando e sperando ardentemente che prima o poi si sarebbe trovato a ripeterlo in un’occasione formale, magari davanti al Ministro della Magia o qualche ambasciatore con ascendenze babbane.

«Perché hai degli omini che corrono in questa scatola?» domandò con voce chiaramente disturbata

«E’ una maledizione che ho lanciato sui babbani. Chi mi sta antipatico è costretto a rimanere lì per sempre» sbuffò passandosi una mano tra i capelli chiari

«Veramente?» Lucius aveva alzato un sopracciglio e lo guardava sorpreso, quasi ammirato, a dire il vero.

«No, idiota. È una partita di calcio. È come il Quidditch ma senza volare più o meno» tentò conciliante, sperando che quel borioso si degnasse di dire perché stava disturbando il suo perfetto mercoledì sera da scapolo.

Lucius in risposta sospirò pensieroso squadrando «Per Salazar Serpeverde, cosa ci troverà mai Andromeda in te resta un mistero»

Ted prese un lungo sorso di birra ghiacciata, reprimendo l’istinto di maledirlo «Beh, sappiamo tutti quello che invece Narcissa vede in te. E che a quanto dice la Gazzetta potrebbe facilmente decidere non essere più abbastanza.»

Il mago di fronte a lui scosse la testa condiscendente «Ted, Ted, Ted… mio piccolo ingenuo di un Tassorosso… eppure Andromeda mi aveva detto che eri intelligente. Anzi, credo che abbia usato il termine brillante. Decisamente a sproposito direi»

«Su di te usa molti altri aggettivi… e direi che sono tutti piuttosto accurati» rimbeccò Tonks appoggiandosi allo stipite della porta e guardando l’ultima persona al mondo che avrebbe mai voluto avere come ospite ficcanasare nel suo soggiorno.

Per tutta risposta Lucius ridacchiò, non gli era sfuggito quel lieve accenno di gelosia che aveva sentito nella voce di suo cognato e aveva tutta l’intenzione di sfruttarlo il più possibile «Oh, credimi non ho bisogno di usare troppa immaginazione. E sono tutti meritati… sia nel male… che nel bene direi» 

«Malfoy, perché sei qui? Se cerchi mia moglie oggi è impegnata a lavoro. Quindi gradirei se te ne andassi…e ancora di più se non facessi mai più ritorno. E soprattutto smetti di mandare regali inappropriati»

«Si, certo lavoro. Diciamo che tua moglie…» rispose calcando più del dovuto sulla parola, come a voler ribadire ancora una volta l’assurdità della cosa «…sarà impegnata tutta la sera e ho pensato di passare a trovarti. E non fare finta che il regalo che ho fatto a Drom non ti sia piaciuto»

Ted rimase in silenzio, deciso ad ignorare quel neanche sottile sottotesto secondo il quale non solo Andromeda gli aveva mentito, ma era qualcosa di cui Lucius Malfoy era a conoscenza.

«Non ti sembra un regalo proprio appropriato da fare alla sorella di tua moglie, per lo più felicemente sposata?» chiese, mordendosi la lingua, perché in fondo davvero non si poteva lamentare visto quello che aveva portato.

Il sorriso dell’uomo si fece più accentuato, squadrandolo «Mi sembra più che generoso a dire il vero e anzi dovresti ringraziarmi. Entrambi a dire la verità. Non so se l’hai notato ma c’era la parte per lui e per lei. Spero che tu sia stato un gentiluomo e abbia iniziato dalla sua» aggiunse malizioso.

Lucius stava rigirando tra le mani una fotografia di Ted e Nymphadora da piccola insieme ai suoi genitori, continuando a scuoterla.

«Imbecille è babbana, non si muove. E non sei vecchio per queste cose?» lo riprese Tonks esasperato togliendogliela di mano e posandola al suo posto con attenzione.

«Povera Andromeda...» celiò prendendo ora in mano quella del matrimonio, questa volta magica. Alla vista di Arthur e Molly Weasley, i loro testimoni che lo salutavano allegri, fece una smorfia di disgusto «Sanguesporco, Tassorosso, sovrappeso e frigido. Ma come si dice. L’amore è cieco»

Ted ringhiò: «Te lo chiederò solo un’altra volta… Perché sei qui? Non dirmi che finalmente ti sei deciso ad accettare la terapia…» 

Il ghigno di Malfoy si fece ancora più evidente, ma non c’era alcuna traccia di ilarità negli occhi grigi «Oh andiamo, Ted. È così che tratti il tuo cognato preferito? Sono queste le maniere che vi insegnano i babbani?»

«Io non ho cognati Malfoy. Non ho fratelli o sorelle e li tuoi amati Black hanno ripudiato Andromeda tanto tempo fa, solo perché aveva scelto me, invece di qualcuno dei vostri»

Uno sbuffo «Si vede che non hai mai avuto il piacere di conoscere Lady Black. E a tal proposito vorrei farti notare che negli ultimi dodici anni sono io che mi sono dovuto sorbire tutti gli eventi comandati, mentre tu te ne stavi a guardare dei cretini in calzoncini che corrono avanti e indietro come imbecilli. Per Merlino, Ted... ma che senso ha? Preferirei guardare i miei elfi domestici che puliscono l’argenteria con le orecchie»

Ted gemette mentre il suo molto poco gradito ospite se ne andava verso la cucina.

«A proposito di elfi, non ce ne sono da voi vero? Cosa deve fare un pover’uomo per avere un tè?»

«Forse ti sfugge il fatto che non sei propriamente gradito» con un cenno con la bacchetta e la televisione si spense, lasciandoli nel silenzio «Ma visto che sembra che a che a quelli come voi pare non interessare di disturbare, se proprio hai intenzione di rovinare la mia serata siediti e dimmi cosa diavolo sei venuto a fare»

Lucius riapparve dalla cucina e si sedette con estrema riluttanza su quella che era la sua poltrona preferita, maledetto lui e tutti i suoi ascendenti, accavallando una gamba sull’altra e guardandolo con un sorrisetto.

«Vuoi che me ne vada, Ted?»

«Pensavo di avertelo detto chiaramente. Cosa c’è oltre l’imperius il tuo Oscuro Padrone ti ha dato in regalo anche dei problemi di udito?»

«Si vede che sei figlio unico. Hai problemi di egocentrismo» celiò giocherellando con il lungo bastone da passeggio, improvvisamente centro della sua attenzione.

«Non voglio neanche pensare ai problemi che avresti tu, se già sei così pur avendo due fratelli» commentò Tonks accomodandosi sul divano e richiamando un paio di birre, babbane ben inteso, ed offrendone una all’insopportabile essere che aveva deciso di rovinare la sua serata e che ora sembrava aver finalmente deciso di chiudere la boccaccia, cosa di cui non sapeva se essere contento, visto che forse avrebbe solo prolungato la sua agonia. Dopo aver passato diverse settimane ad osservare Draco chiuso nel suo ostinato mutismo per tutto il tempo, non poté fare a meno di notare la somiglianza con l’uomo davanti a lui. 

E non era solo per via dell’insopportabile senso di superiorità che Lucius aveva evidentemente trasmesso al figlio. No, c’era di più.

C’era la paura, la vergogna, il dolore.

Forse anche per quell’uomo impossibile c’era una flebile speranza.

Sempre che si fosse deciso ad affrontare quello che aveva fatto.

«Sto ancora aspettando, Malfoy.»

«Mio figlio» iniziò per poi fermarsi.

Ted rimase in silenzio, aspettando la domanda.

«So che avete iniziato» si arrestò un attimo, come cercando le parole più giuste «... a vedervi»

Vedersi era la parola giusta, visto che per le prime sedute Draco era rimasto in silenzio a fissarlo con aria strafottente, ma l’aveva messo in conto. Era stato invece piuttosto sorpreso di quando si era presentato furente alla loro seduta sventolando la gazzetta del profeta con la foto della madre. E poi era stato piuttosto difficile farlo stare zitto per almeno cinque minuti, o perlomeno fargli riprendere fiato.

«Voglio sapere cosa ti ha detto» disse infine Malfoy appoggiandosi allo schienale in attesa.

Ted prese un sorso dalla bottiglia, mentre la birra offerta al suo sgradito compagno di serata era ancora sul tavolino, intatta.

«Non sono uno dei tuoi elfi, Malfoy. Né uno dei tuoi sottoposti al Ministero, vedi di ricordartelo» chiarì, per poi aggiungere «Ma anche se me lo chiedessi gentilmente la risposta sarebbe sempre la stessa: No»

Lucius sbuffò. Un suono estremamente simile a quello del figlio ogni volta che si provava a nominare la foto incriminata.

«Oh andiamo Tonks. e dire che mi sei anche debitore» sibilò

«Io non ti devo niente, Malfoy. E comunque esiste una cosa chiamate segreto professionale»

Di nuovo quel suono «Stronzate babbane»

Oh bene era la prima volta che lo sentiva imprecare da quando lo conosceva, a differenza del suo prezioso pargolo che aveva dimostrato di avere un vocabolario piuttosto ricco in tale settore.

«Dopo tutto quello che ho fatto per te… Va bene, dimmi il tuo prezzo.»

Ted alzò gli occhi al cielo

«Ti stupirà ma la mia dignità e professionalità non sono in vendita. E per la centesima volta, tu non hai mai fatto niente per te»

Lucius alzò di nuovo un sopracciglio squadrandolo: «Ah no? Ti ricordo tutte le volte che ho beccato te e quella sciroccata di Andromeda nello spogliatoio di Quidditch e non ho detto niente. E tu non giocavi nemmeno, per Merlino! Avete rischiato di traumatizzarmi!»

Fu la volta di Ted di guardarlo con sufficienza «Tenendo conto che tu e la Carrow a momenti scopavate sulla cattedra di Lumacorno, eviterei certe affermazioni. Senza menzionare anche di tutte le altre che ti sei fatto mentre stavate insieme e senza alcun rispetto per la privacy e la decenza»

Per un attimo la maschera di indifferenza dell’uomo davanti a lui parve cadere, ma ben presto il mago riprese il suo atteggiamento strafottente ma Ted non ne rimase granché impressionato. Ancora una volta non poté fare a meno di notare un certo riflesso nelle azioni di Draco, quelle piccole crepe che sembravano aprirsi ogni volta che nominava Cassandra Nott: la mascella che si irrigidiva, le mani che si contraevano, il lieve incassarsi delle spalle.

Lucius però continuò, con tono più leggero elencando «Due: il generoso dono di nascita che ho fatto a tua figlia, nonostante non ti dovessi assolutamente niente, visto che, come hai ben chiarito tu non siamo propriamente parenti. O amici. O conoscenti. Anzi, a dire il vero più parlo con te e più me lo chiedo… come hai fatto a convincere Andromeda Black a sposarti?»

Ted diede l’ultimo sorso alla birra ormai più calda «Sarà il mio fascino. O la mio onestà. Che c’è Malfoy sei geloso? Narcissa non ti basta?»

Il ghigno si fece più pronunciato «Forse sei tu quello geloso, Ted» disse strascinando il suo nome «Cos’è vuoi sapere se la tua cara mogliettina e io abbiamo avuto dei trascorsi? Interessante. Te lo dico se mi dici cosa ti ha detto mio figlio, è uno scambio equo»

Fu il turno di Tonks sbuffare «Non disturbarti, Andromeda è stata piuttosto chiara su questo. Piuttosto che venire con te si sarebbe chiusa gli organi riproduttivi, e sto citando praticamente a memoria. E visto che nel frattempo abbiamo avuto una figlia… direi che la risposta già la so»

«Le Black sono melodrammatiche, è un peccato che tu ancora non l’abbia capito. Però è bello sapere che tu ti sia sentito in dovere di chiedere» Un lampo negli occhi grigi «Comunque tornando al mio di figlio...»

«No. E non ti azzardare ad usare il libro come terzo punto»

«Oh, non l’avrei fatto. Ma lieto di constatare che lo consideri un favore, forse non sei pessimo come pensavo. Quindi, sul serio non vuoi dirmi cosa ti ha detto Draco?»

«Di te, di tuo padre, della tua ex fidanzata? Di chi vuoi sapere Malfoy?» lo stuzzicò Ted, saggiandone la reazione.

Ancora una volta era stato solo un attimo, ma aveva notato come la bocca si era contratta a quell’accostamento. Il mago si chinò verso il suo ospite, con fare cospiratorio, appoggiando gli avambracci sulle ginocchia.

«Vuoi davvero sapere come sta tuo figlio dopo quello che ha passato?» chiese a voce bassa, poco più di un mormorio.

Il biondo annuì appena chinandosi a sua volta. Finalmente quello stupido natobabbano sembrava ragionevole.

«Beh allora chiediglielo» rispose Tonks afferrando la birra ancora tra di loro e rifreddandola con un tocco della bacchetta.

Lucius si alzò di scatto, imprecando contro i Tassorosso, i nati babbani e quell’idiota di Andromeda Black che si era andata a sposare un demente del genere prima di uscire furioso, sbattendo la porta.

Fece un tale rumore che neanche sentì il rumore della smaterializzazione, eh sì che doveva essere piuttosto evidente da quanto era furente.

Ripreso il suo posto sulla poltrona Ted riaccese il televisore. Il Manchester si era fatto rimontare, maledetto Malfoy e i suoi sotterfugi idioti. Si, perché ormai la serata era rovinata, al di là del risultato della partita.

Sua moglie gli aveva mentito. Non era al San Mungo ma da qualche parte a fare qualcosa di cui non aveva voluto parlargli e di cui Malfoy sapeva qualcosa. 

Qualcosa in cui c’entrava la sorella, sicuramente.

Qualcosa da purosangue.

Qualcosa che lui non avrebbe mai potuto capire, per quanto si sforzasse.

 

***

Draco era salito sulla torre di astronomia, cercando di scorgere un segno del rituale a quella distanza. Eppure sapeva bene che qualunque cosa accadesse sarebbe stata ben tenuta celata agli occhi di chiunque non fosse stato ammesso al rituale.

Sperava solo che la Granger stesse bene. Avrebbe dovuto rifiutare di invitarla, dire a Pansy che la sua era solo una stupida ripicca, che non c’era alcuna ragione al mondo per cui una natababbana dovesse finire a partecipare a quel rituale cos’ esclusivo.

È pericoloso, visto che c’erano mille cose che potevano andare storte.

Rigirò tra le mani il biglietto che aveva trovato sul suo letto quella mattina, costringendosi a respirare a fondo.

Doveva essere uno scherzo di pessimo gusto, Non c’erano altre spiegazioni.

Sto arrivando a prenderti, piccolo mio

 

Stracciò il cartoncino in mille pezzi, con rabbia lanciandoli nel vento che sferzava le pietre e guardandoli roteare vorticosamente.

Quella grafia l’avrebbe riconosciuta anche sepolta tra migliaia di altre. L’aveva vista mille volte, in tutti quei bigliettini che lo convocavano a Villa Nott o al Secret Place.

Ma lei era morta da quasi un anno.

Doveva esserci una spiegazione logica.

Doveva esserci.

 
Ciao! Una piccola nota.. visto che dalla prossima settimana non so quanta connessione avrò sicuramente ci sarà un altro aggiornamento venerdi e un altro il 15 agosto di due capitoli. L'aggiornamento poi riprenderà regolarmente a partire dal 28 agosto, sperando di riuscire da quella data a pubblicare due capitoli a settimana. Sto cercando di dedicarmi di più all'editing e alla correzione , per questo potresti trovare delle piccole differenze nei capitoli precedenti ma non ci sono cambiamenti rilevanti. Tutti i riferimenti a libri, siti etc li metterò nell'ultimo capitolo per non appesantire.
Credo siamo tutti d'accordo nell'affermare che Lucius è un cretino, ma mi fa troppo ridere. Io adoro Lucius e Narcissa come coppia ( se non si fosse ancora capito) ma per quanto mi piacciano credo che siano due persone estremamente superficiali su tanti aspetti, in primis quello estetico. Quando rileggendo ho scoperto che nel canon Ted ha un po' di pancetta non ho potuto fare a meno di farlo diventare uno stigma per quei due vanesi ( eh no, non mi toccate Ted che è uno dei pochi sani di mente). Tutto questo per dire che è quell'antipatico di Lucius che ce l'ha con i Tassorosso... io no! Fammi sapere anche in privato se il ritmo ti sembra troppo lento, se la lunghezza dei capitoli è più fruibile rispetto a Quel che è stato , Quel che sarà, o se invece preferisci capitoli più lunghi. Essendo in fase di revisione posso ancora adattarli.
In ogni caso grazie di aver letto fino a qui! E se hai curiosità di sapere cosa sia il regalo di Lucius ..dai un'occhiata alla bacheca di Pinterest https://www.pinterest.it/Flo_flo_fy/moth-goth/ .. ti do' un indizio: il titolo inizia con CLUB
 
   
 
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