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Autore: sallythecountess    08/08/2022    0 recensioni
I vampiri degli Stati Uniti sono in fermento: una minaccia oscura incombe sulla loro complessa società, e sembra volerli portare all’estinzione. La colpa è di un grupo di maghi oscuri, che ha scoperto di poter fare enormi cose, consumando il loro sangue. Victor, Alastair e Lily, ai vertici della società dei vampiri, combatteranno con tutta le loro forze questa minaccia, ma si troveranno ad affrontare anche complotti, rimpianti, fughe, lutti e cuori infranti.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Capitolo 2: la solitudine
“Dovevo restare, cavolo…” si disse, sospirando, una volta rientrata a casa sua. Accarezzò il pesante bracciale di cuoio intrecciato che aveva al polso, e si disse che forse poteva tornare indietro. Ci pensò qualche secondo, ma aveva un appuntamento importante quella sera e non era il caso di disertare. Tolse le scarpe e come sempre accese la filodiffusione in casa. Tutte quelle stanze, i soffitti alti e i tanti divani non facevano che ricordarle ancora una volta che era totalmente sola, e di nuovo accarezzò il bracciale magico, che le avrebbe permesso di raggiungere Victor ovunque fosse in pochi secondi.
Quando raggiunse la sua stanza, poi, il gelo la invase. Erano anni che non c’era Alexander a letto con lei, talmente tanti da poterli contare in vite umane. Non c’erano baci e strette di mano da almeno 94 anni, ma lei si era sempre opposta a un divorzio, perché sapeva che l’avrebbero attaccata brutalmente.
Aveva un ruolo molto importante e delicato nella Società, ed essendo lei una creatura ibrida, aveva i poteri da strega con cui era nata, e quelli da vampiro che amplificavano ulteriormente le sue doti magiche. Era principalmente una guaritrice, perché la considerava la cosa più nobile che potesse fare con il suo dono, ma anche una guardiana e combatteva come una leonessa per proteggere la sua gente. Così era nata la società: lei, Victor e Alastair avevano combattuto insieme una grossa minaccia secoli prima, e i vampiri spaventati avevano chiesto di avere ancora la loro protezione. Essere al vertice, però, comportava tante cose, alcune poco piacevoli. Spesso la pressione sociale che avvertiva era insostenibile.  Alcuni non avevano mai accettato la sua leadership, anzi la consideravano una specie di spia nella guerra contro i maghi oscuri, che avevano iniziato a rubare il sangue dei vampiri proprio dopo aver scoperto delle sue capacità. Ogni occasione era giusta per mettere in discussione la sua fedeltà alla società, ma anche le sue doti di guida e governante. Lo avevano già fatto anni prima quando la sua secondogenita si era allontanata dalla famiglia, ed Elisabeth oltre al dolore di avere una figlia lontana, aveva dovuto subire mille attacchi istituzionali, da parte di quella frangia della società dei vampiri che da anni puntava ad allontanarla.
Alexander le aveva chiesto più volte di porre fine alla loro relazione, perché era il primo ad essere consapevole che fosse finita secoli prima, ma Elisabeth ci teneva a mantenere le apparenze, per mantenere il suo incarico. Aveva accettato una relazione aperta con un uomo che la ignorava completamente, saltando da una storia d’amore all’altra, per poi incolparla puntualmente della fine delle sue relazioni. Sospirò pensandoci, e ancora una volta, togliendosi i mughetti dai capelli, non potè fare a meno di chiedersi se fosse giusto sacrificare la propria vita totalmente solo per la comunità. E per Nathan, il suo bellissimo primogenito che ambiva a prendere il suo posto prima o poi nella società. Sorrise pensando a lui, a quanto bello fosse a quel matrimonio, con i suoi splendidi riccioli biondo cenere perfettamente in ordine, gli occhi nocciola accesi e quei lineamenti così belli da farlo sembrare un angelo. Nate, come lo chiamava con affetto, era l’unico della famiglia che apprezzava il suo sacrificio e provava a sistemare il suo rapporto con l’altra figlia. Era sempre dolce e gentile con lei, ma Lily sapeva che in fondo neanche lui condivideva la sua scelta.
C’era una persona sola al mondo con cui si era sempre sentita totalmente in connessione, e quella sera aveva una voglia incredibile di stare con lui, probabilmente più del solito. Adorava passare il tempo con lui, ma ultimamente aveva iniziato a sentirsi troppo attratta da quegli occhi così belli e penetranti e da quel sorriso furbo. Victor aveva vissuto tanto, e in quegli anni aveva accumulato mille passioni e interessi. Era un esperto d’arte, di letteratura e persino di musica. Si poteva parlare con lui di vino e olio, che coltivava nelle terre che amava, Italia e Grecia, ma anche di mare e viaggi e aveva sempre qualcosa di interessante da dire o raccontare. Non era presuntuoso, però, non amava sfoggiare la sua conoscenza, non faceva mai le lezioncine da professore, e lei restava sempre affascinata quando le parlava. Victor era il più anziano tra loro, il vampiro più forte del nuovo continente, e per questo era il saggio della Società. Lily condivideva tante sue passioni, ma soprattutto il suo amore per la musica e adorava sedersi accanto a lui per suonare il piano insieme, o andare insieme ai concerti. Amavano la lirica e l’opera, ma ultimamente Gregor e Alastair avevano smesso di accompagnarli e teatro, e Alexander si era nettamente rifiutato di fare il terzo incomodo, quindi a malincuore avevano dovuto interrompere quei loro incontri a teatro.
Spazzolandosi i capelli, realizzò che il brano che stava passando alla filodiffusione lo aveva suonato per lui qualche giorno prima, quando furioso le aveva raccontato della sua rottura con quell’approfittatrice.
“Sono stanco di vivere una vita senza il vero amore Lily. Sacrificherei ogni cosa, persino la mia vita, per sentirmi amato un giorno soltanto…” le aveva spiegato serissimo, annunciandole la loro rottura e lei gli aveva solo preso il braccio e sussurrato con occhi bassi che avrebbe trovato la donna giusta un giorno.
“…sai di cosa parlo…” aggiunse e lei si sentì morire, ma finalmente sollevò lo sguardo. Era evidente che gli occhi languidissimi di lui alludessero a qualcosa di molto chiaro, perciò gli aveva messo una mano sulla guancia, e quando lui aveva fatto esattamente lo stesso gesto erano rimasti a fissarsi profondamente negli occhi per qualche minuto. Victor le aveva sussurrato piano “…permettimi solo di accarezzarti le labbra Lily, per un secondo” e lei aveva annuito emozionata e senza fiato e aveva lasciato che lui sfiorasse con enorme desiderio quella bocca che lo faceva impazzire. Si erano avvicinati moltissimo in quel momento, entrambi troppo coinvolti per pensare alle implicazioni che quel bacio avrebbe potuto avere. Poi, però, erano stati interrotti da Gregor e Alastair e Lily si era dovuta allontanare per qualche minuto perché le tremavano persino le mani dall’emozione. Dopo qualche minuto, costretta a rientrare e ad affrontare gli amici, si era messa al piano e con occhi chiusi aveva riprodotto proprio il brano che stavano ascoltando durante quel momento così intenso, e lui le aveva accarezzato i capelli e le spalle.
Non avevano mai più avuto modo di parlare di quella sera, anche se era evidente che molto fosse rimasto in sospeso tra loro. Così decise di scrivergli, per spiegare meglio i motivi per cui non era rimasta a Seattle, malgrado lo volesse davvero. Si vergognava ad ammetterlo, ma sapeva che Victor non avrebbe giudicato mai male le sue parole, così sospirando ammise di dover vedere la sua psicologa umana, e non poter rimandare perché stava provando a guarirla da una grave malattia e doveva essere regolare nei trattamenti.
“Hai una terapeuta? Umana?” le disse al telefono Victor confuso, perché era davvero strana l’idea della regina dei vampiri di New York che va dalla psicologa. Che diavolo avrebbe potuto raccontarle poi? Cosa avrebbe potuto mai capire un’umana?
“Già…ma non lo sa nessuno…” concluse imbarazzatissima e con il cuore a mille.
“…la vampira che va dalla psicologa a Manhattan sembra un fantasy di Woody Allen, lo sai vero?” chiese con un sorriso, facendo sorridere anche lei per un istante. Poi, con molta dolcezza sussurrò “…ci vai per J? Per superare il fatto che si sia allontanato? Perché sai che ci parlo regolarmente, e cerco sempre di aiutarvi…”
“No Vicky…ci vado da vent’anni…” rispose sospirando, perché era una grossa confessione da fare.
“…è che a volte ci si sente soli ad essere immortali. E Bobby è davvero una bellissima persona, che non mi ha mai giudicato. Certo si è spaventata parecchio quando ha scoperto che sono un vampiro, voleva mandarmi in una clinica psichiatrica, ma poi lo ha accettato…credo…” spiegò con un sorriso e Victor ribattè che capiva benissimo la solitudine.
“E tu sei una ragazzina, prova ad arrivare alla mia età e poi mi dici quanto è dura stare solo, soprattutto se sai benissimo con chi invece vorresti trascorrere l’eternità…” le disse spregiudicato. Ormai non aveva più voglia di fare finta di nulla, non ne poteva più. Lily tremò per quella frase, ma sussurrò piano “berremo qualcosa insieme la prossima volta, ok?” facendogli battere di nuovo il cuore che era fermo da un po’. Metaforicamente parlando, ovviamente.
“Tutte le volte che vuoi Lily, quando ne hai voglia prendi il braccialetto magico e vieni a Los Angeles, ed io ti porto ovunque tu desideri…”sussurrò con gli occhi chiusi, cercando di farle capire che davvero aveva voglia di stare con lei, ma Lily si offese per la storia del ‘braccialetto magico’ e ruggì seccata che non era un cartone animato.
“E dai…non fare l’arrabbiata con me…” la punzecchiò e Lily disse piano “…avevo una mezza idea di raggiungerti dopo la terapia, ma…”
“Niente ma. Sono a Seattle, vieni da me…”concluse languido e lei sospirò spiegando che avrebbe bevuto solo un drink con lui.
“…non mi importa, vieni. Sai quanto detesti i matrimoni, e sai qual è l’unica cosa che potrebbe farmi stare meglio…” concluse con gli occhi chiusi e lei sospirando rispose solo “ok va bene…” facendolo sorridere.

Nota:
Ciao a tutti! Allora spero che in questo capitolo si comincino a delineare un po' di situazioni. Che ne pensate di Lily? La trovate un personaggio falso o sgradevole? O magari vi piace? La mia idea era di scrivere una storia di vampiri un po' diversa da quella con i soliti (bellissimi) adolescenti, che ne pensate di questi vampiri adulti e incasinati? Vorreste più fantasy e azione? L'altra idea che avevo per il titolo era, appunto, terapia psicologica per vampiri, ma l'ho scartata poi. Se vi va fatevi sentire, grazie per la lettura. 
   
 
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